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Machiavelli Espresso VII

Date post: 06-Apr-2016
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Numero II - Anno II - Novembre 2014
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Anno II - Numero II - Novembre 2014
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Page 1: Machiavelli Espresso VII

Anno II - Numero II - Novembre 2014

Page 2: Machiavelli Espresso VII

I

ndic

e

2 Machiavelli Espresso VII | Novembre 2014

L’importante è lottare

di MATILDE DAL CANTO

C.P.I

di RACHELE PELLEGRINI

Cinema Italia, via del biscione, 32, Lucca

di ALICE MELOSI

Siamo in una botte di ferro

di ALESSANDRO MARCHETTI

Indagini dietro l'innocenza dei colorati Loom Bands

di MARAJA TEMPESTINI & SUNITA BARONTI

……………………………………

Dialogo di uno studente orientatore e di un istituto

di MARCO RIDOLFI

Intervista ai Rappresentanti d’Istituto

di MATTEO ANASTASIO & EMMA RONCAGLIA

Machiavelli grida “aiuto”

di GRETA ORSI

ISI Machiavelli: una banale formalità

di IACOPO COTALINI

…………………………………… This is all yours // Alt-J

di REBECCA BUCCHERI

Il rocker ai margini della città

di STEFANO SESTANI

……………………………………

Il Potere dei soldi: quando i soldi non

garantiscono successo

di DAVIDE INNOCENTE

……………………………………

Vittorio Corcos e i sogni della Belle Epoque

di CHIARA BARTOLI

……………………………………

Sofonisbe risponde... di SOFONISBE

Giochi

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Page 3: Machiavelli Espresso VII

3

C aro Matteo,

volevo complimentarmi con te per

il risultato ottenuto alle ultime

elezioni amministrative: i tuoi

candidati hanno vinto le elezioni regionali

con il 61,4 % in Calabria e con il 49,1 % in

Emilia, dove il tuo partito ha toccato quota

44,5 %. Certo, a votare sono stati il 44 % in

Calabria e il 37,7% in Emilia, dove alle scor-

se Europee si era recato alle urne ben il 70 %

degli aventi diritto. Ma, come hai detto tu,

questo è “un fattore secondario”. L’importan-

te è aver fatto “due su due”, come cantavano

gli Articolo 31. Complimenti

Matteo, hai demolito tutte le

opposizioni. L’unico partito

“superstite” è un movimento

che si professa antieuropeista

e che fomenta la xenofobia;

ma, come diresti tu, anche

questo è un elemento secon-

dario. Come hai più volte

ribadito, coloro che si oppo-

nevano al “fare” e alle rifor-

me sono stati sconfitti: se-

guendo questo pensiero, tra

qualche anno volerai al 90 %, la stessa per-

centuale con il quale, dal 1989, Nursultan

Nazarbaev viene eletto presidente del Kazaki-

stan. Ma lo sai, caro Matteo, cosa mi piace

particolarmente della tua politica? La coeren-

za. Ebbene, qualche tempo fa dicesti che i

sindacati, che rappresentano “solamente”

qualche milione di lavoratori, e le manifesta-

zioni di piazza non avrebbero bloccato le tue

indispensabili riforme; oggi affermi che un’a-

stensione del 60 % è un dato secondario. In

parole povere, di quello che pensano gli ita-

liani (o almeno una parte di essi) non ti im-

porta niente: ma tu, caro Matteo, puoi ben

permettertelo. Infatti non sei dovuto passare

per quel noiosissimo tran tran chiamato ele-

zioni politiche e non hai alcuna promessa

elettorale da rispettare. Fai bene, caro Matteo,

a non preoccuparti del perché una così alta

percentuale di italiani sia rimasto a casa,

snobbando le urne: il non avere più un partito

che li rappresenti è un ridicolo pretesto. Tu e

il tuo partito, infatti, potete bastare per tutti,

no? In sintesi, caro Matteo, grazie di esistere

e non ti crucciare troppo per quel 60 % che ha

ignorato le elezioni: si vede che domenica

faceva freddo e hanno preferito rimanere al

calduccio.

Un giovane futuro precario (e ti ringrazio

anche di questo)

P.s. Caro Matteo, ti volevo

anche dire di stare attento:

un gruppo di ragazzi di

una piccola città della tua

amata Toscana sta pensan-

do di fondare il P.A.

(Partito dell’Astensioni-

smo). Il loro obiettivo è

quello di raccogliere i voti

di tutti coloro che ultima-

mente hanno scelto di non

andare alle urne e di candidarsi alle prossime

elezioni politiche. Attento Matteo, perché se

le cose non cambiano, nel 2018, al Governo

ci finiscono loro.

Machiavelli Espresso VII | Novembre 2014

Caro Matteo ti scrivo... Alessandro Marchetti III C LC

Editoriale

“Fai bene a dire che un astensio-nismo del 60 % è un dato seconda-rio. L’importante è aver fatto ‘due su due’ ”

Page 4: Machiavelli Espresso VII

Att

uali

4

L a situazione delle donne Iraniane

non è cambiata rispetto al passa-

to: è tragica, oppressiva, limitati-

va. Quelle ad esser cambiate sono

le donne, che hanno preso maggior coscien-

za della loro situazione, si sono rese conto

(e ancora se ne stanno rendendo) di esser

vittime di numerose ingiustizie e hanno

cominciato, ovviamente non tutte, ma un

gran numero, a farsi valere, ad esempio

manifestando contro il regime in vigore, o

semplicemente provando a non indossare il

velo, a truccarsi, cose che per le donne di

numerosissimi paesi sono normalissimi

aspetti della vita quotidiana. Tuttavia, ciò

serve a poco o nulla, dato che in Iran, oggi,

nel 2014, sono considerati “reati” ad esem-

pio indossare un abbigliamento inappropria-

to, privo del velo. Addirittura Ali Khame-

nei, supremo leader religioso iraniano, ha

dichiarato che le donne iraniane non hanno

diritto ad un’attività politica e sociale, in

quanto il loro unico scopo nella vita deve

essere quello di rimanere a casa, di mettere

al mondo i bambini, allattarli, crescerli ed

educarli. A suo parere, anche dal punto di

vista psicologico, emotivo, le donne sono

troppo deboli rispetto all’uomo. Purtroppo

però, questo non è solo il pensiero di Ali

Khamenei, ma di moltissimi altri uomini di

quel paese e di molti altri.

La donna quindi è strumentalizzata, consi-

derata un mezzo per partorire e crescere i

figli, incapace di pensare, di lavorare se non

in casa. Ed è qui che, a parer mio, si sbaglia.

Le donne iraniane (come quelle di tutto il

mondo), sono ben altro che degli strumenti

psicologicamente, emotivamente, mental-

mente inutili e inferiori all’uomo. Sono

bensì coraggiose, intelligenti, determinate.

Ci sono tantissimi esempi, come quelli di

Reyaneh Jabbari o di Ghoncheh Ghavami.

Reyaneh è stata impiccata poche settimane

fa per aver ucciso colui che aveva tentato di

Matilde Dal Canto V A LC

L’importante è lottare!

I diritti delle donne iraniane vengono calpestati, ma non mancano

esempi di coraggio a cui ispirarsi

Machiavelli Espresso VII | Novembre 2014

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stuprarla. È stata in prigione per vari anni, sin

dal 2009. E’ stata accusata di omicidio pre-

meditato nei confronti di un ex funzionario

dell’intelligence iraniana. Secondo i giudici,

si sarebbe procurata l’arma del delitto alcuni

giorni prima e avrebbe mandato un messag-

gio ad un amico per avvisarlo delle sue inten-

zioni. Il processo si è concluso lasciando

aperti numerosi interrogativi; a niente sono

serviti gli appelli delle varie istituzioni e or-

ganizzazioni. La richiesta di perdono da parte

di Reyaneh non è stata accolta dalla famiglia

della vittima, cosa che avrebbe potuto trasfor-

mare la condanna a morte in detenzione.

Ghoncheh è invece una giovane studentessa

anglo- iraniana che è stata arrestata perché ha

tentato di vedere una partita maschile di pal-

lavolo e non è stata ancora rilasciata. Le don-

ne non possono esprimersi liberamente, po-

tremmo dire che sono schiave della loro cul-

tura e degli uomini. Questi si considerano

superiori e lo si riscontra in qualunque aspet-

to: non devono portare il velo, decidono

della vita delle loro mogli e, esempio più

grave, se le tradiscono per loro non è prevista

alcuna pena, mentre in caso contrario, le don-

ne sono lapidate. Tra uomini e donne c’è

un’evidente disparità di diritti. Tutto ciò porta

a riflettere e porsi delle domande. Se al posto

di Reyaneh ci fosse stato un uomo incolpato

di aver ucciso una donna, anche lui sarebbe

stato sottoposto a un processo sommario?

Anche lui sarebbe stato condannato all’impic-

cagione? Non si sarebbe dato ascolto agli

interventi da parte delle istituzioni di tutto il

mondo? Purtroppo è difficile cambiare la

situazione delle donne iraniane e di molti altri

paesi, ma non è impossibile. L’importante è

che non vengano a mancare dei modelli di

coraggio e di determinazione a cui ispirarsi,

come Reyaneh, Ghoncheh, a tutte quelle don-

ne vittime di una mentalità restrittiva, ingiu-

sta, assurda, particolarmente radicata in tutti

quei paesi integralisti come l’ Iran , ma non

assente in tanti altri, dove spesso queste sono

vittime di profonde ingiustizie . L’importante

è quindi lottare, sempre e comunque, non

aver paura, come Malala, la ragazza Pakistana

che poco tempo fa, a soli sedici anni, ha rice-

vuto il premio Nobel per la Pace, la quale si

batte per il diritto all’istruzione delle bambine

pakistane e che recentemente ha detto, rife-

rendosi ai talebani: “Pensavano di zittirmi

con una pallottola, ma non ci sono riusciti".

