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Apre il Giornalino! · DDL CIRINNÀ: L’ARTE DI POTER SCEGLIERE E’ nella seconda decade di...

Date post: 22-Jul-2020
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Apre il Giornalino!Ladies and Gentlemen, signore e signori, siamo lieti di presentarvi il giornalino scolastico del Liceo Ischia: “Il Liceale”! E sì, scusateci il nome poco originale, ma non abbiamo saputo trovarne uno migliore. Con questo vi comunichiamo che la redazione è aperta ad ogni nuova proposta! Hai appena visto il nuovo film di Di Caprio e vuoi condividere i tuoi dubbi sulla conquista tanto agognata dell’Oscar? Ti va di scoprire l’utilità delle mistiche figure quali sono i professori di potenziamento? Vuoi far conoscere a tutti le bellezze di luoghi inesplorati come Panza o Serrara Fontana? Desideri elogiare l’ultimo filosofo studiato oppure distruggere la sua filosofia come fosse un castello di carte? Qui puoi fare tutto questo. Insomma, il giornalino è il luogo dove lo studente può esprimere ad un pubblico più grande (o almeno, si spera) ogni sua idea. Vi invitiamo a partecipare numerosi!

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DDL CIRINNÀ: L’ARTE DI POTER SCEGLIERE

E’ nella seconda decade di Febbraio che in Senato si vota per l’approvazione del DDL Cirinnà sulle Unioni

Civili per le coppie omosessuali e di fatto e le “adozioni gay”. Scegliere chi poter sposare è un diritto oppure è

impensabile? Lo abbiamo chiesto al futuro della società, ai ragazzi del Liceo Ischia.

di Angelo Iacono

Mentre sui diversi social si combattono battaglie a suon di #svegliaItalia e #familyday2016, in Senato si vota per un cambiamento che rappresenterà una svolta nella storia italiana. Cosa ne pensa la classe

dirigente futura?

In che posizione ti trovi di fronte al DDL Cirinnà?

“Sono a favore del DDL Cirinnà,sia per le unioni civili sia per il riconoscimento delle coppie di fatto eterosessuali. Favorevole anche alle adozioni da parte delle coppie omosessuali […] in quanto sembra una continuazione necessaria e naturale dell’articolo 3 della nostra Costituzione,che sancisce la pari dignità sociale e giuridica tra le persone, senza distinzione di sesso.”-Danilo Mattera

“Sinceramente credo che essere gay ormai stia diventando una moda, per cui credo che approvare delle leggi a loro favore sia sbagliato e comporterebbe solamente l’aumento di queste persone. Per questo sono contrario al matrimonio, per non parlaredelle adozioni, che sono totalmente inconcepibili.”-Anonimo

“Io sono a favore del matrimonio gay, anzi, sono dell’idea che l’amore sia uguale per tutti. Sono però totalmente contrario all’adozione di bambini da parte di coppie omosessuali. Penso che un bambino abbia diritto ad una famiglia integra, con una mamma ed un papà.”-Anonimo

Che impressione ti ha fatto la contrapposizione di due piazze: la famiglia “arcobaleno” e, pochi giorni dopo, il “family day”?

“La piazza “arcobaleno” e la piazza del “family day” rappresentano le due anime del nostro paese:una cerca diritti mentre l’altra vuole affermare e quasi “proteggere” i propri. […] Dire che tutti quelli che hanno partecipato al “family day” sono bigotti o razzisti mi sembra eccessivo.Dire però,che tutti quelli che hanno partecipato abbiano una morale coniugale salda e siano tutti coerentemente “santi” mi sembra improbabile.”-Danilo Mattera

“Trovo molto normale il fatto che si manifesti per ciò in cui si crede, d’altronde non siamo in un’Italia democratica e libera? A quale delle due manifestazioni avrei partecipato? A nessuna delle due. Trovo che siano entrambe sbagliate e confusionarie.”-Anonimo

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Cosa significa per te la parola “famiglia”?

