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Professione Veterinaria, Anno 2005, Nr 20

Date post: 17-Mar-2016
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Professione Veterinaria è un settimanale specializzato rivolto a Medici Veterinari e operatori del settore
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Sicurezza alimentare anche per cani e gatti www.anmvi.it @nmviOggi. L’informazione quotidiana on line A.N.M.V.I. 005 SETTIMANALE DI AGGIORNAMENTO PROFESSIONALE Anno 2, numero 20, dal 30 maggio al 5 5 giugno 2005 Spedizione in A.P. - D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 N. 46) art. 1, comma 1, DCB Milano Concessionaria esclusiva per la pubblicità E.V. srl - Cremona la VETERINARIA PR O FESSI O NE 202 ORGANO DI INFORMAZIONE DELL’ASSOCIAZIONE NAZIONALE MEDICI VETERINARI ITALIANI A.N.M.V.I. LIBRO BIANCO Conferenza stampa il 7 giugno a Roma per la presentazione del Libro Bianco della Veterinaria realizzato da NOMI- SMA per la FNOVI. Interverranno il Sot- tosegretario Cursi e il Direttore Mara- belli. Si attendono i Ministri Storace e il sottosegretario al Ministero dell’Univer- sità Maria Grazia Siliquini. ENPAV Si terrà il 25 giugno l’Assemblea Na- zionale dei Delegati ENPAV. L’appunta- mento è presso la sede dell’Ente a Ro- ma in Via Castelfidardo 41. FIERE E ANIMALI Interzoo, SuperZoo e Zoomark Interna- tional hanno siglato un patto di colla- borazione volto allo sviluppo del mer- cato dei prodotti per animali tramite la promozione del rapporto responsabile fra uomo e animale. Gli organizzatori delle tre fiere daranno vita ad un grup- po di lavoro che dovrà anche studiare un piano fieristico comune che pro- muova la crescita dell’industria e so- stenga le nuove realtà commerciali. OGM Dopo le ricerche di Monsanto che han- no rivelato danni alla salute di topi nu- triti con una varietà di mais ogm non ancora in commercio, il Ministro Ale- manno proporrà al Consiglio dei mini- stri dell’Agricoltura dell’Unione di adot- tare procedure più cautelative a difesa dei cittadini europei. “Prima di consen- tire che un cibo ogm finisca sulla no- stra tavola- ha detto- occorre valutare studi scientifici prodotti da terzi”. PVS Il benessere degli animali come fattore delle politiche commerciali dei Paesi in via di sviluppo (PvS). Ne ha discusso a Bruxelles la task force per il commer- cio in agricoltura. Si stima che da qui al 2020, i PvS produrranno ingenti quan- tità di prodotti per il mercato mondiale. Le organizzazioni di difesa degli ani- mali partecipi alla riunione hanno so- stenuto la liberalizzazione della regola- mentazione sul benessere animale, per consentire ad ogni singolo Paese di poter essere più competitivo. CARNE BOVINA La Commissione europea ha presenta- to un documento di lavoro sull’etichet- tatura facoltativa della carne bovina. Il testo è stato analizzato a Bruxelles dal Comitato di gestione della carne bovi- na il 18 maggio scorso. Le diverse de- legazioni intervenute, tra cui l’Italia, hanno concordato con la proposta del- la Commissione chiedendo un suc- cessivo esame in sede di apposito gruppo di lavoro. E-LEARNING La Commissione europea ha tenuto una maxiconferenza intitolata “Verso una società dell’apprendimento’’. L’o- biettivo è di fare l’inventario dei punti forti e deboli dell’e-learning in Europa per “promuovere le capacità europee in materia di informazione e comunica- zione tecnologica, per il successo di una nuova strategia di crescita e d’im- piego europea’’. Brevi A bbiamo sempre sollecitato i col- leghi ad un maggior impegno nelle organizzazioni professionali ri- tenendo che solo con uno sforzo di tutti si possano affrontare i problemi della nostra categoria ed arrivare a soluzioni condivise. Già all'interno dell'ANMVI, ai vari livelli organizzati- vi, centrale, regionale, rappresentan- ze in organismi nazionali ed europei, commissioni ministeriali e regionali, ecc. lamentiamo la scarsa disponibi- lità di colleghi a ricoprire con serietà ed impegno questi diversi ruoli co- stringendoci a sovraccaricare i pochi disponbili di più inacrichi e compiti. Non vi è dubbio che l'impegno nel settore professionale non porta mai meriti o risultati economici ma solo critiche, di solito ingiuste e immotiva- te, accuse, sollecitazioni, da parte di coloro che il più delle volte sono quelli che non hanno mai mosso un dito ma ritengono comunque di poter giudicare, lamentarsi od emettere sentenze. Lo stesso problema lo si ri- scontra negli Ordini. Chi accetta un incarico a livello Ordinistico non solo deve sottrarre il suo tempo al proprio lavoro e alla sua vita famigliare, sen- za avere nessun tipo di riconosci- mento economico, ma si prende spesso grosse responsabilità per il ruolo che deve svolgere insieme alle antipatie ed ai rimproveri di molti col- leghi. Noi riteniamo che questo impe- gno debba essere ritenuto un "dove- re" da parte di tutti, e quindi sempre rispettato ed apprezzato per lo meno per la disponibilità e lo sforzo espres- si. Siamo anche convinti che debba essere un "diritto" e che il collega che desidera esprimerlo, quindi, debba essere in grado di farlo senza essere particolarmente penalizzato nella sua attività professionale, sia nel set- tore privato che pubblico. Abbiamo valutato quindi con piacere che nel testo di rinnovo del contratto per i colleghi del settore pubblico si pre- veda che le aziende e gli enti debba- no favorire l'espletamento di mandati ordinistici senza alcuna riduzione di orario. Resta ovviamente il grave pro- blema dei colleghi privati ed è per questo che siamo sempre più convin- ti che sia ora di considerare per que- sti incarichi un riconoscimento econo- mico. Ci rendiamo conto che la pro- posta non è di facile attuazione ma crediamo che sia ora di ragionarci se- riamente. IMPEGNO NEGLI ORDINI: UN DOVERE MA ANCHE UN DIRITTO A Parma con i nostri auguri Congratulazioni e auguri di buon lavoro da parte di Professione Veterinaria a Giancarlo Belluzzi per il prestigioso incarico negli uffici di Parma. Belluzzi, Direttore del Dipartimento di Prevenzione Veterina- ria della ASL di Cremona e Consigliere Nazionale ANMVI, è stato chiamato dal Ministero della Salute a far parte degli esperti italiani che dal 1 giugno la- voreranno con l’EFSA, l’Agenzia Europea per la Si- curezza Alimentare con sede a Parma. Ne ha dato l’annuncio lo stesso Collega dalle pagine dei quoti- diani cremonesi, dopo 14 anni trascorsi negli uffici ASL di Cremona e di Crema dai quali prende congedo: “essere ai vertici di un’organizzazione importante a Cremona - scrive - per gli aspetti che riguardano la sanità pubblica è stato per me motivo di grande soddisfazione” L’esperienza ma- turata in questi anni sarà ora al servizio di un compito prestigioso quanto delicato, il Ministero della Salute si è infatti dotato a Parma di un ufficio per le attività di collegamento con l’Efsa. Dal 1 gennaio di quest’anno, con l’insediamento del Direttore Esecutivo Geoffrey Podger, l’EFSA è entrata nel vivo della sua operatività, ma l’inau- gurazione ufficiale è prevista per giugno. Il 21 di questo mese infatti do- vrebbero arrivare a Parma il presidente del Consiglio Berlusconi e il Presi- dente della Commissione europea Jos Manuel Barroso. L’annuncio arriva dal consigliere del ministro Lunardi, Giovanni Bernini che fa parte del Ta- volo Interministeriale a sostegno dell’insediamento Efsa a Parma (Tavolo presieduto dall’ambasciatore Giovanni Castellaneta). Storace: su ECM sintesi non ideologica “Il problema dell’opportunità della deducibilità fiscale delle spese sostenute dai medici per l’aggiornamen- to professionale attiene ovviamente alla grande que- stione delle risorse e, più in generale, alla formazione e all’educazione continua dei medici (ECM), rispetto al quale bisognerà cominciare ad immaginare una normativa più agile. In commissione Igiene e Sanità del Senato il Ministro della Salute Storace ha così risposto ai senatori Mascioni e Danzi che hanno sollevato il problema dell’ECM, sia in merito al suo funzionamento sia in merito ai costi sopportati dai sanitari assoggettati all’obbligo. “Que- sta Commissione - ha detto Storace il 18 maggio- dovrà discutere di tale questione, trattandosi peraltro di un argomento sul quale mi sono con- frontato con numerosissimi soggetti che mi hanno sottoposto tantissime e differenti ipotesi rispetto alle quali occorrerà raggiungere una sintesi non ideologica ma concreta, onde trovare l’opportunità a breve, magari anche nell’ambito della prossima manovra finanziaria,di predisporre qualche norma che consenta di dare respiro alle politiche di settore. In Senato stanno venendo al pettine tutti i nodi del sistema ECM, proprio allo sca- dere del primo termine per la definizione del nuovo Piano ECM 2005-2007 in Conferenza Stato Regioni (30 maggio). Il Senatore Mascioni (DS) ha chiesto “una svolta decisiva e un ripensamento complessivo, posto che la sua attuale organizzazione non funziona e non è né utile né efficace. Per altro, spesso - anche se non sempre - tale sistema rappresenta un bu- siness e non si capisce bene chi si occupi di effettuare i controlli; si ha quasi l’impressione chein questo settore le cose siano fatte solo per dire di averle fatte. Vorrei sapere - ha concluso Mascioni - quanti sono i medi- ci che dichiarano di avere imparato qualcosa di nuovo, considerata l’at- tuale impostazione dell’educazione medica continua”. Il Pet food è servito I medici veterinari promuovono i mangimi industriali. Ecco perché nel sondaggio SCIVAC-ASSALZOO A PAG. 5 Se lo sai già... l'hai letto su @nmviOggi
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Sicurezza alimentare anche per cani e gatti

www.anmvi.it @nmviOggi. L’informazione quotidiana on line A.N.M.V.I.

005SETTIMANALE DI AGGIORNAMENTO PROFESSIONALE

Anno 2, numero 20, dal 30 maggio al 5 5 giugno 2005Spedizione in A.P. - D.L. 353/2003

(conv. in L. 27/02/2004 N. 46) art. 1, comma 1, DCB MilanoConcessionaria esclusiva per la pubblicità

E.V. srl - Cremona

laVETERINARIAPROFESSIONE

202ORGANO DI INFORMAZIONE

DELL’ASSOCIAZIONE NAZIONALE

MEDICI VETERINARI ITALIANIA.N.M.V.I.

LIBRO BIANCOConferenza stampa il 7 giugno a Romaper la presentazione del Libro Biancodella Veterinaria realizzato da NOMI-SMA per la FNOVI. Interverranno il Sot-tosegretario Cursi e il Direttore Mara-belli. Si attendono i Ministri Storace e ilsottosegretario al Ministero dell’Univer-sità Maria Grazia Siliquini.

ENPAVSi terrà il 25 giugno l’Assemblea Na-zionale dei Delegati ENPAV. L’appunta-mento è presso la sede dell’Ente a Ro-ma in Via Castelfidardo 41.

FIERE E ANIMALIInterzoo, SuperZoo e Zoomark Interna-tional hanno siglato un patto di colla-borazione volto allo sviluppo del mer-cato dei prodotti per animali tramite lapromozione del rapporto responsabilefra uomo e animale. Gli organizzatoridelle tre fiere daranno vita ad un grup-po di lavoro che dovrà anche studiareun piano fieristico comune che pro-muova la crescita dell’industria e so-stenga le nuove realtà commerciali.

OGMDopo le ricerche di Monsanto che han-no rivelato danni alla salute di topi nu-triti con una varietà di mais ogm nonancora in commercio, il Ministro Ale-manno proporrà al Consiglio dei mini-stri dell’Agricoltura dell’Unione di adot-tare procedure più cautelative a difesadei cittadini europei. “Prima di consen-tire che un cibo ogm finisca sulla no-stra tavola- ha detto- occorre valutarestudi scientifici prodotti da terzi”.

PVSIl benessere degli animali come fattoredelle politiche commerciali dei Paesi invia di sviluppo (PvS). Ne ha discusso aBruxelles la task force per il commer-cio in agricoltura. Si stima che da qui al2020, i PvS produrranno ingenti quan-tità di prodotti per il mercato mondiale.Le organizzazioni di difesa degli ani-mali partecipi alla riunione hanno so-stenuto la liberalizzazione della regola-mentazione sul benessere animale,per consentire ad ogni singolo Paesedi poter essere più competitivo.

CARNE BOVINALa Commissione europea ha presenta-to un documento di lavoro sull’etichet-tatura facoltativa della carne bovina. Iltesto è stato analizzato a Bruxelles dalComitato di gestione della carne bovi-na il 18 maggio scorso. Le diverse de-legazioni intervenute, tra cui l’Italia,hanno concordato con la proposta del-la Commissione chiedendo un suc-cessivo esame in sede di appositogruppo di lavoro.

E-LEARNING La Commissione europea ha tenutouna maxiconferenza intitolata “Versouna società dell’apprendimento’’. L’o-biettivo è di fare l’inventario dei puntiforti e deboli dell’e-learning in Europaper “promuovere le capacità europeein materia di informazione e comunica-zione tecnologica, per il successo diuna nuova strategia di crescita e d’im-piego europea’’.