Concludo riportando una frase scritta da Rey-

aneh nella lettera di addio alla madre: “Tu mi

hai insegnato che si arriva in questo mondo

per fare esperienza e imparare la lezione e che

a ognuno che nasce viene messa una respon-

sabilità sulle spalle. Ho imparato che a volte

bisogna lottare”.

Reyhaneh Jabbari

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Cro

naca

I ndagine e atteggiamen-

to critico occupano, io

penso, i primissimi

posti tra i doveri e le

armi di un giornalista; con

questo non pretendo certo di

spacciarmi per una giornali-

sta ma piuttosto di giustifi-

care quel palese orientamen-

to o tendenza di pensiero che

inevitabilmente sogliono

venir fuori durante la tratta-

zione di temi meramente

politici e che io non sono ne’

in grado ne’ probabilmente

intenzionata a nascondere.

Come spero sappiate, non

serve andare lontano per

sentir parlare di Casapound;

anzi, per la precisione, un

curioso giretto per la nostra

città basterebbe non solo a

sentirne parlare ma anche a

partecipare attivamente agli

incontri dei membri di que-

sto movimento politico

emergente, e chissà che

facendolo, i loro portavoce

non vi convincano a diventa-

re simpatizzanti del partito,

dato che, come le prime

pagine della recente cronaca

regionale hanno dimostrato,

devono essere particolar-

mente abili in fatto di arte

oratoria. Casapound Italia

infatti ha da poco - il 25

ottobre- inaugurato la sua

nuova sede cittadina in via

Michele Rosi, ma il fatto che

la città abbia riapertole sue

porte e garantito agibilità

politica ai rappresentanti del

partito neofascista italiano

ha scatenato la reazione di

giovani attivisti che propa-

gandando un ideologia di-

chiaratamente opposta si

sono dedicati, nello stesso

giorno, ad un convinto vo-

lantinaggio antifascista

all’interno delle nostre mura,

tentando di provvedere an-

che all’illegalissima opera di

copertura di alcune svastiche

“perfettamente integrate”

con i palazzi della zona dei

Borghi tanto quanto

“perfettamente integrata nel

quartiere” dice di sentirsi

Casapound stessa. A questo

punto la storia e la cono-

scenza della natura umana

6

C.P.I. Rachele Pellegrini III B LC

La città riapre le porte al partito neofascista italiano.

Un militante ad una manifestazione di Casapound

Machiavelli Espresso VII | Novembre 2014

Page 7: Machiavelli Espresso VII

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non ci rendono difficile im-

maginare come la notte del 26

ottobre si sia potuti arrivare

ad episodi di violenza e ad

attacchi di stampo squadrista

tra i piccoli eredi idealisti dei

fasci del così detto ventennio

e i giovani paladini della

sinistra radicale. L’esito dello

scontro sono state parole

offensive in aria e un pugno

sul viso di uno degli attivisti

di sinistra, anche se l’ammire-

vole audacia con cui i membri

di Casapound coinvolti, da-

vanti alle autorità, hanno

continuato a smentire che ci

fosse stato un qualche contat-

to fisico, sembrerebbe davve-

ro convincere che non sia

andata così, lasciandoci quin-

di dedurre che il ragazzo

tornato a casa con un occhio

nero fosse un semplice auto-

lesionista di vent’anni capita-

to causalmente sul luogo del

misfatto. Ma chi di voi inve-

ce, leggendo queste poche

righe, si è chiesto che cosa sia

Casapound, non si senta parti-

colarmente ignorante; Casa-

pound Italia è infatti un gio-

vane movimento politico la

cui ufficiale nascita risale al

26 dicembre 2003 quando

alcuni fautori di questa ritro-

vata ideologia occuparono

con evidente successo uno

stabile nel rione Esquilino a

Roma. Partendo da qua, i

“fascisti del terzo millennio”,

come essi stessi non esitano a

definirsi, sono riusciti a far

eleggere alcuni dei propri

candidati nelle elezioni am-

ministrative italiane del 2011

e a rivendicare un certo ruolo,

minimo ma comunque inne-

gabile, anche in quelle euro-

pee del 2014. Per permettere

a voi e a me di conoscerlo

meglio, mi sono permessa di

indagare un po’ sui punti che

fanno la forza di questo movi-

mento e ho scelto di riportarvi

direttamente alcune righe dei

documenti di propaganda

reazionaria sventolando i

quali questi guardiani di un

potere ormai in decadenza,

abili burattinai dell’esaspera-

zione del nostro secolo e

sostenitori di una politica- già

fortunatamente condannata

dalla storia- di annientamento

dell’individualità e della pe-

culiarità dell’uomo, sono

scesi in migliaia e più volte

nelle principali piazze italia-

ne: “La nazione italiana deve

tornare ad essere un organi-

smo avente fini, vita e mezzi

d’azione superiori, per poten-

za e durata, a quelli degli

individui, divisi o raggruppa-

ti, che lo compongono. Deve

tornare ad essere una unità

morale, politica ed economi-

ca, che si realizza integral-

mente nello Stato. Individui e

gruppi devono essere

“pensabili” in quanto siano

nello Stato il cui primo com-

pito è quello di riaffermare e

riconquistare la sovranità e

l’autonomia minacciate da

poteri di natura internaziona-

lista. Noi vogliamo un'Italia

libera, forte, prevaricatrice,

fuori tutela, assolutamente

padrona di tutte le sue ener-

gie. Un'Italia nazionale, se-

condo la visione risorgimen-

tale, mazziniana, futurista,

dannunziana, gentiliana, e

soprattutto mussoliniana.

Consideriamo nemico nostro

e della nazione tutto ciò che

antepone gli interessi del

singolo al bene comune, ogni

concezione dello Stato indivi-

dualistica e oligarchica, tutto

ciò che induce allo sfigura-

mento dei popoli, delle perso-

ne e alla contaminazione

delle culture, tutto ciò che è

nemico della forma. Conside-

riamo amico nostro e della

nazione chiunque operi

nell'interesse del popolo ita-

liano e ne abbia a cuore il

destino, la bellezza, la dignità

sociale. Per la sua storia e per

il suo destino, l'Italia deve

tornare a esercitare una fun-

zione avanguardista in Euro-

pa, non essere schiava di

quest’ultima e provvedere al

blocco dell’immigrazione in

virtù della quale stiamo ri-

schiando il tracollo della

nostra econo-

mia.” (www.Casapaunditalia.

it) E così noi guardiamo le

strade diventare la passerella

di centinaia di camice nere,

come è successo il 19 ottobre

nella nostra capitale, dove il

grido di un intero corteo era

uno: siamo fascisti e non ci

vergogniamo”.

Machiavelli Espresso VII | Novembre 2014

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Cro

naca

M entre i proiet-

tori digitali

vanno a sosti-

tuire le vec-

chie pellicole e le multisala

fanno chiudere vecchi cinema

nei centri storici, la Curia

sceglie di mettere in vendita

l'immobile sede del cinema

Italia: Lucca rimane con tre

cinema. Centrale, Moderno e

Astra.

La piccola sala cinematogra-

fica di via del Biscione si è

trovata costretta a chiudere

quando, nello scorso aprile,

era rimasta l’unica non mu-

nita di proiettore digitale. Il

proiettore digitale non c’era

perché nessuno lo aveva

acquistato, nonostante la

Regione Toscana fosse dispo-

nibile a finanziare parte

dell’importo: il gestore per-

ché non voleva investire in

un macchinario cinematogra-

fico sapendo che l’immobile

era in vendita, l’Ezechiele,

perché lo avrebbe acquistato

solo se gli fosse stata conces-

sa la gestione del cinema.

Maximiliano Dotto, direttore

del cineforum Ezechiele, ci

racconta i fatti nel dettaglio:

“L’immobile è in vendita

ufficialmente da tre anni.

Durante questo periodo di

tempo abbiamo cercato di

vedere se era possibile far

cambiare idea alla Curia:

abbiamo raccolto più di 3000

firme che chiedevano al Ve-

scovo di ripensare a questa

decisione; poi però abbiamo

capito che per loro la vendita

era una scelta strategica:

avevano bisogno di vendere

per ristrutturare altre immobi-

li per loro più importanti del

cinema.

Il fatto determinante che ha

8

Cinema Italia, via del biscio-

ne, 32, Lucca Alice Melosi III C LC

Un altro cinema si spenge a Lucca. L’Ezechiele è costretto a trovare una nuova collocazione,

l’offerta culturale della Lucca-centro storico diventa più scarsa. Neanche una corposa raccol-

ta firme riesce a smuovere le intenzioni della Curia: il cinema Italia chiude.

Machiavelli Espresso VII | Novembre 2014

Page 9: Machiavelli Espresso VII

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portato al nostro abbandono

del cinema Italia e poi alla sua

chiusura è stato che nel corso

del 2014 sarebbe stato irrinun-

ciabile passare al digitale,

perché nessun film sarebbe

stato più distribuito in pellico-

la. Abbiamo quindi proposto

sia al parroco gestore del

cinema, che alla Curia di ac-

quistare noi il proiettore, per

una spesa di circa 40/50.000

euro, e insieme prendere in

gestione il cinema; d’altra

parte il locale era difficilmen-

te vendibile, causa i molti

lavori di cui aveva necessità.

