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Professione Veterinaria, Anno 2001, Nr 12

Date post: 16-Mar-2016
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Professione Veterinaria è un settimanale specializzato rivolto a Medici Veterinari e operatori del settore
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PR O FESSI O NE VETERINARIA MENSILE DI AGGIORNAMENTO PROFESSIONALE sultati ottenuti e, se quelli che era- no gli obiettivi che ci si era prefis- sati, sono stati raggiunti. Innanzi tutto è con grande soddi- sfazione che dobbiamo rilevare la crescita continua della credibilità e della radicazione dell’ANMVI come interlocutore importante della professione veterinaria. Nonostante la continua campa- gna di denigrazione e di osteg- giamento da parte di alcune com- ponenti oscurantiste della veteri- naria italiana, il movimento profes- sionale che si riconosce nel- l’ANMVI continua a crescere, otte- nere consensi e risultati tangibili per la nostra professione. Prova ne sono le Associazioni ve- terinarie che continuamente deci- dono di federarsi all’ANMVI ed il sempre più ampio consenso che giunge dai Colleghi, che ricono- scono, nel nostro movimento pro- fessionale, il tavolo creato dai Ve- terinari per dibattere tutti i proble- mi della Categoria. L’ANMVI è un gruppo di lavoro che, a differenza di quanto viene soste- nuto dai denigratori, vede coinvolti a pieno titolo centinaia di Colleghi che immaginano, progettano e rea- lizzano nuove prospettive per la professione veterinaria. Basta vedere quello che è stato ed è l’impegno della nostra Asso- ciazione sul fronte del farmaco veterinario, oppure la determina- zione con cui ANMVI continua a sostenere l’opportunità di diminui- re sensibilmente l’aliquota Iva sul- le prestazioni veterinarie. Il nostro movimento professionale è inoltre impegnato a portare un contributo sostanziale per la solu- zione di una serie di problemati- che sul tappeto quali le buone pratiche veterinarie, la regola- È consuetudine di fi- ne anno tracciare un bilancio del lavoro svolto, valutare i ri- 001 EDIZIONI SCIVAC - Anno 11, numero 12, mensile, dicembre 2001 Spedizione in abbonamento postale - 45% Art. 2 comma 20/b-Legge 662/96 - Filiale di Piacenza Concessionaria esclusiva per la pubblicità EDIZIONI VETERINARIE E.V. srl - Cremona Non sempre le Buone Pratiche Veterinarie danno giusto peso al rapporto tra veterinario e cliente Il cliente ha sempre ragione? I rischi connessi alla professione e come prevenirli. L’educazione del cliente comincia in ambulatorio Bilanci di fine anno l’editoriale di Carlo Scotti (in questo numero:) 1 14 23 Prima Pagina: Il cliente ha sempre ragione? di Fabrizio Pancini ANMVI Informa: RC Professionale: definite le condizioni della polizza ANMVI a cura della redazione Riflessioni: Animali di serie A e di serie B di Luigi Poretti 7 18 24 Attualità: Aspetti medico legali del- la visita medico-veterina- ria nella compravendita di equidi - di M.C. Lopez Rubrica Legale: Certificazione Medi- ca Veterinaria e inter- ferenza del venditore di M.T. Semeraro L’Opinione: Mamma l’Euro! di Oscar Grazioli 11 19 26 Attualità: La rivoluzione delle immagini di Sabina Pizzamiglio Rubrica Fiscale: Semplificazioni fiscali di Giovanni Stassi Dalle Associazioni: Gruppo Interattivo Animali da Compagnia di Cristina Bordoni 13 20 29 L’Approfondimento: Il pronto soccorso, una emergenza anche in Italia? di Fabio Viganò Attualità: La professione in Sud Africa: bilancio di un anno di lavoro di Paolo Tassi Dalle Aziende: a cura della redazione 122 A PAG. 3 di Fabrizio Pancini P arlare dello zoonomo non è facile perché quasi nessuno sa bene cosa sia. Il ter- mine zoonomo infatti identifica una figura professionale che nessuno sembra conoscere, no- nostante oggi in Italia ce ne sia- no circa 10.000. Lo zoonomo nasce nel lontano 1968 con il Corso di laurea in Scienze della Produzione Anima- le, che oggi si chiama Scienze e Tecnologie della Produzione Ani- male ed è collegato alle facoltà di Agraria o di Veterinaria. Di questa figura professionale non sono state definite in modo preciso le competenze profes- sionali: gli zoonomi non sosten- gono un esame di Stato e non avendo un Ordine potrebbero rientrare secondo alcuni in quel- lo dei veterinari o degli agrono- mi. Ma con queste due ultime categorie, nella definizione di specifiche competenze, gli zoo- nomi entrano in conflitto diretto, al punto che la stessa FNOVI è intervenuta presso i ministeri competenti per evitare che allo zoonomo fossero attribuite pre- stazioni prettamente veterinarie, in particolare l’ispezione degli alimenti di origine animale e la lo- ro certificazione di qualità. Il comportamento della FNOVI è doveroso anche per arginare la concorrenza, in considerazione della forte disoccupazione o sot- tooccupazione dei giovani lau- reati. E le previsioni sono anche peggiori, in quanto il numero di laureati in veterinaria non è asso- lutamente in diminuzione e tutti i settori di lavoro sono ormai saturi se non addirittura in recessione. È evidente che la mancanza di una seria collaborazione fra il mondo universitario e quello professiona- le, tanto auspicata dal Ministero ma mai seriamente applicata, porterà a ulteriori tensioni fra le categorie professionali se non sa- ranno definiti in modo chiaro i confini delle competenze. Un’altra figura che preoccupa il mondo veterinario è quella del- l’infermiere o ausiliario veterina- rio. Mentre in medicina umana mancano almeno 50.000 infer- mieri (e le Regioni, per fronteg- giare le necessità degli ospeda- li, stanno ricorrendo a tutti i siste- mi possibili: rientro dei pensiona- ti, offerte di stipendi elevati, im- portazione dall’estero, ecc…) questa figura non sembrerebbe mancare nel settore veterinario. Le motivazioni sono diverse ma le principali sono due: il fatto che la stragrande maggioranza degli ambulatori non si può permette- re un infermiere e la disponibilità di molti giovani laureati che, pur di imparare, sono disposti a lun- ghi periodi di apprendistato mal pagato. Nel bene o nel male, la situazio- ne è questa. Per cambiarla si do- vrebbero avere meno laureati, neolaureati più preparati, ambu- latori in minor numero e di mag- giori dimensioni, con possibilità di aumentare i servizi (pet cor- ner, dispensazione del farmaco, ecc.). Alcune Facoltà di Veterina- ria sembrano interessate ad una laurea breve che dia un diploma di infermiere veterinario, ma es- sendo molto improbabile uno sbocco professionale, avremo solo altri disoccupati o sottooc- cupati in concorrenza con i vete- rinari. È quindi auspicabile che il mon- do universitario, prima di partire con questo progetto si confronti con il settore veterinario e con le reali esigenze del mercato del lavoro. Zoonomo o infermiere? CONTINUA A PAG. 3 Tel. 0372/403538 - Fax 0372/457091 email: [email protected] srl H ill ’s * Global Leader in Pet Nutrition
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Page 1: Professione Veterinaria, Anno 2001, Nr 12

PROFESSIONE VETERINARIA

MENSILE DI AGGIORNAMENTO PROFESSIONALE

sultati ottenuti e, se quelli che era-no gli obiettivi che ci si era prefis-sati, sono stati raggiunti.Innanzi tutto è con grande soddi-sfazione che dobbiamo rilevare lacrescita continua della credibilitàe della radicazione dell’ANMVIcome interlocutore importantedella professione veterinaria.Nonostante la continua campa-gna di denigrazione e di osteg-giamento da parte di alcune com-ponenti oscurantiste della veteri-naria italiana, il movimento profes-sionale che si riconosce nel-l’ANMVI continua a crescere, otte-nere consensi e risultati tangibiliper la nostra professione.Prova ne sono le Associazioni ve-terinarie che continuamente deci-dono di federarsi all’ANMVI ed ilsempre più ampio consenso chegiunge dai Colleghi, che ricono-scono, nel nostro movimento pro-fessionale, il tavolo creato dai Ve-terinari per dibattere tutti i proble-mi della Categoria.L’ANMVI è un gruppo di lavoro che,a differenza di quanto viene soste-nuto dai denigratori, vede coinvoltia pieno titolo centinaia di Colleghiche immaginano, progettano e rea-lizzano nuove prospettive per laprofessione veterinaria.Basta vedere quello che è statoed è l’impegno della nostra Asso-ciazione sul fronte del farmacoveterinario, oppure la determina-zione con cui ANMVI continua asostenere l’opportunità di diminui-re sensibilmente l’aliquota Iva sul-le prestazioni veterinarie.Il nostro movimento professionaleè inoltre impegnato a portare uncontributo sostanziale per la solu-zione di una serie di problemati-che sul tappeto quali le buonepratiche veterinarie, la regola-

È consuetudine di fi-ne anno tracciare unbilancio del lavorosvolto, valutare i ri-

001 EDIZIONI SCIVAC - Anno 11, numero 12, mensile, dicembre 2001

Spedizione in abbonamento postale - 45% Art. 2 comma 20/b-Legge 662/96 - Filiale di Piacenza

Concessionaria esclusiva per la pubblicità

EDIZIONI VETERINARIE E.V. srl - Cremona

Non sempre le Buone Pratiche Veterinariedanno giusto peso al rapporto tra veterinario e cliente

Il cliente ha sempreragione? I rischi connessi alla professione e comeprevenirli. L’educazione del clientecomincia in ambulatorio

Bilanci di fine anno

l’editorialedi Carlo Scotti

(in questo numero:)

1 14 23Prima Pagina:Il cliente ha sempreragione?di Fabrizio Pancini

ANMVI Informa:RC Professionale:definite le condizionidella polizza ANMVI a cura della redazione

Riflessioni:Animali di serie A e di serie Bdi Luigi Poretti

7 18 24Attualità:Aspetti medico legali del-la visita medico-veterina-ria nella compravenditadi equidi - di M.C. Lopez

Rubrica Legale:Certificazione Medi-ca Veterinaria e inter-ferenza del venditoredi M.T. Semeraro

L’Opinione:Mamma l’Euro!di Oscar Grazioli

11 19 26Attualità:La rivoluzione delleimmaginidi Sabina Pizzamiglio

Rubrica Fiscale:Semplificazionifiscalidi Giovanni Stassi

Dalle Associazioni:Gruppo InterattivoAnimali daCompagniadi Cristina Bordoni

13 20 29L’Approfondimento:Il pronto soccorso, unaemergenza anche inItalia?di Fabio Viganò

Attualità:La professione inSud Africa: bilanciodi un anno di lavorodi Paolo Tassi

Dalle Aziende:a cura della redazione

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A PAG. 3

di Fabrizio Pancini

P arlare dello zoonomonon è facile perché quasi

nessuno sa bene cosa sia. Il ter-mine zoonomo infatti identificauna figura professionale chenessuno sembra conoscere, no-nostante oggi in Italia ce ne sia-no circa 10.000. Lo zoonomo nasce nel lontano1968 con il Corso di laurea inScienze della Produzione Anima-le, che oggi si chiama Scienze eTecnologie della Produzione Ani-male ed è collegato alle facoltàdi Agraria o di Veterinaria.Di questa figura professionalenon sono state definite in modopreciso le competenze profes-sionali: gli zoonomi non sosten-gono un esame di Stato e nonavendo un Ordine potrebberorientrare secondo alcuni in quel-lo dei veterinari o degli agrono-mi. Ma con queste due ultimecategorie, nella definizione dispecifiche competenze, gli zoo-nomi entrano in conflitto diretto,al punto che la stessa FNOVI èintervenuta presso i ministericompetenti per evitare che allozoonomo fossero attribuite pre-stazioni prettamente veterinarie,in particolare l’ispezione deglialimenti di origine animale e la lo-ro certificazione di qualità.Il comportamento della FNOVI èdoveroso anche per arginare laconcorrenza, in considerazionedella forte disoccupazione o sot-tooccupazione dei giovani lau-reati. E le previsioni sono anchepeggiori, in quanto il numero dilaureati in veterinaria non è asso-lutamente in diminuzione e tutti isettori di lavoro sono ormai saturise non addirittura in recessione. Èevidente che la mancanza di unaseria collaborazione fra il mondouniversitario e quello professiona-le, tanto auspicata dal Ministero

ma mai seriamente applicata,porterà a ulteriori tensioni fra lecategorie professionali se non sa-ranno definiti in modo chiaro iconfini delle competenze.Un’altra figura che preoccupa ilmondo veterinario è quella del-l’infermiere o ausiliario veterina-rio. Mentre in medicina umanamancano almeno 50.000 infer-mieri (e le Regioni, per fronteg-giare le necessità degli ospeda-li, stanno ricorrendo a tutti i siste-mi possibili: rientro dei pensiona-ti, offerte di stipendi elevati, im-portazione dall’estero, ecc…)questa figura non sembrerebbemancare nel settore veterinario.Le motivazioni sono diverse male principali sono due: il fatto chela stragrande maggioranza degliambulatori non si può permette-re un infermiere e la disponibilitàdi molti giovani laureati che, purdi imparare, sono disposti a lun-ghi periodi di apprendistato malpagato. Nel bene o nel male, la situazio-ne è questa. Per cambiarla si do-vrebbero avere meno laureati,neolaureati più preparati, ambu-latori in minor numero e di mag-giori dimensioni, con possibilitàdi aumentare i servizi (pet cor-ner, dispensazione del farmaco,ecc.). Alcune Facoltà di Veterina-ria sembrano interessate ad unalaurea breve che dia un diplomadi infermiere veterinario, ma es-sendo molto improbabile unosbocco professionale, avremosolo altri disoccupati o sottooc-cupati in concorrenza con i vete-rinari.È quindi auspicabile che il mon-do universitario, prima di partirecon questo progetto si confronticon il settore veterinario e con lereali esigenze del mercato dellavoro. ■

Zoonomo o infermiere?

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Tel. 0372/403538 - Fax 0372/457091email: [email protected]

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U no degli aspetti a cui ilmedico veterinario haspesso attribuito poca

importanza è certamente il rappor-to con il proprietario dell’animale.Preso dalla fretta di intervenire (percause contingenti o perché, persua fortuna, c’è una coda di clientiin sala d’attesa), oppure, più sem-plicemente, dal ricercare la causadella patologia del proprio pazien-te, il veterinario talvolta sottovalutail contesto nel quale si trova, a co-minciare, appunto, dal proprietarioe dal rapporto che si è stabilito traquesto e il proprio animale. Tale le-game, infatti, può spingere il pro-prietario, qualora le cose non vada-no nel modo da lui auspicato, adintraprendere un’azione legale di ri-sarcimento che può anche sconfi-nare nell’ambito del Codice Penalenel caso che il cliente sia convintoche il veterinario non abbia agitocon la necessaria capacità e peri-zia nei confronti dell’animale cheaveva in cura.Per evitare di giungere a questaeventualità, (affatto remota a quan-to c’è sembrato di capire dagli in-terventi dei colleghi interpellati inproposito), è indispensabile che ilveterinario debba necessariamen-te instaurare e mantenere una buo-na relazione con il cliente, facendoin modo di conquistare la sua fidu-cia attraverso un atteggiamentoche ispiri sicurezza, attraverso uncomportamento improntato allamassima professionalità possibile.A tal proposito, il medico veterina-rio deve puntare il rapporto colcliente sul piano dell’informazione,spiegando cioè tutte le fasi del pro-prio agire in modo chiaro e convin-cente. Allo stesso tempo però il ve-terinario non deve lasciarsi condi-zionare da qualsiasi aspettativa ilcliente manifesti, a cominciare dal-le richieste più strampalate fino aquelle che possono invadere l’au-tonomia professionale o peggio l’e-tica, come la richiesta di un’eutana-sia non necessaria.Un altro aspetto a mio avviso im-portante del rapporto veterinario-proprietario è la necessità che, nelcorso del colloquio preliminare esuccessivo alla visita dell’animale,il veterinario cominci a svolgereun’azione educativa del proprieta-rio a livello ambulatoriale.Purtroppo però diversi colleghi nonsembrano molto portati a coinvol-gere i proprietari degli animali suargomenti di carattere educativo(ad es.: spiegare e rendere parte-cipi i clienti su cosa dovrebbe e su

quello che non dovrebbe esserefatto col proprio animale; spiegare,se è il caso, l’eziopatologia di unamalattia o l’origine di un disturbocomportamentale). Purtroppo, tuttociò richiede talvolta un’azione co-municativa non certo improvvisabi-le che necessita, appunto, di unapreparazione specifica.Molti altri, comunque, sono gliaspetti che coinvolgono il rapportoveterinario-cliente, a cominciaredalle decisioni che coinvolgono l’e-tica come la decisione o meno di ri-correre al cosiddetto accanimentoterapeutico, fino al rischio di incap-pare nel maltrattamento animale.Ecco, come sempre, alcune consi-derazioni in proposito che cercanodi fornire ai lettori ulteriori spunti diriflessione.

Stefano Candotti Libero professionista, Pordenone

Da quel che è stato scritto sullabozza della Buone Pratiche Vete-rinarie in corso di approvazione,al capitolo riguardante il rappor-to tra clienti e veterinari, questiultimi “… devono instaurare emantenere una buona relazionecon i loro clienti, guadagnandosila loro fiducia, fornendo loroinformazioni approfondite, ri-spettando i loro punti di vista etutelando la loro privacy”. Inoltre,“I veterinari devono risponderein modo pronto, completo e cor-tese a lamentele e critiche”. Seid’accordo con questa imposta-zione?Solo parzialmente, nel senso chel’obbiettivo primario del professio-nista nei confronti del cliente è latrasparenza, sia per quanto riguar-da gli aspetti medici, affettivi edeconomici.Cioè il medico veterinario deveinformare, informare ed ancorainformare, “step by step”, ottenereper ogni passaggio di quel che fala fiducia del cliente.Però dobbiamo anche tenere pre-sente che il medico veterinario de-ve cercare di rendere cosciente ilcliente di ciò che succede, non sot-tostare a qualsiasi aspettativa ilcliente manifesti.Per fare un esempio, se tra leaspettative del proprietario c’è lamanifesta volontà di sopprimere ilcane/gatto solo perché lo infastidi-sce il doversene prendere cura ol-tre un certo livello, il nostro compitonon è quello di fare felice o soddi-sfare il cliente, ma cercare di con-

vincerlo a cambiare impostazionementale (tramite l’informazione),perché di mezzo c’è anche l’osser-vanza di una certa etica professio-nale. In questo caso, fare dellebuone pratiche nei confronti delcliente non significa rispettare ilsuo punto di vista, ma farlo matura-re o, nel caso, rifiutare una presta-zione che sarebbe in conflitto conaltre regole etiche di buona pratica.Insomma, dobbiamo esser in gra-do di distinguere le aspettative “sa-ne” del cliente dai capricci o peg-gio da atteggiamenti di sottocultu-ra.Questo vale anche per lamentele ecritiche, non sempre così motivate.

Negli altri Paesi (es. Canada) èprassi diffusa quella di denuncia-re il M. V. che si presume reo dicomportamento scorretto agliocchi del proprietario dell’anima-le. A tuo avviso è buona praticaveterinaria ottenere il consensoscritto per tutte le manualità chevengono effettuate sull’animaledal M. V. al fine di tutelarsi?Assolutamente sì. Sia per un attoprovato di tutela legale nei confron-ti del veterinario che si accinge aprocedere, sia per mettere il clientedi fronte alle proprie responsabilità,una volta reso edotto in modo com-pleto su quel che intendiamo pro-porgli.Anche quando dovesse negare alproprio animale delle cure possibi-li, per poi magari cambiare pareredopo qualche mese e in circostan-ze troppo tardive.È un’abitudine che va seguita sem-pre, anche a costo di perdere qual-che minuto in più nel redigere scar-toffie.

È corretto dotarsi di un’assicura-zione che copra le spese deri-vanti da un’eventuale denunciadel proprietario dell’animale incura presso il M. V.?Direi che è ormai indispensabile.Ma ci vogliono anche degli stan-dard orientativi per poter provarelegalmente che si è operato in mo-do corretto.

Qual è il limite etico tra la deci-sione del proprietario a voler in-traprendere, ad esempio, una te-rapia del dolore o un’eutanasia(anche non necessaria) e la scel-ta del M. V. a non praticarla o vi-ceversa?Credo che, genericamente parlan-do, il limite, peraltro di difficile de-marcazione, stia nel fatto che l’ani-

male possa vivere non solo comeun vegetale, ma anche una norma-le vita di relazione affettiva coi pro-prietari. Tuttavia, anche in questamia definizione esistono in ogni ca-so dei limiti soggettivi.

Fino a che punto si può parlaredi maltrattamento animale nei ca-si di accanimento terapeutico?Mah, credo che si possa tranquilla-mente parlare di maltrattamentoqualora l’accanimento terapeuticosia solo un atto vanitoso di praticaclinica fine a se stessa, senza al-cun beneficio oggettivo per il pa-ziente o il cliente, d’utilità esclusivadel clinico e della sua casistica.Cioè, in sostanza, in ogni casod’accanimento, perché l’accani-mento terapeutico è proprio quantoappena detto. Ricordiamoci chel’obbiettivo primario del nostro la-voro non è la cura della nostra ca-sistica personale, qualunque sia lanostra disciplina di interesse, ma ilbenessere e la salute del paziente.Se riteniamo onestamente e per se-ria conoscenza della patologia inatto, che questi fattori siano seria-mente compromessi, allora ognicura è accanimento terapeutico.

Sarebbe auspicabile che l’educa-zione del cliente cominciasseproprio a livello di ambulatorioveterinario? E, in caso affermati-vo, i M. V. sono disponibili e pre-parati adeguatamente a svolgeretale compito?Si, sarebbe auspicabile e fonda-mentale. Spesso, questo aspettoeducativo del rapporto col clientece lo facciamo scappare di manoper poca disponibilità o perché loriteniamo un fastidio. Ma è unosbaglio clamoroso...È un biglietto da visita ed un gros-so investimento anche in termini digestione della clientela, oltre cheun nostro dovere. Credo che inquesto spesso siamo carenti, co-me categoria, soprattutto perchénon siamo assolutamente dei co-municatori ed invece avremmo bi-sogno di imparare l’arte non im-provvisabile della comunicazione.Esistono fior di organizzazioni ecentri di formazioni che insegnanoa comunicare.Sarebbe il caso che le società cul-turali mettessero anche questo tipodi corsi tra gli aggiornamenti daproporre al veterinario.

Francesco CarraniLibero professionista, Pisa

Da quel che è stato scritto sullabozza delle Buone Pratiche Vete-rinarie in corso di approvazione,al capitolo riguardante il rappor-to tra clienti e veterinari, questiultimi “… devono instaurare emantenere una buona relazionecon i loro clienti, guadagnandosila loro fiducia, fornendo loroinformazioni approfondite, ri-spettando i loro punti di vista etutelando la loro privacy.” Inoltre,“I veterinari devono risponderein modo pronto, completo e cor-tese a lamentele e critiche”. Seid’accordo con questa imposta-zione?

Sempre più spesso ultimamente micapita di riflettere sulle analogie trala professione medica e quella me-dico-veterinaria ed anche in questocaso mi sembra quasi scontato fa-re dei parallelismi.Se vogliamo nobilitare davvero lanostra professione e vogliamo es-sere considerati professionisti a tut-ti gli effetti non possiamo fare a me-no di instaurare con i clienti/pazien-ti un rapporto che a mio avviso de-ve essere “cristallino”. Dando perscontata la buona fede e l’onestàdel medico, ciò comporta, innanzitutto, una conoscenza profondadella professione perché solo se siè sicuri di ciò che si sta facendopossiamo rendere pienamenteconsapevole il cliente delle proce-dure che intendiamo attuare. In ef-fetti, troppo spesso capita di imbat-tersi in casi già trattati da colleghisenza che al cliente sia stata forni-ta spiegazione di ciò che stava ac-cadendo e, fatto ancor più grave,senza che fosse stata rilasciata do-cumentazione clinica sulle proce-dure svolte. Questo fatto, oltre a di-sorientare il cliente, mette spesso ilprofessionista nell’antipatica situa-zione di dover ripetere esami e/oprocedure che potrebbero essereevitati con aggravio delle speseper il proprietario.Questo concetto è importante inquanto, un comportamento pocochiaro da parte del medico veteri-nario può mettere in cattiva lucetutta la categoria medico-veterina-ria e giustifica il cliente, che si do-manda, spesso, perché esista unatale differenza di procedure tra unmedico e l’altro.È normale che poi sorgano critichee lamentele, la discordanza di dia-gnosi e terapie è spesso molto evi-dente e, questo, ingenera nel clien-te confusione e spesso malconten-to nei confronti di chi non si è com-portato “professionalmente”.Purtroppo, per una somma di fatto-ri, spesso il cliente si lamenta o cri-tica ingiustamente; io credo che ilmiglior modo per evitare queste si-tuazioni sia quello di documentaretutto ciò che viene fatto all’animalein modo che non possano crearsiequivoci; se tutto ciò che facciamoviene riportato su una cartella clini-ca (di cui è sempre buona normaconservare una copia) sarà bendifficile che possa essere contesta-ta la gestione di un caso a menoche chiaramente non siano staticommessi errori.Credo che fino ad oggi sia statasottovalutata l’importanza dellecartelle cliniche e credo ancheche sempre di più in futuro i pro-prietari degli animali vorrano chesia loro fornita tutta la documenta-zione relativa al loro caso esatta-mente come avviene per la medi-cina umana.

Negli altri Paesi (es. Canada) èprassi diffusa quella di denuncia-re il M. V. che si presume reo dicomportamento scorretto agliocchi del proprietario dell’anima-le. A tuo avviso è buona praticaveterinaria ottenere il consensoscritto per tutte le manualità chevengono effettuate sull’animaledal M. V. al fine di tutelarsi?

PROFESSIONE VETERINARIA 12/2001 3D A L L A P R I M A P A G I N A ➥

l’editorialeSEGUE DALLA COPERTINA

mentazione dei tariffari professio-nali, l’istituzione della figura delVeterinario aziendale, il ruolo delMedico Veterinario di sanità pub-blica quale figura centrale ed in-sostituibile nella prevenzione, lanostra attenzione affinché nonvengano trasferite le competenzedella veterinaria pubblica dallaSanità all’Agricoltura come cicli-camente ventilato. Infine non possiamo dimenticaretutta una serie di iniziative che

l’ANMVI con coraggio ha intra-preso sul fronte della solidarietà.Compie infatti il suo primo annodi vita il nostro Fondo Sanitario alquale hanno aderito mille e due-cento Colleghi e che in un annoha rimborsato oltre duecentocin-quanta milioni di prestazioni sani-tarie, molte delle quali non avreb-bero trovato garanzie di copertu-ra nel mercato assicurativo tradi-zionale. Nasce infine in questi giorni sul-

l’onda dello stesso spirito di soli-darietà di Categoria una assicu-razione professionale e molti altriprogetti sono in via di realizzazio-ne per il prossimo futuro.Penso quindi di potere affermareche il bilancio di un anno di lavo-ro è stato estremamente positivoe denso di soddisfazioni per chiin ANMVI tutti i giorni dedica tem-po ed energie non indifferenti perla crescita e la qualificazione del-la Classe Veterinaria italiana. ■

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Riprendendo il concetto espressoprecedentemente, credo che dob-biamo abituarci alle contestazionida parte dei proprietari, spesso pe-raltro generate dalla non cono-scenza della materia.Nella nostra clinica abbiamo presola buona abitudine di far firmare alproprietario il consenso a ciò chestiamo facendo, abbiamo anchedei moduli relativi a ciò che noi pro-poniamo in merito ad analisi ed ac-certamenti vari con relativi costi di

modo che il proprietario si assumala responsabilità se rifiuta di ese-guire determinati esami. In realtàquesta non è ancora, per me, la si-tuazione ideale, credo che sia no-stro diritto fare tutti gli accertamen-ti necessari prima ad esempio diuna anestesia, non accetto l’idea dianestetizzare un animale il cui pro-prietario ha rifiutato le analisi delsangue, se l’animale muore per unproblema epatico io me lo portosulla coscienza, non accetto che

per colpa di una persona che nonsi rende conto dell’importanza dicerti esami, un animale muoia per-ché io gli ho somministrato un’ane-stesia che nel caso specifico si ri-vela fatale. Quindi spero di giunge-re in breve ad una situazione in cuise un proprietario si rifiuta di fare gliaccertamenti che io propongo, an-che io mi rifiuto di eseguire ogni al-tra procedura.

È corretto dotarsi di una assicu-

razione che copra le spese deri-vanti da una eventuale denunciadel proprietario dell’animale incura presso il M. V.?Più che corretto direi che è utile.Può succedere, anche osservandoscrupolosamente tutte le buone re-gole della medicina, che si com-metta un errore. In tal caso, se nonsi vuole rifondere il danno di tascapropria è molto utile avere un’assi-curazione che copra i rischi deri-vanti dalla professione. Io tratto

esclusivamente piccoli animaliquindi non si arriva mai al valoreche raggiungono ad esempio alcu-ni cavalli ma ormai ci troviamo acurare cani che hanno raggiuntovalori di decine di milioni. Oltre aquesto dobbiamo tenere conto deidanni morali che sempre più spes-so vengono riconosciuti ai proprie-tari di animali e questo in verità ame fa piacere perché lo vedo comeun riconoscimento dell’importanzache i nostri animali hanno all’internodella famiglia.

