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FitMed n°11/2011

Date post: 08-Mar-2016
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is a monthly magazine aimed at updating professionals in the field of fitness and health, which produces original articles on methods of training, physiotherapy, nutrition, prevention and wellness, management, marketing and anything that can serve to the efficient and modern health e fitness club.
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Anno 3 numero 11 - novembre La rivista online per i professionisti del settore Fit medonline Amarcord Sovraccarico funzionale della spalla nel windsurf e taping kinesiologico Valgus collapse e drop vertical jump test Speciale La mobilità dell’apparato locomotore Stretching Lo sviluppo della flessibilità in età evolutiva Terza età. La questione della mobilità nel metodo psicomotorio Mobilità Mobilità
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Page 1: FitMed n°11/2011

Anno 3 numero 11 - novembre La rivista online per i professionisti del settore

Fitmedo n l i n e

Amarcord

Sovraccarico funzionaledella spalla nel windsurf

e taping kinesiologico

Valgus collapse e dropvertical jump test

SpecialeLa

mobilità

dell’apparatolocom

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Stretching

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Terza età. La questione della mobilità nel metodo psicomotorio

MobilitàMobilità

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Alea edizioni è una casaeditrice specializzata in libridi finess, be-nessere e rie-ducazione funzionale, conpiù di 50 titoli a catalogo.

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mazione e all’aggiornamento di migliaia dioperatori del settore, mettendo a loro disposi-zione un corpo docente selezionato e alta-mente qualificato. Rilascia diplomi e attestatidi partecipazione accredidati dal l ’UISPMilano, ente di promozione sportiva ricono-sciuto dal CONI.

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ANNO3

N°11NOVEM

BRE2011

Fitmed online è una rivista mensile di aggiorna-mento che si rivolge a imprenditori, manager,opinion leader, professionisti che operano nelmondo del fitness, benessere, prevenzione esalute. Propone articoli riguardanti metodiche diallenamento, rieducazione funzionale, alimenta-zione, prevenzione e benessere, marketing emanagement.

EditoreAlea Edizioni di Alessandro Lanzani

via G. Sapeto, 5 - 20123 Milano

Redazione e ufficivia P. Orseolo, 3 - 20144 Milano

tel. 0258112828 - fax [email protected]

[email protected]

Direttore responsabile Alessandro Lanzani

[email protected]

RedazioneMia Dell’Agnello

[email protected] - int. 212

Progetto graficoStefano FrattalloneImpaginazione

Anita Lavoce

PubblicitàAlessandro Lanzani

[email protected]

Hanno collaborato a questo numeroMassimiliano Gollin, Francesco Capobianco,

Antonio Maone, Giovanni Ghidini, Rosario Bellia, Rosario D'Onofrio, Antonio Pintus , Michele Marzullo

Autorizzazione del Tribunale di Milano n. 578 del 20.12.93.

L’Editore e l’autore non potranno in alcun modo essere respon-sabili per incidenti o danni provocati dall’uso improprio delleinformazioni o delle immagini contenute nel materiale ricevuto;inoltre non necessariamente le opinioni pubblicate rispecchianoil pensiero dell’editore. Il materiale (testi, immagini e disegni) per-venuto in redazione non verrà restituito, anche se non pubblica-to e viene considerato libero da diritti. La riproduzione del mate-riale apparso su Fitmed online in qualsiasi forma e per qualsiasiscopo non è consentita se non dietro richiesta scritta e firmatadal direttore responsabile e dall’editore. Per eventuali controver-sie il Foro di competenza è quello di Milano.

LE AZIENDE CHE HANNO PARTECIPATO ALLA REALIZZAZIONE DI QUESTO NUMERO

Tram edizioni pag 7

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CLICCA SUL TITOLOPER ANDARE DIRETTAMENTE ALL’ARTICOLO

CHE PIÙ TI INTERESSA somm

arioRUBRICHE

37 CORSI DI FORMAZIONE E AGGIORNAMENTO PROFESSIONALE

31 NEWS

COMMUNITY BUSINESS

4 AMARCORDdi Mia Dell’Agnello

SPECIALE RESISTENZA

8 LA MOBILITÀ DELL’APPARATO LOCOMOTORE. Generalità di Massimiliano Gollin

14 STRETCHING di Francesco Capobianco e Alessandro Lanzani

19 LO SVILUPPO DELLA FLESSIBILITÀ IN ETÀ EVOLUTIVA di Antonio Maone

22 TERZA ETÀ. La questione della mobilità nel metodo psicomotoriodi Giovanni Ghidini e Alessandro Lanzani

ALLENAMENTO E REHAB

26 SOVRACCARICO FUNZIONALE della spalla nel windsurf e TAPING KINESIOLOGICOdi Rosario Bellia

32 VALGUS COLLAPSE E DROP VERTICAL JUMP TESTdi Rosario D'Onofrio, Antonio Pintus,Michele Marzullo

SommarioSSoommmmaarriioo

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acquisti di gruppo di prodotti e/oservizi diversificati a un prezzo scon-tato rispetto al valore reale. La pale-stra in promozione si trova propriovicino a casa, è molto grande e sullacarta offre tutti i servizi che uno po-trebbe desiderare da un modernocentro fitness, pardon wellness (oforse nothingness?): enorme salapesi, diverse sale corsi con una pro-grammazione fittissima, sauna, ba-gno turco, idromassaggi, piscina... Ilcosto dell’abbonamento per 12 me-si è di 499 euro e può anche essereutilizzato da 2 persone, 6 mesi cia-scuna. Se a questa cifra aggiungia-mo 60 euro di tassa d’iscrizione sia-mo a 310 euro per un abbona-mento semestrale open, dalle 7 dimattina alle 23, sabato e domeni-

Appartengo a quella numerosapopolazione di ex sportivi cheha ceduto al lavoro e alla fa-

miglia il tempo per praticare un po’di attività fisica, ma ha serbato la co-scienza di quanto ci si senta benedopo una sgambata o una nuotata.Dopo aver tergiversato per anni cer-cando di incanalare i miei sensi dicolpa in sedute di pseudo jogging,molto spesso ostacolate dal meteo,dalle cattive condizioni ambientali(Milano!) e dalla generale fatica delvivere, decido di iscrivermi in pale-stra. Beh, a dire il vero non è statocosì immediato: diciamo che un’of-ferta promozionale di Groupon e lacomplicità di un’amica hanno fattola differenza. Groupon è uno di queiportali che consentono di effettuare

ca inclusi: wow!Lo start up non è così immediato einfatti passano un paio di settimanedall’acquisto (fatto on line) a quandoio e la mia amica ci presentiamo inpalestra, con il nostro coupon e ilcertificato medico. Sono le 11,30 dimattina e c’è già un bel viavai. Noi cisiamo portate tutto l’occorrente periniziare la nostra nuova attività: scar-pe, tuta, asciugamani. Siamo deter-minate, ma non abbiamo tenutoconto delle procedure burocrati-che. Passiamo prima alla reception,consegniamo coupon e documenti,recitiamo i nostri dati anagrafici al di-ligentissimo boy che, dopo aversbrigato le sue pratiche, ci fa acco-modare sui “divanetti”. Da lì, un altroboy ci invita al tour della palestra e

a cura della redazione

di Mia Dell’Agnello [email protected]

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link

quindi ci prega di seguirlo nel suo uf-ficio, dove ci attende un’altra compi-lazione di fogli, con il contratto e il re-golamento da firmare. Nel frattempoci spiega che, se vogliamo, possia-mo pagare altri 90 euro, di cui 60 perfare la visita medica e 30 per avere 3sedute con il personal trainer. Ma noiil certificato medico l’abbiamo già equindi si volatilizza anche l’offerta delpersonal trainer. A questo punto misorge un dubbio, ma so che è solouno scrupolo, una domanda oziosa,comunque la faccio lo stesso: “C’èqualcuno in sala pesi che ci pre-para una scheda per comincia-re?”. Il boy numero 2 mi guarda co-me se gli avessi chiesto se in salac’è qualcuno che può tagliarmi i pe-li del naso e mi dice: “Ma certo cheno! Voi potete seguire i corsi digruppo, lì c’è l’istruttore; in salapesi potete andare, ma la schedadi allenamento la deve preparareun personal trainer!” Io insisto, ve-ramente sbigottita “ma come… daquando funziona così?” “Ma dasempre!”, risponde lui. Allora mi im-punto, perché io in un certo sensosono del mestiere “Eh no, scusa,ma prima non era così!”. E lui:“Allora diciamo che adesso ab-biamo deciso che non è più co-

sì!”. Appunto. Sconsolante, ma nonmi faccio fregare ora che, dopo annidi rimuginio, sono qui, con il mio bel-l’abbonamento attivato! Anzi, sentodi dover rincuorare anche la miaamica, così le dico: “non ti preoc-cupare, te la preparo io una sche-da di allenamento!” in fondo dovròsolo rispolverare le mie conoscen-ze… Ma continuo a pensare a unasala pesi senza istruttori… non mipar vero… “Scusa, ma se qualcu-no fa degli esercizi sbagliati e ma-gari si fa male?” “Vabbè, perquello c’è un assistente di sala,che controlla”. Ah ecco, ora è l’as-sistente di sala, un po’ come quellodi volo, che magari ti indica anche leuscite di sicurezza. Nel frattempo ilragazzo finisce di preparare gli incar-tamenti e io a questo punto fremo ditrepidazione, ma lui sorride e dice“Prego, accomodatevi sui diva-netti: una collega sarà presto davoi!”. Maledetti divanetti. Attendia-mo ancora 5 minuti, finché la collegaci invita nel suo ufficio. Sta per chie-derci di nuovo i dati, ma un motod’imbarazzo la trattiene e ci confidache ora possiamo dire solo i nostricognomi. Tutta fiera, verifica il restodell’anagrafica al computer e cistampa i tesserini. Ora è il momento

dell’offerta strepitosa: solo per qual-che giorno un nostro familiare o ami-co potrà usufruire della nostra stes-sa agevolazione, ma con uno scon-to addizionale di 100 euro, ovvero:399 euro + 60 di iscrizione per unabbonamento annuale open! Melo faccio ripetere perché non ci cre-do, così lei lo scrive sul foglio che hadavanti e che poi mi consegna.Sono basita: ma le cose vanno cosìmale, allora? Eppure non si direbbe:tre persone per completare un’iscri-zione già effettuata on line… Mah.Nel frattempo si è fatto tardi, è pas-sata più di un’ora da quando ab-biamo varcato la soglia del centrofitness, ovvero il tempo a nostra di-sposizione per l’allenamento. La miaamica prende la sua borsina fitness,mi saluta e se ne va. Io non mollo:volevo ricominciare oggi e oggi rico-mincio, anche se ho poco tempo.Gli spogliatoi sono enormi, con file efile di armadietti a disposizione: pec-cato che le docce siano fredde! Lesignore si lamentano, ma diconoche la caldaia si sia guastata…Pazienza, mi farò la doccia a casa.Mi cambio e vado. Una sala pesienorme, piena di macchine di ognitipo. Istruttori: neanche l’ombra.Decido di fare una lezione di gruppo,

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giusto per partire soft: ce ne sono trein programma, basta scegliere! Gliistruttori sono in postazione, ognunonella sua sala corsi, peccato chenon ci sia neanche un allievo! E cosìmi defilo anch’io: una lezione di ae-robica o di spinning da sola… te lavedi la tristezza? Bene, non importa!Si è liberato un tapis roulant, quindimi ci fiondo. Poi ho in mente un pro-grammino interval training leggero,così, poche stazioni, lavoro sui gran-di gruppi muscolari, esercizi poliarti-colari… E intanto osservo. Una si-gnora in piedi davanti alla lat ma-chine si è appesa alla sbarra e,con le gambe e le braccia belletese, flette il busto in avanti e ri-torna su, soffiando e sbuffandocome una locomotiva: ma poveraschiena! Un anziano, ma anzianoper davvero, ha deciso di farsi tutto ilcircuito Selection, proprio stamatti-na, e ora si accanisce sulla shoulderpress. Ha selezionato un pesochiaramente esagerato per lui,ma non ne vuole sapere di arren-dersi: rosso come un pomodoro, levene gonfie, il viso contratto in unasmorfia di massimo sforzo. Mi sem-bra di sentire la sua dentiera scric-chiolare nella morsa serrata dellamandibola. Si aggrappa alle mani-glie e spinge con tutto quello che haa disposizione: inarca la schiena, si

delle pratiche. Gli istruttori in salapesi c’erano sempre, e il loro nu-mero era in base al numero difrequentatori: al mattino uno, duenella pausa pranzo e nelle ore seralierano quattro, di cui uno era un fi-sioterapista. Non c’erano personaltrainer, né wellness trainer, né assi-stenti di sala. C’erano le schedeprestampate, è vero, ma spessoerano solo un punto di partenza sucui costruire dei moduli personaliz-zati. Gli istruttori parlavano con lepersone, non necessariamentedi allenamento, anzi: parlavaproprio di tutto. Intessevano re-lazioni. Peccato che poi qualcunoha cominciato a chiamarli “centridi costo”.Mi ero r ipromessa di non farel’”amarcord”, la nostalgica, quellache “si stava meglio prima”, cheper di più non è proprio nella mianatura. È che proprio non ce la fac-cio. Perché, fra l’altro, la palestrache ora frequento è la stessa in cuilavoravo, circa vent’anni or sono:mannaggia alla vecchiaia!

solleva dal sedile puntando i piedi. Ilpacco pesi viene abbandonato ametà corsa e cade con un rumoreorrendo che fa sobbalzare tutti i pre-senti, ma lui indefesso ricomincia evia! un altro SBAAANG rieccheggia,terribile premonitore di sciagure.Invece niente: il nonnetto è soprav-vissuto, anche questa volta. In com-penso, l’istruttore non è compar-so, neanche al richiamo di un ru-more così, diciamo, sospetto. Ioho finito il mio allenamento e mene vado, scivolando via in queldeserto di corpi, senza neanchesentire il bisogno di salutare qual-cuno.

AMARCORDAnche quando io lavoravo in pale-stra c’era il nonnetto. Lo chiamava-mo Capitan Trombetta, perchéogni volta che si cimentava con gliesercizi addominali scorreggiavarumorosamente. Lui ci rideva e an-zi, questa sua ironia aveva portatouna nuova confidenza in palestra,che aveva contagiato tutti quanti.Non c’erano hostess, né consulen-ti di vendita, ma solo la ragazza chestava alla reception: con lei il nuovocliente faceva “il giro” della palestrae poi compilava il foglio di iscrizio-ne, mentre lei preparava la tessera.Un quarto d’ora al massimo e fine

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“I QUADERNI DI ”I QUADERNI DIn° 19 - Allenamento

Sull’apprendimento motoriodegli esercizi di Body-building 3di JIMMY PEDEMONTEImpugnare gli attrezzi tradizionali 13del Prof. ANGELO CASTIGLIONIIl principio dell’adattamento progressivo 17di NUCCIO RUBERAAnalisi di tre aspetti importantidella forza 21del Prof. ARMANDO FUCCIL’allenamento isometrico 26del Prof. ARMANDO FUCCIDeadlift 34di NICOLA CAMERAIl sistema a frequenza multipla 39di FRANCESCO CURRÒBody-building & allungamenti miofasciali 44di NICOLA DACOMO

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I QUADERNI DIn° 20 - AllenamentoWar of delts 3di RAFFAELE MORANDINIIl successo sta sulle spalle 8di JIMMY PEDEMONTEIl muscolo più amato dagli italiani 11di COSTANTINO BERTUCELLI eALESSANDRO PELLACANIAllenamento della schiena 15di MAURO SARNIAllenamento della schiena 17di ENZO FERRARIBicipiti come colline 20di GINO BARZACCHIFast Abs 25di RAFFAELE MORANDINISù le gambe 29di CRISTIANA CASONIIn gamb...issima! 32di FRANCESCO CURRÒCome costruire un quadricipite fantastico senza lo squat 36di JOHNNY BLOISIRocky Calves 41di RAFFAELE MORANDINI

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I QUADERNI DIn° 21 - Biomeccanica

Azione muscolare concentrica 3del Prof. ARMANDO FUCCIParola di Verchoshansky 8di ANGELO GIORNODifetti intrinseci delle presse nell’usoper il potenziamento degli arti inferiori 15del Prof. ANGELO CASTIGLIONIBIOMECCANICA IN PALESTRAPre-allungamento e pre-accorciamento 19di DARIO SORARÙL’angolo di lavoro 23di DARIO SORARÙIl lavoro negli esercizi monoarticolari 28di DARIO SORARÙIl lavoro negli esercizi poliarticolari 33di DARIO SORARÙLe macchine semplici 37di DARIO SORARÙLe macchine isotoniche 42di DARIO SORARÙ

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I QUADERNI DIn° 22 - Dossier

DOSSIER NATURAL“Super sostanze” e“Psyco-Muscle Training” 3del Dott. ALESSANDRO GELLIQuestione di personalità 8del Dott. FRANCESCO TODDEUna preparazione H/P 10del Prof. ROBERTO CALCAGNODOSSIER INVERNOChe la “massa” sia con noi 17di MARCO NERI e MAX MAFFUCCIInverno vs. Termogenesi 28del Dott. ALESSANDRO VIANELLOManualetto su come... perdere le gare 32di CLAUDIO CARELLADOSSIER ESTATESole, mare e ... adipociti 36di VANNI SACCONMuscoli in ferie 39di RAFFAELE MORANDINIL’estate a tavola 44del Dott. ALESSANDRO VIANELLO

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I QUADERNI DIn° 23 - Alimentazione

L’apporto calorico – Strategie & sinergie 3di NICOLA CAMERA7 chili in 7 mesi 16di MARCELLO MORMINOAttenti alla fibra 21di MARCO CERIANIA proposito di zuccheri 25di MARCELLO MORMINOMaster Aminoacid Pattern 29di FILIPPO FORTUNA2 mesi senza carne 36del Dott. ALESSANDRO GELLIAllergie alimentari 40di NICOLA CAMERA

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I QUADERNI DIn° 24 - Medicina dello sport

Dentro le fibre 3del Prof. GIACOMO ZACCONEI sistemi pilota nello sviluppo organico 8di NICOLA CAMERACellule satellite & miogenesi 13di NICOLA CAMERATante contrazioni un solo obiettivo 21del Dott. ALESSANDRO LANZANIIl Principio di Henneman 25di RICCARDO UBALDINIBiogenetica muscolare 31di BRUNO DAVIDE BORDONI e IGOR FERRARINIStimolazione e inibizione degli ormoniin rapporto all’esercizio intenso 35del Prof. MASSIMO GUGLIELMIOrmoni: che cosa realmente sono? 40del Dott. TOMASO LEDERFenomenologia dell’ormone somatotropo 43del Dott. ALDO E. CALOGERO

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I QUADERNI DIn° 13 - Allenamento

The “Heavy-duty” System 3di FRANCESCO CURRO’Heavy Duty 2 6di FAUSTO PORTATeoria dell’allenamento 11di MARCELLO MORMINOIl blocco ipertrofia 21del Prof. ARMANDO FUCCI Il blocco ipertrofia con tecniche intensive 36del Prof. ARMANDO FUCCI Intensità 43di ENZO FERRARI

I QUADERNI DIn° 14 - Allenamento

La scheda di allenamento 3di RICCARDO UBALDINITerminologia chinesiologica 18di MARCELLO MORMINO L’allenamento in pratica 25del Prof. ROBERTO CALCAGNOSettembre andiamo, tempo di “ingrossare”… 40del Prof. MASSIMO GUGLIELMIPeriodizziamo la massa 44del Prof. MASSIMO GUGLIELMI

I QUADERNI DIn° 15 - Allenamento

Gli errori più comuni nelle palestre italiane 3del Prof. MASSIMO GUGLIELMIFacciamo chiarezza 6del Prof. ARMANDO FUCCINoterelle 14di MARCELLO MORMINOLa tecnica dell’esercizio nell’esercizio 20di JIMMY PEDEMONTETecniche di recupero nel body-building 25di ALESSANDRO PELLACANIe del Prof. COSTANTINO BERTUCELLILa ruota del successo 29di VANNI SACCONUn allenamento ciclico 44di PAOLO IANNETTONE

I QUADERNI DIn° 16 - Alimentazione

Comportamento alimentare 3di NICOLA CAMERAConcetti di termochimica alimentare 12del Dott. THEODORE J. BREMBOSe del Dott. MARCO DALLAPICCOLADieta: chiariamoci le idee 19di PIERLUIGI FASSETTAL’integrazione alimentare perl’ottimizzazione del pattern ormonale 25del Dott. MASSIMO MUSUMECIAlta definizione: isegreti di una dieta riuscita 29del Dott. PHILIPPE MORETIntegrazione vincente 33di RICCARDO UBALDINILa dieta pre-gara nel body-building 40del Prof. ROBERTO CALCAGNO

I QUADERNI DIn° 17 - Alimentazione

Body-building & vitamine 3del Prof. MASSIMO GUGLIELMITutti i no delle vitamine e dei minerali 13del Dott. ANDREA MARLIANIL’apporto del potassio per i culturisti 16di PIERLUIGI FASSETTAL’acqua 19del Prof. ROBERTO CALCAGNOLa ricarica dei carboidrati 24del Prof. ROBERTO CALCAGNOLe acque minerali 29di NICOLA CAMERAIl frullato 35di MARCELLO MORMINOCreatine approach 39del Dott. MASSIMO MUSUMECI