Quando ci siamo resi conto

che non c’erano margini per

sperare in un’evoluzione posi-

tiva, abbiamo deciso di andar-

cene prima che ci costringes-

sero a chiudere. Per quanto ci

sia dispiaciuto lasciare il cine-

ma Italia, quella dell’Astra, la

nostra attuale nuova sede, è

adesso per noi una situazione

ottimale e definitiva.”

Il cinema Italia non è mai

stato un cinema molto fortu-

nato. Sempre Maximiliano

Dotto racconta: “Pur essendo

uno dei cinema più antichi di

Lucca, è stato considerato un

cinema minore a causa della

programmazione di film di

seconda visione, anche dopo i

lavori di riammodernamento

del ‘95/’96. Noi avevamo

iniziato ad andare al cinema

Italia nel ‘98, sapendo che

don Balducci, gestore in que-

gli anni, aveva risistemato il

proiettore con l’aiuto di un

finanziamento. Ci parve im-

portante creare un cineforum

mettendo insieme le varie

figure che si occupavano di

cinema a Lucca: prendemmo

quindi contatti con Don Bal-

ducci, e facemmo un accordo

per la concessione della sala a

Ezechiele il lunedì e il merco-

ledì. Sull’onda del successo di

Ezechiele, che era una novità

rispetto al Circolo del Cine-

ma, nel quale doveva essere

fatto l’abbonamento a tutti i

film, anche il cinema Italia

cominciò ad essere rivalutato

dal pubblico lucchese che

iniziò a frequentarlo anche al

di fuori del cineforum”. Ma

allora cosa ha significato la

chiusura del cinema Italia?

Dotto risponde:” La chiusura

è un peccato perché rimango-

no tre cinema soltanto a Luc-

ca” . E in effetti mentre nel

tempo i cinema tradizionali in

tutta Italia hanno progressiva-

mente dovuto chiudere perché

sostituiti da tecnologiche

multisala, a Lucca le sale

cinematografiche si sono

progressivamente ridotte fino

a rimanere tre. Che la richie-

sta dei cittadini sia diminuita?

Oppure sta cambiando l’ap-

proccio generale al cinema? E

in che rapporto stanno i distri-

butori cinematografici e i

cinema di provincia?

Chiediamo a Maximiliano

Dotto in sintesi la storia dei

cinema a Lucca: “Dove c’è la

profumeria Gardenia in via

Fillungo, una volta c’era il

cinema Pantera ( chiuso nel

‘91), in piazzale Verdi si an-

dava al Nazionale, (cinema

che non era il massimo per

acustica e dimensioni) e esi-

steva anche il Mignon, una

piccola sala con programma-

zione di film a luci rosse: tre

cinema che in 15 anni hanno

chiuso (prima ce n’erano altri

ma bisogna risalire agli anni

70, quando ancora a S.Vito

esisteva l’Europa dove ora c’è

il bowling).” Dotto quindi

tiene a sottolineare il ruolo del

cineforum e del circolo del

cinema: “A Lucca tanti buoni

film, ora che ha chiuso il cine-

ma Italia, senza di noi e senza

il Circolo del cinema si perde-

rebbero. Le case di distribu-

zioni più potenti (Warner,

Walt Disney ecc.) riescono a

piazzare film in modo più

capillare, mentre quelle mino-

ri trovano poco spazio. Le

sale cinematografiche quindi

si trovano obbligate a proiet-

tare film piuttosto omologati,

a danno del pubblico.”

Ma la bolla di vetro che fino

ad ora ha protetto la realtà di

Lucca da un eventuale proget-

to di multisala e una conse-

guente chiusura degli altri

cinema può scoppiare? Forse

no: “Il boom delle multisala è

stato negli anni 2000 e proba-

bilmente Lucca, ancora senza

una multisala, non è una piaz-

za così ambita. La multisala

monopolizza la distribuzione

e il piccolo cinema non ce la

fa a sopravvivere: questo

rispecchia la realtà moderna, è

l’espressione di una società

sempre più solitaria.” Ci spie-

ga Dotto.

Ecco perché Lucca deve sen-

tirsi fortunata nel non essere

ancora stata sopraffatta dalle

multisala: le poltrone saranno

comode, il suono sarà miglio-

re, avranno l’esclusiva di

alcuni film, ma l’atmosfera

della sala cinematografica

cittadina non si può ricreare in

nessun modo. Per questo le

piccole realtà come il cinema

Italia devono sopravvivere:

per apportare una lieve ma

necessaria impronta di perso-

nalità e originalità in un

mondo soffocato dalla

tecnologia.

Machiavelli Espresso VII | Novembre 2014

Page 10: Machiavelli Espresso VII

Cro

naca

B uone notizie per

gli studenti del

nostro Istituto,

in particolare

quelli "ospitati" nella sede di

via San Nicolao. I lavori che

stanno letteralmente gettan-

do nel caos la sede di Via

San Nicolao, dove numerose

classi sono costrette a fare

lezioni nei diversi laboratori,

stanno per volgere al termi-

ne. Il 15 dicembre è la data

in cui impalcature e operai

spariranno e la scuola torne-

rà a funzionare al massimo

delle sue capacità struttura-

li. Questo secondo le parole

dell'assessore provinciale

alla Pubblica Istruzione

Mario Regoli, riportate da

diverse testate locali tra cui

"La Nazione" in data 19

novembre. Parole conferma-

te dal Presidente della Pro-

vincia in un incontro con

una rappresentanza di ragaz-

zi dell’Istituto. Tale incontro

è stata la conclusione di tre

giorni in cui si sono svolte

attività autogestite al Liceo

delle Scienze Umane, attivi-

tà volte a riqualificare (dove

possibile) e denunciare le

pessime condizioni in cui

versa la struttura. Con ciò

non vogliamo assolutamente

dire che gli interventi

dell'assessore Regoli e del

Presidente Baccelli e la ri-

presa dei lavori siano una

diretta conseguenza della

protesta dei nostri compagni:

significherebbe infatti affer-

mare un qualcosa di gravis-

simo, cioè che la provincia

si era sostanzialmente

"scordata" dei lavori in via

San Nicolao, interrotti per il

presunto ritrovamento di

alcuni affreschi. Affreschi di

cui, tra l'altro, non viene

fatta menzione nell'articolo

de “La Nazione”, dove la

sospensione dei lavori viene

attribuita alla necessità di

mettere in sicurezza la co-

10

Siamo in una botte di ferro Alessandro Marchetti III C LC

Tour nei successi (?) e nei fallimenti dell’edilizia pubblica lucchese

L’ex-caserma Lorenzini

Machiavelli Espresso VII | Novembre 2014

Page 11: Machiavelli Espresso VII

11

pertura, in quanto alcune

delle travi di sostegno del

tetto erano da sostituire. Gli

affreschi, secondo altri, si

troverebbero in un’ala dell’e-

dificio in cui i lavori non

sono ancora iniziati. Gli

amanti dell'arte si mettano il

cuore in pace: di questi affre-

schi, se mai sono esistiti,

difficilmente sentiremo anco-

ra parlare. Ma, messi da parte

affreschi e travi deteriorate,

su una cosa possiamo stare

sicuri: il 15 dicembre i lavori

saranno finiti. Sono state le

stesse istituzioni locali ad

affermarlo. Possiamo dire di

essere nella cosiddetta "botte

di ferro". Le istituzioni locali,

quando fanno una promessa e

si prendono un impegno,

piccolo o grande che sia,

l’hanno sempre mantenuto

nei tempi promessi… Un

esempio più che lampante di

questa “tempestività” ed

“efficienza” è il cosiddetto

progetto PIUSS (Piani Inte-

grati di Sviluppo Urbano

Sostenibile) che, grazie all’u-

tilizzo di fondi messi a dispo-

sizione dalla Regione Tosca-

na, prevedeva la riqualifica-

zione di numerosi spazi in

degrado presenti nella nostra

città. Il piano, che ha coinvol-

to altre città oltre Lucca, è

partito nel 2009. Il progetto

simbolo era quello riguardan-

te Piazzale Verdi, dove era

prevista la realizzazione di un

“anfiteatro verde”, al posto

del terminal dei bus, che do-

veva essere trasferito al Pala-

tucci o, in alternativa, nella

zona dei vecchi depostiti dei

treni alla stazione (che versa-

no in condizioni fatiscenti).

