Giugno 2012 Numero 5
IL PERCHE’
pag. 3
Musica & Musical pag. 14-15
Premiati Festa di
Fine anno 2012 pag. 18-19
Saluto del direttore
Español…que pa-
siòn! pag. 10-11
Esperienza emozio-
nante pag. 3
Ed anche quest’anno è
arrivato giugno e con giu-
gno, l’estate, il sole, il ma-
re e le tanto attese vacan-
ze estive che segnano la
fine di un nuovo anno sco-
lastico e l’inizio di un lun-
go periodo di riposo e re-
lax..
Molti di noi si apprestano
a lasciare questa scuola
per intraprendere nuovi
percorsi di vita o di studio,
alcuni con gioia, altri con
malinconia, altri ancora
con preoccupazione…Ma
tutti, nel bene e nel male,
ricorderanno il tempo tra-
scorso qui al San Benedet-
to, quel tempo che abbia-
mo vissuto tutti insieme.
Uno dei momenti che vo-
gliamo ricordare è ovvia-
mente la nascita di questo
ILILIL PERCHE’
giornale, Il Perché. E’
stata una bellissima e
costruttiva novità per
tutti, un’occasione di cre-
scita umana e culturale.
Abbiamo imparato e ap-
prezzato il senso del do-
vere e della collaborazio-
ne, abbiamo aperto i no-
stri, e vogliamo sperare,
anche i vostri orizzonti
sulla società attuale,
trattando argomenti che
più strettamente ci ri-
guardano e di cui tutti
facciamo parte. Il lavoro
è stato svolto da noi ra-
gazzi, che abbiamo af-
frontato tutto non con la
pesantezza di un dovere
ma con l’entusiasmo di
un piacere. Così che un’i-
dea astratta si è concre-
tizzata in qualcosa di
davvero straordinario e
per certi aspetti, inatte-
so. Anche se abbiamo
ancora molta e molta
strada da fare, siamo
animati da un enorme
entusiasmo che speriamo
possa diventare conta-
gioso. Ci auguriamo che
la nostra voglia si sape-
re, la nostra determina-
zione sia arrivata anche
a voi, che abbiate ap-
prezzato ciò che abbiamo
creato, che il nostro la-
voro sia stato percepito
con interesse e parteci-
pazione vera. Ma speria-
mo altresì che, leggendo
alcuni nostri articoli, vi
sia scappato anche un
divertito sorriso, perché
conoscere è pure diverti-
mento!
Ringraziamo tutti coloro
che hanno collaborato
con noi, che ci hanno
guidato attraverso il loro
sapere, la loro disponibi-
lità e perché no, la loro
simpatia. Ma un DOVU-
TO e MERITATO rin-
graziamento va a due
professori, Cappelletto
e Angiello. Il prof Cap-
pelletto che con il suo
computer e proiettore di
volta in volta ci ha reso
consapevoli di come il
nostro lavoro si sarebbe
via via concretizzato,
vestendolo di immagini,
colori, sensazioni… La
prof.ssa Angiello che
con il suo blocco degli
appunti e la sua sensa-
IIILLL PERCHE’
Pagina 2 Numero 5
Esperienza emozionante 3
Non solo parole - Insie-me si può - Pet Therapy 4-5
Il Nostro orto 6-7
Bosco e scuole a confron-to 8-9
Espanol… que pasiòn 10-11
Equo e solidali 12-13
Musica & Musical - La-boratorio Musicale 14-15
Abbazia di Monteccassino 16
Personaggio del mese 17
24 Festa di Fine anno 2012 18-19
Facce da copertina 20-21
Sicurezza 22
Scotti e bruciati 23
Darsi una regola di vita 24
Sommario:
Redazione:
Daniela Fiorentini (direttore)
Silvia Sessa (caporedattore)
Marika Carnali, Luca D’Ambrosio Chiara Franceschetti, Fabio Della Corte
Luca Barreca, Sara Granini Silvia Vallone, Anna Maule,
Gianmarco Corinto, Andrea Lusuardi, Valeria Acquarelli (redattori)
Responsabili del Progetto:
Prof.ssa Cristiana Angiello Prof. Claudio Cappelletto (grafica)
Assistenza tecnica:
Mauro Coppotelli Collaborazione fotografica:
Prof. Luciano Di Ciccio Federico Galafate
Siamo su internet!
www.ipasanbenedetto.eu
I.I.S. “San Benedetto” Via Mario Siciliano, 4
04010 B.go Piave - Latina
tel. 077369881-fax 0773662890
E-Mail: [email protected]
IIILLL PERCHE’
Numero 5 Pagina 3
Esperienza emozionante Saluto del direttore
Un’esperienza come poche, un’emozione indescrivibile: trovarsi
tra 2000 ragazzi, tutti lì per lo stesso motivo, tutti lì a manifesta-
re contro la mafia. Siamo partiti da Civitavecchia il 22 Maggio
sulla Nave Della Legalità, con le gigantografie di Giovanni Fal-
cone e Paolo Borsellino. A bordo 1.300 studenti! Dopo 16 ore di
navigazione, siamo arrivati a Palermo. All’apertura del portellone
della nave, l’urlo di 2000 ragazzi ci ha accolto e sconvolto. Ci ha
trasmesso la carica per manifestare il nostro “No” alla mafia, no-
nostante la pioggia cercasse di rovinarci la giornata. Pronti, par-
tenza e via! Siamo stati divisi in gruppi; chi andava all’Aula Bun-
ker del carcere dell’Ucciardone, chi si recava nei Villaggi della
Legalità allestiti nelle piazze del capoluogo siciliano che hanno il
più alto valore simbolico.
Nel pomeriggio siamo stati riuniti tutti insieme e disposti in due
cortei che si sono riuniti sotto l’Albero Falcone per celebrare
insieme il momento solenne del silenzio all’orario della strage di
Capaci, le 17.58. La marcia ha visto sfilare centinaia di striscioni,
ancora una volta un’emozione indescrivibile, ancora una volta
2000 ragazzi uniti a cantare per le strade di Capaci. La sera infi-
ne ci siamo recati allo Stadio comunale “Renzo Barbera” di Paler-
mo per assistere alla Partita del Cuore, tra Nazionale Magi-
strati e Nazionale Cantanti. Verso le 11.30 siamo tornati sulla
Nave diretti verso Civitavecchia, con il cuore gonfio di emozione e
di speranze per il futuro...
Alessandro Comuzzi
4a E chi.
zionale minuziosità ha reso i nostri
lavori ogni mese sempre più belli. E
un ringraziamento va ovviamente a
tutti voi, che ogni mese leggete questo
giornale, che ci trasmettere la voglia
di andare avanti e fare sempre meglio
ciò che facciamo. Infine, vi auguriamo
una bellissima estate, piena di felicità
e serenità.
Ma preparatevi all’arrivo di settem-
bre, perché noi de Il Perché saremo
lì ad attendervi con tantissime nuove
idee!
Daniela Fiorentini
Pagina 4 IIILLL PERCHE’
Numero 5
Non solo parole
I n t e r v i s t a a l l a
“Mediatrice alla comu-
nicazione”
Chiara Frison
Il Perché: Da quanto tempo svol-
ge questo lavoro?
Chiara: Svolgo il lavoro di
“mediatrice alla comunicazione” da
tre anni.
Il Perché: Quali sono le difficol-
tà di un lavoro come il suo?
Chiara: La difficoltà più grande è
quella di relazionarsi con persone
con disabilità varia. Non è semplice
costruire un rapporto con loro, è
una capacità che in parte è innata,
in parte va costruita con l’esperien-
za.
Il Perché: Quali sono invece le
soddisfazioni che lei trae dal
suo lavoro?
Chiara: Le soddisfazioni sono dav-
vero tante, quella più grande è ve-
dere i ragazzi con deficit uditivo
integrarsi con i ragazzi udenti.