Qual è il limite etico tra la deci-sione del proprietario a voler in-traprendere, ad esempio, una te-rapia del dolore o una eutanasia(anche non necessaria) e la scel-ta del M. V. a non praticarla o vi-ceversa?Non credo che questo si ponga co-me un problema reale. Noi siamomedici ed in quanto tali siamo te-nuti innanzitutto a curare, in ognicaso io propongo sempre il tratta-mento che ritengo più opportuno elascio al proprietario la decisionese effettuarlo o meno.Nei casi di malati terminali propon-go sempre una terapia e nel casoche la patologia comporti sofferen-za la terapia prevede sempre ilcontrollo del dolore. La regola cheseguo è che al primo posto mettosempre l’animale per cui tutto ciòche propongo ha come scopo pri-mario il benessere dell’animale.L’eutanasia la vedo solo come ulti-ma possibilità per mettere fine aduno stato di sofferenza grave nongestibile con farmaci e secondarioad una patologia incurabile, in altreparole l’eutanasia serve a metterefine a sofferenze non trattabili; intutti gli altri casi non la prendo nem-meno in considerazione, tantome-no se un proprietario richiedeun’eutanasia ingiustificata.Io non faccio nemmeno eutanasiea cuccioli indesiderati perché lamorte è uguale sia che l’animalesia appena nato sia che abbia 15anni e non di rado mi sono trovatoa discutere con persone che noncapivano perché io mi rifiutassi diuccidere dei cuccioli; la mia rispo-sta è stata sempre uguale “comeposso io, che ho dedicato la mia vi-ta a curare gli animali, dare loro lamorte quando sono appena nati?”,generalmente dopo questa affer-mazione la discussione cessa.

Fino a che punto si può parlaredi maltrattamento animale nei ca-si di accanimento terapeutico?Visto che “l’oggetto” della nostraprofessione è l’animale e non l’es-sere umano, credo che il nostroprimo obiettivo sia il benesseredell’animale. Così come è lecitosecondo me rifiutarsi di eseguireun’eutanasia ingiustificata, allostesso modo possiamo rifiutarci dicurare casi in cui non si riesca agarantire una qualità di vita ade-guata alla specie animale chestiamo trattando, per fare unesempio da una situazione real-mente accaduta, io mi rifiuterei dimantenere in vita e curare un gat-to tetraplegico. Purtroppo spessomolti casi sono difficili da catalo-gare ed allora deve venirci in aiu-

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to la sensibilità e la conoscenzadelle esigenze che ogni animaleha, credo che non dobbiamo farciinfluenzare dagli stati d’animo delproprietario che, talvolta per egoi-smo, talvolta per debolezza, vor-rebbe mantenere in vita l’animalea tutti i costi. Ovviamente nonpossiamo e non dobbiamo impor-re un’eutanasia ma possiamo cre-do legittimamente rifiutarci di con-tinuare a curare un animale senzapoterne garantire il benessere.

Sarebbe auspicabile che l’educa-zione del cliente cominciasseproprio a livello di ambulatorioveterinario? E, in caso affermati-vo, i M. V. sono disponibili e pre-parati adeguatamente a svolgeretale compito?Assolutamente sì. I media sono im-portantissimi per la diffusione deimessaggi che però forzatamentespesso risultano superficiali quindise da un lato giornali, radio e tv ser-vono per sensibilizzare l’opinionepubblica verso gli animali, spettapoi al m.v. fornire le informazionicorrette riguardanti la gestione de-gli animali.

Anche qui purtroppo paghiamo loscotto di una diffusa impreparazio-ne, più che da un punto di vistascientifico forse da quello della ge-stione del rapporto con il cliente.La maggiorparte dei veterinari la-vora senza appuntamento e que-sto spesso genera una situazionedi lavoro non ottimale. Mi spiego,con la sala d’aspetto piena c’è bi-sogno di correre e questo lasciapoco spazio a tutte le spiegazioniche invece dovrebbero essere for-nite al cliente, dagli aspetti psicolo-gici, all’alimentazione alle varie pre-venzioni.Non è raro ancor oggi imbattersi inclienti che non avevano mai sentitoparlare ad esempio della filariosipur avendo già avuto modo di visi-tare un veterinario. Per tornare aconcetti espressi precedentemen-te, non informare un cliente dellaprevenzione per la filaria è compor-tamento censurabile e credo an-che perseguibile per cui se doves-si dare un suggerimento direi di or-ganizzarsi il lavoro in modo da de-dicare ad ogni cliente lo spazio ne-cessario, lavorare su appuntamen-to è già un buon primo passo, logi-

camente ogni cosa ha il suo costoe se dedichiamo il giusto tempo aduna visita dobbiamo anche farcelopagare adeguatamente, ma que-sto è un altro problema…..

Maurizio ManeraLibero professionista, Teramo

Da quel che è stato scritto sullabozza della Buone Pratiche Vete-rinarie in corso di approvazione,al capitolo riguardante il rappor-to tra clienti e veterinari, questiultimi “… devono instaurare emantenere una buona relazionecon i loro clienti, guadagnandosila loro fiducia, fornendo loroinformazioni approfondite, ri-spettando i loro punti di vista etutelando la loro privacy”. Inoltre,“I veterinari devono risponderein modo pronto, completo e cor-tese a lamentele e critiche”. Seid’accordo con questa imposta-zione?Personalmente ritengo che lo stes-so buon senso, il comune senso ci-vico, il rispetto reciproco e la cor-rettezza nei rapporti umani ancorprima che nei rapporti professiona-li invitino (o dovrebbero invitare) acomportarsi come sopra riportato.D’altra parte, ragionando in terminidi qualità e certificazione dei servi-zi (tappa obbligata per ogni cate-goria professionale), non è ammis-sibile dare per scontato anche ciòche appare ovvio o fare affidamen-to sul citato buon senso. Ben ven-ga quindi questa specificazione.

Negli altri Paesi (es. Canada) èprassi diffusa quella di denuncia-re il M. V. che si presume reo dicomportamento scorretto agliocchi del proprietario dell’anima-le. A tuo avviso è buona praticaveterinaria ottenere il consensoscritto per tutte le manualità che

vengono effettuate sull’animaledal M. V. al fine di tutelarsi?Preferirei pensare al così detto“consenso informato” come ad unmodo per garantire e certificareprofessionalità e qualità nell’eroga-zione dei servizi piuttosto che adun modo per tutelarsi da eventualirivalse del cliente scontento. Imma-gino, a tal proposito, un modulo,una sorta di contratto, ove com-paiano due firme in calce: delcliente per accettazione e dell’ero-gatore del servizio per proposta edovvia garanzia. Tale garanzia nondovrebbe essere tanto intesa sullariuscita della manualità o praticama sulla adeguatezza e correttez-za della stessa nello specifico casoin esame.

È corretto dotarsi di una assicu-razione che copra le spese deri-vanti da una eventuale denunciadel proprietario dell’animale incura presso il M. V.?Penso che sia auspicabile che unprofessionista si doti di tale stru-mento anche a garanzia della pro-pria clientela. Se ben ricordo l’ob-bligatorietà della RC auto derivò,fra le altre cose, dalla constatazio-ne del fatto che le vittime di inci-denti stradali rischiavano di non es-sere risarcite a causa dell’insolven-za di chi aveva cagionato il danno.Sicuramente il contesto automobili-stico, con i relativi rischi, non èquello professionale medico veteri-nario; ma perché rischiare e, so-prattutto, far rischiare?

Qual è il limite etico tra la deci-sione del proprietario a voler in-traprendere, ad esempio, una te-rapia del dolore o una eutanasia(anche non necessaria) e la scel-ta del M. V. a non praticarla o vi-ceversa?Il medico veterinario deve essereconsapevole di un dato di fatto in-

confutabile: il suo cliente non è ilsuo paziente! Questo dualismo im-plica tutta una serie di risvolti pro-fessionali, etici e pratici di non faci-le e lineare inquadramento e solu-zione. Il medico veterinario ha l’ob-bligo morale, ancor prima che pro-fessionale, di relazionare il proprie-tario-cliente sulla situazione dell’a-nimale-paziente e su tutte le stradepercorribili. Spetta al proprietariol’ultima parola, ma è anche dirittodel medico veterinario poter obiet-tare per coscienza: il suo obiettivoprioritario deve essere quello disalvaguardare la salute e la qualitàdella vita del paziente animale. De-finire a priori un limite etico rischia,peraltro, di divenire uno sterileesercizio filosofico privo di riscon-tro pratico. Purtroppo, ed inoltre, ilvivere quotidiano ci insegna comenon sempre ciò che è legale sia ne-cessariamente etico ma anche vi-ceversa! A questo punto ed ai finipratici, più che interrogarci sui limi-ti etici, dovremmo definire la liceitàdi eventuali comportamenti im-prontati a considerazioni etiche.

Fino a che punto si può parlaredi maltrattamento animale nei ca-si di accanimento terapeutico?Considero un vero e proprio mal-trattamento il sostenere farmacolo-gicamente un paziente terminalesenza adottare adeguate strategieche rendano la qualità della sua vi-ta accettabile (ovviamente non se-condo criteri antropomorfici, masecondo i criteri di specie e del sin-golo animale).

Sarebbe auspicabile che l’educa-zione del cliente cominciasseproprio a livello di ambulatorioveterinario? E, in caso affermati-vo, i M. V. sono disponibili e pre-parati adeguatamente a svolgeretale compito?Ritengo che questo accada quoti-

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Il rapporto con il cliente “difficile”: il capitoloche manca al Codice Europeo

sulle Buone Pratiche

Q ualche volta può essere il cliente a non essere corretto nei ri-guardi della professione veterinaria e quando è “difficile” può

esporre il medico veterinario a situazioni deontologicamente com-plesse. Il Codice delle Buone Pratiche Veterinarie sottolinea genericamente idoveri del professionista nei riguardi della clientela, ma non dice nien-te sul comportamento da tenere quando il cliente ha torto, e poco onulla sulle tutele o sulle procedure da tenere nei confronti dei clienti asalvaguardia del medico veterinario. Abbiamo girato il problema ad Andrea Meisser, coordinatore del grup-po di lavoro della Fve per le BPV, che ci ha prontamente dato la suaopinione.

Quello del cliente “difficile” è un aspetto effettivamente interessante. La Bozza di Codice sulle BPV della FVE, così come il Sistema Qualitàadottato da diverse associazioni veterinarie, si occupa solo dei doveridel veterinario rispetto alle buone relazioni con i clienti. In nessun casosi danno regole per trattare con il cliente “difficile”.Sappiamo tutti che ci sono clienti che possono davvero rappresentareun problema per il veterinario e/o il suo staff e sappiamo tutti che -avendo come scopo il benessere dell’animale - dobbiamo comunqueavere a che fare con questo tipo di pubblico.Personalmente, non ritengo che l’argomento debba essere oggetto delCodice di BPV per il fatto che trattare con un pubblico “problematico”ha molto a che fare con le capacità individuali e/o con la cultura. È mol-to difficile pensare di costruirci delle regole europee. Non vorrei tutta-via essere frainteso: secondo me, questo problema va affrontato nel-l’ambito della certificazione ISO, dove la pratica individuale definiscetutto il processo delle relazioni con i clienti. Questo è almeno quello chele certificazioni ISO prevedono in Svizzera.Quanto previsto dal punto 3b del Codice va già nella direzione auspi-cata, ma siamo naturalmente aperti a discutere tutte le proposte. Il pe-riodo di consultazione scadrà a febbraio 2002.

Andrea MeisserVice presidente della FVE

Coordinatore del Gruppo di Lavoro delle Buone Pratiche Veterinarie della FVE

www.fve.org [email protected]

Cosa dice il Codice Europeo delle BPV*“I veterinari devono instaurare e mantenere una buona relazione con iloro clienti, guadagnandosi la loro fiducia, fornendo loro informazioniapprofondite, rispettando i loro punti di vista e tutelando la loro privacy.I medici veterinari devono anche rispondere in modo pronto, completoe cortese a lamentele e critiche.”Punto 3b - Veterinari e Clienti“I veterinari devono discutere tutte le opzioni terapeutiche con il clien-te, fornendo un preventivo di spesa o una prognosi motivati…”.Punto 7 - Procedure Chirurgiche

La traduzione del Codice è disponibile al sito www.anmvi.it

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dianamente ma, in assenza di unaspecifica formazione universitariae post-universitaria che prenda inconsiderazione l’approccio ed ilsostegno psicologico al cliente(ad eccezione di qualche corso dipractice management), molto èlasciato alla sensibilità umana epropensione del singolo profes-sionista. Ovviamente il veterinarionon deve occuparsi delle proble-matiche psicologiche del propriocliente ma deve essere in grado

di capire quando il proprietario,rapportandosi in maniera scorret-ta col proprio animale, rischia diinficiare gli sforzi terapeutici intra-presi o le soluzioni prospettate.

Pier Carlo TavernaLibero professionista, Aosta

Il punto centrale su cui dovrebbebasarsi il rapporto tra veterinarioe cliente è sicuramente la fiducia.

Purtroppo, il condizionale è d’ob-bligo: molte volte il cliente non sifida del veterinario, e viceversa.La cosa triste è che spesso lamancanza di fiducia, in un sensoo nell’altro, è ahimè ben motivata!C’è da dire che negli ultimi tempiva molto di moda la deresponsa-bilizzazione globale, che consistenell’attribuire sempre e comun-que la colpa a qualcun altro: seun cane muore sotto una macchi-na, il proprietario spesso incolpa

il veterinario che non ha ancoraimparato a fare i miracoli, l’auto-mobilista che andava troppo forteo il gatto che passava sull’altromarciapiede chiunque, tranne sestesso, l’unico che avrebbe potu-to prevenire l’incidente semplice-mente tenendo l’animale al guin-zaglio!Spesso i proprietari mentono du-rante la raccolta dei dati anamne-stici, e non è insolito trovarsi difronte scheletri ambulanti, con i

reni ridotti a noccioline, che sta-vano “bene fino a due giorni fa”.Io sospetto, inoltre, che molti pro-blemi, spiegabili con cause trau-matiche ma inspiegabili in anima-li che “non vanno mai in giro dasoli”, siano, in realtà, il frutto diqualche nervosismo familiare malcontrollato e, certamente, nonconfessato al veterinario.Dall’altra parte, è altrettanto veroche molti pazienti critici potreb-bero salvarsi se sottoposti a cureadeguate che invece non ricevo-no, e molto spesso il cliente non èal corrente di questo: le personesono per lo più convinte che qua-lunque veterinario sia in grado difare il massimo possibile per qua-lunque animale, il che è molto,molto lontano dalla realtà, e nonsolo nelle situazioni di emergen-za, ma anche nell’ambito di pato-logie che di urgente non hannoassolutamente nulla, se non il bi-sogno spasmodico di fare a tutti icosti bella figura e non perdere ilcliente, sia pure sacrificando ilmalato. Vero è che non è facilesapere sempre tutto quello che sidovrebbe sapere, e d’altronde lasuper specializzazione auspicatada qualcuno, per quanto mi trovid’accordo in linea di principio,non è ancora realizzabile sul pia-no pratico. Chi garantisce dun-que il cliente che il suo animalesta ricevendo una prestazionesanitaria basata su scienza e co-scienza, e non le farneticazionifantasiose di un arruffone? A mio modo di vedere, dunque,essendo la fiducia un elementotanto aleatorio, si deve ricorrerealla trasparenza. Nella zona dove lavoro io - fortu-natamente - la fiducia nel veteri-nario, condita con una certa dosedi tradizionale “fatalismo”, è an-cora quasi una costante (tantoche spesso ho io il problema op-posto, ossia mi chiedo se sonodavvero degno di meritarla…),ma altrove le cose non sono tantorosee, e per questo occorrono leliberatorie e i fogli firmati “perpresa visione”... anche per quan-to riguarda i preventivi di spesa!Occorre inoltre sempre spiegareai proprietari la situazione nel mo-do più chiaro possibile, senzatrincerarsi dietro a discorsi farra-ginosi e paroloni complicati che ilpiù delle volte servono solo a ma-scherare la nostra ignoranza, eindicare loro quali siano le miglio-ri possibilità diagnostiche o tera-peutiche (strumentali o… uma-ne!), anche quando non fossimonoi in grado di fornirle, senza far-ci influenzare da preconcetti fuor-vianti (“questo è un pezzente, fi-guriamoci se porta il cane a ope-rare a Milano!”) o, peggio ancora,dalla paura un po’ meschina diledere il nostro amor proprio o lanostra “grandeur” professionale:la professionalità non si costrui-sce con l’ipocrisia e la disonestà,né, men che meno, dimentican-dosi che a monte di tutto c’è qual-cuno che non può parlare ma cheha bisogno di essere aiutato, eche il nostro lavoro consiste so-prattutto in questo. ■

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I n tema di compravendita (C-V) di equidi il ruolo del medi-co veterinario, nonostante

non sia parte direttamente inte-ressata, è fondamentale; di fatto,il veterinario ippiatra spesso vienechiamato per effettuare la visitaclinica di un cavallo che si ha in-tenzione di acquistare mentre, inaltre occasioni, il professionistasanitario viene coinvolto in contro-versie medico-legali da parte delcliente, sia esso venditore o com-pratore, a seguito della C-V di uncavallo. Sebbene le conoscenze e la pre-parazione scientifica del veteri-nario siano essenziali e non va-riabili a seconda che il clientesia il venditore o l’acquirente, leconseguenze medico-legali chepossono scaturire dall’opera delsanitario, gli accorgimenti medi-co-legali che egli deve tenerepresente nella realizzazione del-la visita medico-veterinaria delcavallo nonché le conseguentiresponsabilità che gli possonoessere richieste, variano a se-conda del momento in cui vieneeffettuata la visita del cavallo e,cioè, che la stessa avvenga pri-ma o dopo la conclusione delcontratto di compravendita.Se pensiamo, ad esempio, al rap-porto veterinario-acquirente pos-siamo dire che il più delle volte ladiagnosi di un medico veterinariodella malattia o delle cause che lahanno provocata è di solito la mol-la che dà origine al contenzioso.Infatti, il compratore una voltainformato dal veterinario dello sta-to clinico dell’animale, delle carat-teristiche della malattia, delle spe-se che dovrà affrontare per le cu-re necessarie ma, soprattutto,messo a conoscenza che sicura-mente la patologia o le causescatenanti di tale malattia eranoprecedenti al momento dell’acqui-sto, si sente leso nei suoi interessie di norma intraprende azioni di ri-valsa nei confronti del venditore. Invece, nel rapporto venditore-ve-terinario, quest’ultimo solitamenteviene consultato per dimostrare oche tale patologia non può esserepreesistente o comunque imputa-ta al venditore, oppure sulle pos-sibili soluzioni per correggere ildifetto derivato. Il contributo del presente lavoro èlimitato ad inquadrare da un pun-to di vista giuridico l’atto della C-Vdegli equidi nonché le eventualirisoluzioni del contratto lasciandoai tecnici specificamente prepara-ti nel settore la valutazione delleproblematiche relative all’esameclinico ed agli accertamenti dia-gnostici più o meno invasivi ad

essi correlati che, nel caso dellaC-V del cavallo, acquisiscono unnotevole interesse.Nella trattazione si è ritenuto op-portuno dividere l’argomento nelseguente modo:Una prima parte tratterà degliaspetti medico-legali concer-nenti l’atto di compra-vendita,prendendo in considerazione sol-tanto quegli elementi che interes-sano maggiormente il medico ve-terinario. A sua volta questa partesarà suddivisa in due sezioni aseconda della fase nella qualevenga richiesta la professionalitàe preparazione scientifica dell’ip-piatra: - Visita medico veterinaria pre-cedente alla conclusione del con-tratto di compravendita - visita medico veterinaria suc-cessiva alla conclusione del con-tratto di compravendita.Nella seconda parte si tratteràdella responsabilità del medicoveterinario nella visita di com-pravendita di cavalli, illustrandosoltanto alcuni aspetti che si riten-gono più salienti in merito alla re-sponsabilità civile nella visita di C-V del cavallo. Di conseguenza, seguendo unpercorso logico nello svolgimentodi un normale atto di C-V di un ca-vallo, si illustrano alcuni aspettimedico-legali da tenere presential fine di tutelare, non solo gli inte-ressi del cliente ma anche quellidello stesso medico veterinario incaso di contestazione del suooperato.

A) Aspetti medico-legaliconcernenti l’atto di compra-venditaA.1.- Visita medico veterinariaprecedente alla conclusione delcontratto di compravenditaGeneralmente il veterinario vienechiamato dal cliente-acquirente alfine di sottoporre a visita veterina-ria un cavallo che intende acqui-stare. La chiarezza nel dialogocliente-medico veterinario è fon-damentale, prima che quest’ulti-mo decida di accettare tale inca-rico (visita del cavallo). Cosa vie-ne richiesto da parte del cliente?,che tipo di prestazione si aspet-ta?, al cliente interessa solo lo sta-to di salute dell’animale (visita sa-nitaria) o sollecita anche una valu-tazione dell’idoneità dell’animaleper un specifico “uso di destina-zione”. Questi elementi, che pos-sono sembrare banali, sono inve-ce di grande importanza. Infatti,la dichiarazione del motivo del-l’acquisto dell’animale da partedell’interessato, condiziona il con-cetto di “cavallo sano” in quanto

esso è fortemente legato all’usoche si vuole fare dell’animale (ri-produttore, salto, trotto, dressage,altro tipo di reddito, ecc.) e po-trebbe risultare estremamente im-portante ai fini di ulteriori conte-stazioni. Ad esempio, il veterinario che vie-ne chiamato per visitare un caval-lo di una specifica razza, da adi-bire ad un specifico uso, ecc. inprimo luogo si dovrà chiedere seha la preparazione professionalenecessaria per rispondere alle ri-chieste che gli sono state solleci-tate, ponendosi i problemi specifi-ci che derivano dalla razza ed ap-profondendo la conoscenza deirequisiti specifici che deve posse-dere un cavallo da adibire a quel-la attività.Oltre a ciò, il medico veterinariodeve stabilire quale metodoscientifico intende seguire al finedi poter emettere un giudizio con-sapevole informandone il cliente.Tale aspetto è essenziale perchésappiamo che, in qualche occa-sione, il cliente nel sollecitare laprofessionalità del veterinariomette dei limiti alle modalità degliaccertamenti professionali chequest’ultimo intende attuare, an-che per motivi economici. In que-sto caso il veterinario si dovràchiedere: in base alle specificherichieste che mi sono state fattedal cliente, sono in grado di espri-mere un giudizio o, invece, ho bi-sogno di effettuare altre prove edanalisi complementari (elettrocar-diogramma, radiografie, ecc.)che il cliente non è disposto adaccettare?In ogni caso si ricordi sempre cheil medico veterinario è libero dinon accettare tale incarico. In ca-so contrario, nell’emettere il giudi-zio sull’animale dovrebbe lasciareintendere in modo chiaro che lostesso è conseguenza dei risulta-ti effettuati in base alle prove ri-chieste espressamente dal clientele quali, peraltro, conviene sem-pre elencare. Inoltre, è sempreopportuno informare il cliente deirischi a cui può andare incontroomettendo di realizzare prove cheil sanitario ritiene interessanti.

Nel caso in cui il professionistaaccetti di sottoporre a visita medi-co veterinaria il cavallo e prima diiniziare la visita clinica vera e pro-pria, dal punto di vista medico-le-gale è importante che presti parti-colare attenzione ai seguentiaspetti:- l’identificazione certa ed ine-quivocabile del cavallo che saràsottoposto alla visita veterinariacostituisce uno dei punti fonda-

mentali negli atti di compravendi-ta. Si dovrà avere la certezza cheil giudizio emesso dal sanitario èriferito a quello specifico soggettoe non ad un altro;- l’anamnesi o informazioni di-chiarate dal proprietario dell’ani-male o dal suo agente (malattie,lesioni, interventi, ecc.) specifi-cando chi ha fornito tali informa-zioni e distinguendo quelle chel’attuale proprietario dichiara diconoscere in prima persona daquelle informazioni da lui riferitema che gli sono state comunicateda precedenti proprietari. In casodi ulteriori contestazioni possonorisultare estremamente utili le di-chiarazioni rilasciate dal proprie-tario o chi per esso, come adesempio che l’animale non erastato trattato recentemente connessun farmaco, ecc.- il metodo scientifico da se-guire: senza entrare nel meritosulla procedura della esecuzionedella visita veterinaria (ricordaresempre l’importanza della desti-nazione che si vuole fare dell’ani-male), il medico veterinario si do-vrà chiedere se per quella speci-fica visita richiesta dal cliente: esi-ste in campo veterinario una pras-si veterinaria comunemente ac-cettata nel mondo della ippiatria,esistono dei protocolli, delle lineeguida da attuare per quella speci-fica specie, per quella specificarazza, per quello specifico usodel cavallo? Se la risposta a talidomande è positiva, si dovrà pre-stare particolare attenzione nel-l’attenersi alle suddette prassi. Inoltre, è conveniente avere pre-sente che nel caso in cui la meto-dica preveda di sottoporre il ca-vallo a determinati esami invasi-vi, che possono provocare even-tuali lesioni irreversibili, che po-trebbero compromettere o recarequalche rischio sulla salute dell’a-

Aspetti medico-legali della visitamedico-veterinaria nellacompravendita di equidi

di Maria Del Carmen Lopez

Moreno

Istituto di Medicina Legale eLegislazione Veterinaria -Università degli Studi di Milano

nimale, bisognerebbe chiedere ilnulla-osta al proprietario dell’ani-male, anche sollecitando la pre-senza del veterinario di fiducia; in-fatti, tali esami potrebbero essereconsiderati come veri e propri attidi proprietà e potrebbero costitui-re un alibi per il proprietario nellarichiesta di ulteriori responsabilitàal medico veterinario che ha effet-tuato tali esami (applicazione disonde e perforazioni).

Durante la visita clinica del caval-lo, invece, il veterinario deve pre-stare particolare attenzione alla ri-levazione di vizi che, in campo diC-V, vengono definiti generica-mente come imperfezioni “mate-riali” della cosa tali da incideresulla sua utilizzabilità o sul suo va-lore. Riferito alla vendita di cavallipossiamo dire che i difetti, le pa-tologie o le malattie che compro-mettono la funzionalità dell’anima-le o diminuiscono il suo prezzopossono essere definiti vizi. La valutazione professionale di vi-zi apparenti o facilmente ricono-scibili durante la visita del cavalloacquisisce grande interesse inquanto il C.C. dispone che non èdovuta la garanzia se al momen-to del contratto il compratore co-nosceva i vizi della cosa oppurese i vizi erano facilmente ricono-scibili. Di conseguenza, nel casoin cui un veterinario durante la vi-sita di un cavallo non evidenzi undifetto che un altro veterinarioavrebbe accertato, usando lostesso grado di diligenza, potreb-be essere soggetto a responsabi-lità professionale. In merito alla di-ligenza bisogna ricordare che de-ve essere valutata con riguardoalla personale conoscenza tecni-ca dell’acquirente e che è note-volmente maggiore quando l’ac-quirente si fa assistere da un ve-terinario. Non è comunque facil-

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mente riconoscibile il vizio che ri-chiede per l’accertamento l’impie-go di mezzi tecnici particolari. Ciòche è occulto per un normalecompratore non lo è per il veteri-nario che, peraltro, ha elementiper distinguere anche il difetto dinatura lieve e superabile da quel-lo essenziale ai fini della produtti-vità e della funzionalità.

A.2.- Visita medico veterinariasuccessiva alla conclusione del

contratto di compravenditaVediamo ora le implicazioni medi-co-legali che possono derivare aseguito della visita veterinaria diun cavallo recentemente acqui-stato.Nel corso della visita il veterinariopotrebbe rilevare nell’animale unamalattia, una lesione, una patolo-gia, ecc., sicuramente dovuta acause precedenti al momentodell’acquisto, patologia che com-promette lo stato di salute oppure

la funzionalità od uso per il qualeè stato acquistato il cavallo oppu-re fa pensare che il prezzo paga-to per l’animale è troppo elevatorispetto al difetto o lesione che èstata riscontrata; in tal caso sco-pre, cioè, un vizio.L’acquirente si sente leso nei suoiinteressi e vuole far valere i suoidiritti. Cosa è importante che sap-pia il veterinario?, come si deveprocedere per tutelare gli interes-si del cliente?