Brevi

Abbiamo sempre sollecitato i col-leghi ad un maggior impegno

nelle organizzazioni professionali ri-tenendo che solo con uno sforzo ditutti si possano affrontare i problemidella nostra categoria ed arrivare asoluzioni condivise. Già all'internodell'ANMVI, ai vari livelli organizzati-vi, centrale, regionale, rappresentan-ze in organismi nazionali ed europei,commissioni ministeriali e regionali,ecc. lamentiamo la scarsa disponibi-lità di colleghi a ricoprire con serietàed impegno questi diversi ruoli co-stringendoci a sovraccaricare i pochidisponbili di più inacrichi e compiti.Non vi è dubbio che l'impegno nelsettore professionale non porta maimeriti o risultati economici ma solocritiche, di solito ingiuste e immotiva-te, accuse, sollecitazioni, da parte dicoloro che il più delle volte sonoquelli che non hanno mai mosso undito ma ritengono comunque di potergiudicare, lamentarsi od emetteresentenze. Lo stesso problema lo si ri-scontra negli Ordini. Chi accetta unincarico a livello Ordinistico non solodeve sottrarre il suo tempo al propriolavoro e alla sua vita famigliare, sen-za avere nessun tipo di riconosci-

mento economico, ma si prendespesso grosse responsabilità per ilruolo che deve svolgere insieme alleantipatie ed ai rimproveri di molti col-leghi. Noi riteniamo che questo impe-gno debba essere ritenuto un "dove-re" da parte di tutti, e quindi semprerispettato ed apprezzato per lo menoper la disponibilità e lo sforzo espres-si. Siamo anche convinti che debbaessere un "diritto" e che il collega chedesidera esprimerlo, quindi, debbaessere in grado di farlo senza essereparticolarmente penalizzato nellasua attività professionale, sia nel set-tore privato che pubblico. Abbiamovalutato quindi con piacere che neltesto di rinnovo del contratto per icolleghi del settore pubblico si pre-veda che le aziende e gli enti debba-no favorire l'espletamento di mandatiordinistici senza alcuna riduzione diorario. Resta ovviamente il grave pro-blema dei colleghi privati ed è perquesto che siamo sempre più convin-ti che sia ora di considerare per que-sti incarichi un riconoscimento econo-mico. Ci rendiamo conto che la pro-posta non è di facile attuazione macrediamo che sia ora di ragionarci se-riamente. ■

IMPEGNO NEGLI ORDINI: UN DOVERE MA ANCHE UN DIRITTO

A Parma con i nostri auguriCongratulazioni e auguri di buon lavoro da parte diProfessione Veterinaria a Giancarlo Belluzzi per ilprestigioso incarico negli uffici di Parma. Belluzzi,Direttore del Dipartimento di Prevenzione Veterina-ria della ASL di Cremona e Consigliere NazionaleANMVI, è stato chiamato dal Ministero della Salutea far parte degli esperti italiani che dal 1 giugno la-voreranno con l’EFSA, l’Agenzia Europea per la Si-curezza Alimentare con sede a Parma. Ne ha datol’annuncio lo stesso Collega dalle pagine dei quoti-

diani cremonesi, dopo 14 anni trascorsi negli uffici ASL di Cremona e diCrema dai quali prende congedo: “essere ai vertici di un’organizzazioneimportante a Cremona - scrive - per gli aspetti che riguardano la sanitàpubblica è stato per me motivo di grande soddisfazione” L’esperienza ma-turata in questi anni sarà ora al servizio di un compito prestigioso quantodelicato, il Ministero della Salute si è infatti dotato a Parma di un ufficio perle attività di collegamento con l’Efsa. Dal 1 gennaio di quest’anno, con l’insediamento del Direttore EsecutivoGeoffrey Podger, l’EFSA è entrata nel vivo della sua operatività, ma l’inau-gurazione ufficiale è prevista per giugno. Il 21 di questo mese infatti do-vrebbero arrivare a Parma il presidente del Consiglio Berlusconi e il Presi-dente della Commissione europea Jos Manuel Barroso. L’annuncio arrivadal consigliere del ministro Lunardi, Giovanni Bernini che fa parte del Ta-volo Interministeriale a sostegno dell’insediamento Efsa a Parma (Tavolopresieduto dall’ambasciatore Giovanni Castellaneta).

Storace: su ECM sintesi non ideologica“Il problema dell’opportunità della deducibilità fiscaledelle spese sostenute dai medici per l’aggiornamen-to professionale attiene ovviamente alla grande que-stione delle risorse e, più in generale, alla formazionee all’educazione continua dei medici (ECM), rispettoal quale bisognerà cominciare ad immaginare una

normativa più agile. In commissione Igiene e Sanità del Senato il Ministrodella Salute Storace ha così risposto ai senatori Mascioni e Danzi chehanno sollevato il problema dell’ECM, sia in merito al suo funzionamentosia in merito ai costi sopportati dai sanitari assoggettati all’obbligo. “Que-sta Commissione - ha detto Storace il 18 maggio- dovrà discutere di talequestione, trattandosi peraltro di un argomento sul quale mi sono con-frontato con numerosissimi soggetti che mi hanno sottoposto tantissime edifferenti ipotesi rispetto alle quali occorrerà raggiungere una sintesi nonideologica ma concreta, onde trovare l’opportunità a breve, magari anchenell’ambito della prossima manovra finanziaria,di predisporre qualchenorma che consenta di dare respiro alle politiche di settore. In Senatostanno venendo al pettine tutti i nodi del sistema ECM, proprio allo sca-dere del primo termine per la definizione del nuovo Piano ECM 2005-2007in Conferenza Stato Regioni (30 maggio). Il Senatore Mascioni (DS) hachiesto “una svolta decisiva e un ripensamento complessivo, posto chela sua attuale organizzazione non funziona e non è né utile né efficace.Per altro, spesso - anche se non sempre - tale sistema rappresenta un bu-siness e non si capisce bene chi si occupi di effettuare i controlli; si haquasi l’impressione chein questo settore le cose siano fatte solo per diredi averle fatte. Vorrei sapere - ha concluso Mascioni - quanti sono i medi-ci che dichiarano di avere imparato qualcosa di nuovo, considerata l’at-tuale impostazione dell’educazione medica continua”.

Il Pet foodè servitoI medici veterinari promuovono i mangimi industriali. Ecco perché nel sondaggio SCIVAC-ASSALZOO A PAG. 5

Se lo sai già...l'hai letto su @nmviOggi

Èiniziato in CommissioneAgricoltura del Senato l’e-same del testo unificato

“Norme per l’indicazione e la re-gistrazione elettronica degli ovini,dei caprini e delle fattrici bovine”,frutto della confluenza di due ddl,di cui uno a firma del Sen. Augu-sto Rollandin. Il 25 maggio scor-so la Commissione ha stabilito diprocedere al calendario delle au-dizioni e degli emendamenti,suggerendo tempi brevi. E bre-vissimi, per la verità, sono i tempiprospettati dal ddl per l’introdu-zione del transponder (disposi-tivo atto a ricevere e trasmettereinformazioni sotto forma di se-gnali radio, collegato ad un mi-crochip in grado di contenere idati dell’animale quali il codiceidentificativo, passaporto, statosanitario, trattamenti subiti, edogni altro dato ritenuto rilevante)e sulla raccolta e conservazionedel DNA.Per ora la Commissione intendeprocedere alle audizioni del Mini-stero della Salute e dell’AIA. Perl’ANMVI che ha chiesto al relato-re, Sen Agoni, di essere sentita, ilCollega Alberto Casartelli ha os-servato che il ddl dovrà ricom-prendere la figura del medico ve-terinario: “La certificazione dellacorrispondenza tra il materialebiologico e l’appartenenza all’ani-male - ha dichiarato - deve esse-re di competenza del medico ve-terinario”. L’importanza di questacorrispondenza la chiarisce lostesso Sen Rollandin: “Con i me-todi di analisi del DNA si puòidentificare con pressoché asso-luta certezza e con relativa faci-lità ogni individuo a partire dalproprio patrimonio genetico. Sipuò risalire con certezza a cia-scun animale anche dopo la ma-cellazione, sino alla distruzionecompleta dei tessuti. Quindi an-che dalla fettina acquistata dalconsumatore, si può già verifica-re con prova scientifica quale èl’animale da cui il taglio di carneha avuto origine. La certezza del-la identificazione di un animale siprova tracciandolo con il DNA,cioè con la raccolta di un cam-pione di ciascun animale da cuisi può estrarre il codice genetico.Per i casi di abigeato o di perditadel sistema ufficiale di identifica-zione, l’analisi del DNA consentedi dirimere ogni dubbio. Altra im-portante applicazione è quelladella contestazione dell’identitàdegli animali dopo la macellazio-ne. A volte gli allevatori non han-no riconosciuto come provenientidal proprio allevamento animalitrovati non immuni da alcune ma-lattie trasmissibili agli altri animalio pericolose per l’uomo qualora

si consumassero parti di quell’a-nimale. Questo ha dato vita acontestazioni, anche legali, che sisarebbero potute facilmente risol-vere potendo confrontare il DNAdell’animale trovato affetto dallamalattia con quello dell’animalesospetto”.

Il transponderAll’articolo 1 del testo unificato silegge che “dal 9 luglio 2005, l’i-dentificazione degli ovini e deicaprini, avviene attraverso l’iden-tificazione per via elettronica, ef-fettuata mediante l’applicazionedi un transponder. Dalla medesi-ma data, l’identificazione dellefattrici bovine è effettuata con l’i-dentificazione per via elettronica,effettuata mediante l’applicazio-ne, nel reticolo ruminale dell’ani-male, di un transponder inseritoin una capsula di ceramica detta“bolus”. L’utilizzo del sistema diidentificazione basato sulla mar-catura auricolare è facoltativo”.

Regolamento e raccolta DNAIl testo prevede anche l’adozione(entro il 30 maggio 2005!) di unregolamento che stabilisce lenuove modalità di identificazionee registrazione a cura del Ministrodella salute, di concerto con il Mi-nistro delle politiche agricole e fo-restali. Inoltre dal 9 luglio2005, tutti gli animali di specieovina, caprina e bovina che en-trano a far parte di un libro ge-nealogico o registro anagraficoistituiti dal Ministero delle politi-che agricole e forestali, devonoessere sottoposti al prelievo di uncampione di materiale biologicoper la raccolta del codice geneti-co o DNA. Il campione è una par-te di tessuto animale contenentecellule nucleate, da cui è possibi-le, con le apposite tecniche,estrarre il DNA. Questo tessutopuò essere sangue, muscolo,bulbo pilifero o saliva. Il DNA co-sì estratto deve essere identifica-to in modo permanente con il nu-mero identificativo definito dall’a-nagrafe del bestiame. Il DNA èconservato per un tempo illimita-to e deve essere a disposizioneper le necessità di legge.Questi i termini per la raccolta delDNA secondo il ddl: - Dal 1º gennaio 2006 al 31 di-cembre 2006 deve essere raccol-to ed immagazzinato il campionecontenente il DNA di tutti gli ani-mali di specie ovina, caprina ebovina, facenti parte di un librogenealogico o registro anagraficoistituiti dal Ministero delle politi-che agricole e forestali, nati primadel 1º gennaio 2003. - Dal 1º gennaio 2007 al 30 giu-gno 2007 deve essere raccolto

ed immagazzinato il campione diDNA di tutti gli animali di specieovina, caprina e bovina facentiparte di un libro genealogico oregistro anagrafico nati tra il 1ºgennaio 2003 ed il 31 dicembre2004. - Dal 1º luglio 2007 al 30 giugno2008 deve essere raccolto ed im-magazzinato il campione conte-nente il DNA di tutti gli animali dispecie ovina, caprina e bovinafacenti parte di un libro genealo-gico o registro anagrafico, il cuiDNA non sia stato ancora imma-gazzinato.Per tutti i bovini presenti sul terri-torio nazionale non iscritti ai librigenealogici o ai registri anagrafi-ci e che tuttavia fanno parte diaziende che aderiscono a con-sorzi di produzione di carne sidovrà procedere al prelievo di uncampione di materiale biologico,da cui estrarre il DNA. Il campio-ne di materiale biologico deglianimali appartenenti ai consorzidi produzione di carne, può esse-re estratto in qualsiasi momentoprima della macellazione e deveessere conservato per almenonovanta giorni dal momento delladichiarazione di macellazione.

Perché tanta fretta?Le ragioni di questa accelerazio-ne nell’esame del provvedimento,possono essere desunte dalle di-chiarazioni del Sen Rollandin: “ Apartire dal 1º gennaio 2008 l’iden-tificazione elettronica è obbliga-toria per tutti gli animali- ha spie-gato in Commissione- è facileprevedere che a breve l’Unioneeuropea possa emanare una di-rettiva per obbligare gli Statimembri ad adottare il sistemaelettronico diidentificazione”. Sulla regolamen-tazione dell’uso delle analisi delDNA per l’identificazione deglianimali e per la tracciabilità deiprodotti dei consorzi di produzio-ne di carne, Rollandin chiarisce:“L’obiettivo di questo disegno dilegge è quello di rendere obbli-gatorio il deposito di un campio-ne del DNA per tutti gli ovini ed icaprini iscritti ai libri genealogicio appartenenti ai consorzi di pro-duzione della carne. Questocampione dovrà essere imma-gazzinato in modo che, oltre adavere oggi un supporto identifica-tivo irrinunciabile, sia possibilenei prossimi anni il suo esamecompleto, come in una banca delDNA, per avere a disposizione,nel futuro, la possibilità di appli-care le tecnologie che si stannosviluppando.Il codice genetico scritto nelDNA degli animali è un patrimo-nio non solo di interesse produt-

tivo, ma anche culturale e di di-versità genetica. I nostri animalisono definiti dal loro DNA, con-servarlo nel futuro significa chequesto patrimonio non verrà di-sperso. La variabilità genetica èessenziale per la salvaguardiadelle razze, delle produzioni edella loro diversità. Per non aversaputo mantenere il DNA, si so-no già perse molte razze di ani-mali domestici, oltre ad alcunespecie selvatiche. Le pecore dirazza Vissana e Sopravissana,allevata originariamente nellacampagna romana, da cui siproduceva il pecorino romano el’abbacchio romano che venivaportata in monticazione nell’ap-pennino umbro-marchigiano, og-gi sono ridotte a pochissimi alle-vamenti e la loro consistenza nu-merica è a forte rischio di estin-zione. Eppure queste razze, no-nostante la produzione quantita-tivamente inferiore rispetto allerazze cosmopolite ora allevate,hanno fornito prodotti di valoreorganolettico più pregiato rispet-to a quelli attuali di largo consu-mo. Oggi, l’uso della geneticamolecolare può essere sviluppa-to con efficienza nel campo del-la sicurezza alimentare comesupporto certo alla tracciabilitàdegli animali. Saranno quindivincenti quei paesi dove da piùtempo si è cominciato a conser-

vare il DNA degli animali allevati;paesi che avranno la banca datidel DNA meglio organizzataavranno vantaggi certi nel conte-sto della competizione mondialeper la produzione e qualità deiprodotti zootecnici.Gli scopi più immediati sono ilcontrollo con assoluta precisionedei genotipi presenti negli alleva-menti italiani ed il loro uso per laselezione dei caratteri qualitativi,per il riconoscimento dei difettigenetici, per fornire le corrette at-tribuzionI di parentela, per latracciabilità dei prodotti zootecni-ci, per la diminuzione della confu-sione spesso esistente nell’identi-ficazione degli animali ecc. Alcu-ni paesi hanno infatti già iniziato,in vario modo, a prepararsi per ildomani. L’Italia che con sforzipubblici e privati è riuscita in po-chi decenni dal dopoguerra adessere autosufficiente per quasitutte le produzioni zootecniche,con l’eccezione importante dellacarne bovina e che in alcune zo-ne del paese, come nella valledel Po, è riuscita ad avere unazootecnia avanzata tecnologica-mente ed efficiente come in pochipaesi del mondo, deve continua-re a fare opera di pianificazionedel futuro se non vuole divenirenel breve volgere di pochi anni unpaese fortemente dipendentedalle produzioni estere”. ■