“Famiglia per me significa padre, madre, bambini, non ne vedo altre e non vedo perché dovrei farlo.”-Anonimo

“La parola “famiglia” significa che due persone che si amano vogliano estendere il loro amore ad un piccolo essere umano bisognoso d’affetto.”-Francesca Mennella

“Sembrerò scontata, ma per me la famiglia è dovunque c’è amore.”-Anonimo

Esiste per te una concezione “naturale” della famiglia?“La mia concezione naturale di famiglia sono due persone, a prescindere dal loro sesso, che si amano e che vogliono donare un po’ del loro amore anche ad un piccolo bimbo.”

“Tutto possiamo dire, tranne che non esista una famiglia come la vuole la natura. Senza l’unione del corpo maschile e di quello femminile la vita non esiste. Quindi perché dobbiamo andare contro-natura?”-Anonimo

“Potrei dirti cosa non è per me una famiglia “naturale”.Non è una famiglia “naturale” quella in cui il padre o la madre picchia il proprio figlio quotidianamente.Non è “naturale” quella che impedisca al proprio figlio di essere sé stesso.Anche la famiglia patriarcale degli anni ‘40 in cui i figli chiamavano Signore il padre era tradizionale ma certamente nessuno(tranne i nostalgici) la chiamerebbe naturale.”-Danilo Mattera

Quale deve essere, a tuo parere, il criterio per l’affidamento di un bambino?“Bisogna controllare se i genitori sono idonei a questa grande responsabilità. E penso che se una famiglia riporti più di una volta indietro un bambino, essa non debba più riceverne, perché vuol dire che non è in grado di crescerlo.”-Francesca Mennella

“La maggior parte delle volte chi è orfano ha sofferto nella prima fase della propria vita, quindi il criterio di affida-mento deve essere il benessere del bambino, riscontrabile in due figure solide a cui potersi affidare: un padre e una madre. Di certo una volta entrato nella società il bambino si sentirà emarginato ulteriormente dalle domande “Perché tu hai due papà?” o “Perché tu hai due mamme?”-Anonimo

Pensi che la famiglia in cui si cresce determini l’orientamento sessuale di un bambino?

“Assolutamente no. Anzi, spesso gli omosessuali sono figli di genitori etero.”-Francesca Mennella

“Secondo me sì. Dai nostri genitori noi ereditiamo i modi di fare, in quanto, crescendo, li imitiamo volontariamente e involontariamente. Mi sembra alquanto logico supporre che, di conseguenza, vedere due uomini o due donne che si baciano porti il bambino a pensare che quella sia la normalità. […] Tra l’altro il bambino imiterebbe degli atteggiamenti che lo metterebbero in soggezione o lo farebbero diventare oggetto di sfottò da parte dei propri coetanei.”-Anonimo

“La famiglia determina molti aspetti del carattere di un bambino ma non saprei dire se determini anche l’orientamento sessuale.Bisognerebbe chiederlo a chi si trova già in questa situazione o ad esperti in questo campo.”-Danilo Mattera

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ATTENZIONE: ARTICOLO INGLESEEffetti collaterali: Mire Espansionistiche,

Monarchia Cronica, Alto tasso di teina

Talking about a #GreenWorldSoil Pollution

Di Rubino R. , Telese R. , Telese S. , Trani M.Soil is the thin layer of organic and inorganic materials that covers the Earth’s rocky surface. For soil pollution we mean the introduction of harmful objects or chemical substances into the soil directly or indirectly causing harm to the environment or to an entire ecosystem. With pollution the soil starts degrading until it loses its values.

Main causesWith the rise of concrete buildings and roads, one part of the Earth that we rarely see is the soil. However, it is defi nitely very important to us.The pollution of soil is a common thing today, and it happens due to the presence of artifi cial elements. There are many different causes of soil pollution:1. PPPs (plant protection products)2. Solid waste3. Radioactive waste4. Waste water

RemediesWe should promote the use of natural pesticides. Consequently, they will not be released into the environment chemical products, harmful both for plants and for animals, which must then be disposed of. There are two alternatives for the disposal of solid waste: incineration and recycling. The incineration is the destruction of the waste throughout their slow burning in special ovens called incinerators. The high heat sterilizes the residue and destroys the odors, but can also be used to produce energy. In recycling, however, the recycled waste will replace other raw materials as secondary raw materials, thus reducing the presence of waste in landfi lls. The remedy for the disposal of radioactive waste is lock them up in barrels that will be covered by three different types of protection in concrete and cement and placed in sealed cells and waterproofed, located in some stores. Talking about waste water we know that in addition to innovative technologies that relate to fi lters and strainers, the studies increased that seek to reduce the pollution load upstream, in order to lighten or prevent the passage depurative, for example, were conducted searches to manage the agriculture in order to reduce the pollution loads from the crop and use purifi cation systems, using plants.