Innanzitutto si deve sempre ricor-dare che soltanto determinati vizi,che rispondono a determinate ca-ratteristiche, sono coperti da ga-ranzia: sono i cosiddetti vizi redi-bitori. Pertanto, il veterinario chedurante la visita del cavallo acqui-stato evidenzi un difetto, una pa-tologia, una malattia, ecc., primadi informare il cliente sulle possi-bilità di rivalersi sul venditore, do-vrà accertare che tale vizio ri-sponda alle caratteristiche che lo

fanno rientrare nella definizione divizio redibitorio e che sono le se-guenti: Pregresso: il vizio, cioè la patolo-gia o malattia che manifesta l’ani-male oppure le cause da cui deri-vano, debbono essere preesi-stenti al momento del contratto.Occulto: al momento dell’acqui-sto il vizio non doveva essere ap-parente o facilmente riconoscibi-le. Un difetto è apparente quandoemerge alla vista senza un mini-mo sforzo nella sua osservazione(cavallo con tre zampe!). Sarà, in-vece, facilmente riconoscibilequando si manifesta ad un esamesia pure superficiale e sarà evi-denziato se l’acquirente usa unamedia diligenza da bonus paterfamilias (zoppia). Grave: il vizio deve essere tale dainfluire sulla funzionalità del sog-getto. Il concetto di gravità deveessere in rapporto al grado diinettitudine all’uso o diminuzionedi uso e comunque deve essereinteso nel senso che se al com-pratore fosse stato noto il difetto,non avrebbe concluso il contratto. L’attenzione del medico veterina-rio in questa fase della C-V è fon-damentale non solo per quanto ri-guarda l’accertamento della pato-logia del cavallo ma soprattuttoper la sua capacità di poter stabi-lire se tale patologia risponde allecaratteristiche di vizio redibitorio(preesistente al momento dellavendita, oppure insorto dopo maderivante da cause preesistenti,nonché occulto e grave) e, quindi,è coperta da garanzia. Per di più,poter fornire al cliente le primeinformazioni su come deve com-portarsi nei confronti del venditorenonché la tempestività nella de-nuncia del vizio possono risultareessenziali al fine di far valere ipropri diritti.

La garanzia nella compravenditadel cavalloLo scopo fondamentale dellavendita consiste nel fare acqui-stare al compratore la titolaritàdel diritto trasferito e la libera di-sponibilità della cosa compra-venduta; pertanto, la legge tutelail compratore nel caso in cui ven-ga disturbato nel godimento delbene acquistato.La garanzia è un patto offerto atutela del compratore che afferi-sce naturalmente al contratto. Bi-sogna tener presente che la ga-ranzia per vizi nell’animale è ta-cita (art. 1476 C.C.) e quindi, an-che se non è stata espressamen-te dichiarata al momento della sti-pulazione del contratto, è dovutada parte del venditore. Nulla vietache le parti, al momento del con-tratto possano aumentare, dimi-nuire o escludere la garanzia pervizi della cosa. In questi casi do-vrà essere espressamente dichia-rata, non necessariamente perscritto ma documentata (art. 1487C.C.).Oltre a ciò, si deve ricordare che“Il patto con cui si esclude o si li-mita la garanzia non ha effetto, seil venditore ha in mala fede taciu-to al compratore i vizi della cosa”

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(art. 1490 C.C., secondo comma).In tema di C-V si è visto che, inbase al C.C., i vizi redibitori sonocoperti da garanzia. Di conse-guenza, in presenza di vizio redi-bitorio nel cavallo acquistato ilcompratore può, a sua scelta e, inbase all’art. 1492 C.C., chiedere:• la risoluzione del contratto (azio-ne redibitoria) che consiste nellarestituzione dell’animale nellestesse condizioni in cui si trovavaall’atto della compravendita daparte del compratore mentre ilvenditore dovrà restituire la som-ma pagata• la riduzione del prezzo (actioquanti minoris o estimatoria) con-sistente in una riduzione del prez-zo pattuito a fronte della diminu-zione della funzionalità che ne èderivata. In ogni caso, è opportuno ricor-dare:- in quali casi la garanzia non èdovuta: come già sopra riportato,in base all’art. 1491 del C.C -esclusione della garanzia - “Non èdovuta la garanzia se al momentodel contratto il compratore cono-sceva i vizi della cosa; parimentinon è dovuta, se i vizi erano facil-mente riconoscibili;- i termini nonché le modalitàper poter esercitare il diritto allagaranzia. Il legislatore ha stabilitoi termini temporali entro i quali ilcompratore può far valere i suoidiritti in presenza di vizio redibito-rio. In tema di compravendita, ingenerale, il C.C stabilisce che ladenuncia al venditore deve es-sere fatta entro 8 giorni - 40 gior-ni in determinate province regola-te da appositi usi - dalla scoper-ta del vizio (termine di decaden-za) e comunque entro un annodalla consegna dell’animale(termine di prescrizione). In meri-to alla compravendita degli ani-mali, in particolare, l’art. 1496C.C. dispone che “La garanziaper vizi è regolata dalle leggi spe-ciali o, in mancanza, dagli usi lo-cali. Se neppure questi dispongo-no, si osservano le norme che re-golano la compravendita in gene-rale”. In relazione alla prevalenzadegli usi sul C.C. bisogna preci-sare che gli usi e consuetudinihanno validità giuridica nel sensoche le malattie elencate nelle rac-colte provinciali sono considerategravi per tradizione in quello spe-cifico territorio o circoscrizione.Questo non vuol dire che solo lemalattie elencate siano gli unicidifetti che possano ritenersi redi-bitori in quanto qualsiasi patolo-gia se pregressa, occulta e grave,anche se non inclusa nell’elenco,è da considerarsi vizio redibitorio.Inoltre, come affermato dalla giu-risprudenza, gli usi che fanno ri-salire il termine di decadenza a 8giorni dalla consegna dell’anima-le, anziché dalla scoperta, nonsono validi in quanto contrari allanorma generale: “È illegittimo e,pertanto, non applicabile l’uso lo-cale che fa decorrere il termineper la denuncia dei vizi occultidalla consegna dell’animale(Sent. Corte Cass. N. 1834 del27.6.1942 e ribadita nella Sent.

Corte Cass. N. 599 del 27.2.54).La mancata o intempestiva de-nuncia dei vizi dell’animale, neltermine di 8 giorni dalla scoperta(e comunque prima del decorsodell’anno della consegna, terminedi prescrizione) è configurata dal-la legge come una causa di de-cadenza del diritto del comprato-re alla garanzia. Il termine decor-re, in ogni caso, dal giorno dellaloro scoperta. In riferimento aquesto ultimo aspetto esiste giuri-sprudenza contrastante: alcunesentenze affermano che il termineinizia dal momento in cui il com-pratore acquisisce la certezzaobiettiva dell’esistenza completadel vizio e non dal semplice so-spetto, mentre altre sentenze di-spongono che parte dalla data incui semplicemente si comincia amanifestare il vizio e non già dallaindividuazione del rapporto cau-sa-effetto. È consigliabile peròche l’acquirente denunci il vizioappena abbia il sospetto; di fattoegli non è tenuto a fare una de-nuncia analitica e precisa del di-fetto ma può limitarsi ad una de-nuncia generica che valga a met-tere sull’avviso il venditore, salvoprecisare in un secondo momentola natura e l’entità del vizio riscon-trato. Modalità di comunicazione delladenuncia: può essere effettuatacon qualsiasi mezzo idoneo di tra-smissione, anche via telefonica.Sarebbe opportuno però, che siaeffettuata attraverso mezzi che la-scino al denunciante la prova del-l’avvenuta comunicazione (racco-mandata, telegramma, fax, ecc.).

Effetti della garanziaIn precedenza abbiamo citato lepossibili azioni che il compratorepuò, a sua scelta, domandare alvenditore in caso di esistenza divizio nell’animale: azione redibito-ria oppure actio quanti minoris.Tuttavia il C.C. dispone che in ca-so di morte dell’animale portatoredi vizio redibitorio, per cause for-tuite o colpa del compratore noncollegate alla presenza del viziononché in caso che siano stati ef-fettuati atti di proprietà sul sogget-to (sterilizzazione, ecc.), che nonconsentono di restituire l’animalenelle stesse condizioni in cui sitrovava al momento della vendita,il compratore può soltanto chie-dere l’azione estimatoria; se inve-ce, la morte dell’animale è statauna conseguenza del vizio di cuiera affetto, il compratore ha dirittoalla risoluzione del contratto. Fermo restando quanto sopra, sideve aggiungere che sia nell’a-zione redibitoria sia nella quantiminoris il soccombente (acquiren-te o venditore) è tenuto all’obbligodi provvedere al pagamento dellespese e di eventuali danni anchese accertata la piena buona fede:“Nella vendita la garanzia per i vi-zi è dovuta per il fatto oggettivodella loro esistenza, indipenden-temente da ogni presupposto dicolpa del venditore” (Sent. Sez. IIdella Cassazione Civile n. 914 del15.02.1986).Inoltre, in tema di responsabilità

risarcitoria del venditore per i vizidella cosa l’acquirente, senza ri-vendicare la risoluzione del con-tratto, ha facoltà di chiedere sol-tanto che gli venga risarcito ildanno costituito dalle spese ne-cessarie per eliminare i vizi dell’a-nimale comprato nonché dei pos-sibili danni arrecati a causa dei vi-zi della cosa (ad esempio malattiacontagiosa trasmessa ad altri ani-mali).

B) Responsabilità del medicoveterinario nella visita dicompravendita di cavalli.Fermo restando la responsabilitàprofessionale del medico veteri-nario, allorquando la sua presta-zione è inferiore ai limiti della me-dia prudenza, diligenza e perizia(responsabilità penale e/o civile incui può incorrere qualsiasi profes-sionista sanitario nell’eserciziodella libera professione: danni ar-recati all’animale durante la visita,ecc.), possono esserci ulteriori re-sponsabilità del medico veterina-rio durante la visita di C-V del ca-vallo conseguenti: - all’identificazione dell’animale:

l’operato del sanitario non è dacontestare, il giudizio sul ca-vallo visitato è corretto però l’a-nimale sottoposto alla visita ve-terinaria non corrisponde aquello oggetto della compra-vendita.

- all’utilizzo che è stato dichiara-to da parte dell’acquirente

- all’ampiezza dell’approfondi-mento dell’esame clinico ri-chiesto.

La casistica che si riporta è la se-guente:Se un cittadino, pur sollecitandola professionalità di un medico ve-terinario per dare un giudizio disanità su un cavallo che vuole de-stinare al salto dovesse richiedereche il veterinario limiti la sua pre-stazione soltanto a determinatiesami, quest’ultimo, nei confrontidel richiedente, dovrebbe:- proporgli sempre la convenien-

za di effettuare una visita clini-ca completa dell’animale al fi-ne di valutare lo stato sanitario;

- se lo ritiene conveniente, con-sigliargli sull’opportunità di ef-fettuare altri esami comple-mentari, al fine di poter emette-re un giudizio consapevole esupportato da prove il più com-plete possibili (informandoloanche dei costi, necessità diconsenso del venditore, ecc.);

- informarlo sui limiti o vantaggiche possono derivare dellarealizzazione di una prova piut-tosto che un’altra.

Nel caso in cui il cliente, nono-stante tutto, decida di sottoporre ilcavallo soltanto ad una serie diesami, al sanitario rimane l’opzio-ne o di rifiutare l’incarico in quan-to ritiene che, a quelle condizioni,non gli sarà possibile emettere ungiudizio secondo scienza e co-scienza oppure accettare, facen-do però presente i limiti della dia-gnosi che verrà emessa. Nel rila-sciare il giudizio è importante la-sciare traccia di cosa è stato spe-cificamente richiesto al veterinario

di effettuare: “in base agli esamieffettuati così come richiestomidal cliente, ritengo che…”, “mi so-no limitato ad effettuare i seguentiesami o prove…così come richie-stomi espressamente dal clien-te...” “dal solo esame clinico sen-za supporto strumentale o esamidi laboratorio, così come richiestoe accordato con il cliente…”.

Se successivamente verrà a sco-prirsi, ad esempio, che il cavalloera sterile il veterinario non potràessere considerato responsabiledi tale mancata diagnosi se rie-sce a dimostrare che la richiestanon riguardava la capacità ripro-duttiva dell’animale.È conveniente tenere presenteche in caso di contestazione del-

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l’operato del medico veterinario,il perito del giudice e, cioè, il col-lega veterinario consulente tec-nico d’ufficio, nella valutazionedel comportamento del profes-sionista terrà conto innanzituttodi quali erano gli impegni assun-ti nei confronti del cliente, valu-terà come si sarebbe comporta-to lui stesso o un altro colleganella stessa situazione, sottopo-sto agli stessi limiti di prestazio-ne e verificherà se l’intervento è

stato effettuato seguendo i cano-ni tradizionali della medicina ve-terinaria. Sebbene normalmentenell’ambito della medicina l’og-getto del contratto non sia defini-to in tutti i suoi particolari, si ri-tiene che tutte le prestazioni, co-munemente accettate dallaprassi veterinaria, necessarieper raggiungere l’obbligazioneprincipale sono da considerareincluse nel contenuto del con-tratto.

ConclusioniDa quanto è stato illustrato risul-ta che, in ambito di compraven-dita di equidi, dal punto di vistamedico-legale è importante cheil veterinario durante la visita cli-nica dell’animale presti attenzio-ne ad aspetti non strettamentemedici e attui determinati accor-gimenti, differenziati a secondadella fase nella quale viene ri-chiesto l’intervento, non solo perle conseguenze e gli interessi,

anche economici, che dal suooperato possono derivare maanche per le responsabilità a cuipuò andare incontro. Non c’è dubbio che uno degliaspetti più importanti, prima diaccettare qualsiasi incarico, ri-guarda la chiarezza nel dialogocliente-medico veterinario poi-ché tale dialogo condiziona gliimpegni ai quali il professionistadeve attenere, ricordando chetra tali impegni rientra l’obbligo

di informare l’interessato sui limi-ti e rischi delle sue richieste. Puòessere determinante, in caso diulteriore contestazione dell’ope-rato del sanitario, dimostrarequali informazioni e/o consiglisono state forniti al cliente.Si ritiene che il medico veterina-rio che integra la sua prepara-zione scientifica con conoscen-ze medico-legali che gli per-mettono di informare e/o consi-gliare i clienti su i suoi doveri ediritti in atti di C-V di animali, ol-tre ad aumentare la sua profes-sionalità, che sicuramente verràapprezzata dal cliente, aiuti illegale a dare una corretta inter-pretazione della norma giuridi-ca, supportandola efficacemen-te con la conoscenza tecnica eprofessionale necessaria allor-quando l’oggetto della C-V è uncavallo, un animale, con le sueparticolarità.

BIBLIOGRAFIA“La sopportazione dei rischi nella

compravendita degli animali”,C.M. Bianchi e P. Canziani,Rassegna di Diritto, Legislazio-ne e Medicina Legale Veterina-ria, Anno V, n. 3.

“Problemi di medicina veterinarialegale nell’individuazione e va-lutazione dell’animale”, C.M.Bianchi e P. Canziani, Rasse-gna di Diritto, Legislazione eMedicina Legale Veterinaria,Anno V, n. 4.

“La gerarchia delle fonti riguardoalla garanzia nella vendita dianimali“,C.M. Bianchi e P. Can-ziani, Progresso Veterinario,Anno 1965.

“Le prestazioni della garanzia nel-la vendita di animali (nota I)”,C.M. Bianchi e P. Canziani,Rassegna di informazione eaggiornamento 1965, XIV, 273.

“Ulteriori note sulla garanzia nellavendita di animali (NotaIII)“,C.M. Bianchi e P. Canziani,Rassegna di informazione eaggiornamento 1965, XIV, 409

“Diritto privato”, Francesco Gal-gano, Edizioni Cedam - Pado-va -(1990).

“Commentario breve al CodiceCivile”, G. Cian, A. Trabucchi,CEDAM (1999).

“La garanzia nella compravenditadel cavallo sportivo e la visitaveterinaria”, M. Panichi e L.Tarditi, Professione Veterinaria,Anno 3, N. 4, Dicembre 1993.

“Diritto e Legislazione Veterinaria”Franco Pezza, UTET (Terzaedizione) 1997.

“Problemi inerenti alla garanzianei contratti di vendita deglianimali da compagnia”, GC.Ruffo, Professione Veterinaria,Anno 5, N. 3, sett. 1995.

“Problemi giuridici inerenti alla se-gnalazione di cecità notturnacongenita non progressiva(congenital stationary nightblindess - CSNB) nel cavalloAppaloosa in Italia”, G.C.Ruffo, L. Mertel, A. de Gresti,Atti del V Congresso NazionaleSIVE, Perugia, 6-8 febbraio1999. [cron. n. 686]

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P rimo week-end di no-vembre: al seminarioSCIVAC di Arenzano

non bastano le seggiole malgradole autostrade chiuse e riaperte adintermittenza per l’imprevisto mal-tempo. Borgarelli, Bussadori, Santil-li e Zatelli parlano di aggiornamentiin ecografia ad un’attenta plateache non lascia la sala se non per lepause del programma. Nello spazioespositivo gli ecografi si presentanoda protagonisti.A non più di una settimana, intervi-stato da Repubblica sulle nuovefrontiere dell’oncologia, il professorUmberto Veronesi, ex Ministro dellaSanità, dichiara che oggi la scienzamedica è interessata da tre rivolu-zioni: la rivoluzione genetico-mole-colare, la rivoluzione bioetica e la ri-voluzione delle immagini. Le nuoveimmagini diagnostiche consentonodi scoprire tumori di pochi millimetrie di innalzare la soglia della preci-sione diagnostica e del curabile.Ma ai sostenitori della tecnologia, sicontrappongono i seguaci dellescienze biomediche, per i quali “lamacchina” crea un diaframma tramedico e paziente. “La tecnologiaè fondamentale per progredire”, ri-batte deciso all’intervistatore l’exMinistro. Leggo le dichiarazioni di Veronesi aClaudio Bussadori, in SCIVAC aCremona per preparare materialedidattico, e scopro che in veterina-ria la questione assume risvolti pe-culiarmente diversi. Ne riparliamoqualche giorno dopo al telefono…

Esiste una rivoluzione delle im-magini anche in ambito veteri-nario?La rivoluzione delle immagini è si-curamente in corso anche in cam-po veterinario. La medicina ha su-perato la diagnostica “alla Murri”,il medico che guardava negli oc-chi il paziente e poi diagnostica-va. Questo, che una volta era de-finito “occhio clinico” , si basavasull’esperienza e l’intuito del me-dico nel cogliere i pochi segni cli-nici patognomonici di qualchemalattia. Questa diagnostica, af-fascinante quanto approssimati-va, oggi è per fortuna sostituita damolte metodiche strumentali.

Qual è lo strumento di questa ri-voluzione?In medicina veterinaria è stato l’e-cografo a rivoluzionare l’approc-cio, perché l’ecografia è più eco-nomica rispetto ad altre metodi-che come la scintigrafia o l’angio-grafia digitale. A favorire la diffu-sione dell’ecografia in MedicinaVeterinaria hanno contribuito: ilbasso costo d’esercizio e il vastocampo d’applicazione, internisti-co, chirurgico e cardiologico.La radiologia tradizionale, che èutilizzata da tutti i veterinari quoti-dianamente meriterebbe, una ri-scoperta. A mio parere questametodica spesso non è utilizzataal massimo delle sue possibilitàdiagnostiche. L’endoscopia inve-ce non è propriamente parte delsettore della diagnostica per im-magini, è uno strumento che ri-guarda il medico soprattutto incorso d’opera. Si ricorre a TAC e risonanza ma-gnetica anche in campo veterina-rio, ma sono metodiche con uncampo d’applicazione decisa-mente più ristretto, e richiedonoun’indicazione all’esecuzione benprecisa.

Alcuni quotidiani hanno dato ri-salto all’eco-intraoperatoria e al-la radiografia digitale diretta.Che applicazioni possono esser-ci in veterinaria?L’eco-intraoperatoria non è unametodica che ha tante applicazio-ni. Per il settore veterinario puòessere indicato, ad esempio, perla chirurgia delle neoplasie epati-che, perché possono essere loca-lizzate in un punto e non si vedo-no in superficie. In ambito veteri-nario è ancora aneddotica.IL nuovo sistema radiografico di-gitale è un sistema radiograficoche inizia a diffondersi e che ag-giunge sicuramente una maggiorpraticità e qualità d’immagineNon credo che sarà diffuso a bre-ve in Italia, per lo meno nel setto-re veterinario. Alla Facoltà di Vete-rinaria di Berna è in funzione giàda qualche anno.

Quanto sono diffusi gli strumen-ti della diagnostica per immagininella professione veterinaria?Ad un certo punto abbiamo assi-stito alla diffusione dell’ecografiain ambito veterinario. I primi appa-recchi sono apparsi intorno allametà degli anni Ottanta e ancoraoggi si stanno diffondendo moltis-simo. Il problema è che il primoapproccio è nato da un’esigenzapiù commerciale che professiona-le, indotta un po’ dal mercato e unpo’ da quei clienti viziati cheavendo incontrato nella loro espe-rienza la diagnostica per immagi-ni hanno iniziato a chiederla an-che per il loro animale, si creavatalvolta la situazione paradossaleper la quale la richiesta d’esecu-zione di quest’esame nasceva dalcliente e non dal veterinario cu-rante.Per cui l’ambulatorio più attrezzatopassava anche per quello scientifi-camente più aggiornato. C’è statauna corsa all’acquisto delle appa-recchiature ecografiche, unaquantità di apparecchiature usate,anche risultanti da rottamazioniospedaliere, o apparecchiature dibasso costo e bassa qualità chenon hanno fornito al veterinario ine-sperto un reale ausilio. E così mol-ti si sono ritrovati con un’apparec-chiatura di cui non conoscevano leindicazioni di utilizzo né di inter-pretazione delle immagini. C’è dacolmare un vuoto di conoscenza edi competenza.Sarebbe insomma consigliabileper non cadere in questi erroriche i Veterinari dedicassero primaun po’ di tempo allo studio di que-sta disciplina e alla conoscenzadelle caratteristiche tecniche diquesti apparecchi e conosceretutta l’offerta sul mercato e potervalutare bene prima di acquistareun’apparecchiatura.

Diagnostica

La rivoluzione delle immaginiConversando con Claudio Bussadori…

di Sabina Pizzamiglio

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EcografiaIntraoperatoria,

una guidarivelatrice

L a chirurgia sta comincian-do a servirsi dell’ecogra-

fia intraoperatoria per guarda-re all’interno del paziente incorso d’intervento. L’indagine,a ultrasuoni, si compie con unaspeciale sonda esploratrice ingrado di restituire immagini suuno schermo. In molti casi puòsostituire gli esami pre-opera-trori e dare risposte esatte sullalocalizzazione di tumori e sull’a-zione migliore che il chirurgopuò adottare.Il dottor Franco Rendano dellaclinica Sant’Anna di Caserta èstato tra i primi sostenitori in Ita-lia di questa tecnica che, utileanche nel corso di interventi“chiusi”, è stata adottata dalCollege Americano di Chirurgiaed inclusa fra le linee guida perla formazione chirurgica.

Fonte: Corriere Salute, 6 di-cembre 2001

Verso la radiografia digitale diretta

L a Philips Medical Systems ha presentato a dicembre a Milanonovità nella rilevazione dei raggi X, una innovazione tecnologica

in grado di rivoluzionare le modalità di svolgimento degli esami radio-grafici convenzionali: la radiografia digitale diretta.Si tratta di un nuovo detettore per la radiografia digitale diretta, un ri-velatore che converte i raggi X in immagini digitali visualizzate a moni-tor subito dopo l’esposizione. Non si dovrà più attendere lo sviluppodel film radiografico per sapere se l’esame è idoneo alla diagnosi per-ché l’immagine potrà essere immediatamente elaborata e memorizza-ta elettronicamente. Con molteplici altri vantaggi: sostituisce il film ra-diografico eliminando i tempi di sviluppo, di lettura o di cancellazione;le immagini digitali sono subito disponibili per la diagnosi e possonoessere memorizzate per l’archiviazione, trasmesse ad altri colleghi. Ilprimo esemplare del nuovo strumento è già operante presso l’univer-sità di Chieti.

Fonte: Il Sole 24 Ore, 14 dicembre 2001

Claudio Bussadori siè laureato in Medici-na Veterinaria nell’82,è Diplomato ECVIM-

CA (cardiology) e nell’ottobredel 2001 si è laureato in Medi-cina e Chirurgia.Ha tenuto corsi di Cardiologia,Ecografia ed Ecocardiografiapresso Università e istituzioniprivate Italiane e Straniere. È stato vice presidente del-l’E.C.V.I.M. dal 1993 al 1999. Attualmente è il direttore sanita-rio della Clinica Veterinaria G.Sasso a Milano, dove è consu-lente in cardiologia, medicinainterna ed ecografia per casi ri-feriti e dirige un programma re-sidenziale di cardiologia del-l’ECVIM. È past president dell’ESVC.

SVIDI SOCIETÀ VETERINARIA ITALIANA DI DIAGNOSTICA PER IMMAGINI

(EX GRUPPO DI STUDIO DI DIAGNOSTICA PER IMMAGINI)

Presidente: Massimo Vignoli - Tel. 051/6751232 - Fax 051/6751232Cell. 338/9164185 - e-mail: [email protected] Presidente: Luca BaracchiniSegretario: Paolo Ferrari

INCONTRI NEL 2002: 16-17 Febbraio, Veneto: Seminario“Diagnostica per immagini del torace e dell’addome”

21 Aprile, Cremona: Procedure radiografiche edultrasuonografiche nello studio dell’apparato urogenitale

3 Novembre, Cremona: Diagnostica per immagini nello studio difegato e pancreas

24 Novembre, Perugia

E la competenza è andata di paripasso con questa corsa all’ac-quisto?Come ho già detto, nessuno haavuto il tempo di adeguarsi a que-sta corsa e di prepararsi: il clientee il mercato hanno sentito questaesigenza prima del veterinario enoi stessi formatori, ci siamo tro-vati improvvisamente sommersidalle esigenze di conoscenzadella categoria. Oggi questo vuo-to si sta colmando abbastanza ra-pidamente anche perché l’offertaformativa, sia da parte dell’Uni-versità sia delle associazioniscientifiche ha fronteggiato beneil bisogno.

Anche sul fronte dell’eco-cardio-grafia?Per fornire una formazione eco-cardiografica attraverso i canalidell’educazione continua in Me-dicina Veterinaria era necessarioche prima si formasse la popola-zione Veterinaria alla quale que-st’informazione è diretta. Di fatto,per occuparsi di eocardiografia ènecessario prima avere adegua-te nozioni di cardiologia e di eco-grafia.Ora esistono in Italia molti Veteri-

nari con questi requisiti. Prossi-mamente proporremo anche inItalia, corsi e workshops pratici diecocardiografia come quelli cheabbiamo già tenuto in altri paesi,presto, uscirà un video di ecocar-diografia al quale seguirà un librodedicato solo a quest’argomento.

Il proprietario-cliente come per-cepisce la macchina? Sussisteanche in campo veterinario il ti-more che allontani dal paziente-animale?Dopo quasi vent’anni di professio-ne comincio a pensare che la par-te più difficile di questa sia il com-prendere le aspettative dei nostriclienti.Che comunque variano nel tem-po, in funzione dell’evoluzionedella società, trasmessi e dall’im-magine della categoria che è tra-smessa dai mass media e ancheda noi.A proposito della cosiddetta rivo-luzione delle immagini si è potutoassistere a diversi comportamentiche dovremmo anche analizzareproprio per capire il modo in cui èvista la figura del veterinari di pic-coli animali.Troppo spesso i nostri clienti sono

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abituati a pretendere da chiunquedi noi, magari anche dal turnistadi pronto soccorso per i loro ani-mali tutte le prestazioni speciali-stiche in tempi e modi che mai ot-terrebbero dal loro medico.Spesso inoltre si pretende che siaquest’esame ecografia TAC oRMN che sia a l’unica e definitivanel porre la diagnosi.Proprio come ho detto si soprav-valuta lo strumento in misura taleche per questi proprietari è lo

strumento che emette la diagnosi.La macchina è vista come l’ora-colo e il medico veterinario è sem-plicemente un tecnico che l’ac-cende, come sarà capitato di co-statare a molti colleghi alcuniclienti chiamano l’operatore cheesegue l’ecografia “l’ecografo”,questo lapsus oltre ad essere giu-stificato da una scusabilissimanon conoscenza della terminolo-gia tecnica ha a mio parere un va-lore Freudiano.

Il risultato di quest’approccio èche spesso, i nostri clienti tengo-no in maggior conto le radiografieo le stampe ecografiche che ac-compagnano il referto piuttostoche il parere dello specialista.Probabilmente costoro all’atto del-la fatturazione ritengono di paga-re il noleggio di un’apparecchio enon il parere di un professionista.Insomma i poveri veterinari offro-no ai loro clienti prestazioni sem-pre più sofisticate con tempi im-

pensabili in ambito medico pub-blico, a e costi ridicoli se confron-tati al settore medico privato, an-ce se i nostri corsi non sono di-versi da quelli medici. Tutto que-sto senza che sia riconosciutodall’opinione pubblica il caratterespeciale di questo servizio.Di queste mal interpretazioni peròsiamo un po’ colpevoli anche noi.Dovremmo dare ai nostri clientiun’immagine di noi più medica emeno sciamanica, intendo affer-

mare che così come per la lorocura i nostri clienti si affidano adun medico di fiducia il quale col-labora con degli specialisti, an-che per i veterinari esiste que-st’assetto professionale che nonsminuisce il ruolo di nessuno maanzi qualifica la categoria e do-vrebbe essere ben spiegato ainostri clienti.Il dover accontentare questi clien-ti a tutti i costi costringe molti Ve-terinari a improvvisarsi specialistiin tutte le discipline più trovando-si poi a dover trascurare l’ap-profondimento e l’aggiornamentodi quelle di base. Ad esempio nonsfruttiamo a sufficienza la radiolo-gia e magari si prescrivono eco-grafie o TAC senza un indicazioneprecisa. Probabilmente debbono esseremeglio definiti tra noi i ruoli e i rap-porti tra specialisti e generici equindi dare ai clienti e alla comu-nità un’immagine ben “curata”della nostra professione.