Il Perché: Qual è il suo ruolo in
questa scuola?
Chiara: Mi
occupo dell’in-
tegrazione tra
ragazzi sordi e
ragazzi uden-
ti, facilito la
comprensione
dei contenuti
scolastici at-
traverso l’uso
della L.I.S.
(Lingua dei
Segni Italia-
na). Inoltre
faccio parte dell’E.N.S (Ente Na-
zionale Sordi) della sezione pro-
vinciale di Latina.
Il Perché: Una specificità del-
le sue competenze è proprio
la conoscenza del linguaggio
L.I.S., potrebbe parlarcene?
Chiara: Sì, la LIS sta per
“Lingua Italiana dei Segni” ed è
la lingua usata da tutta la comu-
nità sorda. Il canale utilizzato è
quello visivo-gestuale, proprio
perché si utilizzano le mani.
Il Perché: Può farci un bilan-
cio del suo lavoro per que-
st’anno che si sta concluden-
do?
Chiara: L’anno svolto è stato
positivo perché il ragazzo ipoa-
cusico, che seguo, si è ben inseri-
to nel gruppo classe e con i suoi
pari. Per quanto riguarda lo
spettacolo non mi aspettavo una
riuscita così bella perché comun-
que sono riuscita a insegnare ai
ragazzi udenti o affetti da altra
disabilità un nuovo modo di co-
municare attraverso la LIS, ab-
battendo così le tante barriere
della diversità!
Andrea Lusuardi
IIILLL PERCHE’
Numero 5 Pagina 5
Insieme si può - Pet Therapy
Con il termine pet therapy (in italiano, zooterapia) s'intende, gene-
ralmente, una terapia dolce, basata sull'interazione uomo-animale.
Si tratta di una terapia che integra, rafforza e coadiuva le tradiziona-
li terapie e può essere impiegata su pazienti affetti da differenti pato-
logie con obiettivi di miglioramento comportamentale, fisico, cogniti-
vo, psicosociale e psicologico-emotivo.
La pet therapy non è quindi una terapia a sé stante, ma una co-
terapia che affianca una terapia tradizionale in corso. Lo scopo di
queste co-terapie è quello di facilitare l'approccio medico e terapeuti-
co delle varie figure mediche e riabilitative soprattutto
nei casi in cui il paziente non dimostra collaborazione
spontanea. La presenza di un animale permette in molti
casi di consolidare un rapporto emotivo con il paziente e,
tramite questo rapporto, stabilire sia un canale di comu-
nicazione paziente-animale-medico sia stimolare la parte-
cipazione attiva del paziente.
Il 29 Maggio 2012, presso il nostro
Istituto, si è svolta un’esibizione di
Agilty Dog, all’interno del Progetto
di Pet Therapy, patrocinato dalla
Provincia di Latina. I ragazzi diver-
samente abili dell’Istituto hanno
svolto 12 incontri, da aprile a mag-
gio, con il cane loro assegnato e il
suo padrone. Sotto il caldo sole di
maggio, gli studenti hanno dato pro-
va di abilità, nel guidare i loro amici
a quattro zampe, suscitando grande
emozione in tutti i presenti. Al ter-
mine dell’esibizione, sono state con-
segnate ai ragazzi targhe premio.
ILILIL PERCHE’
Pagina 6 IIILLL PERCHE’
Numero 5
Il “nostro” Orto
L’idea di un orto scolastico, proget-
tato, realizzato e gestito dagli alun-
ni, è nata nell’ambito del diparti-
mento di agraria con l’obiettivo di
fornire ai ragazzi della sezione
agraria (ma non esclusivamente!)
una palestra “verde” in cui mettere
in pratica ed arricchire le conoscen-
ze acquisite nelle ore di lezione in
classe. E’ infatti noto quanto sia
importante il “saper fare” ai fini
della vera padronanza del sapere, e
in un settore come quello relativo
alle discipline agrarie, l’esperienza
di campo diviene parte basilare nel-
la preparazione del competente
agrotecnico.
L’esperienza ha motivato molto gli
alunni che si sono mostrati estre-
mamente interessati e attivi, in
grado di risolvere effi-
cacemente i problemi
sorti, capaci di lavora-
re in gruppo e di com-
prendere l’importanza
dell’organizzazione e
della suddivisione dei
ruoli nel lavoro di
squadra.
Ci auguriamo pertan-
to di poter proseguire
l’esperienza anche il
prossimo anno, espe-
rienza che, nonostante
la buona volontà dei
professori, degli alun-
ni e degli addetti aziendali, ha
incontrato tuttavia qualche diffi-
coltà, principalmente per la scar-
sità, la vetustà e la disponibilità
dei mezzi per i lavori
di campo. Sappiamo
tuttavia di poter con-
tare sull’interesse e
sul supporto del no-
stro Dirigente Scola-
stico, “agronomo” per
passione!
All’esperienza hanno
partecipato gli alunni
delle classi 1°A, 1°B,
2°A, 3°A, 2B e 3°B
professionale agrario.
Ecco cosa ci racconta-
no…
Abbiamo iniziato il
percorso di realizzazione dell’orto
scegliendo l’appezzamento da col-
tivare: si è deciso di uti-
lizzare quello più vicino
alle aule del professiona-
le agrario, in modo da
consentire la rapida rag-
giungibilità del campo
anche durante frazioni
di ore e rendere possibile
la quotidiana osservazio-
ne delle condizioni del
terreno e delle fasi di
sviluppo delle piante.
Abbiamo quindi effettua-
to, seguendo i protocolli del prof.
Claudio Cappelletto, alcune anali-
si del terreno, come il pH, la tessi-
tura e la dotazione dei principali
nutrienti, per verificarne le condi-
zioni di fertilità, in laboratorio e
decidere le specie più adatte da
coltivare.
Nel frattempo alcuni nostri com-
pagni si sono occupati della prepa-
razione dei semenzali in serra per
ottenere le piantine da trapianta-
re in campo. Le specie scelte sono
state: pomodoro, zucca, zucchina,
peperone, melanzana, fagiolino,
cece e cicerchia.
Numero 5 Pagina 7 IIILLL PERCHE’
Il terreno per la piantagione è
stato preparato dagli addetti
aziendali, Luigi ed Alessandro,
con ripetute erpicature, fino a
ottenere la giusta finezza del let-
to di semina. E’ stata inoltre ef-
fettuata un’abbondante letama-
zione per cercare di migliorare le
condizioni strutturali del terreno,
di natura argillosa e piuttosto
compatto.
Sotto la guida del Prof. Alessan-
dro Gaudino, abbiamo progettato
e montato l’impianto di irrigazio-
ne a goccia con manichette perfo-
rate.
Successivamente si è proceduto
all’impianto delle piantine otte-
nute in serra e di altre acquista-
te, pronte per il trapianto.
Prof.ssa Angela Scossa
Racconto
dell’esperienza
Noi ragazzi del 2°B agrario, pre-
vio accordo con professori di ma-
terie professionali ed esercitazio-
ni, abbiamo proposto di realizzare
un orto coltivato biologicamente,
operando manualmente e utiliz-
zando il meno possibile le macchi-
ne. Al fine di realizzare questa
esperienza abbiamo proposto il
progetto al nostro dirigente scola-
stico, Ing. Nicola Di Battista, il
quale, plaudendo, ci ha assegnato
un appezzamento di terreno di
circa 1100 metri quadrati posto
nelle vicinanze della nostra classe
situata nell’area zootecnica. Il
nostro primo compito è stato
quello di coinvolgere le classi del
reparto zootecnia al fine di divi-
derci i ruoli nelle varie fasi di col-
tivazione. Coordinate da noi, le
classi hanno svolto i seguenti
compiti: la classe 1°A ha provve-
duto alla semina di alcune varie-
tà orticole in conteni-
tori alveolati adatti
alla germinazione,
nonché il piantonaio.