Nel dicembre 2013 è stato

sottoscritto il contratto d’ap-

palto tra il comune di Lucca e

l’azienda incaricata dei lavo-

ri; poco tempo dopo i bus

sono stati “dirottati” fuori

Porta Sant’Anna, causando

non pochi problemi alla cir-

colazione. L’intervento è

stato così rapido che, a luglio

2014, dopo i primi scavi, è

stato dato il contrordine: il

terminal bus torna a Piazzale

Verdi. Addio PIUSS e addio

400.000 euro dei contribuenti,

necessari, in sostanza, per

effettuare alcuni scavi che

sono stati ricoperti pochi mesi

dopo. Non ci rimane che

sperare allora che, nella rapi-

da chiusura del cantiere che

“assilla” una delle nostre sedi,

gli enti locali mettano lo stes-

so zelo con il quale è stato

affrontato il progetto

(anch’esso PIUSS) della vec-

chia caserma Lorenzini, edifi-

cio che versa in pessime con-

dizioni ormai da una decina

d’anni, i cui spazi interni

(come cortili e ex piazze d’ar-

mi) sono stati utilizzati come

parcheggi per residenti e non:

a gennaio 2013, il numero

degli stalli é stato ridotto da

115 ad una trentina, a cui si

può accedere da un ingresso

secondario, sconosciuto ai

più; dopo quasi due anni, i

lavori sono in uno stato avan-

zato, sì ma di abbandono. Per

rincuorarci e tranquillizzarci

possiamo però parlare del San

Francesco, uno dei gioielli

della nostra città, un comples-

so ex conventuale di circa

12.000 metri quadrati, acqui-

stato dal Comune di Lucca

nel 2003. Destinato a grandi

progetti, il convento, senza

che vi sia stato fatto alcun

intervento, è stato rilevato nel

2010 dalla Fondazione Cassa

di Risparmio che in soli tre

anni vi ha realizzato l’IMT,

da molti considerato il

“simbolo” dell’istruzione

privata a Lucca. Perciò, dopo

questo breve e inglorioso

“tour dei fallimenti”, gli stu-

denti di via San Nicolao, che

si erano sentiti rassicurati

dalla calda e confortante voce

del Presidente Baccelli, non

hanno di che stare così tran-

quilli. Anche perché, dietro

grandi proclami, si cela già

una piccola “magagna”: infat-

ti, come affermato dalle stes-

se istituzioni, il 15 di dicem-

bre finiranno i lavori in un’ala

dell’edificio. Serviranno al-

meno altri 45 giorni per com-

pletare i lavori nella parte

opposta, in cui è situata la

biblioteca. Sempre sperando

che non sbuchino fuori altri

“affreschi”. Alla fine, forse,

più che in una botte di ferro, i

nostri colleghi di via San

Nicolao rischiano di trovar-

si nella botte di Attilio Re-

golo.

Machiavelli Espresso VII | Novembre 2014

Page 12: Machiavelli Espresso VII

Cro

naca

12

S ono stati la moda e il passatempo

di grandi e soprattutto di piccini,

gli elastici colorati quest'estate

hanno attratto tutti.

Chi sotto l'ombrellone non ha passato del

tempo a fare un Loom Band? Chi non ne ha

indossato almeno uno?

Questi braccialetti così allegri, innocenti e

tutti colorati hanno avuto una grandissima

fortuna, ma ancor più grande è stato il tur-

bamento dopo la scoperta

della probabile natura

nociva degli elastici.

Ma qual è il vero motivo

per cui sono stati classifi-

cati come nocivi?

In seguito a segnalazioni

di cittadini che avevano

avuto reazioni allergiche è stata studiata la

composizione chimica del prodotto. La

plastica utilizzata contiene un'alta percen-

tuale di ftalati, agenti plastificanti (non gli

unici plastificanti in commercio, ma i più

economici) che a contatto con il sudore o

con la saliva trasudano dal composto e ven-

gono assorbiti attraverso la pelle.

All'inizio del mese di ottobre la polizia mi-

lanese ha intercettato venti milioni di elasti-

ci senza la marcatura CE (dunque non con-

formi alle Normative Europee) destinati alla

realizzazione di Loom Bands: una società

stava comprando illegalmente il prodotto (o

meglio, la versione non originale di esso) in

Cina e dopo averlo confezionato intendeva

rivenderlo sul mercato italiano. La stessa

merce cinese è stata inoltre sequestrata in

ben cinque depositi nella Chinatown mila-

nese, in via Giordano Bruno, per un valore

complessivo di circa tre milioni di euro.

Restano comunque fuori dall'accusa di esse-

re cancerogeni gli elastici americani: gli

unici originali e con il marchio CE.

Se però si analizza la situazione nei partico-

lari a partire dall'inizio, scopriamo che nel

2011 Choon Ng, ingegnere malese con cit-

tadinanza americana, inventò gli elastici e li

fece produrre in

Cina ed importare

in America.

Se tra gli elastici

sia quelli originali

americani sia quelli

"tarocchi" vengono

fabbricati in Cina,

c'è veramente differenza fra i due tipi? C'è

chi sostiene che l'America volesse, con la

mossa strategica di considerare originali

solo i propri elastici, ottenere il monopolio

del prodotto.

Cari lettori, per concludere l'articolo voglia-

mo lasciarvi con una massima latina:

"Fiducia pecuniam amisi, diffidentia vero

servavi", che tradurremo in italiano con

"Fidarsi è bene, non fidarsi è meglio".

“Fiducia pecuniam amisi, diffidentia ve-ro servavi, Fidarsi è bene, non fidarsi è meglio”

Indagini dietro l'innocenza

dei colorati Loom Bands Maraja Tempestini & Sunita Baronti I A LC

Machiavelli Espresso VII | Novembre 2014

Page 13: Machiavelli Espresso VII

13

I fatti dell’ultimo mese sono così esem-

plificativi della condizione del nostro

Istituto che mi spingono a parlare

chiaro. Basta avere timore, ora ci sono

tutti gli elementi per poterlo dire: unità,

collaborazione, senso di appartenenza e

brillante organizzazione sono delle costanti

nel nostro Istituto. “L’hai capito finalmen-

te”. Ma certo che sì, è palese. Chi ancora

mette in dubbio l’unità di questo Istituto?

Quale più emblematica immagine in questo

senso se non gli incontri ufficiali con le

autorità, l’unico ed efficientissimo sito sco-

lastico, e soprattutto le assemblee al cinema

Moderno, dove, all’unanimità, decretiamo

che non esiste punto su cui siamo d’accor-

do.

L’interesse, il senso di appartenenza e la

collaborazione si vedono chiaramente alle

affollatissime riunioni del COS, dove tutti,

secondo una ferrea e condivisa disposizione

comune, decidiamo se sarà autogestione o

cogestione, se di ottobre o di novembre,

ponderando attentamente l’opzione ponte

per i Comics. Certo, delle lievi incompren-

sioni capitano: può accadere che taluni oc-

cupino una sede, nonostante il no categorico

del Collettivo degli Studenti e dei Rappre-

sentanti d’Istituto. Ma in fondo è compren-

sibile che una minoranza non rappresentati-

va occupi un edificio in ristrutturazione,

mandi in tilt una segreteria già nel caos,

blocchi le votazioni per i Rappresentanti

d’Istituto, venga riconosciuta e ascoltata. La

sede di via San Nicolao non voterà ma non

lasciamoci distrarre da queste piccolezze:

questi ragazzi stanno lottando per i nostri

diritti. Almeno hanno ottenuto ben altri tre

giorni di autogestione dopo gli altrettanti

della settimana precedente: che instancabili

attivisti della causa!

Mentre la seconda protesta può dirsi piena-

mente riuscita dopo le rassicurazioni del

presidente Baccelli sullo stato dei lavori,

bisogna ammettere che a scuola sussiste

anche un qualche problemino con le circola-

ri. Per fortuna si tratta di comunicazioni di

poco conto. Che importa infatti se i rappre-

sentanti di classe non conoscono il giorno

del consiglio, se l’avviso di una scadenza

non arriva per tempo, se gli studenti addetti

al seggio elettorale non hanno ricevuto alcu-

na comunicazione; se manca il verbale per

le elezioni, se le schede devono tagliarle i

ragazzi, se la griglia per il conteggio la si fa

artigianale, se i professori non sono mini-

mamente informati né che ci sono le elezio-

ni né che i loro alunni girano per la scuola

nelle loro ore senza autorizzazione. D’al-

tronde qui ognuno ha il suo daffare: la pre-

sidenza, la segreteria non possono mica

pensare a tutto. Bisogna sapere un po’ ar-

rangiarsi. L’Istituto non si blocca di fronte a

queste quisquiglie. Infatti è proprio qui che

si riscontrano collaborazione e organizza-

zione: alcune componenti dell’Istituto dan-

no una mano a sopperire le mancanze delle

altre. Se questa non è solidarietà! Certo,

magari per seguire una circolare o per trova-

re ciò che si cerca, bisognerà stare in segre-

teria una mattinata, ma quale esempio più

alto di valore di fronte a queste inevitabili

problematiche?

“Questo è puro delirio” . No, questo è l’ISI

Machiavelli.

Dialogo di uno studente

orientatore e di un istituto Marco Ridolfi III C LC

Machiavelli Espresso VII | Novembre 2014

Page 14: Machiavelli Espresso VII

14

l’

Int

ervi

sta

Intervista ai Rappresentanti

d’Istituto Matteo Anastasio II C & Emma Roncaglia III C LC

L i vediamo avvicinarsi a passo sicu-

ro: due coppie, due diversi luoghi.

Non abbiamo potuto fare a meno

di dividerli questi nostri rappresen-

tanti nel porre loro le domande, e se questa

carenza da una parte ha compromesso la

coerenza del risultato, dall’altra ha delineato

le figure. Svelti, decisi, furbi i primi; più

rilassati, teneri e affiatati i secondi; tutti mol-

to cordiali.

Cediamo quindi la parola a loro, per farveli

“assaporare” in maniera il più possibile diret-

ta, non senza prima averli ringraziati per la

loro disponibilità.

Nome, cognome, due aggettivi.

M.G.: Marta Garfagnoli, responsabile e ma-

tura. Ma questo è già scontato, l’ho già detto

mh… responsabile e tosta.

I.C.: Io sono Iacopo Cotalini e… ma per

descrivermi in che ambito?

M.G.: Ehi..

Ahah, non specificato.

I.C.: Okay, allora responsabile e intrapren-

dente.

A.M.: Angelica Maccanti, molto diplomatica

e sensibile.

F.T.: Filippo Treggi, ansioso..

A.M: Eh ? Ah no avevo capito “anzi Oso” !

F.T: Ansioso ma anche sicuro, un po’ bipola-

re.

Machiavelli Espresso VII | Novembre 2014

Page 15: Machiavelli Espresso VII

15

Migliore qualità e peggior difetto, e poi in

che modo potrebbero influire sul vostro

operato?

