Date post: | 30-Mar-2016 |
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DIREZIONE MEDICA:
DR. PAOLO MILIA
COORDINAMENTO DIREZIONE ATTIVITÀ SANITARIE E
PARASANITARIE:
DR. FEDERICO DE SALVO
ORGANIZZAZIONE SERVIZI LOGISTICI E PIANO
MARKETING:
GIOVANNA CARUSO
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INDICE
PREMESSA: IL GIOCO D’AZZARDO PATOLOGICO (GAP) Pag.04
SEI UN GIOCATORE PATOLOGICO? Pag.05
INQUADRAMENTO CLINICO Pag.06
EPIDEMIOLOGIA Pag.08
PROGRAMMA DI TRATTAMENTO Pag.09
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IL GIOCO D’AZZARDO PATOLOGICO
Il Gioco d'Azzardo Patologico è un comportamento mal adattativo, persistente e ricorrente, con
ripercussioni sulla situazione economica e relazionale, con alcune caratteristiche simili a quelle
delle dipendenze da sostanze come l’eccessivo coinvolgimento nell’attività, la necessità di giocare
quantità sempre maggiori di denaro per raggiungere l’eccitazione desiderata, l’insuccesso nei
tentativi di interrompere il comportamento, l’irrequietezza e l’irritabilità provocate dal tentativo di
interrompere l’abitudine e la compromissione di importanti attività sociali o lavorative( DSM-IV TR
- Manuale Diagnostico e Statistico dei Disturbi Mentali - quarta edizione - revisione del testo;
American Psychiatric Association, 2000).
In Italia il gioco d'azzardo coinvolge circa il 70%-80% della popolazione adulta pari a 30 milioni di
scommettitori in età compresa fra i 20 e i 60 anni. L'1,25%, circa 700.000 persone, sono stimate
quali giocatori d'azzardo patologici, l'85% di sesso maschile.
Gli adolescenti che presentano disturbi legati al gioco sono quelli che già all'età di 10-12 anni si
sono avvicinati a questo tipo di intrattenimento ludico.
Fra i giovani compresi fra i 13 e i 21 anni i giocatori problematici rappresentano il 9,7% e i giocatori
patologici il 5,1% (indagine S.I.I.Pa.C su campione di 2800 studenti).
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SEI UN GIOCATORE PATOLOGICO?
Potresti esserlo o diventarlo se:
menti sul tuo giocare d’azzardo o lo tieni del tutto segreto
perdi il concetto di tempo e continui a giocare più a lungo di quanto sia tua intenzione
ti senti depresso o irato dopo aver giocato
spendi più soldi di quanto avevi programmato o più di quanto potevi spendere
trascuri il lavoro e responsabilità di famiglia a causa del gioco d’azzardo
ti fai prestare soldi o usi soldi di famiglia per giocare
credi di poter “rincorrere le perdite” per tentare di rivincere i soldi persi
credi che alla fine, il gioco ti ripagherà
consideri il gioco come la cosa più importante nella vita
usi il gioco per affrontare i problemi di vita o evitarli
hai conflitti con la famiglia e amici per il gioco
trascuri la tua salute mentale e fisica a causa del gioco.
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INQUADRAMENTO CLINICO
Nel 1977 il gioco d’azzardo patologico (GAP) compare nella Classificazione Internazionale delle
Malattie (ICD IX) e nel 1980 viene inserito nel capitolo dei “Disturbi del controllo degli impulsi non
altrimenti classificati” del Manuale Diagnostico e Statistico dei Disturbi Mentali (DSM III).
I criteri diagnostici che definiscono il gioco d’azzardo patologico nel DSM-IV TR (Manuale
Diagnostico e Statistico dei Disturbi Mentali - quarta edizione - revisione del testo) (American
Psychiatric Association, 2000) lo descrivono come un comportamento mal adattativo, persistente
e ricorrente, con ripercussioni sulla situazione economica e relazionale, con alcune caratteristiche
simili a quelle delle dipendenze da sostanze come l’eccessivo coinvolgimento nell’attività, la
necessità di giocare quantità sempre maggiori di denaro per raggiungere l’eccitazione desiderata,
l’insuccesso nei tentativi di interrompere il comportamento, l’irrequietezza e l’irritabilità
provocate dal tentativo di interrompere l’abitudine e la compromissione di importanti attività
sociali o lavorative.
Attualmente si discute se classificare in un unico capitolo della prossima edizione del DSM i
disturbi correlati a sostanze e le cosiddette dipendenze comportamentali, tra cui il gioco d’azzardo
patologico (Petry, 2006; Potenza, 2006).