I QUADERNI DIn° 18 - Medicina dello sportRisposta adattativa del muscolo all’eserciziofisico: nuovi risultati sperimentali 3 del Prof. GIACOMO ZACCONELa fatica nel body-building:sue basi e significati 8di JIMMY PEDEMONTEL’indolenzimento muscolaread insorgenza ritardata 11di RICCARDO UBALDINILe patologie muscolari (1) Sintomi, diagnosi e terapia 18del Dott. STEFANO TRICARICOLe patologie muscolari (2) Cause e riabilitazione 24del Prof. FRANCESCO TODDELa visualizzazione 30del Dott. GIUSEPPE ROMBOLA’Visualizzazione & “ferro” 34di ENZO FERRARIIl paradosso “mente-corpo” alla basedella performance vincente 37di NICOLA CAMERAMente: la risorsa inestinguibile 41del Dott. VINCENZO CAPRIOLI

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I QUADERNI DIn° 10 - Alimentazione

Proteine: digestione ed assorbimento 3di RAFFAELE MORANDINIIl ruolo degli aminoacidi a catena ramificatanella regolazione del metabolismo umano 13del Dott. FULVIO FIORINIIl ruolo dei carboidrati come necessità energetica nell’attività fisica 20del Prof. GIACOMO ZACCONEIl ruolo delle vitamine più importantiper il body-builder 27di DANIELE RIZZOE la frutta quando? Sempre 31di ANNA BARTOLINIFattori alimentari anti-tumore 38di NICOLA CAMERAIl body-builder in off-season: alimentazione e supplementazione 44del Dott. MASSIMO MUSUMECI

I QUADERNI DIn°11- Medicina dello sport

La “qualità” muscolare 3di VITTORIO SCIALDONELe prove di valutazione fisica: i test 8di ALESSANDRO PELLACANI e COSTA BERTUCELLIGli esami ematochimici 12di PIERLUIGI FASSETTALo stress 15di NICOLA CAMERALa ritenzione idrica 23di PIER ANTONIO DELL’AMICOFunzione e metabolismo dell’Ormonedella crescita 26del Prof. GIACOMO ZACCONEGH-peak 33del Dott. MASSIMO MUSUMECIAspetti attuali dell’iperplasia muscolare:miogenesi e fattori di crescita 38del Dott. MASSIMO SPATTINIe del Prof. GIACOMO ZACCONE

I QUADERNI DIn° 12 - Fitness

FitnesStyle: Body-building & Fitness 3Circuiti Vita 5Estate 8L’allenamento in casa 10La Mountain Bike 12

di CRISTINA TEDESCHIPesi & fitness: il “circuit training” in palestradi LUCIO LANDUZZI 14Schede di allenamento: il seno 17di ANTONELLA LIZZAL’estate addosso 21di ANTONELLA LIZZASudare fa bene 29di MONICA ALBERTILe bevande isotoniche 35di MARCO CERIANI25 modi per ottimizzare la vostra dieta 39di SILVIA ZANETDisintossicarsi a tavola 42a cura di “MEDI INFO”Per imparare un nuovo mododi alimentarsi basta una settimana 45a cura di “MEDI INFO”

I QUADERNI DIn° 7 - AllenamentoLe colonne d’Ercole 3di MARCO NERI e ARMANDO DEFANTAndrea’s biceps 8di TIBERIO FRANCHITricipiti da bovi 9di ANGELO GIORNOPush it! 13di PIERO NOCERINOTom Platz e i suoi pettorali 15di MARCO BECHINIL’allenamento del petto 18di EROS SAMMARTINORock Hard Abdominals 19di ALESSANDRO PELLACANIe COSTANTINO BERTUCELLIAddominali e falsi miti 22di VANNI SACCONCiao deltoide 25di ANGELO GIORNOCome costruire dei deltoidi vincenti 30del Dott. MASSIMO SPATTINIDorsali a volare 32del Dott. MARCO NERII dorsali. Proposta d’allenamento per atleti hard-gainers avanzati 35di MARCO BECHINI

I QUADERNI DIn° 8 - Allenamento

Siamo proprio sicuri di saperci allenare? 3di MARCELLO MORMINOCome e perché ci si allena con le superserie 6di EMILIO THEYViaggio intorno alla forza 11di ARMANDO FUCCIL’allenamento della forza per gli atleti intermedi 14di ANGELO GIORNOCriteri metodologici per lo sviluppo della forza massimale 18di COSTANTINO BERTUCELLI e ALESSANDRO PELLACANICaffé per una lezione intensa 22del Dott. FILIPPO MASSARONICome ottenere l’ipertrofia muscolare 30di ARMANDO FUCCIPeaking 32di PIER ANTONIO DELL’AMICO3+1 35di ANGELO GIORNO“Titan System” 39di NICOLA CAMERA

I QUADERNI DIn° 9 - Allenamento

Come migliorare le aree carenti 3di PIERLUIGI FASSETTADuri a morire 5di ANGELO GIORNOI veri esercizi base 8di JIMMY PEDEMONTERiflessioni su temi di ipertrofia muscolare 12di ALESSANDRO AMMASSARIProcessi di recupero e rigenerazione nell’allenamento 18di PIER ANTONIO DELL’AMICOOcchio al tempo! 25di ARMANDO FUCCIOvertraining 30di RICCARDO UBALDINIDimagrire con dieta e pesi.Facile a dirlo, difficile a farlo 40di ARMANDO FUCCI

I QUADERNI DIn° 1 - Allenamento

Nozioni di base sulla teoriadell’allenamento sportivo 3del Prof. ARMANDO FUCCI

Norme per l’allenamentogiovanile nel body building 7di JIMMY PEDEMONTE

La programmazione del lavoroper i principianti 21del Prof. ARMANDO FUCCI

Fondamenti metodologici dellaperiodizzazione dell’allenamento 26di JIMMY PEDEMONTE

I QUADERNI DIn° 2 - Allenamento

Training program 3di COSIMO ARUTA

Allenamento peri-muscolare 9di MARCELLO MORMINO

Il carico di allenamentonel body building 14di SAMUELE MARCORA

Attenzione al concetto di “serie” 19di MASSIMILIANO MENCHI

Serie: proposte 24del Dott. FILIPPO MASSARONI

Periodizzazione dell’allenamento 32di LUCIO LANDUZZI

Ciclizzazione funzionalenel body building 35di JIMMY PEDEMONTE

I QUADERNI DIn° 3 - Allenamento

High Intensity 3di UGO PERALDO

1a parte: Principi generali 32a parte: Braccia 133a parte: Torace 174a parte: Quadricipite femorale 255a parte: Dorsali 33

High Intensity & Big Wave 42di NICOLA CAMERA

Illustrazioni di VANNI SACCON

I QUADERNI DIn° 4 - Alimentazione

La dieta metabolica 3del Dott. M. BRIGATTI

La dieta su misura 6di PIERLUIGI FASSETTA

Perfect diet 12di RENATO COLOMBO

Dieta e body building 18di NICOLA CAMERA

Questione di metabolismo 31del Dott. MARCO NERIe del Dott. ANTONIO PAOLI

Il metabolismo dei muscoli 35del Dott. ANDREA DEFANTe del Dott. MARCO DALLAPICCOLA

Metabolismo e bioenergetica muscolare 38di NICOLA CAMERA

Massa muscolare: pianificare la dieta 44di PIERLUIGI FASSETTA

I QUADERNI DIn° 5 - Alimentazione

Come realizzare il “rimbalzo glucidico” 3del Dott. PHILIPPE MORET

Il riequilibrio idro-salinico nello sport 8di PIER ANTONIO DELL’AMICO

Diuresi e ricambio idro-elettrolitico 15di NICOLA CAMERA

La ricostruzione del glicogeno nel muscoloscheletrico negli esercizi di potenza 21del Prof. GIACOMO ZACCONE

“Ricaricare” senza problemi 28di PIERLUIGI FASSETTA

Integrare o non integrare? 31di MASSIMO GUASCO

Via degli acidi tricarbossilicio “Ciclo di Krebs” 35di RICCARDO UBALDINI

I QUADERNI DIn° 6 - Medicina dello sport

I muscoli 3

Il sistema muscolare 9del Dott. ANDREA MARLIANI

Morfologia muscolaree sviluppo differenziato 15del Prof. ANGELO CASTIGLIONI

Body building tra morfologia e fisiologia 20di MARCO CERIANI

Biochimica dell’attività muscolarenel body builder 22del Dott. LUIGI BUTTURINI

Analisi approfonditadella contrazione muscolare 29del Prof. ARMANDO FUCCI

Esercizio fisico e risposta ormonale 36del Prof. GIACOMO ZACCONE

La conduzione dell’impulsonervoso ai muscoli 43del Dott. MASSIMO MUSUMECI

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• Il sistema endocrino e gli ormoni• Il metabolismo ormonale• L’azione ormonale, il sinergismo

e l’antagonismo• Regolazione dei livelli ormonali

in circolo• Ormoni peptidici e steroidei:

trasporto e metabolismo• Concetti di neuroendocrinologia• Sistema di regolazione

retroattiva (feedback)• Esercizio fisico ed asse

ipotalamo-ipofisi-gonadi

LA BIBLIOTECA DI

BODY-BUILDING DUEMILAUNOdi ANGELO GIORNO

Analisi tecnica dello sport del culturismo

I PROFILI PENALI DEL DOPINGdel dott. EDILIO GRAPPIOLO

VADEMECUM CULTURISTICOdi ANGELO GIORNO

illustrazioni di LUCA LAZZERETTI

RICETTE PER LO SPORTdi MARCO CERIANI

OLTRE 120 RICETTE PER GLI SPORTIVI

ORMONI E ALLENAMENTOdel prof. GIACOMO ZACCONE

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Speciale: mobilità

generalitàdi Massimiliano Gollin [email protected]

Il concetto di mobilità è la risultantedi due differenti componenti: lamobilità articolare e la flessibilitàmuscolo-tendinea. La prima, risultaessere allenabile grazie a eserciziche ripropongono il movimentodelle articolazioni stesse, nella loromassima espressione di mobilità,sono perciò definiti a corpo libero ocallistenici. La seconda è lacapacità di elongazione dellamuscolatura striata. Con differentitecniche di allungamento èpossibile incrementare la capacitàdi elongazione mio-tendinea infunzione del differente modello diprestazione.

La mobilitàdell’apparato locomotore

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seconde, provenienti dall’interno delcorpo, sono decodificate grazie all’ana-lizzatore vestibolare situato nell’orec-chio e a quello cinestetico posizionatonei muscoli e nelle articolazioni.

MOBILITÀ ARTICOLARE E FLESSI-BILITÀ MUSCOLO-TENDINEALa mobilità dell’apparato locomotore,cioè la capacità di eseguire i più svariatimovimenti biomeccanici tramite il mas-simo grado di escursione articolare, èconsiderata, nella teoria e metodologiadell’allenamento sportivo, uno dei pre-requisiti fondamentali per l’effettuazionedella massima performance. Esami-nando in modo più accurato il concettoe dovendo trovare soluzioni pratiche perun allenamento ben strutturato e perio-dizzato, si fa riferimento alla mobilitàdell’apparato locomotore come la ri-sultante di due componenti: la mobi-lità articolare (Ma) e la flessibilità mu-scolo-tendinea (Fmt). La Ma, caratte-ristica delle articolazioni in senso stretto,è mediata dalle differenti forme ossee.Risulta essere allenabile grazie a eserci-zi (che ripropongono il movimento dellearticolazioni stesse, nella loro massimaespressione di mobilità) definiti a corpolibero o callistenici. La flessibilità mu-scolo-tendinea (Fmt), cioè la capacitàdi elongazione del muscolo nella sua to-talità, sia a riposo che dopo una contra-zione, risulta essere ancora allenabiledalle differenti tecniche di stretchinge allungamento muscolare. Si sottoli-nea che questa definizione semplificati-va la si propone come aiuto per una ge-stione delle esercitazioni nei vari campidi allenamento.

LA MOBILITÀ COMPOSTACon riferimento alle considerazioni pre-

Nell’esaminare le variabili chepossono determinare la pre-stazione sportiva, la mobilitàdell’apparato locomotore ri-

sulta essere una delle caratteristichefondamentali dell’atleta. È generata permezzo dei muscoli scheletrici, grazie al-la mediazione delle articolazioni. Lascienza dell’allenamento sportivodefinisce la mobilità come la capaci-tà di eseguire i più svariati movimen-ti bio-meccanici tramite il massimogrado di escursione articolare o ran-ge of motion (ROM). Autorevoli studio-si sono concordi nell’affidare a questaqualità fisica una posizione intermediatra le capacità organico-muscolari e lecapacità percettivo-cinetiche. Le prime,meglio conosciute come capacitàcondizionali, sono: forza, resistenzae velocità. La seconda tipologia di ca-pacità definita dalla scuola francese“percettivo-cinetiche” e della scuola te-desca “capacità coordinative”, permet-tono la gestione dei movimenti nellospazio circostante. Esse si esprimonogeneralmente nelle seguenti differentisituazioni motorie: - nel ripristino dell’equilibrio statico e di-namico; - nelle situazioni di orientamento spazia-le e temporale; - nell’acquisizione di ritmi predetermina-ti o di eventuali cambi repentini dei me-desimi; - nella differente combinazione euritmi-ca dei movimenti tra arti superiori e artiinferiori; - nella regolazione dell’intensità delleesercitazioni, tramite la modulazione del-la muscolatura impegnata nell’azione; - nel migliorare la reazione motoria delsistema nervoso centrale, cioè la capa-cità di costruire una risposta meccanicaefficace in un tempo minimo; - nel modificare in modo repentino legestualità tecniche e nel trasformare imovimenti secondo le differenti situazio-ni motorie. Tali differenti regolazioni del movimentosono rese possibili grazie all’interventodi organi specializzati, che elaboranodue tipologie di informazioni. Le prime,provenienti dall’esterno del corpo, sonorecepite grazie alla vista, all’udito e altatto e ai loro rispettivi analizzatori cere-brali: quello ottico, uditivo e tattile. Le

Speciale: mobilità

cedenti, possiamo identificare un nuovotermine che raggruppi l’insieme delledue componenti della mobilità dell’ap-parato locomotore. Parleremo di mobi-lità composta, intendendo l’insiemedella mobilità articolare e della flessi-bilità muscolo-tendinea, capaci nelloro insieme e senza soluzione dicontinuità, di dare origine a movi-menti con una diversa gestualità.Distinguendo la mobilità composta inarticolare e muscolo tendinea, apparequindi evidente che ci saranno esercizidiversi per la mobilità articolare ed eser-cizi per la flessibilità muscolo-tendinea.Per comprendere meglio l’argomento sirende necessaria un’ulteriore suddivi-sione della mobilità articolare che per-metta di orientarsi in modo semplice al-la scelta delle più opportune metodichedi allenamento:- mobilità articolare di tipo passivo,generata in modo passivo da un partnero da se stessi (per quanto possibile),flettendo o estendendo in modo lento eprogressivo il segmento corporeo inte-ressato; - mobilità articolare di tipo attivo, ge-nerata in modo diretto dalla contrazionedei muscoli adiacenti una determinataarticolazione aventi inserzione sul seg-mento osseo mediato dall’articolazionemedesima. Sono un esempio l’articola-zione scapolo-omerale con i suoi movi-menti di flessione ed estensione, intraed extra rotazione, abduzione, adduzio-ne e circonduzione del braccio. Anche per la seconda componente del-la mobilità composta, la flessibilità mu-scolo-tendinea, si rende necessarioclassificarne le differenti estrinsecazioni:- flessibilità muscolo-tendinea di tipopassivo, generata in modo passivo daun partner o da se stessi, si realizza

Figura 1 - Le componenti della mobilità composta

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quando raggiunta una posizione di ele-vata escursione articolare con il ventremuscolare in allungamento, tale posizio-ne viene mantenuta per alcuni secondi;- flessibilità muscolo-tendinea di tipoattivo, statica o dinamica, è generatain modo diretto o dal mantenimento dideterminate posture in allungamentomuscolare o dalla contrazione di massemuscolari che spostano in modo rettili-neo o semicircolare, ripetuto e conti-nuo, il segmento interessato, portandoil ventre muscolare in allungamento. Entrambe le modalità di applicazionedella flessibilità (passiva e attiva) potran-no essere riferite a tutti i muscoli del cor-po umano, se il suo allenamento riguar-da la forma generale dell’individuo; op-pure potrà essere riferita all’allenamentospecializzato dei gruppi muscolari impli-cati nel gesto di gara. Inoltre, è dovero-so introdurre il concetto di riserva dimobilità (RM), individuata come il va-lore ottenuto dalla differenza tra lamobilità attiva, valutabile quantitativa-mente per mezzo della capacità del-l’atleta nel raggiungimento di una gran-de escursione di movimento grazie al-l’azione attiva dei muscoli scheletrici ela mobilità passiva sempre maggioredella precedente, e determinata me-diante l’ampiezza del movimento realiz-zabile grazie all’applicazione di forzeesterne (aiuto dell’allenatore, sovracca-richi, elastici ecc.). Sembrerebbe che lariserva di mobilità possa evidenziare ilrange di miglioramento di tale capacitàancora a disposizione dell’individuo.

Nello schema (Figura 2) si evidenzia co-me, nel movimento di flessione dellagamba sul busto da decubito supino,sia possibile, dato un centro di rotazio-ne articolare (CRA) quale quello dell’arti-colazione coxo-femorale, generare unamobilità passiva (MP), ad esempio conl’aiuto di un personal trainer, e come es-sa sarebbe maggiore della possibilitàsoggettiva dell’individuo di flettere atti-vamente la gamba sul busto generandouna mobilità attiva (MA). Inoltre, si puònotare come la differenza tra le due mo-bilità dia origine a una riserva ancora adisposizione dell’individuo, sulla qualeintervenire con l’allenamento di poten-ziamento muscolare e di incrementodell’escursione articolare.

FATTORI GENERALI CONDIZIO-NANTI LA MOBILITÀ COMPOSTA La possibilità di eseguire movimentimeccanici nel range fisiologico dellamobilità composta, è essenzialmentepermessa grazie a tre gruppi di fattori. Fattori generali. La mobilità dell’appa-rato motorio, sviluppandosi già nei primianni di vita, sembrerebbe avere un iniziodi regressione precoce, addirittura conla pubertà, evidenziando un deficit sem-pre più marcato con l’età senile, fattodovuto principalmente a cambiamentinell’elasticità dei tessuti muscolari perl’invecchiamento biologico e la riduzio-ne dell’attività fisica. Alcuni autori evi-denziano come l’età della fanciullezza,compresa tra i sei e i dodici anni, risultiessere il periodo più favorevole all’incre-

mento di questa caratteristica, grazie al-lo sviluppo articolare osseo e muscolo-tendineo dei tessuti non ancora com-pletato. Intervenendo con l’allenamentoin età post-puberale, si possono man-tenere i risultati ottenuti in precedenza oeventualmente recuperare la flessibilitàpersa con l’inattività fisica; per questo,l’obiettivo dell’allenamento sarà da rife-rirsi allo sviluppo pregresso prima dellapubertà. La mobilità dell’apparato mo-torio risulta essere più spiccata nelledonne che negli uomini. La causa ditale differenza sembrerebbe dovutaprincipalmente a tre fattori fondamenta-li: il primo mette in luce il minor sviluppodelle masse muscolari delle donne ri-spetto agli uomini; il secondo riguarda laminore grandezza delle strutture mu-scolo-tendinee, il terzo sarebbe da im-putarsi alla differente morfologia dell’ap-parato scheletrico, e all’influenza degliormoni femminili. Altri fattori riconosciuti importanti neldeterminare variazioni della mobilitàcomposta risultano essere: la temperatura dell’ambiente e la tem-peratura corporea; l’orario della giorna-ta; l’affaticamento muscolare; fattori dinatura psicologica. Fattori specifici. I fattori specifici piùconosciuti condizionanti la mobilità ar-ticolare sono in primo luogo la formadelle articolazioni o giunture, suc-cessivamente il volume dei muscolie infine la coordinazione neuromu-scolare.

LE ARTICOLAZIONI: CLASSIFICA-ZIONESINARTROSI, definite articolazioni immo-bili, sono caratterizzate dall’interposizio-ne di tessuto osseo, cartilagineo o con-nettivo, tra le due parti formanti l’artico-lazione. Sono a loro volta suddivise in: 1. sindesmosi, giunture fibrose dove ilmateriale di unione fra i due capi ossei èrappresentato da tessuto connettivoricco di fibre collagene ed elastiche, de-finito denso; 2. sincondrosi, dove il collegamento frale due ossa è rappresentato dalla carti-lagine ialina; 3. sinostosi, il collegamento per conti-nuità più saldo in assoluto, essendorealizzato grazie a una vera e propriasaldatura fra due ossa.