All these problems are caused by the indifference of the mankind. Today we don’t understand the importance of environment and we justify these actions on the pretext of progress. Other times the problem isn’t only indifference, but also profi t. The modern man thinks only how to become richer and more powerful.Episodes like the demolition of the Brazilian rainforest and the problem of ‘’Land of Fires’’ clearly show how the man’s actions are aimed to his profi t.This happened in the past, this is happening now, this will happen in the future. Because, if nature is changing, the human nature won’t change.Every generation entrusts the job to resolve the environmental problems to the successive generation, but nobody is able to do it. So every generation acts as the previous one, or even worse.

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Elogio all’Essere Sè Stessidi Giovanni Masturzo

Viviamo in una società in cui molte volte si è ben accetti solamente se si è come gli altri e si tende ad allontanare ed isolare chi è “diverso”, soltanto perché mette in luce se stesso e la propria individualità, mentre l’individuo che si omologa ad un determinato gruppo viene represso e plagiato secondo canoni che non gli appartengono.Purtroppo non tutti riescono ad accettare un individuo che si presenta diverso (se non unico), solo chi è mentalmente aperto e libero da pregiudizi può capire l’altro. La diversità è una ricchezza che caratterizza chi la possiede. L’impero romano è diventato grande poiché era tollerante e cercava di capire ciò che caratterizzava gli altri popoli per apprenderlo cosicché da migliorarsi. Col passare dei secoli e dell’affermarsi del Cristianesimo, che professa e professava di “amare il prossimo”, questa tendenza a tollerare le diverse culture svanisce, infatti con l’editto di Tessalonica, il quale proclama il Cristianesimo come unica religione dell’Impero, vengono proibiti i culti pagani ed ariani. Si è passati dall’“amare il prossimo” all’ “amare il prossimo che abbia la nostra stessa cultura e religione”, infatti nel corso della storia del Cristianesimo si sono susseguite crociate, cacce alle streghe, condanne per eresia, morti sul rogo, determinando l’uccisione di migliaia di persone. Individui come Lutero, Giordano Bruno e Galileo Galilei, erano tutti “diversi” poiché erano liberi pensatori e personalità fuori dagli schemi che si opposero al modo di pensare impostogli dalla Chiesa. Ciò che li ha contraddistinti e che li ha fatti ricordare nella storia è proprio la loro diversità. Del resto tutti i grandi geni che sono stati screditati, sono stati sempre compresi più tardi. Ma non bisogna essere diversi perché è di tendenza o per apparire diversi, bisogna essere se stessi e pensare con la propria testa, poiché si è diversi in relazione a persone tutte uguali. Bisogna lasciare la libertà agli altri individui di essere ciò che sono, nei limiti della libertà altrui.

“La normalità è una strada lastricata: è comoda per camminare, ma non vi cresce nessun fiore”

- Vincent Van Gogh

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Viaggi d’Istruzione all’EsteroCampanello d’allarme, o antidoto al terrorismo?