3ATTUALITÀ

Audizioni in Senato

Raccolta e conservazione del DNA in zootecnia, il Senato acceleraGli ovini, caprini e bovini che entrano nel libro genealogico del Mipaf devono essere sottoposti al prelievo di materiale biologico per la raccolta del codice genetico

laPROFESSIONE VETERINARIA 20/2005

Storace si ricordi della sanità animale

I l Senatore Augusto Rollandin (GruppoAut) ha inviato una nota al Presidente

dell’ANMVI informandolo di aver sollecitatol’attenzione del Ministro Storace sul tema del-la sanità animale. Rollandin, medico veterina-rio di Brusson (Aosta) con esperienza nel set-tore pubblico, ha così risposto ad una letteradell’ANMVI a tutti i senatori della Commissio-ne Igiene e Sanità del Senato nella quale l’As-sociazione invitava a mantenere vivi i temidella veterinaria in Commissione, dopo che lostesso Ministro della Salute l’aveva indicata

come riferimento dell’attività del suo Dicastero. Nel corso dell’ultima audizione del Ministro, il sen. Rollandin prenden-do la parola in Commissione ha detto: “Un aspetto che mi permetto diricordare, non solo per motivi professionali, e da non trascurare è quel-lo della sanità animale. L’Italia tra i Paesi dell’Unione Europea è l’unicoa svolgere una funzione in questo ambito con importanti ritorni anchesotto il profilo della salvaguardia della salute, funzione che purtroppo èsottovalutata, visto che se ne parla solo in presenza di emergenze sa-nitarie quale, ad esempio, l’influenza aviaria. Gli istituti zooprofilattici el’organizzazione territoriale veterinaria svolgono un ruolo in termini diprevenzione che molto spesso non ha l’evidenza che invece dovrebbeavere. Mi permetto di sottolineare tale ruolo giacché nell’ambito dell’or-ganizzazione preventiva molto spesso viene invece richiamato in sededi filiera alimentare che poi è quella cui fanno tutti riferimento, dimenti-cando però che il controllo avviene a livello di organizzazione territoria-le veterinaria. Il medico, infatti, interviene solo a posteriori sul danno,laddove il veterinario interviene al fine di evitarlo. Credo che questo te-ma - ha concluso Rollandin - meriti non solo attenzione ma anche il giu-sto rilievo in termini di investimenti, considerato anche che a breve Par-ma diventerà la capitale europea del controllo sulla alimentazione.”

Torniamo a parlare di buo-ne pratiche veterinarie edi certificazione qualità

con Andrea Cereser, che, in vestedi Consigliere SIVAR, ci offre ilpunto di vista del medico veteri-nario buiatra. Da quando abbiamo affrontatol’argomento con Yannik Poubanneper conoscere il progetto france-se QualitéVet, (Professione Veteri-naria n. 42/2004 ndr) anche l’Italiaha adottato il Codice Europeo del-le Buone Pratiche Veterinarie. LaFNOVI ne ha infatti approvato laversione in lingua italiana il 29gennaio di quest’anno. È già stato detto che questo Codi-ce rappresenta un passo avantiverso la certificazione di qualitàdei medici veterinari e delle strut-ture veterinarie. È stato anche ri-badito che non è obbligatorio, mache il Codice dovrebbe essere unparametro di riferimento per mi-gliorare l’efficienza e la qualitàdell’operato professionale. LaFNOVI valuterà in futuro anche leprocedure necessarie per conse-guire la certificazione di qualitàda parte dei medici veterinari edelle strutture veterinarie che vor-ranno adeguarsi. Ma anche inquesto caso si tratterà di “facoltà”e non di obblighi, o meglio - comedice Andrea Cereser - di “attrez-zi”: si può anche decidere di nonutilizzarli, ma prima è meglio co-noscerli.

Dottor Cereser, quale significa-to va attribuito al Codice Euro-peo delle BPV di recente ado-zione anche in Italia? E quale si-gnificato riveste per il veterina-rio buiatra? Il Codice BPV definisce, a grandilinee, i comportamenti “virtuosi”che un medico veterinario do-vrebbe rispettare quando lavoraanche allo scopo di dare eviden-za a sé e a terzi della qualità delproprio operato e del proprio agi-re in scienza e coscienza. È undocumento che ha i caratteri digeneralità, per cui chi intendeadottarlo (medico veterinario cheopera da solo piuttosto che in as-sociazione o dentro una strutturaveterinaria) deve necessariamen-te specificare in che modo inten-de rispettare i requisiti di massimaespressi dalla norma.

Il Codice dichiara espressa-mente nella nota introduttivache deve essere adoperato co-me ausilio per la certificazioneISO 9001:2000. Quali affinitàpuò già riconoscere fra gli stan-dard BPV e lo standard ISO? Inche modo, cioè, possiamo ve-derlo come un possibile viaticoalla certificazione ISO? Il Codice deve essere inteso co-me “strumento” che può aiutare ilmedico veterinario a migliorare leproprie prestazioni. La struttura-

zione dei paragrafi e buona partedei requisiti contenuti nel docu-mento FVE sono sovrapponibili aquelli della norma UNI EN ISO9001:2000, la cosiddetta “Vision2000”. Si tratta, quindi, di una sor-ta di “personalizzazione” dei re-quisiti della norma ISO 9001 alleesigenze specifiche del mondoveterinario. In quanto tale, il codi-ce possiede una sorta di “valoreaggiunto” essendo stato svilup-pato specificamente per le nostrenecessità. Ad oggi, però, non èancora possibile certificare laconformità di un operatore o diun’organizzazione rispetto a que-sta norma per cui chi volesse rag-giungere questo obiettivo devenecessariamente ricorrere allostandard UNI EN ISO 9001:2000.È auspicabile, però, che a brevesi possa certificare la conformitàdi una organizzazione anche afronte del Codice BPV.

Perché si dice che l’adozionespontanea del Codice BPV dasola non basti? La certificazio-ne cosa offre in più al medicoveterinario?Uno degli scopi della “certifica-zione di conformità” è quello didare evidenza ad altre “parti inte-ressate” (“stakeholders”) che de-terminate regole sono applicate erispettate. Per “altre parti interes-sate” si intendono, ad esempio, iclienti, gli organi di controllo, iconsumatori e la collettività in ge-nere. La certificazione di confor-mità, valutata e attestata da unaparte terza indipendente (come,ad esempio, un organismo di cer-tificazione), serve a dare dimo-strazione a tutti questi soggetti delrispetto dei requisiti stabiliti nellanorma.

Quale settore veterinario do-vrebbe prioritariamente avviarsiverso la certificazione?La certificazione di conformità alCodice BPV dovrebbe essere in-tesa come una opportunità pertutti i colleghi, visto che tutti han-no la convenienza o la necessitàdi dimostrare la qualità del pro-prio operato. Al tempo stesso,stante l’interesse che oggi rivesteil tema della sicurezza alimentarein Europa, i colleghi che operanonelle filiere animali (a livello di pro-duzione primaria e trasformazionedegli alimenti) o che collaborano,a vario titolo, con le ASL potreb-bero fungere da apripista vistoche vanno a toccare gli interessidi un grande numero di persone,intendendo soprattutto i consu-matori.

Quali sono le principali novitàintrodotte dal Codice delle BPVper il medico veterinario buia-tra?Innanzi tutto vincolare le organiz-

zazioni a definire delle regole dicomportamento chiare per sé, pergli eventuali colleghi con cui sicollabora, per i propri interlocuto-ri (clienti e organi di controllo inprimis). Successivamente il fattodi impegnare il medico veterinarioal miglioramento continuo delleproprie prestazioni grazie all’ap-plicazione di quel “ciclo virtuoso”(“PDCA”) che chiede di Pianifica-re (cioè definire obiettivi e risorsenecessarie per raggiungerli), Fare(cioè mettere in atto quanto si èprevisto), Misurare (cioè valutarele proprie prestazioni e i risultatiraggiunti) e Migliorare (cioè indivi-duare se e come è possibile mi-gliorare il servizio erogato).

Quali sono i vantaggi per i pro-fessionisti privati di questo “si-stema qualità”? E quali glisvantaggi?Tra i principali vantaggi vi è quel-lo della richiesta, da parte dellanorma, di “pianificare”, vale a direper prima cosa decidere che tipodi servizio si vuole offrire e conquali mezzi. Tale analisi deve par-tire dalla valutazione delle esigen-ze dei clienti, tenendo conto checon questa definizione si com-prendono diversi soggetti: chi mipaga, chi devo curare, chi consu-ma (nel caso di animali da reddi-to) l’alimento ottenuto. Il lavoro delveterinario è molto intenso ed èfatto di continue emergenze;spesso, però, constatiamo comel’urgente tolga spazio all’impor-tante. L’adozione di un sistema or-ganizzativo, come quello definitonel Codice BPV, obbliga a fermar-si ogni tanto per fare il punto del-la situazione così da razionalizza-re meglio gli sforzi e migliorare leprestazioni e i risultati raggiunti.Tra gli svantaggi spesso si cita ilfatto di creare tanta carta e dipassare più tempo a scrivere chea fare il proprio lavoro. In effettiquesto rischio è presente, soprat-tutto se si trascura la “qualità del-la documentazione”. Infatti, c’ècarta che conta e carta che nonfornisce alcun valore aggiunto almio operato. Per questo motivo èdemandata all’organizzazione laresponsabilità di capire e decide-re quali documenti utilizzare equali registrazioni raccogliereavendo cura, in ogni caso, di sta-bilire in anticipo quali sono leinformazioni importanti per me eper dare evidenza a terzi del miolavoro.

In che modo e con quali conse-guenze la certificazione potreb-be incidere sulla competizionesul mercato delle prestazioniveterinarie? Con quali conse-guenze nella concorrenza pro-fessionale? Non sempre chi è “certificato” èautomaticamente il migliore cosìcome non sempre chi non lo

è rappresenta i più scarsi. Certo,un’organizzazione che intendeadottare il Codice BPV e di chia-mare qualcuno a valutarne il ri-spetto dà un importante segnaledi trasparenza e di volontà di mi-gliorare. La sicurezza alimentaresi fa grazie ad un gioco di squa-dra dove ognuno copre il proprioruolo. In questo contesto, anche ilmedico veterinario che si occupadella sanità degli animali che pro-ducono o diventeranno alimentiha l’opportunità, tramite questanorma, di dimostrare l’adeguatez-za e validità del proprio operato edi aumentare la fiducia dei consu-matori nell’intera filiera produttiva.In seguito a ciò, le organizzazioni“certificate” possono assumeresul mercato un valore maggioreche è loro conferito proprio dalladisponibilità a mettere a nudo esottoporre a giudizio di terzi il pro-prio modus operandi.

Senza la possibilità di vantarepresso il pubblico l’adozionedelle Buone Pratiche o la certifi-

cazione ISO, ogni sforzo versola qualità risulta meno appetibi-le e il veterinario non ha stimolio incentivi a fare il salto di qua-lità. Cosa può dirci in proposito?Si diceva prima che uno degliscopi della certificazione è quellodi dare evidenza a terzi di come siopera. La prima motivazione,però, deve necessariamente sot-tolineare i benefici che l’adozionedi queste norme porta alle orga-nizzazioni che decidono di adot-tarle. Il Codice BPV è stato scrittodai medici veterinari per i mediciveterinari. Le buone pratiche altronon sono che un elenco di com-portamenti che ogni professioni-sta dovrebbe conoscere ed appli-care, a prescindere dalla neces-sità di dimostrarlo ad altri. Lo ripe-to: il Codice BPV costituisce unmezzo, uno strumento e, cometutti gli attrezzi, se lo reputo utile loutilizzo altrimenti lo lascio da par-te. Prima di decidere in merito,però, consiglio di approfondirneun po’ la conoscenza e le oppor-tunità che offre. ■

4ATTUALITÀ

Dopo l’adozione del Codice di BPV

Buone pratiche in buiatriaCereser: per la certificazione potrebbero fare da apripista i colleghi delle filiere

laPROFESSIONE VETERINARIA 20/2005

di Sabina Pizzamiglio

A ndrea Cereser, consigliere SIVAR,si laurea in Medicina Veterinaria

nel 1994 presso l’Università di Bologna.Dopo un breve periodo impiegato nell’e-sercizio della professione clinica degli ani-mali da reddito e da compagnia, sceglie didedicarsi all’igiene e tecnologia delle pro-duzioni e trasformazione degli alimenti diorigine animale come consulente liberoprofessionista di aziende agro-alimentari edi enti pubblici. Approfondisce le proprie

competenze nell’ambito dei sistemi di autocontrollo igienico-sanitario,del controllo qualità e dell’assicurazione qualità. I settori nei quali èmaggiormente coinvolto sono quelli della filiera carne, della GDO e del-la ristorazione collettiva. Ha conseguito nel 2004 il diploma specialistico in Ispezione degli Ali-menti di Origine Animale presso l’Università di Padova. Da qualche an-no collabora, in veste di formatore e valutatore di sistemi qualità (normeserie ISO 9000), con un primario ente di certificazione italiano. In que-sto contesto si occupa anche di certificazione di prodotto, filiera con-trollata e rintracciabilità. Da qualche anno è impiegato in attività di docenza presso l’Universitàdi Padova, Facoltà di Medicina Veterinaria. Tra i suoi lavori si citano: manuali di corretta prassi igienica e sulle dif-ferenze ed analogie tra HACCP e norma UNI EN ISO 9001.