Speciale: mobilità

Figura 2 - La riserva di mobilità

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ANFIARTROSI, definite articolazioni semi-mobili. Sono costituite da due superficiossee rivestite di uno strato di cartilagi-ne ialina, congiunte grazie all’interposi-zione di uno strato di cartilagine fibrosa.Posseggono legamenti connettivali chele tengono stabili tra loro: un esempio ti-pico è rappresentato dai corpi vertebra-li. Altra particolare forma di anfiartrosisono le sinfisi, dove le due ossa sonounite da cartilagine fibrosa o tessutoconnettivo. DIARTROSI, definite articolazioni mobili.Articolazioni per contiguità, sono forma-te da due o più ossa poste vicine, manon unite tra loro. Sono mantenute in ta-le posizione da uno speciale manicottodi connettivo fibroso chiamato capsulaarticolare, entro il quale un liquido biolo-gico funziona sia da nutrimento sia dalubrificante: il liquido sinoviale. Le diartro-si permettono movimenti di differenteampiezza a seconda della forma dellesuperfici articolari contigue. Quando laforma delle due superfici non è comple-mentare, particolari lamine fibro-cartila-ginee, i menischi, compensano le even-tuali incongruenze e contribuiscono auna migliore distribuzione delle forzemeccaniche agenti sulle ossa stesse.Sono classificate in base alla forma dellesuperfici articolari e in relazione ai movi-menti che permettono alle ossa:1. artrodia, dove le due superfici artico-lari sono più o meno pianeggianti e ledue ossa non possono compiere movi-menti angolari, ma solo leggeri scivola-menti l’una rispetto all’altra (tra patella efemore);

2. enartrosi, a cui è deputato il massi-mo grado di mobilità articolare, formateda superfici articolari di forma semisferi-ca, una concava e l’altra convessa (l’ar-ticolazione coxo-femorale, tra anca efemore e quella tra omero e sca-pola, detta gleno-omerale); il femo-re e l’omero possono teoricamentecompiere movimenti di rotazione e an-golari piuttosto ampi, in realtà limitati daporzioni ossee dette trocanteri; 3. condilartrosi, con una superficieconvessa a forma di ellissoide, denomi-nata condilo, che si adatta a una super-ficie concava di uguale forma; permettei movimenti di flesso-estensione, di ab-duzione e adduzione e di circonduzione(articolazione radio-carpale);4. ginglimo, le cui superfici articolari so-no di forma cilindrica (una concava el’altra convessa); se ne riconosconodue tipi, a seconda che l’asse del cilin-dro sia perpendicolare all’asse dell’osso(troclea, per esempio tra omero e ulna)o parallelo (trocoide, epifisi distale radioe ulna); 5. sella, dove una delle due superfici ar-ticolari possiede un convessità in unsenso e una concavità nell’altro; per-mette movimenti di adduzione, abduzio-ne, flessione, estensione e circonduzio-ne, attorno all’asse maggiore delle dueossa (esempio tra l’osso trapezio dellamano e il primo osso metacarpale).

FATTORI SPECIFICI CONDIZIONAN-TI LA FLESSIBILITÀ MUSCOLO-TENDINEAProprietà di estensione dei muscoli.

Tra gli elementiche con-tr ibui-s c o n oalla mobi-

l ità composta, imuscoli risultano ipiù allenabili. Gli elementicontrattili del tessu-to muscolare, costituenti fondamen-tali delle cellule muscolari, permetto-no di eseguire la vasta gamma di mo-vimenti messa a disposizione delcorpo umano e il ritorno alla posizio-ne di riposo di un muscolo preceden-temente contratto. Sono in grado diaumentare in lunghezza dal trenta al cin-quanta per cento dal loro stato di par-tenza, creando così le premesseper esecuzioni i movimenti rea-lizzabili col raggiungimento di grandiampiezze articolari. Un eccessivo vo-lume muscolare può diminuire la mo-bilità articolare, soprattutto per impe-dimento meccanico o per diminuzionedell’estensibilità dell’unità muscolo-ten-dinea. Tale condizione risulta esserespecifica e riferibile solo ad alcuni di-stretti corporei: potremmo dire chenon sono tanto ridotti i gradi di mobi-lità in abduzione e estensione, quan-to quelli in adduzione e flessione.Proprietà di estensione dei tendini.Minore possibilità di allungamento sem-brerebbe realizzabile dai tessuti connet-tivi costituenti i tendini, i legamenti delleaponeurosi articolari, e i tessuti con-nettivi avvolgenti i fasci muscolari.Sembrerebbe essere molto incre-mentabile la capacità elastica diquesti ultimi, se stimolata con l’utiliz-zo di elevati carichi esterni, sommini-strati in regime di allungamento ec-centrico, per mezzo di esercitazionidi tipo pliometrico. La loro stimolazio-ne non porterà a un grosso risultato sul-l’estensibilità dei tessuti, ma alla loro ca-pacità di restituzione elastica con unnotevole incremento della forza, utilein tutti quegli sport che prevedono gestiatletici effettuati tramite un pre-carica-mento elastico, tramite un tipico ciclostiramento-accorciamento. Regolazione neuro-muscolare del

Speciale: mobilità

Figura 3 - Le differenti tipologie articolari

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complesso muscolo-tendineo. Uncorretto controllo della funzione musco-lare richiede che il muscolo tramite i re-cettori muscolari invii al SNC (sistemanervoso centrale) informazioni concer-nenti la sua lunghezza, la tensione e larapidità con cui l’estensione è stata rag-giunta o si sta attuando. Comprendia-mo quindi come, nell’attuazione di mo-vimenti eseguiti in massima escursionearticolare, tale controllo diventi fonda-mentale sia per lo sviluppo della mobili-tà composta, sia per il controllo di ec-cessivi range di movimento che potreb-bero essere addirittura controprodu-centi per l’integrità fisica dell’individuo.A tal fine i nostri muscoli possiedono deiveri e propri informatori del movimen-to definiti propriocettori, che invianoal SNC informazioni provenienti damuscoli, tendini, legamenti e capsulearticolari. Questi organi di senso ci in-formano sull’entità della contrazionemuscolare e sulla velocità con cui essaè realizzata.Fuso neuro-muscolare. È un piccolopropriocettore complesso, a forma difuso, che si trova nella struttura del mu-scolo scheletrico. Consiste in un insie-me di poche fibre muscolari modificate(intrafusali), contenute in una capsula emunite di fibre sensitive avvolte a spira-le intorno alla loro porzione centrale. Ilfuso è sensibile sia alla lunghezza o allostiramento del muscolo cui appartiene,sia alla velocità con cui varia la lunghez-za delle fibre muscolari. Organi tendinei del Golgi. Sono pro-priocettori incapsulati nelle fibre tendi-nee a livello delle giunzioni tra muscolo etendine. Essi risultano sensibili alla con-trazione di elevata entità, quindi per es-

sere stimolati richiedono uno stiramentopiù vigoroso dei fusi neuro-muscolari.La loro attivazione determina il rilascia-mento del muscolo che era contratto.Contrariamente ai fusi neuro-muscolari,che risultano essere dei facilitatori dellacontrazione muscolare, gli organi tendi-nei del Golgi sono degli inibitori dellamedesima (meccanismo di carattereprotettivo).

BIBLIOGRAFIA Aenheim D.D,. Prentice W.E., Principi di allena-mento atletico, Ed. Piccin, Padova 2000 Bellotti P., Matteucci E.,Allenamento sportivo,Ed. Utet, Torino 1999 Beraldo S., Polletti C., Il libro della preparazionefisica, ed. Mediterranee, Ristampa, Roma 1992Bouchard C., Brunelle J., Godbout P., La prepa-razione di un campione, Trad.it a cura di M.Mulinelli, Società Stampa Sportiva, Roma 1978 Cattaneo L., Ossa, articolazioni e muscoli, ed.Monduzzi Editore, Bologna 1985 Federici A., Valentini M., C.T. Cardinali,Sportivamente Anziano, Ed. Montefeltro,Urbino 2000 Gollin M., Luciano A., Colombero G., Dutto L.,Simonetti L., La variazione della flessibilità du-rante la seduta di allenamento, SDS, anno2006, n°69, Aprile-Giugno 2006 Manno R., Fondamenti dell’allenamento spor-tivo, ed. Zanichelli, Bologna 1989 Martin D., Martin K., Lehenertz K., Manuale diteoria dell’allenamento, Ed. Società StampaSportiva, Roma 1997 Platonov V., Fondamentidell’allenamento e dell’attività di gara, Ed.Calzetti e Mariucci, Perugia 2004 Platonov V., L’organizzazione dell’allenamentoe dell’attività di gara, Teoria generale dellapreparazione degli atleti negli sport olimpici,ed. Calzetti e Mariucci, Perugia 2004 Schmidt 1977 in D. Martin, K. Martin, K.

Lehenertz, Manuale di teoria dell’allenamento,Ed. Società Stampa Sportiva, Roma 1997 Schnabel G., Harre D., Borde A., Scienza del-l’allenamento, Ed. Arcadia, Modena 1998 Weineck J., L’allenamento ottimale, Ed.Calzetti e Mariucci, Perugia 2001

MMAASSSSIIMMIILLIIAANNOO GGOOLLLLIINNLaureato in Scienze e Tecnichedell’allenamento Sportivo,docente presso l’Università inScienze Motorie dell’Uni-versitàdi Torino in Metodologia della Prestazione,allenatore di IV Livello CONI. È esperto inMetodologia dell’allenamento e svolgeattività di consulente per la preparazionefisica nel Ri-atletismo e Fitness, Triathlon,Sollevamento Pesi, Sci, Ciclismo,Maratona, Scherma. Ha pubblicato conAlea edizioni “L’allenamento della mobilitàdell’apparato locomotore” (2009).

LL’’AALLLLEENNAAMMEENNTTOODDEELLLLAA MMOOBBIILLIITTÀÀDDEELLLL’’PPPPAARRAATTOOLLOOCCOOMMOOTTOORREEIl libro rappresenta unvalido sussidio perquanti, allenatori,istruttori, fisioterapisti,studenti di ScienzeMotorie e operatori specifici di settore,intendano occuparsi, a diverso titolo, dimobilità articolare e di flessibilitàmuscolo-tendinea. Utilizzato comemanuale, è un utile strumento operativoper la creazione di tabelle diallenamento personalizzate. I capitolidedicati alla ricerca applicataall'allenamento sportivo permettonoagli appassionati della materia diapprofondire, secondo metodologiescientifiche, la valutazione funzionaledell'individuo, con l'obiettivo di unaccurato controllo in itinere e di verificafinale del lavoro svolto.

Speciale: mobilità

Figura 4- Il fuso neuromuscolare Figura 5- L’organo tendineo del Golgi

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MASSIMILIANO GOLLIN

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Ricerche e applicazioni pratiche

MASSIMILIANO GOLLIN L'ALLENAMENTO DELLA MOBILITÀ DELL'APPARATO LOCOMOTORE

L'allenamentodella mobilità dell'apparato locomotore

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Speciale: mobilità

SSttrreettcchhiinngg

Lo stretching è una disciplinarelativamente giovane, eppure haassunto una particolareimportanza nella pratica sportivae nella riabilitazione, soprattuttose considerato nel suo concettoesteso di mobilità. Una mobilitàal servizio del movimento e dellabiomeccanica per migliorare l’esecuzione dei gesti atletici.Una mobilità al servizio dellafisica per permettere unamigliore decelerazionedell’apparato locomotore, con unvalore aggiunto preventivo neiconfronti della micro emacrotraumatologia. Questoarticolo propone principi teorici,così come istruzioni pratiche pereseguire gli esercizi di stretchingseguendo le migliori tecnicheapplicative fra le tante propostein questi anni.

di Francesco Capobianco e Alessandro Lanzani

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cesso porta a una diminuzione dellefibre elastiche, a una perdita d'acqua,a una riduzione del numero e dell'at-tività delle cellule, in definitiva a unaprogressiva degenerazione a caricodelle articolazioni (artrosi). L'infanzia èil periodo in cui si registrano i livelli dimobilità più elevati, poi si nota unagenerale diminuzione legata ancheall'aumento della forza, in quantosembra che l'aumento del tono mu-scolare incida negativamente.Sesso. Le donne sono generalmen-te più mobili degli uomini a causa didifferenze ormonali, tipo di muscola-tura, tendini e legamenti.Temperatura esterna e interna. Unaumento della temperatura del cor-po dovuta a riscaldamento attivo(warm-up) o passivo (temperaturaambientale elevata, bagno caldoecc.) migliora la capacità di allunga-mento. Un adeguato riscaldamento,preferibilmente attivo, dovrebbesempre precedere ogni allenamentoper la mobilità.Momento della giornata. La mobi-lità risulta fortemente ridotta la matti-na rispetto alle altre ore del giorno.Fatica fisica e mentale. Una muta-ta capacità di controllo muscolare ediminuite risorse energetiche riduco-no la mobilità.Allenamento della forza. Sembrache i fusi neuromuscolari modifichinoil loro tono e provochino contrazioniriflesse non razionali in seguito a ten-tativi di allungamento muscolare.

TECNICHE DI STRETCHINGGli esperti di teoria dell'allenamentosono concordi nell'affermare cheuna buona mobilità articolare è es-senziale in tutti gli sport, particolar-mente per ginnastica, danza, artimarziali, nuoto sincronizzato. Gli al-lenatori e i fisioterapisti ricordano lasua importanza nella prevenzionedegli infortuni muscolo-tendinei; ec-co perché una parte dell'allenamen-to deve essere dedicata a questacapacità: mobilità dinamica per laprestazione sportiva, statica perla prevenzione.In passato gli esercizi per la mobilitàerano distinti in tre gruppi: movimen-ti semplici del genere flesso-esten-

La mobilità articolare (dettaanche impropr iamenteflessibilità) è la capacità dicompiere movimenti con

la massima escursione articolarepermessa dalla conformazionedelle articolazioni interessate,punto cardine di un'esecuzionemotoria economica e corretta.Una scarsa mobilità articolare in-fluisce negativamente sull'ap-prendimento di nuove azioni esull'utilizzo delle altre capacitàmotorie, riduce la velocità deimovimenti e ne aumenta i l di-spendio energetico, anticipandol'affaticamento.

FATTORI CHE INFLUENZANO LAMOBILITÀLe basi anatomiche su cui si fonda lamobilità articolare sono: la strutturaanatomica dell'apparato locomotorepassivo (forma e rapporti fra le su-perfici articolari), la lunghezza edestensibilità dei legamenti, dei tendi-ni e dei muscoli. Tra gli altri fattori de-terminanti bisogna ricordare la ca-pacità di forza (contrazione) dei mu-scoli agonisti e di rilassamento (de-contrazione) degli antagonisti; infine,la precisione nella coordinazione diattivazione nervosa tra i gruppi mu-scolari interessati.Si è soliti distinguere fra una mobilitàdi tipo attivo e passivo: la prima de-finisce l'ampiezza di smovimentoraggiunta col solo intervento mu-scolare, e cioè limitata dalla capacitàdi forza dei muscoli agonisti e di de-contrazione (allungamento) degli an-tagonisti. È sempre minore dellamobilità passiva raggiungibile per ef-fetto di forze esterne come il pesodel proprio corpo (gravità) o di un at-trezzo, la spinta esercitata da uncompagno ecc. Esiste anche la mo-bilità mista, riferita agli esercizi dislancio che iniziano attivamente materminano per mezzo dell'inerzia delmovimento.Numerosi fattori esterni contribui-scono a determinare la mobilità.Età. Con il passare degli anni la pos-sibilità di allungamento di tendini emuscoli diminuisce a causa di muta-menti chimici e strutturali. Tale pro-

Speciale: mobilità

sione, movimenti con tempo di mol-leggio, movimenti di slancio. Oggiper aumentare la mobilità articolareviene impiegato lo stretching.Questa metodologia si è diffusa inseguito a una pubblicazione del-l'americano Robert A. Andersonnel 1975 e ha comunemente sosti-tuito la parola mobilità, anche se sideve riferire alla sola tecnica statica.Si parla infatti di:1) stretching dinamico2) stretching statico3) tecniche di facilitazione pro-priocettiva neuromuscolare(PNF).La tecnica dinamica, la più antica eormai abbandonata, consiste in unaserie di contrazioni dei muscoli ago-nisti eseguite per ottenere un imme-diato allungamento degli antagoni-sti. Oltre a essere possibile motivo dilesioni, il tentativo di brusco allunga-mento attiva i fusi neuromuscolariche causano una contrazione mu-scolare riflessa: i muscoli non sonopiù estendibili.Lo stretching statico è oggi il più dif-fuso; consiste nello stirare passiva-mente un muscolo fino a raggiun-gere, e in seguito mantenere, unaposizione in cui si avverte un cer-to disagio. Tale sensazione tende ascomparire dopo una ventina di se-condi e quindi è possibile procederea un ulteriore allungamento; questoprocedimento deve terminare primache il disagio si trasformi in dolore.Le più moderne tecniche di stret-ching si basano sulla facilitazionepropriocettiva neuromuscolare(PNF) di derivazione riabilitativa:vengono alternate contrazioni deimuscoli agonisti e antagonisticon fasi di rilasciamento, tuttedella durata di 10 secondi.Si può fare un esempio pratico ditecnica PNF per l'allungamentodella muscolatura posteriore del-la coscia (muscoli ischiocrurali) ilcui antagonista è il quadricipitefemorale.Posizione di partenza: supini con unarto inferiore sollevato a 90 gradi.Con l'aiuto di un partner si eseguo-no per 10 secondi:a) flessione passiva, con l'aiuto di

g

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un compagno, dell'arto teso sul bu-sto fino a una sensazione di disagio;b) contrazione isometrica degliischiocrurali per effettuare una spin-ta contro la resistenza del partner(tentativo di portare l'arto a terra);c) contrazione del quadricipitecontemporanea a una seconda fles-sione passiva.Generalizzando:a) allungamento passivo degli agonisti;b) contrazione isometrica degliagonisti;c) contrazione degli antagonisti e al-lungamento passivo degli agonisti.Un'altra tecnica propone una con-trazione isotonica invece di isometri-ca e nell'ultima fase non c'é contra-zione degli antagonisti (metodo con-trazione-rilasciamento).Tutte le tecniche di allenamento del-la mobilità articolare citate sono effi-caci: le prime due si equivalgono,anche se lo stretching statico è pre-feribile per un minore rischio di lesio-ni muscolo-tendinee; le tecnichePNF producono risultati notevoli, mapresentano gli svantaggi della ne-cessità del partner e del preciso ap-prendimento dell'esecuzione.Le basi neurofisiologiche dello stret-ching sono due tipi di recettori ner-vosi all'interno delle strutture mu-scolo-tendinee: i fusi neuromusco-lari (posti in parallelo al muscolo) e

gli organi tendinei del Golgi (in se-rie). I fusi sono attivati dallo stiramen-to del muscolo e causano una con-trazione riflessa del muscolo stesso(riflesso miotatico fasico); gli organidel Golgi reagiscono all'eccesso ditensione del tendine, causata dall'al-lungamento del muscolo, con un'ini-bizione protettiva (rilasciamento) delmuscolo stirato (riflesso inverso dastiramento). Per stimolare gli orga-ni del Golgi lo stiramento devedurare almeno 6 secondi, mentrela risposta dei fusi è immediata,da cui si deduce che le tecniche di-namiche, a differenza dello stret-ching statico, attivano solo i fusi;pertanto l'allungamento si attua suun muscolo contratto in via riflessa,con pericolo di lesioni. Le tecnichePNF sfruttano anche altri meccani-smi: durante la contrazione degliagonisti sono maggiormente stimo-lati gli organi del Golgi per l'aumen-tata tensione ai capi del muscolo(inibizione autogena), la contrazionedegli antagonisti realizza un ulteriorerilasciamento attraverso l'inibizionereciproca.

STRETCHING DINAMICOÈ un tentativo di allungamento mu-scolare al massimo possibile e di au-mento dell’escursione di movimentodelle articolazioni attraverso il mol-

leggio. L’allungamento brusco e dibreve durata porta a un allungamen-to di riflesso indotto. Questo riflessocausa un’immediata contrazionemuscolare che neutralizza il tentativodi stretching. Il meccanismo neurofi-siologico previene così un ottimalestretching della muscolatura.

STRETCHING STATICOQuesto tipo di stretching può essereeseguito sia interamente in modopassivo, che utilizzando i processineuromuscolari per raggiungere ilcompleto rilassamento del muscoloche deve essere allungato.

STRETCHING PASSIVO STATICONello stretching passivo statico, lapiù conosciuta forma di stretching, siassume la posizione di allungamen-to, fino ad arrivare al “primo” limite,quindi si cercherà di allungare ulte-riormente il muscolo attraverso unapiccola variazione dalla posizione dipartenza. Questo cambiamento diposizione può essere effettuato tra-mite gravità, la propria muscolatura,un partner o uno strumento. Una va-riazione di posizione di allungamentocausa un graduale aumento della re-sistenza. Va mantenuta la posizionein cui la sensazione di allungamentoè tollerabile. Una leggera tensione delmuscolo è consentita, ma non ci de-

Speciale: mobilità

1. Nella figura a lato siillustra il range diescursione dalla massimaabduzione alla massimaadduzione. Per convenzionesi considera la posizione diriposo 0° e la posizione dimassima abduzione 180°.

2. Movimenti di estensionedel braccio dalla posizionedi riposo alla massimaiperestensione. Nel disegnopiccolo sono evidenziati imovimenti di intra ed extrarotazione

FFiigguurraa 11 FFiigguurraa 22

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ve essere dolore: il dolore comunicache lo stretching è troppo intenso,quindi dannoso. La giusta sensazio-ne di tensione può essere raggiuntadopo un’adeguata esperienza; lostretching è perciò una pratica da im-parare, non è un’attività competitiva.Uno dei punti cardini è di evitare l’at-tivazione del riflesso di allungamento,quando possibile. In questo modo, lostretching potrà essere eseguito suun muscolo rilassato, senza il distur-bo della contrazione muscolare di ri-flesso. Il tempo consigliato per un’ef-ficace allungamento muscolare è dicirca 15-30 secondi per ciascuna fa-se di allungamento. Durante la fasedi stretching la respirazione avvienein maniera assolutamente normale.L’apparato locomotore può esseremobilizzato ottimamente se si prestaun’adeguata attenzione anche al ri-lassamento generale.