di Irene EsindiC’insegnano a conoscere ciò che ci è impossibile capire. Non intendo dire che viaggiare attraverso strade, città, nazioni straniere possa indirizzarci verso la comprensione, per esempio, dei meccanismi di corruzione psicologica che gravano sui membri dell’IS, lo Stato Islamico; tuttavia, credo (o m’illudo di credere) che le milletrecento menti iscritte al Liceo Statale Ischia abbiano deciso d’intraprendere questo genere di percorso per un motivo preciso: allargare i propri orizzonti, dare la possibilità alle proprie idee di circolare liberamente nell’agorà odierna disprezzando e condannando ogni forma di pregiudizio o chiusura mentale. La politica del terrore, il terrorismo per come noi lo conosciamo, mira proprio a questo. Il suo carattere mistificatorio, le agghiaccianti prese di posizione dei suoi capi fondatori, le minacce, gli assassinii, gli abusi perpetrati dai membri di questa folle comunità e il modo stesso in cui tutto questo ci viene presentato attraverso web e documentari televisivi sono un’arma potentissima con la quale combattere la nostra capacità di giudizio, di decisione, di fiducia nel mondo e negli uomini e di capacità di gestire il nostro terrore. Non si può insegnare a un bambino a distinguere il bene dal male se questi, prima, non ha conosciuto sia il bene che il male e probabilmente, comunque, nessun bambino arriverà mai a saper discernere sempre in modo corretto a quale delle due correnti appartiene un uomo.Ritorno dunque all’input originale: se comprendere è impossibile, conoscere è necessario. Non lasciamo le redini della nostra elevatezza d’intelletto e animo nelle mani di chi vuole usurparla, distruggerla o, peggio, manipolarla a suo piacimento. Non lasciamo che la paura di un eventuale attentato fermi i viaggi d’istruzione all’estero né gli scambi culturali tra studenti di nazionalità diverse. L’intreccio di culture e religioni, per quanto alcune, purtroppo, vengano identificate con enti fondamentalisti lontani anni luce dal messaggio originale della religione che professano, è sempre stata e sarà sempre una ricchezza, un patrimonio, un tesoro inestimabile: nell’altro ci conosciamo, ci riconosciamo, lasciamo che egli si definisca attraverso o contro di noi e questo c’insegna a trovare l’altro e a trovare me per poter poi stabilire anche chi è l’altro da me. La questione responsabilità dei docenti accompagnatori nel viaggio, in questo caso, resta irrisolta: si rimette al giudizio del docente stesso la volontà di affrontare o meno i rischi che un viaggio di più giorni con un bel gruppo di ragazzi comporta, rischi che, comunque, sono esistiti sempre. Oggi come ieri.

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Inchostro Narrante: Bambino LiberoQuesta è la lettera di un ragazzino, che a tutti i costi cerca di far capire alla sua società che non esiste diversità. Il diverso è colui che risulta essere la causa del poco successo di chi lo accusa, ma perché non essere ciò che si è? Si chiede questo ragazzo. Non sarà certo la morte ad uccidere la sua anima, che continuerà a vivere in ogni ragazzo desideroso di essere libero.Di Ivan Aiello (4C Scienze Umane)

Oggi, giorno ventisette gennaio millenovecentoquarantacinque,è uno di quei tanti giorni senza senso e senza colore, sento l’odore di morte che ormai mi è più familiare di qualsiasi altra cosa. E’ tanto che l’aria che respiro sa di morte, che non riesco a capire se sono vivo o mi trovo già all’inferno. Non so perché penso sempre mi spetti l’inferno, forse perché mi sento di essere entrato tra “i morti”, con persone, che mi guidano al lavoro e mi picchiano e mi paragonano sempre a quelle anime dannate, che sono realmente convinto di farne parte. Si sono all’inferno. Non so il perché, sono molto giovane ma ho sempre lavorato quando dovevo e studiato quando mi era permesso, senza lamentarmi e senza dire una parola. Nei primi tempi di questo viaggio maledetto, rimpiangevo i miei amati capelli e l’impossibilità di vestirmi come volevo, poi con il passare dei giorni, cominciai a desiderare ardentemente mia madre, ma quando la fame e la fatica cominciarono ad aumentare anche quello passò in secondo piano, non l’avrei mai immaginato. Soffro, soffro troppo, principalmente soffro per queste “bestie”, non riesco a capire come possano guardare negli occhi un bambino stremato dal lavoro e, senza pietà, massacrarlo di botte e come niente fosse, arderlo in enormi contenitori indegni anche della legna. Odio solo odio intorno; inizialmente pregavo, ma un giorno un ragazzo venne ucciso perché trovato in atteggiamento di preghiera; da lì smisi anche di pregare ,troppa paura. Non riesci a capire cosa sia realmente la paura, fin quando non preferisci la morte alla vita. Lì ti rendi conto che non hai senso, sei vuoto, ma perché? Mi rispondono ,“perché sei ebreo”, i miei macellai. Ma come ho fatto a diventare una bestia, provando amore per Dio? La cosa che mi fa pensare che il mio Dio è lo stesso di chi mi condanna. Tutto questo è assurdo, sono così confuso che non ho neanche idea di cosa sia l’assurdità. Se prima avevo dubbi, ora sono convinto, voglio morire. Da questo momento, spinto dall’esasperazione, mi ribello, esco dal capannone dove mi toccano poche ore di sonno e mi giro intorno. Non vedo le guardie. Ma dove sono? Non lo so, non è quello che mi interessa, ora corro, corro, corro fino ad arrivare ad una montagna di quelli che una volta erano i nostri vestiti. Da lì prendo una corda, la stringo forte al collo, la stringo forte, forte, forte, sempre più forte e mi preparo ad un inferno, che spero sarà meno straziante di quello che ho vissuto fin ora. Forse sono morto troppo presto, ma non per scelta mia.