Tali condizioni sono caratterizzate da uno stato di craving (o desiderio smanioso), precedente
l’inizio dell’episodio patologico, che si manifesta in un mancato controllo sul comportamento e
sulla sua iterazione nonostante le conseguenze negative; sono descrivibili inoltre come addiction
(Schaffer, 1999, non contemplato nel DSM-IV-TR, che indica la dedizione ad una sostanza o ad un
comportamento.
I disturbi correlati a sostanze e il gioco d’azzardo patologico mostrano molte similarità dal punto di
vista clinico ed epidemiologico; le due condizioni sono frequentemente comorbili, mostrano una
comune vulnerabilità genetica (Slutske et al, 2000) e presentano simili caratteristiche di
personalità dei soggetti affetti (Petry, 2006; Potenza, 2006).
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Inoltre, entrambi i disturbi provocano l’attivazione del sistema dopaminergico (che parte dall’area
tegmentale ventrale e raggiunge il nucleus accumbens) e si rivelano associazioni con anomalie
funzionali della corteccia prefrontale ventromediale, un’area implicata nel controllo degli impulsi.
Di contro, manca un’evidenza di associazione tra il gioco d’azzardo patologico e il disturbo
ossessivo compulsivo, pur essendo questa una condizione che presenta delle caratteristiche simili
(Kessler et al, 1994; Grant, 2004).
In ambito clinico è dimostrata in letteratura una forte associazione di comorbidità con altri quadri
diagnostici quali depressione, ipomania, disturbo bipolare, impulsività, abuso di sostanze (alcol,
tabacco, sostanze psicoattive illegali), disturbi di personalità (antisociale, narcisistico, borderline),
deficit dell'attenzione con iperattività, disturbo da attacchi di panico con o senza agorafobia,
disturbi fisici associati allo stress (ulcera peptica, ipertensione arteriosa).
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EPIDEMIOLOGIA
Il gioco d’azzardo patologico (GAP) è un fenomeno in diffusione crescente in tutto il mondo, le cui
cause vanno rintracciate in fattori di ordine biologico, psicologico, sociale, ma anche culturale ed
economico.
Secondo dati dell’Eurispes gli scommettitori nel 1995 erano circa 30 milioni nelle varie categorie di
giochi in Italia (ad esclusione delle attività dei casinò e dei circoli privati, nonché del gioco
clandestino). A distanza di oltre dieci anni, in Italia il gioco sembra coinvolgere sino al 70-80% della
popolazione italiana.
Secondo la Mazzocchi (2005) il 3% della popolazione italiana sembra essere affetta da GAP, ossia
circa 750 mila persone. Uno studio condotto dalla SII.Pa.C. (Società Italiana di Intervento per le
Patologie Compulsive) conferma i dati presentati dalla Mazzocchi sulla diffusione del fenomeno in
Italia, indicando che l’85% dei giocatori è costituito da uomini e di questi il 51% ha un’età
compresa tra i 40 e i 50 anni; il 22% tra i 50 e i 60 anni ed il 65% ha più di 60 anni.
Infine, la diffusione del fenomeno sembra crescere in modo esponenziale negli adolescenti, più
precocemente tra i maschi che tra le femmine.
Il rapporto Eurispes 2007 riporta che il gioco d’azzardo coinvolge fino al 70-80% della popolazione
adulta (circa 30 milioni di scommettitori); il fenomeno è più diffuso tra gli uomini di età compresa
tra i 20 e i 60 anni; i malati di GAP in Italia sono circa 700.000 (1.25%), l’85% di sesso maschile.
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PROGRAMMA DI TRATTAMENTO
Le attività previste nel programma sono rivolte al perseguimento di obiettivi che si articolano su
tre livelli: lo stato fisico, psichico e le condizioni sociali. L'elaborazione del progetto terapeutico
costituisce la prima fase e si realizza attraverso una serie di step che hanno lo scopo di
individualizzare e personalizzare l'intervento complessivo misurandolo con le caratteristiche del
cliente nella sua interezza e complessità.
Le attività che caratterizzano il programma saranno quindi concordate e condivise con il paziente
in modo da essere distribuite nell'arco dell'intera giornata consentendo poi anche la possibilità di
trascorrere la notte in ambiente tranquillo e confortevole.
Il programma è residenziale, in regime di ricovero day-hospital presso la struttura dedicata
(Istituto Prosperius Tiberino) sita in Umbertide (PG) ; la struttura dispone di ogni tipo di confort
consentendo alla persona di effettuare continue pratiche riabilitative (motorie, neuropsicologiche,
psicoterapiche e di intrattenimento).
Il pernottamento sarà organizzato presso strutture di tipologia:
“agriturismo, case vacanze” situate in zone limitrofe alla clinica
che offrono la possibilità di rilassarsi e condividere tempo con le
altre persone coinvolte nel progetto riabilitativo.