STRETCHING ATTIVO STATICOIl muscolo che deve essere allunga-to viene portato attivamente alla po-sizione di allungamento mediante ilsuo antagonista. Ciò deriva dalla“inibizione di riflesso” (inibizione reci-proca) del muscolo interessato.Grazie al rilassamento muscolareche produce, si può eseguire lostretching in maniera ottimale. La fa-se di stretching deve durare circa10/20 secondi.

CONTRAZIONE RILASSAMENTOSTRETCHINGDalla posizione di partenza, il mu-scolo viene contratto isometrica-mente per circa 3/7 secondi.Durante la fase di rilassamento delmuscolo che segue la contrazione(inibizione post-isometrica) la posi-zione di stretching - come nellostretching passivo statico - vienemantenuta e aumentata per circa 10secondi. Pertanto, dalla nuova posi-zione di stretching, va ripetuta l’inte-

ra sequenza: contrazione isometri-ca, seguita da rilassamento, e infinelo stretching.Questa tecnica è utilizzata nelle tera-pie, quando un muscolo accorciatodeve essere riportato alla sua nor-male lunghezza. Per il salutare eser-cizio giornaliero degli atleti, lo stret-ching passivo statico è sufficiente alfine di mantenere la normale lun-ghezza del muscolo.

STRETCHING NEUROMUSCOLAREIn questo metodo, per raggiungere ilrilassamento muscolare, sono usatiintenzionalmente i processi neurofi-siologici: lo stretching può così es-sere eseguito nelle migliori condizio-ni possibili. Sono utilizzate sia “l’inibizione post-isometrica”, che “la reciproca inibi-zione degli antagonisti”.

L’ALLENAMENTONon esiste un tempo prestabilito dadedicare a ciascun esercizio di stret-ching: a certi esercizi è bene dedica-re parecchio tempo, per altri ne ba-sta poco. Non sempre la mobilità èdistribuita in modo omogeneo sul-l’apparato locomotore pertanto èopportuno privilegiare le zone caren-ti. Se avete a disposizione quaranta-cinque minuti, potete selezionare al-cuni dei principali esercizi e dedicarecinque minuti a ciascuno di essi (ri-petendo l’esercizio per 2/3 volte). Seinvece disponete di soli dieci minuti,potete eseguire degli esercizi che ri-guardano i principali gruppi musco-lari, dedicando un minuto a ciascu-no di essi. Teoricamente un princi-piante poco allenato comincerà contempi brevi e li allungherà man manoche acquisirà una preparazionemaggiore. Ricordate che solo voipotete stabilire quanto e come.Prima di iniziare un programma di

Speciale: mobilità

stretching è importante seguire al-cune elementari regole che potran-no esservi di fondamentale aiutonello svolgimento di questa pratica.1. La trazione cui sono sottoposte lestrutture anatomiche interessatedallo stretching, ovvero tutte quelleparti molli, muscoli, tendini e lega-menti, deve agire lentamente estabilizzarsi al punto limite diestendibilità. In altre parole, devo-no essere evitati i molleggi, o rimbal-zi, i quali possono provocare deitraumi di non poco conto.2. Prima di dedicarsi agli esercizi distretching è necessario compiere unriscaldamento generale, ponendoin tal modo le strutture anatomicheinteressate, oltre che nella condizio-ne di non subire lesioni, anche inquella di sfruttare al meglio il lavoroche si effettuerà successivamente.3. Le condizioni di lavoro in cui sivuole praticare lo stretching debbo-no essere confortevoli. Per esem-pio: l’ambiente di lavoro non deveessere umido e tanto meno freddo,non deve essere rumoroso, l’abbi-gliamento non deve ostacolare in al-cun modo la libertà di movimento.Lo stretching è una pratica con delleimportanti implicazioni psicofisiche epermette i migliori risultati se l’am-biente circostante non è di ostacoloalla concentrazione e al relax.4. Si deve cercare la massima con-centrazione sull’attività che si stasvolgendo, tentando di rilassarsi ilpiù possibile.5. Mai confrontarsi con gli altri,perché lo stretching non è una com-petizione. Ricordiamo che la mobili-tà articolare può variare notevol-mente da un individuo all’altro. Gliunici casi di patologia da sport ri-guardante lo stretching si sono veri-ficati quando qualcuno ha tentato diemulare, imitare, altri soggetti conmaggiore mobilità. 6. Quando sono soltanto alcune

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spetto all’ampiezza di movimento diun’articolazione non vuol dire doversoffrire per ottenere tale risultato. Illimite è quello in prossimità delquale si comincia ad avvertire ilmassimo stiramento muscolare,senza superare la soglia del dolo-re. Inoltre bisogna evitare di assu-mere delle posizioni che diventanomal controllabili nel momento in cuiraggiungono il fine corsa articolare.La preparazione di un programma distretching, deve tener presente al-cuni elementi fondamentali e deveseguire una procedura possibilmen-te razionale. Qui di seguito riportia-mo alcuni dei punti che dovrebberoessere tenuti in considerazione pri-ma di proporre un programma di al-lenamento basato sullo stretching.1) Identificare, per mezzo di semplicimovimenti, le articolazioni che han-no in generale un limitato grado dimobilità.2) Identificare il punto limite di mobi-lità delle singole articolazioni, perlo-meno di quelle più importanti, comequelle delle spalle, della colonna ver-tebrale, delle anche ecc.3) Prendere coscienza delle relazioni

motorie esistenti tra le articolazionicontigue, del decorso dei lunghi ten-dini muscolari che, in alcuni casi,giungono a interessare anche duearticolazioni.4) Stabilire quali tecniche di stret-ching utilizzare.5) Se si pratica sport, identificare lecaratteristiche del gesto atletico del-lo sport praticato e la mobilità artico-lare che richiede.

Speciale: mobilità

settimane che si pratica lo stret-ching, bisogna assolutamente evita-re di eseguire esercizi con l’uso dicarichi esterni o peggio ancora conl’intervento di un compagno.7. Nel corso del programma di stret-ching deve essere osservata, perquanto possibile, un’alternanza tral’estensione dei muscoli agonistie antagonisti relativi a ciascunaarticolazione, senza quindi far tar-scorrere molto tempo prima di porrein tensione un gruppo muscolareantagonista rispetto a quello appenaallungato.8. Tale programma deve essere pre-parato razionalmente, prevedendodelle valutazioni iniziali e altre periodi-che cui fare riferimento nel corso del-l’attività, per una verifica del lavoro.9. La pratica dello stretching, comedel resto anche quella di una qual-siasi attività motoria che implichi unimpegno fisico e fisiologico decisa-mente superiore allo standard dellavita quotidiana di ciascun individuo,deve essere preceduta da un con-trollo medico che accerti l’idonei-tà del suddetto a tale pratica. 10. Assumere la posizione limite ri-

SSTTRREETTCCHHIINNGGNon più allungamentomuscolare, ma miglioramentodella mobilità di tutte lecomponenti dell’apparatolocomotore. Partendo da questaconvinzione gli autori

riprendono i principi teorici dellostretching, propongono test divalutazione e più di 100 eserciziillustrati, suddivisi per gruppi muscolarie in base all’attività sportiva praticata.Francesco Capobianco Alessandro Lanzani,Alea Edizioni - pag. 224 Euro 21

FFRRAANNCCEESSCCOO CCAAPPOOBBIIAANNCCOOMassoTerapista, Personal Wellness Trainer,docente e responsabile della Scuola diProfessione Fitness, che dal 1986 haformato migliaia di istruttori e personaltrainer con i propri corsi, master e stage diformazione e aggiornamentoprofessionale.

AALLEESSSSAANNDDRROO LLAANNZZAANNII

Medico specialista in medicina dello sporte in ortopedia, da anni promotore deicontenuti relativi al fitness metabolicotramite corsi e convegni scientifici su tuttoil territorio nazionale. È autore di numerosepubblicazioni e libri di formazione esupporto professionale.

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È ampiamente dimostrato che leattività fisiche praticate in etàgiovanile contribuiscono a unosviluppo armonicodell’organismo sia sul pianomorfologico che funzionale, maè necessario che l’attivitàmotoria sia corretta e adeguataalle caratteristiche psicofisichedel ragazzo e alla suaparticolare fase evolutiva.Un’attività motoria che non tieneconto di questi aspetti non solorisulta scarsamente efficace aifini della crescita sportiva, mapotrebbe causare patologie dasovraccarico. Questo riguardaanche lo sviluppo della mobilità,sia attiva che passiva.

Lo sviluppodella flessibilitàin età evolutiva

Speciale: mobilità

di Antonio Maone

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La flessibilità o mobilità artico-lare è la capacità di riuscire aeseguire volontariamente, ein modo mirato, movimenti

con la necessaria ampiezza ottimaledi escursione dell’articolazione inte-ressata. Si distingue una mobilità at-tiva, cioè la massima escursione chepuò essere raggiunta autonoma-mente con la sola attività muscolare,e una mobilità passiva, che rappre-senta la mobilità che può essereraggiunta da un’articolazione grazieall’azione di forze esterne, peresempio l’uso di attrezzi o del pro-prio peso corporeo.La mobilità passiva è tra le capa-cità più precoci da allenare; il suoperiodo di formazione inizia già neiprimi anni di vita, interessa tutta l’etàprepubere e continua fino alla primafase dell’età pubere. La buona alle-nabilità della mobilità passiva in etàinfantile è dovuta a fattori anatomo-funzionali. Infatti per tutto il periododell’infanzia la massa muscolarenon è ancora sviluppata, tendini elegamenti nei bambini sono ab-bastanza elastici ed estensibilimentre il sistema scheletrico pre-senta ancora un’elevata compo-nente cartilaginea. Come la forma-zione della grande mobilità articolaretipica dei contorsionisti ha inizio findai primi anni di vita o nel corso del-

l’infanzia, anche negli sport che ri-chiedono una mobilità particolar-mente accentuata, come per laginnastica ritmica o per la ginna-stica artistica, è necessario inizia-re l’allenamento della mobilitàpassiva già nella prima età scola-re. Per evitare danni al sistema mo-torio di sostegno, gli esercizi permigliorare la mobilità passiva de-vono essere svolti con molta at-tenzione e sotto il controllo conti-nuo di personale competente.Riguardo alla mobilità attiva, il pe-riodo formativo più favorevole ètra gli 8 e 12-13 anni per i maschie tra 8 e 11-12 anni per le femmi-ne. La formazione di questa capaci-tà presuppone in una certa misuralo sviluppo della forza muscolaree un’adeguata coordinazione mu-scolare. Questo spiega perché l’etàpiù favorevole allo sviluppo dellamobilità attiva sia con l’inizio del-la fase puberale, cioè quando lecapacità di forza muscolare rag-giungono un livello sufficiente.Dunque qualunque tipo di interventoper potenziare la mobilità attiva deveessere associato e integrato anchecon un rafforzamento dell’apparatomuscolotendineo, non solo per im-pedire iperestensioni o iperlassità le-gamentose, ma anche per renderepiù efficace la formazione della mo-

bilità stessa in questa fase.Ci possono essere notevoli differen-ze fra diversi soggetti per quanto ri-guarda la mobilità articolare e in unostesso soggetto c’è differenza dimobilità tra le diverse articolazioni.Tali differenze aumentano con la pu-bertà e nel periodo post pubere. Per la presenza di maggior massamuscolare e rigidità dell’apparato le-gamentoso, nei soggetti di sessomaschile è necessario usare un nu-mero maggiore di esercizi per otte-nere gli stessi effetti nello sviluppodella mobilità articolare.

PATOLOGIE DA SOVRACCARICO INETÀ EVOLUTIVA La precoce partecipazione alle com-petizioni in certi sport, la crescenteintensità degli allenamenti (fino a 20ore settimanali in alcune disciplinesportive) e anche, a volte, l’esaspe-razione e l’incoscienza di genitori odirigenti sportivi che sottopongono ilgiovane atleta alla partecipazione agare o competizioni senza dare unadeguato recupero, possono espor-re il giovane a patologie da sovrac-carico.Fattore predisponente per l’in-staurarsi di queste patologie è ilnon considerare l'età biologicacome l’età reale del giovane atle-ta. L’organizzazione dell’attività

Speciale: mobilità

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AANNTTOONNIIOO MMAAOONNEEMedico specialista in Medicina delloSport e in alimentazione applicataalle attività sportive, ha collaboratocon la Sez. Medica della FIGC pressoil Centro Tecnico Federale di Coverciano(FI), e con il Dip. di Fisiologia eBiomeccanica dell’Istituto di Scienze delloSport CONI di Roma, occupandosi divalutazione funzionale dell’atleta. Espertoin Metodologia dell’allenamento e studiosodel metabolismo energetico è Direttore delCentro di Medicina dello presso ProsperiusDiagnostic Center Firenze. Svolge inoltreattività di consulenza con aziende disettore impegnate nello studio eprogettazione di nuovi dispostivi,tecnologie e ambienti per ilbenessere e la cura della persona.

CCRREESSCCEERREE CCOONN LLOOSSPPOORRTT

Manuale di approfondimento perl’attività fisica in età evolutiva.Questo libro è rivolto a coloro che sioccupano in prima persona del “ragazzosportivo”,a chi tra allenatori, istruttori e insegnantidi educazione fisica è a contatto con lerealtà dell’allenamento giovanile. Per chiè consapevole che la pratica di unaregolare attività sportiva nel rispetto dellefasi di crescita del giovane sia il mezzopiù efficace per ottenere risultati di rilievodal punto di vista sportivo ed il modo piùsicuro per evitare patologie dasovraccarico.

sportiva giovanile in Italia fa sì chel’avviamento allo sport sia codificatodall’età cronologica. Questo criterio,che trova la sua giustificazione dalpunto di vista pratico, non consentedi beneficiare delle attuali conoscen-ze medico biologiche che fanno rite-nere che l’attività motoria del giova-ne debba essere pianificata e ade-guata alle reali capacità dell’indivi-duo sulla base della maturità biologi-ca e sullo sviluppo puberale.Le patologie da sovraccarico daesercizio fisico interessano so-prattutto l’apparato locomotore,essendo questa la struttura piùsollecitata dal movimento, ma lostesso stress fisico può esserecausa di danno su altri organi eapparati del giovane. Le patologieda sovraccarico dell’apparato loco-motore sono osservate sempre piùfrequentemente in soggetti in etàevolutiva praticanti attività sportiva. Da una attenta anamnesi risultasempre che in questi soggetti l’attivi-tà sportiva è stata somministrata inmodo eccessivo in termini di durata,frequenza e intensità. L’apparato lo-comotore in età evolutiva ha un’in-tensa attività metabolica che inte-ressa in particolare i nuclei di ac-crescimento delle cartilagini diconiugazione. Queste aree sonoanche le più vulnerabili all’insorgen-za di patologie, sia acute che croni-che, poiché offrono una resistenzaminima a sollecitazioni di forza e ditorsione provocate dalle tensionimuscolotendinee sull’apparatoscheletrico durante l’esercizio fisico. Quando il gesto atletico è tropporipetitivo e continuo nel tempo,l’accumulo di microtraumi porte-rà all’instaurarsi di un processi in-fiammatorio. Uno dei primi sintomidel sovraccarico è il dolore che puòessere localizzato o presentarsi lon-tano dalla sede dello scompenso. Le patologie da sovraccarico pos-sono avere molteplici cause, sia dinatura estrinseca, come per esem-pio errori di allenamento, un terrenodi gioco troppo duro, uso di calzatu-re non adatte, che intrinseche, cioèriguardante le caratteristiche del gio-vane atleta, che può presentare

Speciale: mobilità

20 40 60 80 100frequenza in%

Ipermobilità della regione lombosacrale (ragazzi)

sci alpinociclismo

pallamanopallacanestrotennispallavolosci di fondo

16 anninuoto

12 anni8 anni

20 40 60 80 100frequenza in%

Ipermobilità del cingolo scapolare (ragazzi)

ciclismosci alpino

ginnasticapallacanestro

tennispallavolosci di fondo

nuoto

16 annipallamano

12 anni8 anni

Fasce di popolazione giovanile sedentaria

ginnastica

Percentualidi iperlassitàlegamentosea confronto traragazzi impe-gnati in disci-pline sportive dielevato livello efasce dipopolazionigiovanili senzaattività sportivaorganizzata(da Mackova1984, mod.)

scarsa mobilità articolare, squilibrimuscolari, alterazioni anatomichecongenite o acquisite come disme-trie agli arti inferiori, ginocchio valgoo varo, piede piatto o cavo.

IPERLASSITÀ LEGAMENTOSEIpermobilità o iperlassità legamento-se si possono ritrovare in molti bam-bini praticanti attività sportiva. In ge-nere una maggiore ipermobilità eflessibilità articolare specie in discipli-ne come la danza e la ginnastica ar-tistica è molto utile, e ricercata damolti istruttori e allenatori. Tuttaviaespone il giovane atleta a maggiorrischio di distorsioni articolari esublussazioni. Uno studio condottosu oltre duemila ragazzi impegnatinello sport di alto livello ha documen-tato che circa l’80% dei ragazzipraticanti sport ad alto livello pre-senta iperlassità legamentosa, ri-spetto al 10% riscontrato nei ra-gazzi senza qualsiasi attività spor-tiva organizzata (fig. 1). Un eccessi-vo allenamento sulla flessibilità, puòessere causa di microlesioni ische-miche e degenerative a caricodelle capsule articolari e dei lega-menti, situazioni queste da consi-derare come possibili precursoridi una successiva degenerazioneartrosica in età adulta, quandospecialmente dopo la conclusionedella carriera sportiva, il fissaggio deicapi articolari da parte della musco-latura indebolita risulta insufficiente.

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Speciale: mobilità

La questione dellamobilità nel metodopsicomotoriodi Giovanni Ghidini e Alessandro Lanzani

età

Terza

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Speciale: mobilità

Il corpo adulto e anziano non è una macchina da restaurare, non èun contenitore mancante di qualità, ma piuttosto il tramiteattraverso cui la vita ha significato. Se un obiettivo della ginnasticaè sicuramente il raggiungimento di un benessere fisiologicosoddisfacente, il metodo per arrivarci non può prescindere dalconsiderare che la vecchiaia non è una malattia, né uno statopatologico, ma un processo naturale e fisiologico. Così la mobilità èconsiderata nella sua accezione generale di “ciò che può esseremosso o che è capace di muoversi” e il lavoro da fare in palestrasarà recuperare le chiavi d’accesso a una mobilità complessa cheinvesta, attraverso il corpo, anche la mente dell’individuo, la suarelazione con sé e con gli altri, per conquistare una nuova fluidità dimovimenti.

Terza età Terza età

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Il termine mobilità, nel metodopsicomotorio, è considerato nellasua più ampia accezione come“la qualità di ciò che può esse-

re mosso e che è capace di muo-versi”. Il vocabolo antitetico a mo-bile è immobile, e se abbiniamo aquesti due stati l’idea di corpo nellasua globalità psicofisica, possiamotrarne tutto il significato. Senza li-

mitare la sua funzione alla bio-meccanica, tenteremo di trovarele chiavi d’accesso a una mobili-tà complessiva che investa attra-verso il corpo anche le idee, i ri-cordi, la propria immagine, il mo-do con cui ognuno si relazionacon il prossimo. L’incontro che so-prattutto l’anziano deve fare è conun corpo vivo, che tragga significa-

to non solo dalla fisiologia, ma dallapresenza, dall’interazione con ilmondo esteriore e interiore.L’occasione che il metodo di lavorotenta di offrire è l’incontro attraver-so il corpo della propria biografia,dell’essenza di una persona, dellerisonanze che la vita ha scritto inciascun individuo. Questo percorsoper riportare alla luce la “saggez-za” che ogni corpo ha dentro disé ha bisogno di tempo e gra-dualità. Nelle prime lezioni i proble-mi di base sono:- curare la funzionalità;- permettere agli allievi di sperimen-tare un nuovo rapporto con il pro-prio corpo;- riuscire a far vivere la palestra co-me un luogo dove è possibile starebene con se stessi e con gli altri.La maggioranza delle persone si av-vicina alla palestra perché vuole cheil proprio corpo funzioni meglio: è dalì che bisogna partire, cercando difornire delle risposte convincenti. Laparola chiave che caratterizza le pri-me lezioni è “mobilità”; la conqui-sta è la fluidità dei movimenti. Maper arrivare a questo è necessa-rio stabilire un rapporto positivodi affetto, cura e amore verso ilproprio corpo. L’atteggiamento piùdiffuso, invece, è quello di preten-dere con aggressività delle presta-zioni da se stessi. Se ciò che contaè vincere e non partecipare, allora lavecchiaia è già di per sé una scon-fitta. Per questo l’istruttore devemettere, tra gli obiettivi primaridel corso, anche quello di forma-re la giusta mentalità nel rappor-to con il corpo. Inizialmente i lavorisulla mobilità avranno la caratteristi-ca di occuparsi del corpo nella suaglobalità nell’unità di tempo dell’oradi lezione. Solo in un secondo mo-mento, quando si sarà sentito piùvolte il corpo nella sua interezza, sidarà il via a un approfondimentosettoriale.