SEMINARIO NAZIONALE

LA MOVIMENTAZIONE DI CANI, GATTI E FURETTI

Animali in viaggio e in compravendita: il ruolo del veterinariodopo il Regolamento (CE) n. 998/2003

CREMONA, PALAZZO TRECCHI - 24 GIUGNO 2005 (H. 9.30-17.00)

dott. MARIA DEL CARMEN LOPEZ MORENOFVO Grange European Commission

dott. DIANA LEVIServizio di Sanità Animale, ASL Città di Milano

Moderatrice:dott. LAURA TORRIANI - Segretario Nazionale ANMVI

Il seminario è rivolto a medici veterinariLa partecipazione è gratuita

È gradita la prenotazione allo 0372/40.35.37 - [email protected]

A.N.M.V.I.ASSOCIAZIONE NAZIONALE MEDICI VETERINARI ITALIANI

Al fine di rispondere allamissione di costante ag-giornamento scientifico

dei propri associati e di svilupparenuove sinergie fra il mondo produt-tivo e la professione veterinariaSCIVAC ha promosso, in collabo-razione con ASSALZOO, un’inda-gine conoscitiva sui temi legati allasicurezza sanitaria e alla comple-tezza nutrizionale degli alimentidestinati agli animali da compa-gnia.Oggetto della ricerca, condotta dalProf. Pier Paolo Mussa del Dipar-timento Produzioni Animali Epide-miologia ed Ecologia della Facoltàdi Medicina Veterinaria dell’Uni-versità di Torino e presidenteSIANA (Società Italiana Alimenta-zione Nutrizione Animale), sono glialimenti industriali preconfezionati,che non coprono patologie specifi-che e che sono presenti nellagrande distribuzione organizzata.Prima nel suo genere, l’indaginepromossa da SCIVAC e Assalzooè di particolare rilievo per l’ampiez-za del campione coinvolto. Ai medici veterinari sono state ri-chieste valutazioni sulle materieprime utilizzate, sui fattori che a lo-ro giudizio possono pregiudicarela sicurezza sanitaria degli alimen-ti, sul tipo di alimentazione chesuggeriscono ai proprietari e suglierrori più diffusi commessi da que-sti ultimi. I risultati del questionariosaranno ora utilizzati per promuo-vere successivi studi di approfon-dimento in collaborazione con entidi ricerca universitari e le autoritàresponsabili della sanità pubblica.

Le domandeAi fini dell’indagine è stato predi-sposto un questionario, realizzatocon la consulenza scientifica delProf. Pier Paolo Mussa. Il questio-nario è stato sottoposto in formaanonima ai veterinari che si occu-pano di animali da compagnia efatto pervenire in forma cartacea evia web, compilando l’appositoform presente sul sito internetwww.scivac.it. Il questionario è sta-to distribuito a partire dal 48° Con-gresso Nazionale della SCIVAC nel2004 ed è stato messo a disposi-zione dei medici veterinari dallepagine on line della SCIVAC permolte settimane. Le domande ver-tevano su vari aspetti nutrizionali:la sicurezza sanitaria delle materieprime utilizzate nella preparazionedei mangimi, l’adeguatezza nutri-zionale degli alimenti preconfezio-nati a confronto con l’alimentazio-ne casalinga o mista, i fattori ingrado di pregiudicare o allungarela durata della vita degli animali dacompagnia.

MetodologiaI questionari sono stati elaboratimediante lettore ottico. In totale so-no stati analizzati 738 questionari,

659 cartacei e 79 compilati viaweb.Sono state considerate “nulle” le ri-sposte mancanti o quelle che nonesprimevano una scelta precisa;ad esempio quando, in una rispo-sta che prevedeva SI o NO, eranosegnati entrambi. Per verificare,nell’ambito di ogni quesito, a qua-le argomento fosse attribuita mag-gior importanza, si sono sommatitutti i punteggi attribuiti a ciascunoe si è calcolato il punteggio com-plessivo; successivamente si sonoattribuite a ciascun argomento lerelative percentuali in confronto altotale. I valori ottenuti dalla som-matoria delle singole risposte ai di-versi argomenti sono stati percen-tualizzati in una tabella a parte. Èstata inoltre effettuata una ulterioreelaborazione sommando e per-centualizzando le risposte con uncoefficiente di importanza variabileda 3 a 5, nell’ipotesi che potesseroessere rappresentative di un chia-ro orientamento nei confronti diuna maggior importanza.

RISULTATIPer quanto riguarda le tematichelegate all’alimentazione degli ani-mali da compagnia emerge, ri-spetto ad un’analoga ricerca con-dotta presso i veterinari circavent’anni fa, un profondo cambia-mento culturale. Gli alimenti pre-confezionati sono oggi consideratidalla grande maggioranza dei ve-terinari intervistati come la sceltamigliore per alimentare cani e gat-ti. Dal sondaggio emergono inoltrealtri dati di interesse quali unapreoccupazione per possibili con-taminazioni accidentali degli ali-menti, perplessità circa l’impiegodi additivi e grande attenzione alproblema della somministrazionedi quantità improprie di cibo aglianimali, quest’ultimo ritenuto l’erro-re alimentare più frequente.

La sicurezza sanitaria dellematerie prime utilizzate nellapreparazione dei mangimiDalle risposte dei veterinari al que-stionario è emerso che le materieprime utilizzate per la preparazio-

ne dei mangimi sono ritenute sicu-re: solo il 22% degli intervistati nu-tre infatti perplessità a riguardo.Appare quindi evidente che i vete-rinari sono a conoscenza del fattoche le materie prime di origine ani-male derivano dalla filiera destina-ta all’alimentazione umana e sonoquindi sottoposte a severi controllisanitari da parte delle autoritàcompetenti.La richiesta esplicita di individuarepossibili criticità fra alcuni fattoriche potrebbero eventualmentepregiudicare la sicurezza degli ali-menti preconfezionati per animalida compagnia (in particolare: ma-terie prime, carica batterica, mico-tossine, contaminazioni da metallipesanti, condizioni di conservazio-ne) mostra che le percentuali sonoripartite sulle varie risposte in ma-niera piuttosto omogenea.Alla precisa richiesta di individuarele aree soggette a maggiore criti-cità dal punto di vista della sicu-rezza sanitaria nell’ambito dellematerie prime, è emersa una mag-giore sensibilità nei confronti dellecontaminazioni anomale quali BSEe micotossine.Per quanto riguarda le contamina-zioni è bene ricordare che il pro-cesso di produzione degli alimentiper animali familiari inizia con laverifica e la certificazione di tutte lematerie prime. Le carni provengo-no solo da animali che sono statidichiarati idonei al consumo uma-no da parte del Servizio VeterinarioNazionale. Sulla base di tali consi-derazioni sorprende il 23% attribui-to alla BSE, problematica che perdi più riguarda, come noto, solo igatti non essendo mai stata riscon-trata nei cani.Nell’ambito delle materie prime diorigine vegetale, le micotossinepossono colpire soprattutto i ce-reali. L’individuazione da parte deiveterinari di questa problematicatestimonia la crescente preoccu-pazione che queste pericolosetossine suscitano presso la classeveterinaria e medica. Grandi pro-gressi sono stati compiuti negli ul-timi anni nella messa a punto di si-stemi di prevenzione e di rapida in-dividuazione delle micotossine. Lachiave di volta è rappresentata,ovviamente, dalla prevenzione del-la contaminazione delle derrate daparte dei miceti; il controllo delgrado di umidità è, da questo pun-to di vista, fondamentale. La pron-ta individuazione delle micotossineeventualmente presenti nelle ma-terie prime consente di scartarledalla produzione. I sistemi corren-temente impiegati danno discretirisultati e sono in avanzata fase disperimentazione metodi analiticiancora più rapidi ed affidabili. Nell’ambito dei componenti utiliz-zati negli alimenti confezionati peranimali da compagnia le perples-sità dei veterinari italiani sono con-

centrate sugli additivi, in particola-re, sui conservanti. Il risultato sor-prende in quanto è scientificamen-te provato che gli additivi non in-taccano l’adeguatezza nutrizionalema semmai, in alcuni casi, la mi-gliorano.Sono considerati additivi per ani-mali tutte le sostanze in grado diinfluenzare favorevolmente le ca-ratteristiche dei mangimi e le pro-duzioni. Da tempo sono in vigorenorme legislative che disciplinanoil settore e stabiliscono quali sonole sostanze utilizzabili e le relativedosi. Sono permesse solo le so-stanze utili o innocue. Il loro impie-go è ormai vastissimo, non solo inalimentazione animale, ma anchein alimentazione umana.Negli alimenti per carnivori dome-stici sono presenti soprattutto alcu-ne categorie: gli antiossidanti, i co-loranti, i conservanti, gli aromatiz-zanti. Gli antiossidanti hanno lafunzione di proteggere i grassi dal-l’irrancidimento, gli aromatizzantiservono ad aumentare il gradimen-to olfattivo e gustativo dei cibi, gliaddensanti facilitano l’amalgamadei componenti delle lattine, i colo-ranti conferiscono il colore deside-rato. Tutti gli additivi attualmenteimpiegati nella fabbricazione di ali-menti per cani e gatti possiedonobuoni margini di sicurezza e moltidi essi sono spesso di origine na-turale. Basta pensare agli aroma-tizzanti (i cosiddetti “digest”) otte-nuti da carni e frattaglie, che costi-tuiscono ormai la stragrande mag-gioranza nell’ambito di tale cate-goria; ai tocoferoli (vitamina E) e al-l’acido ascorbico (vitamina C),sempre più utilizzati come antiossi-danti. Alcuni (antiossidanti ed aro-matizzanti) sono praticamente in-dispensabili, altri (conservanti)possono essere talora sostituiti daidonee tecniche di lavorazione, al-tri ancora (coloranti) non hanno al-cuna finalità tecnologica e nutrizio-nale, possono però avere un gran-de impatto sull’acquirente e que-sto fatto, dal punto di vista com-merciale, non può essere ignorato.

L’adeguatezza nutrizionale deglialimenti preconfezionati aconfronto con l’alimentazionecasalinga o mistaNel complesso i mangimi prodottidall’industria fanno registrare unelevato indice di gradimento ri-spetto alle preparazioni casalin-ghe.I dati emersi dalla ricerca eviden-ziano un profondo cambiamentoculturale avvenuto nel corso degliultimi vent’anni. È infatti decisa-mente aumentata la consapevo-lezza da parte dei veterinari circal’importante ruolo svolto dagli ali-menti industriali per assicurare ilbenessere degli animali da com-pagnia: oggi questi risultano esse-re preferiti a tutti gli altri da circa il

70% del campione, anche se unterzo circa dei veterinari racco-manda ancora le sole preparazionicasalinghe o il mix casalingo-indu-striale. Negli anni ottanta il 42% deiveterinari non riteneva gli alimentiprodotti dall’industria nutrizional-mente adeguati, l’82% consigliavaun’alimentazione mista e soltanto il6,19% consigliava una alimenta-zione a base di soli mangimi indu-striali. Chi ha pratica di formulazio-ni sa bene che è difficilissimo co-prire tutte le esigenze nutrizionalidei carnivori domestici con razionicasalinghe. L’estrema variabilitàdelle materie prime (basta pensarealle oscillazioni nel contenuto inacqua o in grassi), le perdite impu-tabili alla cottura, alla carenza di al-cuni minerali e di vitamine sono iprincipali fattori che rendono estre-mamente difficile una preparazio-ne casalinga nutrizionalmente cor-retta/equilibrata. Nei mangimi, in-vece, viene inserita una riccaquantità di materie prime, dellequali si conosce bene la composi-zione e, se esse da sole non rie-scono a coprire i fabbisogni nutriti-vi degli animali, si provvede aduna integrazione mirata.L’errore alimentare più frequenteviene giustamente ritenuto la som-ministrazione di quantità impro-prie di cibo. Manca ancora unacultura alimentare adeguata daparte dei proprietari, poco propen-si a seguire le indicazioni dei nutri-zionisti a causa dell’errata convin-zione che, per assicurare il benes-sere dei loro animali, sia necessa-rio gratificarli con porzioni abbon-danti ed appetitose di cibo. Un se-condo errore, molto comune, è in-dividuato nella combinazione nonbilanciata delle materie primenell’alimentazione casalinga. Es-sa può essere causa di molti pro-blemi di salute: distrofie ossee do-vute a carenze o squilibri minerali;dermatopatie dovute a carenze divitamine, acidi grassi, oligoele-menti; obesità, conseguente adeccessi di alimenti ricchi di ener-gia; calcolosi renali causate dadiete che alcalinizzano le urine…Dall’indagine emerge che la qua-lità delle materie prime è consi-derata il fattore più importante ingrado eventualmente di pregiudi-care l’adeguatezza nutrizionaledegli alimenti industriali, seguitadai processi produttivi. Tale con-vinzione è fondamentalmente cor-retta, infatti un buon alimento si ba-sa sulla qualità delle materie primeche lo compongono e sulla ade-guatezza dei trattamenti a cui sonostate sottoposte, senza dimentica-re la quantità di introduzione. Lematerie prime oggi impiegate nellaproduzione di alimenti per carnivo-ri domestici potrebbero tranquilla-mente essere consumate dai loroproprietari ed in alcuni casi lo sonoancora: si pensi alle frattaglie, ai

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laPROFESSIONE VETERINARIA 20/2005

Indagine SCIVAC ASSALZOO sul pet food

I veterinari promuovono gli alimenti preconfezionati Elaborati 738 questionari. Cautela su additivi e contaminazioni, ma l’errore più grave rimane l’eccessivasomministrazione

ciccioli, al collo e alle ali dei volati-li, alla trippa, alla polenta, al paneintegrale, ecc.Degli additivi si è già detto, si puòsolo sottolineare che essi, comenoto, non intaccano l’adeguatezzanutrizionale, semmai, in molti casi,la preservano o la migliorano.

I fattori in grado di pregiudicareo allungare la durata della vitadegli animali da compagniaAlle adeguate cure sanitarie eagli alimenti preconfezionati vie-ne riconosciuta una grande impor-

tanza nell’allungare la prospettivadi durata della vita degli animali daaffezione. Essa è garantita anchedalle migliori condizioni di vita,molto condizionate, a loro volta,dalla qualità delle cure sanitarie edell’alimentazione.Una larga maggioranza di intervi-stati (79,4%) è convinta della mag-gior completezza nutrizionale deglialimenti preconfezionati reperibilipresso la grande distribuzione ri-spetto all’alimentazione casalinga.Questa percentuale si attenua(64,35%) nel paragone con i mix

tra preparazioni casalinghe e pre-confezionati. In effetti, partendodal presupposto che, in base alleleggi vigenti, un mangime dichia-rato “completo” deve essere ingrado di soddisfare tutte le esigen-ze nutritive dell’animale cui è desti-nato, è evidente che l’aggiunta adesso di altri ingredienti lo sbilanciae ne può pregiudicare l’adegua-tezza nutrizionale.Tuttavia, sul fronte opposto, non sipuò negare che l’introduzione diuna quota di un mangime comple-to in una razione casalinga tradi-

zionale ne possa migliorare l’as-setto nutritivo, spesso insoddisfa-cente.

CONCLUSIONIRispetto a una indagine effettuatadiciannove anni prima, appare evi-dente che il parere dei veterinari intema di alimentazione per animalida compagnia è radicalmente mu-tato: oggi l’80% dei veterinari italia-ni ritiene, infatti, che le materie pri-me utilizzate per la preparazionedegli alimenti per animali da com-pagnia sono sicure e di qualità.

