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PROGETTI DI RILANCIO DELLE FILIERE AVICOLA E SACCARIFERA DEL MOLISE: INIZIO DEL DIBATTITO. DELIBERAZIONE DELLA GIUNTA REGIONALE N. 747 DEL 30 DICEMBRE 2014 (OGG. N. 450), AD OGGETTO “CONCORDATO PREVENTIVO DELLA
SOCIETÀ GAM SRL. PROGRAMMA QUADRO DEGLI INTERVENTI”: INVIO IN COMMISSIONE PER ESAME ISTRUTTORIO. PROGETTI DI RILANCIO DELLA FILIERA
AVICOLA E SACCARIFERA DEL MOLISE: PROSECUZIONE E CONCLUSIONE DEL DIBATTITO. CHIUSURA DELLA SEDUTA ANTIMERIDIANA.
PRESIDENTE
Allora, diamo inizio all'Ordine del Giorno, ricordando ai colleghi che siamo in presenza di una seduta
monotematica su richiesta di una parte dei Consiglieri di Opposizione, avente ad oggetto la filiera avicola
e la filiera saccarifera. Siccome sono due argomenti separati, prego coloro che hanno fatto richiesta del
Consiglio monotematico, di procedere, per aprire un dibattito in Aula, con argomentazioni separate. Se i
richiedenti vogliono definire quale delle due trattare per prima... mi date il documento sottoscritto, per
piacere?
CONSIGLIERE FUSCO PERRELLA
Signor Presidente?
PRESIDENTE
Prego, Consigliere Fusco, ne ha facoltà.
CONSIGLIERE FUSCO PERRELLA
Posso risponderle io, grazie.
Intanto buon anno a tutti e spero che questo 2015 sia un anno che vedo finalmente questa Istituzione, il
Consiglio regionale, realizzare il suo ruolo e soprattutto far realizzare ai Consiglieri regionali il ruolo
proprio attraverso l'esercizio della democrazia e non solo alla parola, ma anche il diritto ad esprimersi su
quello che ci compete, visto che questa è un'Istituzione che programma e legifera. Allora, io sono una
delle firmatarie della richiesta della seduta monotematica. Ho chiesto agli altri colleghi, e gli altri colleghi
sono d'accordo con me nel richiedere che si parli, si inizi a parlare, sulla problematica della GAM. Quindi,
scegliamo come primo tema, così come lei ha richiesto, la discussione su questa problematica. E saremmo
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grati al Presidente della Giunta regionale se volesse farci qualche comunicazione aggiornata sulla
situazione, dalla quale poi iniziare la discussione e anche a dire le motivazioni per le quali noi abbiamo
fatto questa richiesta. Io chiederei al Presidente della Giunta di volerci relazionare, per avere anche la
possibilità di avere più contenuti sui quali esprimerci, visto che conosciamo la questione solo attraverso i
mezzi di comunicazione. A volte i mezzi di comunicazione non sempre riportano interamente e
integralmente; non perché non vogliano farlo, ma perché sono competenze sulle quali ci sono contenuti
variabili di natura tecnica e di natura politica; soprattutto come scelte di natura politica. Grazie.
PRESIDENTE
Grazie, Consigliere Fusco. Be', per la verità, siccome la richiesta è un po' generica, però in rispetto del
Regolamento, abbiamo rispettato i tempi così come previsto per la convocazione della seduta
monotematica. Per la verità l'introduzione la dovrebbe fare qualcuno tra i richiedenti. Per cui, essendo già
iscritto, tra l'altro, all'Ordine del Giorno della seduta ordinaria, un argomento che riguarda la GAM, credo
che chi ha chiesto la seduta monotematica dovrebbe aprire la discussione e il Governo regionale poi
risponderà su delle azioni che ha messo in campo. Non può essere fatto al contrario, scusate.
CONSIGLIERE FUSCO PERRELLA
È una richiesta che ho fatto.
PRESIDENTE
Perfetto.
CONSIGLIERE FUSCO PERRELLA
So quali sono le regole, Presidente, è inutile dire e ripetere continuamente, perché penso di avere gestito,
con molta umiltà, anche, per 5 anni il Consiglio regionale. Conosco le regole, conosco il nuovo Statuto. Io
ho chiesto soltanto la cortesia al Presidente. So che è fuori dal Regolamento, però è una richiesta che
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facciamo al Presidente. Se il Presidente non è d'accordo, iniziamo la discussione così come avevamo
richiesto. Grazie.
PRESIDENTE
Allora, Consigliere Fusco, il Presidente non mi ha fatto cenno di aderire alla sua richiesta per cui, se
vogliamo iniziare il dibattito, iniziamo con lei, in quanto portavoce e firmataria della richiesta del
Consiglio monotematico, partendo dalla filiera avicola. Prego, Presidente Iorio, iniziamo la discussione,
grazie.
CONSIGLIERE IORIO
Prima di addentrarci in una sterile polemica su chi parla prima e chi parla dopo, io credo che la sensibilità
delle Minoranze rispetto alla sollecitazione di un dibattito in Consiglio regionale, sia dovuta alla estrema
preoccupazione di quanto sta avvenendo nella nostra regione e in particolare per quanto riguarda il futuro,
se di futuro si può parlare, del mondo GAM Arena, chiamiamolo così, per intenderci. Cioè della più
grande azienda molisana, non solo del settore, che ha costituito un punto di forza dell'economia regionale
per moltissimi anni, restituendo ricchezza in ogni senso a tutta la filiera, anche perché si tratta di
un'azienda molto ma molto particolare, nata, è inutile fare la storia, negli anni '70 o giù di lì, insomma, con
una lungimiranza notevole a quell'epoca, per sviluppare e attuare una attività produttiva collegata
all'allevamento di polli che hanno reso un'economia notevole a questa regione in tutti gli anni trascorsi,
fino agli ultimi momenti dell'ultima crisi affrontata in questo settore che ha determinato notevole
difficoltà. Io voglio ricordare che al momento delle difficoltà più acute, quelle che si sono manifestate
all'atto della decisione del concordato sia Arena, che del concordato o del Commissariamento di Solagrital
e quindi della nascita di GAM, in quel momento la restituzione economica al territorio del Molise,
all'economia del Molise, fatta di stipendi ai lavoratori, ai trasportatori, ai fornitori a tutto l'indotto,
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superava di gran lunga i 40 milioni di euro l'anno, in una attività che sicuramente aveva tutte le
prospettive per potersi risanare, per poter essere risanata e rilanciata sul mercato.
Io credo che, allo stato attuale delle cose, non c'è dato conoscere, se non attraverso la stampa e attraverso
incontri che abbiamo così conosciuto, ripeto, solo attraverso comunicati stampa, non sappiamo la
situazione attuale di questa azienda. Sappiamo solo che l'azienda è ferma da circa un anno, se non vado
errato, più o meno ci stiamo vicini, e abbiamo discusso spesso in questo Consiglio regionale anche
scontrandoci con una certa veemenza sulle visioni diverse -parlo naturalmente per me o per noi di centro
destra- sulle quali ci siamo misurati nell'ultimo Consiglio regionale, quando abbiamo presentato una
mozione che fu decisamente respinta dalla Maggioranza che prevedeva alcune cose.
Allora, la prima questione: abbiamo contestato la decisione della Regione e della GAM che ha di fatto
chiuso la produzione dello stabilimento in maniera piuttosto traumatica e continuiamo a ritenere che quella
decisione ha procurato un danno enorme alla possibilità di ripresa di questa attività. Faremo pure i conti
quando avremo la possibilità di discutere il Bilancio 2013 della GAM.
Nel fare i conti, dobbiamo fare i conti su quanto non è entrato nella Regione e su quanto la Regione ha
impegnato, invece, in questa attività.
La nostra mozione che già, prendendo atto di una decisione assunta di natura piuttosto traumatica, cioè la
chiusura dell'attività, tendeva a richiedere alcune cose in risposta a una ipotesi che si stava facendo avanti
sulla cosiddetta socializzazione di impresa; la creazione cioè di cooperative che avrebbero potuto o dovuto
rilanciare l'attività. Ricordo, perché ho con me la stessa mozione, che noi, invece, avevamo proposto un
altro percorso che, al contrario, andasse in una direzione diversa, ritenendo quella della socializzazione
non, una impresa impossibile, ma un'impresa molto difficile in una situazione di difficoltà enorme, in
assenza, con quote di mercato quasi azzerate -e quindi, una situazione che non poteva essere l'inizio di una
ripresa- e che avrebbe avuto notevoli difficoltà per potersi realizzare.
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Proponevamo, in alternativa, la ricerca di un partner privato, magari attraverso un advisor di tipo bancario,
come spesso si fa in queste occasioni, per poter ricercare un imprenditore, un privato, o uno o più
imprenditori disposti a riprendere l'attività di produzione della GAM.
Ritenevamo possibile la riapertura anche del macello con impegni finanziari discreti, possibili da ricercare
naturalmente nel Bilancio regionale, attraverso interventi con fondi disponibili per la ripresa industriale.
Chiedevamo, quindi, di abbandonare l'idea esclusiva della socializzazione e della scelta di una costruzione
di una fabbrica ex novo che doveva nascere. Che doveva nascere a fianco all'area dell'attuale azienda.
Quindi, indicammo una strada che ci sembrava ancora percorribile, in quella fase. Oggi, a distanza di
qualche mese da quella bocciatura della nostra idea, ci troviamo a vivere una condizione assai più delicata
e difficile, perché, a leggere il Bilancio sommariamente, noi non solo prendiamo atto dell'ormai perdita del
valore di mercato di questa società, ma assistiamo anche alla perdita patrimoniale secca, notevole,
attraverso la valutazione del patrimonio dell'azienda, anzi della svalutazione del patrimonio dell'azienda,
di parecchi milioni di euro. Circa una ventina di milioni di euro.
(intervento fuori microfono)
CONSIGLIERE IORIO
No, esattamente non è così, Presidente. Quanto è deperita l'azienda. Non è così perché la perizia giurata
che ha presentato il Dottor Baranello, mi pare un ingegnere, adesso non ricordo il nome, nelle sue
premesse stabilisce il ricalcolo del valore patrimoniale dell'azienda per effetto soprattutto del fatto che
quelle attrezzature non sono spostabili altrove e quindi sono non utilizzate.
Quindi, è evidente che la perizia sulla valutazione parla di una svalutazione conseguente al non utilizzo e
non a una sopravvalutazione della perizia giurata in precedenza.
Quindi, c'è stato un deperimento sostanzialmente notevolissimo dal punto di vista patrimoniale, che si
aggiunge al danno della perdita di mercato, della mancata produzione, del mancato ritorno all'economia
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regionale, perché in merito ai costi che la Regione ha comunque sopportato in questi due anni, che sono
stati costi per la verità ancora notevolissimi; poi entreremo nei particolari quando ci sarà questa occasione,
quando ci sarà questa discussione. Be’, dall'altra parte non c'è non solo il ricavo, ma non si calcola anche,
dal punto di visto economico, il prezzo, il danno pubblico del pagamento degli ammortizzatori sociali a
zero ore per 200 e più persone, 220 - 230 lavoratori.
E quindi, credo che giunti a questo punto abbiamo avuto la sensibilità, se volete, di sollecitare una
discussione monotematica, perché qui parliamo di un problema rilevante, per il Molise. Non stiamo
parlando solo di una questione limitata o di punti di vista che differiscono. Stiamo parlando di due tipi di
politica che rispetto ad un'impresa industriale, fondamentale per la nostra ripresa economica, si
confrontano. E quando si confrontano, si confrontano con i fatti e non con le chiacchiere, per quello che è
stato fatto, e noi quello che è stato fatto lo conosciamo; però si devono confrontare anche su quello che
non è stato fatto, che ha prodotto, a mio giudizio, molti più danni di quelli precedenti.
Ora, rispetto a questo, parliamo di cose apprese sempre dalla stampa, perché vedete, qui c'è un problema
anche di rapporto tra Maggioranza ed Opposizione. Io credo che valga la pena riflettere, parlando di
questo problema, anche su problemi simili, che vanno dallo zuccherificio alla programmazione di questa
Regione, per la situazione economica. Io sono particolarmente preoccupato del fatto che noto un'assoluta
indisponibilità al dialogo. Al di là del rapporto anche, se volete, molto rispettoso e di tipo personale che c'è
tra di noi, c'è una indisponibilità assoluta al dialogo, che credo abbia pochi precedenti nel passato di questa
Regione. E cioè la Maggioranza si è chiusa in sé stessa e ha deciso di non sentire alcun consiglio o alcun
suggerimento nelle questioni principali che riguardano la nostra vita, la nostra economia e i nostri servizi,
le questioni di cui ci dovremmo occupare tutti i giorni. E non mi sembra che questa Opposizione, che
viene attaccata anche all'esterno per essere debole, per essere poco vivace, per essere poco insistente o
poco incisiva -perché questa è un altro ritornello di questo periodo- non paghi pure essa il costo di una
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disponibilità al dialogo, di una richiesta di condividere le scelte, di una possibilità di approfondire le
soluzioni anche su posizioni diverse, e poi, naturalmente, assumere le decisioni. Io credo che questo sia un
fatto che vada rimarcato, perché nei momenti di difficoltà, nei momenti di crisi, nei momenti in cui si
parla di questa Regione che va verso il declino… Ci sono Assessori che si preoccupano della Marca
Adriatica, quando noi abbiamo una situazione del lavoro che fa paura, leggevo un articolo del
Vicepresidente della Regione. Mi sembra veramente che si voglia così discutere di altro, come se le
questioni di tutti i giorni non ci riguardino. Non parliamo della programmazione, perché penso che anche
su quella dovremmo ritornare. La programmazione europea e la riprogrammazione, fatta di tutti i fondi
disponibili di questa Regione; i fondi lasciati dalla vecchia amministrazione e che dovevano essere
utilizzati in un certo modo. Ora, per me, per quanto mi riguarda, e posso dire sicuramente per quanto ci
riguarda, voi avete titolo a governare e a scegliere: la Maggioranza può decidere. Però io credo che
rifiutare il dialogo sia grave e può far commettere addirittura degli errori irreparabili in molte situazioni.
Una di queste situazioni è sicuramente la GAM, che andava affrontata con maggiore senso di
responsabilità, che non nascondiamo fosse un'azienda problematica, che è costata molto alla Regione,
anche se, lo ripeto, ha più avuto la Regione che ha dato, in quella situazione e in quella condizione, ma che
doveva essere trattata forse più alla luce del sole, anche nella ricerca delle soluzioni. Mi pare di sentire, di
aver letto, sempre sulla stampa, che c'è una nuova proposta che la Giunta ha valutato positiva, perché,
appunto diceva la Fusco, c'è una delibera di Giunta che in pratica approva questo nuovo progetto. E anche
su questo, le informazioni che abbiamo ricevuto sono solo quelle della stampa, senza nessun
approfondimento e nessuna discussione.
Io credo che questi siano gli elementi che ci preoccupano. Ecco il perché la nostra relazione. Presidente, è
giusta la sua osservazione dal punto di vista procedurale, però la nostra proposta è di aprire un dibattito su
quello che la Maggioranza vuole fare di questa questione, cioè della questione GAM, della questione
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Arena. Dimenticavo di dire che, nella mozione che voi avete brillantemente bocciato, avevamo richiesto di
preoccuparci del marchio Arena. Oggi sento dire che il marchio Arena è stato rilevato da un privato, dallo
stesso privato che si prepara...
(intervento fuori microfono).
CONSIGLIERE IORIO
Sì. E voi avevate sostenuto che il marchio Arena non era necessario, anzi del marchio Arena era inutile
preoccuparsi.
Ora, rispetto a questo, io non so come voler procedere. Certo, mi auguro che la Giunta regionale, il
Presidente, ci relazioni sullo stato attuale delle cose, oppure ci dica come dobbiamo procedere perché mi
sembra che, rispetto ad alcune iniziative, in qualche modo il Consiglio regionale è anche chiamato a
decidere. Perché noi abbiamo operato all'interno di un percorso chiaro, che è stato modificato e credo che
il Consiglio regionale, in qualche modo, debba prendere atto di questa variazione di indirizzo e debba
sapere sostanzialmente qual è l'idea della Giunta sul percorso fatto e da fare, per la ripresa di quella attività
produttiva. Solo dopo potremo fare le nostre considerazioni sull'argomento, trattandosi di un Consiglio
monotematico. Non si tratta, credo, di fare una deliberazione, perché non c'è un documento sul quale
discutere, ma si tratta di discutere per sapere quali sono le linee politiche che intende portare avanti la
Maggioranza che, ripeto, si è assunta l'onere di decidere da sola in un settore così delicato come quello
industriale. Grazie.
PRESIDENTE
Grazie, Presidente. Grazie per le richieste. Poi il Presidente della Giunta, il Governo regionale, quando
intenderà intervenire nella discussione, lo farà rispondendo anche alle sua domande.