LA DANZA DELLE POSTUREIl passaggio posturale offre gli sti-moli adeguati per tutta una serie diriflessioni. Quando dalla stazioneeretta si passa alla posizione sedu-

Speciale: mobilità

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l’istruttore, con le sue conoscen-ze, agisce da tramite. Questa me-todologia, questo responsabilizzarel’interiorità come guida, non si af-ferma istantaneamente, ma richie-de molto tempo. È un percorso incui emergono molte resistenze daparte del gruppo che non si sentetutelato dall’”assenza” dell’istrutto-re: “perché non ci dice lei che cosadobbiamo fare?” Al corpo propriosi vorrebbe sostituire un corpooggettivo standardizzato dalleintelaiature culturali, al quale ri-ferirsi in ogni situazione. Le per-sone devono cominciare a usarela propria sensibilità come rap-porto mediatore con il corpo, ri-valutando il proprio sentire comeguida vitale: il passaggio per gliallievi è da oggetti a soggetti, perl’istruttore da impositore a guida.

GGIIOOVVAANNNNII GGHHIIDDIINNIIPsicomotricista, formatore, responsabiletecnico Area Master di Milano Sport;Direttore della Fondazione “I Care ancora”di Milano.

AALLEESSSSAANNDDRROO LLAANNZZAANNIIMedico specialista in medicina dello sporte in ortopedia, è direttore della Scuola diProfessione Fitness, che dal 1986 haformato migliaia di istruttori e personaltrainer con i propri corsi, master e stage diformazione e aggiornamentoprofessionale. Da anni promotore deicontenuti relativi al fitness metabolicotramite corsi e convegni scientifici su tuttoil territorio nazionale, è autore di numerosepubblicazioni e libri di formazione esupporto professionale.

IILL CCOORRPPOO IINNDDIIVVIISSIIBBIILLEELa vecchiaia non è una malattia.La ginnastica per anziani non èuno sport. L’autorepsicomotricista Giovanni Ghidiniillustra come strutturare un corso diginnastica per la terza età muovendosifra fisiologia ed emotività, anatomia epsicologia motivazionale, rieducazionefunzionale e programmazionedell’attività.Giovanni Ghidini e Alessandro Lanzani

ta, ogni persona mette in atto, inbase alla proprie potenzialità e limi-ti, uno schema motorio d’azione at-traverso il quale eseguirà il compitodi sedersi. Ogni persona non si de-ve confrontare con un modello pre-confezionato, ma con l’originalitàdelle soluzioni che escogiterà cer-cando di ottenere un risultato cheinnanzi tutto soddisfi se stessa.Questo procedimento è applicato atutti i passaggi dalle posture di ba-se: in piedi, seduti, in quadrupedia,sul fianco, proni e supini. Con unadeguato lasso di tempo a disposi-zione gli allievi dovranno trovarela modalità per passare armoni-camente tra tutte e sei le posturedi lavoro, scegliendo liberamen-te quella con cui partire e quellacon cui terminare. Abbiamo chia-mato questo lavoro “danza delleposture”. È fondamentale non uti-lizzare per nessun motivo dei mo-delli di riferimento standardizzati,anche se saranno richiesti, perchése da un lato sono rassicuranti dal-l’altro possono essere fonte di fru-strazione qualora l’adeguamento aessi risulti difficile. Una volta impo-stata la sequenza, si passa a unafase più analitica in cui gli allievi siconcentrano nella scoperta deigruppi muscolari coinvolti nel la-voro. Solitamente in questa faseviene evidenziata una distanza no-tevole fra ciò che si vorrebbe fare ela capacità del corpo di mettere inatto i progetti: sarà stimolante, nelcorso dell’anno, verificare comel’applicazione continua consenta diridurre lo spazio esistente tra la pro-gettualità e il risultato. Sono così ribaltati i presuppostiche solitamente inducono le per-sone a frequentare un corso diginnastica: il concetto positivo dipresenza e progresso è antepo-sto a quello negativo di cura diun corpo non funzionante. Il temadella danza delle posture metafori-camente si presta a dare il via aquella dialettica individuo-gruppo,mondo interno-mondo esterno checaratterizza il particolare taglio psi-co-motorio del lavoro in palestra.Porre il proprio corpo tra gli altri

Speciale: mobilità

vuol dire innescare un processo direlazioni dove gli altri riflettono co-stantemente la nostra immagine.Se alle persone viene data l’oppor-tunità di stare insieme mettendo incomune delle esperienze, può na-scere un luogo ove il legame solida-ristico tra i partecipanti diventa unpatrimonio di valore inestimabile. Ilnucleo centrale del metodo che uti-lizziamo consiste nel formularedelle particolari proposte chediano sì un reale beneficio fun-zionale, ma in un contesto stimo-lante anche dal punto di vista re-lazionale, abbinando momenti diconoscenza di sé e momenti diconfronto con gli altri. Per questolo stesso tema della “danza postu-rale” è poi proposto in coppie.Ognuno sceglie un compagno concui lavorare: si confronta il propriomodo di effettuare l’esercizio e sitrova un modo comune di svolgerepassaggio fra le posizioni, frutto diuna sintesi fra i due lavori. I lavori dicoppia sono poi osservati, discussie confrontati con il resto del gruppo.In questo modo la palestra è perce-pita come un luogo prezioso, do-ve la persona si chiama in causama senza essere giudicata; nonessendoci un modello precosti-tuito, tutto quanto viene prodottoè accettato come valido.

LA RICERCA DELLA MOBILITÀLa seconda fase del lavoro sullamobilità è caratterizzata dal con-cetto di ricerca. La consegna è diconsiderare ogni singola articola-zione del proprio corpo e ricercaretutte le possibilità di movimentonelle diverse posizioni: in piedi, se-duti e nei diversi decubiti. In questafase l’istruttore scandisce i tempi dipassaggio tra le varie posizioni, in-dicando la postura in cui effettuareil lavoro; consiglia di abbandonare imovimenti guidati da qualcosa chesi è già visto per affidarsi con fiduciaal proprio istinto, interrompendosolo se nota movimenti che possa-no in qualche modo essere perico-losi. Lo scopo è favorire una pre-sa di coscienza che offra al sog-getto la possibilità di cambiare e

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allenamento & rehab

Sovraccarico funzionaledella spalla nel windsurf e taping kinesiologico

di Rosario Bellia (Atti del Congresso Internazionaledi Arenzano, 24 settembre 2011)

Upali Giunawardena della scuola windsurf di Dervio (LC)

Nell’atleta che pratica il windsurf ilsovraccarico funzionale della spallaè dovuto a un’azione biomeccanicaintensa a carico di alcuni muscolidella cuffia dei rotatori. A livellopreventivo e conservativo si rendenecessario riequilibrare il tonomuscolare dei muscoli ipotonici el’allungamento dei muscoli retratti.Prevenire gli squilibri muscolarideve essere un “obiettivo primario”per evitare di dover interromperel’attività sportiva forzatamente acausa della sindrome dolorosa allaspalla.

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nella forma base, permettono ilcambiamento delle mura (in altri ter-mini il cambiamento di direzione) tra-mite il passaggio della vela rispetti-vamente sulla poppa o sulla pruadella tavola. Per condurre una tavo-la a vela, non essendoci il timone, sideve agire sull'inclinazione dell'albe-ro. Per orzare, ovvero portare la pruaal vento in modo da impostareun’andatura che stringe il vento,detta anche di bolina, si deve incli-nare l'albero verso poppa, spostan-do il centro velico verso questa dire-zione. Per poggiare, azione inversaall'orzare, in modo da impostareun’andatura che si allontana dalvento, detta anche portante, si incli-na l'albero verso la prua. I piedi delsurfista, in piena planata, sono bloc-cati in apposite straps (o cinghiepunta piedi) collocate a poppa dellatavola, mentre la vela è mantenuta inuna posizione arretrata rispetto allatavola, gestendo la disposizione delpeso del proprio corpo e del rig (ve-la, albero e boma, presi nel loro in-sieme) in modo che avvenga l'equili-brio del centro velico (center of efforto CE) con il centro di deriva (centerof lateral resistance o CLR) della ta-vola. La planata permette al win-dsurf di raggiungere velocità moltorilevanti, garantendo un'alta efficien-za in termini aeroidrodinamici.

ETIOPATOGENESI E BIOMECCANI-CA DELLA SPALLABisogna analizzare gli schemi di re-clutamento dei vari muscoli per pre-venire eventuali sovraccarichi fun-zionali da incoordinazione dell’atti-vazione biomeccanica delle catenecinetiche. I fattori che contribui-scono alle disfunzioni del cingoloscapolare sono le alterazioni del-la lunghezza, della forza, del-l’estensibilità dei muscoli e delloschema di reclutamento, provo-cate da movimenti ripetuti e daposture mantenute. Per garantireche i movimenti della glena omeralesiano ottimali, è fondamentale che latesta dell’omero rimanga centratanella glenoide durante i movimentidella spalla, quindi l’azione equilibra-ta dei muscoli è fondamentale per

La spalla nel windsurf è sotto-posta a "overuse" e puòessere coinvolta in ciascunadelle sue componenti: le

tecnopatie della spalla dell’atletache pratica windsurf annoveranospesso patologie da sovraccaricoquali sindrome da conflitto, sublus-sazioni uni e multidirezionali, lussa-zioni scapolo-omerali, tendinopatiedella cuffia dei rotatori, patologie delcomplesso bicipitale, sinoviti, borsiti,fino a un coinvolgimento delle artico-lazioni "accessorie" della spalla conle artropatie acromion-clavicolari. La patogenesi di queste tecnopatieè ascrivibile, in altri casi, a lassitàcapsulo-legamentose o a squilibridella muscolatura intrinseca dellaspalla; talvolta, la tecnopatia può es-sere determinata da una pre esi-stente insufficienza dei legamentistabilizzatori della spalla (gleno-omerali e scapolari) o da insufficien-te vascolarizzazione sotto sforzodella cuffia dei rotatori. Nel windsurf, accanto a lesioni acu-te dell'apparato osteoarticolare(contusioni, fratture) o dell'apparatomio-capsulo-legamentoso (distor-sioni, distrazioni, lacerazioni, rotturetendinee), si affiancano le lesionicroniche, statisticamente più fre-quenti: fra queste le rachialgieposturali, le tendinopatie inser-zionali e le borsiti. Le tecnopatiespecifiche dell’atleta che praticawindsurf devono rientrare in un pro-gramma di prevenzione accurata,che potrà iniziare dalla correzionedi eventuali mal allineamenti po-sturali; un intervento comune fra lostaff medico e lo staff tecnico nell'in-segnamento a secco dei movimentipiù “economici” dal punto di vistabiomeccanico seguendo dei principiergonomici; una prevenzione conelaborazione di appositi program-mi di “compenso” per la tonifica-zione dei gruppi muscolari ipoto-nici e di stretching dei muscoli re-tratti.

MOVIMENTI TECNICI SPECIFICIPREDISPONENTI Nel windsurf le manovre principalisono la virata e la strambata che,

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un corretto “ritmo scapolo-omera-le”, che non favorisca patologie da“overuse”.1) Muscoli toraco-scapolari:- trapezio (superiore, medio, inferiore)- elevatore della scapola- romboidei (grande e piccolo)- gran dentato - piccolo pettorale2) Muscoli toraco- omerali:- grande pettorale- grande dorsale 3) Muscoli scapolo – omerali:- deltoide (posteriore, medio, ante-riore)- piccolo rotondo- grande rotondo- sopraspinato- infraspinato- sottoscapolare4) Muscoli omerali d’interesse nelmovimento della spalla:- tricipite brachiale (capo lungo) - coraco-brachiale.La tendinite della cuffia dei rotatorispesso è la conseguenza più ricor-rente per le continue sollecitazioninon equilibrate cui sono sottopostetutte le strutture capsulo-legamen-tose dell’articolazione scapolo-ome-rale. Le sollecitazioni funzionali ri-petute (overuse) associati a gestisportivi over hand, gestualitàsportive che comportano l’usodell’arto elevato sopra il capo,espongono gli atleti al rischio disviluppare varie patologie dellaspalla: tendiniti, sindrome da im-pingement ed eventualmente, in-stabilità articolare. Le strutture sta-tiche di contenzione si indebolisconoprogressivamente, permettendo unasublussazione anteriore gleno-ome-rale. In un primo tempo, gli stabilizza-tori dinamici riescono a compensarela modesta instabilità attraversol’ipertrofia muscolare, però questimeccanismi di compenso spessonon sono sufficienti e si verifica unasublussazione anteriore della testaomerale, che entra in contatto con illegamento coracoacromiale, deter-minando un impingement sottoacro-miale. L’impingement glenoideo po-stero superiore può verificarsi ancheperché la traslazione anteriore ome-rale permette alla superficie inferiore

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del tendine dei muscoli sovraspinosoe sottospinoso di avere un punto di“frizione” contro la rima postero-su-periore della glenoide.Sono molti gli stabilizzatori staticie dinamici dell’articolazione dellaspalla che provvedono al necessa-rio equilibrio tra mobilità e stabilità.Nonostante il contatto articolare gle-no-omerale sia relativamente picco-lo, la stabilità statica è assicurata daisovrastanti tessuti molli e dal cercineglenoideo, che incrementando lasuperficie ed espandendo la profon-dità della fossa glenoidea, contribui-scono a migliorare la stabilità senzaimpedire l’articolarità. La capsula ar-ticolare garantisce la stabilità dellaspalla grazie a una selettiva resisten-za delle fibre capsulari anteriori e in-feriori, mentre i legamenti gleno-omerali intervengono durante l’ab-duzione omerale e la rotazioneesterna.La stabilità dinamica è ottenutaattraverso l’azione sinergica deimuscoli della cuffia dei rotatori edi quelli rotatori della scapola. Imuscoli della cuffia (sovraspinato,sottospinato, piccolo rotondo, sot-toscapolare), che s’inseriscono sulcorpo della scapola, e sulla grande epiccola tuberosità dell’omero.Questi muscoli conferiscono stabili-tà provvedendo a mantenere la te-sta dell’omero centrata nella cavitàglenoidea in maniera fisiologica. I ro-tatori della scapola (trapezio, denta-to anteriore, romboidei ed elevatoredella scapola) posizionano la scapo-la (glenoide) in modo da garantire lamigliore stabilità durante il completomovimento del gesto sportivo dellatrazione al petto del boma. In visio-ne biomeccanica, scomponendol’azione nei singoli movimenti,possiamo evidenziare l’azionemuscolare nelle varie fasi. Durantela fase d’impugnatura del boma e ditrazione intensa, il muscolo deltoideabduce il braccio, mentre il muscoloinfraspinato e il piccolo rotondo ruo-tano esternamente l’omero; il mu-scolo bicipite mantiene il gomitoflesso a novanta gradi e il sottosca-polare modula decelerando la rota-zione dell’omero. I muscoli grande

pettorale, gran dorsale e tricipite, incontrazione eccentrica, fornisconola modulazione della posizione deltronco rispetto alla vela. Nella fase didecelerazione, la contrazione mu-scolare eccentrica del muscolo pic-colo rotondo, l’incrementata attivitàdei muscoli trapezio, dentato ante-riore, e romboide, controllano la de-celerazione delle estremità. Una pic-cola carenza di un muscolo stabi-lizzatore, dinamico e statico, de-termina un effetto importante sul-l’intera funzionalità della spalla. Isovraccarichi funzionali possonoportare a una compromissione dellestrutture di contenimento anteriore,che darà origine a una modesta tra-slazione anteriore gleno-omerale.Inizialmente, gli stabilizzatori dinamiciriescono a compensare questa mo-desta instabilità aumentando l’attiva-zione muscolare. In seguito all’affati-

camento di questi muscoli si può ve-rificare una sublussazione della te-sta omerale; con la traslazione an-teriore si può arrivare al contattodiretto della testa dell’omero conl’acromion, dando origine a impin-gement secondario.Le forze distrattive dell’azione delvento sulla vela sulla spalla sono as-sorbite dall’azione sinergica dei mu-scoli stabilizzatori della spalla, in ba-se all’impugnatura del boma (se insupinazione o pronazione della ma-no), sarà più o meno sollecitato il bi-cipite brachiale, con la conseguenteanteposizione della testa dell’omeroe la frizione sulla parte anteriore delcercine glenoideo. Il sovra spinato, ilpiccolo e grande rotondo sarannoimpegnati in sinergia e modulazionecostante delle tensioni.La patogenesi delle tecnopatie daoveruse nel windsurf è ascrivibile,

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spesso, anche a predisposizionicostituzionali:1) lassità capsulo-legamentose;2) squilibri della muscolatura intrin-seca della spalla;3) alterazioni posturali, quale adesempio un aumento della cifosidorsale, che rende difficoltoso lo sci-volamento della scapola sul pianocostale (Comerford, 2001).Talvolta la tecnopatia può essere de-terminata da una preesistente insuf-ficienza dei legamenti stabilizzatoridella spalla (gleno-omerali e scapo-lari), o da insufficiente vascolarizza-zione sotto sforzo della cuffia dei ro-tatori.

LE SEQUENZE PATOGENETICHEPIÙ FREQUENTI- L’overuse può determinare unasituazione infiammatoria subacu-ta, con conseguente aumento divolume dei tessuti periarticolari,cui fa seguito una relativa riduzionedello spazio sottoacromiale, conconseguente impigment. Inoltrel’overuse può determinare un “ac-corciamento adattativo” dei musco-li motori gleno-omerali e scapolo-to-racici, cui consegue, come com-penso, un overstrain (ipersollecita-zione) di alcune strutture o l’insor-genza di movimenti involontari atti agarantire la funzione. La ripetizionegestuale in tali condizioni può deter-minare infiammazione a carico dellestrutture ipersollecitate o alterazioniartrocinematiche potenzialmenteconflittuali (impingment).- Il dolore può causare un’altera-zione della propriocezione, deter-

minata dal persistere d’impulsi noci-cettivi, che daranno un’alterata ri-sposta motoria, con caratteristichesimili all’instabilità.- Un allenamento sportivo impro-prio, per esempio con ripetizioni rei-terate del gesto tecnico che favori-scono l’impiego della muscolaturaagonista, può condurre a uno squili-brio muscolare, che potrà causareun’alterazione del centraggio dina-mico della testa dell’omero e un de-ficit del controllo neuromuscolare daparte della muscolatura antagonista.Tutto ciò potrà dare origine a impin-gement con infiammazione cronicadelle strutture periarticolari.- Un’alterazione posturale, comeun aumento della cifosi dorsale,può presentare un ostacolo al-l’estensione fisiologica del rachi-de, impedendo un corretto scivola-mento scapolare, che darà origine auna richiesta notevole di flessione erotazione esterna della spalla, conconseguente stress sulle struttureanteriori dell’articolazione gleno-omerale (Comerford, 2001).Un’importante coppia di forze,che agisce sul piano frontale, èquella costituita dal deltoide e dalmuscolo sovraspinoso (Dr.Valent2007). Questa coppia di forze rag-giunge due obiettivi: da un lato lecomponenti rotatorie si combinanoper produrre l’abduzione dell’omero,e dall’altro le componenti traslatorie,agendo in direzioni opposte, si an-nullano garantendo la stabilità cra-nio-caudale dell’articolazione gleno-omerale. Un’altra importante coppiadi forze, che agisce su un piano tra-

sversale e che contribuisce alla sta-bilizzazione antero-posteriore del-l’articolazione gleno-omerale, èquella esercitata anteriormente dalmuscolo sottoscapolare e poste-riormente dal sottospinato e dalpiccolo rotondo. I muscoli dellacuffia dei rotatori svolgono pertantoun ruolo importante nel controllodella stabilità dell’articolazionegleno-omerale, sia su un pianofrontale sia su quello trasversale.Un’altra coppia di forze, fondamen-tale nel movimento di abduzioneomerale, è quella composta dal mu-scolo trapezio superiore e dalgran dentato. Durante il movimentodi abduzione, il trapezio superioresostiene la scapola con la sua com-ponente verticale e la porta verso leproprie origini con la componenteorizzontale. Il gran dentato accolla lascapola al torace con la sua compo-nente verticale e l’abduce con quel-la orizzontale. Le risultanti di entram-bi i muscoli hanno la funzione di ruo-tare esternamente l’angolo inferioredella scapola, facendo risalire la vol-ta acromiale.

TRATTAMENTO CONSERVATIVOTerapie fisiche. Alcune terapie fisi-che si sono dimostrate efficaci nellacura della sindrome della spalla nellevarie fasi: 1. ultrasuoni 2. ionoforesi 3. laser 4. diatermia 5. Elettro Neuro Feedback (ENF)Quest’ultimo è uno strumento dinuova generazione, che produce un

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IL TAPINGKINESIOLOGICONELLA TRAUMATOLO-GIA SPORTIVAManuale diapplicazione pratica

di Rosario Bellia e Francisco Selva Sarzo

Il taping kinesiologico è una tecnicaper migliorare la limitata mobilità arti-colare e stabilizzare l'attività musco-lare, contribuendo a produrre una“modulazione” del tono. Questo ma-nuale fornisce gli elementi necessariper realizzare le più svariate applica-zioni specifiche per i traumi sportivi eaiuta a fornire le competenze neces-sarie per svolgere la corretta applica-zione del bendaggio in una visioneneuromuscolare. Ogni singola patolo-gia da sport è introdotta con una brevepresentazione, per fornire una visioned’insieme più completa e non riduttivaal solo bendaggio. Sono quindi illustra-ti, con diversi esempi pratici, i tre diver-si approcci nella traumatologia sportivae le tecniche applicative: nella fase difisioterapia, di riabilitazione agonisticae di competizione. Un libro pratico,chiaro, sintetico e facilmente com-prensibile, corredato da oltre 500 illu-strazioni a colori per realizzare il ben-daggio neuromuscolare nello sport ditutti i giorni. Uno strumento fonda-mentale per i professionisti che lavo-rano nella riabilitazione funzionale,prevenzione e trattamento degli infor-tuni sportivi.