Solo alla richiesta esplicita di indi-viduare alcuni fattori che possonoeventualmente pregiudicare l’ade-guatezza nutrizionale viene datamaggior importanza alla qualitàdelle materie prime, ai processiproduttivi e agli additivi.A tal riguardo è opportuno ricorda-re che le materie prime oggi impie-gate nella produzione di alimentiper animali familiari, oltre a esseresottoposte ad attenta verifica ecertificazione, sono ottenute dallamacellazione di animali dichiaratiidonei al consumo umano da partedel Servizio Veterinario Nazionale;alcune delle parti animali utilizzateper la produzione di cibi per ani-mali da compagnia potrebbero,inoltre, essere tranquillamentemangiate dai loro proprietari e, ineffetti, talora lo sono ancora: sipensi, per esempio, a ciccioli, ali,frattaglie, trippa, …Le materie prime sono controllatesia dal punto di vista nutrizionaleche sanitario in tutte le fasi del pro-cesso produttivo: dalla scelta dellematerie prime sino al confeziona-mento degli alimenti e allo stoc-caggio nei magazzini. Le perples-sità sugli additivi sono del tuttoinfondate, in quanto essi, come ènoto, non intaccano l’adeguatezzanutrizionale, semmai, in alcuni ca-si, la migliorano.È decisamente aumentata la con-sapevolezza del valore aggiuntoapportato dagli alimenti industria-li: questi risultano essere preferitidai veterinari e indicati ai posses-sori di animali da compagnia, an-che se persiste ancora una picco-la percentuale che raccomandale sole preparazioni casalinghe oil mix casalingo-industriale. Gli ali-menti industriali per animali dacompagnia sono completi e bilan-ciati e riescono a coprire tutte leesigenze nutrizionali degli animalifamiliari garantendo una dieta in-tegrata e mirata alle diverse esi-genze. La somministrazione di quantitàimproprie di cibo agli animali do-mestici da parte dei loro proprieta-ri viene, giustamente, ritenuto l’er-rore alimentare più frequente, in-sieme alla combinazione non bi-lanciata delle materie prime nell’a-limentazione casalinga. Manca an-cora una cultura alimentare ade-guata da parte dei proprietari, po-co propensi a seguire le indicazio-ni dei nutrizionisti a causa dell’er-rata convinzione che, per assicu-rare il benessere dei loro animali,sia necessario gratificarli con por-zioni abbondanti ed appetitose dicibo.Alle adeguate cure sanitarie, masoprattutto agli alimenti industrialiper animali da compagnia, vienericonosciuta una grande impor-tanza nell’allungare la prospettivadi durata della vita degli animalifamiliari. Essa è garantita anche dalle mi-gliori condizioni di vita, molto in-fluenzate, a loro volta, dalla qua-lità delle cure sanitarie nonché diuna alimentazione completa e bi-lanciata, somministrata nelle giu-ste dosi e adattata alle specificheesigenze di ogni animale da com-pagnia. ■

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laPROFESSIONE VETERINARIA 20/2005

È vero che il veterinario iscrittoall’Ordine ma privo di partita Ivanon può ricettare ed emetterefattura in semplice e/o triplicecopia? E può timbrare e firmarelibretti di vaccinazioni e passa-porti di riconoscimento di ani-mali?È verosimile che il professionistaprivo di partita IVA effettui le pro-prie prestazioni professionali avolte gratuitamente e altre volte innero (in tal caso commettendo -peraltro - un illecito passibile disanzione amministrativa o di re-clusione, a seconda dell’entitàdella somma non fatturata), edunque a tariffe inferiori rispetto aquelle praticate dai professionisti“visibili” dal punto di vista fiscale,così realizzando un comporta-mento contrario all’art. 60 Cod.Deont. (il quale vieta al professio-nista di “percepire onorari inferioria quelli indicati nella tariffa mini-ma o nelle convenzioni concorda-te con l’Ordine”, salva eccezional-mente la possibilità di prestazionegratuita, purché questa non sia unartificio per porre in essere unaconcorrenza illecita). Deve altresì considerarsi che ilprofessionista che si discosta dal-la tariffa elaborata dal proprio Ordi-ne pone in essere una condottache compromette il decoro dellaprofessione, il quale può esserevulnerato dalla richiesta di com-pensi tanto superiori al massimoquanto inferiori al minimo, e sullacui conservazione l’Ordine dei me-dici veterinari deve vigilare, ai sen-si del D. Lv. C.P.S. 13/9/1946 n.233, art. 3 lett. b).Quanto alla possibilità, per la vete-rinaria, di compilare e sottoscriverelibretti di vaccinazione e passapor-ti di riconoscimento, in riferimentoalla mancanza di partita IVA riten-go che valgano le medesime con-siderazioni espresse per la ricetta-zione, posto che si tratta comun-que di prestazioni professionali,come tali rientranti nella previsionedell’art. 60 Cod. Deont.Sotto il profilo strettamente giuridi-co può affermarsi che le attività re-lative alle vaccinazioni possonodirsi legittimamente esercitate nel-la misura in cui sussistono le con-dizioni previste di volta in volta dal-la normativa vigente.L’attuazione delle profilassi vacci-nali, infatti, si realizza diversamen-te a seconda della obbligatorietà omeno delle profilassi medesime.La legge 23.1.1968 N° 34, art. 4,ad esempio, affida la vaccinazioneobbligatoria degli animali contro la“peste bovina, la pleuropolmonitecontagiosa dei bovini e la morva” a“veterinari autorizzati” (dall’autoritàsanitaria cui la Regione demanda-to le competenze che furono dipertinenza del veterinario provin-ciale).La successiva legge 31.3.1976 N°124, art. 12, contempla per le Re-gioni la possibilità di collaborazio-

ne di veterinari liberi professionisti,appositamente autorizzati, per l’e-secuzione dei piani di risanamentodegli allevamenti. In applicazione delle citate leggi, ilD.M. N° 476/1988 ha incaricato i“veterinari dipendenti delle unitàsanitarie locali” dell’esecuzione

degli “interventi necessari per l’at-tuazione delle profilassi vaccinaliobbligatorie” “nei confronti dell’aftaepizootica, della peste suina clas-sica, della rabbia e del carbonchioematico, nonché di altre malattieinfettive e diffusive disposte ai sen-si della legge 23 gennaio 1968 N°

34”, riconoscendo la possibilità dieffettuare i suddetti trattamenti im-munizzanti altresì “ai veterinari li-beri professionisti autorizzati”, conciò introducendo anche in tal casoil requisito dell’autorizzazione. Si consiglia, dunque, alla profes-sionista di accertare di volta in vol-

ta se l’effettuazione del trattamentoimmunizzante praticato necessitadi apposita autorizzazione o se,addirittura, può essere praticatoesclusivamente da veterinari di-pendenti delle AUSL. Passando infine ai cd. passaporti,va detto che esistono varie tipolo-

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Libera professione

Se non c’è la partita IVAQuali effetti per il rilascio di ricette, certificazioni e pet passport

laPROFESSIONE VETERINARIA 20/2005RUBRICA LEGALE

di Maria Teresa Semeraro

Avvocato, Bologna

gie di documenti di identificazioneindividuale degli animali, ma inogni caso il rilascio è di competen-za dei veterinari della AUSL. Per l’identificazione e la registrazio-ne degli animali della specie bovi-na, infatti, il DPR 19.10.2000 N° 437(Regolamento recante modalitàper la identificazione e la registra-zione dei bovini) sancisce, all’art. 4,che “il documento di identificazio-ne individuale… definito passapor-to” è rilasciato dal “Servizio Veteri-nario della Azienda Unità SanitariaLocale competente”; analogamen-te il DM 31.1.2002-Ministero dellaSalute (Disposizione in materia di

funzionamento dell’anagrafe bovi-na) stabilisce: “Il Servizio Veteri-nario dell’Azienda Unità SanitariaLocale competente provvede alrilascio e alla vidimazione delpassaporto” di ciascun capo del-la specie bovina (art. 4) (analoga-mente DM 7.6.2002-Ministero del-le Politiche Agricole e Forestali,sull’approvazione del manualeoperativo per la gestione dell’ana-grafe bovina).Obblighi specifici, inoltre, nasconodalla normativa comunitaria.In base al Regolamento CE N°998/2003 del Parlamento Europeoe del Consiglio del 26.5.2003, la

Decisione della Commissione del26.11.2003 ha stabilito un modellodi passaporto per i movimenti dicani, gatti e furetti all’interno degliStati membri dell’Unione Europea,allo scopo di garantire una mag-giore sicurezza contro i rischi sani-tari legati alla circolazione deglianimali da compagnia (in partico-lare rispetto alla rabbia).Tale documento, infatti, contiene,oltre ad una sezione anagrafica,una parte sanitaria, ove vengonoannotate le vaccinazioni, gli esamiclinici ed i trattamenti terapeuticieffettuati sull’animale.Ai sensi dell’art. 5 del suddetto Re-

golamento il pet passport viene “ri-lasciato da un veterinario abilitatodall’autorità competente”, ovverodai Servizi Veterinari delle AziendeUSL. La compilazione e la sotto-scrizione del passaporto è affidataesclusivamente ai veterinari in ser-vizio presso le Aziende USL.I veterinari liberi professionisti, tut-tavia, possono essere autorizzati -dal Servizio Veterinario territorial-mente competente - a rilasciare lecertificazioni sanitarie relative alpassaporto in questione. Si ricorda che il pet passport è di-venuto obbligatorio per l’Italia dal1° ottobre 2004.

Quanto ai cavalli ricordiamo cheper essi (così come per altri ani-mali, quali i cani) può porsi il pro-blema della purezza della razza,in particolare in caso di bestiameda riproduzione, con la conse-guente necessità che in tal casoil passaporto (detto anche libret-to segnaletico) venga rilasciatodalle competenti organizzazioniufficialmente riconosciute ed atal fine autorizzate (DM20.9.1990-Ministero dell’Agricol-tura e delle Foreste, sull’importa-zione ed esportazione del bestia-me da riproduzione di razza pu-ra, art. 1 punto 3). ■

8 laPROFESSIONE VETERINARIA 20/2005

Morte del cane e danno morale

Il Giudice del Tribunale civiledi Milano ha quantificato in

1000 euro i danni morali per lamorte di un cane. Il dolore cau-sato dalla perdita di un animaleda compagnia viene così ricono-sciuto e quantificato. La decisio-ne è di quelle destinate a segna-re un precedente: potrà diventa-re riferimento per altre causeanaloghe anche quando l’ani-male fosse diverso dal cane, macomunque considerato d’affe-zione. La sentenza si riferisce aduna causa avviata da S.T., unaproprietaria aggredita da un pa-store tedesco insieme al suo ca-ne. La signora se la cavava conalcune ferite lacero-contuse,mentre il cane moriva azzanna-to. Il tribunale ha ritenuto di ac-cogliere le richieste della signoraS.T. riconoscendole oltre ai dan-ni per le lesioni personali anche1000 euro per danni “morali”.(La Repubblica, 21 maggio2005)

***Assenze nei corsi ECM

Desidero conoscere l’esat-ta regolamentazione dei

corsi di aggiornamento accredi-tati Ecm. In particolare, vorrei sa-pere quante volte è permessoassentarmi durante un corso dilunga durata, in quanto, ad alcu-ni colleghi assentatisi per graviinfermità per più di un giorno,non è stato concesso di conti-nuare a seguire il corso medesi-mo. Chiedo che mi sia indicatocome reperire questa regola-mentazione, per poterla, even-tualmente, farla pervenire al di-rettore generale dell’Asl dove la-voro.

Ai fini dell’acquisizione dei credi-ti formativi Ecm è necessaria lapresenza effettiva del 100% ri-spetto alla durata complessivadell’evento formativo residenzia-le da parte degli operatori sani-tari interessati. Mentre, ai sensidell’art.1, comma 4 del Dm27/12/2001, la presenza effettivadegli operatori sanitari interessa-ti al progetto formativo aziendaleè del 90 per cento. Nei particola-ri casi di assenza brevissimasarà cura dell’organizzatore va-lutare la giustificazione e l’inci-denza dell’assenza sull’appren-dimento finale, essendo l’unicoresponsabile dell’evento resi-denziale o del progetto formativoaziendale. Note in merito sono ri-scontrabili nel sito del Ministerodella Salute. (Il Sole 24 Ore Sa-nità, 10-16 maggio 2005)

RUBRICA LEGALE

L a Lombardia ha recepitol’accordo Stato-Regionisulle strutture veterinarie.

Il decreto della Direzione Gene-rale della Sanità (n. 5403 del13/04/05) stabilisce i “requisitinecessari e sufficienti delle strut-ture veterinarie pubbliche e pri-vate, aventi accesso al pubblico,ove si esercita la professione ve-terinaria sugli animali e/o sui ma-

teriali biologici animali”. Le tipo-logie individuate sono: studio,studio veterinario associato, am-bulatorio veterinario, clinica o ca-sa di cura veterinaria, ospedaleveterinario, laboratorio veterina-rio di analisi. Non sono conside-rate strutture veterinarie, i locali egli impianti dove si esercita laprofessione veterinaria qualemera attività intellettuale in as-

senza di animali e/o materiali bio-logici; i locali e gli impianti pub-blici dove si svolgono attività isti-tuzionali ai sensi della vigentenormativa; i mezzi mobili, diAA.SS.LL. e II.ZZ.SS. utilizzatiesclusivamente per effettuare at-tività istituzionali ed i mezzi mobi-li adibiti esclusivamente al tra-sporto di animali malati o feriti(ambulanze veterinarie).