I.C.: Beh, la mia più grande qualità è anche il

mio peggior difetto: ho tanta voglia di fare, a

volte attivo tanti progetti e ne porto a conclu-

sione la metà di quelli che magari vorrei fini-

re.

M.G.: Io direi… come difetto il fatto di essere

una persona molto testarda, quindi quando

scelgo di intraprendere un progetto cerco

comunque di portarlo a

termine nelle condizioni

che ho prestabilito, e

questo è vero potrebbe

anche non essere solo un

difetto ma anche una mia

qualità.

Tra le qualità potrei inve-

ce dire il fatto di, sì esse-

re una persona responsa-

bile e una persona che sa

fare comunque ad ascol-

tare gli altri e trarre le

conclusioni non in ma-

niera affrettata ma pen-

sandoci bene e pensando

comunque al bene non soltanto mio ma anche

altrui.

A.M: Penso che il mio peggior difetto sia il

fatto che spesso e volentieri non riesco a tro-

vare le parole esatte per esprimermi. Mentre

un pregio è che sono brava ad ascoltare e a

capire i bisogni dell’altro, cosa che penso sia

fondamentale per un rappresentante.

F.T: Io entro facilmente in crisi e spesso ri-

schio di balbettare, penso che questo potrebbe

infierire negativamente per esempio nelle

assemblee d’istituto o in situazioni simili. Un

pregio è che tendo sempre a migliorare..

A.M: No posso suggerirtene uno ? La dispo-

nibilità !

F.T: Si modestamente sono molto disponibile,

cosa che però mi porta spesso a caricarmi di

troppi impegni e a non portarne a termine

molti, cosa che potrebbe essere vista come un

difetto.

Letterati o scienziati?

I.C: Letterato.

M.G: Letterata.

A.M: Letterata

F.T: Letterato, assolutamente letterato.

Passando alle vostre proposte, a quale siete

più affezionati?

I.C: Beh io sicuramente dal al giornalino

scolastico Devo ammettere che questa è quel-

la che mi sta più a cuore Ma perché la porto

avanti già da un anno e mi piacerebbe diven-

tasse un'entità maggiore all'interno della vita

scolastica, e che coin-

volgesse più ampiamen-

te tutto l’Istituto Sicura-

mente la sfilata che

abbiamo proposto è un

altro elemento impor-

tante del nostro pro-

gramma perché è una

cosa realizzabile E

potrebbe anche far ve-

dere al di fuori della

scuola Che il liceo clas-

sico il liceo delle scien-

ze umane e il Civitali

vogliono Trovare un

accordo fra di loro E

vogliono dimostrare di essere un I.S.I Ma-

chiavelli.

M.G: Secondo me non è giusto parlare del

progetto che mi sta maggiormente a cuore

poiché tutti mi sono cari, altrimenti non li

avrei proposti. Il progetto che comunque

secondo me è più interessante è la sfilata

perché a mio parere il problema più importan-

te della nostra scuola è quello legato ai soldi:

mancano fondi e la sfilata potrebbe essere

un'ottima occasione per farci vedere anche

all’esterno, nella nostra città. Potrebbe anche

essere un modo per valorizzare alcune perso-

ne che frequentano il Civitali che sono già

indirizzate verso il settore della moda e quin-

di potremmo trasmettere un maggior senso di

collaborazione all'interno della nostra struttu-

ra scolastica. Inoltre tengo molto all’unifor-

mazione dei regolamenti d’istituto, forse il

nostro compito principale.

A.M: Sono sicura che Papo avrà risposto: il

giornalino. L’obbiettivo al quale sono più

affezionata è l’unità di tutte e tre le scuole,

Machiavelli Espresso VII | Novembre 2014

Page 16: Machiavelli Espresso VII

16

l’

Int

ervi

sta

perché, anche se molto differenti per forza di

cose, sono state unite e le cosa che sento più

importante in questo momento è proprio

l’unità a livello di persone.

F.T: Avrei potuto dire l’idea dei tornei sporti-

vi, ma probabilmente sarà irrealizzabile poi-

ché non ci è permesso farli all’interno della

scuola, nonostante l’anno scorso fosse possi-

bile. Sto cercando comunque di trovare

un’alternativa. Penso però che un’altra cosa

importantissima e fondamentale sia il cos,

per avere innanzitutto una collettività e per

condividere e cercare di

risolvere i problemi.

Se si fossero presentate

altre liste cosa avrebbe

dovuto comunque spin-

gervi a votarvi? E cosa

ne pensate del fatto che

non si sia candidato nes-

suno?

I.C: Sicuramente il fatto

che non ci siano presenta-

te altre liste secondo me

un po' penalizza anche la

nostra perché veniamo

visti come dei banali ap-

profittatori che non hanno avuto modo di

dimostrare le loro reali qualità perché alla

fine di fatto siamo già rappresentanti d'istitu-

to anche senza elezioni. Però d'altronde ab-

biamo avuto una migliore occasione per ini-

ziare già a collaborare tra di noi in un'ottica

differente, infatti noi non ci riunivamo per

discutere della nostra lista ma per parlare

dell'approccio che avremmo avuto poi In

consiglio d'istituto per tutto l’anno.

M.G: Questa cosa, vorrei aggiungere, ci ha

spronato fin dall'inizio a prendere sul serio il

nostro ruolo E a prendere coscienza del fatto

che saremmo stati noi Rappresentanti e que-

sto quindi ci ha dato qualcosa in più spronan-

doci a progetti più sensati e concreti possibi-

le.

Pensate che l’esservi candidati solo voi e

che quindi non ci sia stata concorrenza

possa rendere la vostra rappresentanza

meno efficace ?

A.M: Io penso che sia triste che in un istituto

così grande che riunisce tre scuole non si sia

candidato quasi nessuno e soprattutto che un

scuola sia rimasta scoperta. Ci vedo una sorta

di sottovalutazione della figura di rappresen-

tante, che però non è coerente con l’apparen-

te sopravvalutazione delle nostre possibilità

che è venuta fuori all’assemblea d’istituto.

F.T: Una delle mie paure più grandi in questo

momento è di non essere all’altezza di questa

carica.

Voi siete dei piccoli

politici, cosa ne pen-

sate dell’esempio poli-

tico italiano?

M.G: Bella questa

domanda, io direi che

la politica è un qualco-

sa di affascinante, qual-

cosa che comunque

dovrebbe servire a tutti

e non soltanto qualcosa

che sta aldilà dell'espe-

rienza quotidiana. Poli-

tica infatti vuol dire

scegliere, e noi compiamo scelte ogni giorno,

ogni decisione che noi facciamo è un'azione

politica.

I.C: Anche secondo me un politico deve

avere alcune caratteristiche fondamentali

come ad esempio saper parlare , essere cari-

smatico e riuscire a piacere se non a tutti

almeno ai suoi elettori. Una cosa che purtrop-

po è venuta a mancare in questo periodo in

Italia secondo me è il prendere seriamente lo

schieramento politico di appartenenza. Ulti-

mamente vedo spesso persone che passano

da una parte all'altra più per quello che sem-

bra un vantaggio personale che per le loro

stesse idee.

Come vi siete sentiti all’assemblea d’Istitu-

to?

A.M: Volevo mettermi a piangere, stavo per

scoppiare da un momento all’altro. Ci sono

Machiavelli Espresso VII | Novembre 2014

Page 17: Machiavelli Espresso VII

17

rimasta molto male del fatto che non sono

riuscita a trovare le parole per esprimermi

come volevo, come dicevo prima, e in quel

momento ho provato invece molta invidia per

Marta e Papo che invece anche se erano in

ansia sono riusciti a dire tutto quello che pen-

savano in una maniera molto bella e scorrevo-

le.

F:T: Io ero veramente in crisi, tremavo. Per

prima cosa al biennio mi hanno acclamato

troppo. Ti dico solo che un uomo mi ha chie-

sto se ero single. Ci sono rimasto malissimo.

E adesso la posta dei lettori…

Tatuaggi o segni particolari?

I.C: Beh se il mio dread si può considerare un

segno particolare quelli però tatuaggi non ne

ho ne penso di avere cicatrici evidenti.

M.G: Dovete aspettare qualche mese, io vole-

vo farmi un tatuaggio sulle natiche

(l’espressione non è stata esattamente questa,

ma tale il senso)

olè!

M.G.: Con scritto “kiss this”

I.C: Bello Marta, mi sembra un’ottima idea!

A.M: Non ho tatuaggi, un segno particolare

potrebbe essere il fatto che cammino storta.

F.T: Io ripudio tatuaggi e segni particolari.

A.M: Ma i segni particolari ce li hai anche se

non vuoi !

F.T: Ah no aspetta ! Qual era la domanda ?

No io pensavo che fosse se volevo un pier-

cing ! No non ho tatuaggi, un segno particola-

re potrebbero essere i dread.

5 animali con la e

M.G: Elefante

I.C: Ermellino!

M.G: E…

I.C: Eucalipto!

M.G: Quello è un fiore!

A.M: Equini in generale?

F.T: Elefante, ermellino..

Ti arrendi?

F.T: Nonono, non mi arrenderò mai!

A.M: Via Filippo c’ho d’andare a casa!

F.T: No mi dispiace io fino alla morte! Era..

eru..te te la sei cavata con equini in generale?

Premio Nobel per la pace?

I.C: Non l'ha vinto Obama qualche anno fa?

Quest'anno lo vinceremo noi se riusciremo ad

attuare tutti i punti della nostra lista!

M.G: Ma non l'ha vinto Putin?

I.C: No! Era candidato…

F.T: Mandela!