ROSARIOBELLIAPresidentedell’Associa-zione ItalianaTaping Kinesio-logico e dellaInternationalAssociation of

Taping Kinesiologico, è fisioterapistadella nazionale italiana di pattinaggio arotelle corsa, docente di educazionefisica e docente al corso post-universitario presso l’Università Stataledi Valencia

algoritmo d’impulsi elettrici, median-te l’attivazione di un circuito a retroa-zione negativa. L’ENF è in grado dileggere i valori d’impedenza dellapelle e di trasmettere impulsi elettriciattraverso lo speciale algoritmo d’in-terazione con l’organismo. Nella pri-ma fase si effettua una scansione di-gitale per “mappare” con precisionel’area d’indagine per individuare ipunti da riequilibrare nella fase suc-cessiva.Rieducazione muscolare (pro-gramma di compenso). Si attuerà unprogramma di “compenso” dei mu-scoli ipotonici, per avere un effettosinergico con gli esercizi di stret-ching dei muscoli retratti, e la tonifi-cazione dei muscoli che risultano al-lungati e ipotonici (trapezio, sotto-scapolare ecc.). Infine, esercizi di al-lungamento muscolare, stretchinganalitico, dei muscoli retratti: bicipitebrachiale, deltoide anteriore, sovraspinato ecc.Taping kinesiologico. Applicare iltaping kinesiologico con traiettoriespecifiche per aiutare il rilassamentodei muscoli retratti e il drenaggio del-l’edema infiammatorio in fase riabili-tativa e di riposo; nei momenti di ri-torno all’attività fisica, il taping kine-siologico servirà a sostenere la strut-tura muscolo-tendinea sollecitata inmodalità stabilizzante.

RIEDUCAZIONE PROPRIOCETTIVADEL GESTODi notevole importanza per preveni-re le recidive della sindrome dellaspalla del nostro atleta è la rieduca-zione propriocettiva del gesto tecni-co, tipo percettivo motorio. È statorealizzato un programma di rieduca-zione propriocettiva specifico conl’uso di thera-band. L’elevazione ec-cessiva dei gomiti in fase di trazionesul boma crea una condizione predi-sponente al sovraccarico funzionaledei muscoli della cuffia dei rotatori.Inoltre, alternare l’impugnatura alboma diventa fondamentale per evi-tare un’attivazione eccessiva del bi-cipite brachiale, che porta a un so-vraccarico funzionale della glenaomerale. Quindi si è attuato un pro-gramma di rieducazione proprio-

cettiva del gesto tecnico di trazio-ne sul boma, utilizzando gli elasti-ci thera-band, simulando l’azionetecnica con esercizi:1. a occhi chiusi;2. seguendo dei punti di repere;3. con ritmi diversi;4. con l’utilizzo di riprese video;5. davanti a uno specchio.

CONCLUSIONI E CONSIDERAZIONIAppare chiaro come, nel caso del-l’atleta che pratica il windsurf, il so-vraccarico funzionale della spal-la sia dovuto a un’azione bio-meccanica intensa a carico di al-cuni muscoli della cuffia dei rota-tori. L’obiettivo sarà quindi riequili-brare il tono muscolare dei mu-scoli ipotonici e l’allungamentodei muscoli retratti, dal momentoche alcuni muscoli che funzionanocome sinergici in un movimento,spesso svolgono azioni antagoni-ste in altri movimenti della spalla. Isovraccarichi funzionali possonoportare a una compromissione del-le strutture di contenimento ante-riore, che darà origine a una mode-sta traslazione anteriore gleno-omerale, che a sua volta porterà al-la sublussazione della testa omera-le, con la traslazione anteriore finoal contatto diretto della testa del-l’omero con l’acromion, dando ori-gine a impingement secondario.Prevenire gli squilibri muscolarideve essere un “obiettivo prima-rio” per evitare di dover interrom-pere l’attività sportiva forzatamentea causa della sindrome dolorosa al-la spalla.

BIBLIOGRAFIABellia, Sarzo “Il taping kinesiologico nellatraumatologia sportiva. Manuale pratico diapplicazione” ed. Alea Milano, marzo 2011Le Manovre di una barca a Vela, scheda il-lustrativa in formato PDF su CulturaNautica - Il Portale della Nautica –Wikipedia 2008J. Ellsworth, Balance Your Helm for Speed,per una dettagliata descrizione del CE e delCLR – 2009Technique: the water start, articolo suBoardseekermag.com - WindsurfingMagazine – 2009.

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Il taping kinesiologico èuna tecnica per migliorarela limitata mobilitàarticolare e stabilizzarel'attività muscolare,contribuendo a produrreuna “modulazione” deltono. Questo manualefornisce gli elementinecessari per realizzare lepiù svariate applicazionispecifiche per i traumisportivi e aiuta a fornire lecompetenze necessarieper svolgere la correttaapplicazione delbendaggio in una visioneneuromuscolare.Ogni singola patologia dasport è introdotta con unabreve presentazione, perfornire una visioned’insieme più completa enon riduttiva al solobendaggio. Sono quindiillustrati, con diversiesempi pratici, i tre diversiapprocci nellatraumatologia sportiva e letecniche applicative: nellafase di fisioterapia, diriabilitazione agonistica edi competizione.

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La maggior parte degli sport disquadra esprime, nella propriagestualità tecnico-atletica, unaserie di movimenti rotazionali e dilateralità con asimmetrie signifi-cative di forza, flessibilità emobilità articolare, localizzatemaggiormente nel distretto cingolopelvico/arto inferiore. Le asimme-trie “side to side” creano, negliatleti, adattamenti mio-dinamicistrutturali con compensi posturalidinamici diversificati, espressidurante gestualità sport-relative.Valutazioni funzionali dinamiche(Functional Movement ScreeningFMS) dovrebbero essere prese inconsiderazione come screeningpre-season, prima di pianificareulteriori strategie preventive atte adecrementare le lesioni trauma-tiche da sport, in particolar modo acarico dell’articolazione del ginoc-chio. Nella pratica scientifica èstata anche descritta una corre-lazione importante tra restrizionedi mobilità dell’articolazionedell’anca e il varo/valgo delginocchio e il dolore anteriore diginocchio.

ecollapse

drop jump test

vertical di Rosario D'Onofrio, Antonio Pintus , Michele Marzullo

Valgus

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opporsi al movimento in valgonella fase di atterraggio dopo unsalto o durante una manovraclassica di cutting. In associazio-ne, aggiustamenti posturali anomali,adattativi, durante esercitazioni tec-nico-atletiche o asimmetrie diforza/flessibilità “side to side” e lamancanza di un coordinato control-lo neuromotorio dell'arto inferiore,possono condurre da un lato a unulteriore incremento delle forze ditaglio tibio-femorali sull’articola-zione del ginocchio e dall’altro amal allineamenti dell’arto inferio-re. Atleti con una maggiore adduzio-ne dell'anca, associata a una ridu-zione dei livelli di forza del grande emedio gluteo, mostrano un aumen-to del valgo adattativo del ginocchiodurante attività sportive.

IL VALGUS COLLAPSEO crollo del valgo, si verifica nellafase di ricaduta dopo un salto edè il meccanismo traumatico di ri-ferimento più comune negli sportdi salto in particolare (donne 50%,uomini 20%). Viene evidenziato inletteratura come giocatrici di palla-canestro e/o volley riportino un in-cremento, durante gestualità tecni-co-atletiche specifiche, del “valguscollapse” (una combinazione di val-go del ginocchio, rotazione internadell'anca e anterior shear tibio - fe-morale). Questo meccanismo ezio-patogenetico, definito anche “sexspecific mechanism”, identifica in 5.3volte la possibilità di incorrere a unalesione del LCA delle donne, rispettoai giocatori di sesso maschile.Studi fatti in laboratorio rivelano chemomenti adattativi in valgo del gi-nocchio dopo un salto, anche dipochi gradi, sono sufficienti perlesionare il legamento crociatoanteriore. Un “valgus collapse”concorre sicuramente a un incre-mento della gravità di lesione, corre-landosi con un interessamento an-che del legamento collaterale me-diale. Risulta chiaro ed evidente co-me il legamento collaterale mediale,insieme al legamento crociato ante-riore, offra una limitazione, meccani-ca e strutturale, al valgo esterno del

Cominciamo a elencare insintesi i Key points per in-quadrare questo mecca-nismo traumatico molto

comune negli sport di salto.1. La flessione del tronco durante lafase di contatto al suolo riduce leforze di taglio femoro-tibiali, e l'attivi-tà del quadricipite.2. L'influenza della flessione deltronco sulle forze di taglio durantel'atterraggio e l'attività muscolare delquadricipite non differisce tra i sessi.3. La flessione del tronco riduce po-tenzialmente le forze richieste alquadricipite e conseguentemente ilcarico immediato sul legamentocrociato anteriore dopo il contatto aterra.4. Le atlete durante il drop jump testevidenziano un maggiore momentodi valgo e un angolo di atterraggiovicino all’estensione del ginocchiotale da incrementare i fattori di ri-schio di lesioni del legamento cro-ciato anteriore.La deformazione tissutale, e la con-sequenziale lesione isolata del LCAsi verifica, nella maggior parte deicasi, durante allenamenti/gare in si-tuazioni gestuali di “non contattocon altro giocatore”, con il ginoc-chio che va, sostanzialmente, invalgo, in flessione rotazioneesterna e il piede che, spesso,non accompagna il movimentogestuale, rimanendo “bloccato”sul terreno di gioco. Le atleteesprimono lo stesso meccanismotraumatico dei colleghi maschi, mamanifestano maggiori angoli adat-tativi di valgismo, nella fase di at-terraggio dopo un salto. Tali angoli,vicini quasi alla completa estensione(da 0° a 20/30°), elevano in manierasignificativa i fattori di rischio di le-sioni del legamento crociato an-teriore, rispetto ai colleghi maschi.Potremmo affermare che l’ammon-tare del valgismo del ginocchio, os-servato durante un movimento ge-stuale specifico, suggerisce, spes-so, un'inabilità del gruppo quadri-cipite/flessori, o meglio delle lineedi difesa anatomiche attive (in par-ticolare dei muscoli sartorio, semi-tendinoso e gracile) a controllare e

ginocchio. Studi su cadavere, dimo-strano che LCA frena il valgo del gi-nocchio limitando la rotazione assia-le tibiale, mentre il legamento collate-rale mediale concorre a contenerel'apertura spaziale mediale dell'arti-colazione.Per Yasuda (9) il legamento collate-rale mediale, durante un carico invalgo (vicino alla completa estensio-ne, 10°-15°), raggiunge in un tempopiù breve l’allungamento estremo ri-spetto allo stiramento del legamentocrociato anteriore. In contrapposi-zione, a 30° di flessione del ginoc-chio è il legamento crociato anterio-re a giungere al massimo allunga-mento (in un tempo approssimativodi 16 ms) prima del legamento colla-terale mediale. Similmente, movi-menti in valgo associati a una con-trazione del quadricipite sviluppanouna “anterior shear force“ significati-vamente maggiore, con un incre-mento dello stress del 30-40% sullegamento crociato anteriore rispet-to a un singolo movimento di valgosenza contrazione del quadricipite. Persistenti alterazioni del controlloneuromuscolare dell'anca e del gi-nocchio durante lavori d'atterraggiodinamico, associate ad asimmetri-che destrutturazioni posturali, anchedopo ricostruzioni del LCA, compor-tano un valgo adattivo del ginocchioche sarà un chiaro fattore preditivodi ulteriore lesione o di re-injury. Cosìè possibile affermare come un atle-ta con un “crociato anteriore do-minante” (lassità legamentosa, re-curvato, eccessivo valgo del ginoc-chio ecc.), o con un “quadricipitedominante” presenti un’alteratafunzionalità biomeccanica e unadeafferentazione recettoriale af-ferenziale che si correlano con unincremento del valgo adattativodel ginocchio durante gestualitàsportive. Possiamo ulteriormenteevidenziare come la letteratura cor-reli il valgo del ginocchio, la stabiliz-zazione della core e l’attività musco-lare glutea. Sfogliando la letteraturasi evince come il grande gluteo sta-bilizza il tronco e decelera la rotazio-ne interna femorale. Sostenendoquesta premessa, aneddoticamente

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è ricnosciuto che individui con“debolezza” del grande e mediogluteo esibiscono una disfunzio-ne posturale nota come '‘gluteusmaximus lurch”. Il decremento del-l’attività muscolare della Core puòspiegare parzialmente non solo unaposizione di tronco più eretta, maanche il “collapse of the femurs” e larotazione mediale durante l'atterrag-gio dopo un salto.

HOPS TEST Single-leg hop test sono usati co-munemente per studiare il movi-mento funzionale del ginocchionegli atleti e per valutare la per-formance funzionale dopo una le-sione del LCA o dopo ricostruzio-ne. L’evidenza scientifica sottolineacome gli stessi test siano ritenuti, daiclinici, predittivi di una eventuale le-sione del LCA. Molti hop-test sonodescritti nella letteratura per valutarela distanza, il tempo e l’altezza delsalto. Possiamo affermare come si-curamente il “single-leg hop for di-stance” rimane la valutazione funzio-nale di maggior utilizzo dopo una le-sione del LCA, anche se non trovariscontri univoci nella letteratura.È stata evidenziata recentementel’importanza di effettuare un “hopperformance testing” in pazienti do-po una ricostruzione del LCA, in unostato di fatica muscolare. L’osser-vazione del valgo del ginocchio, nel-la sua espressività dinamica durante“drop vertical jump test” ci permettedi “leggere una possibile lesione fu-tura”, o meglio, di predire sicura-mente una lesione da non contat-to del legamento crociato ante-riore. Risulta evidente come la posi-zione finale dell’articolazione del gi-nocchio durante l’atterraggio sia in-fluenzata dal centro di gravità delcorpo e in particolar modo dalla po-sizione del tronco correlata sull'artoinferiore. Questi effetti sommanocomplessivamente lo stress direttosull’arto inferiore tale da richiedereun ulteriore reclutamento adattati-vo/compensativo, o meglio integra-tivo, della muscolatura posturale. Il drop-vertical jump monolateraleproduce una maggiore abduzione

del ginocchio, e per questo trovauna specifica indicazione nel va-lutare i movimenti compensatividel ginocchio come un fattore dirischio per una lesione del LCAda non contatto.

CORRELAZIONE TRA CONTROLLONEURO MUSCOLARE, POSIZIONEDEL TRONCO E JUMP TEST Atleti a gestualità specifica di saltopossono essere “stimolati” attraver-so training di tipo pliometrico, atti aincrementare:1. il controllo del valgo nelle fasi diatterraggio dopo un salto;2. la co-contrazione quadricipite/ischio crurali;3. la co-contrazione dei muscoli ab-duttori e adduttori dell’anca nella fa-se precedente l’atterraggio;4. l’angolo di flessione del ginocchio.Myer (44), per esempio, propose dieffettuare training pliometrici (walljump, squat jump, tuck jump, lungejump, broad jump, e forward jump),per 10-15 secondi, e box jump (boxdrop jump e lateral box jump ) per 6-10 ripetizioni, eseguiti per 7 settima-ne. Al termine del training l’autore ri-scontrò un aumento sia dell’angolodi abduzione dell’anca, che dell’an-golo di flessione al contatto inizialesul terreno, ma nessun cambiamen-to del momento di controllo del val-go/varo del ginocchio. Similmente,Lephar (45) riportò un incrementodella flessione del ginocchio e del-l’anca al contatto iniziale dopo untraining impostato su: squat, leg curl,leg extension, abdominal curl, sin-gle-leg balance, e jump exercises,effettuati tre volte a settimana per ot-to settimane. Nessun cambiamentonel valgo/varo del ginocchio e ango-li di abduzione dell’anca furono os-servati alla fine del protocollo di lavo-ro. Chappell riportò un incrementodell’angolo di flessione del ginocchiodopo 6 settimane di training neuro-muscolare (abdominal crunches,lunges, single-leg balance, agility, ejumping task) di 20 ripetizioni ognu-no, per sei giorni a settimana.Nessun miglioramento fu osservato,in questo studio, nel valgo/varo adat-tativo del ginocchio al contatto inizia-

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le del terreno dopo drop-jump. Noyes (27) valutò gli effetti di un trai-ning neuromuscolare di sei settima-ne proposto ad atlete. Il programmadi training fu composto di esercizigenerali di allungamento per 30 se-condi per 3 settimane, training di re-sistenza per 1 set di 15 ripetizioniciascuno (abdominal curls, back hy-perextensions, leg press e calf rai-ses), ed esercizi di jump (wall jumps,tuck jumps, broad jumps, squatjumps, bounding, e stick landing)per 10-30 secondi, effettuati tre vol-te a settimana. Nei risultati finali sievidenziò un incremento di 6 cmdella distanza di separazione di gi-nocchia, e quindi un miglioramentodel valgo adattativo del ginocchio.Così Barber-Westin (33), in un lavo-ro recente ha messo in evidenza co-me un “neuromuscular retrainingprogram”, sviluppato per le atlete, ri-sultò significativamente efficace nelmigliorare allineamento dell'arto in-feriore durante gestualità semplici ecomplesse. Sedici giocatrici di palla-volo furono sottoposte a drop jumptest per la valutazione dell’allinea-mento dell’arto inferiore, e successi-vamente a un “neuromuscular trai-ning” per migliorarne il controllo. Ilprogramma, svolto 3 volte a setti-mana per 6 settimane, con follow-up a 3 e 12 mesi dal training, consi-stette in:a) warm up;b) jump training;c) speed e agility drills.d) training di forza;e) stretching statico.Miglioramenti significativi furono tro-vati nella media della distanza di se-parazione tra le ginocchia per tutte lesessioni del test (p <0.01) tra il pre epost- training. Immediatamente do-po il training 11 atlete (69%) eviden-ziarono miglioramenti significativi nel-la normalizzazione della distanza diseparazione di ginocchia, e quindidel valgo adattativo. Questi risultatisono stati mantenuti anche nel followup a 12 mesi.Un lavoro di Ford (48) riporta comegiocatrici di basket femminile hannoun incremento del momento di valgo(figura 1) durante l’atterraggio, dopo

un drop vertical jump rispetto ai col-leghi maschi. Le stesse giocatricihanno evidenziato significative diffe-renze nel valgo del ginocchio tra artodominante e arto non dominante.Studi sia in vitro che in vivo hanno di-mostrato come lo stress sul lega-mento crociato anteriore incrementiquando è richiesta una maggiore at-tività del quadricipite o del tendinepatellare. Withrow et al. (34) indicano,a tal uopo, come il 75% dello stira-mento sul LCA in un ginocchio cada-verico è da attribuire alla attività delquadricipite. Diventa deducibile co-me una maggiore attività del quadri-cipite durante l’atterraggio si associaa un maggiore stress sul LCA.L'adattamento posturale del troncoin estensione dà luogo a una strate-gia quadricipite-dominante che in-crementa le forze di taglio sul ginoc-chio. La correlazione tronco-ischiocrurali può creare degli adattamentipositivi e servire come strategia pro-tettiva contro un over stress sul LCA.Le cinematiche della Core sono sta-te associate, sul piano sagittale, allecinematiche di anca e di ginocchio:evidenze enfatizzano come la fles-sione del tronco di 45° durante l’at-terraggio riduce le “anterior shearforce femoro tibiali”. Specificamen-te, incrementi dell'angolo di flessionedel tronco sono correlati a un incre-mento della flessione dell'anca e de-gli angoli di flessione del ginocchiodurante l’atterraggio dopo un jump .È possibile affermare che, più duran-te l’atterraggio ci si avvicina alla com-

pleta estensione, tanto maggiore sa-rà l’attività del quadricipite, e notevolisaranno le anterior shear force femo-ro-tibiali, con conseguente stress sullegamento crociato anteriore.

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Figura 1 - Il calcolo del valgo del ginocchio sulpiano sagittale; immagine prima del contattoiniziale. PIC misurato in centimetri (distanza A)tra il ginocchio destro e sinistro; il massimomomento di valgo bilaterale (distanza B).

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GLI AUTORI

ROSARIO D’ONOFRIO

Dottore fisioterapista, diplomatoISEF, Master in Posturologia pressol’Università La Sapienza di Roma, èstato fisioterapista della NazionaleItaliana di Pallamano Senior A ma-schile e della Nazionale Italiana diBasket Femmini le senior A.Preparatore atletico e allenatore, èresponsabile recupero atleti infortu-nati della SS Calcio Napoli. Ha pub-blicato a oggi oltre 146 lavori scien-tifici, su riviste nazionali di interessespecifico nel campo della rieduca-zione e riabilitazione dello sport edella preparazione atletica; su que-sti stessi temi ha relazionato a oltre60 Congressi Nazional i e a 13Congressi Regionali, come “InvitedLecture”. È professore a contratto,docente di RiprogrammazioneMotoria e Performance Sportiva,CdL Magistrale in Scienze eTecniche del le Att iv i tà Motor iePreventive e Adattate, Corso diLaurea in Scienze Motorie, Facoltàdi Medicina e Chirurgia, Universitàdegli Studi di Roma Tor Vergata.