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AMICI DI PENNACLe Porte dell’Aldilà

di AlexVenuta a conoscenza di un portale per il mondo degli inferi, nel Pio Monte della Misericordia, io e i miei amici decidemmo di cercarlo, l’errore più grande della nostra vita.Ci addentrammo, ognuno con una torcia in mano, alla ricerca del portale. Avendo già informazioni sul posto in cui si trovasse, andammo verso i sotterranei dividendoci. Io andai da sola, non chiedetemi il perché, perché non lo so.Dopo aver camminato per un bel po’ di tempo, arrivai in un corridoio senza uscita alla cui fine c’era una specie di porta con la scritta Abyssum Irent. L’avevo trovata. Inviai subito un messaggio ai miei amici, ma decisi di non aspettarli ed entrare.Appena oltrepassata la porta, la mia torcia smise di funzionare, allora decisi di usare quella del telefono che però mi venne strappato via da una forza invisibile. Decisi di entrare anche senza luce. Man mano che andavo avanti, sentivo dei lamenti sempre più vicini, l’aria che mi mancava e una costante impressione di essere osservata e toccata. Ad un tratto sentii una voce. Non avevo idea da dove provenisse, ma sentivo che la persona che stava parlando era vicina. Mi disse: << Benvenuta nel mio gioco. Se vorrai sopravvivere dovrai rispettare le regole. Dovrai trovare le chiavi nascoste e aprire le porte prima che i demoni ti divorino. Una volta raggiunta l’ultima porta, sarai libera.>>Detto ciò, una marea di demoni apparirono dal nulla. Iniziai a correre per salvarmi ma, arrivata alla prima porta, mi ricordai di non avere la chiave, allora mi misi a cercarla. Uno dei demoni era sempre più vicino e la chiave era appesa al suo collo. Non pensandoci due volte, gli piombai addosso colpendolo alla testa con un sasso trovato lì a terra. Presi subito la chiave e aprii la porta. Tutto in quel luogo sembrava molto più tranquillo, niente più lamenti e demoni che spuntavano come funghi, ma la sensazione di tranquillità svanì quando mi apparve d’avanti una ragazza dagli occhi completamente neri e con una bocca enorme con una marea di denti affilati come coltelli.La chiave era conficcata nella sua gola. L’unica soluzione era infilare la mano e prenderla. Con molto timore infilai la mano nella bocca della ragazza. Potevo sentire i suoi denti lacerarmi la carne e vedere la chiave andare sempre più in basso. Il mio braccio era ormai inghiottito e pieno di sangue, ma proprio quando stavo per perdere le speranze, riuscii ad afferrare la chiave. Nel mentre toglievo il braccio dalla sua bocca, lei scomparve.Andai velocemente verso la porta e, quando la aprii, vidi ciò che non avrei mai potuto immaginare. Una delle mie amiche incatenata e tagliata in due. All’improvviso mi venne da piangere, ma dovevo continuare. Presi la chiave che si trovava vicino alle sue gambe ed aprii la porta, sperando fosse l’ultima.Entrata nell’ennesimo corridoio, incontrai un’altra ragazza, dai capelli lunghi e munita di accetta. Non faceva altro che piangere ed emettere strilli agghiaccianti.Non si muoveva per cui pensai di passarle accanto e non farmi notare dal momento che fissava il pavimento.Quando le passai vicino, sollevò la testa e mi rivolse un sorriso maligno prima di alzare l’accetta e tagliarmi al primo colpo il braccio che avevo ancora illeso.Urlai, urlai fino allo sfinimento. Mi accasciai per terra dal dolore, volevo morire, ma una parte di me voleva che continuassi. Gattonai fino alla porta, trovando per puro caso la chiave a terra.Mi alzai dolorante ed aprii la porta. Mi venne subito da vomitare, l’immagine davanti ai miei occhi era terribile. I miei due migliori amici incatenati, uno con tutte le interiora da fuori e l’altro con la gola squarciata e la lingua annodata.Non ci potevo credere, ero arrivata all’inferno. Ma ciò nonostante dovevo continuare. La chiave si trovava nell’intestino del mio amico. Disgustata immersi la mano nel suo intestino e con fare veloce la presi e corsi verso la porta.La aprii e vidi la luce, ce l’avevo fatta, ero libera. Ma, quando stavo per oltrepassarla, fui attirata da un rumore, mi girai e vidi la ragazza con l’accetta. Non ebbi nemmeno il tempo di battere le ciglia che l’accetta era già conficcata nella mia testa.Ero stesa per terra, vedevo i miei amici in lontananza, ero morta.