Ci sono altri interventi? Prego, Consigliere Federico, ne ha facoltà.
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CONSIGLIERE FEDERICO
Grazie.
PRESIDENTE
Chiedo scusa, giusto per calendarizzare un po' i lavori, se ci sono altri colleghi che vogliono prenotarsi?
Consigliere Fusco Perrella, poi? A seguire ci sono altri interventi? Bene. Prego, Consigliere Federico, ne
ha facoltà.
CONSIGLIERE FEDERICO
Grazie, Presidente. Una piccola parentesi la voglio aprire sul discorso delle motivazioni che hanno spinto
anche il Gruppo del Movimento 5 Stelle a fare la richiesta di questa seduta monotematica che portasse il
dibattito sulla filiera saccarifera, la filiera avicola - adesso parliamo della GAM - dai giornali al Consiglio
regionale. Quindi, di fatto, cercando da un lato di provare a condividere, capire e conoscere, in Consiglio
regionale, quali sono gli indirizzi, le strategie; e cercare soprattutto di capirlo a valle; ciò perché noi questa
richiesta la facemmo appunto a valle della presa d'atto della Giunta regionale della prima manifestazione
d'interesse del soggetto privato sulla GAM. Poi, anche sui giornali, la stessa manifestazione d'interesse
sembrava paventata dallo stesso gruppo anche per lo zuccherificio. Ma di questo parleremo dopo.
Quindi, cercare di capire, in Consiglio regionale, che tipo d'interlocuzione avere con il soggetto privato, e
poi magari, se è possibile, approfondire da un punto di vista più tecnico i contenuti del concordato in
Consiglio regionale o anche in una Commissione. Questo perché di questo stiamo parlando. Gli
avvenimenti degli ultimi giorni e la storia delle ultime settimane raccontano di una delibera di Giunta fatta
il 30 dicembre e sulla quale credo che sia importante impostare anche un po' il discorso, perché crediamo
che renda giustizia poi al dibattito che si sta facendo anche e soprattutto fuori dal Consiglio regionale.
Quindi, siamo partiti in campagna elettorale, facendo un brevissimo excursus, con frasi del tipo: "Non più
un euro alle partecipate, exit strategy", salvo però poi, a gennaio dell'anno scorso, l'Esecutivo propone un
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nuovo investimento di oltre due milioni di euro su GAM, due milioni e sette, se non ricordo male, che
vennero fuori da un ordine del giorno in cui dovevano darsi delle linee di indirizzo su quello che doveva
essere il nuovo rilancio della filiera avicola, ma che, di fatto, si trasformò in un'ennesima dose ad un
paziente sofferente di dipendenza da fondi regionali, a nostro avviso, che ogni volta promette di smettere,
sapendo però di mentire. Così è stato anche in quell'occasione. Infatti ci troviamo un anno dopo con la
GAM con quasi quaranta milioni di perdita dell'esercizio e oltre ventuno milioni di patrimonio netto
negativo...
(intervento fuori microfono)
CONSIGLIERE FEDERICO
Bilancio 2003. Però questo... io non sto dicendo la colpa di chi è...
(intervento fuori microfono)
CONSIGLIERE FEDERICO
Questo è quanto noi ci ritroviamo a gestire. Perfetto, la precisazione è doverosa. Quindi, ci ritroviamo con
una proposta di concordato a cui vanno aggiunti anche i seicentomila euro già erogati con la delibera di
Giunta del 30 dicembre, e con la Giunta che di fatto impegna, sempre con la stessa delibera, oltre dieci
milioni di euro per saldare la massa debitoria e chiedere l'omologazione del concordato al tribunale. In
realtà la Regione Molise, però, rinuncia ad altri numerosi crediti postergati, di cui si fa menzione sia nella
relazione dell'Amministratore unico, sia all'interno della delibera di Giunta stessa, di cui però non
conosciamo l'entità. Mentre il fabbisogno finanziario risulta essere maggiore, rispetto a questi dieci
milioni, di altri cinque milioni di euro, cinque milioni e sette per l'esattezza, a cui si pensa di far fronte
eventualmente con la vendita delle immobilizzazioni immateriali che, di fatto, è il valore degli asset così
come definiti dalla perizia giurata del mese di luglio. E questi cinque milioni e sette, nel frattempo, è
GAM che li impegna; quindi, ci sono undici milioni che vengono dalla Regione e cinque milioni da GAM.
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A questi si aggiunge anche l'eventualità di altri undici milioni di euro che potranno essere accantonati per
rischi connessi all'Avicola molisana e per pretese erariali, anche se per questi ultimi li crediamo poco
credibili, però sarà poi dopo il contenzioso che è ancora in atto a stabilirne l'eventualità. Però quello che
vorremmo poter capire è tutta questa massa di debitoria, sedici milioni di euro, nei confronti di chi è,
quindi a chi dobbiamo questi sedici milioni di euro. A questo punto, però, dopo tutti i piani di rilancio
industriale, in cui veniva persino descritto il ciclo riproduttivo della nuova pollastra molisana, siamo
tornati con i piedi per terra, ad un'azienda più che decotta in cerca di attori privati. Tra gli attori privati,
l'idea del Movimento 5 Stelle è sempre stata quella di favorire la nascita di piccole cooperative locali a cui
far arrivare i finanziamenti direttamente e quindi senza passare per imprenditori, o presunti tali, che non
conoscono nulla della nostra realtà e che hanno probabilmente interessi di breve periodo, piuttosto che di
rilancio durevole della filiera. All'epoca del dibattito arrivò anche la proposta di Confcooperativa, e
anch'essa auspicava una soluzione nella direzione appena menzionata e avrebbe messo a disposizione il
proprio know how per la buona riuscita del progetto cooperative. Ma per varie ragioni, tra cui forse dei
tentativi, a nostro giudizio troppo timidi, della Regione Molise in tale direzione, l'idea di rilancio così
prospettata non decollò mai. Così oggi arriviamo che per fare arrivare a buon fine il concordato, occorrono
i circa sedici milioni prima citati, ripartiti in circa undici impegnati dalla Regione e altri cinque da parte
del nuovo socio privato, qualora dovesse rilevare gli asset. A questo punto il socio privato che ruolo avrà
nella futura società? E la Regione? Questo è un altro interrogativo a cui vorremmo si rispondesse, anche e
soprattutto per arricchire il dibattito qui in Aula.
In questo momento siamo però ancora al punto zero. Nella seduta del 21 gennaio, appunto quella del
famoso rifinanziamento, si descriveva con forbite parole la necessità di intervenire in modo indifferibile,
per scongiurare il collasso definitivo, perché diceva anche il Consigliere Ciocca: "I danni potenziali
derivanti da un intempestivo o mancato intervento per assicurare condizioni minimali di persistenza
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dell'attività del settore, sarebbero di gran lunga superiori, rispetto alle conseguenze di un intervento da
attuare nell'immediato, sia in termini finanziari che di impatto sociale ed occupazionale". Ebbene, cosa è
stato scongiurato se solamente un anno dopo siamo con una procedura concorsuale dinanzi al Tribunale e
di certo non sono stati ripristinati i posti di lavoro persi? Anche lei, Presidente, ci ha raccontato, cito
testualmente: "Abbiamo poi un piano di attuazione, un cronoprogramma per mesi, che parte dalla
ristrutturazione dei centri pollastri, centri ovaiole e riproduttori per poi passare all'accasamento pulcini e
nuovi centri, per trasferire le pollastre nei centri ovaioli, per poi arrivare fino al primo pollo da macellare
per quanto riguarda tutta la ricostituzione della filiera avicola molisana". Questo è il cronoprogramma
annunciato, ma di fatto siamo ancora neanche al giorno uno. Parliamo però, adesso delle prospettive...
(intervento fuori microfono)
CONSIGLIERE FEDERICO
Assolutamente no. Però questa era l'idea di un anno fa. Quello che lei ha annunciato e che sarebbe dovuto
partire nei mesi a seguire. Però vogliamo parlare adesso di quella che è l'attualità. Abbiamo letto nella
delibera di Giunta che i dieci milioni che la Regione erogherà saranno successivi all'omologa del
concordato nei prossimi anni, e quindi ripartiti nei cinque anni, fino al 2019, mentre l'altra parte, circa 5,7
milioni, viene descritta come attivo realizzabile, e arriveranno da un privato che verosimilmente potrà o
rilevare gli asset al valore emerso alla perizia giurata; e altrettanto verosimilmente, secondo quanto
accaduto anche in passato, possiamo ipotizzare che tale acquisto richiederà, per richiesta questa volta del
Tribunale, di una garanzia fideiussoria della Regione - sarà così? - al fine di poter concludere in ogni caso
il concordato preventivo con i creditori, avendo coperta l'intera massa debitoria. Oppure potrebbe
succedere che il soggetto privato decida di fittare il ramo di azienda, dato che nel documento istruttorio
allegato alla delibera 747 si precisa testualmente che “prendendo atto della volontà dell'Amministratore
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unico della GAM di esemplificare la proposta preliminare prodotta, la società Aria Food Spa” e questo è
un passaggio importante...
(intervento fuori microfono)
CONSIGLIERE FEDERICO
No, no, volevo che questo passaggio… era importante, questo periodo. Nella delibera 747 a un certo
punto, parlando della società Aria Food Spa, cito testualmente: "Essa è interessata al subentro temporaneo
nella gestione della filiera avicola molisana". Anche un chiarimento su questa frase penso che sia
importante. Quindi, per dare concretezza alle politiche di exit strategy, con fuoriuscita del socio pubblico,
gli asset saranno venduti come nella prima ipotesi, oppure c'è il rischio concreto che il privato sia
interessato solamente ad un subentro temporaneo? E magari semplicemente fittando il ramo d'azienda,
avere i giustificativi per chiedere pari finanziamento a fondo perduto alla Regione?
Ipotizzando conclusa positivamente questa prima fase, che possiamo immaginare durare alcuni anni, dove
il concordato viene omologato, la Regione sborsa esattamente quanto impegnato, cioè poco più di dieci
milioni, e l'investitore privato quasi sei, cosa che ci sembra davvero improbabile guardando la storia di
questa Regione, passiamo alla seconda fase, quella del rilancio produttivo. Al di là del fatto che un
imprenditore privato del settore possa utilizzare il Piano industriale da lei presentato, ciò che è da rilevare
è l'aspetto economico del rilancio, fatto di grandi investimenti... sì, sì, volevo porre...
(intervento fuori microfono)
CONSIGLIERE FEDERICO
Sì, sì, volevo porre... Sì, ma io volevo raccontarla al resto dell'Aula, anche a chi ci ascolta.
(intervento fuori microfono)
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Vedremo in che modo, se con una presa d'atto, passandola in Commissione, magari. Una presa d'atto in
Consiglio, però questa sarà oggetto successivamente di eventuali documenti prodotti dalla Giunta. Però
stavamo facendo un attimo un discorso sul rilancio produttivo dell'Azienda. Perché il punto è questo: che
il fatto che un imprenditore privato del settore possa utilizzare il piano industriale da lei presentato, ciò che
è da rilevare è l'aspetto economico del rilancio, fatto di grandi investimenti che la Regione promette di fare
a fondo perduto, e questi sicuramente fanno gola. Ma capiamo che alternative probabilmente non ce ne
sono. Quello che chiediamo, però, è che il privato, che beneficerà di una macchina messa a nuovo,
compartecipi alla sua realizzazione almeno nella misura del 50 per cento, un euro e un euro, e che saldi le
rate dei pagamenti, insieme alla Regione Molise, ad avanzamento dei lavori. Un impegno di questo tipo,
assunto nero su bianco, darebbe qualche speranza in più che il nuovo non sia il classico che, come tanti ne
abbiamo visti passare per questa Regione, ricchi di promesse, ma che con gli investimenti pubblici hanno
saputo ben fare utili privati e abbandonare la nave nel momento in cui toccava loro impegnare del proprio.
Ultimo passaggio, sul quale poi è importante anche chiarirci, è quello della gestione del marchio. Anche in
questo caso, da notizie della stampa, si apprende dell'acquisto, da parte di un imprenditore del nord, del
marchio Pollo Arena.
Nel piano industriale illustrato da lei, Presidente, si parlava invece della possibilità di un private label,
quindi volevamo capire se questa ipotesi salta, viene meno e come si concilia, anche rispetto al concordato
Arena, trattato all'epoca in maniera… per il quale la Regione ha di fatto ritrovato un servizio poco
gratificante, perché il marchio Arena Surgelati, di un valore di circa 4 milioni di euro, è rimasto fuori dal
concordato e quindi non è rientrato all'interno delle disponibilità della Regione Molise. Soprattutto questo,
credo...
(intervento fuori microfono)
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Concordato Arena, il marchio Arena Surgelati. No, a parte... e questo sto dicendo: sto dicendo che
all'epoca del concordato, non ci fu la possibilità di avere... del concordato Arena, il marchio Arena
Surgelati, il marchio Arena Surgelati, non è rientrato nella disponibilità di Solagrital, e quindi della
Regione Molise. Ora...
(intervento fuori microfono)
CONSIGLIERE FEDERICO
Lei poi ha la possibilità di poter precisare, dicendo come al solito che noi siamo poco attenti a quello che è
stato...
(intervento fuori microfono)
CONSIGLIERE FEDERICO
Presidente, noi abbiamo fatto delle valutazioni sulla delibera, di natura politica, cercando di mettere dei
paletti, degli indirizzi, a nostro avviso su quello che deve essere il rapporto che si deve instaurare tra
Regione e il socio privato. Cioè il socio privato che tipo di garanzie deve dare, soprattutto ai lavoratori,
entrando all'interno della società. Su questo vorremmo che il dibattito in Aula si concluda e se si vuole
concludere anche con un provvedimento. Valuteremo il provvedimento che eventualmente presenterà.
Grazie.
PRESIDENTE
Grazie, Consigliere Federico. La parola al Consigliere Fusco. Prego, Consigliere Fusco, ne ha facoltà.
CONSIGLIERE FUSCO PERRELLA
Presidente del Consiglio, sono tentata di rinunciare, visto che ci stiamo parlando addosso. Ringrazio lei e
il Presidente della Giunta regionale presente in quest'Aula, però signori, su una questione così importante,
della quale noi abbiamo richiesto una discussione seria, sperando che il 2015 potesse essere per noi,
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Consiglieri regionali, motivo per poter rimanere in quest'Aula ed essere utili, non è così, è sempre la stessa
cosa: Aula vuota, temi che non si riescono a discutere, sui quali noi non troviamo delle risposte giuste. Se
il 2015 deve essere questo, io rinuncio proprio al mio ruolo di Consigliere regionale, mi siedo e vi ascolto,
perché finora è stato solo questo, non è stato altro.
Speravo di iniziare con questo Consiglio un nuovo percorso, quel percorso di dignità, che è dovuto a
ciascuno di noi, per il ruolo che ricopre, differente, diverso, ma comunque un ruolo attribuito dagli
elettori. Si parla di una delle questioni più importanti, in una istituzione che deve parlare di questo, che
deve discutere di questo, perché è obbligata a discutere, perché questo è il ruolo che compete a noi e
compete a questa Istituzione, che è un'istituzione alta, seria, che legifera, che programma, che non può
essere ridotta ad un ascolto a sé stessi, per sé stessi e su se stessi.
Allora, io tento di parlare, di dire qualcosa, ma parlo a vuoto, perché da quando mi sono insediata sto
parlando a vuoto. Datemi la possibilità di studiare, di concorrere, di intervenire, datemi delle
responsabilità; ve le chiedo perché finora, nelle Commissioni e in Aula, io non ho avuto nessuna
responsabilità, neppure dai Consiglieri regionali di Opposizione.
Perché abbiamo chiesto questo? Noi, Presidente Frattura, la seguiamo, perché siamo attenti, siamo
prudenti, perché dall'inizio in quest'Aula io mi sono sentita non a mio agio, perché spesso si è trasformata
in Tribunale, laddove l'unica accusa che non ho ricevuto è stata quella di disastro ambientale, perché io mi
sono sentita colei che ha portato questa Regione nel disastro totale e non mi sono potuta difendere. Penso
di aver sempre lavorato con serietà, con accortezza, sbagliando, perché si sbaglia quando si opera. Sulla
GAM, Presidente, gli errori della GAM…
(intervento fuori microfono)
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CONSIGLIERE FUSCO PERRELLA
Presidente, non mi deve riprendere lei, come Presidente della Giunta. Allora io rinuncio al mio intervento.
Mi deve riprendere il Presidente del Consiglio. Visto che i ruoli vengono spostati, rinuncio a parlare.
Parlerò alla fine, se mi è consentito.