MICHELE MARZULLO

Dirigente medico presso l’AziendaUniversitaria Federico II di Napoli,Specialista in Malattie dell'ApparatoCardio-Vascolare, Specialista inCardiochirurgia, Specialista inMedicina dello Sport, Specialista inChirurgia Generale. ConsulenteMedico Specialista Comando LegioneCarabinieri di Napoli, CTU e Perito delTribunale e della Procura di Napoli,Direttore scientifico Sportivart.

ANTONIO PINTUS

Preparatore Atletico Olimpic Marsiglia(Francia), già preparatore atleticoJunvetus FC, Udinese Chelsea, MonacòWest Ham United. Docente pressol’Università degli studi di Torino, Corsodi laurea in scienze motorie.

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PROGRAMMADefinizione e ambito di lavoroCaratteristiche personali, target di riferi-mento, qualificazione professionale,gestione del tempo. Come operare neiclub e nelle abitazioni private. Le attrez-zature necessarie.Aspetti chinesiologici e posturaliBasi scientifiche della chinesiologia e del-l’analisi posturale. Valutazione dell’elasti-cità muscolare, della mobilità articolare edel trofismo muscolare. Impostazione diun protocollo di lavoro tipo.Composizione corporea e antropo-plicometriaCos’è l’antropoplicometria. Perché la pli-cometria. Procedura delle misurazioni pli-cometriche. Rilevazioni e descrizione deipunti di repere per le pliche. Rilevazioni edescrizione delle circonferenze.Body Mass Index (BMI). Body Fat Index(BFI) Indice Globale di Rischio (GRI)Basic Life Support (BLS)Modalità di primo soccorso, manovredi salvataggio e prove pratiche con ma-nichino.Educazione alimentareL’educazione alimentare comincia dallaconsapevolezza. Il principio biologicodella regolazione: l’omeostasi comelegge del vivente. Condizioni da rispet-tare e necessità da soddisfare. La viadel dimagrimento fisiologico, stabile eduraturo Un’alimentazione a basso in-dice e carico glicemico. Malattie meta-boliche e malatt ie inf iammatorie.L’attività fisica quale ausilio del dimagri-mento e come interazione per la funzio-nalità generale. Alimentazione e fabbi-sogni specifici: criteri e meccanismi dicalcolo. L’educazione alimentare e le li-nee guida generali: la didattica e gli stru-

menti semplici per sé e per il cliente.Test di valutazione funzionale: i nuo-vi FIX metabolici.Controindicazioni e limiti dell’attivitàfisica in presenza di patologie metabo-liche e da sedentarismo: protocolli diintervento in presenza di ipertensione,cardiologia, diabete, asma.Strategie di marketingProposte pratiche per mettere sul mer-cato il servizio di personal training.Strumenti di fitness marketing di base,passaparola organizzati, analisi delmercato, ricerca della clientela, comu-nicazione e rapporto cliente-trainer, ca-pacità di autopromozione.Aspetti fiscali e legaliIl libero professionista, apertura dellapartita IVA, tenuta dei libri contabili, pa-gamento delle tasse. Responsabi-litàprofessionale e legale, responsabilitàdel cliente e del centro fitness, comestendere un contratto, assicurazione.

Durata del corsoIl corso è articolato in 6 incontri di unagiornata ciascuno, con lezioni teorichee pratiche, ragruppati in tre fine setti-mana, a partire da sabato 18 febbra-io. È necessario frequentare almenol'85% delle lezioni per poter accedereagli esami di fine corso per la qualificadi Personal trainer. Orari- inizio lezioni ore 10- break di dieci minuti ore 11,30- pausa pranzo di 30 minuti ore 13- fine lezione ore 17.Dove: Milano, Sala De Amicis Via DeAmicis, 17 .Via de Amicis 17 è in zona centrale a600 m. da piazza del Duomo. Si consi-glia di venire con i mezzi pubblici, even-tualmente parcheggiando l'auto pres-so una fermata qualsiasi del metro.linea metro 2 verde : fermata Sant'Am-brogio.Esami: quiz a risposta multipla e di-scussione della tesi. La prova scritta(quiz) prevede 50 domande a rispostamultipla. Superata la prima fase deiquiz, si accede alla seconda fase che èprettamente orale. Solo dopo aver su-perato le due fasi dell'esame viene rila-sciato il diploma di Personal Trainercon una valutazione in centesimi.

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CORSI 1° livello

IscrizioniQuanto costa: 464 euro entro il 30novembre; 504 euro entro il 31dicembre; 534 euro entro il 31 gennaio;570 euro per iscrizioni successive. Prezzi Iva inclusa.La quota è comprensiva di:- 30 euro di iscrizione alla scuola(validità annuale)- accesso alle lezioni- materiale didattico, dispense ad ognilezione- esame per il conseguimento della cer-tificazione di Personal Trainer- nel caso la certificazione non vengaconseguita al primo esame è previstoun secondo esame gratuito alla ses-sione successiva.Modalità di pagamento- Versamento postale: Conto correntepostale n° 26993204 Intestato ad AleaEdizioni, via Sapeto, 5 20123 Milano- Bonifico bancario: CC 48054 intesta-to a: Alea Edizioni Banca Popolare diMilano Ag. 7Codice IBAN: IT 43 Q 05584 01607000000048054Inviare via fax al n°0258111116, o viamail a [email protected], la fotocopia della ricevuta delversamento con il nome dell´iniziativascelta e i dati personali completi di un re-capito telefonico e un'e-mail (codice fis-cale e/o partita IVA obbligatori).

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PERSONAL TRAINERPERSONAL TRAINER

Page 40: FitMed n°11/2011

Il corso a distanza per operatore difitness metabolico permette di rag-giungere obiettivi operativi alta-mente specialistici, fornendo le ba-

si necessarie teoriche e pratiche perrealizzare percorsi motori personaliz-zati in sicurezza per la sindrome meta-bolica:- ipertensione e malattie cardiovascolari;- soprappeso e obesità;- diabete;- artrosi e osteoporosi.Il corso si sviluppa in un'opera com-posta da un volume + 8 DVD multime-diali con contributi tecnici:- audio mp3 con registrazioni e approfondimenti verbali;- video con filmati didattici e tecnici; - immagini a supporto dei testi;- testi con documenti interi o recensiti;- presentazioni con grafici e tabelle.ATTENZIONE: I DVD SONO FRUIBI-LI SOLO SU PERSONAL COMPU-TER E NON SU MACINTOSH

CONTENUTI

Strumenti tecnici• Accreditamento istituzionale: “attività motoria come prevenzione so-ciale”. • I soggetti metabolici: definizione delle principali parole chia-ve; sedentarismo e malnutrizione daeccesso, stili di vita. • Alfabetizzazione motoria, Fitnessmetabolico e Fitness terapia: tre livelliper un nuovo stile di vita.• Equilibrio funzionale, allenamentofunzionale: la grande gara della vitaquotidiana.• Fitness metabolico e diabete.• Fitness metabolico e obesità, so-vrappeso, anoressia e bulimia (strate-gie integrative nel centro fitness).• Fitness metabolico e ipertensione,malattie cardiovascolari.

• Fitness metabolico e apparato loco-motore: artrosi e osteoporosi.• Classificazione, approccio psicologi-co e fidelizzazione del soggetto meta-bolico.• Classificazione e approccio dei sog-getti sedentari, motori, sportivi, e ago-nisti.• Selezione e abstract della più recen-te bibliografia scientifica internazionalesul fitness metabolico. • Aspetti di marketing e gestionali: co-me si vende il fitness metabolico e conquali “pacchetti servizio”.• Formazione per lo staff di vendita: in-quadramento generale.

Step operativi • Inquadramento del soggetto eanamnesi metabolica: un metodo disicurezza per l'operatore e il soggettometabolico;• gli strumenti di misura: dai test tradi-zionali dello sport ai Fix metabolicispecifici; il tempo zero; • le misure sicure per la gestione deimetabolici;• strumenti di lavoro e unità motoriemetaboliche;• programmazione dell'attività motoria;• insegnamento dell'attività motoria;• strumenti di fidelizzazione: il passa-porto metabolico;

Esempi pratici Come strutturare le prime ore di lavorocon i soggetti metabolici;• monitoraggio e verifica dei risultati• Codice deontologico;• Manifesto del fitness metabolico.

L'apprendimento sarà supportatoda un servizio di assistenza on linee completato da una giornata diWorkshop tecnico, a scelta dellostudente, fra quelli proposti dallanostra Scuola di Forma-zione. Il ca-lendario delle giornate è consulta-

bile nelle pagine a seguire, sezioneSTAGE, oppure sul sito internet www.professionefitness.comChi volesse frequentare il CORSOPER OPERATORE DI FITNESS ME-TABOLICO CON LEZIONI FRONTA-LI, può consultare le pagine prece-denti, nella sezione CORSI.

Docente: Alessandro LanzaniQuanto costa: 720 euro Iva inclusa.La quota comprende: l'iscrizione allascuola, l'opera completa + 1Workshop tecnico + l'esame finale (aMilano) per conseguire la certificazio-ne. È possibile ottenere più certificazio-ni con la stessa opera: per qualsiasi ul-teriore informazione contattare la se-greteria corsi al numero 02.58112828o consultare il sito internet:www.professionefitness.comEsami: colloquio orale.

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formazione a distanza

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Il taping kinesiologico è utilizzato in am-bito sportivo prima, durante e dopo ilgesto atletico: prima, per preparare eprevenire e dopo per defaticare. Questatecnica innovativa si basa sulle naturalicapacità di “balance” del corpo, stimo-late dall’attivazione del sistema “neuro-muscolare” e “neuro-sensoriale”, sec-ondo i nuovi concetti di Neuroscienza. Ilmetodo scaturisce dalla scienza dellachinesiologia. Si tratta di una tecnicacorrettiva meccanica e/o sensoriale,che favorisce una migliore circolazionesanguigna e linfatica nell’area datrattare. Nella fase di recupero il tapingkinesiologico si applica per migliorare lacircolazione sanguigna e linfatica,ridurre l’eccesso di calore e disostanze chimiche presenti nei tes-suti, ridurre l’infiammazione. Il tapingkinesiologico mira a: azionare i sistemianalgesici endogeni; stimolare il sistemainibitore spinale e il sistema inibitore dis-cendente; correggere i problemi delle ar-ticolazioni; ridurre gli allineamenti impre-cisi causati da spasmi e muscoli accor-ciati; normalizzare il tono del muscolo el’anormalità di fascia delle articolazioni;migliorare il ROM.

A chi è rivolto?Laureati in Scienze Motorie, diplomatiISEF, studenti e personal trainer

PROGRAMMA21 gennaio- Storia del taping kinesiologico,l’evoluzione dei materiali.- Generalità sui meccanismi di appli-cazione, tecniche base per l’appli-cazione del nastro.- Lo screening test; le controindicazioni- Le tecniche correttive: meccanica; lin-fatica; funzionale.- Applicazioni pratiche alla spalla.- Applicazioni pratiche per i principalimuscoli:1) arto superiore (deltoide, trapezio,

piccolo e grande rotondo, grande pet-torale, grande e piccolo romboide,tricipite brachiale, bicipite brachiale, bra-chioradiale, supinatore, pronatore roton-do, pronatore quadrato, pronatore lun-go, estensore lungo del pollice, esten-sore del dito mignolo;2) collo (scaleno anteriore e posteriore,sterno-cleido-mastoideo. Muscoli delcapo, lungo del collo.- Controindicazioni.- Domande e conclusioni.

22 gennaio- Applicazioni pratiche per i principalimuscoli:3) tronco: gran dorsale, trapezio inferi-ore, retto addominale, obliquo addomi-nale interno ed esterno, diaframma, ileo,paravertebrali.4) arti inferiori: grande gluteo, medio epiccolo gluteo, tensore della fascia lata,sartorio, adduttori, piriforme, quadricip-ite del femore, posteriori della coscia,soleo e gastrocnemio, estensore lungodell’alluce, peronei, lungo estensore delpiede, flessore breve dell’alluce.5) zona lombare: sacro spinali, lom-bosacrali.- Applicazioni pratiche di correzione fun-zionale sportiva:a) spalla;b) polso;c) gomito;d) ginocchio;e) caviglia;f) colonna lombare e cervicale.- Discussione e prova pratica.Test di valutazione.

Durata del corsoIl corso è articolato in 2 giorni per un to-tale di 16 ore, il 21 e 22 gennaio. Orari- inizio lezioni ore 9- pausa pranzo alle ore 13- inizio lezioni ore 14- fine lezione ore 18.Dove: Milano.

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TAPING KINESIOLOGICO IN TRAUMATOLOGIA SPORTIVACON SPECIFICO RIFERIMENTO ALLA PREVENZIONE DEITRAUMI E DELLA FATICA, NELLA GESTIONE DELL'ATLETA INPALESTRA E IN CAMPO

MASTERCORSO DI DI FORMAZIONE PER L'APPLICAZIONE DEL

guarda il videoIscrizioniQuanto costa: 360 euro entro il 30novembre; 380 euro entro il 31dicembre; 400 euro per iscrizionisuccessive. Prezzi Iva inclusa.La quota è comprensiva di:- 30 euro di iscrizione alla scuola(validità annuale)- opuscolo informativo - 3 nastri elastici e un paio di forbici perle prove pratiche,- materiale informativo con trattamentodi casi clinici- attestato di partecipazioneModalità di pagamento- Versamento postale: Conto correntepostale n° 26993204 Intestato ad AleaEdizioni, via Sapeto, 5 20123 Milano- Bonifico bancario: CC 48054 intesta-to a: Alea Edizioni Banca Popolare diMilano Ag. 7Codice IBAN: IT 43 Q 05584 01607000000048054Inviare via fax al n°0258111116, o viamail a [email protected], la fotocopia della ricevuta delversamento con il nome dell´iniziativascelta e i dati personali completi di un re-capito telefonico e un'e-mail (codice fis-cale e/o partita IVA obbligatori).Prossima edizione di questo corso:28 e 29 aprile; 23 e 24 giugno

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DIPLOMI E ATTESTATIOgni corso prevede un esame finale alquale potrai accedere frequentando al-meno l’80% delle lezioni teoriche. Il votoche otterrai sarà espresso in centesimi:60/100 è la votazione minima necessariaper ottenere il diploma rilasciato daProfessione Fitness e riconosciuto daUisp sport per tutti, comitato di Milano,ente di promozione sportiva riconosciutodal CONI. A ogni master, frequentando al-meno l’80% delle lezioni, otterrai un at-testato di partecipazione rilasciato daProfessione Fitness e riconosciuto daUisp sport per tutti, comitato di Milano,ente di promozione sportiva riconosciutodal CONI. Ogni stage è un’iniziativamonotematica di una giornata al terminedella quale otterrai un attestato di parte-cipazione rilasciato da ProfessioneFitness e riconosciuto da Uisp sport pertutti, comitato di Milano, ente di pro-mozione sportiva riconosciuto dal CONI.

Alessandro LanzaniDirettore scuolaFrancesco CapobiancoResponsabile scuolaDavide FogliadiniMassofisioterapista, personal trainerEdoardo LanzaniMedico ortopedico, esperto in rieducazione funzionaleDavide GirolaMedico, esperto in riabilitazionecardiologicaRoberto DaganiLaureato in scienze motorie,massofisioterapistaAndrea ScalaLaureato in scienze motorie, personal trainer,

MODALITÀ DI ISCRIZIONELa quota di partecipazione ai corsi comprende il materiale didattico, l’accesso alle

lezioni e il diploma o attestato di partecipazione. Per iscriverti puoi venire di persona

presso la nostra sede amministrativa in via Orseolo n°3 a Milano, oppure puoi scegliere

una tra le seguenti modalità:

• Versamento sul conto corrente postale n°26993204 intestato ad Alea Edizioni - via

Sapeto 5, 20123 Milano

• Bonifico bancario sul conto corrente n°48054 intestato ad

Alea Edizioni- Banca Popolare di Milano Ag. 7 –IBAN IT 43 Q 05584 01607 00000

0048054; in entrambi i casi è necessario inviare via fax la fotocopia del versamento

postale o del bonifico bancario segnalando il nome dell’iniziativa scelta, i dati personali,

il codice fiscale, un recapito telefonico ed e-mail al fax n° 02.58111116.

• Assegno bancario non trasferibile intestato ad Alea Edizioni, da inviare, unitamente al

nome dell’iniziativa scelta, i dati personali, il codice fiscale, un recapito telefonico ed e-

mail, tramite posta prioritaria a Professione Fitness via Orseolo 3 - 20144 Milano.

SEGRETERIA ORGANIZZATIVAPer ogni informazione la nostra segreteria organizzativa è sempre a tua disposizione. Ci

trovi presso Professione Fitness in via Orseolo, 3 Milano. Il nostro numero di telefono è

0258112828, fax 0258111116, e-mail [email protected]. La fermata

più vicina della metropolitana è MM S. Agostino sulla linea verde. Ci trovi dal lunedì al

venerdì, dalle 9.00 alle 18.00

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Serenella LattanzioAvvocato, esperta in normative tributarieLuca MazzottiDottore commercialistaAndrea MediciPreparatore atletico, esperto in osteopatiaGianni MontagnaTrainer, esperto in alimentazione eintegrazioneAndrea GianesellaLaureato in scienze motorie,Presenter di discipline musicaliFrancesca DegasperiPresenter di disciplinemusicaliCorrado CeschinellliSociologo, naturopata, preparatoreatletico ed esperto in comportamentialimentari

I NOSTRI DOCENTI

ANNULLAMENTI E RINUNCELa Scuola di Professione Fitness si riserva il diritto di annullare le iniziative in programma

qualora non si raggiunga il numero minimo di iscritti, provvedendo in tal caso al rimborso

totale delle quote già corrisposte. In caso di rinuncia, la Scuola di Professione Fitness

provvederà al rimborso parziale della quota corrisposta secondo le modalità indicate nel sito

www.professionefitness.com

LA SCUOLA DI PROFESSIONE FITNESS

Page 43: FitMed n°11/2011

ALLENAMENTO ESTETICO

Rivolto a quanti vogliono program-mare un’attività finalizzata al miglio-ramento dell’aspetto, fornisce metodid’allenamento, suggerimenti alimen-tari e di postura, consigli estetici.Ogni nozione è basata su uno studioapprofondito e sul continuo confrontocon l’applicazione pratica.

Roberto TarulloAlea Edizioni 2001pag. 160 Euro 24

MANUALE DI CARDIOFITNESSIl volume tratta in modo approfonditoil cardiofitness nei suoi diversi aspet-ti: dall’anatomia e fisiologia, ai meta-bolismi energetici e alla biomeccani-ca muscolare, per poi addentrarsinello specifico del training cardiova-scolare. Abbraccia l’attività indoor eoutdoor, l’utilizzo dei simulatori aero-bici e il monitoraggio della frequenzacardiaca.

Giulio Sergio Roi Alea Edizioni 2004 pag. 238 - Euro 35

STRETCHING

Non più allungamento muscolare, mamiglioramento della mobilità di tuttele componenti dell’apparato locomo-tore. Partendo da questa convinzionegli autori riprendono i principi teoricidello stretching, propongono test divalutazione e una lunga serie di eser-cizi suddivisi per attività sportiva.

Francesco Capobianco Alessandro Lanzani,Alea Edizioni - pag. 224 Euro 21

FITNESS & BODY BUILDING

La terza edizione, completamenteaggiornata, del libro che ha formatointere generazioni di professionisti delfitness. Dall’anatomia funzionale del-l’apparato locomotore alla fisiologiamuscolare, fino alla biomeccanica degliesercizi; in questo volume il futuroistruttore troverà tutte le nozioni indi-spensabili, arricchite di 120 disegni eoltre 400 foto a colori.

Alessandro Lanzani Alea Edizioni 2004 pag. 360 - Euro 45

CROSS FITNESS TRAINING

I “grandi classici” del training (allena-mento con i pesi, corsa, bicicletta enuoto), integrati a esercizi specifici dellachinesiologia rieducativa, costituisconoun unico programma articolato, che sti-mola tutte le qualità motorie. Un pro-gramma di allenamento incrociato, fina-lizzato al fitness e adattabile a qualsiasisoggetto. Completo di tabelle e immagi-ni esplicative degli esercizi proposti.

Davide TraversoAlea Edizioni 2010 pag. 144 - Euro 21

99 ESERCIZI ADDOMINALI

Il volume è utile per comprendere afondo l’anatomia, la funzione e la cine-siologia dei muscoli addominali e perimparare a valutare la loro forza. In più,un’interessante classificazione degliesercizi e un intero capitolo dedicatoagli errori di esecuzione.

Giulio Sergio Roi e Rachele Groppi Alea Edizioni 2001 pag. 128 - Euro 21

LIPOCARDIOFITNESS

Perdere peso è il diktat della maggiorparte dei frequentatori dei centri fitness.L’autore fornisce gli strumenti perrispondere a questa richiesta: analisi deltessuto adiposo e del metabolismomuscolare, metodologia dell’allenamen-to con attrezzature cardiovascolari e iso-toniche, test di controllo.

Massimiliano Ferrero Alea Edizioni pag. 144 - Euro 24

L'ALLENAMENTO DELLA MOBILITÀDELL'APPARATO LOCOMOTORE.RICERCHE E APPLICAZIONI PRATICHE

Un valido sussidio per chi si occupa dimobilità articolare e di flessibilitàmuscolo-tendinea. Un utile strumentooperativo per la creazione di tabelle diallenamento personalizzate. I capitolidedicati alla ricerca applicata all'allena-mento permettono di approfondire lavalutazione funzionale dell'individuo.