La classe 2°A ha avu-
to il compito di ese-
guire le analisi fisico-
chimiche dell’area
destinata a orto. Per
la campionatura si
sono muniti di zappe,
carotatrici e bustine
sterili. Ricordandosi
di effettuare il prelie-
vo lontano da canali
di scolo ai lati del terreno, hanno ini-
ziato la campionatura eliminando il
primo strato, dove sono presenti gli
apparati radicali delle piante erba-
cee, il campione raccolto è stato por-
tato in uno dei nostri laboratori per
effettuare l’analisi fisico chimica;
setacciatura, stratificazione, determi-
nazione limo e argilla, calcare, PH,
Kit soil test per le sostanze nutritive,
sostanza organica. Queste analisi
hanno permesso di individuare la
tipologia del terreno (argilloso) e del
PH (basico) oltre ad altre caratteri-
stiche.
Il classi 3°A, 1°B, 3°B, 1°D si sono
occupate del trapianto degli ortaggi
(pomodori, cetrioli, peperoni, melan-
zane, zucche, zucchine, fagioli, seda-
no) manualmente, con un piantatoio
a mano hanno effettuato un buco nel
quale hanno posizionato la piantina,
che è stata rincalzata con terra fine e
letame. In seguito alle lavorazioni
effettuate (letamazione, vangatura,
erpicatura con erpice tipo morgan, e
fresatura), precedentemente il tra-
pianto, è stato progettato e realizzato
l’impianto idrico a goccia, utilizzando
i seguenti materiali: rubinetti idrau-
lici, cravatte, giunture a 3 attacchi,
manichette, teflon e tappi.
Dopo aver piantato tutti gli ortaggi
abbiamo effettuato una fresatura
interfilare.
Sino ad oggi, le piante crescono in
ottime condizioni, in questi giorni
stiamo zappettando tra i filari per
evitare la crescita di erbe infestan-
ti.
Con questa esperienza abbiamo
acquisito una maggiore manualità
e ampliato la conoscenza della bo-
tanica, precedentemente studiata
in classe. Abbiamo collaborato con
altre classi imparando a dividere i
vari ruoli, assegnando a ciascuno
un compito diverso al fine di realiz-
zare un appagante orto biologico.
2° B Agroambientale
Il “nostro” Orto
IIILLL PERCHE’
Numero 5 Pagina 8
Bosco e scuole a confronto
La “Manifestazione bo-
sco e scuole a confron-
to” al Laghetto Granie-
ri NETTUNO è giunta
all'VIII edizione.
L 'Università Agraria di Nettuno
il 25 maggio, ha invitato tutte le
scuole del territorio a partecipare
alla VIII edizione della Manifesta-
zione Bosco e Scuole a confronto .
Circa 600 bambini hanno attraver-
sato il bosco accompagnati da guide
specializzate, gli alunni della clas-
se 3° sez. A Agroambientale,
dell'Istituto Agrario “San Bene-
detto” che hanno preparato con l'e-
sperienza e la professionalità dei
loro docenti, il prof. Claudio Cappel-
letto e la Prof.ssa Angela Scossa,
dei punti di informazione dove
hanno illustrato le peculiarità del-
la flora e della fauna e risposto
alle numerosissime domande che
gli ospiti interessati hanno posto.
L'Università Agraria ha fortemen-
te voluto e creduto in questa ma-
nifestazione e visto il successo
ottenuto, grazie anche alla collabo-
razione della prof.ssa Biondi, dei
consiglieri e dell'Associazione
Nazionale Carabinieri, è inten-
zionata a continuare e a migliorare
questo evento annuale.
“La collaborazione con l'Istitu-
to Agrario di Latina , avviata già
da alcuni anni, è fondamentale”,
sostiene il Presi-
dente dell'Uni-
versità agraria,
Giuseppe Vari.
Ai loro alunni
possiamo mette-
re a disposizione
la Macchia Me-
diterranea che
può essere per
loro laboratorio
di studio e di
ricerca ma an-
che occasione di
esperienze lavo-
rative con stage.
Abbiamo sempre più bisogno di
personale specializzato che accom-
pagni i visitatori ormai numerosi, e
questa manifestazione ha messo
alla prova le neo-guide che hanno
mostrato professionalità e voglia di
mettersi in gioco.
Prof.ssa Alessandra Biondi
Un’esperienza labo-
ratoriale particolare
raccontata dagli studenti
del 3° A Agroambientale.
Questo progetto in collaborazione
con l’Università agraria di Nettu-
no, ha lo scopo di mettere in pra-
tica tutti gli argomenti studiati
ed esporli alle scuole primarie e
secondarie di primo livello, facen-
do interagire i bambini con l'am-
biente.
Dietro tutto ciò c'è un lungo lavo-
ro di preparazione e organizza-
zione iniziato circa un mese e
mezzo fa, in parte svolto nel no-
stro Istituto e in parte attraverso
uscite didattiche nel bosco stesso.
La classe è stata suddivisa in 4
gruppi, uno per ogni area temati-
ca e postazione, insieme abbiamo
progettato cartelloni, schede, ri-
creato mini-habitat per i se-
guenti animali: lucertola, tar-
taruga, rana, girini e biscia
d'acqua. Le spiegazioni son
state semplificate ed adattate
alle diverse fasce d'età, dai
bambini delle scuole materne,
alle scuole elementari e poi
medie. La parte più impegna-
tiva è stata la prova generale
effettuata da noi ragazzi e se-
guita dall'esposizione orale
IIILLL PERCHE’
Numero 5 Pagina 9
degli argomenti studiati. E’ stata
l’occasione per capire le difficoltà
espositive che avremmo potuto
incontrare. La giornata fatidica
del ‘25 maggio è stata preceduta
da altre due uscite, che ci sono
servite per l'organizzazione e la
preparazione del grande giorno.
I primi momenti sono stati un po’
frenetici in quanto eravamo in
ritardo e vi era molta confusione.
Date le molte classi giunte con-
temporaneamente, si è deciso di
dividerle in gruppi, assegnandole
ai nostri compagni della classe 1A
Chimico che avevano funzioni di
accompagnamento. Siamo così
riusciti a completare tutto il pro-
gramma in breve tempo e con po-
chi problemi. Abbiamo esposto il
lavoro a vari gruppi costituiti an-
che da 40 ragazzi e più, altri da
una sola classe; il nostro metodo
espositivo è stato calibrato a se-
conda dell’utenza che avevamo di
fronte, tenendo conto del numero
di persone e della loro età. Quindi
abbiamo mostrato a ogni gruppo i
contenitori con gli habitat
(precedentemente preparati) e
abbiamo appeso vari cartelloni di
supporto alla spiegazione. La tem-
pistica utilizzata per ciascuna
esposizione è stata di circa 15 mi-
nuti. Inoltre, durante la giornata,
sono stati raccolti dal terreno an-
che reperti vegetali, serviti per far
capire ai bambini come sia compo-
sta la foglia nei mi-
nimi particolari.
Per noi l'aspetto po-
sitivo è stato avere
l'opportunità di rap-
presentare pratica-
mente e oralmente
gli argomenti. Que-
sto progetto è servi-
to come allenamento
soprattutto espositi-
vo. Una cosa che ci
ha colpito molto è
stata proprio la vi-
vace attenzione da
parte dei bambini
nei riguardi del bo-
sco, erano molto cu-
riosi di conoscere le
varie specie vegetali
e animali che vive-
vano nell’ecosiste-
ma, hanno rivolto
domande appropria-
te e interessate,
molti prendevano
appunti o facevano
foto. Un aspetto
molto importante è
stato la capacità di
comunicare tra noi ragazzi aiutan-
doci l'uno con l'altro durante i vari
momenti dell’esposizione.