Esiste anche per il medico il ri-schio di affidarsi troppo allamacchina, a scapito magari delleproprie conoscenze cliniche?Il problema del clinico è fonda-mentale. Non esiste la macchinache fa la diagnosi per noi e perfortuna, dico io, altrimenti i pro-prietari ci avrebbero già sostituiticon una macchina a gettone faida te. La macchina che sopperi-sce alle competenze cliniche for-tunatamente non esiste A guidare il processo diagnosticodeve essere sempre il veterinariocurante il quale in base ai dati cli-nici deve dare le indicazioni adeseguire una procedura diagno-stica piuttosto che un’altra e conlo specialista di sua scelta devetirare le conclusioni.Per fare questo è importante chetutti i veterinari generici o specia-listi, di qualsiasi specialità, do-vrebbero conoscere le indicazioniad eseguire un esame diagnosti-co piuttosto di un altro a secondadei sospetti diagnostici. ■

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Diagnostica per immaginidel torace e dell’addome

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Info: 0372-403506Corso di radiologia

addominale17-20 aprile 2002

Corso di ecografia26-28 giugno 2002

Congresso SCIVAC - Perugia info: 0372-403508

Approccio diagnosticostrumentale agli apparatirespiratorio, digerente e

genito-urinario25-27 ottobre 2002

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PROFESSIONE VETERINARIA 12/2001 13

I l pronto soccorso, inteso co-me una struttura sanitariadove si assistono i pazienti

acuti, nasce dal fabbisogno diavere un centro in cui i pazientivengono curati in qualunque oradel giorno e della notte oppurequando sono affetti da un proces-so morboso grave che richiedecure particolarmente complesse.Durante gli anni ottanta, negli Sta-ti Uniti ci si accorse che tale ne-cessità era un problema ancheper i medici veterinari, perciò nel1974 fondarono la prima societàche intendeva promuovere i pro-gressi scientifici ed elevare glistandards in ambito della medici-na d’urgenza e della terapia in-tensiva. La medesima societàaveva anche lo scopo di formaredei medici veterinari con una pre-parazione specialistica in questedue discipline. La ragione di ciòrisiedeva nel fatto che i pazienti ri-cevuti in un pronto soccorso do-vevano essere stabilizzati e le lorofunzioni vitali sostenute (terapiaintensiva) fino a che non potevanoessere dimessi ed assistiti dalmedico veterinario curante. In se-guito sorsero molti centri specia-lizzati in grado di accogliere queipazienti “scomodi” perché arriva-vano nel cuore della notte o du-rante i fine settimana. Questoavrebbe permesso alla maggiorparte dei medici veterinari dispendere il loro tempo libero svin-colati dagli impegni lavorativi,perciò tali medici divennero utiliagli altri colleghi e le due discipli-ne acquisirono un largo consensoda parte della comunità scientifi-ca. I medici che lavorano in pron-to soccorso, devono avere, oltre adelle conoscenze specialistiche,anche un approccio al pazientediverso da quello classico dellamedicina generale. Ogni voltache si riceve un paziente acuto sideve infatti avere un alto indice disospetto ed è necessario monito-rizzarlo per anticiparne le compli-cazioni. Per questo motivo la so-cietà americana (Veterinary Emer-gency and Critical Care Society)creò la specializzazione in medi-cina d’urgenza e terapia intensi-va, in modo che tali specialistifossero in grado di fornire la tera-pia di sostegno delle funzioni vita-li (terapia intensiva) e le prime te-rapie necessarie ai pazienti acuti(medicina d’urgenza). Ora anchein Europa, il sottoscritto insiemead altri cinque colleghi (scelti dauna commissione presieduta dalProf. Yves Moens della società dianestesia europea) stiamo perfondare una società con gli stessifini di quella statunitense. In occa-sione del congresso “Voorjarsda-gen”, che si svolgerà ad Amster-dam il 27 aprile 2002, si terrà lafondazione ufficiale e la presenta-

zione alla comunità scientifica del-la futura società europea (Euro-pean Veterinary Emergency andCritical Care Society) di emergen-ze e cure intensive veterinarie. An-che in Italia però non siamo rima-sti a guardare, infatti all’interno delgruppo di studio di anestesia, ria-nimazione, terapia del dolore emedicina d’urgenza ci siamopreoccupati di migliorare le nostrecognizioni in materia e nel 2002nascerà la società italiana che sioccuperà di promuovere le cono-scenze scientifiche in queste duebranche della medicina.Uno dei problemi principali di unpronto soccorso è fornire un’assi-stenza con standard qualitativielevati. Per poterla assicurare ènecessario dapprima stabilire irequisiti minimi di tali strutture edall’uopo ci stiamo adoperandoper creare quelli italiani. Saràperciò necessario distinguere glistandards per le strutture aventiun pronto soccorso, inteso comereperibilità notturna e festiva, equelle operanti 24 ore. Entrambequeste strutture dovranno tenerconto di due fattori fondamentaliper dispensare le cure: la velo-cità e la qualità del servizio svol-to. Questi elementi sono i mag-giori responsabili delle complica-zioni, della morte o dell’eutanasiadel paziente. La velocità è deter-minata dalla possibilità di dispor-re dell’attrezzatura adatta, di per-sonale ben addestrato e di proto-colli terapeutici collaudati. Laqualità dipende prevalentementedalla capacità di organizzare tut-to quello che concerne la struttu-ra e dal personale che vi lavora.Per migliorare la preparazionedei medici che operano in talistrutture, in Italia la Scivac ha isti-tuito un corso articolato nelle va-rie discipline della medicina d’ur-genza. Tali corsi, complessi nellaloro realizzazione perché interes-sano “trasversalmente” le variebranche della medicina, hanno loscopo di fornire le basi per uncorretto approccio alla materia.

Naturalmente in otto o nove gior-ni non è possibile formare unospecialista, ma è possibile fornirela cultura necessaria per un cor-retto approccio alla materia edapprendere come gestire un pa-ziente critico in pronto soccorso.L’ideale sarebbe istituire unascuola di specializzazione euro-pea riguardante le due discipli-ne, come quella esistente negliStati Uniti, ma allo stato attualeper poterla ottenere, il metodomigliore, è quello di spendere al-meno tre anni consecutivi in unodei centri riconosciuti idonei adaccogliere gli interni che debbo-no svolgere il tirocinio. In futurosono convinto che riusciremo adottenere una specializzazione inqueste discipline anche nel no-stro continente. Per ora possiamopreoccuparci di proporre allestrutture veterinarie, che intendo-no disporre di un servizio di pron-to soccorso 24 ore, di un elencodi requisiti consigliati e promuo-vere le conoscenze attraversocorsi, seminari e congressi. Unodei fattori determinanti l’evoluzio-ne della medicina credo sia lapossibilità di avere un confronto

costante con colleghi che lavora-no nello stesso ambito per discu-tere le proprie opinioni, scam-biarsi le informazioni e collabora-re nella ricerca di nuove soluzio-ni. Questo problema è particolar-mente sentito in Italia, perchénon è facile reperire le attrezzatu-re ed i farmaci necessari persvolgere una pratica più ospeda-liera che ambulatoriale. Molti pro-blemi da risolvere nascono dalfatto che la maggior parte delleattrezzature e dei farmaci utiliz-zati sono commercializzati per gliospedali “umani”, così spessomolte strutture non possono di-sporre dell’armamentario neces-sario per il semplice motivo chenon si sa a chi rivolgersi per ac-quistarli. Uno degli scopi dellasocietà italiana sarà anche quellodi facilitare lo scambio di infor-mazioni circa la reperibilità di tut-

Il pronto soccorso, una emergenzaanche in Italia?

di Fabio Viganò

EVECCS. European VeterinaryEmergency and Critical CareSociety.

to quello che è necessario ad unpronto soccorso.La medicina d’urgenza e la terapiaintensiva sono due branche dellamedicina che hanno subito un pro-gresso scientifico notevole negli ul-timi anni, basti pensare che fino al1992 esistevano soltanto due testidi medicina veterinaria pubblicatiche le riguardavano. Poi, grazieanche alla spinta del mercato, ci siè resi conto che la comunità scien-tifica che si occupava di queste ar-gomentazioni cresceva sia quanti-tativamente che qualitativamente,così di pari passo, cresceva anchela possibilità di offrire terapie sem-pre più adeguate ed efficaci chehanno migliorato la qualità della vi-ta dei colleghi, dando loro più li-bertà, ma soprattutto la qualità del-la vita dei nostri pazienti, assicu-rando loro un’assistenza continuaed intensiva. ■

L ’ A P P R O F O N D I M E N T O

In occasione del congresso Voorjarsdagen 2002 ad Amsterdam, il gior-no 27 Aprile sarà interamente dedicato al pronto soccorso ed alla tera-pia intensiva. Durante tale incontro verrà presentata ufficialmente allacomunità scientifica, la società europea di pronto soccorso e terapia in-tensiva, inoltre sarà possibile assistere a relazioni presentate daspeakers europei e statunitensi. Per informazioni visitare il sitohttp://www.eveccs.orgVi aspettiamo numerosi, anche per poter collaborare in futuro all’inter-no delle attività svolte dalla società. Fabio Vigano’ Via Roma, 54 20010San Giorgio su Legnano (MI) Email: [email protected]

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I sottoscrittori del FondoSanitario ANMVI hannogià ricevuto la modulistica

personalizzata per il rinnovo dellecoperture in atto o per il passag-gio ad una opzione superiore.Professione Veterinaria la ripropo-ne, in allegato a questo numero,soprattutto per coloro che posso-no e vogliono iscriversi al Fondoper la prima volta. Un prospetto dettagliato presentale condizioni di sottoscrizione re-lative alle tre opzioni: minima, me-dia e massima.Sotto forma di questionario, tro-vate le informazioni relative allecondizioni di sottoscrizione, lemodalità gestionali ed operative, ivantaggi e le caratteristiche deipiani di copertura.

I massimali Per il 2002, i massimali e alcunicapitoli di copertura di tutte le op-zioni sono stati innalzati. Perquanto riguarda l’opzione minima,sono aumentati i massimali deigrandi interventi chirurgici, men-tre le opzioni media e massimahanno avuto rialzi di copertura an-che per i casi di ricovero e di visi-te specialistiche e sono state in-trodotte nuove voci per le extra-ospedaliere. Sono infine state au-mentate le coperture per le curedentarie, che costituiscono unadelle differenze più motivanti per isoci che hanno già scelto di ade-rire all’opzione massima o che vipasseranno dal 2002.

Le quoteIl valore delle opzioni sopportaaumenti legati a spinte inflazioni-stiche e congiunture di mercatonon imputabili all’andamento delFondo Sanitario. Malgrado questiaumenti, possiamo affermare chele condizioni di copertura propo-ste dal Fondo Sanitario erano econtinuano ad essere le più com-petitive sul mercato. Solo un Fon-do di Categoria ha la forza di con-tenere il rialzo dei costi assicurati-vi per rimborsare spese sanitariesostenute in tutto il mondo, a be-neficio di un nucleo familiare sen-za vincoli di numero né di età esenza preventive indagini anam-nestiche né periodici controlli sa-nitari.

I rimborsi A fine 2001, il Fondo SanitarioANMVI aveva liquidato rimborsiper lire 279.000.000, principal-mente a favore dei sottoscrittori diopzione media e massima. Per lanatura delle sue coperture, infatti,l’opzione minima si conferma indi-cata per i Soci che intendono as-sicurarsi solo nei confronti di si-tuazioni di eccezionale rischio sa-nitario o che intendono riservarsila possibilità di rinviare la scelta diopzioni superiori.

Le modalità di pagamentoDa giugno del 2001 è stata gra-dualmente sostituita la domicilia-zione bancaria (RID) con il ver-samento in cc postale. Dal 2002affiancheremo al pagamento inposta, la possibilità di eseguireun bonifico bancario, eliminandocompletamente il vincolo della

PROFESSIONE VETERINARIA 12/200114A T T U A L I T ÀA . N . M . V . I . I N F O R M A

Entro il 31 gennaio le adesioni al programma 2002

Le coperture del Fondo Sanitario ANMVI nel 2002Modalità e termini di adesione per chi è già socio e per chi vuole diventarlo

LE OPZIONI DEL 2002

NUCLEO FAMILIARE GARANTITO Tutti i familiari come da definizione prevista dalle Norme Generali

OPZIONE MINIMA GRANDI INTERVENTI CHIRURGICI Massimale Euro 180.760COSTO ANNO NUCLEO € 115 (invariate le voci rientranti in questo capitolo)

INDENNITÀ SOSTITUTIVA Massimale Euro 100 per ogni giornodi ricovero con il massimo di 120 gg.

COPERTURE OPZIONE MEDIA OPZIONE MASSIMA

A) RICOVERI CON O SENZA Euro 154.940 Euro 154.940INTERVENTO CHIRURGICO In questa voce rientrano: In questa voce rientrano:

Rette di degenza senza limiti di spesa. Rette di degenza senza limiti di spesa.- Accertamenti diagnostici effettuati fino a 120 gg - Accertamenti diagnostici effettuati fino a 120 gg

prima del ricovero e accertamenti e cure prima del ricovero e accertamenti e cureeffettuate nei 120 gg successivi al ricovero. effettuate nei 120 gg successivi al ricovero.

- Interventi chirurgici ambulatoriali. - Interventi chirurgici ambulatoriali.- Vitto e pernottamento in istituto di cura o in - Vitto e pernottamento in istituto di cura o instruttura alberghiera per un accompagnatore struttura alberghiera per un accompagnatore

Euro 52 al giorno max 30 gg. Euro 52 al giorno max 30 gg.- Trasporto all’istituto di cura anche all’estero - Trasporto all’istituto di cura anche all’estero

max Euro 1.550 max Euro 1.550- Prelievo di organi o parte di essi - Prelievo di organi o parte di essi

(compreso il ricovero relativo al donatore, (compreso il ricovero relativo al donatore,accertamenti diagnostici, assistenza medica) accertamenti diagnostici, assistenza medica)

- Rimborso spese di rimpatrio della salma - Rimborso spese di rimpatrio della salmain caso di decesso all’estero in caso di decesso all’estero

sino ad un massimo di Euro 765 sino ad un massimo di Euro 765- Pagamento diretto nelle strutture convenzionate - Pagamento diretto nelle strutture convenzionate

- Prestazioni in regime di Day Hospital - Prestazioni in regime di Day Hospital

PROTESI ORTOPEDICHE Euro 1.035 Euro 1.035La garanzia è prestata con franchigia La garanzia è prestata con franchigia

Euro 26 per evento Euro 26 per evento

INDENNITÀ SOSTITUTIVA Con o senza intervento chirurgico Euro 100 Con o senza intervento chirurgico Euro 100GIORNALIERA max 120 gg. max 120 gg.

B) GRANDI INTERVENTI Euro 258.230 Euro 258.230CHIRURGICI

C) EXTRAOSPEDALIERE Euro 4.135 Euro 7.750Agopuntura (se effettuata da Questo massimale è relativo unicamente Questo massimale è relativo unicamente

medico), Amniocentesi, all’evento non legato a ricovero, di conseguenza all’evento non legato a ricovero, di conseguenzaAngiografia, Arteriografia, tutti gli eventi connessi con il ricovero rientrano tutti gli eventi connessi con il ricovero rientrano

Cistografia, Coronarografia, nel massimale di spesa previsto al punto A). nel massimale di spesa previsto al punto A).Chemioterapia, Cobaltoterapia,

Diagnostica radiologica, - Scoperto per evento 10% minimo € 13. - Scoperto per evento 10% minimo € 13.Dialisi, Doppler, Ecografia,

Elettrocardiografia, Laserterapia, - Tickets esclusi - Tickets esclusiMOC, Risonanza magneticanucleare, Scintigrafia, TAC,

Telecuore, Endoscopia (tutti gliesami di tipo invasivo), Urografia

D) PARTO NON CESAREO Rette di degenza col limite massimo Rette di degenza col limite massimodi Euro 100 al giorno di Euro 100 al giorno

Onorari medici, accertamenti diagnostici, cure, Onorari medici, accertamenti diagnostici, cure,medicinali, esami riguardanti il periodo di ricovero medicinali, esami riguardanti il periodo di ricovero

anche per il neonato. anche per il neonato.

E) VISITE SPECIALISTICHE Euro 1.035 Euro 2.585Quali: analisi, visite, esami Scoperto per evento: 20% minimo Euro 52 Scoperto 20% minimo Euro 52

diagnostici e di laboratorio senon rientranti nei capitoli di spesa

di cui ai punti A) e C)

F) CURE DENTARIE Euro 1.550Scoperto 20% minimo Euro 52

SERVIZIO FILO DIRETTO Centrale operativa 24h su 24h Centrale operativa 24h su 24h

COSTO ANNUO NUCLEO € 940 (L. 820.094) € 1460 (L. 2.826.954)

1152, 3430: I NUMERI DEL FONDO:Sottoscrittori dal 01/01/2001 Sottoscrittori dal 01/07/2001Minima Annuale 711 Minima Finestra 199Media Annuale 134 Media Finestra 41Massima Annuale 51 Massima Finestra 16

TOTALE 896 TOTALE 256

TOTALE ADESIONI: 1152 NUCLEI FAMILIARI CORRISPONDENTI A 3430 PERSONE

Page 15: Professione Veterinaria, Anno 2001, Nr 12

domiciliazione bancaria. Oltread essere stato espressamenterichiesto da numerosi sottoscrit-tori, il RID è stato stralciato dalConsiglio di Amministrazione delFondo (ex art. 4 dello Statuto)per ragioni di convenienza orga-nizzativa e amministrativa.

LE DOMANDE DICHI È GIÀ SOCIO

Ho ricevuto la modulistica per-sonalizzata per versare la quo-ta del 2002. Il valore è espres-so in Euro, ma il bollettino po-stale è in lire? Come mi devocomportare?Al momento della spedizionedella modulistica le poste nonavevano ancora stampato i bol-lettini in euro. Potete richiederlida gennaio allo sportello postaledi vostro riferimento se voletepagare in euro. Se invece voletepagare in lire è possibile farlo fi-no al 28 febbraio 2002 utilizzan-do i bollettini forniti.

Perché è stato revocato ilRID?Inizialmente, la domiciliazionebancaria era sembrata il mezzopiù comodo per far versare le

quote del Fondo Sanitario, conparticolare riferimento a quellepiù elevate. Tuttavia nel corsodel 2001 il RID non si è rivelato ilmetodo di pagamento più ido-neo né il più gradito: la domici-liazione prevede un controllo co-stante sui tracciati numerici cheviaggiano per via elettronica, inmancanza del quale gli addebitisono fortemente a rischio di in-solvenza tecnica; inoltre, moltisottoscrittori hanno chiesto for-me di pagamento alternative,per avere la gestione diretta delpagamento, gradualmente intro-dotte con il versamento in cc po-stale già a metà del 2002.Trattandosi di un versamento an-nuale, riteniamo che questa mo-dalità unita al bonifico possamaggiormente soddisfare le esi-genze del Fondo e dei suoi sot-toscrittori.

Come si giustificano gli au-menti delle quote?Chi ha partecipato all’Assem-blea dei Soci del Fondo SanitarioANMVI ha potuto chiarirsi meglioil ruolo del Fondo Sanitario all’in-terno di Assidim Assistenza (lacompagnia presso la quale ilFondo è a sua volta assicurato eche liquida i rimborsi dei sotto-scrittori) e di Marsh spa, il brokera cui il Fondo si è rivolto per l’in-termediazione con Assidim. Ilcontesto finanziario in cui è inse-rito il Fondo ha subito aumentigenerali che non si registravanoda qualche anno. Malgrado le ri-mostranze del CdA del Fondonel corso di numerosi incontricon Marsh, e testimoniate in cor-so di Assemblea, non è statopossibile evitare l’applicazionedi questi aumenti al Fondo, mal-grado esista solo da un anno.

C’è ancora la convenienza del-l’anno scorso?Certamente. Possiamo garantireche le condizioni assicurativeproposte ai nostri soci sono an-cora le migliori sul mercato,comprendono prestazioni ampiee massimali elevati. Il Fondo hala sola forza dei suoi sottoscritto-ri: non è ancora in grado di es-sere autonomo (ma conta di es-serlo in futuro) e tuttavia è grazieai suoi numeri e ad un potenzia-le di sottoscrizioni ancora piùelevato che può accedere allecondizioni praticate da Assidim.Individualmente, nessuno di noipotrebbe garantire al proprio nu-cleo familiare simili prestazioni.Abbiamo più volte precisato chele caratteristiche del Fondo nonsono quelle di una polizza assi-curativa (non ci sono visite néperiodici controlli sanitari, nonc’è un limite di età, non c’è limitemassimo alla composizione delnucleo familiare, non ci sonoesclusioni per eccesso di ri-schio). Il Fondo parte da un con-cetto di solidarietà fra apparte-nenti alla stessa Categoria e di-versamente da una qualsiasicompagnia assicurativa non favalutazioni economiche.

PROFESSIONE VETERINARIA 12/2001 15A T T U A L I T ÀA . N . M . V . I . I N F O R M A

LE DOMANDE DI CHI NON È ANCORASOCIO E VUOLE DIVENTARLO

Non sono iscritto al Fondo Sanitario ANMVI. Posso farlo nel corsodel 2002?Sì, ma solo ad una condizione: se fai nel 2002 la tua prima iscrizionead una delle Associazioni Federate ANMVI hai la facoltà di entrare a farparte del Fondo Sanitario ANMVI prima della riapertura generale dellesottoscrizioni, prevista a fine 2003. È un accorgimento inizialmente pensato per i neolaureati che si affac-ciano ex novo alla professione, ma che viene esteso a tutti i Colleghiche non hanno mai aderito in passato a nessuna delle Associazioni Fe-derate ANMVI e che reputassero opportuno farlo dal 2002.

Quali sono le modalità di prima iscrizione al Fondo?Nel corso del 2002, entro un mese dalla data di prima iscrizione ad unaAssociazione Federata ANMVI, si può inviare domanda di adesione alFondo. Se a seguito della prima iscrizione all’Associazione invii domanda alFondo:

entro il 31 gennaio 2002la decorrenza delle coperture sarà annuale (01/01/2002-31/12/2002);

dopo il 31 gennaio 2002 e non oltre il 30 giugno 2002la decorrenza delle coperture sarà semestrale (01/07/2002 -31/12/2002), pertanto hai diritto al pagamento della quota semestrale.

dopo il 30 giugno 2002 e non oltre il 31 gennaio 2003la decorrenza delle coperture sarà annuale (01/01/2003-31/12/2003)

Quali moduli si devono utilizzare per iscriversi ex-novo al FondoSanitario?

In allegato a Professione Veterinaria 12/2001 e al Progresso Veterinariodi gennaio 2002 trovi i moduli e l’informativa di base riferiti al 2002. Puoisempre richiederli alla segreteria del Fondo Sanitario ANMVI oppurescaricarli in rete a http://www.anmvi.it

Quali sono le Associazioni Federate ANMVI?

L’ANMVI Associazione Nazionale Medici Veterinari Italiani riunisce 14Associazioni, di cui quattro nazionali SCIVAC SIVAE SIVAR SIVE, quat-tro regionali ALIVELP AVULP ASVAC SOVEP, quattro provinciali AM-VETPA, APVAC, CVB, CVM e due nazionali del settore equino AIVE eANVU. Puoi rivolgerti alle rispettive segreterie o prendere contatti tra-mite i link possibili dal sito http://www.anmvi.it

Sono stato rimborsato, ma inritardo sui tempi previsti. Per-ché?A tutti i soci che hanno inviato ri-chiesta di rimborso abbiamo in-viato un questionario per monito-rare i tempi degli uffici prepostialle liquidazioni. Ci siamo accor-ti di un ritardo sui 45 gg dichia-rati inizialmente e per questo ab-

biamo chiesto in forma anonimaai nostri sottoscrittori di aiutarci aquantificare i ritardi e a correg-gere la tempistica. Dati alla ma-no abbiamo potuto sollecitareuna maggiore tempestività, cheabbiamo visto ristabilirsi dopol’estate, quando sono per altroaumentate le domande di rim-borso inviate. ■

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I n esclusiva per l’ANMVI, Sicu-ramente s.r.l. (Bernese

Assicurazioni-Gruppo Allianz) ha cu-rato la realizzazione di una polizza diresponsabilità civile professionale, in

favore di tutti gli iscritti alle Associa-zioni Federate all’ANMVI.

Aumentano i contenziosi con i clientiSono sempre più numerose le do-

mande rivolte al servizio di consulen-za legale dell’ANMVI aventi per og-getto contestazioni, richieste di risar-cimento o denunce da parte dei pro-prietari-clienti. Le ragioni che posso-

no spiegare questo crescente feno-meno vanno ricercate in molteplicifattori culturali e professionali. 1) I proprietari stanno assumendo unatteggiamento di maggior responsa-

bilità verso il proprio animale sia perragioni affettive, sia per una diffusacoscienza animalista che li porta adinvestire di più nella salute del proprioanimale e ad esigere nel contempomaggior professionalità da parte delveterinario. 2) I clienti hanno sviluppato una mag-gior consapevolezza del loro ruolo di“utenti” o “consumatori” con conse-guente presa di coscienza dei dirittiche possono far valere nei confrontidel professionista. 3) Si è registrata una crescita espo-nenziale di richieste di risarcimentinel campo della medicina umana,spesso per cifre miliardarie, chehanno indotto i proprietari a ritenereche le stesse rivendicazioni possanoessere applicate al settore sanitarioveterinario.4) Nonostante per la legislazione ita-liana l’animale sia ancora consideratouna “cosa” e quindi il suo valore siaeclusivamente quello di mercato (unanimale trovato o preso al canile nonha quindi alcun valore), la tendenza èquella di superare un concetto tantoobsoleto, riconoscendo all’animaleun valore che non corriponde solo aquello economico, di mercato.

Superamento dei rischieconomico-professionali L’evolversi di questa situazione puòportare il veterinario di fronte a situa-zioni particolarmente gravi sia in ter-mini economici che di professionalità. Per fronteggiare questa situazione èessenziale che la professione vengaesercitata sempre con estrema pro-fessionalità per essere in grado inqualsiasi momento di dimostrare lacorrettezza del nostro comportamen-to. Le vie che ci permettono di arriva-re a questo sono sostanzialmentedue: un aggiornamento scientifico-professionale costante e l’applicazio-ne di procedure codificate nell’ambi-to delle buone pratiche veterinarie. Dovremo essere sempre in grado didimostrare di avere un’adeguata pre-parazione scientifica (specializzazioni,corsi, seminari, ecc.) e di esercitaresecondo pratiche riconosciute e re-golamentate (buone pratiche).

Perché una polizza RC Certo questa è la situazione a cuidobbiamo aspirare, ma purtropposappiamo tutti di non essere infallibilie inattaccabili. Dopo mesi di indagini nel mercatoassicurativo e lunghe trattative,l’ANMVI è in grado di dare una solu-zione e di offrire ai Colleghi la possibi-lità di stipulare una convenzione conuna importante compagnia interna-zionale, la Bernese s.r.l. del GruppoAllianz che, tramite la sua agenzia Si-curamente s.r.l. di Milano, offre unapolizza di Responsabilità Civile Pro-fessionale, con ottime coperture, acosti contenuti. Potrà essere utilizzata come unicacopertura assicurativa o come com-plemento a polizze già in essere.

Quali condizioni ecaratteristiche?Le caratteristiche di questa polizzanascono dall’esperienza di molti col-leghi che ci hanno dato i loro sugge-rimenti e dall’intervento diretto del-l’ANMVI. Il costo è molto contenuto non soloper le lunghe trattative avviate convarie compagnie assicurative ma an-che perché l’ANMVI stessa ha garan-tito il raggiungimento di un numeromolto elevato di polizze sottoscritte,

PROFESSIONE VETERINARIA 12/200116A . N . M . V . I . I N F O R M A

Definite le condizioni della polizza RC

Responsabilità Civile Professionale: un problema sempre più grave

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Farmaci non registrati per l’uso sui caniFarmaci come le prostaglandine (le usiamo per aborti o trattamenti piometre) oossitocina, che non sono registrati per l’uso sui cani, vanno messi in carico sulregistro? Certamente vanno presi in carico questi medicinali, acquistati con ricetta in tri-plice copia per scorte, conservando semplicemente la documentazione d’ac-quisto in un’apposita cartella, mentre per lo scarico, si dovrà registrare su unregistro la quantità, il giorno e gli estremi dell’animale e del proprietario SOLOnel caso si tratti di animali destinati o potenzialmente destinati alla produzionedi alimenti per l’uomo (es.: conigli).

Farmaci regalatiUn cliente vorrebbe regalarmi i farmaci che usava per il suo vecchio cane che ho soppresso : che fare?Nessuna norma vigente prende in considerazione una donazione di medicina-li al veterinario da parte di un cliente, pertanto ogni analisi si fonda su dei ra-gionamenti, ma non su delle norme scritte. Non possono senza dubbio essereassimilati alle rimanenze previste dall’art.16 perché queste si riferiscono a me-dicinali avanzati, prescritti ad un proprietario di animali e che lo stesso pro-prietario può riutilizzare su indicazioni del veterinario per trattare altri suoi ani-mali. Questo con chiaro riferimento alla realtà zootecnica da cui poi era natal’esigenza di normare queste rimanenze negli allevamenti, che invece veniva-no prima considerate scorte abusive. Nel nostro caso sono medicinali acquisi-ti, anche se in modo gratuito, per poter essere utilizzati su animali di altri pro-prietari e quindi a tutti gli effetti vanno a far parte delle scorte della struttura.Per questo a mio avviso vanno caricati in qualche modo, per giustificarne lapresenza in ambulatorio, come ad esempio conservando la ricetta originalecon annotate le motivazioni per cui i medicinali erano stati offerti.