Massimiliano Gollin Alea Edizioni 2009 pag. 148 - Euro 25

IPERTROFIA MUSCOLARE

Come si costruisce una tabella d’alle-namento personalizzata? Il libro forni-sce un’esauriente risposta a questadomanda analizzando i principi dellaprogrammazione e periodizzazione, lefasi dell’allenamento e le caratteristichebiomeccaniche di numerosi esercizitipici dell’allenamento in palestra.

Claudio Suardi Alea Edizioni 2000 pag. 208 Euro 26

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Page 44: FitMed n°11/2011

FREE METHOD BIKE

Il free method bike è una metodicadi allenamento su bicicletta staziona-ria che ha come obiettivo principale ilvoler dare strumenti e mezzi per pro-grammare e arricchire nel tempoun’attività motoria clinica. L’intento èquello di guidare i lettori ad un usorazionale dell’attività, adattandola atutte le età, per il raggiungimento delbenessere psico-fisico.

Roberto Carminucci , MariaLuisa QuinciAlea Edizioni 2001 Pag. 144 - Euro 20,66 -

PERSONAL TRAINING BUSNESSQuesto lavoro pone una lente d’in-grandimento sulla professione delpersonal trainer. Dall’analisi dellepotenzialità di mercato al manage-ment e alla comunicazione fino adarrivare all’organizzazione gestionaledell’impresa PT, il testo si propone diavviare trainer esperti e non a unpercorso di successo.

Daria IllyAlea Edizioni 2002Pag. 128 - Euro 21

PREPARAZIONE ATLETICA INPALESTRA

Come effettuare all’interno del centrofitness una preparazione atletica chemiri non soltanto al benessere fisico,ma che proponga esercizi con isovraccarichi per la muscolatura spe-cifica dello sport, con un occhio parti-colare all’esecuzione e alla richiestaenergetica il più possibile simili algesto sportivo.

Maurizio FanchiniAlea Edizioni 1999 Pag. 192 - Euro 25,82

PERSONAL TRAINER

Cosa serve per diventare personal trai-ner? Partendo da un’analisi storicadella professione, il libro risponde aquesta domanda illustrando le compe-tenze tecniche, psicologiche, commer-ciali e manageriali che il professionistadeve possedere.

Francesco Capobianco (Cap.4 ‘Personal trainer come libero profes-sionista’ a cura di Paola Bruni Zani )Alea Edizioni 2001 - pag. 240 Euro 26

ELETTROSTIMOLAZIONE

Il manuale richiama le nozioni teoricheper affrontare l’utilizzo dell’elettrostimo-lazione in allenamento sportivo, riabili-tazione ed estetica. In appendice sonofornite tavole di posizionamento elettro-di ed esempi di schedepersonalizzate.e.

Fabio Aprile e Fabio PerissinottiAlea Edizioni 1998 - Pag. 128E 20,66

PUNTI MOTORI DI ELETTROSTI-MOLAZIONE

Per la corretta applicazione dell’elettro-stimolazione è fondamentale conoscerecon precisione e accuratezza i puntimotori. Avere una mappa precisa per-mette un allenamento senza effetti col-laterali non solo nei distretti più cono-sciuti, ma anche a livello di tibiali, pero-nei, trapezi, obliqui e cuffia dei rotatori..

Alessandro LanzaniAlea Edizioni 1999 Pag. 128 - E 20,66

ELETTROSTIMOLAZIONE NUOVEFRONTIERE

Il volume mette in risalto le metodichedi allenamento con l’utilizzo dell’elettro-stimolazione, facendo riferimento allevariazioni metaboliche, agli indici di fati-ca ed alla modulazione dei parametriche condizionano l’allenamento. Sonoinserite un’ampia parentesi sulla riabil-tazione associata all’elettrostimolazionee una valutazione sulle possibili utilizza-zioni nell’immediato futuro.

Fabio Aprile - Fabio PerissinottiAlea Edizioni 2001 Pag 144 - E 20,66

CROSS TRAINING

L’analisi del cross training, degli effettie delle sue potenzialità, potrebbe costi-tuire la nuova frontiera dello sport divertice e dello sport sociale. La sfida èlanciata, l’avventura comincia, speran-do di ritrovarci numerosi su questo per-corso.Cos’è il cross training? I diversitipi di allenamento incrociato e gli adat-tamenti.

Simone DiamantiniAlea Edizioni 1999pag. 128 Euro 16

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TRAINING IN ACQUA

Il libro affronta in prima analisi i principidel movimento in acqua, spiegandodettagliatamente i fattori che condizio-nano la prestazione. Nella secondaparte esplora le diverse possibilità diallenamento delle qualità motorie con esenza attrezzi, facendo riferimento apiù discipline sportive. .

Paolo Michieletto Alea Edizioni 2000 pag. 192 Euro 26

INTEGRATORI PER L’ATLETA

Una dietetica razionale negli sport puòcontribuire a migliorare la condizionefisica e psichica. Il volume considera lacategoria degli integratori suddividendolisecondo le finalità preminenti: plastiche,energetiche o di reintegro.

Giovanni Posabella Alea Edizioni 1999 Pag. 144 - Euro 21

TOTAL FITNESS IN ACQUARoberto Conti, professionista affermatodel fitness, trasferisce in questo volumetutti i segreti per realizzare lezioni di fit-ness in acqua: protocolli, metodi, diffe-renziazioni delle classi. Un manualeefficace, serio e completo per gestiretutte le opportunità del fitness inacqua.

Roberto Conti - Alea Edizioni 2004 pag. 128 Euro 21PLAYAGYM

Una disciplina ginnica innovativa, crea-ta appositamente per la spiaggia, pro-pone esercizi specifici sviluppati inarmonia con l’ambiente marino. In que-sto volume sono raccolte le informazio-ni relative all’insegnamento della gin-nastica in spiaggia e ai benefici psico-fisici che da questa si possono trarre.

Tiziana Scalambro Alea Edizioni 2002 pag. 160 - Euro 21

ACQUANTALGICA

L’acqua offre la possibilità di facilitarela ripresa funzionale motoria: da questopunto di vista la piscina è una strutturasportiva cui deve essere riconosciutauna grande valenza a carattere riedu-cativo e riabilitativo. Il volume proponeuna sorta di educazione al movimentocorretto in presenza di mal di schiena.Il libro contiene una sessantina di pro-poste fra esercizi e tecniche di “nuotoantalgico”.

Andrea Altomare - Alea Edizioni 2000 Pag. 128 - Euro 21

FITNESS IN ACQUA

Partendo dagli esercizi di base per tuttii distretti muscolari, il libro affronta lediverse metodiche d’allenamento inacqua, tra cui l’aerobica, le arti marziali,lo step e la kick boxe. Grazie a numero-se fotografie e schemi di lezione, ilvolume si caratterizza per un fortetaglio pratico. La parte finale è dedicataalle competenze dell’istruttore di fitnessin acqua. .

Paolo Michieletto e Giada Tessari Alea Edizioni 2004 - pag.224 Euro 26

COMPOSIZIONE CORPOREA

L’attenzione ai problemi della forma fisicaè importante per la sua componentesanitaria di prevenzione. L’attività all’inter-no del centro fitness necessita di un con-tinuo controllo dei risultati, per cui divieneessenziale poter certificare tramite proto-colli la qualità del servizio reso alla clien-tela. Il manuale intende suggerire metodi-che semplici e di basso costo per la valu-tazione della composizione corporea.

Sergio Rocco Alea Edizioni 2000 Pag. 128 - Euro 21

IL BENESSERE POSSIBILE

L'autore analizza aspetti fondamentalidella nostra esistenza: consapevolezzacome fondamento del benessere, alimen-tazione funzionale per la salute, attivitàfisica per la migliore condizione di forma.Il testo approfondisce temi importanti dialimentazione (come impostare i pasti,allergie e intolleranze alimentari ) e alle-namento (attività fisica per uno stile divita sano e come modello educativo,corsa e tonificazione).

Corrado Ceschinelli, Alea Edizioni 2008 pag 200 Euro 25

L’ALIMENTAZIONE DELL’ATLETA1 - GUIDA PRATICA

Partendo dai fondamentali aspetti teori-ci della fisiologia e della scienza ali-mentare, sono fornite indicazioni perstabilire il fabbisogno calorico quotidia-no dell’individuo e programmarne l’ali-mentazione. Immancabile una sezionesull’integrazione e una serie di consiglisul comportamento da adottare inoccasione di una gara.

Ubaldo Garagiola Alea Edizioni 1998 pag. 128 - Euro 23,24L’ALIMENTAZIONE DELL’ATLETA2 - TABELLE

Il secondo volume è l’applicazione prati-ca dei principi teorici delineati nelprimo. Vengono trattati dettagliatamentealcuni esempi di alimentazione perso-nalizzata per atleti agonisti e amatoriali,frequentatori di palestre, soggetti insovrappeso, giovani sportivi e over 60.

Ubaldo Garagiola Alea Edizioni 1998 pag. 96 - Euro 16

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LIBRI ALLENAMENTO IN ACQUA E NUTRIZIONE - LIBRI ALLENAMENTO IN ACQUA E NUTRIZIONE

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Page 46: FitMed n°11/2011

IL DOLORE CERVICALE

Il manuale offre un’ampia panoramicadelle patologie più comuni nell’individuoadulto: la cervicalgia. Il volume è diviso intre parti: la prima, dedicata all’anatomia,alla fisiologia articolare e alla biomeccani-ca del tratto cervicale. La seconda, dedi-cata alle sindromi dolorose più comuni.Infine la terza parte che comprende alcu-ne schede pratiche di utilizzo in palestracontenenti gli esercizi più idonei in rela-zione alla sintomatologia dolorosa.

Claudio Corno Alea Edizioni 2003 pag. 128 Euro 21

CASI CLINICI IN PALESTRA In ognuno dei 5 volumi si inquadrano le principali patologie del-l’apparato locomotore. Per ognuna di esse sono de-scritti anam-nesi ed esame obiettivo motorio, sono individuati i traguardi daraggiungere, sono tracciate le linee gui-da del protocollo di lavo-ro attraverso gli esercizi consigliati e quelli da evitareVOLUME 1: Sindrome della schiena dritta e scoliosi – Spondilolisi conlistesi – Agenesia del pettorale – Lussazione acromion claveare – Cifosi epetto carenato – Petto scavato – Paralisi ostetrica – Poliomielite – Fratturadi calcagno – Frattura di gomito – schiacciamento di un disco interverte-

brale – Artrosi d’anca – Lussazione di spalla –Rottura del retto femoraleAlessandro Lanzani - 1994 VOLUME 2: Calcificazione del tendine delsovraspinato - Correzione di varismo tibiale -Grave artrosi vertebrale - Strabismo di rotula -Ernia del disco in un culturista - Periartrite scapo-lo omerale - Artrosi di spalla grave -Lombarizzazione della 1° vertebra sacrale -Rifrattura di gamba - Dismetria degli arti inferiori- Rettificazione del tratto cervicale - Ginocchiorecurvato - Ernia discale intraspongiosa - Piede

cavo - Artrosi d’anca - PseudoartrosiAlessandro Lanzani - 1997 VOLUME 3: Rottura del menisco del ginocchio- Weight lifters syndrome - Condropatia di rotula -Lombalgia in discopatia L5-S1 - Rottura del lega-mento crociato anteriore del ginocchio - Recidiva didistorsione della caviglia - Pubalgia - Instabilità dispalla - Postumi di frattura di gomito - Distorsione

della colonna cervicale - Frattura di omero in unbody builder - Piede piatto - Lombarizzazionedella 1° vertebra sacrale - Rottura del tendined’Achille - Calcificazioni della tibiotarsicaRiccardo Gambaretti - 1998 VOLUME 4: Doppia frattura vertebrale daschiacciamento - Frattura con deformazione acuneo di L1 - Rachi-schisi cervicale -Emilombarizzazione subtotale di S1- Rottura esintesi del tendine rotuleo - Doppia spondilolistesicon artrosi vertebrale - Grave artrosi di ginocchio- Ipertrofia reattiva delle spine tibiali -

Rettificazione cervicale con grave artrosi - Lacera-zione del tendine distale del bicipite brachiale -Frattura di clavicola - Conflitto subacromiale indonna anziana - Rifrattura di ulna - Osteotomia dibacino in artrosi d’anca - Lesione dei legamentidella cavigliaEdoardo Lanzani - 1998VOLUME 5: Concussione coxofemorale epostumi da trauma - Calcificazione sottodeltoideain periartrite scapolo omerale - Degenerazionedel sovraspinato -Frattura tipo colles di radio -Protrusione discale L5 - S1 - Rettificazione deltratto lombare in soggetto giovane - Ernia espul-sa L3 - L4 - Frattura comminuta di tibia -Polifrattura costale e frattura clavicolare -Sindrome cervicale del manager stressato -Frattura del malleolo esterno - Spalla del tennista- Modificazione a cuneo del passaggio lombosa-crale - Frattura esposta di gamba - Os acetaboli- Pinzatura del tendine del sovraspinato

Davide Fogliadini, Alessandro Lanzani - 2005

Pag. 128 Euro 21 ogni volumeOfferta: tutta la seria (5 volumi) a 84 Euro

MAL DI SCHIENA

Il volume affronta il tema del mal dischiena in modo davvero esaustivo.Nella prima sezione guida il lettore alcorretto utilizzo della colonna nella vitaquotidiana e nella pratica sportiva. Laseconda parte raccoglie invece appro-fondimenti sulle patologie e sui mecca-nismi del dolore lombare.

Claudio Corno Alea Edizioni 2001pag. 256 - Euro 26

IL CORPO INDIVISIBILE

La vecchiaia non è una malattia. La gin-nastica per anziani non è uno sport.L’autore psicomotricista Giovanni Ghidiniillustra come strutturare un corso diginnastica per la terza età muovendosifra fisiologia ed emotività, anatomia epsicologia motivazionale, rieducazionefunzionale e programmazione dell’attivi-tà.

Giovanni Ghidini e Alessandro Lanzani Alea Edizioni pag. 112 – Euro 21

CRESCERE CON LO SPORT

Le attività fisiche praticate in età giova-nile contribuiscono allo sviluppo armoni-co dell’organismo, a patto che l’attivitàmo-toria sia corretta e adeguata allecaratteristiche psicofisiche del ragazzoe alla sua particolare fase evolutiva. Ilvolume vuole essere un supporto acompletamento del bagaglio tecnico eprofessionale di ciascun operatore spor-tivo che si trova a contatto con la realtàdell’allenamento giovanile.

Antonio Maone Alea Edizioni 2000 Pag. 160 - Euro 26

Sal

ute

e re

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Page 47: FitMed n°11/2011

L’ESERCIZIO ISOCINETICO

Il manuale dopo alcuni cenni di anato-mia e fisiologia muscolare, analizza ivari tipi di contrazione e tutti gli aspettidell’esercizio isocinetico con i relativiprotocolli di test e allenamento nel sog-getto sano, nell’atleta e nel soggettopatologico, sia a scopo valutativo cherieducativo, con esemplificazioni ripor-tate in appendice.

G. S. Roi, S. Respizzi, P. Buselli Alea Edizioni 2a edizione 1998 - Pag. 160 - Euro 26

TRATTAMENO MIOFASCIALEPER LO SPORTIVOIl manuale espone in maniera chiara edesaustiva le tecniche manuali per ildetensionamento miofasciale a indirizzosportivo. L’ampia documentazione ico-nografica chiarisce ogni dettaglio diposizionamento e intensità del massag-gio.

Roberto Dagani Alea Edizioni 2005 pag. 128 - Euro 21

FISIOLOGIA APPLICATA AL FIT-NESSIl manuale affronta in maniera concisama esaustiva la fisiologia del corpoumano, con particolare riferimentoall’influenza dell’esercizio fisico suorgani e apparati. Il manuale è ancheuno strumento didattico e di autovalu-tazione per il professionista del fitnesse costituisce strumento fondamentaleper la programmazione del training.

Davide Girola Alea Edizioni 2003 pag. 160 - Euro 23

FITNESS TERAPIA - 2 VOLUMI

Il movimento è un farmaco naturalecontro molte patologie cronico-dege-nerative. Partendo da questa convin-zione i volumi propongono protocollidi lavoro e metodi di allenamentoadeguati ai soggetti affetti dalle piùcomuni patologie.

VOLUME 1Ipertensione - Patologie respiratorieostruttive croniche - Low back pain -Obesità - Patologie cardiache infantili

VOLUME 2:Coronaropatie - Artrite reumatoide -Patologie renali - Gravidanza - FibrosicisticaAlea Edizioni 1999/2000 - pag. 144 Ogni volume Euro 24

OFFERTA: 2 VOLUMI A 36 EURO

CARDIOLOGIA E FITNESS

Partendo dai fondamenti della fisiologiacardiovascolare, l’autore accompagna illettore dalla pratica clinica alla valuta-zione funzionale e psicosomatica delcardiopatico e alla periodizzazione del-l’allenamento, spiegando con precisio-ne gli effetti della terapia farmacologicasulla performance.

Davide Girola Alea Edizioni pag. 248 - Euro 31

MASSAGGIO SPORTIVO

Il testo propone tecniche manuali per iltrattamento efficace della micro-trauma-tologia dei tessuti molli nello sportivo. Icapitoli a carattere puramente praticodescrivono la conformazione dei tessuticonnettivi, le interazioni tra il danno tes-sutale, l’infiammazione e gli eventi ripara-tivi.

Roberto Dagani Alea Edizioni 2002pag. 128 - Euro 21

100 QUIZ – 2 VOLUMI

Un metodo che consente di appropriarsidella materia trattata in modo veloce,coerente e duttile allo stesso tempo,attraverso domande diversificate, pic-coli trabocchetti logici, immagini condidascalie incomplete. Un efficientemezzo di verifica che, dove evidenzialacune di conoscenza, permette subi-to di colmarle, grazie alle informazionimirate e accurate che corredano lerisposte. In ogni volume: 100 quiz dianatomia e biomeccanica dell’appa-rato locomotore, 400 risposte e 400commenti alle risposte.

Alessandro Lanzani e Laura Boggero Alea Edizioni 2005pag. 112 – Euro 21

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Page 48: FitMed n°11/2011

ANATOMIA DELL'APPARATOLOCOMOTOREAnatomia in 3D con animazioni,filmati. Lo strumento per visualiz-zare, imparare e approfondirel'anatomia funzionale in modosemplice, facile e intuitivo. È indi-rizzato a medici, fisiokinesiterapi-sti, studenti e laureati in ScienzeMotorie, istruttori di fitness, per-sonal trainer e operatori sanitari ingenere.Un'opera che si compone di treCD, acquistabili separatamente (compatibile con i sistemiMacintosh e Microsoft Windows):

Francesco BettinzoliGhedinimedia EditoreEuro 45,45 per ogni CD

FITNESS METABOLICO

L'opera, su cui è strutturato ilcorso di formazione a distanza peroperatore di fitness metabolico,fornisce le basi necessarie perorganizzare percorsi motori perso-nalizzati per la sindrome metaboli-ca: ipertensione e malattie cardio-vascolari, soprappeso e obesità,diabete, artrosi e osteoporosi.

Step operativi:- inquadramento del soggetto e anamnesi metabolica;- gli strumenti di misura, i Fixmetabolici;

- le unità motorie metaboliche come strumenti di lavoro;

- la programmazione e l'insegnamen-to dell'attività motoria;

- gli strumenti di fidelizzazione; - come strutturare le prime ore di lavoro

con i soggetti metabolici;- monitoraggio e verifica dei risultati;- codice deontologico.Si compone di un volume + 8 DVD multimediali con contributi audio, video, immagini, testi e presentazionicon grafici e tabelle. I DVD sono fruibili solo su personal compu-

ter, non su Macintosh.

Alessandro LanzaniAlea Edizioni 2008 Euro 480

FITNESS COACHING

Il coaching è un nuovo modello per lagestione e la cura di ciascun cliente. Ilvolume propone strategie e tecniche diacquisizione e fidelizzazione del cliente,suggerendo basi tecniche, metodologichee operative con un nuovo modo di conce-pire ed erogare il fitness.

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cipando a lezioni frontali dell’autore. Domenico Nigro Alea edizionianno 2008pag. 176 libro Euro 35 - Libro + dvd Euro 70

Domenico Nigro Alea edizioni anno 2008pag. 176 libro Euro 35 - Libro + dvd Euro 70

BUSINESS FITNESS

Investire le proprie risorse mentali edeconomiche in una nuova impresa nelfitness rappresenta oggi una sfida diffi-cile e stimolante allo stesso tempo che,condotta con i mezzi adeguati e con unbuon grado di buon senso, può garanti-re piena soddisfazione personale edeconomica. Il manuale illustra in formasemplice ed efficace metodi e procedu-re per avviare e gestire con successol’impresa fitness, fornendo suggerimen-

ti diretti e immediati, relativi a ogni area e ogni fase della vita diun Fitness Club.

Luca Mazzotti Alea Edizioni 2008 - pag. 128 Euro 20

FITNESS MARKETING

Libro di riferimento per gli imprenditoridi centri fitness, propone gli studi, lestrategie e le metodologie più aggiorna-te per la fidelizzazione e l’acquisizionedei clienti, la gestione dell’offerta, ilmanagement del personale, le strategiedi comunicazione.

Alain Ferrand e Marco Nardi Alea Edizioni 2005 pag. 264 Euro 36

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