Volevo invece porgere un contributo importante, per ridare a questo Consiglio la dignità di Consiglio
regionale, non per fare opposizione semplicemente ridicola e debole, come è definita dall'esterno, e com'è
definita dalla stessa Maggioranza. Io non mi sento “colei che non è in grado di”, io mi sento “colei che
può essere in grado di”, conoscendo il proprio ruolo e la propria funzione; colei che ha sbagliato, ma colei
che non ha commesso degli errori, che ha pensato sempre a questa Regione, anche per la GAM, sulla
quale ho ricevuto accuse in quest'Aula, delle quali mi vergogno e mi sono sempre vergognata, senza
potermi difendere. Grazie.
PRESIDENTE
Però Presidente, mi perdoni, in quest'Aula ognuno può esprimere la sua posizione e ne risponde. Prego,
Consigliere Monaco, ne ha facoltà.
CONSIGLIERE MONACO
Grazie, Presidente. Allora, vorrei ringraziare innanzitutto il Presidente Iorio, per aver portato questa
discussione in Consiglio. Credo che il Consiglio debba riprendere la centralità nelle discussioni della
programmazione, ma con altrettanta chiarezza, Presidente, le dico che lei è stato il primo a esautorare
questo Consiglio nella discussione, nella programmazione, quando si è parlato di Sanità, quando ha voluto
chiaramente accorpare e avocare a lei tutte le decisioni inerenti la Sanità; ma questo è un altro capitolo,
che magari affronteremo in un prossimo futuro, e credo che sia anche un capitolo molto molto importante.
Francamente, non ho capito ancora qual è la posizione del Movimento 5 Stelle, e lo dico ad Antonio
Federico: io non ho capito. Qualche tempo fa il Presidente Frattura vi ha sfidato a fare una proposta sul
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rilancio della GAM. Io ad oggi, Antonio, te lo dico sinceramente e con affetto, di proposte da parte vostra
non ne ho sentite. Se poi vogliamo fare proposte, ve lo dico chiaramente, oggi non sono in grado di fare
nessuna proposta, però con altrettanta chiarezza dico che l'unica proposta oggi in campo è quella che ha
fatto la Giunta, non ce ne sono altre, non ce ne sono altre...
(intervento fuori microfono)
PRESIDENTE
Per favore, lasciamo fare l'intervento al Consigliere Monaco, per piacere.
CONSIGLIERE MONACO
Allora, se vogliamo continuare a fare populismo e demagogia sulle spalle della gente siamo liberi di farlo,
facciamo populismo, facciamo demagogia, però intanto le aziende chiudono e anziché licenziare trenta
persone, ne licenzieremo trecento.
E quindi, da questo punto di vista, e mi ricollego anche all'intervento del Presidente Iorio, credo che sia
opportuno, e lui l'aveva iniziato questo percorso, soprattutto con l'Assessore Vitagliano, una exit strategy.
Perché se vogliamo cominciare a volare in maniera alta e determinata sull'economia regionale, dobbiamo
cominciare a uscire ed evitare di fare gli imprenditori, perché gli imprenditori non siamo in grado di farli.
Non siamo in grado di farli, caro Presidente Iorio, perché lei può dire tutto quello che vuole, ma io ritengo
che, fino ad oggi, quello che abbiamo visto alla GAM, ma anche in altre aziende, non è un punto di forza,
ma è una voragine economica che ricade sulle spalle dei cittadini molisani. Se vogliamo fare gli
imprenditori facendo clientela, facendo populismo, liberi di farlo, però dobbiamo dire con altrettanta
franchezza ai cittadini molisani: "guardate che l'IRPEF, l'addizionale, la aumenteremo di 10 centesimi, di
un euro, di 10 euro, perché dobbiamo assumere 100 persone alla GAM piuttosto che 200 allo
Zuccherificio o altre 400 alla Protezione Civile". Se vogliamo fare questo, lo decidiamo assieme e lo
facciamo, però i molisani lo devono sapere. Altrimenti, se vogliamo volare alto, dobbiamo decidere che la
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Regione deve necessariamente uscire e deve avviare un percorso virtuoso, così come avviene in tutte le
altre aziende che operano nel privato molisano, di autonomia. Altrimenti non ne veniamo fuori. La “prova
provata” di quello che vi dico, è che quando io stavo a quel tavolo là un anno e mezzo fa, due anni fa,
assieme a qualche altro collega abbiamo anche detto chiaramente che si continuavano a tenere in piedi
situazioni, in cui il gruppo dirigente della stessa GAM era strapagato, incentivato, come posso dire,
sostenuto economicamente al di là delle sua capacità e premiato per questo, senza che questo gruppo
dirigente avesse prodotto uno straccio di proposta, di rilancio economico per quell'azienda. E quindi, ben
venga che certe situazioni vengano prese di petto, vengano affrontate e vengano cancellate da questa
Regione! Grazie.
PRESIDENTE
Grazie, Consigliere Monaco. Comunico all'Aula che l'Assessore Petraroia è assente dai lavori della seduta
consiliare di oggi. Ci sono altri interventi? Prego, Consigliere Ciocca, ne ha facoltà.
CONSIGLIERE CIOCCA
Devo dire che ci giriamo e rigiriamo sempre sulle stesse cose. A volte è anche monotono, però purtroppo è
esattamente l'epilogo di quello che è. E io voglio dire al Presidente Iorio, che oggi parlava come fosse uno
che sta qui per la prima volta: lei sono 16 anni, Presidente Iorio, che...
(intervento fuori microfono)
CONSIGLIERE CIOCCA
E ce ne ha tante, di responsabilità. Compresa anche questa. Perché la situazione che noi abbiamo
trovato… e non è per fare sempre e soltanto vittimismo: io sto vedendo il lavoro che si sta facendo
quotidianamente per risolvere non solo questo, che è un problema serissimo, ma che comunque ha un
nome e un cognome (ed è il suo) ed è di quello che è successo prima. Perché rimettere in piedi una
macchina del genere, forzata, forzosa...
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(intervento fuori microfono)
CONSIGLIERE CIOCCA
Era in piedi. Era falsamente in piedi, perché era pompata da cose esterne che non meritavano di portare
avanti soltanto aspetti imprenditoriali. Era la politica, che teneva in piedi la macchina, e adesso abbiamo
bisogno che questa Regione vada avanti con iniziative proprie, con i propri piedi. Questo è l'ultimo
tentativo che abbiamo, perché se no fallisce proprio. Quanto ha detto è vero; qualche Assessore parlava
anche di altre soluzioni. Premetto che io non le condivido perché, l'ho sempre detto, resto assolutamente
per un Molise libero, unico e che si comanda, tra virgolette, da sé, ci mancherebbe altro. Però questo è
l'ultimo tentativo di ripristinare tutto ciò che purtroppo non è stato o è stato volutamente fatto in modo
diverso. Quindi, diciamola la verità! Perché ha ragione Filippo Monaco: è il momento di dirci la verità. La
verità è che probabilmente si è fatto della GAM, nel passato, qualcosa che doveva essere fatto
diversamente. Il lavoro che si sta facendo in questi giorni, in questi mesi, da quando il Presidente Frattura
e i collaboratori stanno lavorando, è continuo e costante. Chiaramente non è che si risolve il tutto con una
bacchetta magica. Io sono dalla parte dei lavoratori, che stanno in difficoltà. Mi dispiace che non c'è
Petraroia, ma gliela farò la domanda: Presidente Frattura, anche per questo, per queste persone che hanno
ormai esaurito anche gli ammortizzatori sociali, da qualche mese, c’è la possibilità, visto che siamo a
inizio anno, di potere avere una proroga nell'immediato? È di questo che vorrei sentire parlare. E quindi, le
polemiche di come funziona il Consiglio, di quello che si fa, ce le facciamo un'altra volta. Ci sono le
Conferenze dei Capigruppo per portare avanti questi discorsi di funzionamento e di regolamento interno.
Ci sono le norme, che dicono come si deve parlare, chi deve parlare e quando. Certamente non quello che
dobbiamo dare una risposta chiara a queste persone. È questa la necessità oggi, altroché. E quindi, in
primis, vedere se si può immediatamente attivare un supplemento di aiuto, che siano gli ammortizzatori
sociali, che sono ormai già scaduti. Quindi, vediamo di prorogarli per almeno tre, quattro mesi che
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speriamo possano essere sufficienti per un'azione di definizione del tutto. Credo che dobbiamo puntare su
questo. Le polemiche e le beghe lasciamole perdere. Il passato, ormai, quello che è stato è stato. Cioè, le
responsabilità, giustamente, come ricordava il Presidente Iorio, chi ce le ha, le ha avute, sono lì. Io non
voglio parlare, non faccio mica il Carabiniere o il Giudice, ci mancherebbe altro! Ma almeno la
responsabilità politica di dire con umiltà "Forse qualche errore è stato fatto!". E quando si dice che c'è
bisogno di un dialogo, il dialogo deve essere costruttivo. Ma se continua a essere un muro, continuamente
un muro, non si va da nessuna parte. Quindi, io chiederei, come ultima analisi, di rimettere in primis, al
centro - so che questo già si sta facendo, ma accentuiamo tutti noi questa possibilità - i soggetti veri. I
soggetti che sono danneggiati in primis sono le persone, i lavoratori, quelli che hanno bisogno di capire
fino in fondo che cosa sarà di loro. E ripeto, lo dico per la terza volta: è necessaria un'azione congiunta e
forte per dare un'occasione ancora per qualche mese, per quanto è possibile; una tutela, in qualche modo.
Un’azione che veda anche l'Assessore Petraroia in primis a collaborare a questa, diciamo, estensione della
possibilità di avere la disoccupazione o altre forme nell'immediato, e nelle more che succeda quello che
tutti noi auspichiamo, e cioè che ci sia una soluzione definitiva. Io conto molto su questo. Grazie.
PRESIDENTE
Grazie, Consigliere Ciocca. Ci sono altri interventi? Chiudiamo la discussione sul tema della GAM.
Presidente, vuole chiudere lei, per favore?
PRESIDENTE DELLA GIUNTA DI LAURA FRATTURA
Pensavo avremmo parlato di futuro di GAM, e invece perderemo... il mio intervento è limitato nel tempo,
Presidente? Perderemo, penso, una buona mezz'ora a chiarire le idee in particolar modo al Presidente
Iorio, mi spiace che il Consigliere Fusco sia fuori, e al Consigliere Federico. Presidente Iorio, se le aziende
si mantengono in piedi come le racconto adesso, io le dico che non solo non sono d'accordo, ma sono
esattamente, diametralmente all'opposto. Lei con delibera n. 370 del 2009… così facciamo la somma di
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quanti milioni lei con la GAM ha sperperato, portandoci un'azienda decotta, senza garantire nessun posto
di lavoro, senza garantire nessuna filiera produttiva, senza garantire alcuno sbocco di mercato, senza
essere titolare di un marchio. Le leggo le delibere, Presidente, visto che lei ha fatto dei riferimenti così
chiari. Lei con la delibera n. 370 stanzia 27 milioni di euro, quale intervento di risanamento della filiera
attraverso la GAM, che all'epoca era una semplice società immobiliare a totale partecipazione regionale,
condizionando i 27 milioni all'acquisizione, in capo alla GAM, del mangimificio di Boiano, dei centri
pollastre e centri ovaiole e delle linee di produzione. Trasferisce i 27 milioni con una serie di atti: la
delibera n. 1395, 5 milioni; 13,7 milioni per acquisto di quote GAM nel 2009; 5,6 milioni per acquisto di
quote GAM per il 2010 e 1,97 milioni di euro nel 2010. 27 milioni per acquisire, si era detto nella
delibera, mangimificio di Boiano, centri pollastre e linee di produzione. A fronte di questi 27 milioni, la
GAM non ha acquisito il mangimificio, esattamente in contrasto con quanto previsto dalla delibera. E ha
acquisito impianti e centri di allevamento fatiscenti e obsoleti -come riportato nella perizia che poi
leggeremo insieme per verificare come mai c'è la svalutazione- per la modica cifra di 22 milioni di euro. I
5 milioni di euro residui, destinati originariamente all'acquisto del mangimificio, sono stati utilizzati per
un aumento di capitale in Solagrital per la copertura di perdite. Quindi, il mangimificio non è stato
acquisito. 2010, delibera n. 210: percorso di acquisizione del complesso industriale alimentare di Boiano
a Monteverde. Vengono trasferiti 2 milioni con la delibera n. 392; 330 mila euro più 10 milioni prima con
la delibera n. 773 poi n. 382, per un totale di 12 milioni 390 che si aggiungono ai 27 milioni. Non
raggiunge nessuno degli obiettivi. La GAM, a fronte di un previsto acquisto del complesso immobiliare, si
trova titolare del solo diritto di usufrutto pagato 15 milioni di euro.
Usufrutto oggetto di contenzioso con le banche creditrici e che, con sentenza di primo grado, risulta
anch’esso revocato; sempre per dovere di cronaca, è come si gestiscono le imprese.
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Interrotto il processo di acquisizione della nuda proprietà, poiché la GAM né aveva le risorse necessarie,
né alcun istituto di credito si era dichiarato disposto a finanziare GAM.
Mentre accadeva tutto questo, il proprietario della filiera produttiva del complesso immobiliare, posso?
(intervento fuori microfono)
PRESIDENTE DELLA GIUNTA DI LAURA FRATTURA
La Logint, proprietaria di tutto, va in procedura concorsuale. 2012 la GAM da società immobiliare entra
nella gestione operativa. Con delibera 630 la Giunta regionale capitalizza con 5 milioni di euro, quindi
sono 27 milioni più 13 milioni, più 12,390 milioni, più 5 milioni di euro, di cui 2 milioni vengono versati a
Avicola Molisana per sostenere il suo piano attestato ai sensi dell'articolo 67 della legge fallimentare, e 2,7
acquista il magazzino della Solagrital.
Quindi, nei fatti, negli investimenti, lei non porta alcunché né a GAM, né a Solagrital. Ma dà liquidità
evidentemente per fare fronte alle situazione debitorie. Con la delibera n. 630, ai 5 milioni ne aggiunge
altri 3 milioni, di cui 2,085 milioni per factoring pro soluto e 915 mila per ricapitalizzazione, ancora una
volta dei 3 milioni non c'è un euro destinato ad investimenti.
In aggiunta, altri 2 - 3 milioni di euro, la Finmolise li anticipa in favore di GAM, per il pagamento di un
debito pregresso di Solagrital, che gestiva la produzione.
(intervento fuori microfono)
PRESIDENTE DELLA GIUNTA DI LAURA FRATTURA
Pagamento di Solagrital, garantito da GAM, quindi, aggiungiamo altri 2 - 3 milioni di euro. Questo è
quello che lei ci ha lasciato come GAM, senza entrare nel merito delle perdite di gestione che si sono
sommate anno dopo anno nella gestione prima di Solagrital, che va in liquidazione coatta amministrativa,
come lei ben ricorda, e poi di GAM. Questo è quello che lei ci lascia.
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Per dovere di cronaca, visto che lei ha fatto riferimento a una serie di passaggi addebitabili a noi.
Ereditiamo un'azienda che ha investito oltre 50 milioni di euro. Sono le somme delle delibere con gli atti
di trasferimento delle somme stesse, senza garantire continuità aziendale, senza avere acquistato il
complesso industriale, senza avere acquistato il marchio, quando invece in quest'Aula lei e l'allora
Assessore Vitagliano ci diceste che il marchio di Arena era di proprietà Solagrital; non risulta da nessuna
parte, tant'è che il marchio rientra nelle procedure concorsuali delle varie società del gruppo Arena. A
questo punto entra in gioco un nuovo modo di provare a gestire le risorse pubbliche, certo non
dilapidandole, considerando che sono risorse di tutti i cittadini, mettendoci la faccia con scelte
rigorosamente impopolari. Perché andare in un'assemblea e dire ai lavoratori "dobbiamo chiudere il
macello perché non siamo nelle condizioni di procedere con le lavorazioni, perché portiamo a casa 15
milioni di euro, se ci dice bene, dati storici di perdita all'anno, oltre tutte le somme versate per fare altro,
per pagare altri debiti per meglio dire, noi non siamo nelle condizioni di mantenere questi asset”.
Abbiamo trovato una soluzione di una governance, che da circa 150 mila euro ci è costata 50 mila euro, e
con i lavoratori abbiamo spiegato quale era la nostra idea di rilancio, redigendolo senza nominare l'advisor
di turno, che negli anni passati, come per GAM, così per Zuccherificio è costato centinaia di migliaia di
euro per redigere documenti che stanno lì a deposito presso i vari uffici regionali. E abbiamo cominciato a
ragionare di piano industriale, spiegandolo ai lavoratori prima di ogni altro. Spiegando ai lavoratori perché
assumevano una scelta assolutamente impopolare, ma che ci metteva nelle condizioni di non sperperare
denaro pubblico, così come era accaduto, senza garantire rilancio produttivo dell'azienda, ma provare a
investire su attrezzature, su impianti, per metterli a norma, per renderli competitivi, per garantire una
produzione a valore di mercato e non così come era accaduto.
E allora, qualche appunto ve lo leggo.