Terapia del dolore e registrazione semplificataTenendo un registro di carico e scarico non vidimato per il solo fentanest, quan-do scarico devo numerare lo scarico ed indicare la quantità esatta. Devo indi-care solo specie e motivazione clinica o anche nome cognome ed indirizzo delproprietario?Nello scarico per paziente si intende la specie animale, possibilmente anche larazza, il proprietario ed il suo indirizzo e, anche se non specificato nella legge,il motivo dell’impiego (intervento, medicazione, analgesia, indagine diagnosti-ca ecc.). Diciamo come per il registro normale degli stupefacenti, solo che nondeve essere vidimato.

in modo da poter ridurre e ripartire ilrischio procapite sostenuto dallacompagnia. Le richieste di rimborso saranno mo-nitorate direttamente dall’ANMVI perpoter valutare l’evolversi della situa-zione, le tipologie di richieste da par-te dei clienti, le caratteristiche dellecontestazioni e per poter avere unpanorama ampio e preciso della pro-fessione, in vista di una sua matura-zione. Dietro il corrispettivo di un pre-mio annuo di 42 euro è possibile as-sicurare un capitale idoneo a copriretutte le evenienze, scegliendo fra duecombinazioni:1) un massimale di 181.000 euro peranno e per sinistro2) un massimale di 259.000 euro peranno con un massimo per sinistro di51.700 euro. Le garanzie sono complete anchedella gestione, a nome dell’assicura-to, delle vertenze di danno e delle re-lative spese legali, tanto in sede stra-giudiziale che giudiziale, sia civile chepenale. Per aderire alla convenzionegli interessati riceveranno nei prossimigiorni la documentazione dettagliatadelle condizioni assicurative.

La convenzione è già operativa edè presente al sito:http://www.sicuramente.it/intro_rc-anmvi.asp

SoftwareAntivirus per leliste telematicheANMVI

D opo alcuni giorni di provetecniche, l'ANMVI ha

attivato oggi per tutte le liste tele-matiche di sua gestione ([email protected] e forum scientifici di

SCIVAC, SIVAE, SIVAR e SIVE) ilpreannunciato server di posta elet-tronica, dotato di un dispositivo dimonitoraggio antivirus costante eglobale (allegati, testi, macro). Questo sistema, innovativo e d’a-vanguardia, garantisce il più altogrado di protezione attualmente di-sponibile.In questo modo le aree telematichedestinate alla discussione profes-sionale e scientifica si configuranocome aree immuni da virus, ma nonimmunizzanti: il sistema infatti nonpuò tecnicamente agire sulle singo-le utenze, pertanto l’ANMVI ribadi-sce la necessità di cautelarsi do-tando il proprio computer di unaprotezione antivirus. In altre parole,eventuali virus riscontrati in futurodalle singole utenze non sarannoimputabili alla partecipazione alle li-ste. L'investimento economico af-frontato dall'ANMVI si giustifica conl'intento di incoraggiare e rendere ilpiù possibile sicuri strumenti pro-fessionali di indiscutibile utilità quo-tidiana quali le liste telematiche.

Come funziona il sistemaL'antivirus, aggiornato ogni 4 ore,scarica le impronte virali diretta-mente all'origine (casa madre).Tutte le email inviate alla mailing listvengono controllate dall'antivirus ese quest'ultimo rileva la presenza diun virus il messaggio non raggiun-ge le liste e il mittente "infetto" rice-ve un avviso. Si è scelto di non in-viare in lista l'email, una volta ripuli-ta, perché molti virus allegano do-cumenti riservati e personali, prele-vati dal computer "infetto", che po-trebbero diventare di dominio pub-blico ad insaputa del mittente.

Enrico FebboResponsabile Servizi

Telematici ANMVI

GEAM s.r.l.:

nuovaconvenzione

L a ditta è disponibile ad effet-tuare il servizio alle condizioni

sottoesposte in tutta l’Italia setten-trionale e centrale (Lazio e Abruzzocompresi), mentre richiede un mini-mo di 300 adesioni per l’Italia meri-dionale (Sicilia compresa) e altret-tante per la Sardegna. Nel casonon si raggiungesse, in questi dueultimi settori, il numero di adesionirichiesto, le tariffe dovrebbero venirridiscusse. Fornisce i formulari di legge, i con-tenitori di cartone da 40 litri perogni tipologia di rifiuti solidi, le tani-che da 20 litri per i liquidi e i sec-chielli da 1.5 litri per i taglienti.Il ritiro dei rifiuti è garantito entro 30giorni per il servizio a chiamata,mentre sarà calendarizzato perquelli a cadenza fissa.

RIFIUTI SOLIDI(indipendentemente dalla tipologiadel rifiuto)Costo del servizio “a chiamata”:20 euro a chiamata e per conteni-tore; 16 euro per ogni contenitoresupplementare. La chiamata dovrà essere effettua-ta, via fax o e-mail, mediante appo-sita modulistica fornita dalla ditta,che confermerà la ricezione e con-corderà con l’interessato il giornodel ritiro.

Costo del servizio con ritiro acadenza trimestrale: 100 euroannui per 4 contenitori totali; 16 eu-ro per ogni contenitore supplemen-tare.

Costo del servizio con ritiro a ca-denza mensile: 200 euro annui per12 contenitori totali; 16 euro perogni contenitore supplementare.

Eccezioni: 26 euro per ogni uscitaa vuoto, recuperata successiva-mente, per motivi addebitabili al ri-chiedente;16 euro a contenitore, e fino ad unmassimo di 4 kg, per l’eventualeconferimento di farmaci scaduti; 3euro per ogni kg supplementare.

LIQUIDI RX: 40 euro per il conferi-mento fino a 20 litri annui; 1 europer ogni litro supplementare.

Eccezioni: 26 euro per ogni uscitaa vuoto, recuperata successiva-mente, per motivi addebitabili al ri-chiedente.PRELEVAMENTO TRASPORTOE SMALTIMENTO DI CADAVERIANIMALI: Servizio accessorio, acadenza bimestrale o “a chiama-ta”, secondo le modalità che ver-ranno illustrate dalla ditta.Costo del servizio con prelievoa cadenza bimestrale:70 euro ogni 100 kg (o frazione di100 kg) di rifiuto conferiti.Costo del servizio “a chiamata”(ritiro entro 48 ore dalla richiestascritta, escluso il sabato e la do-menica):100 euro ogni 100 kg (o frazionedi 100 kg) di rifiuto conferiti. Se il servizio viene richiesto a no-me e per conto di persona fisica(es. proprietario dell’animale) ilcosto è di 100 euro per animaleconferito.

PROFESSIONE VETERINARIA 12/2001 17A . N . M . V . I . I N B R E V E

Calendario nelle farmacieQuando all'inizio del 2001 la Uniservices s.r.l. di Teramo ha contattatola SCIVAC per avere il patrocinio per un calendario 2002 da distribuirenelle farmacie si era ritenuto di accettare questa proposta per tre mo-tivi:• sembrava giusto, in uno spirito di disponibilità e collaborazione, con-

siderando anche il momento di confronto sul nuovo decreto sul far-maco veterinario, di essere presenti insieme alla Federfarma su que-sta iniziativa;

• si era ritenuto corretto, se non doveroso che una pubblicazione cheriportava informazioni sulla salute ed il benessere degli animali nondovesse partire solo da una rappresentanza dei farmacisti, ma an-che da quella dei veterinari che hanno ovviamente il ruolo da prota-gonista;

• qualunque iniziativa che potesse attirare l’attenzione del pubblicosulle cure e le attenzioni per gli animali da compagnia tornava utileanche per la nostra professione.

Inoltre, il fatto che i testi fossero realizzati dal Prof. Alessandro Ciorbadell'Università di Perugia con il quale la SCIVAC ha da tempo un otti-mo rapporto di collaborazione, lo stesso è tuttora presidente della SI-MESC, non solo era una garanzia, ma ci dava la possibilità di poter va-lutare insieme i testi, in stretta collaborazione. L'iniziativa aveva quinditutti i crismi per essere valida in quanto la presenza di entrambe le ca-tegorie in un rapporto di rispetto per i diversi ruoli professionali e le nor-mative vigenti dava alla stessa un significato importante, che non vie-ne sminuito neppure oggi dopo la decisione della Federfarma di ricor-rere al TAR del Lazio contro il decreto 306.Il problema purtroppo è invece sorto quando l'editore, senza minima-mente informarci e senza neppure dare alcuna comunicazione, ha ag-giunto in fondo agli stessi la dicitura: "chiedi consiglio al tuo farmaci-sta" dando a questa figura professionale un ruolo che non le competeed in contrasto con quanto scritto originariamente nel testo dove siconsigliava il proprietario di rivolgersi al veterinario. Questa modificadei testi non solo è stata molto scorretta nei confronti della SCIVAC edi tutti i veterinari, ma riteniamo che rientri nel contesto di incitazioneall’abuso di professione. Abbiamo pertanto già scritto all'Editore, inti-mandogli la sospensione della distribuzione del calendario, abbiamopassato la pratica al nostro studio legale per valutare le possibili azio-ni giudiziarie di richiesta di danni e abbiamo scritto al Ministero chie-dendo un suo autorevole e sollecito intervento.

Il Presidente SCIVACDr. Ermenegildo Baroni

Approvata dal Parlamento Europeo la DirettivaComunitaria 2001/82/CE sul Farmaco Veterinario

La Direttiva 2001/82/CE sul Farmaco Veterinario (pubblicata sulla Gazzetta

Europea il 28 Novembre e disponibile al sito www.anmvi.it), non è altro che

una riedizione delle precedenti Direttive e non contiene ancora le innovazio-

ni elaborate dalla Commissione ad hoc del Parlamento Europeo sulla base

delle sollecitazioni inoltrate dai vari Paesi membri. Pertanto la proposta di re-

casting della Commissione del Parlamento Europeo verrà poi presentata al

parlamento stesso per l’approvazione di una nuova Direttiva di riordino del-

l’intera materia sul Farmaco Veterinario; la proposta della Commissione era

già stata posta all’attenzione della FVE la quale aveva preparato degli emen-

damenti ben fatti e ragionati per mettere in risalto la figura e la responsabi-

lità del veterinario nella gestione del farmaco veterinario, approvati dalla re-

cente assemblea FVE a Bruxelles del 17 novembre, e che sono stati uffi-

cialmente presentati dal Presidente FVE Fred Nind all’European Parliament

rapporteur, Signora Francoise Grossetete (Francia) il 19 Dicembre u.s.

A questo punto dell’iter normativo è auspicabile un’azione di lobby nei con-

fronti dei parlamentari europei per mettere in evidenza l’importanza di una

consultazione costante e determinante della FVE sulle materie sanitarie ve-

terinarie, da parte degli organsmi comunitari, in quanto la FVE rappresenta

il massimo organismo di rappresentanza della professione veterinaria in Eu-

ropa, riunendo tutte le Federazioni nazionali degli Ordini e tutte le organiz-

zazioni sindacali sia in ambito libero professionale che di dipendenti pubbli-

ci. La FVE, pertanto, costituisce l’organizzazione europea più compiuta-

mente consapevole ed aggiornata sulle realtà operative nell’ambito della sa-

lute animale, sui problemi e sulle possibili soluzioni, nell’interesse e nella

salvaguardia della salute umana ed animale.

a cura di Aldo Vezzoni

A tutti i prezzi sopraesposti va ag-giunta l’Iva al 20%. Il pagamento è previsto in rimessadiretta ricevimento fattura all’attodel primo ritiro (in caso abbona-mento annuale o trimestrale) o con-testualmente ad ogni ritiro (in casodi servizio “a chiamata”).Per il prelevamento dei cadaveri, ilpagamento avverrà con ricevutabancaria 30 giorni data fattura (in

caso di servizio per conto di perso-na fisica il pagamento dovrà avve-nire in rimessa diretta).

Giorgio Neri

Per informazioni:GEAM srlV. Italia 1/D - 24030 Medolago (BG)Tel. 035.4933240; fax 035.4933238www.gruppoecon.it

O S S E R V AT O R I OF A R M A C O

Page 18: Professione Veterinaria, Anno 2001, Nr 12

L a compravendita del canee più in generale deglianimali da compagnia è

stata oggetto di ampie trattazionida parte di questo giornale (si ve-da anche su questo stesso nume-ro l’articolo sulla compravenditadel cavallo ndr). Riprendiamo al-l’interno di questa rubrica dueaspetti legati a questo argomento,

suggeriti da altrettanti quesiti ri-volti all’ufficio legale dell’ANMVI.

Una clausola inaccettabileÈ capitato che un venditore di ani-mali da compagnia abbia sotto-posto all’acquirente un contrattodi vendita contenente la seguenteclausola: “l’acquirente ha diritto difar visistare l’animale dal proprio

veterinario il quale non dovrásomministrare alcun medicinalese non autorizzato dal venditore.” Tale impegno è, palesemente, le-sivo del diritto del veterinario diesercitare, secondo scienza ecoscienza, la sua professione.Se, infatti, il venditore deve tute-larsi al fine di evitare l’insorgenzadi responsabilitá a suo carico in

ragione di vizi dell’animale com-pravenduto, è pur vero che taletutela non può invadere il campodel sapere veterinario, così dadelimitare la discrezionalità delprofessionista. Ritengo che lasuddetta clausola non possa, nédebba, essere presa in conside-razione da alcun veterinario, eche ogni veterinario dovrebbe ri-

fiutarsi di adeguarvisi. Compren-do, comunque, la difficoltà di untale comportamento in relazioneal proprio cliente, il quale potreb-be avere problemi (o credere diaverne), qualora per il futuro, sirendesse necessario proporreun’azione redibitoria nei confron-ti del venditore. È, allora, più che auspicabile redi-gere un documento, da inviare al-la categoria dei commercianti dianimali da compagnia, così dachiarire, con fermezza, la posizio-ne dei veterinari il cui obbligo neiconfronti, sia del cliente che delcommerciante, è quello, e soloquello, di certificare il trattamentosanitario-farmacologico effettuatosull’animale. ■

PROFESSIONE VETERINARIA 12/200118

Compravendita di animali da compagnia

Certificazione Medica Veterinaria e interferenza del venditoreIl ruolo del medico veterinario e del commerciante

R U B R I C A L E G A L E�di Maria Teresa Semeraro

Avvocato, Bologna

La catarattapuò essereconsiderata

vizioredibitorio?

L a trattazione di un casospecifico richiede, ovvia-

mente, una maggiore conoscen-za dei fatti in merito, per esem-pio, alle modalità di acquistodell’animale e all’uso a cui èstato destinato. Pur in assenzadi tali dati ritengo, comunque,necessario chiarire che, la pos-sibilità di esperire con succes-so l’azione redibitoria, non di-pende dalla natura della taraereditaria riscontrata sull’ani-male, per esempio catarattapiuttosto che displasia dell’an-ca. Tale possibilità, infatti, è ri-conducibile alle forme e ai mo-di in cui è avvenuta la compra-vendita dell’animale, così comeindicato nell’articolo sopra ri-chiamato. È cioè, indispensabi-le, che il cane sia stato acqui-stato munito della certificazio-ne dell’ENCI, che garantiscal’animale da vizi connessi a pa-tologie ereditarie. Va da sé chetale garanzia può essere rila-sciata sempreché la scienzamedica veterinaria disponga diconoscenze che consentanol’accertabilità, e quindi l’accer-tamento, in via preventiva, del-la presenza nell’animale di ma-lattie ereditarie. In assenza diuna tale conoscenza è assaiimprobabile l’esperibilitá diun’azione redibitoria per viziconnessi a tare ereditarie. (siveda anche la rubrica legaledel n. 11/2001 di questa rivistandr).

SOCIETÀ CULTURALE ITALIANA VETERINARI PER ANIMALI DA COMPAGNIA

44°congressonazionalescivacF I E R A M I L A N O 11 66 -- 11 99 MM AA GG GG II OO 22 00 00 22

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Page 19: Professione Veterinaria, Anno 2001, Nr 12

L a legge 18 ottobre 2001n. 383 pubblicata sullaGazzetta Ufficiale del 24

ottobre 2001 n. 248 introduce lasoppressione di alcuni adempi-menti e la semplificazione di altri,ritenuti onerosi per i contribuenti enon essenziali per l’attività di con-trollo dell’Amministrazione Finan-ziaria.L’articolo 8 della citata Legge pre-vede alcune modifiche al CodiceCivile e ad alcune disposizioni tri-butarie in materia di scritture con-tabili:■ soppressione dell’obbligo del-la bollatura del libro giornale;■ soppressione dell’obbligo del-la bollatura del libro inventari;■ soppressione dell’obbligo dibollatura dei registri obbligatori aifini delle Imposte Dirette e dell’Im-posta sul Valore Aggiunto.In particolare per i professionistirisultano rilevanti gli interventi cir-ca la soppressione dell’obbligo dibollatura dei registri ai fini delleImposte Dirette e dell’IVA.I registri interessati dalla normasono i seguenti:■ registro IVA delle fatture emes-

se;■ bollettario a madre e figlia (che

per taluni contribuenti sostitui-sce il registro delle fattureemesse);

■ registro IVA fatture d’acquisto;■ registro degli incassi e dei pa-

gamenti (contabilità semplifi-cata);

■ registro cronologico integratocon le movimentazioni finan-ziare (per i contribuenti in con-tabilità ordinaria);

■ registro beni ammortizzabili.Pertanto a partire dal 25 ottobre2001 i registri utilizzati dai profes-sionisti non dovranno essere piùassoggettati a bollatura preventi-va prima della messa in uso.Rimane l’obbligo della numera-zione progressiva delle pagine,eseguita direttamente dal sogget-to che effettua la tenuta dellescritture contabili, man mano chei registri vengono utilizzati.

Si precisa che non è più richiestala numerazione preventiva perblocchi di pagine, essendo suffi-ciente che il contribuente attribui-sca un numero progressivo a cia-scuna pagina prima di utilizzare lastessa.A seguito della predetta modificaviene inoltre soppresso il paga-mento del tributo speciale dovutoper la bollatura dei registri fiscali;per tale adempimento era infattiprevisto il pagamento di un tribu-to pari a lire 9.600 per ogni regi-stro.

Effetti sul regime sanzionatorioFino al 24 ottobre 2001 la violazio-ne consistente nell’irregolare te-nuta delle scritture contabili (tracui rientrava l’omessa bollaturadei libri) era punita con una san-zione amministrativa da lire2.000.000 a lire 15.000.000. Qua-lora l’irregolarità rilevata fosse discarsa rilevanza (ad esempio nelcaso della tardiva bollatura) lasanzione prevista era pari allametà del minimo (lire 1.000.000).La circolare del Ministero delle Fi-nanze n. 92/E del 22 ottobre 2001

precisa che le violazioni peromessa bollatura delle scritturecontabili non sono più soggette asanzione anche se commesseprima dell’entrata in vigore dellaLegge e ciò in attuazione della re-gola del Afavor rei@ di cui all’arti-colo 3, secondo comma del De-creto Legislativo 472/97.In base a tale principio infatti ilcontribuente non può essere sot-toposto a sanzioni per fatti che,secondo leggi posteriori, non co-stituiscono violazioni punibili.Naturalmente resta soggetta a san-zione l’omessa numerazione dellepagine sia se commessa prima del-l’entrata in vigore della presentelegge sia se commessa dopo.

Semplificazioni in diritturad’arrivoIl Decreto approvato in data 7 di-cembre 2001 dal Consiglio deiMinistri, ed in corso di approva-zione da parte del parlamento,prevede una serie di semplifica-zioni per tutti i contribuenti, che ri-guardano:■ dichiarazioni periodiche IVA;■ i termini di presentazione delle

dichiarazioni dei redditi, Iraped IVA;

■ rettifica di dichiarazioni rego-larmente presentate;

■ tempi e modi di presentazionedelle dichiarazioni dei sostitutid’imposta;

■ semplificazioni diverse in ma-teria di adempimenti ai fini del-l’IVA e delle scritture contabilifiscali.

In particolare:

Dichiarazioni periodiche IVASaranno soppresse le dichiarazio-ni periodiche IVA a partire daquella del mese di gennaio del2002.In sostituzione delle dichiarazioniperiodiche IVA i contribuenti do-vranno infatti presentare entro lafine del mese di febbraio dell’an-no successivo (per la prima voltaquindi entro febbraio 2003) unacomunicazione dei dati delle ope-razioni attive e passive effettuatenell’anno precedente.

Termini di presentazione delle di-chiarazioni dei redditi, Irap ed IVAVengono confermate per le personefisiche, le società di persone e sog-getti equiparati le scadenze già vi-genti per l’anno 2001 che prevedo-no la presentazione del modello car-taceo entro il 31 luglio e la presenta-zione telematica entro il 31 ottobre.Per quanto riguarda le società dicapitali i termini di presentazionesono stati unificati al settimo mesedalla chiusura del periodo d’im-posta (modello cartaceo) oppureal decimo mese in via telematica.

Rettifica di dichiarazioni regolar-mente presentateLe dichiarazioni dei redditi, dell’I-

rap e dei sostituti d’imposta po-tranno essere integrate dai con-tribuenti per correggere errori odomissioni che abbiano compor-tato l’indicazione di un maggiorreddito, di un maggior debitod’imposta o di un minor credito,con una dichiarazione integrativada presentare entro il terminestabilito per la presentazione del-la dichiarazione relativa al perio-do d’imposta successivo e ciòsenza sanzione alcuna.I contribuenti possono inoltre,fatta salva l’applicazione dellesanzioni, correggere le dichiara-zioni dei redditi, dell’Irap e deisostituti d’imposta, per eviden-ziare maggiori redditi o maggioriritenute da versare, entro il 31 di-cembre del quarto anno succes-sivo a quello in cui è stata pre-sentata la dichiarazione.

Tempi e modi di presentazionedelle dichiarazione dei sostitutid’impostaLa dichiarazione dei sostitutid’imposta viene sdoppiata:■ entro il 30 giugno di ciascun

anno dovranno essere inviatiall’amministrazione finanziariatutti i dati che emergono dallecertificazioni rilasciate a:- lavoratori dipendenti e colla-

boratori coordinati e conti-nuativi

- lavoratori autonomi■ entro il 31 ottobre sarà invece

presentata la dichiarazionevere e propria.

Si segnala inoltre che è stato por-tato al 31 marzo il termine (attual-mente il 28 febbraio) per la con-

Semplificazioni fiscali

segna delle certificazioni delle ri-tenute effettuate ai sensi dell’arti-colo 7 bis del D.P.R. 600/73.

Semplificazioni diverse in mate-ria di adempimenti ai fini dell’IVAe delle scritture contabili fiscali1) L’articolo 11 del citato decretoin corso di approvazione aboli-sce le annotazioni relative alle li-quidazioni periodiche IVA (cheattualmente devono essere ripor-tate sui registri IVA), rimanendo acarico del contribuente l’obbligodi fornire all’Amministrazione Fi-nanziaria tutti gli elementi in baseai quali ha effettuato la liquida-zione periodica determinando l’I-VA a credito o a debito.2) L’articolo 14 del citato decretoprevede espressamente le se-guenti semplificazioni in materiadi tenuta di registri contabili degliesercenti arti e professioni:■ è possibile non tenere più il re-

gistro dei beni ammortizzabiliqualora, a seguito di richiestadell’Amministrazione Finanzia-ria, i contribuenti forniscanoordinati in forma sistematicagli stessi dati previsti dai regi-stri;

■ i professionisti in contabilitàordinaria hanno facoltà di nontenere più i registri prescritti aifini IVA a condizione: 1) che leregistrazioni siano effettuatenel registro cronologico, neitermini previsti dalla disciplinadell’IVA e 2) che i contribuentiforniscano, a richiesta del-l’Amministrazione, gli stessidati che sarebbero stati anno-tati sui registri IVA. ■

PROFESSIONE VETERINARIA 12/2001 19R U B R I C A F I S C A L E

di Giovanni Stassi

Dottore Commercialista, Torino

Tremonti-bis e opportunità per i liberi professionisti

E ro da tempo interessato all’acquisto di un immobile per trasferi-re il mio studio e i vantaggi fiscali previsti dalla legge Tremonti

mi hanno spinto a decidere velocemente. Non volendo però allontanarmitroppo dall’attuale ubicazione dello studio non trovo in zona uno spazioadatto che sia già accatastato in categoria A10. Posso orientarmi su altroimmobile chiedendo subito dopo il cambio di destinazione?Purtroppo la Tremonti-bis sembra essere molto rigida a questo proposito.Non solo l’immobile deve essere, ovviamente, utilizzato come bene stru-mentale per la propria attività professionale ma certamente deve essereaccatastato, al momento dell’acquisto, in categoria A10. Infatti è il mo-mento dell’acquisto che dà la possibilità di avere le agevolazioni fiscali equindi non è possibile fare successivamente variazioni per rientrare nellecondizioni previste.Ho letto su @nmvi Oggi che la Tremonti dà agevolazioni anche per i liberiprofessionisti. Fra gli investimenti che danno agevolazioni fiscali rientral’acquisto di un’automobile, bene strumentale per me che visito vari alle-vamenti?La Tremonti-bis allargando i benefici anche ai liberi professionisti fa rien-trare anche l’acquisto di una automobile, se usata per attività professio-nale, fra gli investimenti previsti per avere agevolazioni fiscali. L’investi-mento doveva o dovrà essere fatto dal 1/7/2001 sino al 31/12/2002. Bi-sogna però ricordarsi che la finalità della Tremonti è quella di far cresceregli investimenti e quindi per rientrare nei parametri che danno luogo allaagevolazione gli investimenti globali effettuati nel periodo di imposta di ri-ferimento dovranno essere globalmente superiori alla media di quelli effet-tuati nei cinque periodi di imposta precedenti.

A.M.

IRAP addio?

C osa fare dell’IRAP? Pagarla per poi chiederne il rimborso oevitare il versamento?

L’attività libero professionale, essendo svolta con carattere di continuità,ma normalmente esercitata senza una vera e propria organizzazione dicapitale e lavoro dipendente, non avrebbe i presupposti per l’applicazionedell’IRAP.D’altra parte anche quando esiste un minimo di organizzazione, l’apportodegli investimenti, in termini di attrezzature o di lavoro dipendente, è tal-mente minoritario od ininfluente sulla stessa attività professionale da nonrientrare in alcun modo nel concetto di “autonoma organizzazione” previ-sta dalla Corte Costituzionale per l’applicazione dell’imposta. Le Commissioni Tributarie sino ad ora hanno accolto questa tesi genera-le riferendosi a tutto il mondo libero professionale ed al lavoro autonomo,accogliendo tutti i ricorsi e le richieste di rimborso. Ciò non significa co-munque, in mancanza di una interpretazione definitiva che l’IRAP nondebba essere versata anche perché per lo Stato sarebbe una perdita no-tevole e sicuramente il Ministero tenderà a dare un’interpretazione che as-soggetti all’imposta anche il mondo professionale. In attesa di avere cer-tezze tutti i commercialisti hanno consigliato di versarla chiedendone poisubito il rimborso in quanto la seconda via è certamente più rischiosa.Sappiamo di qualche collega che, in via di principio, ha ritenuto di non ver-sarla, pronto ad affrontare successivamente il contenzioso.Questa ipotesi in via di principio è sicuramente più corretta ma certamen-te sconsigliabile in termini anche di costi in quanto si dovrà, nel caso nonsi riuscisse a dimostrare di avere ragione, pagare anche penali e interessidi mora.

A.M.