È vietato l’uso di mezzi mobili at-trezzati (campers, furgoni, veico-li, ecc.). Le denominazioni antecedenti al-l’entrata in vigore del decreto, nonriferite alle classificazioni previstepossono essere mantenute esclu-sivamente se riportate nella ragio-ne sociale della struttura. (il testodel decreto è pubblicato dawww.anmvioggi.it ■

9laPROFESSIONE VETERINARIA 20/2005

Lombardia, nuovi requisiti per le strutture

INFO REGIONI

Nuovo caso di BSEa Reggio Emilia

“Dopo 20 mesi di assenza disegnalazioni di casi di BSE perla nostra Provincia, si è registra-to il 4° caso nazionale di Ence-falopatia Spongiforme Bovinaper l’anno 2005”. La comunica-zione è del Direttore Area Dipar-timentale Medicina Veterinariadella ASL di Reggio Emilia An-tonio Cuccurese. Le analisi so-no state confermate dal Centrodi Referenza per le encefalopa-tie spongiformi di Torino in data23 maggio 2005. Salgono cosìa 128 i casi di BSE in Italia regi-strati dal 1 gennaio 2001 e a 10quelli registrati nella Provinciadi Reggio, sempre nel medesi-mo periodo. Il bovino risultatopositivo, vacca da latte di razzaFrisona Italiana, è stato macel-lato in data 11 maggio 2005.Precisa inoltre Cuccurese: “So-no stati adottati i provvedimentidi sequestro dell’allevamento.Si sta procedendo alla valuta-zione della corte e cioè deglianimali nati in un arco tempora-le che va dai 12 mesi prece-denti ai 12 mesi successivi alladata di nascita del bovino posi-tivo che dovranno essere tuttiabbattuti. Le prime valutazionifanno ritenere la corte compo-sta da circa 20 capi. Intanto illatte dell’intero allevamento, finoalla data di abbattimento di tuttigli animali che compongono lacorte, viene distrutto”. Rassicu-rante il messaggio rivolto alconsumatori dalla ASL di Reg-gio Emilia: “Per quanto riguardai consumatori va sottolineatoche per il latte ed i prodotti de-rivati, non ne è mai stata dimo-strata alcuna infettività e che,per le carni, i controlli di labora-torio continuano ad essere ef-fettuati sul 100% degli animalimorti e degli animali macellati,anche normalmente, se di etàsuperiore ai 30 mesi. Questa si-tuazione ci permette di afferma-re che le carni al consumo sonosicuramente derivanti da boviniche, se in età, hanno avuto unesito negativo al test rapido perla ricerca della BSE. Anchequesti casi, ormai definibili spo-radici, vengono evidenziati dal-le metodiche analitiche imple-mentate dai Laboratori di anali-si degli Istituti Zooprofilattici. Vavalutato infine come il numerodei capi riscontrati positivi siafortemente calato, in ambito na-zionale, dal 2001 ad oggi. Si èpassati dai 50 casi registrati nel2001, ai 36 casi del 2002, ai 31del 2003, ai 7 del 2004 ed ai 4nell’anno in corso.Questo sem-brerebbe essere strettamentecollegato ai provvedimenti sani-tari, posti in essere già ormai dadiversi anni, quali il divieto del-l’utilizzo delle farine animali perl’alimentazione dei bovini, ilcontrollo clinico dei bovini sia inallevamento che in macello, lapuntuale distruzione del mate-riale specifico a rischio derivan-te dalle operazioni di macella-zione, nonché l’effettuazionedei test rapidi di laboratorio (dal1 gennaio 2001)”.

La rimozione dei materiali arischio specifico (SRMs-Specific Risk Materials) è

una delle misure più importantiper proteggere la salute dei con-sumatori contro il rischio di Ence-falopatia Spongiforme nei Bovini.Gli SRMs, ovvero tessuti animaliquali cervello e midollo spinalesono considerati a rischio di tra-

smissione dell’agente infettivo. L’EFSA (European Food SafetyAuthority) ha pubblicato il 25maggio un parere sul limite di etàper la rimozione dei SMRs. Il pa-rere è stato prodotto dal ScientificPanel on Biological Hazards; essoripercorre nel tempo le conoscen-ze scientifiche in materia e forni-sce alla Commissione Europea

un’opinione scientifica aggiornatacirca la possibilità di adottarenuovi limiti di età. Dal 2000, in tutti gli Stati Membridell’Europa, ad eccezione del Re-gno Unito, gli SMRs vengono ri-mossi nei capi destinati ad entra-re nella catena alimentare in etàsuperiore ai 12 mesi. La Commis-sione Europea ha chiesto all’EFSA

di rivedere i pareri adottati da unprecedente Comitato-l’EC Scienti-fic Steering Committee- alla lucedi nuove informazioni provenientidalla World Organisation for Ani-mal Health (OIE) sul vigente limitedi età, appunto di 12 mesi.Sebbene riconoscesse come im-probabile l’infezione del sistemanervoso centrale in capi al di sot-

to dei 30 mesi, il parere del pre-cedente Comitato europeo adottòun approccio di cautela racco-mandando la rimozione degliSMRs nei capi oltre i 12 mesi dietà. Segnalazioni eccezionali digiovani animali con segni clinici diBSE confortarono questa cautela.Ora l’EFSA si è basata su dati disorveglianza e su nuove ricerchescientifiche sullo sviluppo dellamalattia. In base ai dati epidemio-logici l’età media dei casi positiviin Europa è salita da 86 a 108 me-si fra il 2001 e il 2004, probabil-mente per l’adozione di efficacimisure di controllo. Inoltre, dal2001 sono stati registrati solo 4casi di BSE al di sotto dei 35 me-si è l’età minima degli animali am-malati annualmente è salita da 28a 42 mesi fra il 2001 e il 2004. Lericerche scientifiche fanno ritene-re che la BSE in fase di incuba-zione possa diventare infettiva intempi più lunghi di quanto si pen-sava (i.e. durante l’ultimo quartodel periodo di incubazione primache la malattia si manifesti). Sulla base di queste informazio-ni, l’EFSA ha concluso che alzarea 30 mesi l’età di rimozione degliSMRs possa essere un margineconsiderabile ma non sicuro. Inalternativa l’innalzamento a 21mesi ricomprenderebbe anche icapi più giovani affetti dalla ma-lattia, dato che il monitoraggio èiniziato nel 2001 e ciò potrebberappresentare un approccio piùcauto. Sulla base di questo parere, lacommissione Europea potrà con-siderare se cambiare l’attuale limi-te dei 12 mesi e, nel caso, a qua-le nuovo limite attenersi.

Le reazioni “Viva soddisfazione’’ per il pareredell’Autorità è stata espressa daCesare Cursi, sottosegretario alministero della Salute e presiden-te del Comitato nazionale della si-curezza alimentare.”Questo risul-tato - ha detto -, collegato alla va-lutazione di un concreto e pun-tuale controllo veterinario, non-ché alla consistente riduzione deicasi di Bse in Europa e, in parti-colare, in Italia è da considerarsianche il frutto degli interventi chesono stati effettuati negli ultimimesi sulle Autorità europee’’.Soddisfazione è stata espressaanche da Giorgio Calabrese,unico nutrizionista italiano del-l’Autorità europea per la sicurez-za alimentare: “viene ribadita l’im-portanza e non solo la sicurezzadi un manzo di 21 mesi da unpunto di vista nutrizionale per laquota di vitamina B12, la quantitàdi ferro di tipo Eme e le ottimeproteine nobili di origine anima-le’’. Per Calabrese il parere del-l’EFSA è tale da “rendere giustiziaalla fiorentina, visto che tutte lebistecche del mondo si potevanocucinare meno che le nostre, enon per motivi di sicurezza maper questioni burocratiche’’. ■

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Bse e materiali a rischio specifico

EFSA: modificabile il limite di età per la rimozione degli SMRs

laPROFESSIONE VETERINARIA 20/2005EUROPA

★★

★ ★ ★ ★★★

In alcuni stati americani si èrecentemente verificata un’e-pidemia di salmonellosi uma-

na originata da piccoli roditori te-nuti come pet. Lo hanno comuni-cato i Centers for Disease Control(CDC) americani. L’infezione hacolpito una ventina di persone,soprattutto bambini, ed è il primocaso documentato di salmonellosicausata da roditori domestici.I CDC hanno determinato che i to-pi, ratti e criceti sospettati di avertrasmesso la malattia provenivanoin gran parte da distributori di petlocalizzati in Georgia, Louisiana eIowa, anche se non si identificavaalcun legame tra i tre distributori

implicati. In passato, epidemie disalmonellosi erano state imputateai rettili. L’estate scorsa i CDChanno ricevuto due segnalazioniseparate di bambini che si amma-lavano poco dopo l’acquisto di unpiccolo roditore. I test rivelavanola presenza di Salmonella typhi-murium con resistenza multipla ai

farmaci in entrambi i bambini.Questi due casi hanno indotto unaricerca nazionale che ha rivelato28 casi umani di infezione da S.typhimurium in 19 stati tra dicem-bre 2003 e ottobre 2004. Dei 22pazienti intervistati, 13 erano statiesposti a piccoli roditori acquista-ti presso negozi di pet locali non

più di 8 giorni prima della malat-tia. I sintomi includevano crampiaddominali, febbre, vomito e diar-rea emorragica. Nessun caso didecesso. Il documento dei CDCipotizza che la diffusione del cep-po farmaco-resistente di Salmo-nella possa essere dovuto all’uti-lizzo di antibiotici a scopo profilat-

tico nell’industria dei “pocket pet”.Il documento raccomanda inoltrea veterinari, allevatori e distributo-ri di pet di effettuare le opportuneverifiche di laboratorio per l’isola-mento di Salmonella in caso dimorbilità o mortalità sostanzialeassociata a diarrea nei roditori de-stinati alla vendita come pet. ■

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Salmonellosi umana trasmessa da piccoli roditoriNegli USA documentati alcuni casi di infezione umana secondaria all’esposizione a roditori tenuti come pet

laPROFESSIONE VETERINARIA 20/2005LA RASSEGNA DI VET-JOURNAL

Le notizie di Vet Journal sonoconsultabili on line

all'indirizzohttp://www.evsrl.it/vet.journal/

• Notizie scientifiche• Archivio bibliografico

• Servizio Cytovet

di Maria Grazia Monzeglio

Allergia ai pet: serveallontanarli da casa?

S i susseguono gli studi disegno opposto circa l’uti-

lità di allontanare o meno gli ani-mali domestici dalle case dellepersone allergiche. Ora uno stu-dio giapponese pubblicato sulnumero di maggio della rivistaChest suggerisce che allontana-re i pet da casa può migliorarel’asma nei soggetti allergici aglianimali e favorire l’efficacia deifarmaci antiasmatici. Lo studio,guidato da Toshihiro Shirai, haanalizzato 20 pazienti asmatici(età media 36 anni) con allergiaai pet, tutti proprietari di un ani-male domestico (cane, gatto,cavia, furetto). Su consiglio delmedico, a tutti veniva chiesto dirinunciare al proprio animalema solo la metà dei pazienti lofaceva.Secondo lo studio, nei pazientiche allontanavano l’animale econtinuavano ad assumere i far-maci corticosteroidei per la tera-pia sintomatica dell’asma si no-tava un miglioramento significa-tivo della sintomatologia allergi-ca, rispetto a quelli che assume-vano i farmaci ma mantenevanol’animale. L’allontanamento delpet consentiva inoltre la riduzio-ne delle dosi dei corticosteroidiinalati. Nei pazienti che non ri-nunciavano all’animale i farmaciinducevano solo un lieve miglio-ramento della sintomatologia al-lergica.

Anche il 7° Congresso SI-VAR si è concluso... unsuccesso di pubblico e

di relatori. Gli argomenti trattatisono stati vari e molto specialisticie le relazioni di altissimo livello.L’interesse del veterinario sembranon affievolirsi dinanzi alle diffi-coltà del comparto zootecnicoche stanno affliggendo il quotidia-no lavoro di molti colleghi. La ri-cerca continua di novità, di forma-zione specialistica, di nuove me-todiche di analisi, di nuovi metodidi gestione, di nuovi metodi dicontrollo alimenta la passione deiveterinari di animali da reddito….anche se quest’ultimo sembra es-sere il grande assente e ha la-sciato il posto alla passione. Solola passione infatti e non il redditopuò spingere a continuare a lotta-re per ridare fiato e spessore allazootecnia italiana…..e il veterina-rio di animali da reddito è la figu-ra principale di questo compartoè può essere in molti casi la scin-tilla per rimettere in moto un moto-re fiacco e a corto di benzina.

L’industria farmaceutica allecorde…Anche l’industria farmaceutica ha

avvertito il colpo ed esprime sof-ferenza attraverso stand privi deiricchi gadget di una volta e so-prattutto privi di idee e innovazio-ne farmaceutica. Si ripresentanogli stessi prodotti in una nuova ve-ste, con una nuova confezione masotto sotto si parla sempre dellavecchia e cara “penicillina”. Lacontrazione economica ha inve-stito anche loro e non c’è da bia-simarli se economizzano sullespese.

Il veterinario aziendale va inpensione…Quello che era leggibile tra le ri-ghe in questo Congresso è chequesto clima di calma piatta e ac-qua morta non è dovuto solo all’e-conomia italiana che non decollao alla congiuntura economicamondiale, ma anche e soprattuttoal fatto che un mondo sta moren-do e non si ha il coraggio di fargliil funerale. E mentre noi veterinariperdiamo tempo al capezzale delmorto i bambini di là in cortile gio-cano e continuano a crescere dasoli...e senza padre.Il veterinario aziendale facevaparte del vecchio mondo dellazootecnia italiana nessuno lo hamai voluto e nessuno lo vorrà mai,quello su cui bisogna lavorare in-vece è la nuova figura del “Veteri-

nario del comparto zootecnico”.Se solo si guarda alle relazioni diquesto Congresso Multisala si os-serva la complessità della profes-sionalità del nuovo “Veterinariodel comparto zootecnico”...la re-sponsabilità della filiera richiedeinfatti conoscenze di sistemi dicontrollo, di malattie infettive, dietologia, comportamento e be-nessere animale, di sicurezza ali-mentare, di zootecnia biologicaoltre alle classiche medicina echirurgia.

Una sola chance diprosperare…Se si crede a quanto emerge daquesto Congresso, quindi, sem-bra venir fuori la nuova figura del“veterinario del comparto zootec-nico” che opera nell’agro-alimen-tare italiano che notoriamente èun settore florido dell’economiaitaliana e che viaggia su un cana-le internazionale di ampio respirovista la notorietà della nostra cuci-na e dei nostri prodotti. Se il setto-re agro-alimentare italiano e diqualità ritiene quindi che le produ-zioni zootecniche a marchio e bio-logiche debbano essere prodottesul territorio nazionale deve ne-cessariamente rivolgersi a un tec-nico veterinario per gestire la pro-duzione certificata e controllata,la salute animale e i trattamentiche ne conseguono con partico-lare attenzione alle medicine nonconvenzionali al fine di diminuireal massimo i residui negli alimentie i rischi per il consumatore.

Veterinari ed enologi che stranacoppia…Anche gli enologi italiani degli an-ni settanta hanno vissuto la crisiche stiamo vivendo noi veterinari.I più giovani non lo ricorderannoma in quegli anni il vino venivaversato a terra al confine tra Fran-cia e Italia perché la produzionedi quantità che l’Italia era in gra-do di fare allora non aveva mer-cato. Di qui il grande lavoro deglienologi: hanno studiato, si sonoformati, hanno cominciato a dia-logare con gli industriali del com-parto e hanno iniziato a produrrecon le loro favolose alchimie e laloro professionalità dei vini mera-

vigliosi che hanno fatto guada-gnare la notorietà e numerosi bic-chieri di qualità a molte case viti-vinicole del Bel Paese. Questa èla sfida che adesso tocca a noi...il “veterinario del comparto zoo-tecnico” deve re-inventarsi e re-inventare un settore che ha biso-

gno della sua professionalità, del-le sue idee e della sua conoscen-za. Se ciò avverrà gli stand deiprossimi congressi saranno oc-cupati dagli operatori dell’agro-alimentare italiano e i gadget e isorrisi riappariranno intorno ai ta-voli.