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La diseconomicità del processo di business, le ingenti perdite gestionali, la vetustà degli impianti e la loro
inadeguatezza manutentiva, che inevitabilmente avevano gravi ricadute in termini di sicurezza e salubrità
dei luoghi di lavoro, ci ha portato a chiudere il macello. Dovendo affrontare da subito un altro problema
che, nell'interesse dei lavoratori, ancora una volta la precedente governance e il socio Regione non se l'era
posto nel momento in cui aveva autorizzato l'inquadramento agricolo, senza considerare la cooperativa di
trasformazione in modo da avere gli eventuali ammortizzatori sociali; ma con quel tipo di inquadramento i
lavoratori avevano diritto esclusivamente ai tre mesi di CISOA.
E allora il problema ce lo siamo posto e, insieme al Ministero abbiamo, ritarato l'inquadramento dei
lavoratori, senza costi aggiuntivi, ma portandoli da agricoltura a industria per garantire almeno quelle
misure di accompagnamento che davano la possibilità non solo di tre mesi previsti dalla CISOA, ma di
arrivare ai tempi previsti dalla cassa integrazione.
Quindi, mutamento dell'inquadramento da agricolo in industria.
Abbiamo immediatamente avviato un processo di riorganizzazione, ristrutturazione e soprattutto qualifica
degli investimenti, per capire cosa effettivamente poteva essere ristrutturato e cosa invece, non essendo di
nostra proprietà, avrebbe inevitabile richiesto un rapporto diverso con le varie gestioni legate ai concordati
e ai fallimenti dello scenario Arena.
Il Piano industriale, ci siamo preoccupati di farlo con l'amministratore unico, con l'ingegnere Baranello, ed
è il Piano industriale che abbiamo illustrato in quest'Aula, al quale fa riferimento il Consigliere Federico.
Ma il piano industriale non significa quello che fa la Regione, significa quello che è giusto che il rilancio
di una filiera avicola metta in campo per garantire produzione, produzione competitiva e livelli
occupazionali. Precisando che il passaggio della socializzazione, per cui non interloquire con un
imprenditore unico, ma direttamente con una serie di aggregazioni di lavoratori, di trasportatori, di
allevatori e di tutto ciò che riguarda la stessa filiera, ci metteva nelle condizione di intervenire per singolo
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soggetto beneficiario di eventuali risorse finanziarie, così da costruire il percorso di socializzazione. E lo
abbiamo fatto a partire dal mese di marzo, con Confcooperative, Legacoop e AGC, con le organizzazioni
sindacali, abbiamo costituito un tavolo del partenariato per lavorare operativamente alla costruzione di un
processo di socializzazione per arrivare al Piano esecutivo, immediatamente cantierabile, di recupero e
rilancio del polo avicolo. Nel corso dei vari approfondimenti svolti per singoli tavoli, e per ogni tavolo si
affrontava il tema della finanza, della commercializzazione, della distribuzione, della lavorazione, e via
dicendo, da più parti sono state sollevate criticità e perplessità, in particolar modo dai rappresentanti delle
organizzazioni sindacali, in ordine al perseguimento di un progetto, appunto, basato esclusivamente sulla
socializzazione d'impresa. Nel frattempo più di qualche imprenditore avanzava manifestazioni d'interesse.
Abbiamo vissuto la prima esperienza, Leocata; ricordo a me e a tutta l'Aula e a chi ci ascolta che la
proposta di Leocata, il giorno in cui venne Leocata per provare a definire, a fronte di una richiesta di
manifestazione d'interesse ad evidenza pubblica, apprendemmo che il gruppo delle ovaiole aveva fatto
un'altra scelta, in termini di accordi di filiera, per cui il buon Leocata non potette che prendere atto di una
diversa situazione produttiva e rinunciò a quella manifestazione d'interesse.
Siamo andati avanti. Siamo andati avanti nel raffinare il Piano industriale, ponendoci però il problema di
tutto il pregresso di GAM, perché tutti quei milioni di euro investiti… lei più di una volta ha detto che noi
abbiamo sperperato 20 milioni; noi semmai abbiamo abbattuto. Poi le vediamo con gli atti, uno per uno
con le singole delibere, così da avere chiarezza. Con la delibera 255 del 17 giugno 2014, prendendo atto
delle relazioni del Amministratore unico, che segnalavano la necessità di adottare provvedimenti
finalizzati alla predisposizione nel più breve tempo possibile di un piano di sdebitazione della società
GAM, anche attraverso il ricorso ad una procedura concorsuale, la Giunta mi autorizzava, quale
rappresentante del socio Regione Molise, a deliberare in occasione dell'Assemblea ordinaria dei soci della
GAM, la proposizione della procedura concorsuale ai sensi dell'articolo 161 comma 6 della legge
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fallimentare, funzionale alle politiche di exit strategy già intraprese da noi, nonché alle finalità di
contenimento della spesa pubblica. Con la stessa delibera di Giunta regionale, così cominciamo a segnare
quanto questa maggioranza ha investito sulla GAM, si autorizzava un apporto di euro 400 mila - 400 mila
- finalizzato all'attuazione del percorso diretto ad esperire le azioni pertinenti alla procedura concorsuale
da avviare. 400 mila euro.
(intervento fuori microfono)
PRESIDENTE DELLA GIUNTA DI LAURA FRATTURA
No, 400 mila euro era al fine di sanare una serie di debiti, in particolar modo nei confronti dei dipendenti e
degli allevatori. Agli avvocati di queste somme non abbiamo liquidato ancora un euro.
In attuazione di quanto deliberato, l'assemblea dei soci della GAM, in data 30 luglio 2014, depositava
presso il Tribunale di Campobasso l'istanza di concordato nella forma cosiddetta prenotativa. Il Tribunale
assegnava alla GAM il termine di 60 giorni per la presentazione del piano e della proposta concordataria;
termine che scadrà il 15 gennaio 2015. Rispetto a questo termine, preventivamente abbiamo richiesto una
proroga di due mesi.
Con la delibera 580, così facciamo chiarezza anche sul Bilancio 2013, la Giunta regionale prende atto del
Bilancio di Esercizio al 31/12/2012, nota integrativa al Bilancio, relazione sulla gestione, relazione
dell'organo di controllo, trasmettendo il provvedimento al Consiglio regionale del Molise, per opportuna
condivisione delle risultanze contabili e del consequenziale andamento societario emerso dalla proposta di
Bilancio d'Esercizio per l'eventuale formulazione d'indirizzi politici a riguardo.
Dal Bilancio è emersa una rilevante perdita di esercizio, come ricordava il Consigliere Federico, pari a 39
milioni 896 mila 498 euro, che attesta un deficit del patrimonio netto di 21 milioni 96 mila e 856 euro.
Detta perdita consegue principalmente allo stanziamento per ammortamenti, rischi e svalutazioni per 26
milioni 654 mila 868 euro. Stanziamento conseguente all'applicazione dei principi contabili previsti per la
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relazione dei Bilanci in liquidazione. La proposizione, infatti, della procedura concordataria si è riflessa
nella valutazione delle singole voci di Bilancio, per la quale l'organo amministrativo ha prudentemente
tenuto conto del probabile mutato orizzonte temporale di permanenza dell'impresa in condizioni di
funzionamento - forse a questo si riferiva il Presidente Iorio, prima - e delle conseguenze di tale variazione
anche sulla residua vita utile delle immobilizzazioni materiali ed immateriali. La prudenza sta nel fatto
che, sapendo di dover procedere all'eventuale alienazione di quei beni, in un periodo di tempo ristretto, va
da sé che la prudenza, ritengo, guidi giustamente l'Amministratore nell'approvazione della voce.
In particolare, si è proceduto allo stanziamento di 16 milioni 310 mila euro relativi alla svalutazione delle
immobilizzazioni materiali ed immateriali, rilevate al fine di allineare il valore delle attività al loro
presunto realizzo. Il loro presunto realizzo sta a significare al loro reale valore di mercato. La perizia è qui,
la possiamo approfondire in ogni sua specifica parte, così come asseverata dal tecnico il 28/04/2014.
La copertura delle perdite di esercizio, per 39 e rotti milioni di euro, non è risultata necessaria poiché
sospesa ai sensi dell'articolo 182 sexies della legge fallimentare, in ragione della proposizione del
concordato preventivo, anche se solo nella forma meramente prenotativa, già autorizzato, come detto, con
delibera 255 del 17 giugno 2014.
Nelle more della predisposizione del piano della proposta concordataria, il 12 settembre 2014 perviene
alla GAM, da parte della società Aria Food Spa, una manifestazione d'interesse rispetto agli asset della
società. E, più in generale, al progetto di rilancio della filiera avicola molisana, avendo tratto la suddetta
società dall'esame del Piano industriale redatto da GAM, nel febbraio 2014, ad opera e cura esclusiva del
gruppo di lavoro della GAM, indicazioni per una positiva valutazione della sostenibilità dell'iniziativa.
Detta manifestazione d'interesse non è stata né approvata né condivisa, per chiarezza, dalla Giunta
regionale. Ma la Giunta regionale si è limitata, il 27 ottobre 2014, a prendere atto della proposta
pervenuta, ritenendo il Consiglio regionale l'istituzione in grado di approvare o non approvare...
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(intervento fuori microfono).
PRESIDENTE DELLA GIUNTA DI LAURA FRATTURA
Lo dico io, e mi assumo la responsabilità di quello che sto dicendo, altrimenti forse l'avremmo approvata,
la proposta, invece che limitarci a prenderne atto.
Vado avanti e poi proviamo a ragionare di futuro, perché penso che l'ordine del giorno era soprattutto
concentrato per capire che cosa questo Consiglio regionale intende fare della filiera avicola, della filiera
saccarifera e anche delle altre partecipate.
L'Amministratore unico di GAM, con nota del 24/11/2014, ha fornito al socio unico, Regione Molise, una
relazione in ordine agli elementi essenziali caratterizzanti la proposta preliminare della società Aria Food,
rivolta all'attuazione di un progetto di ripristino e di rilancio della filiera.
In particolare modo la proposta è finalizzata alla rinascita e allo sviluppo con mantenimento dell'intera
filiera, ivi comprese le attività agricole e industriali, all'interno del territorio del Molise e all'interno delle
attività Aria Food, ripristinando entro tre anni l'intera filiera avicola molisana, progressivamente autonoma
nella produzione di uova da pulcino - obiettivo da raggiungere in cinque anni, secondo quel passaggio
previsto nel Piano industriale con il timing previsto dallo stesso Piano - che abbia in particolar modo a
regime una produzione di 550 mila polli alla settimana orientata alle lavorazioni di prima, seconda, terza,
quarta e quinta, con un fatturato annuo stimato di 108 milioni di euro a regime, così come da piano
industriale.
Rispetto a tutto questo, è evidente che si prevede un piano importante di investimenti. Ma il Piano
industriale di investimenti non si promette a nessuno. Nel momento in cui si parte con un piano di
investimenti, si segue la procedura a evidenza pubblica, per cui si fa un bando rispetto al quale chi ha
interesse, i requisiti, i titoli risponde e risulta o meno aggiudicatario delle risorse ammesse messe a bando.
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C'è un tema della gestione intermedia. Il tema della gestione intermedia ce lo siamo posto insieme ai
lavoratori rappresentati da RSU e sigle sindacali, capendo se esistono i presupposti perché si proceda a
una gestione temporanea di alcuni asset che oggi GAM ha in piedi per garantire quella continuità
industriale che è presupposto fondamentale perché si possa ricorrere agli ammortizzatori sociali nel fatto,
specifico alla cassa straordinaria, perché se avessimo spento tutti i motori della filiera non avremmo avuto
nemmeno i benefici della cassa integrazione ordinaria. E allora cominciamo a discutere di una gestione
temporanea. Ma ribadisco: anche sulla gestione temporanea è indirizzo della Giunta regionale chiedere il
pronunciamento al Consiglio regionale, così da avere condivisione su tutto il percorso visto che parliamo
di futuro e visto che parliamo di eventuali impegni o economie di risorse regionali.
Voglio ricordare che con l'approvazione della legge di stabilità, pubblicata il primo gennaio, quindi due
giorni dopo la nostra delibera di approvazione dei termini del concordato, i Presidenti delle Regioni e delle
Province Autonome, i Presidenti delle province, i Sindaci e gli altri Organi di vertice delle
Amministrazioni, di cui al comma 611 in relazione ai rispettivi ambiti di competenza, definiscono e
approvano, entro il 31 marzo 2015, un Piano Operativo di razionalizzazione delle società e delle
partecipazioni societarie direttamente o indirettamente possedute, le modalità e i tempi di attuazione,
nonché l'esposizione in dettaglio dei risparmi da conseguire. Tale Piano, corredato da un'apposita
relazione tecnica, è trasmessa alla competente sezione regionale di controllo della Corte dei Conti e
pubblicato nel sito internet istituzionale dell'Amministrazione interessata. Entro il 31 marzo 2016, gli
Organi di cui al primo periodo predispongono una relazione sui risultati conseguiti, che è trasmessa alla
competente Sezione regionale di controllo della Corte dei Conti e pubblicata nel sito internet istituzionale
dell'Amministrazione interessata.
Questo vuol dire che il sottoscritto, entro il 31 marzo, dovrà fare il Piano delle dismissioni di tutte le
partecipazioni o l'esclusiva partecipazione che ha nelle varie strutture.
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Rimane il tema della gestione temporanea. Oggi abbiamo stimato che la gestione temporanea
dell'incubatoio con il coinvolgimento di circa 32 addetti costa alla Regione un milione di euro all'anno.
Rispetto a questo tema, nell'approvazione del Bilancio consuntivo 2013, noi abbiamo ricevuto una
osservazione importante da parte della Corte dei Conti in merito proprio alla gestione delle partecipate. E
allora sarà bene che questo Consiglio regionale, per il quale chiedo al Presidente l'iscrizione all'Ordine del
Giorno della delibera, poi mi direte se è necessario un passaggio in Commissione - sarà giusto e bene che
ci sia, il passaggio in Commissione, perché, in tempi brevi, questo Consiglio si esprima in merito alla
delibera 747 del 30 dicembre - tenendo presente che insieme a questa delibera ritengo che il Consiglio
dovrà esprimersi anche su questa fase temporanea di gestione, così da avere massima e totale
condivisione.
Aria Food si è espressa per una gestione temporanea che prevede l'assorbimento di 24 dei 32, non so
perché 24, ma sono delle valutazioni che Aria Food fa in merito all'assorbimento di questa forza lavoro,
immaginando il coinvolgimento di altri 6 addetti, da selezionare sempre e solo tra i dipendenti GAM. E
contestualmente ha acquisito una struttura di macellazione in provincia di Avellino per la quale prevede
l'assorbimento di un primo blocco di 15 addetti, sempre tra i lavoratori della GAM, per poi arrivare a 30
unità lavorative non appena superati gli 80 mila capi da macellare...
(intervento fuori microfono)
PRESIDENTE DELLA GIUNTA DI LAURA FRATTURA
Sì. Ci arrivo, ci arrivo. Chiaramente, rispetto a questi temi, prima ancora di portare la proposta in
Consiglio regionale, abbiamo attivato una condivisione partenariale tra proponente e rappresentanze
sindacali, per arrivare poi a una discussione in assemblea che preveda appunto la partecipazione di tutti i
lavoratori. In particolar modo, sulla domanda specifica del Consigliere Fusco, l'idea è quella di prevedere
il contratto che aveva Solagrital, quindi con la messa, eventualmente, in sicurezza, seppur un contratto
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agricolo, dei lavoratori. Abbiamo verificato la messa in sicurezza dell'eventuale passaggio da dipendente
della GAM per un contratto a tempo determinato per la sola e esclusiva fase temporanea e transitoria da
affidare all'Aria Food. Quindi, contratto agricolo, a parità dell'importo contrattuale di cui oggi godono i
lavoratori, con la considerazione che anche le spese di logistica, di spostamenti dei lavoratori sarebbero a
carico dell'Aria Food, trattandosi di un impianto a circa, mi sembra, 80 chilometri dalla sede di Boiano.
Su questi temi è intenzione del Governo, come detto e come ribadisco, di acquisire la condivisione del
Consiglio regionale, tenendo presente la gestione impropria oggi sancita con legge dello Stato,
evidentemente ci mette nelle condizioni di dover pianificare oggi l'uscita definitiva dalle partecipate.
Ribadendo che non c'è nessun aggiudicatario di risorse pubbliche. La Regione investirà risorse solo e
esclusivamente con il bando. Se c'è una gestione a carico di GAM, rimarrà un impegno, ribadisco, che
varrà almeno un milione di euro di perdite che la gestione dell'incubatoio, con l'attuale forza lavoro, in
previsione determinerà a fine 2015. Aggiungo, visto che prima il Consigliere Federico ne faceva
riferimento, che i 600 mila euro previsti nella delibera con la quale approviamo in sostanza la relazione
predisposta dall'Amministratore unico, servono a pagare i costi di gestione del 2014. Quindi, 400 mila
euro stanziati prima e 600 mila euro stanziati dopo, equivalgono al milione di euro che oggi ci è costata la
gestione in proprio dell'unico asset che è relativo, appunto, all'incubatoio.