Page 20: Professione Veterinaria, Anno 2001, Nr 12

A T T U A L I T À

PROFESSIONE VETERINARIA 12/200120

I l mio anno in Sud Africa staper finire, e con rimpianto.Mi sembra utile a questo

punto raccontare qualcosa dellamia esperienza quaggiù, e nonc’è sicuramente niente di piùadatto per “Professione veterina-ria” che descrivere, meglio cheposso, come se la passano i no-stri Colleghi veterinari per piccolianimali in questo stupendo e con-traddittorio Paese. Prima peròpermettetemi di fare alcuni cennigeografici, storici e culturali che vipermetteranno di capire un po’meglio quello che dirò dopo.Il Sud Africa è un Paese di 1,2 mi-lioni di km2 (Italia: circa 0,3 milio-ni), con una popolazione di 45 mi-lioni rispetto ai 57 dell’Italia. Diquesti 45 milioni, però, solo 4,5sono bianchi, discendenti per lopiù dei primi coloni boeri (olande-si, più qualche francese ugonotto)e dei colonizzatori britannici; il re-sto sono neri, indiani o misti, cioè“persone” prive di una qualunqueidentità sociale, economica e cul-turale fino ad appena 6 o 7 annifa, e in pratica ancora oggi nonesistono come oggetto di merca-to, se non per la Coca Cola, i fastfood più in voga, i telefonini, e po-chi altri simboli dell’occidentaliz-zazione più bieca. Sarebbe comedire che i nostri Colleghi vivono inun Paese con una densità di po-polazione pari a una persona ogni10 km2, contro una densità dell’I-talia che è di 397 persone ogni 10km2. Per loro fortuna questi poten-ziali clienti vivono tutti concentratidelle grandi città come Johanne-sburg, Pretoria, Città del Capo,Bloemfontein, Durban e poche al-tre, altrimenti raggiungerli sareb-be un’impresa da Sisifo. Dal pun-to di vista economico il Sud Africapuò essere considerato un Paeseragionevolmente stabile, nono-stante lo scossone determinatodalla fine del regime di apartheid,

e la maggiorericchezza derivadall’esportazio-ne di ogni ben didio, dai diamantiall’oro, dall’ar-gento al platino,al carbone, ecc.L’agricoltura rie-sce a produrre ditutto: vino di otti-ma qualità, zuc-chero, frutta,mais, cereali, gi-rasole, noccioli-ne e perfino oliveda tavola e oliod’oliva (chissàpoi perché, importa l’acqua mine-rale Cutolo di Rionero in Vulture).Anche le infrastrutture sono di ot-timo livello, con strade e autostra-de degne dei migliori Paesi occi-dentali, ospedali con standardselevatissimi (basti pensare che ilprimo trapianto cardiaco è statoeffettuato con successo da Bar-nard proprio a Città del Capo).Nonostante ciò i problemi che ilgoverno si trova ad affrontare nonsono certamente pochi e i tentati-vi di ridistribuzione delle ricchez-ze senza provocare turbamentitroppo destabilizzanti non semprehanno successo. L’AIDS è sicura-mente un grosso dramma, sia fra ineri delle allucinanti townships siafra quelli delle più sperdute zonerurali; ma il governo Mbeki (l’at-tuale Presidente succeduto aMandela) sembra uscire dal coroe puntare su mezzi diversi dallamera fobia sessuale per arginarela tragedia (vedi mai che il buonOscar l’ha convinto a leggersiDuesberg?).In quest’ultimo anno il governo hafatto una politica economica cheper me che sono al di fuori di que-sto tipo di argomenti, è totalmenteincomprensibile: svalutazione delRand di circa il 35% rispetto al-

l’Euro e al Dollaro americano econtestuale contenimento dell’in-flazione al di sotto del 6%. Labenzina è scesa a meno di 3,77Rand (845 lire) al litro e anche lesigarette sono diminuite. Il valored’acquisto della moneta si è quin-di mantenuto sorprendentementealto nonostante il basso tasso diconvertibilità con le altre moneteoccidentali. Il che, per quel che ciriguarda, comporta inevitabilmen-te due effetti consequenziali: Pri-mo, è molto difficile fare un con-fronto diretto per prezzi, costi, ta-riffe e guadagni fra i veterinari ita-liani e quelli sudafricani. Secon-do, i veterinari sudafricani, oltreche bravi, sono anche ricchi.Cominciamo dal perché sono bra-vi. La Facoltà di Medicina Veteri-naria di Pretoria è l’unica del SudAfrica ed una delle nove di tutto ilcontinente africano. È molto mo-derna e le ultime strutture contanoappena 3 o 4 anni. Vi accedono120 studenti l’anno che possonodisporre di 120 docenti di vario ti-tolo e grado e che direttamente oindirettamente dedicano all’inse-gnamento la quasi totalità del lorotempo. Considerando che il primoanno propedeutico può esseresvolto in qualunque altra univer-sità bioscientifica del Sud Africa, ilrapporto totale fra docenti e stu-denti nella Facoltà è di circa 1:5.L’accesso è piuttosto selettivo e lavalutazione si basa sui risultati delcurriculum propedeutico più suun colloquio diretto che includeanche una valutazione attitudina-le. L’intero curriculum per il con-seguimento del diploma (BVSc)dura dunque 1 + 5 anni.Gli anni sono divisi in semestri egli ultimi due semestri sono dedi-cati esclusivamente al tirocinioteorico-pratico da trascorrere sianell’ospedale veterinario (pratica-mente mandato avanti dagli stu-denti senior con la supervisionedei tutors) sia in strutture pubbli-

che (equivalentidelle nostre ASL)o private (clini-che per piccoli ogrossi animali)scelte dagli stes-si studenti. Dalquarto anno inpoi le lezioni ma-gistrali (in aula)sono ridotte alminimo. Le at-trezzature e imetodi didatticisono all’avan-guardia. Giustoper fare qualcheesempio: in un’e-

norme sala anatomica a ognigruppo di 6 studenti viene messoa disposizione un cane da sezio-nare e studiare per un intero se-mestre, e poi, il semestre succes-sivo, il cane viene sostituto da 4asini e 4 vitelli per classe, in mododa approfondire la morfologiacomparata. Tutto il materiale è ap-positamente preparato (per es. ilsistema vascolare è iniettato concoloranti in maniera da facilitarnela visualizzazione) ed è del tipo“usa e getta”, nel senso che puòessere utilizzato solo da un grup-po di studenti, dopo di che servemateriale nuovo; per ogni 6 stu-denti è disponibile un docente. Icosti sono ovviamente enormi, mai risultati paiono ottimi. Altro esem-pio: durante il tirocinio di chirurgiadi base (es. sterilizzazioni), in cia-scuna di 9 piccole sale comuni-canti lavorano per una settimanadi seguito 3 studenti, uno preparail paziente e fa l’assistente al chi-rurgo, uno si occupa dell’aneste-sia e un terzo fa il chirurgo, la set-timana successiva i ruoli sonoscambiati, e così ancora la terza.Per tutti è disponibile un solo tutorche interviene con consigli e sug-gerimenti o nei momenti critici.Trascorse le tre settimane il grup-

Tutto il mondo è paese

La professione in Sud Africa:bilancio di un anno di lavoroI veterinari sudafricani si lamentano, ma non c’è dubbio che stiamo peggionoi veterinari italiani

di Paolo Tassi

Docente presso la Facoltà diMedicina Veterinaria di Bari

petto passa in un altro reparto:anatomia patologica, clinica me-dica, ostetricia, ecc. E il tutto intempi e modi separati per i picco-li e per i grossi animali. Esiste an-che un reparto di terapia intensivae rianimazione, anch’esso man-dato avanti 24 ore su 24 dagli stu-denti. Per le attività professionalinon di base (medicina o chirurgiaspecialistica, come per es. oculi-stica, endocrinologia o chirurgiaortopedica o del torace) la Fa-coltà rilascia i MMedVet e i PhDda conseguire dopo il Diploma diLaurea (BVSc) con corsi della du-rata di due o tre anni, a secondache siano seguiti part time o atempo pieno. Corsi brevi a paga-mento su tematiche specificheper i laureati (continuing educa-tion) sono tenuti su iniziativa dellaFacoltà stessa o su richiesta deiprofessionisti. Il tutto è un po’ du-ro e un po’ costoso, ma ne vale lapena.Qualche nota di colore: i neri rap-presentano appena il 12% dellapopolazione studentesca (sem-bra che preferiscano altre facoltà,tipo medicina umana, lettere, leg-ge, economia, ecc.), mentre ledonne sono la stragrande mag-gioranza e c’è una chiara tenden-za all’aumento. Quasi tutti, se nontutti, conseguito il diploma, si de-dicano alla libera professione nelsettore dei piccoli animali (il Go-verno ha attualmente 300 postivacanti per veterinari di Stato chepensa di riempire importando ve-terinari cubani e dalle nazionicentroafricane). Molti neolaureatiemigrano (la Laurea sudafricanaè riconosciuta nel Regno Unito, inNuova Zelanda e in Australia),vuoi per ragioni economiche (?),vuoi per ragioni politico-sociali(??), vuoi perché l’erba del vicinoè sempre più verde.E poi si comincia a lavorare. È ob-bligatoria l’iscrizione al South Afri-

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PROFESSIONE VETERINARIA 12/2001 21A T T U A L I T À

can Veterinary Council.La ricerca del posto. Esclusadown town, dove non c’è nientese non uffici e malls che alle cin-que chiudono lasciando il centrodeserto, non resta che trovarsiuna villetta con giardino nelle out-skirts della città. Una qualunqueva bene, prezzo variabile a se-conda del quartiere e della zona.Ovvio che bisogna comprarla, inaffitto non si trova niente. A Preto-ria per 200 m2 più il giardino ilprezzo può variare dagli 80 ai 150milioni di lire (ma attenzione, peruna valutazione corretta della ci-fra ci si deve basare sui parametrisudafricani, non su quelli euro-pei). Comunque, se non si hannogrosse ambizioni, anche 100-120m2 vanno bene. Locali indispen-sabili sono: la reception (che ser-ve anche da sala d’aspetto e ne-gozio per la vendita di mangimi,collari e affini), la consultationroom (sala visite), il theatre (salachirurgica) l’hospital (ricoveri), piùi locali di servizio. Per la receptione annessi uno si può sbizzarrirecome vuole (o come può). Si vadal semplice parcheggio per leauto all’esterno e a qualche seg-giola all’interno, all’allestimentodel parco giochi per i bambini eall’arredamento in stile con giardi-ni bonsai e fontanelle all’interno.Luci soffuse, la receptionist cheoffre il caffè o il thé e musica softdi sottofondo, possono renderemeno noiosa l’attesa.Le così dette clinics di Johanne-sburg e di Pretoria (due delle piùimportanti città del Sud Africa),anche le più grandi, in genere so-no condotte da un solo “doc”, po-che volte si trovano due Colleghiassociati, rarissimamente tre. Ilproblema è risolto con il persona-le subalterno che in media variada 5 a 8 persone (ma anche 10non sono una rarità). Figura indi-spensabile è la receptionist (bian-ca) che funge da segretaria tutto-fare, si occupa dell’amministrazio-ne, vendite, ordini, ecc.; qualcunainfatti è diplomata in administra-tion. Poi c’è la nurse, una speciedi alter ego del doc (bianca an-che lei), che cura gli aspetti tecni-co-professionali, oltre che assiste-re il doc durante l’attività profes-sionale. Le più vecchie non hannoun titolo specifico, essendo stateaddestrate negli anni dal docstesso; le più giovani invece han-

no conseguito il diploma (tre anni)presso l’università di Pretoria (esi-ste un albo per le nurses, gli assi-stenti veterinari e i tecnici per ani-mali da laboratorio, ma non anco-ra per i tecnici di sanità animale -coloro che fanno le profilassi distato - anche se l’argomento è indiscussione fra i Governi delle no-ve Provincie). Segue il personalegenerico composto dalle tre allesette persone (nere) che deve oc-cuparsi delle pulizie, curare ilgiardino, accudire gli animali rico-verati nell’hospital, preparare illunch, ecc. Per coloro che hannogià pronta la domanda sulla pun-ta della lingua dirò subito che unanurse appena diplomata costa in-torno ai 50.000 Rand all’anno,quella con un po’ d’anni di espe-rienza arriva a 72.000; la receptio-nist non costa più di 60.000 e ilpersonale nero in media 16-20.000 Rand a testa. Non state afare i conti delle lire equivalentiutilizzando il valore di conversio-ne attuale (1 Rand = 225 lire) per-ché sarebbe fuorviante, diciamo

che con questo stipendio questepersone, ciascuna al suo livello, civivacchiano; poi, in fondo alla sto-ria, vedremo più o meno quantorimane al doc, e potrete fare laproporzione.In generale mi è sembrato di ve-dere una buon’attrezzatura di ba-se: tutti possiedano l’apparecchioradiologico e per anestesia gas-sosa in circuito semiaperto o chiu-so (a seconda del tipo di lavoro),alotano e isofluorano i gas utiliz-zati. Da buona a ottima l’asepsi inchirurgia. La presenza di un eco-grafo dipende dal tipo di lavoro. Iricoveri hanno una tipologia al-quanto diversificata, qualche vol-ta sono artigianali, altre volte unpo’ più sofisticati; mediamentepossono ricoverare dai 16 ai 25animali. In genere vengono accu-diti dal personale nero, anche lanotte.L’apertura di una clinica non ri-chiede particolari adempimenti,se non una visita dei veterinari delSouth African Veterinary Councilche si limitano a verificare l’esi-

stenza di requisiti generici. Nienteimpianto elettrico particolare,niente rifiuti speciali (a parte per icadaveri), niente norme sulla si-curezza del posto di lavoro. Lavendita dei mangimi, collari e affi-ni è soggetta a una licenza rila-sciata dalla Camera di Commer-cio, mentre quella dei farmaci (siaveterinari che umani) è di per séimplicita nell’esercizio della pro-fessione. Tutti i farmaci sono di-spensati dal veterinario e la ricet-tazione è limitata esclusivamentea quelli di uso sporadico.Tutti quanti fanno attività profes-sionale di base, mentre coloroche hanno un Master o un PhDfanno anche attività specialistica(ortopedia complessa, oculistica,chirurgia toracica, casi di medici-na interna che esulano dalla routi-ne, ecc.) sia per la propria clinicasia per i Colleghi che non sonospecialisti o che non hanno laspecializzazione adatta per la ge-stione di un determinato caso cli-nico. Pare che “riferire” un propriopaziente a un Collega specialista

FSA - ENTE NON PROFIT

CORSO BASE

Sanità AnimaleFSA

FONDAZIONE SALUTE ANIMALE

Controllo della displasia dell’anca e del gomito nel cane

1° semestre 200213 gennaio - Sheraton Bologna - Via dell’Aereoporto 34/36 - Bologna

10 febbraio - Fast - Centro Congressi - Piazzale Ridolfo Morandi 2 - 20121 Milano

10 marzo - San Paolo Palace - Via Messina Marine 91 - 90123 Palermo

14 aprile - Hotel San Germano - Via Beccadelli 41 - 80125 Napoli

5 maggio - Holiday Inn Rome-West - Via Aurelia km 8,4 - 00163 Roma

9 giugno - Gran Hotel Ambasciatori - Via Omodeo Adolfo 51 - Bari

2° semestre 20027 luglio - Cagliari - 22 settembre - Genova

6 ottobre - Ancona

Programma scientifico9.00 Saluto ai partecipanti ed obiettivi del corso9.15 Displasia dell’anca: sviluppo ed aspetti clinici9.45 Displasia dell’anca: aspetti radiografici

10.15 Displasia dell’anca: proiezioni e posizionamentocorretto per l’esame radiografico

10.45 Classificazioni internazionali della displasia del-l’anca

11.35 Coffee break offerto

12.00 Displasia del gomito: sviluppo ed aspetti clinici12.30 Displasia del gomito: proiezioni e aspetti radio-

grafici

13.00 Light lunch offerto

14.30 Displasia del gomito: classificazione internazio-nale IEWG

15.00 Protocollo FSA per il controllo della displasiadell’anca e del gomito e club di razza aderenti

15.30 Rapporto dei veterinari con gli allevatori ed iproprietari dei cani

16.00 Coffee break offerto

16.30 Valutazione precoce della displasia dell’anca edel gomito nel cane in accrescimento

17.00 Possibilità terapeutiche in caso di displasia del-l’anca o del gomito

17.30 Valutazione dell’apprendimento e discussione18.15 Fine del Corso

RelatoreDr. Aldo VezzoniMed. Vet., SCMPA, Dipl. ECVS, Libero professionista a Cremona, Presidente FSA, Segretario FNOVI, Segretario ESVOT, Componente della CTC dell’ENCI

Obiettivi del corsoIl controllo e la prevenzione delle malattie ereditarie, ed in particolare della displasiadell’anca e del gomito del cane, vengono sempre più richieste ai medici veterinari perun’aumentata consapevolezza, da parte di allevatori e proprietari di cani, dell’impor-tanza di una selezione riproduttiva finalizzata anche alla salute ed al benessere.Il Corso, nell’ambito della Centrale di Lettura della FSA, si propone di fornire ai me-dici veterinari la competenza specifica per poter meglio inserirsi nel sistema di control-lo della displasia dell’anca e del gomito del cane e di aumentare le proprie conoscenzesu queste patologie per poter offrire ai propri assistiti una consulenza competente ed ag-giornata.

Per questi corsi è stato chiesto l’accreditamento E.C.M.

L’iscrizione comprende:• partecipazione al corso• appunti con i testi delle relazioni• goniometro per la misurazione dell’angolo di Norberg• attestato di frequenza• coffee break e light lunch offerti

Per informazioniSegreteria FSA- Via Trecchi, 20 - 26100 Cremona

Sara Cazzaniga Tel. 0372/403511 - Fax 0372/457091e-mail [email protected] www.fsa-vet.it

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o più esperto non costituisca af-fatto un problema. Probabilmenteperché il lavoro non manca equindi nessuno ha paura di per-dere un cliente, né ha interesse aportarlo via a un altro Collega. Leemergenze notturne sono gestitedal veterinario stesso (a detta ditutti sono comunque abbastanzarare) che spesso vive nel medesi-mo edificio, tranne a Johanne-sburg, dove ci sono invece clini-che che fanno solo emergenzenotturne.

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La gestione è tutta computerizzatae le fatture che vengono rilasciatea volte fanno un po’ sorridere. Peres.: Visita clinica: 80-93 Rand;Vaccino tal de’ tali 35 Rand; unasiringa ipodermica: 5,5 Rand;spremitura delle ghiandole para-nali 7,35 Rand; n/ro 6 pillole per ladiarrea: 11,45 Rand, ecc. ecc. An-che per gli interventi chirurgici vie-ne specificato in fattura il tipo di in-tervento e il materiale più signifi-cativo utilizzato. Il tutto comprensi-vo di IVA, che qua è sempre al14%. Da tenere presente che esi-ste un tariffario consigliato dallaSouth African Veterinary Associa-tion al quale tutti, dico tutti, si at-tengono, tranne in alcuni casi perle sterilizzazioni delle cagne, e ve-dremo poi perché. L’uso della car-ta di credito per il pagamento del-le parcelle, anche di importo mini-mo, è generalizzato.Nonostante si tratti di un terrenoche da noi è considerato moltoscivoloso, nessuno dei Colleghida me intervistati (tranne forseuno, che secondo me ha giocatoun po’ al ribasso) ha avuto diffi-coltà a dichiararmi il suo volumed’affari. Seppure variabile e conpunte estreme, la media di unaclinica monoveterinaria si aggira

intorno a 1,5 milioni di Rand an-nui, a cui l’attività non professio-nale (mangimi e affini, più i farma-ci) contribuisce per una quota va-riabile dal 30 al 50%. Se conver-tiamo questa cifra in lire vengonofuori 750 dei nostri milioni. Fatti iconti, ogni Collega titolare di clini-ca, con 5-8 anni di esperienza al-le spalle, si porta a casa come mi-nimo una decina di milioni al me-se al netto delle tasse. E se a que-sto aggiungete il fatto che il costodella vita è per lo meno del 30%più basso del nostro, dire a que-sto punto che i veterinari sudafri-cani se la passano piuttosto benenon mi pare un’affermazione trop-po imprudente.Rapporti con la Facoltà. Intantobisogna tener presente che quelladi Pretoria è l’unica del Sud Africa.Quindi, per quanto possa far dan-ni alla libera professione, questisono comunque limitati. E poi, irapporti fra libera professione eFacoltà sono piuttosto contraddit-tori. Cercherò di farmi capire. LaFacoltà è decentrata rispetto allacittà; si trova in un paesino (sa-rebbe meglio definirlo semplice-mente un toponimo) che si chia-ma Onderstepoort, posto a unadecina di km dalla periferia nord

di Pretoria. Esiste una norma se-condo la quale gli abitanti dell’a-rea urbana non possono rivolgersidirettamente alla Facoltà, se non“riferiti” dal proprio veterinario. Equesto è sicuramente positivo.Però, sorprendentemente, questanorma non vale per l’area subur-bana immediatamente adiacentealla Facoltà stessa. Conseguenza:i proprietari di animali che vivonoo nell’area urbana o a una distan-za superiore ai 30-50 km, non cipensano nemmeno a rivolgersi al-la Facoltà: hanno il loro veterinariosufficientemente bravo e sempredisponibile a cui rivolgersi, e que-sto basta. Quelli invece che vivo-no a una distanza inferiore tendo-no a rivolgersi alla Facoltà perché,per le procedure di routine (masolo per queste) quest’ultima pra-tica prezzi inferiori a quelli dei li-beri professionisti. I motivi sonogiustificati dal fatto che le proce-dure di routine costituiscono il ma-teriale didattico per gli studenti.Ecco perché nell’area urbana unasterilizzazione di una cagna costadagli 800 ai 900 Rand, mentre nel-l’estrema periferia Nord si scendeai 150-200! Infatti, o la Facoltà di-spone di sufficiente materiale abasso costo per insegnare agli

studenti (cosa, mi sembra, moltoauspicata anche da noi), o il ma-teriale per l’insegnamento diventatroppo costoso, e quindi non frui-bile dagli studenti.Tolta la quindicina di Colleghi chevivono nell’area di Onderstepoorte che sicuramente subiscono undanno economico dalla sua in-combenza, per tutti gli altri la pre-senza della Facoltà o è positiva oè indifferente. È positiva giacchérappresenta sicuramente una fon-te di sapere non trascurabile e acui è possibile rivolgersi in caso dinecessità; non dimentichiamo in-fatti che tutti i liberi professionistisono usciti da lì, e i legami perso-nali con alcuni docenti restano

comunque molto forti. È indiffe-rente quando, vuoi per la distan-za, vuoi per norma stabilita comenel caso degli abitanti di Pretoria,non sottrae reddito al professioni-sta. E d’altra parte l’interscambiofra libera professione e mondoaccademico mi sembra abba-stanza vivace. La Facoltà stessa,infatti, non pare avere alcuna diffi-coltà a rivolgersi ai liberi profes-sionisti nel caso in cui riconoscadi non avere competenze specifi-che. È il caso per esempio di un li-bero professionista con tanto diPhD e di MMedVet che gestisceuna clinica specializzata in oculi-stica a Johannesburg. A questivengono messe a disposizione lastruttura, le attrezzature, l’assi-stenza e lui può operare i suoi pa-zienti in Facoltà. Come contropar-tita gli viene chiesto di “insegna-re”, inteso nel senso di “far capirecome si fa”, e cioè di trasferire lesue conoscenze agli studenti deicorsi pre- e post-laurea.In conclusione mi sembra che daquesta panoramica, se vogliamoun po’ concisa, si possano trarrele seguenti conclusioni: i profes-sionisti sudafricani escono dall’U-niversità con una solida e concre-ta preparazione di base, sia nelsettore medico sia in quello chi-rurgico, conferita loro da un inse-gnamento di stampo tipicamenteanglosassone. Nell’esercizio dellaloro attività si attengono in stretta-mente a quelle che sono le lorocompetenze generiche e speciali-stiche, se non ne sono in posses-so, demandando a chi ha mag-giori conoscenze i casi che nonsono ufficialmente preparati ad af-frontare. L’assenza di una norma-tiva farraginosa, spesso contrad-dittoria, sicuramente di difficile in-terpretazione, a volte gratuita-mente punitiva/inutile come quellache regola, o dovrebbe regolare, imolteplici aspetti della professio-ne nel nostro Paese, rende moltopiù rilassante la conduzione del-l’attività. Poi aggiungiamoci lapossibilità di utilizzare ausiliari for-niti di una preparazione specificae manodopera a costi irrisori in uncontesto ragionevolmente noncompetitivo che consente un ritor-no economico a mio modesto pa-rere più che ragguardevole, e aquesto punto ditemi se secondovoi hanno ragione i nostri Colleghisudafricani quando si lamentanoperché “oggi la professione non èpiù quella di una volta”!È evidente che non riflettono ab-bastanza sul fatto che c’è semprechi sta peggio nella vita! ■

A T T U A L I T À

PROFESSIONE VETERINARIA 12/200122

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PROFESSIONE VETERINARIA 12/2001 23

M i sono sempre ritenu-to animalista. Un ani-malista rispettoso

della natura e attento ad un equi-librato rapporto fra i diritti deglianimali e quelli dell’uomo.Sono fermamente contrario adogni forma di sperimentazioneanimale e sostengo ogni iniziati-va contro l’abbandono degli ani-mali, ma nello stesso tempo miarrabbio con i proprietari cheesprimono tutta la loro ignoranzae maleducazione attraverso i lo-ro animali e ritengo che le auto-rità competenti debbano interve-nire quando l’invasione di alcunespecie crea pericolosi squilibriambientali.

Mi fa piacere che negli USA sifacciano campagne stampa persalvare la vita di un cane colpe-vole di aver aggredito un vicinodi casa, ma mi farebbe altrettan-to piacere che la stessa sensibi-lità fosse rivolta a uomini e don-ne condannati a morte anche difronte ad evidenti dubbi sulla lo-ro colpevolezza.Credo che sia giusto interveni-re contro lo sterminio di mi-gliaia di cani randagi in Roma-nia, e per questo mi sono impe-gnato attivamente, ma deside-rerei vedere anche un grandeimpegno nel cercare di aiutaremilioni di bambini e adulti col-piti da guerre e carestie, vitti-

me di sfruttamenti e ingiustizie.Credo con questo di potermi de-finire un animalista equilibrato enon integralista.Sostenere ad esempio che i gat-ti randagi non devono esseresterilizzati per tutelare la lorosessualità, mettendo così a ri-schio centinaia di cucciolate de-stinate a diventare pellicce, piùche equilibrato mi sembra anzisensato. Infine, ho sempre cre-duto doveroso da parte del mon-do veterinario un impegno diret-to su questi problemi ed è quin-di con grande piacere che ho vi-sto nascere negli ultimi anni unaforte collaborazione della FNOVIma soprattutto dell’ANMVI con lepiù importanti associazioni ani-maliste nazionali (ENPA, LegaDel Cane, LAV). Ho fatto questa premessa, a co-sto di rinfocolare un vivace con-fronto, dopo aver seguito il di-battito nato dalla notizia che al-cuni capi di abbigliamento, im-portati soprattutto da paesiorientali, vengono confezionatiutilizzando pelo di cane e gatto.Chi ha avuto modo di andare neipaesi dell’estremo oriente o li havisti nei documentari avrà certa-mente notato che cani e gatti so-no tenuti “all’ingrasso” più cheper la compagnia, legati nei cor-tili o davanti alla porta di casa. Inquei paesi è normale, dopo lamacellazione, recuperare ed uti-lizzare anche le pelli: quello chenoi facciamo normalmente con iconigli o con gli agnelli.Considerando le diversità di cul-tura, non si possono stabilire re-gole animaliste a livello interna-zionale, secondo una logica glo-balizzante. Perché nel nostropaese deve essere proibita lavendita di capi con pelo di caneo gatto quando è tranquillamen-te consentita e pubblicizzataquella di capi con pelli di volpe,visone, lupo, ecc.? Molti movi-menti animalisti hanno sempresostenuto che la discriminanteper l’uso delle pelli o pellicce diun animale sia l’utilizzo alimenta-re della sua carne, utilizzo perl’uomo, non per altri animali di-scorso ancora più complesso edifficile da affrontare. Ma se que-sta logica è corretta e quindi ac-cettabile dovrebbe valere perqualsiasi animale che venga uti-lizzato per scopi alimentari, an-che animali molto lontani dallenostre abitudini: scimmie, bale-ne, coccodrilli, zebre, ecc… Di-venta quindi molto difficile porredei confini o dei limiti che possa-no essere accettati da tutti da unpunto di vista etico o morale,

principi che fra l’altro varianomolto secondo i diversi livelli dicultura, civiltà e benessere eco-nomico. “L’animalismo è una filo-sofia da ricchi”- non l’ ho detto ioma merita una riflessione. Noi possiamo permetterci dicomprare scarpe di vitello e rifiu-tare quelle di puledro perché ilcavallo è di livello diverso rispet-to ad una mucca ma in altri pae-si questa logica sarebbe inso-stenibile.Un missionario, in risposta alladecisione dell’ONU di impegna-re tutti i paesi ad economia fortea rifiutare prodotti di importazio-ne che non potevano garantirel’assenza assoluta di lavoro mi-norile, ha ricordato che, pur ri-spettando il principio morale diquesta decisione, questi stessibambini e le loro famiglie to-gliendo loro questa possibilità dilavoro sarebbero morti di fame.È giusto quindi secondo voi proi-bire l’importazione dai paesi delterzo mondo di prodotti che nonrispettano i nostri principi anima-listi, è corretto da parte nostracreare classifiche fra gli animalidefinendoli di serie A o di serie Ba secondo della nostra sensibi-lità culturale del momento? Innome di quale principio superio-re ci siamo presi il diritto di deci-dere che è normale mangiare ilconiglio ma è scandaloso man-

Animalismo sostenibile

Animali di serie A e di serie BDopo lo scandalo delle pellicce di cane e gatto

di Luigi Poretti

giare un gatto ed è ridicolo permotivi religiosi rifiutare carne dimaiale? Quale principio morale ci per-mette di utilizzare pelle di vitelloma non quella di cane? Ho sempre rispettato un amicoanimalista integralista, anche sele nostre posizioni spesso diver-gevano, perché coerentementecon i suoi principi era vegetaria-no, per vestirsi non usava alcunprodotto di origine animale,compresa la lana e la seta, e ver-so il mondo animale, ovviamen-te, aveva grande attenzione e ri-spetto. Non condivido questaposizione ma la rispetto. Altre misembrano spesso dovute più adatteggiamenti che reali convin-zioni e decisamente poco rispet-tose ed attente ad altre cultureverso le quali, naturalmente, cisentiamo superiori. ■

R I F L E S S I O N I

Sirchia vieta le pellicce

di cane e gatto

C on un’ordinanza pubbli-cata in Gazzetta a fine

dicembre il Ministero della Sa-lute ha vietato la produzione, ilcommercio e l’importazione dipelli e pellicce di cani e gatti.