Uno aspetto negativo e di difficile
gestione è stato interessare quella
parte di bambini che non prestava
attenzione alla spiegazione; ciò è
stato anche influenzato dall'eccessi-
va affluenza dei piccoli
uditori e dalla poca abi-
tudine all’attenzione da
parte dei ragazzi delle
medie che non hanno
mostrato una particola-
re sensibilità alla tema-
tica ambientale. Un
aspetto da migliorare
potrebbe essere quello
relativo allo spostamen-
to dei bambini da un’a-
rea all’altra: sono tratti
piuttosto lunghi che per certi aspetti
hanno creato alcuni disagi.
Questa è stata un'esperienza da non
dimenticare che rifaremo molto volen-
tieri. E’ stata molto costruttiva sia per
noi che per i bambini in quanto, impa-
rare già da così piccoli a rispettare la
natura, è sicuramente vantaggioso!
Fabio Della Corte
3°B Agr.
IIILLL PERCHE’
Numero 5 Pagina 10
Español… que pasiòn!
Un altro bellissimo progetto, che si
è svolto da gennaio a marzo 2012
presso l’I.I.S. San Benedetto, è sta-
to quello di lingua spagnola porta-
to avanti dalla prof.ssa Paola Tra-
montano. Il progetto si è articola-
to in due corsi di 1° livello: uno per
gli studenti e l’altro per i docenti.
Molti sono stati i ragazzi che hanno
partecipato, con passione e soddi-
sfazione, ma gli alunni più divertiti
ed entusiasti sono stati in realtà il
gruppo di professori del nostro Isti-
tuto che, assieme ad alcune perso-
ne esterne alla scuola, si sono dedi-
cati allo studio dello spagnolo con
grande impegno e voglia di diver-
tirsi. Il gruppo docenti era compo-
sto dalle prof.sse M. Cristina
Montiroli, Lorenza Cairo, Anna
Pacini, Loreta Cardi, Piera
Verdecchi, Elisa Ruscetta, Rita
Tremonti, Simonetta Coccolu-
to, Di Gennaro Anna, Russo An-
namaria e il prof Antonio Glo-
rioso, il “caballero” del corso! Ma
c’era anche Anna Maria Deside-
rio, figlia della sig.ra Teresa del
Bar, Eleonora Angeloni, figlia
della collega
Montiroli e Sil-
via Rocco ester-
na.
“Il corso non ha
solo mirato
all’apprendimen-
to della lingua
spagnola ma ha
anche puntato a
creare un vero
scambio tra due
diverse culture, in
realtà molto vici-
ne l’una all’altra.
– queste le parole della prof.ssa
Tramontano. E ancora - “Ci siamo
confrontati su tradizioni, feste,
ricette, parlando sempre in lingua
spagnola. L’approccio allo studio
della lingua straniera è stato di-
vertente e divertito.
Tutti hanno partecipa-
to mettendoci la pro-
pria personalità e per-
ché no, anche le pro-
prie paure e passioni.
La prof.ssa Anna Pa-
cini ci ha coinvolto
con autoironia, par-
landoci della sua pau-
ra di volare; la
prof.ssa Lorenza Cai-
ro invece ci ha reso
partecipi della sua
grande passione per il
ballo; la prof.ssa Piera Vertecchi
ci ha introdotto allo studio dell’ar-
te attraverso confronti interessanti
tra arte spagnola e arte italiana”.
La prof.ssa Tramontano ci ha spie-
gato anche quale sia stato il suo
approccio con i colleghi – “Mi sono
sentita più amica che collega. L’at-
mosfera è sempre stata leggera ed
estremamente piacevole. L’anno
prossimo c’è l’intenzione di conti-
nuare il progetto, avviando il 2° li-
vello del corso per il conseguimento
della certificazione DELE dell’Isti-
tuto Cervantes”. Noi de Il Perché
vogliamo lasciare esprimere le belle
sensazioni che colleghi hanno vissu-
to grazie a questo progetto diretta-
mente dalle loro parole:
“Le ore trascorse ad apprendere lo
spagnolo sono state piacevolissime.
Il corso sembrava lunghissimo e in-
vece siamo arrivati all’ultimo incon-
tro in un baleno. Grazie, Paola per
essere stata la nostra PROFESSO-
RA, da Ana con una ENNE!”
prof.ssa Anna Pacini.
“Il corso di spagnolo, svolto in que-
sto Istituto il giovedì pomeriggio
dalle ore 14.30 alle ore 16.00, è stato
coinvolgente, leggero, accattivante e
quindi…piacevolissimo. Perché ho
sottolineato l’orario? Perché la sotto-
scritta terminava il proprio orario
di servizio proprio alle 14.30 e poi…
via biologia e vai con lo spagnolo!!!
Sono stata brava?” prof.ssa Elisa
Ruscetta.
“Español…que pasiòn! Sono
Numero 5 Pagina 11 IIILLL PERCHE’
un’insegnante di questo Istituto e que-
st’anno ho frequentato il corso di spa-
gnolo. E’ stata un’esperienza molto
interessante! Sono tornata indietro di
molti anni, mi sono ritrovata sui ban-
chi di scuola nel ruolo di una scolaret-
ta alle prese con i compiti da svolgere
e le lezioni da seguire! Il corso era fre-
quentato soprattutto da colleghe, tutte
entusiaste di imparare la lingua spa-
gnola. La Professora è stata molto
coinvolgente e ha suscitato in me inte-
resse e partecipazione. Questo corso ha
arricchito il mio bagaglio culturale e
mi ha fatto capire che…non si finisce
mai di imparare!!!” prof.ssa M. Cri-
stina Montiroli.
“Ola, ¿que tàl? Me gusta mucho
bailar la musica espanola! Grande
successo ha riscosso il corso di
spagnolo a scuola. Per una volta a
ruoli invertiti: gli alunni infatti erano
insegnanti dell’Istituto che, con la
guida della professoressa
Tramontano, si sono cimentati con le
basi della lingua spagnola. Ognuno
degli alunni ha aderito con
entusiasmo a questa iniziativa,
occasione per conoscersi meglio,
confrontarsi e porre le basi per
migliori rapporti interpersonali e di
lavoro. E la classe è stata decisamente
omogenea, a volte turbolenta, come si
conviene a qualsiasi classe di
alunni, anche se non più adolescenti.
Molto stimolante l’approccio alla
lingua e cultura spagnola e
sudamericana, molto solare e
divertente ma anche
impegnativa, soprattutto nello
studio delle regole
grammaticali e nei compiti a
casa… non sempre svolti però!
La lezione in classe era
composta, oltre che dalle
spiegazioni teoriche della
Professora, anche da letture e
dialoghi tra gli alunni, che
spesso suscitavano battute e
risate. Alla fine del corso le
alunne hanno organizzato un
pranzo al mare, trascorrendo
un paio d’ore in serenità e
pensando già al corso
dell’anno prossimo, di livello
più avanzato” prof.ssa
Lorenza Cairo
Non ci resta che salutare le
simpatiche colleghe con un bel
Nos vemos en Septiembre!
ILILIL PERCHE’
IIILLL PERCHE’
Numero 5 Pagina 12
EQUI E SOLIDALI
Prima del denaro
vengono le Perso-
ne
Prima del profitto
viene la Terra
Cosa c’è sul fondo di una tazzina
di caffè? Cos’era la barretta di
cioccolata prima di scrocchiare
deliziosamente sotto i nostri denti?
Chi ha delicatamente ricoperto di
sale le nostre noccioline? Se-
guendo a ritroso il tracciato dei
chicci di riso – come Pollicini al
contrario – arriviamo alle fonti di
cibi e spezie esotici a cui siamo
ormai abituati nella nostra ali-
mentazione.