Ricordo che l'incubatoio funziona perché c'è un contratto di conferimento ad AIA. Non credo che gli altri
competitor oggi vedano di buon occhio il rilancio, oggettivamente, della nostra filiera. Avere una gestione
in duopolio dell'avicolo in Italia, sicuramente dà la possibilità di creare cartello. Oggi il rilancio della
nostra filiera, invece, creerebbe qualche scompenso in questo duopolio.
Ultimo passaggio: marchio. Come detto, il marchio è sempre stato dell'Arena, non è mai stato né di
Solagrital, né di GAM. C'è una procedura concorsuale che ha visto le decisioni delle varie gestioni che
hanno spacchettato il marchio in Arena fresco, Arena Surgelato e Pollo Arena. Aria Food, unico
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partecipante al bando - non so se era la quarta o la quinta asta, in ogni asta la valutazione chiaramente era
al ribasso - è stato l'unico concorrente, per cui si è aggiudicato il marchio Pollo Arena. Se noi avessimo
partecipato all'acquisto del marchio -e mi assumo la responsabilità anche di quello che sto per dire- sono
convinto che sarebbe stata una responsabilità personale, visto che non solo dobbiamo uscire dalle
partecipate, ma addirittura noi saremmo tornati ad investire non so per quale rilancio produttivo. E allora,
con quello spirito di condivisione e costruzione, al quale ci invitava il Consigliere Fusco, io dico che non
solo il Governo regionale parteciperà il Consiglio sulle scelte strategiche della GAM, per cui chiedo che in
tempi rapidi, se è giusto il passaggio in Commissione… se si può superare il passaggio in Commissione,
discutiamo immediatamente in Consiglio regionale...
(intervento fuori microfono)
PRESIDENTE DELLA GIUNTA DI LAURA FRATTURA
No, l'ho già chiesta al Presidente, l'iscrizione. Valutiamolo in funzione, chiaramente, del Regolamento.
Tenendo presente che discutiamo di concordato, quindi, condividiamo la scelta di impegnare sì dieci
milioni circa nel quinquennio per pagare esclusivamente i debiti pregressi, visto che il corrente lo abbiamo
pagato tutto. Mi spiego: tutto ciò che GAM ha acquistato in termini di beni, servizi e professionalità in
questi due anni di gestione, con gli ultimi seicentomila euro, stanziati nella delibera, ha pagato tutto.
Ereditiamo una serie di debiti dalle precedenti amministrazioni. Riceviamo un contenzioso importante, in
termini di IVA e di altro, dalle gestioni precedenti, per cui trovate accantonate quelle somme. Da quando
ci siamo noi, GAM non ha procedure in corso. E allora chiedo che...
(intervento fuori microfono)
PRESIDENTE DELLA GIUNTA DI LAURA FRATTURA
Presidente, è chiuso, sta lavorando. Se poi mi dice che noi dovevamo continuare così come ci siamo
ritrovati ad inizio del mandato, io le ribadisco che sono più che convinto delle scelte rigorosamente
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impopolari, che mi hanno visto contestato da un'Assemblea nella sua totalità. E capisco anche le lamentele
dei lavoratori. Però se non avessimo avuto quella determinazione, io le dico che noi non avremmo
cominciato a parlare di socializzazione. Avremmo dovuto ripianare i debiti non per un milione di euro, ma
almeno per quindici milioni di euro, così come negli anni passati, e non saremmo nelle condizioni di avere
costruito un Piano industriale credibile, Consigliere Federico, ma non perché ci deve investire la Regione,
ma perché c'è l'interesse della socializzazione e perché c'è l'interesse di qualche imprenditore. Uno che si è
già manifestato addirittura per questa fase transitoria, che non prevede nessun contributo pubblico, e
rispetto a questo io ritengo che, in tutta onestà, abbiamo svolto, non perché non ce ne sia stata prima, ci
mancherebbe, ma con altrettanta onestà, il nostro dovere. Mi auguro che, se non domani, mercoledì ci
possa essere l'Assemblea con i lavoratori, così, subito dopo l'Assemblea, si potrà definire anche un verbale
di condivisione o no rispetto alla gestione temporanea, e si potrà chiamare a deliberare in tal senso il
Consiglio regionale anche su questo aspetto.
PRESIDENTE
Grazie, Presidente Frattura. Lei ha fatto due richieste, se non ricordo male, nel corso del suo intervento
conclusivo: una era un eventuale invio in Commissione della delibera di Giunta regionale n. 747 del 30
dicembre 2014 - sì, un attimo solo, giusto per rispettare il nostro Regolamento e la consuetudine - e l'altra
era l'iscrizione. Allora, se l'Aula intende aderire alla richiesta del Presidente di un eventuale invio in
Commissione per procedere ad una fase istruttoria di approfondimento, io non posso procedere alla
votazione dell'iscrizione, perché l'iscrizione è successiva alla ritrasmissione da parte della competente
Commissione dopo il suo parere. E quindi, se si dovesse procedere in questa direzione, pregherei il
Presidente della Prima Commissione, o della Commissione competente, di analizzare questo documento e
di procedere con urgenza, magari nella giornata di lunedì integrando il loro Ordine del Giorno, le loro
convocazioni con questo documento. Magari se fossero Prima e Seconda Commissione congiunte sarebbe
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meglio, perché concerne le attività produttive e finanziarie. Quindi, dobbiamo scegliere: se prevale la
procedura di un'eventuale istruttoria in Commissione, poi la votiamo nel pomeriggio, perché adesso
dobbiamo chiudere, non essendo possibile fare iscrizioni di nuovi argomenti. Presidente, va bene questo
indirizzo?
PRESIDENTE DELLA GIUNTA REGIONALE DI LAURA FRATTURA
Io però, chiedo scusa, in prima battuta ho chiesto il passaggio in Commissione, però ribadisco la richiesta
ai colleghi: se fosse possibile l'iscrizione direttamente all'Ordine del Giorno del Consiglio, penso che
bruceremmo...
(intervento fuori microfono)
PRESIDENTE DELLA GIUNTA REGIONALE DI LAURA FRATTURA
Magari. Se c'è la possibilità di organizzare ad horas la Commissione, così da poterla iscrivere all'ordine
del giorno...
PRESIDENTE
Scusate, ricordo che oggi è venerdì. Se dobbiamo procedere nel far intervenire le due Commissioni, nella
mattinata di lunedì i due Presidenti di Commissioni convocheranno, per l'esame di questo documento,
con...
(intervento fuori microfono)
PRESIDENTE
Allora, un minuto di sospensione. Concordiamo qual è la procedura da portare avanti.
(Il Consiglio è sospeso alle ore 13:02)
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RIPRESA DEL CONSIGLIO
- ORE 13:03 -
PRESIDENTE
Scusate, evitiamo di andare al di là della normale procedura che abbiamo sempre adottato, per cui
ribadisco, se i due Presidenti di Prima e Seconda Commissione sono d'accordo, votiamo l'invio della
delibera n. 747 per l'istruttoria in via di urgenza, in modo da convocare lunedì mattina. Appena definita
nella Commissione di lunedì, magari porteremo la delibera in Consiglio ordinario aggiornandolo a
venerdì.
Qualcuno dei due Presidenti, il più anziano, che deve fare le convocazioni, cortesemente può dire il suo
parere?
CONSIGLIERE PARPIGLIA
Va bene, per me non ci sono problemi, come credo anche per il Presidente Ioffredi, di rinviare a lunedì,
considerata anche l'importanza e la operatività della delibera stessa, in quanto, come mi riferiva un
collega, è già operativa la delibera, perché è stata notificata già alla Finmolise. Quindi, io personalmente
ritengo che forse al massimo si possa magari fare la Commissione ad horas, immediatamente, magari oggi
pomeriggio, e affrontare...
(intervento fuori microfono)
CONSIGLIERE PARPIGLIA
Se si deve fare lunedì, va bene. Però per me si può fare anche subito.
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PRESIDENTE
Allora, Presidente della Prima Commissione, va bene lunedì mattina? Allora, se cortesemente, votiamo
l'invio in Commissione del provvedimento distinto con l'oggetto numero 450, che riguarda la delibera 747
del 30 dicembre 2014, in procedura d'urgenza per lunedì mattina, nelle due Commissioni, Prima e
Seconda, congiunte, in modo da definirlo nella giornata di lunedì. Poi, nel pomeriggio magari preannuncio
l'aggiornamento a venerdì mattina, per l'esame di questi argomenti.
CONSIGLIERE PARPIGLIA
Però Presidente, mi perdoni, ma non si può fare ad horas? Anche per un fatto di operatività. Cioè sabato,
domenica, lunedì. Io ritengo che sia meglio farla ad horas, questa Commissione, altrimenti l’iscriviamo
all'Ordine del Giorno. È un problema che conosciamo a fondo, che conosciamo benissimo, di grande
importanza. Non vedo la necessità di rinviare a lunedì, per poi affrontarlo di nuovo. L'affrontiamo. È una
vicenda che gli amici del Centrodestra conoscono benissimo, perché l'hanno governata per tanti anni, noi
la conosciamo altrettanto bene. Voglio dire, siamo molto favorevoli, la discutiamo in Consiglio. Io la
voglio fare ad horas.
PRESIDENTE
Allora, scusate, siccome sono le 13.10, per favore, è inutile che andiamo contro il Regolamento, io pongo
in votazione l'invio della delibera 747 del 30 dicembre 2014, all'esame della Prima e Seconda
Commissione congiunta, con urgenza, a lunedì mattina, alle 10.00.
Prego, Presidente Totaro.
CONSIGLIERE TOTARO
Grazie, Presidente. Cerchiamo di definire prima la questione e poi eventualmente votiamo, se lei decide di
far votare; non è che ci asteniamo nell'esprimere un voto. Anzi, io dico questo: trattasi di un atto
amministrativo, giusto? Ovviamente, l'atto amministrativo segue un percorso che ha sempre seguito in
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Consiglio regionale, che è quello della Giunta prima, Commissione dopo e Consiglio regionale come atto
finale.
Però, nella deliberazione che è stata effettuata dalla Giunta, c'è un passaggio, ed esattamente il punto
numero 8, in cui dice di inviare l'atto alla Finmolise, per dar seguito a quello che si è deciso.
Supponiamo che la Commissione decida, perché è nelle sue competenze, di modificare i 600 mila euro,
portarli a 500 mila. Ovviamente la Finmolise sta già procedendo per i 600 mila, quindi... questo è un
consiglio che do: che oggi, con questa deliberazione, si possa procedere all'approvazione e quindi alla
presa d'atto della delibera, effettuata dalla Giunta regionale, direttamente dal Consiglio regionale;
altrimenti rischieremmo su un deliberato fatto dalla Giunta regionale. Il Consiglio prenda atto, così come
s'è fatto anche su altre procedure, anche perché, di fatto, l'atto della Giunta è già esecutivo, per gli ulteriori
passaggi che sono stabiliti dal nostro Regolamento e dal nostro statuto.
Quindi, io credo che sia opportuno che il Consiglio prenda atto e che la delibera continui il suo percorso,
che già di fatto è stato avviato.
PRESIDENTE
Scusate, mi pareva...
CONSIGLIERE PARPIGLIA
Abbiamo votato pure le biomasse, quindi...
PRESIDENTE
Però, scusate, mi pareva di capire che il Presidente Frattura, per... Un minuto di sospensione.
(Il Consiglio è sospeso alle ore 13:11)
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- RIPRESA DEL CONSIGLIO -
- ORE 13.13 -
PRESIDENTE
Va bene come procedura, siamo d'accordo. L'invio in Commissione per lunedì mattina alle ore 10:00 con
preghiera al Presidente più anziano di età di fare le convocazioni congiunte.
Favorevoli all'invio in Commissione?
Contrari?
Astenuti?
(Il Consiglio approva)
PRESIDENTE
Allora, mi chiedeva, Presidente Iorio, giusto per chiudere. Perché dopo l'intervento conclusivo sul tema
del Presidente Frattura, solo se ci sono fatti nuovi, le concedo la parola. Però, mi deve dire il fatto nuovo
qual è, rispetto alla dichiarazione del Presidente Frattura.
CONSIGLIERE IORIO
Sì, Presidente, naturalmente. Però mi consenta anche di dire, che insomma, abbiamo utilizzato una
procedura un po'... perché l'intervento del Presidente della Giunta si inseriva nell'argomento, non
concludeva alcunché, perché non c'era nulla da concludere. Quindi, non è una conclusione, è un parere,
una comunicazione del Presidente della Regione sull'argomento. Credo che sia giusto anche poter
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replicare a qualsiasi comunicazione faccia il Presidente al Consiglio regionale. Non voglio, però, replicare.
Io voglio solo precisare...
PRESIDENTE
Ecco. Su fatti nuovi, sì.
CONSIGLIERE IORIO
Ci sono fatti nuovi sicuramente, perché si è parlato un po' di tutto. Ma credo che abbiamo due punti di
vista diversi, e su questo non c'è alcun dubbio. Però alcune affermazioni, Presidente, non è che noi
abbiamo lasciato i debiti. Noi abbiamo lasciato i debiti e l'azienda funzionante. Oggi abbiamo solo i debiti.
Mi pare che la storia debba essere interpretata in questa maniera. Poi, non sono d'accordo sul fatto
dell'impegno finanziario sproporzionato. Ricordiamo che la Solagrital aveva un fatturato di 100 milioni di
euro, all'epoca. 100 milioni di euro. E adesso vorrebbe ritornarci, fra 3 anni, 4 anni o 5 anni, quando sarà.
Anche l'intervento pubblico in quella direzione preordinato alla conservazione dell'attività, faceva parte di
una exit strategy. Caro Presidente, exit strategy non significa chiudere, svendere tutto, arrivederci e
grazie, perché non ci vuoi mettere soldi. Chiunque deve vendere un patrimonio, lo deve valorizzare. Lo
dice la norma, le leggi, il Codice Civile e quant'altro. Quindi, non si possono fare svendite, si devono
valorizzare le strategie per la cessione dell'attività. Presidente Frattura, il Governo nazionale ha impegnato
2 miliardi di euro per Taranto, l'ILVA di Taranto. Io credo che l'intervento per questa Regione riguardo
alle grandi crisi, perché noi abbiamo alcune grandi crisi industriali, debba essere fatto, debba essere
chiesto con maggiore vigore. Ma non ci si può presentare al Tavolo dicendo che si rinuncia a partecipare
finanziariamente per la ripresa di attività produttive della Regione. Cioè, che il pubblico intervenga;
perché il pubblico sta intervenendo dappertutto. Sta intervenendo dappertutto per una evidente situazione
di difficoltà. E mi risulta particolarmente strano e apprezzabile anche l'intervento di questo imprenditore
che viene con i fondi propri per fare un'attività intermedia. Io credo che vada valutato positivamente. Ma a
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me sembra ancora difficile immaginare credibile un programma di ripresa in questa direzione e con questi
tempi. Non siamo... non sono personalmente contrario a che si proceda a quanto è stato deciso dalla
Giunta; perché io ho letto una delibera che non rinviava al Consiglio la decisione. Certo, bisognerebbe
anche qui sapere qualcosa di più, se ci sono dei contratti, se ci sono degli impegni finanziari, se ci sono...
perché, insomma, mi sembra una soluzione che ancora, diciamo, deve essere capita. Fermo restando che
qualsiasi soluzione utile alla ripresa di quella attività, io credo che riceverà il consenso di tutti. L'unica
cosa che ci divide e ci dividerà, diciamo, sempre, sarà la valutazione e il comportamento tenuto in
difformità di quanto noi avremmo fatto, ma questo era nel suo potere, nella decisione di chiudere l'attività
produttiva dell'azienda. E ci ritorno, sull'argomento, perché l'attività poteva essere ridotta, si poteva fare la
ristrutturazione del personale, che era stata pure prevista, per ridurre le perdite... si potevano fare tante
iniziative, bastava affrontarla con la volontà di chi voleva conservare un valore e non abbatterlo, non
distruggerlo. Perché per me quel valore, non solo per me, è stato abbattuto e distrutto, in parte. Non so se
definitivamente, questo lo dirà il futuro. Però intanto è stato distrutto. E quando parliamo di milioni di
euro, anche per non impressionare l'opinione pubblica, noi parliamo sempre di interventi pubblici tesi alla
ripresa di un'attività di quel valore. Ecco perché... ci tengo a dirlo, perché se no sembra che uno voleva
sperperare: voleva conservare un patrimonio e un valore che per la Regione era importante. Poi vedremo
per lo Zuccherificio come si procederà, ma intanto su questa questione io volevo fare alcune precisazioni e
anche saperne qualcosa di più, ma vedo che ne riparleremo in occasione della decisione del concordato.