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Page 24: Professione Veterinaria, Anno 2001, Nr 12

PROFESSIONE VETERINARIA 12/200124

M amma mia, mammamia! Arriva l’Euro.Che paura? Vi ricor-

date il Millennium bug? La finedel secolo, il fatidico 2000? Iltormentone è cominciato timida-mente un paio di anni prima. Inrealtà vi confesserò che, quan-do ero ragazzino, già ci pensavoa questo 2000. Ma come sarà?Ma come andrà a finire? Poi al-lontanavo l’idea. Tanto manca-vano ancora quarant’anni. Unavita. A pochi mesi dalla fine del1999 non se ne poteva più. Ri-cordate? I mass media hannoscomodato il solito Nostra Da-mus che aveva previsto un’apo-calisse. I computer che dovevano salta-

re, le metropolitane e le ferroviebloccate. Gli orari sfasati cheavrebbero confuso anche leanatre in migrazione. Gli aero-porti, Dio mio, i voli. Chi stavavolando era un cadavere ambu-lante (anzi volante). I più fatalistisi erano rintanati nei monasteriin attesa della fine del mondo. Einvece sono saltati i tappi dellesolite bottiglie, i mortaretti hannobruciato le mani dei soliti imbe-cilli, le banche hanno continuatoad incassare i loro consueti sol-di, i treni sono arrivati, come alsolito in ritardo, e la vita il giornodopo è continuata come al soli-to. Ormai tutto ciò è seppellitosotto la coltre spessa della me-moria che il tempo rapidamenteoffusca e un nuovo mostro devesorgere all’orizzonte a turbare lenostri notti insonni. No, non è laGDV o il cesareo sul Bulldog delsabato sera. È il Signor Euro che dovrebbefarci deflagrare sotto il peso deicentesimi, delle decine di mone-te tutte uguali, delle banconotesbiadite dove invece della Mon-tessori, di Volta e di Caravaggiosi fa ampio spreco di ponti e dimonumenti artistici. Ho portatoun minikit di salvataggio a miopadre (84 anni). Mi ha mandato a quel paese,assicurandomi che lui fra cente-simi e decimi ci aveva sguazza-to una vita e che non aveva tem-po da perdere: “Fuori dalle sca-tole, te e l’Euro, che devo regi-strare l’Otello con Domingo”. Eio che avevo paura per gli an-ziani. State attenti ragazzi. Sa-ranno loro, i nostri vecchi, a fre-garci quando giocheremo atombola per la Befana.A pochi giorni dalla fine dell’an-no le liste telematiche si sonoanimate e un fremito le ha per-corse. “Aiuto: ci ho pensato soloadesso. Se arrotondo all’insù ilcliente si incazza, se arrotondoall’ingiù ci smeno dei soldi. Chefaccio?” Ma non potevi pensarciprima, caro collega e magari al-zare un filo il tariffario? E su, nonfasciamoci la testa prima che

sia rotta, anche perché a rompe-re la testa di un veterinario civuole un oggetto molto contun-dente. Per quel che mi riguarda il miocomportamento sarà lineare e

farò quello che faccio ogni annonuovo. Visto che l’arrivo dell’Eu-ro, più che spaventarmi, mi hacostretto ad ulteriori spese faròlievitare un tantino il tariffario,come del resto tutti gli anni. Vi-

sto che farmaci, fili, telefono,energia elettrica, spese condo-miniali e via discorrendo tutti glianni aumentano, non vedo qua-le sia la vergogna nell’aumenta-re parcelle che definire da pro-

Mamma l’Euro!di Oscar Grazioli

Medico Veterinario, Reggio Emilia

fessionisti è semplicemente co-raggioso. Chissà se avvocati e notai sistanno arrovellando sulle nostremedesime ambasce. Buone feste a tutti. ■

L ’ O P I N I O N E

Page 25: Professione Veterinaria, Anno 2001, Nr 12

“Da Oriente a Occidente in ogni punto è divisione”

L. Da Vinci

“Veterinaria” e politica

Al direttore Dr. Carlo Scotti. Ti scrivo per esprimerti il mio pensie-ro riguardo a quanto ho letto sulla ri-vista “Veterinaria”, dove non esisteuno spazio per i lettori, perciò speroche questi miei pensieri possanotrovare posto qui, ed essere spuntoper un dibattito. Mi riferisco all’editoriale “God blessAmerica” scritto dal Prof. ClaudioPeruccio, apparso come editorialesu “Veterinaria” di ottobre. L’ovvia premessa è quella di concor-dare con lui riguardo alla condannadegli atti terroristici dell’11 settem-bre, come d’altronde hanno già fat-to tutti, compresa la maggior partedei paesi islamici, perfino Gheddafi! Mi spaventa che una rivista della as-sociazione della quale sono socioda molti anni, scriva che con rinno-vato impegno dobbiamo sosteneree difendere i valori della nostra civiltàe disporci a lottare con tutti i mezzicontro i loro nemici ma anche con-tro i tanti denigratori che ci sono vi-cino, che contestano il primato dellanostra cultura. Ora, sono rimasto perplesso propriodal fatto che sia la nostra cultura aprimeggiare su tutte le altre. Intanto,chi siamo noi per poterci mettere inprima posizione e dall’alto guardaretutti gli altri come esseri culturalmen-te inferiori? Credo che ad esempio ipellerossa d’America, od i popoli deltibet, o gli antichi egizi perfino, sipossano definire culture diverse dal-la nostra, ma non per questo inferio-ri o superiori in senso lato. La libertà, i diritti umani, il valore del-la vita, sono i valori riportati per cui lanostra civiltà avrebbe il diritto di pri-meggiare su qualunque altra, pur-troppo non mi sembra che comeoccidentali siamo dei gran paladinidi questi valori. La libertà ed i diritti umani dei popolidiversi da noi sono spesso messi daparte a causa degli interessi che lenostre multinazionali occidentali col-tivano nei paesi in via di sviluppo. Il valore della vita, che ciascuno met-te in gran conto pensando alla pro-pria, viene dalla nostra società mol-to spesso ridicolizzato, come nel ca-so dell’inquinamento ambientale,che per il benessere dei ricchi di og-gi riempie di sostanze nocive la terradi tutti e delle generazioni future. Pernon parlare delle vite di migliaia dinostri concittadini occidentali chevengono stroncate ancora nel grem-bo materno perché non desiderati. Forse ripensando ad altre culture,magari tecnologicamente menoavanzate, rivediamo una coerenzamaggiore con i valori anzidetti, ed ilprimato della nostra cultura lo vedovacillare parecchio. Credo che il bene ed il male nonstiano tutti da una parte o dall’altracome nei bellissimi film di Walt Dy-sney, ma la realtà sia molto più va-riegata, e molto più faticosa da af-frontare. Certo, può essere moltopiù facile porsi come gli unici giusti acombattere i malvagi, piuttosto checercare faticosamente di averecomprensione verso gli altri, cosìtanto a livello personale quanto fra

popoli. Credo pertanto che sia giu-sto fermare gli organizzatori di attiterroristici, senza per questo farneuna lotta fra culture, ammirandoprofondamente l’islam non integrali-sta. Peraltro il governo americanoper primo con grande saggezza havoluto evitare che si innescasse unaguerra fra culture. Perciò prego perché ci sia una pacegiusta, e non me la sento di lottarecon tutti i mezzi contro coloro checontestano il primato della nostracultura. God bless the world!

Lettera firmata

Dall’editoriale di Claudio Peruccio,pubblicato sull’ultimo numero di VE-TERINARIA, è nata un’accesa di-scussione. La lettera sopra ne è unesempio. Nel suo editoriale, Peruc-cio esprimeva una posizione perso-nale sui fatti d’attualità, partendodalla considerazione che la medicinaveterinaria italiana abbia un grandedebito di riconoscenza verso gliUSA. Al di là dell’opportunità o me-no della sua sede, questo testo hasviluppato in vetlink un confrontoche, se si fosse mantenuto su un li-vello di correttezza e di rispetto fraColleghi, senza accuse ed insulti re-ciproci, sarebbe stato interessante eforse utile. Inoltre, l’Editoriale in que-stione può aver assunto contenuti orisvolti politici, ma non certo finalitàpolitiche. Il veterinario sia come pro-fessionista che cittadino vive unarealtà non soltanto professionale. Ri-teniamo pertanto che uno scambiodi opinioni su tematiche che comun-que lo coinvolgono non sia sbaglia-to, ma anzi possa essere un mo-mento di confronto e di crescita pertutta la categoriaVolente o no, la nostra professione ècostretta a confrontarsi con proble-mi di politica nazionale e internazio-nale che influiscono sulla nostra atti-vità professionale oltre che sulla no-stra vita quotidiana. Ogni giorno, lenostre associazioni si confrontano osi scontrano con organismi politici odi partito, sia italiani che internazio-nali, per sostenere esigenze e riven-dicazioni Non crediamo che la difficoltà di

mantenere i toni di una discussionein termini sempre civili e rispettosidebba per forza di cose escluderecerti temi dal confronto aperto nellavetlink. Non dimentichiamo infineche i Colleghi che non desideranopartecipare a questi dibattiti, e nep-pure leggere gli interventi che nonrientrano in modo diretto su temati-che strettamente professionali, pos-sono escluderli e cancellarli in un at-timo dopo averli individuati leggen-done il subject.

Carlo Scotti

Il sognoproibito

Caro Direttore,rispondo all’articolo “Il sogno proibi-to” apparso su Professione Veteri-naria n° 10 2001Sono un veterinario libero professio-nista del Sud Italia collaboro in rap-porto di convenzione con l’azienda

Sanitaria locale della mia provinciarivesto la carica di Vicepresidente al-l’interno del mio Ordine sono statoeletto delegato Enpav della mia pro-vincia.Non mi sento assolutamente unamosca bianca anche se queste co-se cozzano enormemente con ladescrizione fatta del veterinario delSud Italia da voi esposta in quell’ar-ticolo, e non credo che sia difficile in-dividuare dei liberi professionisti ca-paci di promuovere le proprie ideeed esigenze, sicuramente diverse daquelle dei Pubblici. Basta solo indivi-duarli e motivarli.Non so ancora se farò il libero pro-fessionista a vita (anche se i presup-posti mi sembrano tali) eppure nonho paura di assumere posizioni diconfronto o contrasto con i veterina-ri pubblici, né tanto meno a pro-muovere idee atte alla risoluzione deiproblemi (Rifiuti Speciali Tariffari,Deontologia) che la libera professio-ne ci presenta.Sicuramente se aveste contattato ilreferente di una provincia del sud di-versa, l’articolo scritto dalla vostraredazione avrebbe avuto un’altrapiega.

Mario Bruno

Caro Bruno,la tua lettera mi ha fatto molto pia-

cere sia perché esprime orgoglioverso la nostra professione sia per-ché evidenzia la voglia di impegnarsiper farla crescere non solo scientifi-camente, gli incarichi che ricopri loevidenziano pienamente. Ti assicuroche sono pochi, e permettimi dimettermi fra questi, che sono dispo-sti ad impegnarsi seriamente nelsettore professionale perché que-sto, a differenza di quello scientifico,ti fa perdere molto tempo senza of-frirti possibilità di crescita economi-ca. Essere referee di un settorescientifico, con tutto il rispetto perquesti colleghi, significa sviluppare ilproprio lavoro, esserlo per l’ENPAV,per i rifiuti, per la distribuzione delfarmaco, ecc. non solo non ti fa au-mentare il reddito ma spesso devisopportare critiche e malumori daparte dei colleghi.Il corsivo a cui fai riferimento, ovvia-mente, non era rivolto a te e neppu-re ai tanti che si impegnano per lanostra professione e non volevaneppure essere una critica verso co-loro che operano diversamente. Erauna semplice constatazione di unasituazione che non coinvolge soltan-to il sud e che deriva purtroppo dal-la pesante disoccupazione o sot-tooccupazione presente nel nostrosettore e per la quale l’ANMVI si stabattendo fortemente a tutti i livelliscontrandosi anche duramente ver-so un mondo universitario che sem-bra essere sempre sordo e lontanodalle nostre richieste. Sfornare oggicirca 800 laureati all’anno significacreare soltanto nuovi disoccupati.Capisco pertanto che per molti col-leghi, soprattutto giovani, la sanitàpubblica possa essere un grandemiraggio anche perché la trasforma-zione qualitativa che ha subito negliultimi anni la rende ancora più inte-ressante anche da un punto di vistaprofessionale e non solo economi-co. La certezza di un buon stipendio

rispetto ai rischi ed agli investimentidella libera professione non può es-sere certamente sottovalutata il pro-blema è che anche questo settoreha ormai chiuso le porte ed è sem-pre più difficile entrarci.I dati rilevati dal Ministero delle Fi-nanze sul nostro settore sono vera-mente preoccupanti sulle possibilitàdi reddito di studi ed ambulatori ve-terinari sempre più numerosi. Il cor-sivo quindi non voleva esprimere cri-tiche ma soltanto grande preoccu-pazione per il futuro della nostra pro-fessione.Un caro saluto con l’augurio che tupossa proseguire con lo stesso en-tusiasmo e lo stesso impegno.

Carlo Scotti

Esami di StatoQuali sono i requisiti minimi perprendere parte, in qualità di membroeffettivo, alle commissioni di esameper l’abilitazione all’esercizio profes-sionale di medico-veterinario? Inparticolare:1. È condizione imprescindibile es-sere medici veterinari o basta esse-re cultori delle materie oggetto diesame? 2. È necessario essere iscritti all’alboprofessionale o basta la sola abilita-zione professionale? 3. Sono presenti “sperequazioni” trai membri docenti universitari ed imembri “esterni”? Se sì, quali? 4. Quali sono i riferimenti normativi?In attesa di un Vostro cortese ri-scontro, ringrazio e porgo cordialisaluti.

Maurizio Manera

Caro collega, Sicuramente la questione in uncerto senso si “trascina”, legata atutto il problema della riforma degliOrdini e dell’accesso alla profes-sione. A mio modo di vedere l’esame do-vrebbe essere condotto principal-

mente da chi la professione la vivequotidianamente, ed è obiettivodell’ANMVI far si che vi sia un mo-do diverso di effettuare il tirocinio econseguente esame. Sicuramente è un discorso com-plesso, ed il risultato non sarà im-mediato. Attualmente la materia ènormata dalla legge 8.12.56 n°1378, relativo regolamento e succ.modifiche. Prevede che per i vet. il Min. del-l’Università nomina i presidenti dicommissione tra i docenti degliatenei sede di esame, i commissa-ri (11) vengono prescelti fra undiciterne di nomi proposti dagli Ordini,di concerto con le Facoltà, di cuiperò la maggioranza sono sceltitra docenti a vario titolo (senza chenecessariamente siano veterinari).Possono esserci poi altre figure, tracui direttori di Zooprofilattici, diret-tori di Macello, funzionari del Mini-stero della Salute, ufficiali veterina-ri, ed infine “professionisti iscritti al-l’Albo con non meno di quindicianni di lodevole esercizio profes-sionale”. Cerchiamo di renderlo più ade-guato alla realtà professionale,anche se non sarà un percorsofacile.

Paolo Bossi, Vice Presidente ANMVI

PROFESSIONE VETERINARIA 12/2001 25L E T T E R E A L D I R E T T O R E @

“Per un codice degli animali”Commenti sulla normativa vigente

Giuffrè Editore 2001Il libro a cura di Anna Mannucci e M.C. Tallachini

è una eccellente “summa” della legislazione per quanto riguarda

i diritti degli animali.Larga parte è dedicata alla vivisezione,

con notevoli contributi di filosofi, studiosi di etica e veterinari.

Page 26: Professione Veterinaria, Anno 2001, Nr 12

S iamo finalmente a dare no-tizie riguardanti il corso

G.I.A.C. per Istruttori di cani dacompagnia. Ci scusiamo per il ri-tardo ma volevamo essere certiche tutto andasse per il meglio.Ad oggi, avendo all’attivo quindicigiornate di lezioni, possiamo farele prime considerazioni.

Come nasce il GIAC?Da molto tempo Luigi Rimoldi edAldo La spina accarezzavano l’i-dea di creare una scuola qualifi-cata per Istruttori dall’impronta“gentile”. A loro giudizio era ora dirimuovere la vecchia cultura del-l’improvvisazione e del “te lo si-stemo io in breve tempo”.Parlandone con il dott. Aldo Vezzo-ni e con il dott. Maurizio Pasinatoapprofondirono l’idea e venne dataloro l’opportunità di conoscere ildott. Roberto Marchesini, il qualediede loro credibilità e contribuì aperfezionare l’iniziativa.Dopo un anno di riflessioni e pro-getti nel 1998, grazie all’interven-to ed alla volontà della dirigenzaS.C.I.V.A.C., nacque, in seno allaS.I.S.C.A. il Gruppo InterattivoAnimali da Compagnia con l’im-pegno di offrire ai Medici veterina-ri un supporto pratico per quantoconcerne “l’educazione del caneda compagnia”.

La SISCA stessa è preposta a vi-gilare sulla correttezza scientificadei protocolli operativi e sui per-corsi formativi dei futuri istruttori.Essa, inoltre, garantisce ai suoiiscritti ed ai membri tutti della SCI-VAC l’affidabilità deontologica ditutti gli associati GIAC.Il comitato del GIAC è costituitodai seguenti membri:

n° 3 membri IstruttoriAldo La Spina Luigi Rimoldi Ivano Vitalini

n° 3 membri VeterinariDott. Corrado SgarbiDott. Roberto Marchesini Dott. Gaspare Petrantoni

ObiettiviI principali obiettivi del GIAC so-no:• Interagire con gli animali da

compagnia attraverso metodo-

logie assolutamente non coer-citive basate invece sull’attiva-zione mentale e sulle nuove li-nee scientifiche dettate dal co-gnitivismo, nel pieno rispettodell’animale e del suo proprie-tario.

• Istituire un Registro professio-nale di Istruttori di cani dacompagnia le cui capacità, se-rietà ed esperienza siano stateaccuratamente esaminate evalutate, al quale i medici vete-rinari possano fare riferimentoper indirizzare i loro clienti eper coadiuvare la messa in at-to delle terapie comportamen-tali, laddove lo ritenessero ne-cessario.

• Sensibilizzare i proprietari deicani da compagnia su argo-menti fondamentali quali: edu-cazione, socializzazione pre-coce, benessere psicofisico…

• Creare nuove opportunità di la-voro qualificato.

Che cosa rende questo corsounico e diverso da tutti gli altri?• L’approccio scientifico alla pro-

fessione dettato da una profon-da conoscenza dell’etologia,della zooantropologia, dellapsicologia, del cognitivismo edelle neuroscienze. A riguardoun ringraziamento particolare èdi dovere: a Roberto Marchesi-ni.

• L’accesso alla selezione al cor-so dei candidati unicamente seaccompagnati dalla referenzadel Medico veterinario.

• Il rigoroso codice deontologicoche regola l’operato degliIstruttori nei confronti dell’ani-male e del proprietario.

• La durata del corso che per-mette ai candidati di maturareculturalmente e tecnicamente.

• Il periodo di tirocinio necessa-rio prima dell’abilitazione.

• La preparazione specifica de-gli Istruttori rivolta al cane dacompagnia e alle nuove esi-genze ad esso connesse.

Formazione professionaleIl corso di formazione professio-nale per Istruttori di Animali daCompagnia, conferisce una quali-fica di base. Ad essa possono se-guire ulteriori qualifiche che si ot-terranno attraverso una serie dicorsi mirati.In particolare, le specializzazionisi articolano in:• classi per cuccioli• preparatore per “Dog Sitter”• domicilio• per proprietari di animali han-

dicappati (ciechi, sordi,....)• per allevatori, club di razza• per proprietari in pre-agonisti-

ca • per diventare Commissario

d’Accesso• per attività o terapie assistite

con cani sociali• per altre...tuttora al vaglio della

commissione tecnica

I docentiI principali docenti del corso sono:

Roberto Mar-chesini: laurea-to in medicinaveterinaria, scrit-tore e saggista,autore di moltis-simi studi, artico-li e libri che ri-

guardano gli aspetti pedagogici ezooantropologioci del rapportouomo-animale. Autore anche distudi all’avanguardia su temi dibioetica, ha prestato la sua con-sulenza in molte parti d’Italia suprogetti di animali in città. È inoltrecoordinatore di molte iniziative na-zionali su temi zooantropologociapplicati alla didattica. Da annitiene docenze e collabora con pe-riodici. È infine presidente nazio-nale del Centro Studi sulla bioeti-ca e pedagogia della comples-sità.

Luigi Rimoldi:da più di quindi-ci anni fa partedel mondo dellacinofilia in qua-lità di professio-nista. Specializ-zatosi presso la

S.S.C.K. Società svizzera canida Catastrofe. Ha partecipato alSimposio mondiale del 1993 percani da soccorso tenutosi aStoccolma. È Presidente e Diret-tore della scuola per cani da ri-cerca di Cremona. Quotidiana-

mente tiene corsi di educazioneper cani e proprietari. È, inoltre,l’organizzatore di incontri nazio-nali ed internazionali finalizzati ascambi tecnico-culturali nell’am-bito della cinofilia. Si è occupato del 1° programmanazionale per cani da destinare apersone audiolese. Ha partecipa-to attivamente ad un programmadi T.A.A. presso la comunità perdisabili “Orizzonte” di Cremona,in qualità di educare del cane de-stinato al compito. Tiene corsi dieducazione di base per cani ap-partenenti a persone non vedentie non udenti (non cani guida).

Aldo la Spina:cultura universi-taria, unicomembro in Italiadelle prestigioseA.P.B.C.(Asso-ciation of PetBehaviour Con-

sellours) ed A.P.D.T. UK (Associa-tion of Pet Dog Trainers). Istrutto-re, inoltre, di cani da assistenza(per audiolesi) e “pet-partner”certificato Delta Society con qua-lifica per visitare con il proprio ca-ne pazienti con handicap psicofi-sico. Da anni collabora con diver-se riviste in qualità di consulentetecnico e tiene docenze e confe-renze in tutta Italia (Università diMilano, Istituto zooprofilatticoSperimentale di Teramo…).Titolare inoltre del Centro CinofiloEuropeo di Milano.

Lo staffA coadiuvare i docenti nelle eser-

citazioni pratiche, nella gestionedei corsisti e dei loro cani settequalificati Istruttori di cani dacompagnia: Cristina Bordoni: Istruttore cani dacompagnia (TORINO) Nazzareno Capitanio: Istruttorecani da compagnia (TERAMO)Daniela Panozzo: Istruttore canida compagnia (BERGAMO)Luca Spennacchio: Istruttore canida compagnia (BERGAMO) Angelo Vaira: Istruttore cani dacompagnia (BERGAMO) Ivano Vitalini: Istruttore cani dacompagnia (MONZA)Alessandra Maltese: Istruttore ca-ni da compagnia (NAPOLI)

Attuale locazione del corsoAd oggi il corso si svolge pressola struttura agrituristica “Dei Bru-der”, località Palazzago, nei pres-si di Bergamo.

1.06.2001 …si comincia il primocorso G.I.A.C. per Istruttori dicani da compagnia

Dopo svariati incontri, finalmenteil primo corso ha inizio il primogiugno 2001 con una selezionedei numerosi partecipanti pressola sede della SCIVAC, PalazzoTrecchi, Cremona.Non tutti, a causa del numero li-mitato di posti hanno potuto es-sere inseriti in questo primo cor-so. Almeno una ventina di loro,comunque, per vari problemipersonali hanno fatto richiestaper poter partecipare al secondocorso che inizierà ad aprile/mag-gio 2002.

PROFESSIONE VETERINARIA 12/200126D A L L E A S S O C I A Z I O N I

...... Gruppo interattivo animali da compagnia G.I.A.C. di Cristina Bordoni

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Page 27: Professione Veterinaria, Anno 2001, Nr 12

XL Convegnonazionale WPSAItaliana“BROILER, ASPETTI E

PROBLEMATICHE DI UNA

CRESCITA SEMPRE PIÙ

RAPIDA”Forlì, CCIAA, 21 febbraio 2002

“Broiler, aspetti e problematichedi una crescita sempre più rapi-da” è il tema del 40° Convegnonazionale che l’AssociazioneScientifica di Avicoltura, Sezioneitaliana della WPSA, organizzeràcon la Camera di Commercio diForlì-Cesena il 21 febbraio 2002.La scelta di una tematica così at-tuale è la risposta alle tante do-mande che stanno caratterizzan-do l’attuale momento, uno fra i piùdifficili degli ultimi cinquanta anniper la nostra avicoltura.I numerosi interrogativi a cui ilConvegno dovrà dare delle rispo-ste spaziano dalla costante con-centrazione delle case di selezio-ne alla “globalizzazione” degliibridi commerciali con evidente ri-duzione della biodiversità, ma so-prattutto dovrà essere verificato ilruolo della selezione genetica infunzione delle mutate esigenzedell’attuale consumatore, semprepiù esigente in relazione ai nuovistili di vita e sempre più attento al-la propria salute. Il Convegno sarà anche l’occa-sione per celebrare i quarantaanni della fondazione dell’Asso-ciazione con una breve cerimo-nia durante la quale saranno an-che consegnate ad enti e perso-ne alcune targhe e pergamenequale attestato di riconoscenza eringraziamento per il contributodagli stessi fornito alla nascita,allo sviluppo e crescita della mo-derna avicoltura italiana. Il pro-gramma della giornata è qui diseguito riassunto:9.30 Cerimonia per i 40 anni di at-

tività della WPSA Italiana

10.10 S. Mazzi - Saluto ai parteci-

panti al Convegno

L.G. Cavalchino - Apertura

dei lavori

10.20 S. Mignon Grasseau - Le

conseguenze della selezione

sulla curva di crescita e sulla

qualità della carne

10.50 R. Mc. Deviti - Fisiologia e fi-

siopatologia di un soggetto

ad elevato “rischio genetico”

11.20 Discussione

11.50 D. Gallazzi - Disordini meta-

bolici e relative problemati-

che dell’allevamento intensi-

vo

12.30 Discussione

Pausa pranzo

14.30 F. Calini - Alimentazione del

broiler, ieri, oggi e domani

15.30 Discussione

16.00 Conclusioni e chiusura del

Convegno

Per ulteriori informazioni:Prof. Paolo Pignatelli, SegretarioWPSA ItalianaIstituto di Zootecnica, Fac. Med.Veterinaria Via Caloria, 10 - 20133Milano tel. 02/58358028

Corso base sulcontrollo delladisplasiadell’anca e delgomito nel caneGrazie al successo riscossoquest’anno, la FSA organizzaper il 2002 numerosi incontri intutt’Italia per il controllo della di-splasia dell’anca e del gomitonel cane.Il Corso si propone di fornire aimedici veterinari una competen-za scientifica per inserirsi al me-glio nel sistema di controllo delladisplasia dell’anca e del gomitonel cane e aumentare le proprieconoscenze su queste patolo-gie.Ricordiamo che l’iscrizione com-prende: partecipazione al corso,appunti con i testi delle relazioni,goniometro per la misurazionedell’angolo di Norberg, attestatodi frequenza e coffee break e lightlunch offerti.Di seguito riportiamo le date del1° semestre 2002:13 gennaio - Sheraton Bologna -Via dell’Aereoporto 34/36 - Bolo-gna10 febbraio - Fast - Centro Con-gressi -P.le Ridolfo Moranti 2 - Mi-lano10 marzo - San Paolo Palace - ViaMessina Marine, 91 - Palermo14 aprile - Napoli5 maggio - Roma9 giugno - Gran Hotel Ambascia-tori - Via Omodeo Adolfo, 51 - Bari

Per informazioni rivolgersi a:Segreteria FSA Tel. 0372/40.35.11 email: [email protected]

CircoloVeterinarioMilanese

RELATORE: Bernard ClercProf. di oftalmologia all’ Ecole Na-

tionale Veterinaire di Alfort, Parigi

PROGRAMMASABATO 9 febbraio 2002

(9 - 12 / 14 - 17):Semiologia, oftalmologia

e condotta da tenere

• L’occhio rosso. Diagnosticadifferenziale.

• L’occhio secco (K.C.S.).• Esoftalmia e buftalmia.• L’occhio che piange.• Le secrezioni lacrimali anorma-

li. Le infezioni oculari.• I disturbi visivi.

SABATO 9 MARZO 2002 (9 - 12 / 14 - 17):

• Le congiuntiviti.• La chirurgia delle palpebre

(entropion, ectropion, tumori).• Patologie della membrana nitti-

tante.• Urgenze oculari nella pratica

veterinaria: urgenze mediche eurgenze chirurgiche.

SABATO 11 MAGGIO 2002(9 - 12 / 14 - 17)

• La cornea.• Le risposte patologiche ele-

mentari della cornea: reazioneinfiammatoria, reazione cicatri-ziale, reazione immunitaria.

• Le infiammazioni della cornea.• Distrofia e degenerazione cor-

neale.• Le ulcere corneali.• Chirurgia della cornea.

COSTO DEL CORSO:155 € da versare sul C/C n°14507, intestato al Circolo Veteri-nario Milanese, ABI 1005, CAB1615, presso la banca BNL ag. 15- Piazza Napoli 15, 20146 Milano.ISCRIZIONI:Riservate ai soci del C.V.M. (l’i-scrizione al circolo è gratuita epuò essere effettuata in sede dicorso). Il numero di posti è limi-tato a 100. Le iscrizioni al corso sieffettuano entro il 30/1/2002 in-viando per fax al numero02/29403722 il modulo d’iscri-zione e la ricevuta del bonificobancario. Al termine del corsosarà rilasciato un attestato di fre-quenza.

SEDE DEL CORSO:STAR HOTEL TOURIST Viale Fulvio Testi 300, Milano.