Per scoprire paesi lontani – l’In-
dia, la China, il sudamerica, l’afri-
ca subsahariana – dove la vita di
tante persone si basa sulla coltiva-
zione e il commercio di questi in-
gredienti e cibi, e dove la terra
preziosa deve essere protetta da
uno sfruttamento cieco e senza
futuro.
In una mattinata luminosa di
maggio – precisamente lunedì 21
– tanti ragazzi delle classi quarte,
insieme al 5F Chimico del nostro
Istituto hanno incontrato in Aula
Magna gli esperti del Commercio
Equo e Solidale e sono venuti in
contatto con la bellissima realtà
del Fairtrade mondiale.
Il commercio equo e solidale è una
forma di collaborazione commercia-
le fondata sul dialogo, la traspa-
renza e il rispetto, che cerca di
stabilire una maggiore giustizia
nel mercato internazionale. Contri-
buisce ad uno sviluppo sostenibile
offrendo migliori condizioni com-
merciali ed assicurando i diritti dei
produttori e dei lavoratori svantag-
giati del Sud del Mondo. Le orga-
nizzazioni del commercio equo, an-
che con l’aiuto dei consumatori,
sono impegnate nel supporto ai
produttori e in campagne finalizza-
te a cambiare le regole e le prati-
che del commercio tradizionale.
Al termine della conferenza, pro-
mossa dall’associazione Rina-
scita Civile all’interno della
rassegna culturale Lievito che
ha coinvolto diversi istituti
superiori di Latina, molti stu-
denti si sono stretti intorno al
tavolo dei relatori per avere ul-
teriori informazioni, scoprendo
che anche a Latina- come ormai in
tutta Italia e in tutte le città del
mondo – c’è un negozio per i pro-
dotti del Fairtrade: si chiama
“Estacion Esperanza”, sta pro-
prio in centro e ci si può passare
anche solo per fare due chiacchie-
re con i volontari che si alternano
al punto vendita, per saperne di
più.
Prof.ssa Silvia
Elisabetta Pasquali Coluzzi
IIILLL PERCHE’
Numero 5 Pagina 13
Immaginate di accendere la tiv-
vù stasera e ascoltare al tele-
giornale delle 8 la notizia che un
Jumbo Jet sia colato a picco in
mare, senza lasciare superstiti:
una notizia che farebbe sensa-
zione!
Bene, immaginate ora che questo
accada ogni sera, ogni giorno dell’an-
no: è quanto succede col numero di
persone che scompaiono a causa di
morti causate dal FUMO.
Quest'anno oltre 5 milioni di per-
sone moriranno per attacco cardia-
co, ictus, cancro, malattie ai polmoni
o altre malattie legate al tabacco;
83.000 solo in Italia. Senza contare i
danni da fumo passivo!
Il fumo passivo è derivato dalla
lenta combustione della sigaretta e
dal fumo espirato dal fumatore in
presenza di un non fumatore il
quale involontariamente, respira,
inspira ed inala fumo che è danno-
so alla salute.
Il fumo contiene oltre 4000
sostanze chimiche delle quali
almeno 60 sono sicuramente
cancerogene.
Chi è esposto tutti i giorni al fumo
passivo aumenta la possibilità di
contrarre tumori al polmone ed
altre malattie
Anche quest’anno si è celebrata in
tutto il mondo la Giornata Mon-
diale senza Tabacco, il 31 mag-
gio. Al San Benedetto l’abbiamo
celebrata a modo nostro, con qual-
che giorno di
ritardo a causa
di eventi conco-
mitanti: preci-
samente marte-
dì 5 giugno al-
cuni ragazzi del
4F Chimico si
sono adoperati
per attaccare in
tutte le zone –
anche esterne –
della scuola i
cartelli che invi-
tavano ad aste-
nersi dal fumo,
preparati dal talentuoso Jonatan
Fiondella del 5C Chimico. Subi-
to dopo la ricreazione c’è stata una
allegra raccolta cicche effettua-
ta da alcuni docenti e studenti di
buona volontà, muniti di guanti di
lattice, ramazze e palette. Il mes-
saggio era preciso: non vogliamo
che le sigarette insozzino i nostri
polmoni….ma neanche i nostri
marciapiedi e piazzali! LA SCUO-
LA CI PIACE PULITA.
Infine si è tenuto l’incontro in
Aula Magna con le dottoresse
della ASL esperte nel campo del-
la prevenzione delle dipendenze –
tabacco, alcol e droghe – che han-
no relazionato sui dati forniti
dall’Istituto Superiore di Sanità di
Roma e hanno anticipato i conte-
nuti del progetto Unplugged con-
tro le dipendenze che – ideato a
livello europeo e sperimentato già
da tre anni con successo in varie
scuole della Regione Lazio, in col-
laborazione con Regione Lazio,
Uffici Scolastici e ASL locali – ver-
rà intrapreso dal prossimo anno
scolastico anche qui al San Bene-
detto.
Il messaggio fondamentale, arriva-
to forte e chiaro alle orecchie dei
ragazzi: potenziare le proprie life
skills, la propria “capacità di vive-
re” – comunicare, esprimere, crea-
re relazioni, esternare, porsi ob-
biettivi, risolvere problemi - è un
metodo davvero efficace per raffor-
zare il proprio carattere e non ca-
dere vittime di sistemi di vita dan-
nosi e miseri, che non ci aiutano
davvero a raggiungere la felicità e
la pienezza a cui ciascuno di noi
per natura…ASPIRA!
Prof.ssa Silvia
Elisabetta Pasquali Coluzzi
NO!!
Numero 5 Pagina 14 IIILLL PERCHE’
Musica & Musical
Prof.ssa Romanini Ricci,
referente progetto teatro
Il Perché: Anche quest’anno lei
si è occupata del Progetto Tea-
tro. Potrebbe dirci qualcosa in
merito?
Prof.ssa Ricci: In origine il Progetto
prevedeva la presenza del regista
Furlan con il quale si era pensato a
un certo tipo di spettacolo. Nella real-
tà, a causa del ritardo nell’avvio del
progetto, abbiamo dovuto cambiare
programma, mettendo in scena il
musical “We will Rock you”, ope-
rando anche diversi tagli e adatta-
menti.
Il Perché: Quali sono state le fasi
di preparazione dello spettaco-
lo?
Prof.ssa Ricci: Il Musical è stato
preparato in soli due mesi proprio
perché è partito tutto in ritardo. I
ragazzi hanno dimostrato però molta
voglia di arrivare fino in fondo e
grande entusiasmo nell’affrontare
questa nuova sfida.
Il Perché: Quali sono state le
maggiori difficoltà che lei ha in-
contrato?
Prof.ssa Ricci: Grandi difficoltà ha
creato avere sempre presenti tutti gli
attori: non è facile conciliare gli im-
pegni di ognuno di noi. Altro proble-
ma è stata la poca disponibilità degli
spazi perché il teatro, trovandosi
all’interno dell’Aula Magna, non era
sempre libero per le prove.
Il Perché: Cosa la spinge, nono-
stante la
fatica e le
difficoltà,
a portare
a v a n t i
q u e s t o
progetto?
P r o f . s s a
Ricci: Sa-
rebbe diffici-
le per me
rinunciare a questo progetto perché
ci credo moltissimo. Quando sono lì
a lavorare con i ragazzi, dimentico
ogni difficoltà incontrata.
Il Perché: Che tipo di rapporto
si stabilisce tra lei e i suoi ra-
gazzi del teatro?
Prof.ssa Ricci: Tra me e gli stu-
denti s’instaura un rapporto specia-
le che non è quello tra docente e
alunno, diventiamo “coetanei” ed io
mi diverto troppo con loro! E’ diffici-
le spiegare a parole le emozioni che
riusciamo a vivere insieme: compli-
cità, ansia, nervosismo, voglia di
aiutarsi gli uni con gli altri…queste
e tante altre sono le nostre emozioni
e i nostri stati d’animo.