A.M: No dai aspetta, c’ero a cena l’altra sera!

Quest’anno.

F.T: Una ragazza di colore che era una specie

di bidella?

Nerd hypster o pottini?

I.C: Ma, a parte che sono contrario alla classi-

ficazione… però non lo so dipende, faccio

molte cose da nerd, però mi vesto anche in

modo molto classico

M.G: E la pensi Hypster…

I.C: No sono in un gruppo di dungens and

dragons, so un sacco di cose sul signore degli

anelli che probabilmente non dovrei sapere…

a parte che gli hypster non esistono…q2

M.G: Non potrebbe essercene una quarta…?

Ma io mi vesto come mi trovo la mattina…

I.C: Si vede Marta, si vede.

M.G: Grazie

no comunque

direi potino,

dipende dalle

occasioni.

A.M: Nerd no

di sicuro, so

fare giusto ad

usare word.

F.T: Mi asten-

go.

Machiavelli Espresso VII | Novembre 2014

Page 18: Machiavelli Espresso VII

C

rona

ca S

cola

stic

a

C onfrontandoci

durante l’assem-

blea d’Istituto,

nelle mattine di

cogestione e in classe con

alcuni professori è emerso il

profondo disagio che ognu-

no di noi si trova costretto a

vivere a scuola ogni giorno:

le aule sono sporche, i cortili

in stato di degrado, una pale-

stra della sede in Via San

Nicolao chiusa, i lavori an-

cora in corso nel cantiere, i

laboratori adibiti ad aule,

per non parlare della man-

canza di materiale scolasti-

co e non.

Un gruppo di studenti si è

reso conto che la sola prote-

sta non basta e non porta alla

risoluzione dei problemi: è

giusto reclamare il nostro

diritto ad avere una scuola

pulita e ben attrezzata, ma

sappiamo che il personale è

ridotto all’osso, senza conta-

re che scarseggia perfino il

detersivo (che spesso viene

comprato dalle bidelle) e che

tutti i collaboratori scolastici

sono indaffarati e sempre in

movimento per qualche

incombenza.

Nonostante l’impegno della

dirigenza, del personale e

dei professori, che stanno

facendo di tutto per garantire

uno svolgimento lineare

delle attività scolastiche, i

disagi cominciano a farsi

sentire, così come la sensa-

zione che le istituzioni ci

abbiano abbandonato a noi

stessi, visti i reclami e le

proteste rimaste a lungo

senza risposta.

Di fronte a questa situazio-

ne, abbiamo deciso di affian-

care alla cogestione l’impe-

gno di pulire gli ambienti

18

Machiavelli grida “aiuto” Greta Orsi IV D LSU

In seguito alla cogestione e alla pubblicazione degli articoli sui

quotidiani locali, la Provincia ha chiarito i tempi e le modalità di

svolgimento dei lavori nella sede di Via San Nicolao.

Machiavelli Espresso VII | Novembre 2014

Page 19: Machiavelli Espresso VII

19

scolastici: alcuni si sono or-

ganizzati, hanno comprato

detersivi e cenci e, armati di

buona volontà hanno ripulito

le proprie aule, sebbene que-

sto compito non spetti a noi

studenti.

Inoltre, per richiamare l’at-

tenzione delle istituzioni sulle

problematiche che affliggono

la sede del Paladini-Civitali,

gli studenti del gruppo

“fotografia” hanno documen-

tato le condizioni della scuola

e l’attività della pulizia e, al

termine della cogestione,

sono state contattate le reda-

zioni dei giornali locali.

In seguito alla pubblicazione

di articoli riguardanti le con-

dizioni dell’Istituto sui quoti-

diani, il presidente della Pro-

vincia, Stefano Baccelli, ha

personalmente contattato noi

studenti e ha richiesto un

incontro, che si è svolto la

mattina del 20 novembre, per

confrontarci sulle problemati-

che della sede di Via San

Nicolao e a cui si sono pre-

sentati 137 studenti.

Il presidente, l’assessore Re-

goli e i responsabili del pro-

getto di ristrutturazione

dell’edificio hanno accolto

una delegazione e hanno

chiarito le motivazioni riguar-

danti il ritardo dei lavori e il

progetto stesso, che è stato

rallentato sia dal maltempo

sia dalla necessità di interve-

nire sulla trabeazione con la

sostituzione di alcuni travi

particolarmente rovinati.

Entro metà dicembre la zona

interdetta sarà riaperta e sa-

ranno a disposizione sei aule

nuove, mentre i lavori si spo-

steranno nel corridoio oppo-

sto e dovrebbero concludersi

entro due mesi circa.

La ristrutturazione riguarderà

successivamente anche l’atrio

di ingresso della scuola, ma i

lavori non sono stati iniziati a

poiché sono stati rinvenuti

degli affreschi e i responsabili

stanno valutando come me-

glio svolgere le operazioni di

ristrutturazione.

Al termine del confronto, il

presidente Baccelli e i tecnici

della Provincia hanno visitato

il complesso scolastico, ac-

compagnati dalla preside e da

alcuni studenti, e hanno deci-

so di fissare un nuovo incon-

tro per rispondere alla lettera

consegnata questa mattina.

I n seguito ad un breve

sondaggio è stata ri-

scontrata una diffusa

“ignoranza” tra gli

studenti dell’istituto: molti

dei partecipanti alla manife-

stazione del 14 novembre

non era a conoscenza né delle

motivazioni di questa né dei

problemi derivanti dalla ri-

forma della scuola del mini-

stro Giannini.

Un gruppo di studenti, duran-

te le ore di cogestione, ha

deciso di riunirsi per fronteg-

giare il problema della disin-

formazione riguardo a “La

Buona Scuola” e ha girato

per la scuola cercando di

informare più studenti possi-

bile sui punti principali della

riforma.

Il gruppo stampa della sede

in San Nicolao ha, inoltre,

intervistato alcuni professori

chiedendo il loro parere in

merito ai disagi provocati

dalla presenza del cantiere e

riguardo alla cogestione.

Le opinioni dei professori

sono state varie perciò speria-

mo di poterle sintetizzare al

meglio.

I disagi ci sono, spaziano

dalla mancanza di gessetti,

del telefono, delle aule ai

problemi derivanti dalla pre-

senza del cantiere, ma la

maggior parte dei docenti

cerca di vivere la situazione

con ottimismo e con spirito

di adattamento.

Per quanto riguarda la coge-

stione, alcuni professori

l’hanno apprezzata, altri la

ritengono una tradizione o

preferirebbero vedere nuove

forme di protesta, qualcuno

ha glissato con un: “poteva

essere organizzata meglio”.

Notizie dal Gruppo Stampa

Machiavelli Espresso VII | Novembre 2014

Page 20: Machiavelli Espresso VII

C

rona

ca S

cola

stic

a

D a diversi anni,

ormai, il nostro

liceo classico è

accorpato con

altri due istituti: il liceo delle

scienze umane Paladini e

l'istituto professionale Civi-

tali. Ovviamente, benché le

sedi siano separate, la parte

amministrativa e la dirigenza

sono le stesse per le tre

scuole ed anche, quindi, tutti

gli organi minori, come il

COS, ovvero il collettivo di

noi studenti. Grazie, infatti,

a questo strumento, siamo

stati in grado di coordinarci

come unico istituto nelle

attività, che ci riguardano,

come le assemblee o le

eventuali forme di protesta.

Tuttavia gli avvenimenti di

metà novembre hanno dimo-

strato il contrario, dato che,

nonostante la maggioranza

degli studenti presenti al

COS, compresi noi rappre-

sentanti, non fosse d'accordo

ad effettuare un'occupazio-

ne, cinque “baldi” giovani

hanno deciso di prendere in

mano la situazione. Lunedì

17 novembre, infatti, il Li-

ceo delle Scienze Umane è

stato occupato da alcuni dei

propri studenti, uniti ad un

piccolo drappello di ex-

alunni e ragazzi di altre

scuole. Durante la mattinata,

i famigerati “capi” della

protesta si sono accordati

con la Preside e la polizia

per poter effettuare un'auto-

gestione di altri due giorni.

Certamente tale avvenimen-

to ha procurato un notevole

rallentamento dei program-

mi degli insegnanti, poiché,

sia il Paladini che il Machia-

velli, avevano appena con-

cluso una cogestione di tre

giorni; inoltre, questi cinque

“capi”, sostenitori della

democrazia e della giustizia,

hanno non solo deciso le

sorti di una sede, che conta

un migliaio di persone, ma

hanno anche fatto saltare le

votazioni per la rappresen-

tanza studentesca in Consi-

glio di Istituto, le quali si

sarebbero tenute, appunto,

lunedì mattina. Benché que-

20

Iacopo Cotalini II A LC

Il Presidente della Provincia Baccelli (a sinistra) con una delegazione di studenti e la