PER INFORMAZIONI:Ordine dei Medici Veterinari di Mi-lano: 02/29400945, Ordine deiMedici Veterinari di Como:031/304949, Sito Internet:www.cvm-online.it

CircoloVeterinarioBolognese(federato A.N.M.V.I.)

Domenica 10 Febbraio 2002 ore 9

“Quando richiedereun’ecografia: seminario di

ecografia clinica conesercitazioni pratiche”

relatore: Dott. Giuseppe Rubini,medico veterinario libero

professionista

Novotel, via Villanova 21, Villanova di Castenaso - Bologna

Con il Patrocinio dell’Ordine deiMedici Veterinari della Provincia

di Bologna

In collaborazione con: C.K. Medical e Veter-zoo

Programma:ore 9 Registrazione ore 9.15 Vomito (1a parte) ore 10.15 pausa ore 10.45 Vomito (2a parte), Polifa-

gia ore 11.45 pausa ore 12 Distensione addominale,

Poliuria - Polidipsia ore 13 pausa ore 14.30 Dolore addominale,

Ematuria ore 15 Prove pratiche

Numero massimo di iscritti 45,di cui 25 soci e 20 non soci.Gratuito per i soci C.V.B.Non soci Circolo Veterinario Bo-lognese: € 52.Inviare la domanda di iscrizioneper fax entro il 1° febbraio 2002a: Segreteria C.V.B. - Dott. S. Pol-lastri, via Giambologna 5/b,40138 Bologna o al fax n.ro 05163131558 allegando copia delversamento dell’iscrizione sul n.ro di c.c.p. 26810408. Per l’accettazione dell’iscrizionefarà fede la data del timbro posta-le o la data del fax. Non saranno considerate le do-mande senza allegata copia delversamento di iscrizione.Indicare con chiarezza: nome, co-gnome, indirizzo, recapito telefo-nico, codice fiscale e partita IVA.Le domande non accettate ver-ranno rimborsate mediante asse-gno.Per ulteriori informazioni e per ri-cevere il programma, telefonare ain.ri: 051 367968 - 051 538376

Società Italianadi Medicina

Veterinaria nonConvenzionale

Si comunica che a seguito dei cam-biamenti avvenuti in tutti i Gruppi diStudio SCIVAC si è costituita la SO-CIETÀ ITALIANA DI MEDICINA VE-TERINARIA NON CONVENZIONA-LE. Le votazioni avvenute il 14 otto-bre scorso hanno eletto il suo Consi-glio Direttivo che risulta costituito da:dr. Roberto Orsi (presidente), dr.Francesco Longo (vice-presidente),dr.ssa Barbara Rigamonti (segreta-rio). Il programma del 2002 dellaSIMVeNCo prevede due seminari diintroduzione all'Omeopatia Veterina-ria (Cremona 9-10 febbraio) ed all'A-gopuntura Veterinaria (Cremona 30novembre-1 dicembre); tali seminariverranno replicati anche a Perugia indata da stabilire. Inoltre domenica 7aprile si terrà un incontro a Cremonadegli iscritti alla Società.

Seminario su "Introduzioneall'Omeopatia Veterinaria",

sabato 9 febbraio (ore 15-19) edomenica 10 (ore 9-13 e 14-18).

Sede SCIVAC Palazzo Trecchi Cremona.

Relatori: dr. Andrea Brancalion, dr. Carlo Giulianelli, dr. Roberto Orsi,

dr.ssa Barbara Rigamonti.

Scopo di questo seminario è di pre-sentare una panoramica dell'Omeo-patia Veterinaria ai Colleghi che desi-derano iniziare a conoscerla, fornen-done gli elementi base e le prime ap-plicazioni pratiche. Gli argomentitrattati sono rivolti a cercare di dareuna risposta a queste domande:Che cos'è l'Omeopatia?Cosa sono i rimedi omeopatici?Che cos'è l'Omotossicologia?Come e quando iniziare ad applicarequeste terapie nella pratica clinica?

L'iscrizione è gratuita per i soci dellaSIMVeNCo. Informazioni presso la SegreteriaSCIVAC (0372 460440) o dr. R. Orsi(0572 476975).

PROFESSIONE VETERINARIA 12/2001 27D A L L E A S S O C I A Z I O N I

Nuovo Consiglio Direttivo della SocietàItaliana Sanità Pubblica Veterinaria:

Prof. Franco Pezza PresidenteDr. Andrea Belloli Vice presidenteDr. Carlo Rozzoni Segretario Dr. Francesco Lovaria TesoriereDr. Giovanni Comino ConsigliereDr. Stefano Marangon ConsigliereDr. Francesco Monge ConsigliereDr. Giorgio Rimoldi ConsigliereDr. Paolo Zambotto Consigliere

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E DEL GATTO.ATLANTE A COLORI

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Page 28: Professione Veterinaria, Anno 2001, Nr 12

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Tel 333/2776201 338/8671860

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Equality Srl - Via IV Novembre54, 20019 Settimo Milanese,specificando l’assenso al trat-tamento dei dati personali.

• Cercasi collaboratore per am-bulatorio in provincia di Milano.Contattare Dr. Alessandro Gal-lotti Tel 02/5398924 02/531874 0331/559262

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010/5962518 E-mail betservi-

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nario/a per sostituzioni. Per

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Cari Col leghi,

circa due mesi fa Vi invitai, tramite un annuncio apparso su questa rivista, a chiedere informazioni ea partecipare ad un importante progetto riservato a Voi, liberi professionisti.Oggi, Vi ringrazio perché numerosi sono stati i contatti , elevato l’ interesse, e parecchi ci hanno di-mostrato la loro fiducia aderendo tempestivamente o comunque diventando cliente.

A questi un doveroso grazie!

Ai miei Colleghi che nutrono ancora dubbi ricordo che sono 10 le buone ragioni per scegliere COVEL ITALIA e far parte di questo innovativo prog-etto:

1) Covel Italia è una Società specializzata nella distribuzione di farmaci, materiali e attrezzature aduso veterinario.

2) Covel Italia beneficia del “savoir faire” e dell’esperienza di 25 anni di lavoro della casa madrefrancese, la più grande società di distribuzione di farmaci, materiale e attrezzature veterinarie in Eu-ropa, appartenente a 3500 Veterinari liberi professionisti.

3 ) Covel Italia appartiene a Veterinari liberi professionisti, numerosi sono quelli Italiani che hannoconfermato la propria partecipazione.

4 ) Covel Italia è gestita con la collaborazione di Veterinari Liberi Professionisti che Vi conoscono eche conoscono le Vostre necessità.

5) Covel Italia lavora con i suoi Clienti Veterinari in tutta trasparenza, nel pieno rispetto della legis-lazione italiana.

6 ) Covel Italia Vi aiuta a mettere in pratica la dispensazione del farmaco in casi d’urgenza, così comeautorizzato dal decreto 306.

7) Covel Italia Vi consiglia per i Vostri acquisti di materiale e attrezzatura.

8) Covel Italia con i suoi prodotti e servizi adatti ai Vostri bisogni, Vi permette di sviluppare più ve-locemente le Vostre attività professionali.

9) Covel Italia riserva ai soci condizioni economiche vantaggiose.

10) Covel Italia , infine, partecipa attivamente alla difesa degli interessi economici dei Veterinari nel-la “ascesa” verso l’Europa.

A nome mio, di tutta l’equipe Covel Italia e del Gruppo Alcyon porgo ai Soci e a tutti i Clienti i miglioriauguri di buone feste e di felice anno nuovo.

Arrivederci a presto!

Marc HelfreMedico veterinario

Page 29: Professione Veterinaria, Anno 2001, Nr 12

IOVA: simposiosull’artrosi delcaneLa sessione finale del simposio sul-l’artrosi del cane dello scorso mar-zo1 è divenuta oggetto dell’ultimonumero di Innovation in VeterinaryMedicine. La rivista riporta, infatti,in maniera integrale, tutto ciò che èemerso nel corso della tavola ro-tonda, con cui si è concluso il terzoed ultimo giorno del simposio IO-VA.Da molti considerata la manifesta-zione più riuscita dell’intera iniziati-va, la roundtable ha rappresentatouna sinopsi ragionata dei temi trat-tati nell’arco delle precedenti gior-nate.Nei tre minuti a loro disposizione, irelatori hanno, infatti, saputo pro-porre i punti chiave dei loro rispetti-vi interventi, quei punti che sonospesso divenuti oggetto di dibattitoe/o commento da parte dei colle-ghi congressisti e degli ascoltatoriseduti in platea.Il “duello-dibattito” tra la farmacolo-ga texana Dawn Boothe ed il clini-co anglosassone David Bennett etra lo stesso Bennett ed il nostrochirurgo Aldo Vezzoni oggi non èpiù appannaggio dei soli parteci-panti, ma può essere “vissuto in dif-ferita” da chiunque fosse interessa-to.Il botta-e-risposta sui temi dell’ezio-logia, della clinica e della terapiadell’artrosi, che ha visto confrontar-si tra loro alcuni dei più prestigiosinomi dell’ortopedia internazionale,viene, infatti, trasferito nero su bian-co. Chi vuole “sedersi” alla tavoladell’artrosi, non ha che da richiede-re a IOVA (tel.049.898.73.19; e-mail: [email protected]) gli atti pubbli-cati sul numero 1(5) di Innovation inVeterinary Medicine.

1 IOVA International Symposium onCanine Osteoarthritis, Milano 2-4marzo 2001

Si dice “amoreper gli animali”e si scrive“Cucciamica!”Grazie alla creatività, all’ingegnoed alla sagacia imprenditoriale diquattro giovani di Firenze, è final-mente disponibile ed alla portata ditutti la soluzione ideale ad uno deiproblemi più frequenti che si pre-sentano a coloro che possiedonoun cane, ovvero gli innumerevoli edannosi divieti in cui ci si imbatte,con sempre maggiore frequenza,ogniqualvolta si decida di portare

con noi questi preziosi compagni.L’amore smisurato per loro da par-te di questi ragazzi è stato lo spro-ne giusto per sviluppare l’idea dicostruire una “Casa” da utilizzare inaree sia interne che esterne perquei locali o strutture dove di nor-ma non è consentito l’ingresso ainostri amici a quattro zampe.Il progetto, nato quasi per gioco etrasformatosi ben presto in una sfi-da affascinante, si è concretizzatoin un’interessante realtà imprendi-toriale, ed è con la realizzazionedel prototipo ed il deposito del bre-vetto che prende vita CUCCIAMI-CA. Dopo la fase iniziale di messa apunto del progetto su carta, si èpassati alla fase di realizzazionecon la costruzione del prototipo,che rispecchia in pieno le caratteri-stiche del prodotto di serie. A taleproposito A. Deiola, portavoce diquesta giovane Società ed incari-cato di curare la commercializza-zione, ci informa che è già pronta lapianificazione per la produzione in-dustriale su scala, e la diffusione sututto il territorio Italiano.L’aspetto della struttura è decisa-mente accattivante e ricorda inqualche modo quello delle “caset-te giocattolo”, ubicate nei parchiper bambini, con gli sportelli dellecucce ed il tetto di vari colori abbi-nabili fra loro; è composta da vari“alloggi” (fino a cinque per struttu-ra e di diverse misure a secondadella taglia del cane) in cui ospita-re nella massima sicurezza e co-modità il nostro fedele amico. Ogni cuccia (realizzata in materialicoibentati) è provvista di un siste-ma di canalizzazione che consenteil deflusso e la raccolta del materia-le organico; un sistema igienizzan-te ed un impianto di ventilazione eclimatizzazione ne completano ilprofilo.Il suo impiego è indicato per tutte lestrutture aperte al pubblico dove vi-ge il divieto di ingresso ai cani (su-permercati, grandi magazzini,ospedali, musei, uffici aperti alpubblico) nonché per i luoghi ched’abitudine sono a loro preclusi,per mancanza di strutture idonee odi lungimiranza di chi li gestisce(alberghi, villaggi turistici, stabili-menti balneari, camping, cinema,ristoranti, locali all’aperto, teatri, pa-lestre, etc.). È un’idea senza dubbio originale eper certi versi rivoluzionaria chepotrebbe cambiare in modo radi-cale e sensibile la maniera di vive-re il rapporto quotidiano con i nostriamici a quattro zampe, e nel con-tempo avere un notevole impattosociale.Se si pensa che solo in Italia si re-gistra la presenza 6.800.000 cani,ciò rappresenta il coinvolgimentodiretto di circa 14.000.000 di per-

sone, a cui una novità del generepuò senza dubbio dare benefici intermini di libertà di movimento e didisponibilità di tempo libero.L’esperienza che stanno vivendoquesti giovani imprenditori rappre-senta la testimonianza di come, daun’autentica passione e da un sin-cero affetto, in questo caso per glianimali, possano nascere e svilup-parsi altrettanto appassionati e va-lidi progetti imprenditoriali, che uni-scono all’interesse per gli “utenti fi-nali” di questo prodotto anche ladeterminazione e l’intraprendenza,necessarie a fare di un’idea astrat-ta un’attività concreta dalle enormipotenzialità commerciali.Basti pensare, in proposito, ai van-taggi ed al “feed-back” positivo, intermini d’immagine, che una dellestrutture già menzionate può rica-vare dall’adottare CUCCIAMICA,unitamente ai benefici commercialiderivanti dall’acquisizione di unanuova fascia di mercato. I notevoli sforzi imprenditoriali finqui attuati non impediscono co-munque, ai nostri giovani, di porta-re avanti il loro impegno nel proteg-gere e curare i cani meno “nobili” efortunati, purtroppo sempre più nu-merosi ogni estate che passa: in-fatti sono disposti a donare (allecase di riposo per anziani princi-palmente e a strutture idonee chene faranno richiesta) una CUCCIA-MICA ogni trenta commercializza-te, affinché vengano adottati caniprovenienti dai canili. È proprio ve-ro che un po’ di “cinofilia d’impre-sa” non guasta mai! Per informazioni visitate il sitowww.cucciamica.it

Cosequin TasteFinalmente anche in Italia è di-sponibile COSEQUIN TASTE, ilcodroprotettore per cani e gatticon la maggiore esperienza inter-nazionale e più utilizzato negliUsa.COSEQUIN TASTE, distribuito inesclusiva per l’Italia dall’IstitutoCandioli, è un supplemento nutri-zionale alimentare particolarmen-te indicato per cani e gatti conproblemi articolari conseguentiad accrescimento, età avanzata,obesità, predisposizione razzialea displasie ossee ed articolari, af-fezioni articolari post-traumatichee artrosiche, apportatore di so-stanze essenziali per un ottimalemantenimento delle cartilagini ar-ticolari, è indicato infatti per i casidi artrosi più grave.Ogni compressa di COSEQUINTASTE contiene i due principaliglicosaminoglicani presenti fisio-logicamente nella cartilagine arti-colare: il Condroitin solfato e laGlucosamina, in associazione aCollagene idrolizzato e VitaminaE. Il Condroitin solfato è un com-ponente fondamentale della ma-trice cartilaginea e, come ormaiconfermato da numerosi studi cli-nici effettuati sull’uomo e sugli ani-mali, è in grado di stimolare la sin-

tesi di proteoglicani e di inibire leattività cataboliche enzimaticheresponsabili della degradazionedella cartilagine articolare, che siinnescano in seguito a fenomeniartrosici o artritici. La glucosami-na, monosaccaride costituentedell’acido ialuronico, incrementala sintesi di glicosaminoglicani daparte delle cellule della cartilagi-ne, particolarmente rallentata neisoggetti anziani.Il suo impiego risulta assoluta-mente sicuro, privo di effetti colla-terali o controindicazioni anche incaso di trattamenti prolungati, inquanto i principi attivi sono di ori-gine assolutamente naturale e fi-siologicamente presenti nella car-tilagine articolare.L’elevato dosaggio di Condroitinsolfato e Glucosamina presenti inCOSEQUIN TASTE garantisceuna attività protettiva sulla cartila-gine articolare a pronta insorgen-za ed elevata durata.

Per mantenerein buona salutelo stomaco delcavalloLe lesioni della mucosa gastricasono un problema assai comunetanto nel cavallo adulto quanto nelpuledro. Il cavallo è molto sensibi-le a fattori stressanti quali cambi dialimentazione o alimentazione par-ticolarmente ricca in concentrati,allenamento o attività agonisticaparticolarmente intensi, situazioniambientali disagevoli, malattie eterapie farmacologiche, trasporti.Lo stress influisce negativamentesui meccanismi che regolano lacorretta funzionalità gastrica: ciòpuò determinare un aumento del-l’attività aggressiva dei succhi ga-strici ed una riduzione della prote-zione naturale della parete dellostomaco nei confronti di essi, conconseguenti danni all’integrità del-la mucosa e formazione di lesionipiù o meno gravi. Queste lesioni, aloro volta, possono influenzare ne-gativamente le condizioni e le pre-stazioni del cavallo, e causare unaserie di sintomi quali calo di rendi-mento, condizioni generali sca-denti, apatia, appetito ridotto, im-poverimento del mantello, colichericorrenti (specialmente dopo il pa-sto), diarrea e perdita di peso. Glistudi più recenti hanno dimostratocome la presenza di lesioni dellamucosa gastrica sia riscontrabilein una percentuale estremamenteelevata di soggetti, con differenzelegate all’età dell’animale ed alla

sua tipologia. Nel puledro fino ai 3mesi di età, il fenomeno colpiscedal 25 al 50% dei soggetti, conuna maggiore incidenza nei primi10 giorni di vita e durante il perio-do dello svezzamento. Nel cavalloadulto, il problema assume dimen-sioni ancora più ampie. Nei trotta-tori, ad esempio, oltre il 50% deisoggetti risultano colpiti. Nei caval-li da concorso la prevalenza si ag-gira tra il 40 ed il 60%, mentre tra igaloppatori purosangue il fenome-no arriva ad interessare dal 60 adoltre il 90% dei soggetti. La curadelle lesioni gastriche è perciò as-sai importante; altrettanto impor-tante è una corretta opera di pre-venzione, soprattutto nei soggetti arischio ed in quelli che abbiano giàavuto episodi risolti positivamente,data l’elevatissima percentuale direcidive che occorrono in brevetempo dopo l’interruzione anchedel trattamento più efficace. OggiBoehringer Ingelheim presentaPronutrin®, un bioregolatore dellefunzioni della mucosa gastrica delcavallo, che favorisce il ripristinodella normale integrità della muco-sa dello stomaco. Pronutrin® è abase di ApolectolTM, una combina-zione brevettata di sostanze natu-rali quali pectina, lecitina e glicero-lo. ApolectolTM esercita una azioneintegrata a livello dello stomaco:esso infatti diminuisce l’iperaciditàgastrica e rafforza le barriere natu-rali protettive della mucosa (mucogastrico a livello di mucosa ghian-dolare, e strato fosfolipidico idrore-pellente sull’epitelio squamoso),fornendo allo stomaco una doppiaprotezione naturale. Inoltre, Apo-lectolTM neutralizza gli acidi biliarieventualmente refluiti all’internodello stomaco, bloccandone il po-tenziale effetto gastrolesivo. Pronu-trin® è indicato nelle situazioni incui si accumulano fattori stressantiquali periodi di allenamento o atti-vità agonistica intensa, cambio dialimentazione o alimentazionemolto ricca in concentrati, traspor-to, malattie, terapie mediche o chi-rurgiche, svezzamento, conflitti al-l’interno del gruppo; ed al manife-starsi di calo di rendimento, scadi-mento delle condizioni generali edelle altre manifestazioni, sopra ri-cordate, riconducibili ad alterazio-ni della mucosa gastrica. Pronu-trin® si somministra in ragione di 50g ogni 100 kg di peso, suddivisi indue somministrazioni giornalierepreferibilmente mescolate all’ali-mento, utilizzando il dosatore con-tenuto nella confezione. La durataminima del trattamento è di 2 setti-mane. Affinché l’effetto desideratopossa instaurarsi pienamente, edal fine di prevenire ricadute, si con-siglia di continuare il trattamentoper altre 2 settimane, per un totaledi 4 settimane. Per un risultato piùefficace, se possibile, è opportunoassociare la somministrazione diPronutrin® alla riduzione dei fattoristressanti: una diminuzione delladose di concentrati, un incrementodella razione di fieno, la messa a ri-poso o al pascolo potranno sicura-mente contribuire ad un migliora-mento più rapido e duraturo del di-sturbo gastrico.

PROFESSIONE VETERINARIA 12/2001 29A T T U A L I T ÀA T T U A L I T ÀN O T I Z I E D A L L E A Z I E N D E

Page 30: Professione Veterinaria, Anno 2001, Nr 12

PROFESSIONE VETERINARIA 12/200130

La rivista è un mensile

specializzato rivolto a Medici

Veterinari e operatori del settore.

Direttore

Carlo Scotti

Direttore Responsabile

Antonio Manfredi

Comitato di Redazione

Pier Paolo BertagliaPaolo Bossi

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Capo Redattore

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- Filiale di Piacenzaa cura di Nacor di G. Manfredi,Bobbio - PC - tel 0523/936546

La rivista è gratuita per gli iscritti alleAssociazioni Federate ANMVI.

Per i non soci è disponibile al costo di lire 60.000 come contributo spese

di spedizione.Viene inoltre inviata gratuitamente ad Enti Pubblici, Università, Ordini,

ASL, Istituti Zooprofilattici e alleaziende di settore.

Chiuso in stampa il 2 gennaio 2002

PROFESSIONE VETERINARIA

Sarà ripropostoai soci

il corso avanzatodi neurologia

Il Corso Avanzato di Neurolo-gia in svolgimento nei giorni 4-7 dicembre 2001 verrà ripetutonei giorni 14-17 febbraio 2002.Il Corso è stato riprogrammatoa beneficio dei numerosi Colle-ghi che pur avendo presentatodomanda di partecipazionenon erano stati ammessi allafrequenza per esubero di do-mande.In aggiunta ai Colleghi esclusiche confermeranno la parteci-pazione al corso, altri posti sa-ranno resi disponibili, in basealle esigenze logistico-organiz-zative della didattica teorico-pratica. Chi fosse interessatoad inviare la propria domandadi iscrizione è pregato di contat-tare quanto prima la Segreteriaallo 0372/40.35.06. Il corso saràeffettuato al raggiungimento diun minimo di 32 partecipanti.

. . . ....

CORSO FSA CONTROLLO DELLA DISPLASIA DELL’ANCA E DEL GOMITO NEL CANE - BolognaSheraton Bologna - Via dell’Aereoporto, 34/36Per informazioni: Sara Cazzaniga - Segreteria FSA - Tel. 0372/403511 - email [email protected]

DELEGAZIONE REGIONALE SIVAR SARDEGNA CHIRURGIA DEL BOVINO - IPODERMOSI BOVINA. RISULTATI PRELIMINARI - RUOLO DEL VETERINARIO NELLAGESTIONE DELLA MANDRIA DA LATTE - Sassari - Facoltà di Medicina Veterinaria (Aula G. Manunta) h. 9.30 Relatori: Dr. Enrico Chiavassa, Prof. Antonio Scala, Dr. Giacomo TolasiPer informazioni: Paola Orioli - Segreteria SIVAR - Tel. 0372/403539 - email [email protected]

SCVI (ex Gruppo di Studio SCIVAC di Chirurgia) CremonaPer informazioni: Catia Arisi - Segreteria SCIVAC - Tel. 0372/403506 - email [email protected]

8° CONGRESSO SIVE MULTISALA BellariaPer informazioni: Ludovica Bellingeri - Segreteria SIVE - Tel. 0372/403502 - email [email protected]

SEMINARIO SCIVAC CITOLOGIA ESFOLIATIVA - Bari - Hotel Mercure Ville Romanazzi, Via G. Capruzzi 326Per informazioni: Paola Gambarotti - Segreteria SCIVAC - Tel. 0372/403508 - email [email protected]

CORSO SCIVAC CORSO DI EMATOLOGIA CLINICA - CremonaPer informazioni: Catia Arisi - Segreteria SCIVAC - Tel. 0372/403506 - email [email protected]

DELEGAZIONE REGIONALE SCIVAC LIGURIA PRONTO SOCCORSO - Liguria - Relatore: Dr. Fabio ViganòPer informazioni: Lara Zava - Segreteria SCIVAC - Tel. 0372/403541 - email [email protected]

CORSO SCIVAC CORSO DI ANESTESIA - CremonaPer informazioni: Catia Arisi - Segreteria SCIVAC - Tel. 0372/403506 - email [email protected]

SIMVENCO INTRODUZIONE ALL’OMEOPATIA VETERINARIA - Cremona(ex Gruppo di Studio di Medicina non Convenzionale) Per informazioni: Catia Arisi - Segreteria SCIVAC - Tel. 0372/403506 - email [email protected]

CORSO FSA CONTROLLO DELLA DISPLASIA DELL’ANCA E DEL GOMITO NEL CANEMilano - Fast Centro Congressi - Piazzale Rodolfo Morandi, 2Per informazioni: Sara Cazzaniga - Segreteria FSA - Tel. 0372/403511 - email [email protected]

DELEGAZIONE REGIONALE SCIVAC SICILIA SiciliaPer informazioni: Lara Zava - Segreteria SCIVAC - Tel. 0372/403541 - email [email protected]

SIARVET (ex Gruppo di Studio SCIVAC di Anestesia) CremonaPer informazioni: Catia Arisi - Segreteria SCIVAC - Tel. 0372/403506 - email [email protected]

SEMINARIO SCIVAC DIAGNOSTICA PER IMMAGINI DEL TORACE E DELL’ADDOMEVeneto - Relatori: Dr. Christoper Lamb (UK) e Dr. Giacomo GnudiPer informazioni: Paola Gambarotti - Segreteria SCIVAC - Tel. 0372/403508 - email [email protected]

DELEGAZIONE REGIONALE SCIVAC LAZIO LE LEISHMANIOSI NEL CANE, EHRLICHIOSI E RICKETTIOSI - LazioRelatore: Dr. Carlo Pizzirani

SIRVAC (ex Gruppo di Studio SCIVAC di Riproduzione) CremonaPer informazioni: Catia Arisi - Segreteria SCIVAC - Tel. 0372/403506 - email [email protected]

SIDEV CremonaPer informazioni: Catia Arisi - Segreteria SCIVAC - Tel. 0372/403506 - email [email protected]

CORSO SCIVAC CORSO DI ODONTOSTOMATOLOGIA - CremonaPer informazioni: Catia Arisi - Segreteria SCIVAC - Tel. 0372/403506 - email [email protected]

SISCA CremonaPer informazioni: Catia Arisi - Segreteria SCIVAC - Tel. 0372/403506 - email [email protected]

SIODOV (ex Gruppo di Studio SCIVAC di Odontostomatologia) 3/mar. DIAGNOSTICA PER IMMAGINI IN ODONTOIATRIA E CHIRURGIA MAXILLOFACCIALE - CremonaPer informazioni: Catia Arisi - Segreteria SCIVAC - Tel. 0372/403506 - email [email protected]

CONVEGNO NAZIONALE SIVAR MASTITI DA E. COLI - Fiera di Verona - Relatore: A. J. BradleyPer informazioni: Paola Orioli - Segreteria SIVAR - Tel. 0372/403539 - email [email protected]

CORSO SCIVAC CORSO SULLE VIE DI ACCESSO CHIRURGICHE E TECNICHE DI RIDUZIONE IN ORTOPEDIACremona - Per informazioni: Catia Arisi - Segreteria SCIVAC - Tel. 0372/403506 - email [email protected]

SIVAE PATOLOGIE DEI FRINGILLIDI, NOTE DI GESTIONE E PATOLOGIE DEGLI INSEPARABILI, NOTE DI GESTIONE E PRINCIPALI PATOLOGIE DEGLI ANATIDI, LA GESTIONE DELRAPACE TRAUMATIZZATO, NOTE DI CHIRURGIA ORTOPEDICA - Cremona - Per informazioni: Sara Cazzaniga - Segreteria SIVAE - Tel. 0372/403511 - email [email protected]

CORSO FSA CONTROLLO DELLA DISPLASIA DELL’ANCA E DEL GOMITO NEL CANEPalermo - San Paolo Palace - Via Messina Marine, 91Per informazioni: Sara Cazzaniga - Segreteria FSA - Tel. 0372/403511 - email [email protected]

DELEGAZIONE REGIONALE SCIVAC PUGLIA PugliaPer informazioni: Lara Zava - Segreteria SCIVAC - Tel. 0372/403541 - email [email protected]

DELEGAZIONE REGIONALE SCIVAC VENETO OSTETRICIA, GINECOLOGIA - VenetoPer informazioni: Lara Zava - Segreteria SCIVAC - Tel. 0372/403541 - email [email protected]

SIOVET (ex Gruppo di Studio SCIVAC di Ortopedia) CremonaPer informazioni: Catia Arisi - Segreteria SCIVAC - Tel. 0372/403506 - email [email protected]

CORSO SCIVAC CORSO DI DERMATOLOGIA 1^ parte - CremonaPer informazioni: Catia Arisi - Segreteria SCIVAC - Tel. 0372/403506 - email [email protected]

SIMIV (ex Gruppo di Studio SCIVAC di Medicina Interna) CASI CLINICI DI MALATTIE INFETTIVE DEL CANE E DEL GATTO - CremonaPer informazioni: Catia Arisi - Segreteria SCIVAC - Tel. 0372/403506 - email [email protected]

DELEGAZIONE REGIONALE SCIVAC EMILIA ROMAGNA PiacenzaPer informazioni: Lara Zava - Segreteria SCIVAC - Tel. 0372/403541 - email [email protected]

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