PRESIDENTE
Grazie, Presidente Iorio. Mi aveva chiesto la parola il Presidente Frattura. Prego, e chiudiamo l'argomento
GAM.
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PRESIDENTE DELLA GIUNTA DI LAURA FRATTURA
Sempre per dovere di cronaca e visto che continuiamo a parlare del passato: Presidente, tanto per essere
chiaro, Solagrital e GAM non hanno mai fatturato 100 milioni di euro, mai nella storia. Mai. Arena è un
altro ragionamento. Solagrital e GAM...
(intervento fuori microfono)
PRESIDENTE DELLA GIUNTA DI LAURA FRATTURA
Ho capito, ma Arena non era socio della Regione. Il problema è che Arena comprava da Solagrital e non
pagava. Tant'è che Solagrital...
(intervento fuori microfono)
PRESIDENTE DELLA GIUNTA DI LAURA FRATTURA
Allora, Presidente, per dovere di cronaca...
PRESIDENTE
Però non facciamo dibattito.
(intervento fuori microfono)
PRESIDENTE DELLA GIUNTA DI LAURA FRATTURA
Presidente, allora, per cortesia. Se noi 50 milioni di euro in tre anni... 50 milioni di euro per i quali non ci
ritroviamo nulla se non gli impianti all'interno del contenitore macello. Quello è nostro. Due centri
pollastre e il mangimificio, punto interrogativo. Abbiamo speso 50 milioni di euro per comprare questa
roba. Io dico, e mi assumo la responsabilità, e me la sono assunta con i lavoratori: per noi questo non è un
modo di accompagnare l'occupazione. Non è un modo di garantire continuità ai livelli occupazionali...
(intervento fuori microfono)
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PRESIDENTE DELLA GIUNTA DI LAURA FRATTURA
Non è modo. Va bene. Però, chiedo scusa, noi abbiamo assistito al fallimento della Solagrital, che porta un
nome e una firma. Abbiamo assistito al fallimento di GAM, che porta un nome e una firma. Noi ci siamo
assunti la responsabilità di dire: chiudiamo.
(intervento fuori microfono)
PRESIDENTE DELLA GIUNTA DI LAURA FRATTURA
Però, Presidente, un secondo.
PRESIDENTE
Scusate. Mi scusi, Presidente Frattura.
(intervento fuori microfono)
PRESIDENTE DELLA GIUNTA DI LAURA FRATTURA
Presidente, un secondo. Noi...
PRESIDENTE
Per favore. Abbiamo la chiusura dell’argomento. Dopo, ci sarà da ridiscutere, nella seduta pomeridiana.
L'argomento credo sia iscritto al numero 22.
PRESIDENTE DELLA GIUNTA DI LAURA FRATTURA
Noi, Presidente, per onestà...
(intervento fuori microfono)
PRESIDENTE DELLA GIUNTA DI LAURA FRATTURA
Ma difatti, noi non ci arriviamo al fallimento. Non arriviamo alla...
(intervento fuori microfono)
PRESIDENTE DELLA GIUNTA DI LAURA FRATTURA
Arriviamo al concordato, ma...
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(intervento fuori microfono)
PRESIDENTE DELLA GIUNTA DI LAURA FRATTURA
No, però, Presidente, noi paghiamo i debiti che lei ci ha lasciato. Non ci sono debiti nostri!
(intervento fuori microfono)
PRESIDENTE DELLA GIUNTA DI LAURA FRATTURA
Ma ci sono i bilanci, Presidente. La deve smettere di usare questi toni che non esistono! Io so che 15
milioni di euro all'anno i molisani non li hanno pagati per garantire una struttura che non è competitiva,
che non è a norma...
(intervento fuori microfono)
PRESIDENTE DELLA GIUNTA DI LAURA FRATTURA
All'anno. All'anno. E vada a vedere i bilanci. Forse quando glieli portavano in Giunta non li guardava con
attenzione. Quei bilanci li ha approvati lei in Giunta, i bilanci della GAM. Per noi...
(intervento fuori microfono)
PRESIDENTE DELLA GIUNTA DI LAURA FRATTURA
Adesso noi siamo parlando di rilancio. Stiamo parlando di rilancio della filiera. Con la differenza che la
Regione non investe somme proprie delle tasse dei cittadini molisani, ma prova a investire risorse
destinate ad investimento per un rilancio produttivo, e costruisce la filiera non con la partecipazione della
Regione. Quando il Consigliere Federico chiede: "La Regione che fa in tutto questo?". Rispondo: “E’
fuori. Non entra nemmeno con lo 0,1...”.
(intervento fuori microfono)
PRESIDENTE DELLA GIUNTA DI LAURA FRATTURA
Benissimo. La sua, però, non exit strategy ha significato 50 milioni di euro che in tre anni, purtroppo, la
Regione ha sperperato, perché non ha prodotto nulla, più una serie di debiti.
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(intervento fuori microfono)
PRESIDENTE DELLA GIUNTA DI LAURA FRATTURA
Certo, più una serie di debiti che comunque, con il concordato, dobbiamo pagare. Li paghiamo tutti, non è
che li paghiamo noi. Se lei mi dice che in quel Bilancio di liquidazione per il concordato, c'è un euro di
debito costruito da noi, io le dico che ha una virgola di ragione. Però la sfido anche su questo, come le ho
detto, sulla perizia, di verificare dove sta l'euro di debito che questa gestione ha contratto nei confronti dei
fornitori o dei contenziosi di varia natura.
(intervento fuori microfono)
PRESIDENTE
Però chiariamoci un attimo, scusate. Io chiudo l'argomento, è mio compito ripristinare. Chi mi chiede la
parola, io gli do la parola, però non accetto che si faccia il dibattito mentre un relatore, un Consigliere sta
facendo la sua relazione e il suo intervento. E che sia l'ultima volta, altrimenti chiudo il Consiglio. Perché
il vociare è mancanza di rispetto, anche nei confronti di chi ci ascolta. E vi ribadisco che siamo in diretta
streaming, e ci vedono in tutto il mondo. Cerchiamo di farla funzionare bene quest'Aula, per favore.
Presidente, se vuole chiudere, può chiudere, altrimenti lo ritengo chiuso, l'argomento. Va bene così? Bene.
Allora, è chiuso l'argomento GAM. Apriamo l'argomento Zuccherificio. Chi vuole? Prego, Consigliere
Manzo, ne ha facoltà.
CONSIGLIERE MANZO
Grazie, Presidente. Diversa è la situazione dello Zuccherificio rispetto alla GAM. C'è un concordato
preventivo, c'è un bando di gara, sappiamo che il quarto bando di gara è andato perso. Il prossimo, il
quinto bando, per un prezzo ancora di 20 milioni di euro che comunque segnerà il destino anche di questo
stabilimento.
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Permettetemi, colleghi, però di ricostruire un po' la vicenda dello Zuccherificio, perché quando si parla di
situazioni economiche bisogna dare una certa continuità a quello che diciamo. E, quindi, bene o male
conosciamo un po' tutti la storia del nostro stabilimento, nato nel 1969, appunto, quando la produzione
dello zucchero era vista come una grande opportunità. Tant'è che io più volte ho chiesto di far visita allo
Zuccherificio, una volta mi è stata data la possibilità di andare, non in rappresentanza istituzionale; è
possibile leggere sulle pareti dello stabilimento: "Il consumo dello zucchero e l'indice del benessere dei
popoli". Questo nel 1969.
La finalità era quella di consentire la coltivazione della barbabietola anche nel Molise, nell'alta Puglia e
nel basso Abruzzo, zone lontane dagli zuccherifici esistenti all'epoca. Si riteneva, inoltre, determinante per
l'economia agricola, diffondere anche una cultura da rinnovo, che salvaguardasse la fertilità dei terreni
dediti fino ad allora alla monocoltura, cioè al grano, e che desse all'agricoltura, all'agricoltore in
particolare, sicurezza di prezzo e di ritiro del prodotto. E, infine, che creasse benefici occupazionali in una
Regione, il Molise, afflitta da una forte emigrazione all'epoca, e fra le più povere d'Italia, come oggi.
Nacque così lo Zuccherificio del Molise, prima azienda del Nucleo industriale di Termoli che, se agli
albori segnò il decollo dello sviluppo industriale della Regione Molise, dal 2006 ad oggi ha registrato una
storia funestata da perdite.
Prima del 2007 la Regione Molise, non aveva partecipazioni dirette nella società, ma possedeva in via
indiretta, attraverso l'ERSAM, il 41,25 per cento del capitale, pari, attualmente, a 2 milioni di euro.
Nell'anno 2007 la Regione Molise entra direttamente nel capitale sociale, sottoscrivendo il 24,51 per cento
delle azioni, con un conseguente esborso di circa 16 milioni di euro. Tale operazione è stata effettuata
nell'ottica di risolvere problemi connessi all'approvazione da parte dell'Unione Europea, della riforma
dell'Organizzazione Comune di Mercato (OCM) per lo zucchero, senza alcuna risposta, però,
programmatica e mutamenti che il mercato dello zucchero subiva.
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Noi non siamo degli esperti del mercato dello zucchero, ma come si evince dal PSR (Programma Sviluppo
Rurale), in Italia il settore saccarifero tradizionale ormai non è più redditizio, a seguito di processi di
concentrazione industriale che hanno riguardato l'intero settore a livello europeo e che ha preso in
considerazione il sistema di assegnazione delle quote e la loro successiva distribuzione ai produttori; ha
visto progressivamente ridurre il numero degli impianti, da 76 agli attuali 4. I risultati di questi processi di
concentrazione hanno portato un impianto italiano a lavorare mediamente 55 giorni all'anno. A questo
possiamo aggiungere tranquillamente la perdita della sovranità alimentare che l'Italia sta subendo, insieme
ad altri paesi.
In seguito all'OCM 2006, con il Programma di Sviluppo Rurale del periodo 2007-2013, si prospettavano
sostanzialmente tre strade per lo Zuccherificio: sostenere il processo di riconversione produttiva delle
imprese agricole, coinvolte nel processo di ristrutturazione del settore bieticolo saccarifero in un'ottica di
filiera, o intervenire a supporto dei progetti di ristrutturazione dell'industria saccarifera, o ancora
promuovere la diversificazione verso attività extra-agricole.
La Regione Molise, in seguito alla riforma, ha optato per un progetto di ristrutturazione. Nel corso degli
anni successivi, tuttavia, l'andamento aziendale e le difficoltà di reperire supporto finanziario, hanno
causato una serie di risultati negativi di gestione, tanto da portare gli altri soci a sganciarsi
progressivamente dalla società, lasciando la Regione Molise quale unico socio in possesso della totalità
delle azioni.
Nel periodo 2007-2012 la Regione Molise impiegò rilevanti risorse finanziarie per consentire la
prosecuzione dell'attività della società. Leggendo la delibera di Giunta del 31 gennaio 2012 numero 59, è
possibile rilevare che le somme impiegate per la sottoscrizione di capitale e per la concessione di
finanziamenti, direttamente dalla parte della Regione, o tramite Finmolise, ammontavano a circa 46
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milioni di euro. Un dato allarmante che avrebbe dovuto far capire sin da subito alla Regione, socio al 98
per cento del 2012, che non aveva alcuna competenza nel campo delle attività produttive.
Negli anni, la mancanza di una pianificazione di medio-lungo termine, coerente con le esigenze di
riorganizzazione strategico-produttiva dell'azienda, unitamente alla progressiva riduzione del prezzo dello
zucchero, ha condotto la situazione di crisi e d'incertezza che stiamo vivendo. Nel 2012, inoltre, essendo
venute meno le condizioni per la normale operatività gestionale del vecchio Zuccherificio del Molise, il
nuovo organo amministrativo decide per la presentazione del concordato preventivo mediante la creazione
di una newco, Nuovo Zuccherificio del Molise Srl, e l'affitto del ramo produttivo alla medesima, passando
in capo alla controllata protesti, ipoteche e debiti.
Ma torniamo ad oggi. Anche per il quarto bando, come ho detto precedentemente, per l'acquisizione dello
Zuccherificio Spa, in regime di concordato preventivo, nessuna offerta è stata depositata.
Quali prospettive per lo Zuccherificio del Molise? Qui vorrei riallacciarmi anche un po' alla situazione
della GAM, un po' diversa perché il prezzo dello zucchero è legato ad una situazione di mercato diversa.
Infatti, tutto dipende dalla sostenibilità dell'attività, e in particolare dal prezzo stesso dello zucchero che è
costantemente in calo. C'è una parte di prezzo dello zucchero che negli anni è andata sotto forma di
incentivo alla coltivazione per sovvenzionare, in qualche modo, il mondo bieticolo. Quindi, metà del
prezzo è fisso e imposto dalla Comunità Europea, e metà è variabile. Inoltre dal 2017, con l'eliminazione
delle quote, la parte variabile è stata demandata alla negoziazione individuale tra aziende e bieticoltori.
Più volte il Movimento 5 Stelle ha presentato come esempio di buona gestione la Co.Pro.B. (Cooperativa
Prodotti Bieticoli). La Co.Pro.B. che cos'è? La Co.Pro.B. è una cooperativa per la produzione dello
zucchero che anche ad oggi sta subendo, comunque è in difficoltà, in quanto comunque anche la Co.Pro.B.
subisce in qualche modo il prezzo dello zucchero. Però cos'ha fatto? Ha garantito l'attività produttiva per
tutto l'anno, anche attraverso la raffinazione di zucchero grezzo di canna, proveniente da filiere produttive
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agricole industriali, attive nei paesi dell'Africa centro sud. Quando il prezzo dello zucchero è
particolarmente alto, oltre a pagare il costo delle barbabietole, distribuisce gli utili ai bieticoltori. Questo
cosa vuol dire? Che lo zucchero è sostenibile se i bieticoltori sono parte di questo meccanismo, e
flessibilizzano il loro prezzo. Quando il prezzo è alto ce n'è per tutti, quando il prezzo è basso ce n'è poco.
La necessità di creare una cooperativa, quindi, era legata pertanto anche all'andamento variabile del prezzo
dello zucchero e del saccarosio. Ma insieme alla Co.Pro.B, noi del Movimento 5 Stelle vorremmo portare
anche altri esempi di socializzazione d'impresa. Possiamo portare, ad esempio, il caso a Scandiano, della
Provincia di Reggio Emilia, o della cooperativa Gres Lab, nata dalle ceneri della ex Optima Spa,
un'industria operante nel settore della ceramica. L'azienda in liquidazione è stata salvata da quaranta
operai, che si sono costituiti in cooperativa con il supporto della Lega Coop Reggio Emilia e il
finanziamento di Banca Etica. Interessante anche il caso della Fonderia Zen, una fabbrica con 141
dipendenti, nel cuore del nord-est. Qui vengono fabbricati componenti per auto e macchine agricole. Si
tratta di uno degli stabilimenti del gruppo di Florindo Garro che nel 2008 contava più di tremila dipendenti
e un fatturato di 510 milioni di euro. Dopo due anni di amministrazione straordinaria il destino segnato era
quello dei libri contabili in Tribunale, della chiusura dello stabilimento e dello sgocciolare dei mesi di
cassa integrazione, la raccolta di quote fra i lavoratori, una parte della liquidazione, per un massimo di
duemila euro a testa, la costituzione della cooperativa con un capitale sociale di duecentocinquantamila
euro e la parallela costituzione di una Srl tra i dirigenti dell'Azienda, hanno mutato il corso degli eventi. La
cooperativa e la società dei dirigenti hanno avanzato la proposta di interesse per l'acquisizione della
società. La proposta è stata valutata positivamente dal Ministero e ora restano solo pochi mesi, alcuni
passaggi burocratici, in vista dell'acquisizione ufficiale da parte di questa nuova società. La produzione
sarà governata da una società a responsabilità limitata, con una quota di maggioranza in mano alla società
degli ex dirigenti, ma alla cooperativa dei lavoratori spetta una quota intorno al 15 per cento. Casi isolati
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fino a un certo punto. Di esempi ne potremmo portare anche altri. In Sicilia, ad esempio, alcuni lavoratori
del cantiere navale di Trapani, licenziati nel dicembre del 2011, abbandonati in alto mare dai sindacati, si
opposero alla distruzione della loro azienda e grazie a una raccolta fondi promossa per otto mesi,
costituirono la Cooperativa Bacino di carenaggio. Sono piccoli esempi su come la cooperazione, se
intrecciata con la conversione ecologica, potrebbe aprire orizzonti incoraggianti. Come ricordate è
trascorso un anno dall'ultima audizione, il contratto di fitto scadrebbe nel 2015 e lo Zuccherificio detiene
quote zucchero, che non riesce a soddisfare, almeno fino al 2017. Per carità, guai se la politica dovesse
svestirsi del suo ruolo e continuare andando oltre quello di programmazione; ma non si può prescindere
dal dare un indirizzo politico. E' la prima volta che il Consiglio regionale affronta un dibattito in Aula
sulla crisi dello Zuccherificio. E vorrei dire una cosa al collega che siede nell'Ufficio di Presidenza in
rappresentanza della Minoranza: il Movimento 5 Stelle non è esecutivo, il Movimento 5 Stelle non ha
nominato un Assessore alle Attività produttive, un Assessore all'Agricoltura, non ha i dirigenti alle proprie
dipendenze in modo da poter dare esecutività alle proprie idee. Io penso che lei sappia tranquillamente la
differenza tra esecutivo e il resto. Quindi, la politica non può prescindere dal dare un indirizzo e
soprattutto dal dare risposte. Il 17 dicembre c'è stato un incontro a Roma con il Ministro dell'Agricoltura,
per dare risposte ai bieticoltori circa il futuro delle quote. E contemporaneamente, qui da noi, i dipendenti
del nostro zuccherificio vengono posti in cassa integrazione, e parrebbe che alcuni di loro avrebbero anche
chiesto una mobilità volontaria. Ad oggi sembrerebbe che Aria Food abbia posto un interesse anche verso
lo Zuccherificio. Sappiamo bene che Aria Group Food è una società, un gruppo, che si occupa anche di
energia. Conoscendo anche il decreto della competitività, in particolare all'articolo 30, misure urgenti di
semplificazione per utilizzo delle fonti rinnovabili nell'ambito della riconversione industriale nel comparto
bieticolo-saccarifero, non ci vorremmo ritrovare con un inceneritore nell'area già sottoposta a delle forti
pressioni ambientali, nella Regione Molise. Vorremo che la politica dia queste risposte. Ma soprattutto mi
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permetta di denunciare anche, Presidente del Consiglio, a questo punto, l'inutilità della Seconda
Commissione, perché addirittura abbiamo dovuto votare un ordine del giorno per poter discutere di una
questione inerente un'attività produttiva nella nostra Seconda Commissione. Una Commissione che,
comunque, ultimamente si riunisce soltanto per esprimere pareri e quando il parere è negativo, cosa fa? Fa
decadere i termini in modo che si passi ad un silenzio-assenso, come è avvenuto per una modifica proposta
dal delegato alla caccia sulla densità minima dei cacciatori in alcune aziende faunistico-venatorie. Noi
della Seconda Commissione, avevamo anche chiesto per le vie brevi, un coinvolgimento maggiore della
Seconda Commissione stessa, soprattutto per lo Zuccherificio. Avevamo chiesto al Presidente di
Commissione di fare una visita ispettiva allo Zuccherificio, di vedere effettivamente come stanno le cose,
di incontrare i lavoratori; questo per le vie brevi. A quanto pare non è servito a nulla, la prossima volta la
faremo in maniera formale, in modo da ottenere effettivamente una risposta, perché, a quanto pare, la
Seconda Commissione si riunisce esclusivamente laddove c'è la necessità di esprimere un parere. Grazie,
Presidente.