Preside Iolanda Bocci (al centro) nella sede di via San Nicolao

ISI Machiavelli: una banale

formalità

Machiavelli Espresso VII | Novembre 2014

Page 21: Machiavelli Espresso VII

21

sti nuovi leader della rivolu-

zione studentesca non avesse-

ro preparato alcuna lista di

gruppi, come conviene in

un'autogestione, i giorni se-

guenti hanno visto gli studen-

ti partecipare ad attività col-

lettive utilissime, come scri-

vere su di un numero conside-

revole di cartelloni frasi sim-

boliche e ricche di creatività,

purtroppo sprecata, poiché la

manifestazione studentesca si

è svolta una settimana prima

di tale forma di protesta. Pro-

babilmente, se il problema

più grosso del Paladini è la

mancanza di carta igienica,

tutta quella carta avrebbe

potuto trovare un migliore

utilizzo. Tuttavia, questi ma-

nifesti della rabbia giovanile

sono stati sfruttati giovedì

mattina, dinanzi alla Provin-

cia. In seguito, infatti, a tale

dimostrazione, il presidente

del suddetto organo ammini-

strativo ha concesso un ap-

puntamento ad un piccolo

gruppo rappresentativo per

parlare dei problemi struttura-

li riguardanti l'istituto, o me-

glio, riguardanti il solo Liceo

delle Scienze Umane. Consi-

derando che nessun rappre-

sentante di istituto è stato

avvisato, o quantomeno con-

tattato, si sono investiti di tale

autorità i geniali organizzatori

dell'occupazione, come ormai

hanno abitudine di fare. Forse

anche per questo hanno prefe-

rito occupare il giorno delle

elezioni, Adam Kadmon sen-

za alcun dubbio urlerebbe al

complotto, ma sopravvalute-

rebbe gli accusati. Quindi i

problemi relativi alla sede di

via degli Asili non sono stati

menzionati in questa occasio-

ne di dialogo con le autorità,

perché d'altronde c'è chi si

ostina a non voler rendersi

conto del fatto che siamo e

saremo un solo ed unico isti-

tuto. In data, quindi, giovedì

20 novembre, Stefano Bac-

celli, Presidente della Provin-

cia, ha effettuato un piccolo

tour all'interno della sede in

via s. Nicolao. Purtroppo i

ragazzi sono rimasti un po'

delusi. La struttura, infatti,

non ha subito immediate

modifiche, poiché, a quanto

dicono le fonti, il governatore

lucchese era privo del suo

magico equipaggiamento,

ovvero la bacchetta e il cap-

pello con le stelline, di cui

ogni uomo del suo calibro è

provvisto, come narrano le

leggende popolari. Se ovvia-

mente i risultati della visita

non possono essere visibili

nell'immediato, tuttavia non è

possibile nemmeno sperare in

un completo rinnovo della

scuola. Sono moltissimi i

progetti della provincia ini-

ziati e mai portati a termine,

quindi non è possibile pensa-

re che i gessetti appariranno

nelle aule o che i termosifoni

smetteranno di nascondere i

pregiati funghi. Certo spero,

da studente, che almeno i

lavori iniziati al Paladini

vengano portati a termine

entro la fine di questo anno, e

spero vivamente di non essere

troppo ottimista.

Quindi la vera realtà dei fatti

è evidente: I.S.I. Machiavelli

è un nome, utile soltanto a

semplificare apparentemente

la gestione di tre istituti, i

quali non vogliono unirsi, non

vogliono collaborare. Vorrei

che tutto questo fosse solo

una banale congettura, ma per

adesso la situazione mi fa

credere il contrario. Purtrop-

po questo episodio non è che

uno dei tanti esempi di una

evidente mancanza di fiducia

nella collettività e di quanto

stiamo diventando facilmente

manipolabili; Baccelli, infatti,

ha soltanto dato un contentino

ai ragazzi del Paladini, li ha

messi a tacere in modo ele-

gante e misurato. Probabil-

mente, come ogni anno, la

protesta finirà qui, niente o

nessuno si muoverà nella

nostra città fino all'ormai

famoso Ottobre “rosso”, du-

rante il quale questi garanti

della democrazia torneranno

di nuovo alla carica, urlando

gli stessi slogan e senza cam-

biare davvero le cose.

Machiavelli Espresso VII | Novembre 2014

Page 22: Machiavelli Espresso VII

M

usic

a

D ue infiniti anni dopo l'uscita di

"An Awesome Wave", final-

mente gli Alt-J, il 22 settembre,

si sono fatti avanti con il loro

secondo album, "This Is All Yours". I singo-

li che hanno preceduto questa data, forse con

qualche Miley Cyrus di troppo (nel primo

singolo uscito, "Hunger of the Pine", è stato

infatti utilizzato un sample di "4x4" della

Cyrus stessa), hanno un po' spaventato ma

soprattutto incuriosito quelli che, come me,

non aspettavano altro che un nuovo album

da amare quanto il primo -se non di più-.

La critica si è, naturalmente, subito divisa in

due fazioni contrapposte: amore o odio. Io,

personalmente, ne sono rimasta affascinata.

L'intro ci prepara ad affrontare uditivamente

ed emotivamente il viaggio sotto la cui for-

ma si presenta "This Is All Yours": sin dalla

seconda traccia ("Arrival in Nara") ci trovia-

mo infatti catapultati nel mondo di Nara,

fisicamente città del Giappone e allegorica-

mente simbolo di rinascita (Nara è infatti

nota per la presenza di numerosi cervi, ani-

male che secondo la tradizione simboleggia

proprio questa rigenerazione vitale, dato il

rinnovarsi periodico delle sue corna). Un

viaggio sicuramente non semplice da intra-

prendere, che si distacca in parte dalla poten-

za e prepotenza della maggior parte dei brani

di debutto, dando spazio a sonorità decisa-

mente più eleganti e raffinate, ma non per

questo meno d'impatto. Un'opera in cui il

caratteristico sound di questa band, difficil-

mente riconducibile ad un genere definito

(basti pensare al "folktronica" usato da Wi-

kipedia per rendersi conto della gravità della

situazione), si fa ancora più concettuale,

dandone a mio parere una prova emblemati-

ca nel brano "Nara". Una pausa da questa

avventura viene concessa dalla più classica

"Left Hand Free", secondo singolo divulgato

dalla band, che non manca comunque, in

qualche strano modo, di integrarsi con il

resto dell'album. Senza lasciare troppo spa-

zio alla semplicità, l'astrattismo prende di

nuovo il sopravvento calandoci in un mondo

di citazioni di ogni genere, dall'Aslan de "Le

Cronache di Narnia" all'ostile blocco ad "L"

del gioco arcade Tetris; non passa inosserva-

ta nemmeno la collaborazione d'eccezione

con Conor Oberst, leader dei Bright Eyes, in

"Warm Foothills". I virtuosismi e i giochi

vocali di "The Gospel of John Hurt" e

"Bloodflood Pt. II", che costruisce un ponte

di collegamento con il precedente album per

i continui riferimenti ai testi di "An Aweso-

me Wave", ci portano alla fine di questo

meraviglioso viaggio con "Leaving Nara".

Consiglio l'ascolto di questo album a chiun-

que, in particolare agli amanti di Radiohead,

Sigur Ros e compagnia bella, a tutti quelli

che i generi musicali indefinibili li amano

particolarmente,insomma.

Buon viaggio.

Rebecca Buccheri III B LC

This is all

yours // Alt-J

22 Machiavelli Espresso VII | Novembre 2014

Page 23: Machiavelli Espresso VII

23

E ' il 1978 e un 29enne del New

Jersey, reduce con la sua band da

un buon successo radiofonico con

l'album “Born to Run”, torna negli

studi di registrazione dopo una pausa durata

3 anni a causa di cavilli giudiziari con il suo

manager.

Questo ragazzo altri non è che Bruce “The

Boss” Springsteen, uno dei più grandi can-

tautori di tutti i tempi, a capo della mitica E

Street Band, la più oliata macchina rock che

i palchi di tutto il mondo abbiano mai visto.

L'album che verrà pubblicato il 2 giugno

1978 è “Darkness on the Edge of Town”,

disco che segna la maturazione dell'artista e

un significativo cambio di marcia: se infatti

Born to Run è l'epico disco del riscatto della

gioventù e dell'”American Dream”,

Darkness è invece la desolazione e la scon-

fitta che aleggiano nei bassifondi statuniten-

si, è la prova che nascere negli U.S.A. non è

sempre garanzia di una vita migliore.

Il disco si apre ruggente sulle note di Bad-

lands, un maestoso inno rock per tutti coloro

che si trovano a vivere in quelle periferie che

l'album andrà cantando traccia dopo traccia.

La segue “Adam Raised a Cain” (il titolo

con evidenti richiami biblici è una metafora

per affrontare il delicato rapporto padre-

figlio), graffiante e acida canzone dall'essen-

za punk ma con radici quasi blues; è ora il

turno di “Something in the Night”, pezzo

malinconico che esprime l’angoscia irrazio-

nale che la notte ci riversa addosso al termi-

ne di una giornata “normale”.

La quarta traccia è “Candy's Room”, un

loureediano crescendo di chitarre che Bruce

dirige mentre ci racconta di una giovane

prostituta. Dopo questo picco di euforia, le

Fender si diradano lasciando spazio al piano-

forte di Roy Bittan che magistralmente ac-

compagna la magnifica “Racing in the

Street”, uno degli apici compositivi del

Boss, incentrato sul senso di vuoto e di falli-

mento che accompagna molti giovani:

“Alcuni smettono di vivere e cominciano a

morire un po’ alla volta, altri tornano a casa,

si fanno una doccia ed escono a gareggiare

in strada”. Il rocker quindi ci salva dall'abis-

so di malinconia in cui siamo sprofondati

con “The Promised Land” e “Prove it all

Night”, pezzi rockeggianti dalle musicalità

vivaci, entrambi impreziositi dagli incredibi-

li assoli di sax di Clarence “Big Man” Cle-

mons. “Factory” e “Streets of Fire” hanno

l'unica colpa di essere belle canzoni circon-

date da gemme che le fanno passare in se-

condo piano.

Infine c'è la title track, “Darkness on the

Edge of Town”, un riassunto di tutto l'album

che ci ricorda che “Viviamo sul confine

dove i sogni sono trovati e perduti”, insom-

ma, l'ennesimo capolavoro.