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Animali da reddito

Il veterinario c’era... qualcuno ha visto il reddito?

laPROFESSIONE VETERINARIA 20/2005DALLE ASSOCIAZIONI

S i è svolto il 13-14 maggiopresso Palazzo Trecchi a

Cremona il “7° Congresso Multi-sala SIVAR” ...molti gli argo-menti trattati dalla vacca al latteagli animali esotici passandoper la filiera degli alimenti! Buo-na la percentuale di presenze,specie di colleghi affermatimentre è bassa quella dei gio-vani colleghi. Il calo del PIL ita-liano e la crisi del compartozootecnico poco invogliano inuovi veterinari ad impegnarsiin un settore dove fatica, chilo-metri e bassa remunerazionesono il pane quotidiano. Anchel’industria farmaceutica sembratirare i remi in barca vista lamancanza di gadget pubblicita-ri sui tavoli degli stand.

Riflessioni a margine del congresso SIVAR

La tanto temuta crisi del settimo anno non si è verificata! Le pre-messe c’erano tutte: la poca chiarezza sull’obbligatorietà degli

ECM, la crisi del settore degli animali da reddito, la disoccupazione deigiovani colleghi e, più in generale una totale assenza di entusiasmo neiconfronti di iniziative come questa, unitamente al forte ridimensiona-mento delle sponsorizzazioni da parte delle ditte farmaceutiche, face-vano presagire una catastrofe.Invece eravamo ancora più di cinquecento a Palazzo Trecchi. Si puòdesumere che la SIVAR rappresenta ormai un consolidato punto di ri-ferimento per la veterinaria italiana, una società con un proprio indiriz-zo autonomo ed una personalità ben definita.Alcune riflessioni però sono d’obbligo. Innanzi tutto la scarsa parteci-pazione dei giovani laureati e la totale assenza di studenti. Le causepossono essere varie, ma il fatto deve far riflettere e gli sforzi per attira-re questo tipo di utenza devono essere moltiplicati, le nuove genera-zioni professionali sono troppo importanti per una società giovane co-me la nostra che guarda al futuro come ad un patrimonio imprescindi-bile. È stata poi evidente la presenza ridotta e di secondo piano delmondo universitario italiano. È noto che la SIVAR è nata da una diver-sità di vedute con la SIB, alla quale fa capo la maggioranza degli uni-versitari italiani, ma il perdurare della divisione deve essere ripensato eridiscusso. Un punto di incontro e di collaborazione deve essere trova-to: ritengo inutile la divisione di un mondo di per sé già piccolo in unmercato, quello della professione, in contrazione. Penso sia giunto ilmomento di ritrovare punti di lavoro in comune per arrivare ad una ri-composizione della frattura in atto.Il fatto poi che a tutti i partecipanti è parso eclatante, è stata l’esiguitàdei punti ECM.Saltando a piè pari la polemica sull’obbligatorietà dell’aggiornamento,mi sembrano veramente pochi i sette punti che la manifestazione as-segnava ai partecipanti. I ragionamenti sentiti in sede congressuale so-no stati tanti: la SIVAR è una società commerciale e tende a distribuirepiù punti in altri tipi di corsi dove l’iscrizione costa di più oppure, nellemanifestazioni multisala le ore di lezione, di fatto, vengono diluite conun conseguente calo del punteggio.La prima ipotesi è senza fondamento, che convenienza avrebbe unasocietà scientifica a svalutare la propria manifestazione di punta? Que-sto significherebbe un suicidio mediatico.Per quanto riguarda la considerazione sul modulo multisala, il contrad-dittorio deve basarsi su questo ragionamento: un veterinario deve tota-lizzare quest’anno 40 punti, mi sembrerebbe sensato che questo pun-teggio debba essere soddisfatto con la partecipazione ad un paio dimanifestazioni come questa più un altro tipo di evento minore.Se il ministero nella valutazione continua su questa strada, pensa che iveterinari debbano dedicare all’aggiornamento un mese intero all’anno.Questo è assurdo ed impensabile, non vorrei che la vera ragione sia inuna ripicca tra diverse parti a livello di referee.Se così fosse sarebbe una cosa scandalosa ed inaccettabile.Siccome penso non sia questo il caso, se non si vuole far naufragaredel tutto il concetto della obbligatorietà dell’aggiornamento, è opportu-no usare un po’ di buon senso nella valutazione generale delle manife-stazioni.

Giacomo Tolasi - Commissione scientifica SIVAR sul farmaco

di Roberto Lomolino

Delegato Regionale SIVAR LazioResp. Zootecnia AIAB Lazio

Indagine sulla veterinaria per animali da compagnia

È pubblicata al sito www.anmvi.it la ver-sione completa della ricerca realizzata perANMVI da Etameta Trend & Research “Lestrutture veterinarie per animali da com-pagnia”. In conformità alle vigenti disposi-zioni di legge, l'Autorità Garante per leComunicazioni ha pubblicato il questiona-

rio rivolto al campione statistico da EtaMEta. Lo si può consultare allapagina: http://www.agcom.it/sondaggi/dox/ETA-META_13_05_05.doc

EAEVE: nonapprovazionenon significabocciatura

Egregio Direttore,Leggo con ritardo le dichiarazio-ni del collega Prof. Stefano Cinot-ti ed il breve articolo che le ac-compagna (pubblicati su Profes-sione Veterinaria 17/2005 ndr),perché (coincidenza!) mi trovavoa Varsavia per partecipare all’an-nuale riunione dell’EAEVE.Se Lei me lo consente, vorrei in-tervenire sull’argomento, cercan-do di offrire al lettore qualcheelemento in più che lo potrebbeaiutare a meglio comprendereuna realtà piuttosto complessanella quale, a volte, ci districhia-mo con difficoltà anche noi ad-detti ai lavori, ma di grande im-portanza nell’attuale situazionedell’Università Italiana e, soprat-tutto, per il suo futuro.Nell’associazione EAEVE si entrasu base volontaria, come corret-tamente riportato, ma (esclusi isoci fondatori) con votazione amaggioranza dell’assemblea deisoci, dopo la presentazione diuna relazione, corredata di datied immagini, del rappresentantedella sede aspirante. Questo at-to, apparentemente banale e for-male, è invece sostanziale inquanto costringe l’aspirante adun primo esame autocritico el’assemblea ad una sia pur som-maria valutazione che, tuttavia,porta ad escludere l’ingresso in-discriminato di sedi prive dei mi-nimi requisiti.Le sedi socie sono libere di ri-chiedere la visita di una commis-sione di valutazione quando lo ri-tengono opportuno. Quando lasede viene inserita nel program-ma di visite, è tenuta a presenta-re un SER (self evaluation report)in cui “scopre le carte”, stressan-do quelli che ritiene i suoi punti diforza e giustificando quelle chepensa essere le sue carenze. LaCommissione esaminatrice visitala sede e, sulla base del SER e diquanto ha constatato, facendo ri-ferimento alle regole puntigliosa-mente codificate dall’associazio-ne, stila un rapporto, avendo co-munque un certo margine di di-screzionalità. Il rapporto viene di-scusso dal Comitato Educazio-nale e la sede in esame ha lapossibilità di confutare quantonon ritiene adeguato. Il rapporto finale può essere lapi-dario su alcuni settori (a volte ba-sta un excellent), può presentareuna dovizia di suggerimenti permigliorarne altri, può infine con-tenere critiche di tipo A che inve-stono mancanze ritenute decisi-ve. In presenza anche di una so-la di queste, la sede non è “ap-provata” e necessita di una se-conda visita.Come avrà capito chi ha avuto labontà di seguire la mia sommariae semplificata spiegazione, la“non approvazione” non riguardal’insieme della sede sia dal puntodi vista strutturale sia dell’attività

didattica e scientifica, ma solo diuno o alcuni aspetti, al puntoche, nei rapporti di cui sono aconoscenza, possono coesisteredegli excellent con dei giudizinegativi. Basti al riguardo pensa-re che una prestigiosa sede eu-ropea, considerata una delle cul-le della veterinaria moderna, nonha superato la prima valutazione.Purtroppo, la “non approvazio-ne”, nell’intendere comune, vieneconsiderata come un giudiziocomplessivamente negativo del-la sede e questo problema non èsolo italiano, basti pensare chesolo un terzo circa delle circa100 facoltà socie dell’EAEVE èattualmente “approvato”. Infatti,in 6 anni di frequentazione delleAssemblee EAEVE, non è man-cata occasione di assistere allapresentazione di proposte voltead annullare o attenuare quellaforma di immotivata ed inutilecensura del sentire comune. An-che quest’anno a Varsavia, il rap-presentante di Upsala (sede ap-provata e rappresentante di spic-co del “rigorismo” nord-europeo)ha presentato una sua propostache verrà discussa dagli organi-smi dirigenziali dell’associazionee presentata all’assemblea del2006. Questa ipotesi prevededue livelli “approvato” ed “ac-creditato”; una sede con una omassimo due carenze di tipo Asarà “approvata”, proprio perchéqueste poche carenze non com-promettono l’intero impiantostrutturale e didattico-scientificodella sede. Se la sede intende farsalire il suo score, dovrà, a brevedistanza di tempo, sottoporsi allaseconda visita “finale”.Venendo alla questione dei Re-quisiti Minimi Ministeriali, biso-gna ricordare che sono il fruttodei vari accordi, protocolli equant’altro europei (Bologna, Li-sbona, Berlino), volti appunto arendere più uniforme la prepara-zione universitaria europea, in-nalzandone la qualità, ma soprat-tutto tesi ad introdurre il concettodella valutazione. La costituzionedi un Comitato Nazionale per laValutazione del Sistema Universi-tario (CNVSU) ha portato all’ema-nazione dei succitati RequisitiMinimi (R.M.), definiti ironica-mente Miseri per la loro inizialegenericità. La Conferenza deiPresidi di Medicina Veterinaria,allora coordinata dal Prof. C. Gi-rardi, si premurò, prima in asso-luto tra le varie facoltà, a chiede-re al CNVSU l’emanazione diR.M. specifici. Richiesta ovvia-mente accolta con l’emanazionedel Documento 12/02 (intera-mente recepito dal D.M.28/01/05) in cui sono riportatimolti degli stessi requisiti alloravigenti per l’EAEVE (in seguitomodificati, ma non in mododrammatico), inclusi quelli strut-turali (ospedale, azienda zootec-nica, ecc.), al punto che, sfrut-tando la comoda funzione co-pia/incolla del PC, alcune partidel documento CNVSU sono inInglese!Dopo una prima fase di rodaggioe prova, da questo anno il rispet-

to dei R.M. diventa progressiva-mente più cogente e foriero disanzioni sia economiche sia nor-mative, con la possibilità estremache il MIUR non riconosca il valo-re legale del titolo rilasciato daquei Corsi di Laurea privi deisuccitati Requisiti. Inoltre, in viasperimentale, il Ministero ha ap-plicato ad una piccola parte delFondo di Finanziamento Ordina-rio (FFO) degli Atenei tre fattorimoltiplicativi (valore compresotra 0 ed 1) definiti KA (uno per iR.M., uno per la qualità della di-dattica ed uno per quello della ri-cerca), con risultati “sorprenden-ti” e che hanno reso “agitato” piùdi un Rettore.Mi permetto di chiudere con unanotazione assolutamente perso-nale, che è poi anche una preoc-cupazione. La molla principaleche spinse molte Facoltà euro-pee ad aderire all’EAEVE (e cheora spinge l’ex Est europeo e laTurchia) fu il timore che si impe-disse la libera circolazione deilaureati da quelle sedi “non ap-provate”. Considerato che la cir-colazione dei laureati è attual-mente insignificante (almeno peril gruppo storico dei paesi EU) eche i governi nazionali non sem-brano ansiosi di regolamentareun fenomeno assolutamentemarginale, sembra possibile chei Presidi volgano la loro attenzio-ne primaria a soddisfare i criteriche regolano i sopraindicati KAministeriali, riservando il ricono-scimento europeo ad una gratifi-cazione finale, insomma la clas-sica ciliegina sulla torta! Senzasottintendere l’altra possibilitàche, pressati dai rispettivi Rettori,esercitino, a loro volta, pressionisul Ministero affinché vengaadottata una procedura autorefe-rente del tipo inglese, che, puraderendo all’EAEVE, valuta lesue facoltà con una commissioneinterna integrata con rappresen-tanti EAEVE e FVE. Questo, a mioavviso, sarebbe veramente unpeccato perché ci priverebbedel confronto con gli altri paesieuropei che non ritengo pregiu-dizialmente superiori alle nostre,ma che in questi anni ci ha arric-chito culturalmente e ci ha per-messo di crescere.Cordiali saluti

Prof. Alberto Gaiti

ENPAV,qualcosa nonquadra

Sono un medico veterinario lau-reato da due anni, che ancoraoggi fa tanta pratica ma pochis-simo guadagno, e fin qui puòsembrare normale, costretta, sìcostretta, ad iscrivermi all’ordinel’ho fatto l’anno scorso e cosìquest’anno senza reddito e co-perta dai debiti per pagare i cor-si e i convegni a pagamento do-vrei anche pagare l’enpav: euro3.600. Non pensate ci sia qual-cosa che non quadra? che soffo-ca i poveri come al solito toglien-dogli possibilità di realizzarsi e

favorisca i ricchi e gli anziani chetra lavori pubblici e privati nonhanno più tempo per spendersitutti i soldi che guadagnano? Mipiacerebbe che di questo pro-blema non se ne parlasse soloma si venisse ad un accordoequo per tutte le classi sociali.Che ne dite di dargli un po’ dispazio?

Lettera firmata

Cara collega,capisco bene che dopo anni diimpegno per arrivare alla laureaci si aspetta qualcosa di più diuna faticosa e difficile sopravvi-venza e sarebbe giusto che fos-se così. Abbiamo chiesto all’Entedi interessarsi alle tue riflessionie posso garantire che c’è la do-vuta attenzione. L’Ente sta giàvalutando interventi per renderemeno penalizzante l’iscrizione achi, come te, guadagnando an-cora molto poco, ha grosse diffi-coltà di contribuzione. ComeANMVI da tempo sosteniamoche un giovane laureato, che peranni si trova senza lavoro o per lomeno in una condizione avvilentedi sottoccupazione, non può dicolpo, una volta superato l’esa-me di stato, trovarsi nella condi-zione di pagare l’iscrizione all’or-dine, all’Enpav, all’Onaosi, e l’ag-giornamento vero e magari quel-lo Ecm. D’altra parte ritengo trop-po emotive le tue critiche a quan-ti dopo venti/trenta anni di lavoro,con fatica e grandi sacrifici, oggisi trovano in una condizione mi-gliore della tua. Cosa fra l’altronon del tutto vera, visto che mol-ti che oggi hanno 50/60 anni ri-sentono fortemente della crisi del

settore e della forte concorrenzache si è sviluppata negli ultimianni e stanno vivendo momenti diforte preoccupazione. Per quan-to riguarda l’aggiornamento, leassociazioni federate all’ANMVIhanno sempre cercato, nei limitidel possibile, di considerare leesigenze dei giovani laureati manon so se per legge si possanofare quote differenziate per l’i-scrizione all’ordine. Per quantoriguarda l’Onaosi, come certosai, stiamo cercando in tutti i mo-di di bloccare l’obbligo di iscri-zione per tutti i liberi professioni-sti, ma nel frattempo abbiamochiesto che le quote vengano ri-dotte al minimo tenendo contoanche delle necessità dei giova-ni professionisti.Ti garantisco anche che conti-nueremo in tutti i modi ad impe-gnarci per affrontare, e speriamorisolvere, i gravi problemi che igiovani veterinari incontrano nel-l’affrontare il mondo del lavoro equelli che da tempo pesano sututta la categoria.