PRESIDENTE
Grazie. Consigliere Manzo, però sul funzionamento della Commissione, pur ringraziando per quello che
lei lascia a verbale, risponderà il Presidente se lo riterrà opportuno. Non è una cosa che compete alla mia
persona, le materie di competenza della Seconda Commissione le conosciamo ed è il Presidente a
disciplinarne i lavori e l'eventuale approfondimento degli atti a lui assegnati. Allora, proseguiamo. Ci sono
altri interventi? Prego, Consigliere Monaco, ne ha facoltà.
CONSIGLIERE MONACO
Grazie, Presidente. Solo per ricordare alla collega Manzo che ho fatto il Vicesindaco a Termoli e conosco
bene i ruoli della Maggioranza e dell’Opposizione, e conosco bene anche e soprattutto qual è il ruolo della
Maggioranza. Però, nella risposta che lei m'ha dato, mi conferma che si continua a fare solo populismo e
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demagogia, si fanno solo chiacchiere; di proposte non ne viene fatta mezza. E l'ha detto lei, non l'ho detto
io: il suo ruolo è quello di fare chiacchiere, di fare populismo. Non ha fatto una proposta. Me l'ha
confermato. Indirettamente me l'ha confermato.
(intervento fuori microfono)
CONSIGLIERE MONACO
E ma lei m'ha chiamato sul personale, io le rispondo sul personale.
PRESIDENTE
Allora, per favore, ribadisco: il Regolamento di funzionamento di questo Consiglio regionale è ben noto a
tutti. Se qualcuno si sente leso, c'è l'articolo del regolamento riguardante il fatto personale, è chiaro. Per
cui, io capisco che vogliamo iniziare all'insegna di un anno frizzante, però rispettiamo le regole all'interno
di quest'Aula. Lo dico anche a me stesso: nel rispetto della dignità di ogni Consigliere regionale. Prego,
continui.
CONSIGLIERE MONACO
Grazie, Presidente. Tant'è che non mi sono permesso di interrompere, proprio perché ho grande rispetto
delle Istituzioni e per le regole istituzionali. Noi abbiamo un problema serio. Anzi, più di uno. Che si
chiama GAM, che si chiama Zuccherificio, che si chiama Sanità, per citare solo i più importanti. Io credo
che il Governo regionale stia operando in maniera seria rispetto a queste scelte, ne approvo i passaggi, li
ho votati, li condivido, su alcune situazioni vanno fatti degli aggiustamenti, però entrare in una exit
strategy su queste aziende è necessario ed utile, e lo ribadisco. Sono su questa linea e credo che la Regione
Molise debba smetterla di fare assistenzialismo e debba cominciare a volare un tantino più alto.
PRESIDENTE
Grazie, Consigliere Monaco. La parola al Consigliere Fusco. Prego.
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CONSIGLIERE FUSCO PERRELLA
Poche parole, solo per dire che la nostra portavoce, almeno per quanto riguarda la Seconda Commissione e
anche per quanto riguarda la relazione sullo Zuccherificio, è stata la Manzo.
Io ci tengo a dire che noi abbiamo condiviso la sua relazione e la Consigliera Manzo, come tutte le altre
Consigliere, prima di venire in Aula, si dota di un lavoro di studio e di approfondimento, non di
chiacchiere. Allora, se queste sono chiacchiere, ripeto, anche il Consigliere Fusco fa chiacchiere,
comportandosi così come si è sempre comportata, insieme alla collega, anche in Commissione, cercando
di dare il contributo e cercando di approfondire queste chiacchiere. Io invece li chiamo contenuti,
contenuti seri, che si mettono a disposizione di questa Assise. Se poi questa Assise non ci vuole ascoltare,
noi non parliamo più. Grazie.
PRESIDENTE
Allora, per favore, ognuno è responsabile, io non posso mettere le note, non sono qui per fare il professore
o la maestra. Per favore, ognuno risponde delle proprie azioni nei confronti del pubblico. Quindi, per
favore, ogni Consigliere regionale sa il suo compito, il suo ruolo e la sua funzione qual è, e non ci
ritorniamo più sopra. Ognuno si assume le proprie responsabilità, di Maggioranza od Opposizione.
Quest'Aula è un'Assemblea legislativa e si viene per lavorare.
Ci sono altri interventi, prima di procedere a chiudere l'argomento? Assessore Facciolla, prego.
ASSESSORE FACCIOLLA
Grazie, Presidente. Io parto, senza aprire nessun tipo di polemica, ma credo che l'argomento, insomma,
naturalmente stimolasse una partecipazione attenta, anche perché su queste vicende, quella della GAM e
quella dello Zuccherificio, siamo tornati più volte. Quindi, probabilmente, il rilievo del Consigliere
Lattanzio era finalizzato a richiamare l'attenzione su argomenti che sono stati più volte sollecitati al
dibattito in Aula, che oggi trovavano la loro sede naturale nella discussione che c'è stata. Così come, detto
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francamente, al di là della illustrazione generosa in termini di dati storici, io mi sarei aspettato che anche la
valutazione, nella relazione del Consigliere Manzo, fosse molto più calata sulla realtà.
Ma questo è un compito che evidentemente dovrà essere mio, nel riferire ciò che è lo stato dell'arte. Perché
si è parlato degli albori e delle ragioni per le quali è nato lo Zuccherificio, dal '69 ad oggi, della crisi dal
2012 ad oggi, ma, in effetti, non si è evidenziato quali sono le condizioni di ordine generale del comparto,
sia in Europa che in Italia. Ma ancora di più che cosa succede al nostro Zuccherificio del Molise, che è il
terzo zuccherificio d'Italia per ordine di importanza, dove in effetti l'azione del Governo regionale è stata
la medesima che ha poi governato le azioni di questa Maggioranza, utilizzata anche per GAM.
L'esigenza di una exit strategy seria, non può prescindere da un'azione di accompagnamento. Ma questa
azione di accompagnamento di certo non può essere distrazione di denaro pubblico, distrazione di risorse
pubbliche, e questo non solo perché il legislatore europeo - ma neanche quello nazionale - ce lo consente.
Ci sono le regole sulla concorrenza, che vanno rispettate, ma ancora di più, e questo è un passaggio che il
Presidente ha voluto già valorizzare nel suo intervento, mi sembra che le risorse regionali a disposizione
non consentano nessun altro tipo di intervento. Una exit strategy seria non può non tenere in
considerazione la possibilità che l'appetibilità di un comparto, di una azienda, debba essere valutata da un
privato, che vuole investire nel comparto; mi sembra quanto mai evidente. E in questo senso, la situazione
dello Zuccherificio del Molise, è distante anni luce da quella della GAM. La GAM è un'azienda che non è
in concordato o non lo era, lo Zuccherificio è un'azienda che ha una procedura concorsuale giudiziaria, per
la quale, sto parlando della Spa, è evidente che bisogna rispettare le procedure che la legge impone.
Il Consigliere Manzo ha puntualmente riferito dei tre bandi di gara, del prossimo quarto bando, che ci sarà
nel marzo, e così come la Regione ha deciso, nel momento in cui era divenuta proprietaria dello
Zuccherificio del Molise Spa, e questo negli anni passati, di adottare una procedura concorsuale e
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contestualmente, costituire una nuova società, con un fitto di ramo d'azienda, il nuovo Zuccherificio Srl,
per consentire ancora la coltivazione e la produzione della barbabietola da zucchero.
Da allora ad oggi sono passati diversi anni, ma ancora di più le regole generali, mondiali del mercato si
sono modificate in maniera dirimente. Lo zucchero, nel 2012, è stato venduto a 700 euro a tonnellata, nel
2013 è stato venduto a 630 euro a tonnellata, nel 2014 è stato venduto a 400 euro a tonnellata. Dal 2012 al
2014, lo Zuccherificio ha subito una perdita devastante, anche e non solo, ma anche per il valore
dimezzato del prezzo dello zucchero. E lo Zuccherificio produce zucchero, non produce altro.
Co.Pro.B è un esempio che solo in astratto è conferente. In concreto è totalmente inconferente, perché
Co.Pro.B, che è una cooperativa, nel 2006 e nel 2007, quando noi abbiamo deciso di acquistare lo
Zuccherificio, invece di fare voli pindarici sulla possibilità che il mercato potesse migliorare o restare
comunque competitivo, quando già il Ministero ci dava indicazioni di essere territorio di zuccherificio
marginale, perché aveva costi di produzione molto alti, hanno fatto degli investimenti sulle biomasse;
Co.Pro.B fa biomassa, a zero 42 al centesimo. Co.Pro.B produce sei, sette megawatt, con l'utilizzo dello
scarto della produzione, facendo sei milioni, sette milioni di euro, solo con gli incentivi. Quelle somme
sarebbero bastate, per noi, per fare sempre pareggio di bilanci, per fare utili, con lo scarto della
produzione.
Lo Zuccherificio del Molise, per chi non lo sapesse, ha autorizzati quindici megawatt; già autorizzati.
Bastava avere un minimo di coraggio, utilizzare le possibilità che venivano dal conto energia e fare azioni
di diversificazione della produzione, e la biomassa agricola è quanto di più utile esista su ogni azione di
compatibilità ambientale, nel rispetto di ogni forma di azione contro l'addietrazione ambientale. E ciò non
è stato fatto.
Ho riferito questo aspetto per chiudere questa vicenda e per manifestare una differenza radicale rispetto
alle scelte che ha fatto una cooperativa come Co.Pro.B e ciò che invece lo Zuccherificio del Molise
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avrebbe potuto fare, ma non ha fatto. Così come il terzo zuccherificio, anche in questo caso, non per
ordine di importanza, ma per semplicemente evoluzione nella citazione dello stesso, Co.Pro.B, del gruppo
ex SATAM, il gruppo Maccaferri, pochi giorni fa ha addirittura avanzato, credo in maniera provocatoria,
la proposta del Ministero di cedere in conto lavorazione tutte le proprie quote ad altro soggetto. Così
come, in una recente riunione, del mese scorso, presso un tavolo tecnico, all'uopo organizzato, al
Ministero dell'Agricoltura, il gruppo Maccaferri ha dichiarato che ritirerà la barbabietola da zucchero solo
nell'ambito degli ottanta chilometri di distanza dal proprio zuccherificio, perché i costi di trasferimento
della barbabietola sono elevatissimi rispetto al valore commerciale dello zucchero, sapendo già adesso,
prima ancora di iniziare a produrre, di fare perdite.
Quindi, oggi il vero tema che noi stiamo affrontando, cercando di capire in che modo possiamo essere
ancora competitivi, è quanto produrre per cercare di fare pareggio di bilancio; qual è la quota che ci
consente di giungere al limite minimo per pareggiare il bilancio. È un tema che va affrontato certamente
dalla politica, ma lo affronta ancora di più il management dello Zuccherificio del Molise.
Proprio ieri, forse per un fatto assolutamente casuale, abbiamo avuto l'ennesimo incontro presso il
Ministero, con soggetti che sono deputati a trattare, a discutere delle vicende degli zuccherifici d'Italia: la
Dottoressa Radicchi, il dottore Di Rubo il Capo Dipartimento Luca Bianchi. Abbiamo incontrato tutti per
cercare di comprendere se lo Zuccherificio del Molise potesse essere in grado di poter cedere una quota
maggiore di conto lavorazione della barbabietola da zucchero a Sudzucker, che è stato il partner più
importante, per non dire l'unico, dell'ultimo periodo per la lavorazione dello zucchero stesso. Ma questo al
fine di comprendere in che modo noi potevamo essere utili ancora una volta a consentire che l'asset
strategico produttivo dello zuccherificio del Molise, anche per il prossimo anno e ancora di più per il
2016, potesse continuare ad esistere. Il discorso è questo: se noi non abbiamo la possibilità di cedere la
quota zucchero pro quota, noi non abbiamo possibilità di produrre, perché lo Zuccherificio non è in grado
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assolutamente di lavorare 84 mila quintali di zucchero; non è in grado di poterlo fare. Quindi, l'azione di
cessione della quota, è un'azione anche di salvaguardia del valore produttivo residuo dello Zuccherificio.