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Occhidi GiuliaScò

E sarà che nei tuoi occhi azzurri vedo il mare, quando è in tempesta,quando urta senza sosta contro gli scogli, e s’agita, si dimena irrequieto.Sarà che nei tuoi occhi, occhi verdi come smeraldi, vedo prati in fiore, foglie d’autunno, cieli grigi, come nubi dopo la pioggia.Sarà che in quel marrone mi ci perdo, come in un labirinto.Ma quando piangi, sono ancora più belli.Sembrano puri, innocenti, proprio come la tua anima.

Miriàmuna recensione di Angelo Iacono

Voce, Violoncello, Vita: “tre vì” che si amalgamano in un mix perfetto sulla scena di “Miriám, storia laica di una nascita annunciata” in scena il 22 e il 23 Dicembre presso il Teatro Polifunzionale di Ischia. Miriám è una ragazza, un adolescente convogliata in un destino più grande di lei, che si trova a combattere contro il pregiudizio di una realtà cruda dove la donna deve essere pura, intatta, vergine. Joseph è l’innamorato, colui che rischia tutto per l’amore, che corre, che cerca un porto sicuro nel deserto, che tenta di restare saldo in una paternità accettata. Miriám e Joseph, insieme, sono due giovani che trovano unione, scontro, incontro in un pilastro centrale, il tavolo, elemento di forte presenza scenica usato e a mo’ di barriera e come magnete attraente. E poi c’è dolore, solitudine, strazio. Lo spettacolo è un susseguirsi di sbalzi, un tracciato della frequenza cardiaca fatto di stridii, silenzi, urla, inni, parole, gesti. Il testo è riscrittura di una storia di millenni, con un’ottica atipica e, a mio avviso, incredibile: una ragazza-madre che affronta una gravidanza senza aiuti, sola e in un luogo inadatto, un falegname che diventa pilastro portante di una famiglia, un uomo che accetta un destino di morte in età giovanile, che porta un carico che spesso non gli è riconosciuto. Adriana Follieri, regista e voce narrante, riesce ad esprimere le tante sfaccettature di un racconto fatto di persone, evocando ciò che gli attori interpretano con una semplicità di immenso impatto. Interessante la scelta dei costumi, che non è poi tanto scontata se si parla di quotidianità: camicia e pantalone per l’uomo, un’abito con un cuore umano intrecciato sul petto per la donna, simbolo del battito nel seno di una madre, simbolo di un’esistere insieme, uniti dal legame della maternità. In conclusione è bello definire la pièce come il racconto universale della nascita e della morte allo stesso tempo, un inno alla storia umana in quanto tale, in quanto esistenza, in quanto vita.


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