Questa forma di soggiorno è assolutamente idonea a sviluppare
programmi e percorsi
“terapeutici, riabilitativi di integrazione sociale e di reinserimento nell'ambito lavorativo, che
riescano a porre basi concrete per un “Percorso di Benessere
Psicofisico ” sia per il paziente, che per i propri familiari in un
ambito diverso da quello più strettamente ospedaliero a cui si
è soliti far riferimento. Tali programmi vanno dall’
organizzazione di laboratori artistici e didattici legati ad
attività ludico-ricreative come: arte terapia, musico-
terapia,teatro –terapia, informatica, corsi di cucina del
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benessere, itinerari turistici, gite, escursioni etc.
Tutte le attività sono orientate al recupero di una identità
capace di relazioni sociali e familiari significative e al
miglioramento di una condizione socio economica stabile e
scevra dai pericoli dell'illegalità e dell'usura. La persona sarà
reinserita in situazioni e stili di vita compatibili con condotte
positive, analizzando e valutando l'opportunità di limitare l'uso
di cellulare e computer.
In casi selezionati e con adeguato tutoring sarà possibile anche
dedicare momenti della giornata ad attività lavorative proprie
concordate con l'equipe ed autorizzate. La permanenza nel
programma sarà garantita dall'equipe (medico delle dipendenze, psicologo, terapisti della
riabilitazione, infermiere) che affiancherà la persona nel suo percorso di trattamento. Presso la
struttura di pernottamento sarà disponibile un operatore per avere
maggior controllo sui pazienti e offrire continua assistenza quando
necessario. La famiglia è direttamente coinvolta nel progetto
terapeutico e ne costituisce là dove presente e disponibile a
partecipare, risorsa fondamentale per un percorso condiviso ed
efficace.
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FASI
Primo contatto: si realizza direttamente con il personale della struttura previo appuntamento
telefonico (segreteria organizzativa) , adeguatamente formato ed in grado di offrire le indicazioni
utili per la richiesta del ricovero, che può essere avanzata anche da un servizio del SSN oppure in
forma privata dallo stesso soggetto o da un suo familiare o su invio di altra struttura di riferimento
per il GAP su tutto il territorio nazionale.
Il primo colloquio di accoglienza sarà effettuato da un operatore della struttura che avrà il compito
di spiegare brevemente le caratteristiche del programma e le sue finalità, le attività che
costituiscono l'impianto fondamentale del percorso di trattamento. La valutazione si baserà su un
percorso clinico di diagnosi differenziale in modo da garantire un completo approccio diagnostico
ed inquadrare, così, il miglior iter individuale. Tale attività di valutazione sarà effettuata in regime
di ricovero day hospital e prevede le seguenti figure professionali: Neurologo, neuropsicologo,
psichiatra e medico internista ( quando necessario).
La presenza di un familiare significativo per la persona in trattamento permette di allargare lo
spettro degli interventi anche alle persone che hanno condiviso la strada del GAP. Ai familiari è
dedicato uno specifico spazio di confronto e condivisione negli incontri di gruppo o individuali
concordati con l'equipe.
La fase di valutazione si conclude con l'elaborazione del progetto terapeutico individuale che sarà
quindi presentato alla persona per la condivisione delle diverse proposte di trattamento.
Le diverse fasi del trattamento concordato saranno verificate dall'equipe attraverso una attività di
supervisione nel corso della permanenza presso la struttura.
La dimissione si realizza al termine del programma, generalmente 21 giorni di ricovero, in forma
protetta con l'accordo di tutti i soggetti coinvolti nel trattamento e con l'individuazione di modalità
di verifica e tutoring da effettuare nel corso del follow up.
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La persona dimessa ed avviata al follow up, sarà periodicamente rivalutata in sede di verifica con
cadenza quindicinale (gruppo mutuo-aiuto con conduttore specialista) per almeno 6 mesi,
dall'equipe che lo ha avuto in cura, allo scopo di rinforzare la condizione di “astinenza” e di
prevenire le recidive.
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OBIETTIVI
Affrancamento dalla condizione di giocatore d'azzardo patologico con raggiungimento della
condizione di astinenza da gioco;
Rafforzamento delle motivazioni che sostengono la condizione di astinenza dal gioco
d'azzardo;
riconoscimento delle situazioni a rischio e apprendimento delle modalità per affrontare i
problemi e le difficoltà;
Apprendimento di attività stabili e positive per il paziente in grado di eliminare le situazioni
che agiscono come rinforzo negativo;
miglioramento delle capacità relazionali sia all'interno del proprio nucleo familiare che
nell'ambiente esterno;
modificazione dello stile di vita attraverso anche la capacità di percepire il proprio corpo e
di sperimentare la condizione di benessere psicofisico;
recupero della propria capacità lavorativa con pieno reinserimento nel mondo del lavoro,
recupero della professionalità, responsabilità e gestione delle frustrazioni.