Ma i regolamenti europei dicono che tu devi prima produrre e poi, in via residua, cedere in conto
lavorazione. Ma prima produrre. L'attività principale di uno Zuccherificio è la produzione e la
trasformazione della barbabietola in zucchero. Non è attività commerciale di cessione di una quota che gli
promana da un regolamento europeo che vede lo Zuccherificio detentore del titolo a produrre. Non so se
mi spiego: tu non puoi fare attività commerciale essendo titolare di una quota di produzione. Quindi, noi
siamo andati a dirgli se, rispetto agli anni passati, nei quali lo Zuccherificio ha ceduto 50 mila tonnellate di
produzione di zucchero a Sudzucker, potevamo, stante la crisi attuale del settore, stante l'impossibilità di
pareggiare il bilancio con 400 euro a tonnellate, cedere una quota maggiore di zucchero in conto
lavorazione a Sudzucker, con la quale stiamo da tempo trattando un prezzo che sia compatibile con
l'esigenza di quadrare di nuovo il bilancio. Sudzucker è leader europeo nella coltivazione e nella
produzione di barbabietola da zucchero, ma è anche soggetto con il quale abbiamo avuto un rapporto di
natura istituzionale, ma prima ancora commerciale, importante. Soggetto con il quale ripassano anche dei
rapporti di grande serietà e correttezza, e con il quale e senza il quale, probabilmente, lo Zuccherificio del
Molise avrebbe già avuto delle sorti nefaste, circa la propria sopravvivenza. Con Sudzucker stiamo
cercando di montare un accordo che ci consenta da una parte di cedere da subito le 50 mila tonnellate di
zucchero da produrre, ed eventualmente anche la quota residua da valorizzare, e quindi da ponderare
meglio, all'esito delle coltivazioni che riusciremo a porre in essere nel prossimo futuro. Quando io parlo di
prossimo futuro, dovete tenere in considerazione che noi siamo stati così trasparenti e onesti nei
comportamenti, che insieme alle rappresentanze di categoria, e nel caso di specie faccio riferimento ai
coltivatori di barbabietola da zucchero, abbiamo unitariamente, in ragione dell'impossibilità di determinare
il prezzo al quintale, deciso di non porre in essere attività di coltivazione della barbabietola invernale. Ci
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sono due tipologie di coltivazioni: quella invernale e quella autunnale o primaverile. Per la primaverile,
invece, siamo abbondantemente in tempo. Nei prossimi giorni dovremo rincontrare, insieme al
management dello Zuccherificio, le organizzazioni di categoria, ANB, CNB, ABI, CAST e quant'altro, per
cercare di capire quanta coltivazione riusciamo a fare: mille e 500 ettari, 2 mila ettari, 2 mila e 500 ettari,
3 mila ettari. È una valutazione che insieme a loro dovremo fare. Ma nella certezza che il presupposto
finale non potrà che essere nient'altro che il pareggio di bilancio, quanto meno in astratto e in via iniziale
importante. Di contro, ciò che è accaduto nell'anno passato - vicenda che voi conoscete sicuramente bene,
ma io ve la ripropongo per cercare di capire cosa faremo per il futuro - è stato che, siccome avevamo
difficoltà, per non dire che vi era impossibilità evidente iniziale, di poter quadrare i bilanci mantenendo gli
il rispetto degli accordi interprofessioni - gli accordi interprofessionali sono quelli che passano tra le
aziende e le associazioni di categoria per la determinazione del prezzo della barbabietola - abbiamo con
una azione unilaterale, con comunicazione unilaterale, determinato al ribasso il prezzo della barbabietola
da zucchero, cercando di aiutare le aziende attraverso il cosiddetto aiuto de minimis. In questo abbiamo
fatto un grosso lavoro con il Ministero, con la Presidenza della Giunta regionale; nostra, prima di ogni
altra, anche delle altre Regioni, così come con gli altri Assessori regionali delle altre Regioni, per
invogliare anche altri territori vicini ad effettuare questo aiuto alle aziende che potesse, in un modo o in un
altro, compensare la riduzione del prezzo della barbabietola. Così è accaduto: la Regione Puglia, faccio un
esempio, che è la più importante, ha valorizzato questa perdita in Consiglio regionale mettendo a
disposizione, con l'aiuto dei Ministri, dei propri agricoltori, circa 2 milioni di euro. Così hanno fatto le
Marche, così ha fatto l'Abruzzo e quant'altro. Adesso siamo in una condizione chiaramente diversa, perché
nel mentre siamo riusciti ad ottenere un risultato importante. Nel mentre noi abbiamo discusso la nuova
PAC con gli altri Assessori regionali, e con loro abbiamo deciso che la barbabietola da zucchero, quale
coltivazione che era finalizzata alla produzione di un prodotto in grande crisi, vuoi anche per il valore del
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prezzo dello zucchero notevolmente diminuito, dovesse avere o potesse avere il cosiddetto "aiuto
accoppiato". Significa: qualsiasi agricoltore che decide di produrre la barbabietola da zucchero, avrebbe
avuto un surplus, un vantaggio, in termini economici, pari a circa 325 euro. Perché 325 euro? Perché erano
i 17 milioni di euro che erano stati appostati diviso il numero degli ettari. Mi sembra evidente che questi
325 euro sono stati stimati al ribasso, perché se si diminuiscono il numero degli ettari a disposizione per la
coltivazione, ma la somma resta la stessa, 17 milioni di euro, i 325 euro ad ettaro diventano di più, fino
alla possibilità di raggiungere il tetto massimo delle 600 euro per ogni ettaro, che è un tetto stimato dalla
comunità europea, sul quale tetto non ci può essere nessun tipo di aiuto in più. Questo è stato un risultato
importante, così come abbiamo messo in rete le azioni che potevano essere sviluppate sul secondo
pilastro, che sarebbe il Piano di Sviluppo Rurale, che potevano andare in direzione di un cosiddetto aiuto
agroambientale, in favore di soggetti che, attraverso la barbabietola da zucchero, facevano azioni di tenuta
ambientale della propria azienda, di una determinata area di terreno, di territorio che ritenevano poter
essere coltivata a barbabietola da zucchero. Tenete in considerazione che l'aiuto accoppiato con l'aiuto
agroambientale non possono, in ogni caso, superare il tetto massimo dei 600 euro a tonnellata. E torniamo
da dove siamo partiti.
Quando ci siamo incontrati il mese scorso al Ministero, in presenza del Capo Dipartimento, il dottor
Bianchi, del consulente, il professore Arcuri, dove c'era anche il dottor Di Rubo, che si occupa nello
specifico della cessione delle quote zucchero per tutti gli zuccherifici d'Italia, ci siamo imbattuti in un
libricino, consegnatoci, fatto divulgare dagli altri due zuccherifici, che, all'ultima pagina, bastava leggerlo,
prevedeva che l'aiuto accoppiato non fosse di 325 euro a tonnellata in astratto, ma che fosse maggiore,
perché la previsione degli altri due zuccherifici era che lo Zuccherificio del Molise chiudesse e non
facesse produzione di barbabietola da zucchero, e che quindi non coltivasse neanche un ettaro. Questo è
quello che ci siamo ritrovati in una riunione ufficiale organizzata dal Ministero, in un Tavolo tecnico
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bieticolo, ci siamo ritrovati due zuccherifici che chiedevano al Ministero, in maniera evidente, di chiudere
lo Zuccherificio del Molise, in maniera tale di potere fare incamerare delle somme maggiori ai coltivatori
di barbabietola da zucchero di altre Regioni. Potete capire bene quale è stata la nostra reazione: io ho
evidenziato, oltre alla sconvenienza dei comportamenti, la loro scorrettezza, perché ho riferito come i 17
milioni di euro, conquistati nell'ambito della Conferenza degli Assessori regionali, venivano fuori anche
per un'azione di lobby dell'Assessorato regionale del Molise, della Puglia, delle Marche e dell'Abruzzo;
ma che, ancora di più, il valore di 17 milioni di euro veniva in ragione della storicizzazione della
coltivazione della barbabietola da zucchero, che apparteneva anche a questi territori che avevano coltivato.
Questo per premettere che l'esigenza, invece, era quella comune e condivisa di portare all'attenzione del
Ministero l'esigenza di un'azione che possa essere sinergica, ma finalizzata all'aiuto di tutti gli zuccherifici
in maniera indistinta.
Questo ha partorito, comunque, un risultato, perché il 19 di gennaio prossimo, ovvero tra dieci giorni, il
primo punto all'ordine del giorno nel Consiglio dei Ministri Europei, con presidenza lituana, sarà la
gestione del comparto saccarifero per il prossimo futuro, in ragione della prossima chiusura del periodo di
assegnazione delle quote. Che, torno a dire, è al 2017, ma che presuppone, quale ultimo anno di
coltivazione, quindi produzione della barbabietola da zucchero con le quote, al 2016, l'anno precedente.
Vi posso assicurare che il gruppo Maccaferri, ma anche Co.Pro.B., che ha sempre meno difficoltà rispetto
agli altri, di certo giungerà alla produzione fino all'anno 2016. Perché le possibilità che si rinnovi di nuovo
l'incentivo alla dismissione, sono molto alte. Ovvero: se la Comunità Europea, a fronte di una
impossibilità di rinnovo delle quote per la produzione dello zucchero, metterà sul piatto della bilancia la
possibilità di monetizzare la fine di una strategia di produzione della barbabietola da zucchero, di
coltivazione della barbabietola da zucchero, di produzione dello zucchero, lo farà mettendo il peso di
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qualche milione di euro a vantaggio di chi deciderà di dismettere questo tipo di coltivazione. Quindi,
entrambi i gruppi saranno in grado di poter produrre fino al 2016.
Capite bene che come Regione, che è proprietaria della Spa, che a sua volta controlla la Srl… più che
controlla, per la quale c'è un fitto per ramo d'azienda rispetto alla Srl, con grande difficoltà pensiamo che
possa non esserci anche per noi la possibilità di poter produrre e poter giungere ad essere competitivi fino
al 2016. Ma questo lo riferisco perché dev'essere sempre compatibile con l'esigenza di garantire in astratto
un pareggio di bilancio che noi ci stiamo impegnando e che possa davvero essere reale e non fittizio.
Ciò è accaduto, per la prima volta dal 1970 ad oggi, attraverso forme di ammortizzazione sociale per i
dipendenti dello Zuccherificio del Molise, che sono stati anche loro avvinti da questa logica di riduzione
dei costi e sono oggi soggetti che stanno facendo cassa integrazione guadagno.
Mi sembra evidente che, così come i bieticoltori si sono visti ridotti il prezzo della barbabietola da
zucchero, così come le maestranze hanno visto ridotto il loro orario di lavoro, tutte queste azioni siano
finalizzate, evidentemente, a consentire la produzione della coltivazione della barbabietola da zucchero
fino al 2016 come minimo.
Così come mi sembra evidente, ma questo ce lo siamo detti più volte, che se il destino della barbabietola
da zucchero è segnato, noi non possiamo fare altro che, da oggi, cosa che già stiamo facendo, cercare di
capire, anche attraverso Aria Food se ci sono altre possibilità. E chiarisco: non gli inceneritori. Noi stiamo
discutendo anche con voi di poter valorizzare l'umido della discarica di Montagano, vogliamo fare tutte
opere compatibili con la storia di questo territorio, con le esigenze dei cittadini, ma che siano davvero
compatibili. Nessuno pensa ad inceneritori e ad altre cose. Pensiamo ad una piattaforma di valorizzazione
dei prodotti agricoli, pensiamo alla trasformazione del gas attraverso il vapore per farci venire la Zuegg,
che sembra che sia interessata. Che possa venirci altro tipo di soggetto che possa avere un minimo di
considerazione per un territorio che ha una vocazione agricola, ma che fa anche attività di natura
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industriale, e che abbia un'idea di sviluppo di quell'area e che sia anche consapevole della storia di quel
territorio. Tutto questo ha una ragione d'essere se noi continuiamo a tenere in vita lo Zuccherificio del
Molise e quanto meno la Srl.
E su questo io devo evidenziare quelle che sono, invece, le note dolenti, e parto da dove ho iniziato. La
gestione della vicenda giudiziaria, come voi m'insegnate, non è ad appannaggio del socio privato, è ad
appannaggio della procedura giudiziale. I commissari hanno già evidenziato la incapienza del concordato,
l'hanno scritto a tutti i creditori.
Oggi ci troviamo nella difficoltà, oppure nella possibilità, che qualche creditore ritenga di manifestare la
propria disapprovazione rispetto all'incapienza di una procedura e formalizzi questo tipo di esigenza. Per
noi sarebbe, chiaramente, una ulteriore difficoltà che si assomma a quelle che oggi noi dobbiamo
necessariamente fronteggiare. Una difficoltà che non riguarderebbe la possibilità di poter porre in essere
azioni di contrasto, perché è una difficoltà che viene posta, evidenziata ad un giudice che deve decidere
rispetto all'astrattezza di una norma, quindi alla possibilità che la norma gli consente.
E io in questo lancio una provocazione, ma questo non lo dico in relazione a ciò che è accaduto nel
passato. Se lo Zuccherificio avesse subito la sorte del fallimento, qualche anno fa, e fosse stato autorizzata
la gestione provvisoria, oggi in termini economici non si troverebbe in questo tipo di situazione. Perché la
gestione provvisoria prefallimentare è assolutamente consentita, e non ci troveremmo in questa situazione,
avremmo continuato comunque a produrre zucchero avendo le quote e non ci saremmo neppure indebitati.
O probabilmente il livello dei debiti sarebbe notevolmente inferiore rispetto a quello attuale, rispetto allo
stato attuale.
Questo che cosa comporta, necessariamente? Innanzitutto una grande attenzione sulle possibilità che noi
avremo a disposizione nel prossimo futuro. Il Consigliere Manzo faceva riferimento alla possibilità che
soggetto terzo, Aria Food, potesse essere interessato. I soggetti che sono interessati devono avanzare delle
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proposte alla Regione, così come le ha avanzate Sudzucker. Sudzucker, prima di ogni cosa garantisce il
proprio adempimento. Lo garantisce.
Chiunque voglia avere rapporti di natura commerciale con lo zuccherificio, in una situazione di grande
difficoltà, qual è quella economica dello Zuccherificio, deve garantire il proprio pagamento, mi sembra
evidente. Posta questa valutazione iniziale, l'esigenza è quella di cercare di capire fino a che punto noi
possiamo consentire che soggetti possano darci garanzie. Cioè, fino a che limite di produzione dello
zucchero, i soggetti possano garantire la possibilità di commercializzare il prodotto che produce lo
zuccherificio. Consentendoci di avere in cambio quale somma di denaro a quintale? Questa compatibile
con l'esigenza di Sudzucker di avere una cessione delle quote maggiore alle 50 mila tonnellate. Queste
sono tutte domande e risposte che dovremo necessariamente dare a stretto giro di posta, significa entro la
fine di gennaio, all'esito chiaramente dell'incontro che avremo con i coltivatori di barbabietola da
zucchero. Ai quali dovremo andare a dire qual è il prezzo che garantiremo, e loro dovranno dirci quali
sono gli ettari di terreno che ci garantiscono quale coltivazione. Perché se gli ettari sono molto bassi, noi
avremo necessariamente e obbligatoriamente l'esigenza di cedere una quota maggiora a Sudzucker. Se
invece ci rendiamo conto che gli ettari sono più di quelli che pensiamo, potenzialmente possono essere più
di quelli che pensiamo, e di contro da una parte Sudzucker si prende 50 mila tonnellate, dall'altra qualcun
altro ci garantisce l'acquisto allo stesso prezzo di Sudzucker non di una quota della cessione della quota,
ma dell'acquisto dello zucchero che noi produciamo, a quel punto questa è un'operazione che può essere
tranquillamente fattibile. In un’idea di grande chiarezza e finalizzata a far comprendere che altro tipo di
operazioni non possono esistere perché sono assolutamente voli pindarici rispetto ad una realtà che è
molto più semplice di quello che si può pensare.
Chiudo evidenziando necessariamente un altro aspetto. Noi siamo stati oggetto, a più riprese, come
Governo regionale, di un'azione, dal mio punto di vista, particolarmente grave, in ordine a ciò che la
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politica avrebbe dovuto fare e ciò che invece non ha fatto in ordine alla crisi dello Zuccherificio del
Molise. Vi posso assicurare che l'azienda, sto parlando del management, ma, in generale, l'intero comparto
produttivo, sono stati seguiti, rispetto alle esigenze puntuali che avevano, passo per passo, e che questo
Governo regionale ha avuto una caratteristica, non dico diversa da quella che l'ha proceduta o,
particolarmente straordinaria: ha sempre raccontato le cose come stavano. Cioè, ogni lavoratore dello
Zuccherificio del Molise, ogni agricoltore che conferiva la barbabietola allo Zuccherificio del Molise, ogni
dipendente dello Zuccherificio del Molise, fosse esso quadro o funzionario o quanto altro, ha avuto la
possibilità di sapere sempre quale era la situazione dello Zuccherificio, senza mai che qualcuno si sia
azzardato a nascondere quello che oggi io ho riferito e che in molti si sono già sentiti dire.
Questo avrebbe dovuto comportare delle conseguenze comportamentali negli altri, pari alla fiducia che noi
abbiamo concordato a chiunque quando abbiamo riferito tutto ciò che dovevamo riferire. E non è bello
sentirsi dire, da soggetti che lavorano in quella fabbrica, anche grazie alle grandi responsabilità che noi ci
siamo assunti, sempre, medio tempore, anche di natura quasi gestionale che non ci competevano, che se c'è
qualcosa che oggi immobilizza lo Zuccherificio del Molise il livello di responsabilità è addebitabile alla
politica. Questa non è una cosa accettabile. È una cosa che io, personalmente, non accetterò da nessuno,
men che meno da chi, invece di aiutare a risolvere questioni che appartengono al livello della produzione,
ma che riguardano anche l'esigenza di rappresentanze e di tutela dei lavoratori, per obblighi e per finalità
proprie, dovrebbe avere la maturità di concorrere a trovare le soluzioni giuste. Noi stiamo qua per questo.
Stiamo qua a riferire quello che è lo stato dell'arte attuale e ciò che noi, nel prossimo futuro, vogliamo
mettere in campo.
L'azione di diversificazione alla produzione all'interno dello Zuccherificio del Molise credo che sia
ineludibile, non può essere più rimandata ad altri tempi. Ma un’azione che non tenga in considerazione lo
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stato attuale, la possibilità che oggi viene dalla produzione della barbabietola da zucchero, credo che sia
inadeguata a consentire di trovare le soluzioni giuste.
PRESIDENTE
Bene. Grazie all'Assessore Facciolla. Chiudiamo questo Consiglio Monotematico, richiesto con nota 7443,
e ci vediamo alle ore 16:00 per il Consiglio in seduta ordinaria, grazie.
(La seduta è tolta alle ore 14:16 del 09/01/2015)