Darkness rappresenta uno dei più importanti

lavori di Springsteen, che sempre di più

porta il rock verso terreni inesplorati e urla

nel cuore della notte che “ Pagherà il prezzo

per volere le cose che possono essere trovate

solo nel buio ai margini della città” ovvero

là, dove la realtà e il sogno si incontrano con

dolore e con magia.

Stefano Sestani I B LC

Il rocker ai margini

della città

Machiavelli Espresso VII | Novembre 2014

Page 24: Machiavelli Espresso VII

C

inem

a

24

N ew York, Brooklyn, Adam

Cassidy (Liam Hemsworth) è

un giovane ambizioso, impie-

gato della Wyatt, colosso infor-

matico specializzato in telefonia, sedotto da

ricchezza e potere in primo luogo per curare

il padre malato, poi perché completamente

corrotto dall’avidità. Lui ed il suo team rap-

presentano il futuro della tecnologia, giovani

che lavorano per i giovani, le iniziative e le

proposte dei quali non vengono accettate dal

boss Nicholas Wyatt (Gary Oldman). Dato il

loro scarso rendimento si trovano ben preso

senza lavoro. In cerca di vendetta i ragazzi

sfruttano la carta aziendale per passare una

notte da veri ricchi. Il gesto non passa inos-

servato e il giovane Adam è minacciato dal

suo ex datore di lavoro; si scende a un com-

promesso e il ragazzo è costretto a diventare

una spia industriale e a farsi assumere dall’a-

zienda rivale, la Eikon, fondata dal visiona-

rio Jock Goddard (Harrison Ford). L’obbiet-

tivo è rubare il prototipo del nuovo cellulare

Eikon, con intenzione di sfondare il mercato

anticipandone l’uscita. Come accade ormai

spesso nel cinema moderno, i giovani attori

vengono affiancati a vecchie glorie, un po’

per inserire meglio i primi nel complesso

mondo cinematografico, un po’ per proporre

nuove sfide a chi il cinema l’ha vissuto e

l’ha creato. Succede anche in questo film, ed

è la causa del suo fallimento. La prima parte

è grandiosa, ben costruita e molto credibile.

Liam Hemsworth nelle vesti del protagonista

riesce ad esprimere tutto il suo talento e

sembra destinato ad un’ottima carriera

(come il fratello Chris, Thor per intenderci).

Ciò che però affonda la sua performance è il

cambio di programma. Nella prima parte del

film i suoi obbiettivi erano ottenere successo

e garantire buona salute a suo padre, ora

tutta la sua voglia di andare avanti è assorbi-

ta da una donna (Amber Heard, anche lei

nuova leva del cinema). Da questo momento

in poi la scena è tutta dei due colossi Olda-

man e Ford che diventano così l’unico moti-

vo di orgoglio di un lungometraggio delu-

dente, dove le giovani voci sono poco credi-

bili. E’ chiaro che il regista puntasse a un

intreccio ambizioso e molto originale, pur-

troppo il lavoro iniziale finisce per franare

nel momento in cui il protagonista si rende

frivolo e dunque incoerente. Senza dubbio la

lotta tra Wyatt e Eikon richiama lo scontro

tra Apple e Samsung, i cui prodotti sono

presenti in questo film. Esatto, purtroppo

presenti. Creare dei telefonini con marchi

Eikon e Wyatt sarebbe stato troppo difficile?

Perché usare tra una scena e l’altra prodotti

reali e non appartenenti alla finzione cine-

matografica? In sintesi la più chiara denomi-

nazione per questo lungometraggio è

“capolavoro malriuscito” perché è molto

ambizioso ma si rovina nel compiersi. E’

però un film che dà un duro schiaffo al so-

gno americano, ormai corrotto e avvelenato

da ambizione e avidità e che non lascia spa-

zio alla famiglia

Davide Innocente I A LC

Il Potere dei soldi: quando i

soldi non garantiscono suc-

cesso

Machiavelli Espresso VII | Novembre 2014

Page 25: Machiavelli Espresso VII

25

F ino al 14 dicembre

2014 la città di Pado-

va ospiterà, a palazzo

Zabarella, una mo-

stra dedicata al pittore livorne-

se Vittorio Corcos.

Una delle principali opere

dell’artista rappresenta una

donna seduta su una panchina

assorta nei suoi pensieri.

La donna è altrove e noi, di

fronte a lei, siamo capaci di

cogliere solo le sue fattezze,

ma incapaci di comprendere il

suo mondo.

E’ difficile dire a cosa stia

pensando, forse a un ricordo

lontano, a un amore finito, o

alle vicissitudini della vita.

I suoi occhi fissano lo spetta-

tore, al tempo stesso attratto e

respinto dall'intensità dello

sguardo.

Alle spalle della giovane è

presente un muro scalcinato

che fa da sfondo all’opera.

Il muro è esposto alle intem-

perie, all’abbondanza delle piogge e alla

violenza del sole che hanno contribuito a

modificare il suo colore originario: così la

vita subisce innumerevoli trasformazioni,

che si manifestano inspiegabilmente.

Un piccolo bocciolo di rosa in fiore emerge

dai tre libri, posti accanto a lei, quasi a voler

simboleggiare il continuo mutamento, voluto

da una natura prepotente e dominatrice,

sempre incline al cambiamento.

I libri rappresentano le armi che la storia ha

fornito all’uomo contro l’insensatezza del

vivere.

Vittorio Corcos compie la sua rivoluzione

attribuendo ad una donna, e non ad un uomo

(spesso rappresentato come esponente indi-

scusso del sapere), l’elaborazione di un pen-

siero intangibile. In questo modo l’artista

libera la donna dalla consueta veste di mo-

glie e di madre, rendendola pensante, e quin-

di viva, volta a proteggere uno scrigno di

idee e di pensieri riassunti nella purezza di

un sogno.

Vittorio Corcos e i sogni

della Belle Epoque Chiara Bartoli I B LC

Arte

Vittorio Corcos, Sogni, 1896

Machiavelli Espresso VII | Novembre 2014

Page 26: Machiavelli Espresso VII

Pos

ta

26

I mprevedibile Sofonisbe,

Sono un ragazzo che a giugno dovrà

affrontare la temutissima maturità.

Quest'anno, però, il mio problema

non è solo l'esame finale ma anche il test

d'ammissione all'università.

Da sempre sogno di seguire le orme di mio

padre e diventare un affermato cardiologo.

Ma come faccio a conciliare ciò che devo

fare con ciò che sogno di fare?

Maturando.96

Carissimo sognatore,

Che bello avere giovani come te con grandi

speranze...Ma anche con la testa sulle spal-

le!

Segui il tuo sogno, e se veramente è quello

che desideri, vedrai che riuscirai ad

"incastrare" tutti i tuoi impegni.

Organizzati al meglio e lasciati un po' di

tempo anche per te stesso perché il cammi-

no che hai davanti è ancora lungo.

Non ti scoraggiare mai perché quando, un

giorno, ti sentirai chiamare "Dottore" sarà

un'emozione così grande che ripagherà tutti

i tuoi sforzi!

E ricorda : "Dum differtur vita transcurrit".

A mata Sofonisbe,

Alcuni giorni fa ho ricevuto un

invito da un ragazzo che per

giunta mi piace da morire!!

Mi ha proposto di andare a prendere una

birra.

Fin qui tutto bene...Se non fosse che la

birra proprio non mi va giù!!!

Non posso assolutamente rifiutare il suo

invito. Consigliami tu!

AffogatainunaHeineken

Cara affogata,

Il tuo salvagente è arrivato!

Diciamo che più che in una birra sei affo-

gato in un bicchiere d'acqua.

Se lui è un GRANDISSIMO PEZZO

D'UOMO, il sacrificio vale la candela!

Vai, tappati il naso e buttala giù pensando

che questa sia la cosa migliore che tu possa

fare.

Raccogli tutto il tuo coraggio e bevi, bevi

come se non ci fosse un domani! ( e forse

non ci sarà ).

Ma se sei debole d'anima e soprattutto di

stomaco proponi un'alternativa e se lui

accetterà sarà veramente l'uomo della tua

vita!

XoXo

Sofonisbe

Sofonisbe risponde... Pensavate di esservi liberati di me...Ebbene no, ed infatti eccomi di

nuovo qua con le mie perle di saggezza! Allora cosa aspettate:

scrivete a [email protected] !

Machiavelli Espresso VII | Novembre 2014

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27

Giochi

Machiavelli Espresso VII | Novembre 2014

Page 28: Machiavelli Espresso VII

G

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28

Ringraziamenti

Prof.essa Elisabetta Visconti ,

Prof.essa Donatella Batistoni per la correzione

delle bozze

Sig. Stefano Giampaoli per il supporto tecnico

Contatti

Sito: stiudentimachiavelli.wordpress.com

Email: [email protected]

Profilo Facebook: Machiavelli Espresso

Copertina e vignette: Marco Ridolfi

la Redazione

Marco Ridolfi

Alessandro Marchetti

Giovanni Giannini

Silvia Giorgetti

Iacopo Cotalini

Mia Martinez

Rachele Pellegrini

Annachiara Bressan

Matilde Dal Canto

Greta Orsi

Matteo Anastasio

Emma Roncaglia

Rebecca Buccheri

Carla Tortora

Davide Innocente

Chiara Bartoli

Bianca Paiano

Stefano Sestani

Giulia Paladini

Maraja Tempestini

Alice Treggi

Sunita Baronti

Cecilia Petri

Madame Gioberta

Francesca Dalle Piagge

Beatrice Del Carlo

Rebecca Catani

Marianna Savonetti

Machiavelli Espresso VII | Novembre 2014


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