Il Perché: Lei pensa che il tea-
tro possa avere una ricaduta
positiva sul carattere di chi lo
pratica?
Prof.ssa Ricci: Penso che il teatro,
vissuto all’interno della scuola, pos-
sa aiutare i ragazzi a trovare una
loro forma di espressione, una loro
collocazione all’interno della scuola,
amandola anche di più. Fare teatro
IIILLL PERCHE’
Numero 5 Pagina 15
Laboratorio musicale
dà sicurezza
e contribui-
sce a far di-
ventare i
ragazzi più
padroni di se
stessi, delle
proprie emo-
z i o n i e
dell’ambien-
te che frequentano ogni giorno per tante
ore. Anche a me fare teatro ha aiutato
molto il mio carattere certo, quando si
avvicina la data dello spettacolo, può
capitare di sentirmi molto nervosa.
Il Perché: Qual è il bilancio di que-
st’anno di attività teatrale e quali
sono i suoi progetti per il futuro?
Prof.ssa Ricci: Il bilancio mi sembra
positivo e questo mi ha dato una forte
spinta a continuare, soprattutto alla luce
delle difficoltà incontrate. Quest’anno
abbiamo unito Laboratorio teatrale e
Laboratorio musicale e il risultato è stato
davvero bello. Per il prossimo anno vor-
remmo continuare questo connubio con
un nuovo spettacolo ancora più coinvol-
gente!
Approfitto per ringraziare ancora tutti i
ragazzi che hanno reso possibile tutto
questo!
Chiara Franceschetti
Intervista alla
prof.ssa Raponi
Fernanda, docente
del progetto
Il Perché: Qual è sta-
to il bilancio del la-
boratorio musicale?
Prof.ssa Raponi: Il
bilancio può definirsi molto positi-
vo considerando che è stato il pri-
mo anno in cui è stato formalizza-
to un vero e proprio progetto di
“Laboratorio musicale e strumen-
tale” con un referente, docenti in-
terni esperti per il laboratorio di
pianoforte e un tecnico audio. Nu-
merose sono state le adesioni e
vivo è stato l’entusiasmo dei ra-
gazzi alcuni dei quali si sono par-
ticolarmente distinti per l’impegno
e l’assiduità nella frequenza e par-
tecipazione. Sono stati raggiunti
gran parte degli obiettivi stabiliti
soprattutto l’arricchimento dei
canali espressivi e comunicativi e
lo sviluppo della creatività. Gli
alunni hanno avuto ulteriori occa-
sioni di sviluppo, valorizzazione e
orientamento delle proprie poten-
zialità e una maggiore maturazio-
ne della coscienza di sè.
Ancora possono migliorare nelle
conoscenze specifiche inerenti il
linguaggio musicale nell’ambito
della pratica strumentale e vocale.
Il momento finale di interazione
dei due laboratori (musicale e tea-
trale) è stato vissuto con entusia-
smo da docenti e alunni in quanto
ha maggiormente promosso la
sicurezza individuale e i processi
di integrazione sociali.
Il Perché: Quali sono i pro-
getti futuri?
Prof.ssa Raponi: Spero che
questo progetto continui in quan-
to momento formativo importan-
te nella vita del giovane; spazio
di aggregazione e socializzazione
e ambito di approfondimento e
arricchimento delle proprie com-
petenze extracurriculari. Auspi-
cherei la creazione di un’orche-
stra del San Benedetto e laddove
non fosse possibile, di organici
più ridotti per l’esibizione dal
vivo che faccia da supporto al
gruppo teatrale, nel musical e nei
vari eventi nei quali il laborato-
rio avrà l’opportunità di esibirsi
(Giornata Nazionale della Musi-
ca a scuola, bandi di concorso).
In più spererei il coinvolgimento
di docenti professionisti esperti
nel proprio strumento di apparte-
nenza e nella musica vocale.
Chiara Franceschetti
Abbazia di Montecassino
IIILLL PERCHE’
Numero 5 Pagina 16 IIILLL PERCHE’
Un momento di reli-
giosità e cultura
Lo scorso 7 maggio 2012, alcune
classi dell’Istituto San Benedetto
hanno partecipato alla visita d’i-
struzione
p r e s s o
l ’Abbaz ia
di Monte-
c a s s i n o ,
c e l e b r e
monastero
benedetti-
no del La-
zio in pro-
vincia di
Frosinone, nel comune di Cassino.
La visita ha mirato ad approfondire
alcune tematiche storiche inerenti
al programma di studio. Attraverso
le delucidazioni del prof. Ferruti,
le spiegazioni della guida e i filmati
osservati, abbiamo potuto approfon-
dire la conoscenza dell’Abbazia.
Fondata nel 529 da San Benedetto
da Norcia sul luogo di un’antica
torre, essa è situata a 519 metri sul
livello del mare. Nel corso della sua
storia ha subito alterne vicende di
distruzione, saccheggi, terremoti e
successive ricostruzioni. Nel 577 du-
rante l’invasione dei Longobardi, il
monastero fu distrutto per
la prima volta e la comunità
dei monaci venne costretta a
rifugiarsi a Roma portando
con sé le spoglie del Santo
fondatore.
Ricostruita intorno al 717
sotto l’impulso di Petronace
di Montecassino, l’abbazia
venne distrutta una seconda
volta dai Saraceni nel 883 e
riedificata per volere del
papa Agapito II solo nel 949. Per tut-
to il Medioevo l’abbazia fu
un centro vivissimo di cul-
tura attraverso i suoi aba-
ti, le sue biblioteche, i suoi
archivi, le scuole di scrit-
tura e miniaturistica che
aiutarono a conservare
molte opere appartenenti
all’antichità.
Nel 1349 l’Abbazia fu di-
strutta da un terremoto e
nuovamente riedificata nel 1366. Nel
corso del 1600 l’Abbazia assunse l’a-
spetto tipico di un monumento baroc-
co napoletano riconoscibile per le sue
sgargianti decorazioni marmoree e di
stucchi.
Ed è così che l’antico monastero
giunse fino al febbraio del 1944:
durante la seconda fase della
battaglia di Monte Cassino, un
bombardamento massiccio delle
forze alleate, che vi sospettava-
no erroneamente la presenza di
reparti tedeschi, lo distruggesse
nuovamente. Il bombardamento
cominciò la mattina del 15 feb-
braio e ben 142 bombardieri pe-
santi e 114 bombardieri medi
rasero al suolo l'abbazia.
La ricostruzione, iniziata subito
dopo la fine della guerra, mirò a
ottenere una riproduzione esatta
delle architetture distrutte.
Papa Benedetto XVI si è reca-
to in visita a Montecassino il 24
maggio 2009, nel 65º anniversa-
rio della distruzione dell'abba-
zia. Il Pontefice, che al momento
della sua elezione sul trono di
Pietro aveva scelto il proprio
nome anche ispirandosi alla
figura di san Benedetto da
Norcia, ha pregato sulla tom-
ba del Santo, ricordandone
l'importanza nella formazione
culturale europea.
Michael Petrucci
(5a A Agr.)
Nome Cognome: Filli Lucci
Professione: Insegnante
Famiglia: 2 figli (un maschio e una femmina),
Segni particolari: Classe e umanità
Personaggio del mese
Pagina 17 Numero 5 IIILLL PERCHE’
Qual è la sua materia di insegna-
mento?
Prof.ssa Lucci: Io sono una docente di sostegno dal
2000.
Da quanti anni insegna?
Prof.ssa Lucci: Insegno da 40 anni.
All’inizio avevo un incarico su una cattedra di ipoacu-
sia, allora era l’unica nel territorio di Latina e dipen-
deva dal 1° circolo.
Quali sono le maggiori difficoltà che
lei ha incontrato nel corso della sua
carriera?