Carlo Scotti

laPROFESSIONE VETERINARIA 20/2005 13LETTERE AL DIRETTORE

@

''La sanità regionale dovrà essere

un sistema integrato dove

la convivenza tra pubblico

e privato sia basata sull'efficienza

verso i cittadini”.

Piero Marrazzo,

Presidente Regione Lazio

ANMVI e 3 per la telefoniamobile del medico veterinario

Per i Medici Veterinari la telefonia mobile è uno stru-mento di lavoro ormai necessario. Il cellulare è indi-spensabile non solo per i colleghi buiatri e ippiatriche lavorano in azienda o in scuderia ma per tutti iColleghi che danno un servizio di reperibilità ai clien-

ti, che esercitano a domicilio e che non hanno una struttura fissadi riferimento. Spesso di telefoni mobili la professione ne richiedepiù di uno.

Per conciliare professionalità e costi l’ANMVI ha stipulato la con-venzione Offerta 3 for business. La convenzione offre sconti par-ticolari e riservati ai veterinari delle Associazione Federate ANMVIper tre diversi servizi:

1. Sconti a volume sul traffico per partita IVA2. Sconti sulla offerta noleggio di Videofonini con formula

inRent.153. Sconti sulla offerta acquisto di Videofonini con formula

inCash.12

Le condizioni ed i vantaggi proposti sono certamente interessanti.Con questa convenzione l’ANMVI offre un ulteriore servizio al me-dico veterinario, sempre nell’ottica di favorire e agevolare la suaattività professionale.Le condizioni della convenzione sono pubblicate al sito www.anmvi.itPer informazioni: 02/36.53.9700

A.N.M.V.I.

laPROFESSIONE VETERINARIA 20/200514CALENDARIO ATTIVITÀ

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15-17giu.

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19giu.

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26giu.

26giu.

26giu.

29-30giu.

29giu.

6-8lug.

6-9lug.

6-7set.

10set.

11set.

11set.

15-17set.

16-17set.

18set.

24-25set.

24-25set.

INCONTRO SIARMUV GIORNATA DEI CASI CLINICI - Centro Studi SCIVAC, Cremona - Via Trecchi, 20 - ECM: RichiestoAccreditamento - Per informazioni: Elena Piccioni - Segreteria Soc. Specialistiche SCIVAC - Tel. +39 0372 403502- E-mail: [email protected]

ITINERARIO DIDATTICO SCIVAC DIAGNOSTICA PER IMMAGINI - PARTE 1: RADIOLOGIA DELL’ADDOME (CORSO BASE) - Centro StudiSCIVAC - Cremona - Via Trecchi, 20 - ECM: 19 Crediti - Per informazioni: Paola Gambarotti - Segreteria SCIVAC- Tel. +39 0372 403508 - E-mail: [email protected]

INCONTRO ANMVI MARCHE IN COLLABORAZIONE LA SICUREZZA DEI LAVORATORI E LA GESTIONE DEI RIFIUTI SANITARI NELLA PROFESSIONECON L’ORDINE DEI MEDICI VETERINARI DI ANCONA VETERINARIA - Jesi (AN) ECM: Crediti 4 - Per informazioni: Lara Zava - Segreteria ANMVI Regione -

Tel +39 0372 403541 - E-mail: [email protected]

INCONTRO SVIDI DIAGNOSTICA PER IMMAGINI E STRUMENTALE DELLE VIE AEREE INFERIORI - Centro Studi SCIVAC,Cremona - Via Trecchi, 20 - ECM: Richiesto Accreditamento - Per informazioni: Elena Piccioni - Segreteria Soc.Specialistiche SCIVAC - Tel. +39 0372 403502 - E-mail: [email protected]

INCONTRO SIODOV ODONTOIATRIA CONSERVATIVA - Centro Studi SCIVAC, Cremona - Via Trecchi, 20 - ECM: RichiestoAccreditamento - Per informazioni: Elena Piccioni - Segreteria Soc. Specialistiche SCIVAC - Tel. +39 0372 403502- E-mail: [email protected]

INCONTRO REGIONALE SCIVAC TOSCANA LA SINCOPE: DALLA DIAGNOSI ALLA TERAPIA - Forte dei Marmi (LU) - Hotel Versilia Holidays - Via G.B.Vico, 142 - ECM: 4 Crediti - Per informazioni: Monica Borghisani - Segreteria Delegazioni Regionali SCIVAC - Tel. +39 0372 403506 - E-mail: [email protected]

CORSO SCIVAC CORSO DI MEDICINA COMPORTAMENTALE - Centro Studi SCIVAC, Cremona - Via Trecchi, 20 - ECM: 26Crediti - Per informazioni: Paola Gambarotti - Segreteria SCIVAC - Tel. +39 0372 403508 - E-mail: [email protected]

CORSO SCIVAC CORSO DI FISSAZIONE ESTERNA - Centro Studi SCIVAC, Cremona - Via Trecchi, 20 - ECM: 20 Crediti - Per informazioni: Paola Gambarotti - Segreteria SCIVAC - Tel. +39 0372 403508 - E-mail: [email protected]

CORSO FSA CORSO DI PREPARAZIONE AL CONTROLLO DELLA DISPLASIA DELL’ANCA E DEL GOMITO NEL CANE- Centro Studi SCIVAC - Cremona - Via Trecchi, 20 - ECM: 8 Crediti - Per informazioni: Monica Borghisani -Segreteria Delegazioni Regionali SCIVAC - Tel. +39 0372 403506 - E-mail: [email protected]

INCONTRO REGIONALE SCIVAC PUGLIA PATOLOGIE DEL CAVO ORALE NEL CANE E NEL GATTO - Hotel Ambasciatori, Bari - Via Omodeo, 51 - ECM:Richiesto Accreditamento - Per informazioni: Monica Borghisani - Segreteria Delegazioni Regionali SCIVAC - Tel.+39 0372 403506 - E-mail: [email protected]

INCONTRO REGIONALE SCIVAC MOLISE FONDAMENTI DI PRONTOSOCCORSO E TERAPIA INTENSIVA - Hotel Rinascimento - VIA LABANCA - ECM: Richiesto Accreditamento - Per informazioni: Monica Borghisani - Segreteria Delegazioni Regionali SCIVAC- Tel. +39 0372 403506 - E-mail: [email protected]

SEMINARIO NAZIONALE ANMVI LA MOVIMENTAZIONE DI CANI, GATTI E FURETTI - ANIMALI IN VIAGGIO E IN COMPRAVENDITA: ILRUOLO DEL VETERINARIO DOPO IL REGOLAMENTO (CE) N. 998/2003 - Palazzo Trecchi, Cremona Per informazioni: Sabina Pizzamiglio, Segreteria ANMVI - Tel 0372/40.35.37- Email: [email protected] -

CORSO SIVE CORSO BASE DI MANAGEMENT DELLO STALLONE - Vigone (TO) - ECM: Richiesto Accreditamento - Per informazioni: Elena Piccioni - Segreteria SIVE - Tel. +39 0372 403502 - E-mail: [email protected]

INCONTRO SIMIV IL LINFOMA NEL CANE: NUOVI APPROCCI DIAGNOSTICI E TERAPEUTICI - Centro Studi SCIVAC, Cremona- Via Trecchi, 20 - ECM: Richiesto Accreditamento - Per informazioni: Elena Piccioni - Segreteria Soc.Specialistiche SCIVAC - Tel. +39 0372 403502 - E-mail: [email protected]

INCONTRO REGIONALE SIVAR VENETO IL RUOLO DE VETERINARIO BUIATRA NELL’AMBITO DELLE NUOVE SFIDE IMPOSTE DALLA FILIERAAGROALIMENTARE BOVINA - Fontane di Villorba (Treviso) - V.LO MAZZINI 4 - ECM: 4 Crediti - Per informazioni:Paola Orioli - Segreteria e Commissione Scientifica SIVAR - Tel. +39 0372 403539 - E-mail: [email protected]

INCONTRO SIMEF AGGIORNAMENTI IN ONCOLOGIA FELINA - Centro Studi SCIVAC, Cremona - Via Trecchi, 20 - ECM: RichiestoAccreditamento - Per informazioni: Elena Piccioni - Segreteria Soc. Specialistiche SCIVAC - Tel. +39 0372 403502- E-mail: [email protected]

INCONTRO REGIONALE SCIVAC TRENTINO ALTO ADIGE CONSIGLI PRATICI DI DERMATOLOGIA - Haus Unterland- Egna (BZ) - Largo Ball Haus, 2 - ECM:Richiesto Accreditamento - Per informazioni: Monica Borghisani - Segreteria Delegazioni Regionali SCIVAC - Tel. +39 0372 403506 - E-mail: [email protected]

INCONTRO REGIONALE SIVAE / SCIVAC LOMBARDIA PRIMO NON NUOCERE: APPROCCIO ALLA TERAPIA D’URGENZA NEGLI ANIMALI ESOTICI DACOMPAGNIA - Centro Studi SCIVAC, Cremona - Via Trecchi, 20 - ECM: Richiesto Accreditamento - Per informazioni: Elisa Feroldi - Segreteria SIVAE - Tel. +39 0372 403500 - E-mail: [email protected]

CORSO SCIVAC GIORNATE DI APPROFONDIMENTO IN PRACTICE MANAGEMENT - Centro Studi SCIVAC, Cremona - Via Trecchi, 20 - ECM: 19 Crediti - Per informazioni: Paola Gambarotti - Segreteria SCIVAC - Tel. +39 0372 403508- E-mail: [email protected]

INCONTRO REGIONALE SIVAR PIEMONTE ANTIBIOTICO-CHEMIOTERAPIA NELL’ALLEVAMENTO DEL SUINO: OPERIAMO SEMPRE AL MEGLIO? -Ordine dei Medici Veterinari di Cuneo - Via Mameli, 4bis - ECM: Richiesto Accreditamento - Per informazioni:Paola Orioli - Segreteria e Commissione Scientifica SIVAR - Tel. +39 0372 403539 - E-mail: [email protected]

CORSO SCIVAC CORSO DI EMATOLOGIA - Centro Studi SCIVAC, Cremona - Via Trecchi, 20 - ECM: 21 Crediti - Per informazioni:Paola Gambarotti - Segreteria SCIVAC - Tel. +39 0372 403508 - E-mail: [email protected]

CORSO SCIVAC IN COLLABORAZIONE CON ORDINE CORSO REGIONALE SICILIA - FONDAMENTI DI ECOGRAFIA NEI PICCOLI ANIMALI - Istituto Zooprofilattico DEI MEDICI VETERINARI DI RAGUSA sperimentale della Sicilia, Ragusa - c/a NUNZIATA KM 1.3 S.P 40 - ECM: Richiesto Accreditamento - Per info:

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CORSO SCIVAC CORSO TPLO - Centro Studi SCIVAC, Cremona - Via Trecchi, 20 - ECM: Richiesto Accreditamento - Per informazioni: Paola Gambarotti - Segreteria SCIVAC - Tel. +39 0372 403508 - E-mail: [email protected]

INCONTRO MACROREGIONE NORD OCCIDENTALE SIVE PRINCIPI DI CARDIOLOGIA IN CLINICA EQUINA - Sede da definirsi - ECM: Richiesto Accreditamento - Per informazioni: Elena Piccioni - Segreteria SIVE - Tel. +39 0372 403502 - E-mail: [email protected]

INCONTRO REGIONALE SCIVAC EMILIA ROMAGNA ARGOMENTI DI DIAGNOSTICA PER IMMAGINI - ECM: Richiesto Accreditamento - Per informazioni: MonicaBorghisani - Segreteria Delegazioni Regionali SCIVAC - Tel. +39 0372 403506 - E-mail: [email protected]

INCONTRO REGIONALE SCIVAC ABRUZZO LA NEUROLOGIA NELL’AMBULATORIO DEL VETERINARIO PRATICO - Termoli - ECM: RichiestoAccreditamento - Per informazioni: Monica Borghisani - Segreteria Delegazioni Regionali SCIVAC - Tel. +39 0372403506 - E-mail: [email protected]

CORSO SCIVAC CORSO DI CARDIOLOGIA II PARTE - Centro Studi SCIVAC, Cremona - Via Trecchi, 20 - ECM: 18 Crediti - Per informazioni: Paola Gambarotti - Segreteria SCIVAC - Tel. +39 0372 403508 - E-mail: [email protected]

CORSO SIVE CORSO BASE DI EMBRYO TRANSFER - Centro Studi - Palazzo Trecchi, Cremona e San Daniele Po (CR) - Via Trecchi, 20 - ECM: Richiesto Accreditamento - Per informazioni: Elena Piccioni - Segreteria SIVE - Tel. +39 0372 403502 - E-mail: [email protected]

INCONTRO REGIONALE SCIVAC VALLE D’AOSTA LA DERMATOLOGIA NELLA PRATICA AMBULATORIALE - ECM: Richiesto Accreditamento - Perinformazioni: Monica Borghisani - Segreteria Delegazioni Regionali SCIVAC - Tel. +39 0372 403506 - E-mail:[email protected]

SEMINARIO SCIVAC ONCOLOGIA VETERINARIA PRATICA: IL PUNTO DI VISTA DEL CLINICO E QUELLO DEL CHIRURGO -Jolly Hotel, Cagliari - ECM: Richiesto Accreditamento - Per informazioni: Paola Gambarotti - Segreteria SCIVAC- Tel. +39 0372 403508 - E-mail: [email protected]

INCONTRO SIDEV DECENNALE SIDEV - Centro Studi SCIVAC, Cremona - Via Trecchi, 20 - ECM: Richiesto Accreditamento - Perinformazioni: Elena Piccioni - Segreteria Soc. Specialistiche SCIVAC - Tel. +39 0372 403502 - E-mail: [email protected]

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Chiuso in stampa il 27 maggio 2005

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