Prof.ssa Lucci: La difficoltà più grande è sempre sta-
ta quella di costruire un rapporto di fiducia con le fa-
miglie dei ragazzi. Spesso molti genitori sono scorag-
giati e hanno perso la speranza che i propri figli possa-
no davvero integrarsi. Per lavorare bene con i ragazzi è
dunque necessario riuscire a collaborare con le fami-
glie e instaurare un rapporto di fiducia reciproca.
Qual è il ricordo più bello nella sua
carriera di insegnante?
Prof.ssa Lucci: Nel corso della mia carriera ho avuto
grandi soddisfazioni e gratificazioni. Di ricordi belli ce
ne sono davvero tanti ed è difficile menzionarne uno
solo. Sicuramente l’esperienza vissuta quest’anno con il
Progetto “Unici e pari”, realizzato con il contributo
del Dipartimento per le Pari Opportunità e da
Special Olympics a San Marino, è stata bellissima.
Ho condiviso grandi emozioni con i proff. Guarnieri,
Ricci e Melfi, che erano con me a San Marino dove i
nostri studenti hanno partecipato al Gioco del Calcio
a 5 integrato, ottenendo il 3° posto.
Quali sono i suoi hobby nel tempo
libero?
Prof.ssa Lucci: Negli ultimi 2 anni mi sono dedica-
ta al ballo di gruppo! E’ molto divertente e mantiene
in forma. A giugno faremo il nostro saggio. Altre mie
passioni sono la fotografia e viaggiare. Ho viaggiato
molto e visto posti meravigliosi in Venezuela, Argen-
tina, Caraibi, Thailandia, Brasile… Il luogo più af-
fascinante è stato però Rio de Janeiro: è splendida la
città, il panorama dalla baia del Pan di Zucchero
lascia senza fiato e la gente è accogliente e sempre
felice.
Con quale stato d’animo lei si ap-
presta a lasciare la scuola?
Prof.ssa Lucci: Lascio la scuola con un po’ di ram-
marico, perché so che potrei dare ancora tanto. Co-
munque rimarrò a disposizione dell’Istituto e dei
ragazzi. In questi anni infatti ho instaurato ottimi
rapporti con diversi professionisti che hanno aiutato
tanti nostri ragazzi. Vorrei ricordare in proposito la
dott.ssa Figini che è sempre stata un punto di riferi-
mento per la scuola.
Il Perché vuole rivolgere un saluto speciale
alla prof.ssa Lucci, ringraziandola dell’ammi-
revole e non facile lavoro svolto in tanti anni
di carriera, sempre con classe, educazione e
profonda umanità.
ILILIL PERCHE’
ILILIL PERCHE’
ILILIL PERCHE’
ILILIL PERCHE’
ILILIL PERCHE’
ILILIL PERCHE’
ILILIL PERCHE’
IIILLL PERCHE’
Numero 5 Pagina 18
24.ma Festa di fine anno 2012 I premiati
IIILLL PERCHE’
Numero 5 Pagina 19
Numero 5 Pagina 20 IIILLL PERCHE’
Giada De Bellis Classe: 5° C - Chimico.
Il Perché: Puoi descrivere in
poche parole il tuo carattere?
Giada: Sono una ragazza molto
socievole, a volte lunatica, disponi-
bile e sincera.
Il Perché Cosa ti piace fare nel
tempo libero?
Giada: Le uniche cose che faccio
quando ho un po’ di tempo libero
sono dormire (ride) e uscire con le
mie amiche.
Il Perché: Ti piace il tuo aspetto
fisico? Come ti curi?
Giada: Mi sono sempre fatta molti
complessi, anche se ci tengo molto a
me, mi curo mangiando sano.
Il Perché: Cosa pensi che piac-
cia ai ragazzi di te?
Giada: Credo soprattutto gli occhi,
anche se penso che non ci sia qual-
cosa di particolare che piaccia di
me. Io comunque punto principal-
mente sul mio carattere.
Il Perché: Qual è il tuo rappor-
to con la scuola e lo studio?
Giada: Pessimo (ride), mi piace
molto la scuola ma non amo lo stu-
dio. Il motivo principale per cui
vengo a scuola è stare con i miei
amici, anche perché durante questi
anni si è creato un bellissimo rap-
porto tra me e i ragazzi della mia
classe.
Il Perché: Quali sono i valori
fondamentali della tua vita?
Giada: I valori fondamentali per
me sono l’amicizia, la famiglia e
l’onestà tra le persone.
Silvia Sessa,
Marika Carnali
Facce da copertina…?
IIILLL PERCHE’
Numero 5 Pagina 21
Michael Petrucci Classe: 5° A - Agrario
Il Perché: Puoi descrivere in
poche parole il tuo carattere?
Michael: Sono un ragazzo genero-
so, molto sensibile, socievole e ami-
chevole con le persone.
Il Perché Cosa ti piace fare nel
tempo libero?
Michael: Mi piace molto leggere
libri di letteratura, vado in piscina,
in palestra, guardo molto la tv, so-
prattutto i programmi di Barbara
D’Urso (ride!). Ho una grande pas-
sione per gli animali, infatti gran
parte del mio tempo la passo stan-
do tra loro; mi piace anche molto
uscire e stare con i miei amici.
Il Perché: Ti piace il tuo aspet-
to fisico? Come ti curi?
Michael: Meraviglioso. Gran par-
te del mio pomeriggio lo passo a
studiare, anche perché credo che
un ragazzo debba avere un’ampia
cultura personale, soprattutto per-
ché ai giorni d’oggi è indispensa-
bile, anche se so che la maggior
parte dei ragazzi non condivide il
mio pensiero.
Il Perché: Quali sono i valori
fondamentali della tua vita?
Michael: La vita stessa, la fede,
l’amore, l’amicizia e la famiglia,
tutte cose per me molto importan-
ti.
Silvia Sessa,
Marika Carnali
Michael: Sì, mi piace il mio aspet-
to fisico, in particolare sono un
“maniaco dei capelli”. Mi curo mol-
to andando in palestra e mangian-
do sano, infatti mangio molta car-
ne, pesce e uova, che fanno le mie
galline (ride!).
Il Perché: Cosa pensi che piac-
cia alle ragazze di te?
Michael: Il mio punto di forza è la
simpatia, le faccio ridere molto, so-
prattutto col mio modo di essere
“bislacco”. Punto molto anche sul
mio sguardo…
Il Perché: Qual è il tuo rappor-
to con la scuola e lo studio?
Facce da copertina…?
IIILLL PERCHE’
Numero 5 Pagina 26
Consigli sulla sicurezza a scuola
(II Parte) a cura dell’ing. Bruno Coppotelli
Quali sono i principali peri-
coli presenti negli edifici
scolastici?
AFFOLLAMENTO: evita di correre,
spingere i compagni, abbandonare
zaini a terra nei passaggi, non grida-
re, non creare panico, non aprire im-
provvisamente le porte, non gettare
carte o altri materiali a terra perché
possono originare scivoloni pericolosi:
usa gli appositi cestini.
FINESTRE E SUPERFICI VETRA-
TE: presta attenzione al tuo compor-
tamento quando sei in prossimità di
superfici vetrate, dalle finestre non
gettare mai nulla e non sporgerti dai
davanzali.
SCALE: le scale possono rivelarsi un
luogo particolarmente insidioso specie
se percorse di corsa, non protenderti
mai dalle ringhiere. Non sostare nei
vani delle scale durante gli intervalli.
ASCENSORI: sono riservati al perso-
nale scolastico e ai soli disabili accom-
pagnati dal personale ausiliario.
ARREDI E ATTREZZATURE: at-
tenzione perché banchi, seggiole, ter-
mosifoni ecc. possono presentare spi-
goli vivi che risultano pericolosi se
urtati violentemente. Ove siano pre-
senti le tende oscuranti del tipo pe-
sante ed i vasistas, fai particolare at-
tenzione prestandone un uso corretto,
se forzi i meccanismi e si staccano dal
muro o dagli infissi ti possono colpire
e ferire. Segnala immediatamente al
tuo insegnante qualsiasi difetto o in-
conveniente. Ricorda che gli spintoni
in prossimità degli attaccapanni pos-
sono causare ferite .
POSTURA - SCOLIOSI: ti potrà
sembrare più comodo stare seduto con
la schiena piegata o ingobbita, ma per
il bene della tua spina dorsale e per
migliorare la concentrazione sforzati
di stare con la schiena ben diritta e
appoggiata allo schienale evitando di
dondolarti sulla sedia.
Continua…..
ILILIL PERCHE’
Numero 5 IIILLL PERCHE’
Pagina 23
Scotti e bruciati
ILILIL PERCHE’
Sorbetto al limone
6 limoni grandi
200 g. di zucchero a velo
2 cucchiaini di limoncello
2 dl di panna fresca
1 albume
Procedimento
Incidere la parte superiore dei limo-
ni. Svuotare delicatamente l’inter-
no, per non rompere la buccia si
consiglia di avvolgere ogni singolo
limone nella carta stagnola. Porre i
limoni avvolti nella stagnola in
frigo. Frullare l’interno dei limoni e
filtrare il succo. In un pentolino,
unire al succo di limone, lo zucchero
e mescolare a fiamma bassa fino al
completo scioglimento. Fare raf-
freddare il composto ottenuto, in un
contenitore di metallo. Aggiungere
il limoncello, amalgamare il tutto
con l’albume battuto a neve (non
montato). Porre la ciotola nel conge-
latore. Quando il composto comin-
cia a congelare, mescolarlo delicata-
mente dal basso verso l’alto (circa
ogni 30 minuti, per 4-5 ore) quindi
riporlo nel congelatore. Una volta
congelato, rompere il composto e
frullarlo un po’ alla volta. Per ren-
derlo ancora più cremoso, aggiun-
gere la panna fresca e congelare
per altri 30 mi-
nuti. Riempire
quindi i limoni
e spolverare la
parte superiore
del sorbetto con
buccia di limo-
ne.
Per i più esi-
genti, si consi-
glia di aggiun-
gere una spruz-
zata di prosec-
co!
Origine del Sorbetto
Pare che il sorbetto fosse già cono-
sciuto in Cina nel VII secolo a.C.
L'uso di assumere bevande ghiac-
ciate profumate con la frutta pas-
sò dall'Estremo Oriente al Medio
Oriente, come testimonia il termi-
ne sorbetto che deriverebbe dalla
radice araba "sharba", ossia
"bevanda fresca". Dall'Oriente il
sorbetto arrivò poi in Sicilia e
Spagna grazie ai crociati e pelle-
grini che vennero a conoscenza
degli alimenti di quelle nuove
culture. A tale
proposito interes-
santi sono le te-
stimonianze visi-
bili nei monti
della penisola
sorrentina, nella
quale si possono
incontrare le
ghicciaie o le
“niviere”, buche
scavate nel terre-
no, dove la neve
aromatizzata con
limoni o altri sci-
roppi di frutta, veniva prima ada-
giata, poi schiacciata ed infine
ricoperta con felci e terra, per es-
sere conservata al "freddo".
Bavarese ai frutti
di bosco
(dose per 6 persone)
250 g. di yogurt bianco (gusto
fior di latte)
250 g. di panna fresca da
montare
50 g. di zucchero a velo
7 g di colla di pesce in fogli
Frutti di bosco surgelati
Procedimento
In una ciotola d’acqua immergere i
fogli di colla di pesce e lasciarli am-
morbidire. In un’altra ciotola me-
scolare lo yogurt e lo zucchero a
velo. Aggiungere la colla di pesce
ben strizzata e sciolta in una terri-
na di latte tiepido. Unire la panna
montata delicatamente dal basso
verso l’alto. Versare il contenuto in
uno stampo da budino di 22 cm di
diametro (oppure in coppette singo-
le). Riporre il dolce in frigo per alme-
no 2 ore. In un pentolino sciogliere i
frutti di bosco
ancora surgelati
e scaldarli fino a
ottenere una
salsa. Prima di
sformare la ba-
varese dallo
stampo, immer-
gerla fino a me-
tà bordo per 5
secondi in acqua
calda. Quindi rovesciare lo
stampo e porre il dolce in un
piatto da portata. Decorare la
bavarese con i frutti di bosco e
la salsa raffreddata.
Prof.ssa Patrizia Gesini
Numero 5 Pagina 24 IIILLL PERCHE’
La vita: lo sai, non è un
pacco ingombrante che
viaggia dalla sala parto
all’obitorio. Non è nemme-
no una nave tranquilla che
scivola da sola verso il por-
to della felicità. Su di essa,
in ogni momento, siamo
impegnati noi come timonieri, con la responsabilità di defi-
nire la rotta. A noi tocca decidere che esperienza fare
dell’amore, come affrontare i giorni della solitudine, che
senso dare ai nostri insuccessi, come investire le nostre
qualità a favore della vita di tutti.
Rientra in te stesso. L’avventura di una vita non può
che avere un unico punto di partenza: il
tuo cuore. Nella frenesia di ogni gior-
no, cerca spazi e tempi di silenzio e di
riflessione.
Rientra dentro il tuo cuore, impara ad
ascoltare te stesso. Ripòsati, sogna,
progetta. Fermati e pensa alla tua vita,
a quale tipo di persona stai diventando
e vorresti diventare, a quali sono i tuoi
desideri più profondi. Ogni giorno ac-
quisterà gusto, non ti scorrerà via tra le mani. Il silenzio ti
aiuterà a conoscere te stesso e a diventare una persona
profonda, adulta.
Darsi una regola di vita...
Perché no? “Questa mi mancava. Dopo essermi sorbito
lo spiedino di regole che mi hanno
dato i miei, i prof e chiunque abbia
incontrato ….. ecco, ora ci manca
solo che mi dia da solo (?!?) un’altra
regola da osservare”.
Ok, ok, hai ragione. Il termine
“regola”, in effetti, può creare un po’
di confusione. Fa pensare a oppressi-
ve leggi da osservare, a un andamen-
to della vita rigido e ristrettivo. Ma
quanto ti stiamo per presentare non
è nulla del genere.
Questa regola altro non è che l’impegno che ciascuno di
noi prende con se stesso affinché la sua vita sia curata,
coltivata, passo dopo passo, con amore e costanza. Dun-
que, la regola è semplicemente uno strumento che ci aiuta
Quattro metafore per la regola
Sogniamo che la regola scritta da te abbia queste caratte-
ristiche:
che la regola sia palestra, luogo, cioè, dove alleni
il cuore, la mente e il cor-
po, e li rendi capaci di
affrontare la vita; luogo
dove perfezioni i tuoi ta-
lenti, rafforzi i tuoi valori,
impari ad applicarli giorno
per giorno;
che la regola sia cannocchiale, strumento per
guardare vicino e lontano. La tua regola sia come la
lente che ingrandisce, per-
mettendoti di guardare be-
ne dentro il tuo cuore; la tua
regola sia come la lente che
allontana, permettendoti di
creare la giusta distanza
da ciò che non conta davvero;
che la regola sia mattone, ov-
vero il mezzo attraverso il quale
costruisci pian piano un progetto
di vita fedele ai tuoi talenti, ai
tuoi sentimenti, ai tuoi valori, ai
tuoi sogni;
che la regola sia ponte, costruzione necessaria per
andare incontro agli altri, per aprirti, conoscere,
viaggiare. La regola di vita, se vissuta con fedeltà,
è un ponte straordina-
rio sia verso le frontie-
re dello spirito, sia per
arrivare al cuore degli
altri.