+ All Categories
Home > Documents > David Donnini - Il Matrimonio Di Gesù

David Donnini - Il Matrimonio Di Gesù

Date post: 24-Nov-2015
Category:
Upload: esonetorg
View: 698 times
Download: 5 times
Share this document with a friend
Description:
Un libro di David Donnini
74
David Donnini Il matrimonio di Gesù SOMMARIO: Introduzione 1 Gerusalemme 5 Il mar morto e il deserto di Giuda 19 Betlemme 26 Un gesto devozionale 30 Al Ayzariyah (Betania) 34 L’ingresso trionfale in Gerusalemme 36 Il processo a Gesù 39 Il Cristo re dei giudei 47 Gesù e gli esseno-zeloti 52 Lazzaro di Betania 57 Le tre Marie 60 Il matrimonio di Cristo 65 Quale Gesù? 69 Introduzione Fra molti dubbi, che sempre accompagnano i tentativi di chiarire la personalità storica di Cristo, una certezza può essere riconosciuta: nell’arco dei secoli è stato profuso un impegno tenace per cancellare la memoria storica dell’uomo Gesù, per seppellire ogni traccia autentica della sua famiglia d’origine, forse anche del suo matrimonio e della sua discendenza. È possibile che la censura nei confronti di questi ultimi aspetti sia stata applicata con particolare durezza, perché del tutto incompatibili con la nuova dottrina che andava diffondendosi nel bacino mediterraneo.
Transcript
  • David Donnini

    Il matrimoniodi Ges

    SOMMARIO:

    Introduzione 1

    Gerusalemme 5

    Il mar morto e il deserto di Giuda 19

    Betlemme 26

    Un gesto devozionale 30

    Al Ayzariyah (Betania) 34Lingresso trionfale in Gerusalemme 36Il processo a Ges 39

    Il Cristo re dei giudei 47

    Ges e gli esseno-zeloti 52

    Lazzaro di Betania 57

    Le tre Marie 60

    Il matrimonio di Cristo 65

    Quale Ges? 69

    Introduzione

    Fra molti dubbi, che sempre accompagnano i tentativi di chiarire la personalit storica di Cristo, unacertezza pu essere riconosciuta: nellarco dei secoli stato profuso un impegno tenace percancellare la memoria storica delluomo Ges, per seppellire ogni traccia autentica della suafamiglia dorigine, forse anche del suo matrimonio e della sua discendenza. possibile che lacensura nei confronti di questi ultimi aspetti sia stata applicata con particolare durezza, perch deltutto incompatibili con la nuova dottrina che andava diffondendosi nel bacino mediterraneo.

  • abbastanza verosimile che limmagine primitiva del messia oggi noto a tutti i cristiani sia statacreata da San Paolo, verso la met del primo secolo. Nei due secoli successivi sarebbe stataarricchita da una moltitudine di teologi, pi volte in contrasto fra loro, oggi comunemente chiamatipadri della chiesa. Quindi la figura di Cristo sarebbe stata definitivamente ridisegnata, allinizio delquarto secolo, in occasione del concilio di Nicea, energicamente voluto da Costantino. In quellacircostanza Ges venne per cos dire omologato ai tanti di morenti e risuscitanti che erano giconosciuti e celebrati nei pi svariati angoli dellimpero e oltre: incarnazioni divine che nascevanoda una madre vergine e che, spesso, erano oggetto del culto teofagico1. Linteresse principale diCostantino non era la celebrazione del cristianesimo nella sua sostanza originale. Piuttosto ilcontrario: egli voleva che limmagine sovversiva dellebreo nemico di Roma, giustiziato da Pilatocome aspirante alla carica di rex ioudaeorum, fosse irrevocabilmente trasformata in quella di unsanto profeta del tutto apolitico, anzi, in quella del filius patris che aveva invitato a dare aCesare quel ch di Cesare2.Luomo vero, il giudeo che aveva predicato solo alle pecore smarrite della casa di Israele3, e chefu crocifisso per sovversione davanti ai pellegrini che affollavano Gerusalemme alla vigilia dipsach, doveva essere completamente dimenticato. Ma soprattutto dovevano essere dimenticati isuoi veri seguaci: quelli che sostenevano lidea di una dinastia di sangue risalente, attraverso Ges,fino al grande re Davide, lantico creatore del regno delle dodici trib di Israele.Il sangue reale dei messia davidici4 era la minaccia temuta ed odiata dal clero della chiesa di Roma.La dottrina, il dogma, la lotta alle eresie, ma anche le congiure omicide e le guerre sante erano glistrumenti per combatterla. Lespressione santo graal, a cui la fantasia ha attribuito le pi svariateaccezioni e forme, deriva dalla lingua provenzale antica, nella quale sang raal vuol dire sanguereale. Abitualmente stata associata allimmagine di una coppa, nella quale Giuseppe di Arimateaavrebbe addirittura raccolto il sangue di Cristo che cadeva dalla croce. Ma laccostamento ha uncarattere del tutto metaforico: la coppa, come il vaso, o la terra, un simbolo ricorrente del ventrefemminile, che in questo caso si riferisce alla discendenza di Cristo e, attraverso di lui, alla stirpedel sangue regale di Davide.In pratica il santo graal non che la linea dinastica originatasi nel 3000 a.C. dal re Davide e da suofiglio Salomone, il primo aveva edificato Gerusalemme come capitale del regno delle dodici trib diIsraele e il secondo vi aveva innalzato un colossale tempio. Allinterno delle narrazioni evangeliche

    1 Il rito con cui il fedele si cibava del sangue e della carne del dio.

    2 Allora disse loro: Rendete dunque a Cesare quello che di Cesare e a Dio quello che di Dio Mt, XXII, 21.

    3 Non andate fra i pagani e non entrate nelle citt dei Samaritani; rivolgetevi piuttosto alle pecore perdute della casa

    d'Israele Mt X, 5-6.4 Sangue reale = Sang Raal, in provenzale antico) = San Graal (Santo Graal, Holy Grail)

  • Ges sovente qualificato come figlio di Davide a conferma della sua dignit regale. Lo stessoLuca fa dichiarare allangelo Gabriele durante lannunciazione a Maria:

    il Signore Dio gli dar il trono di Davide suo padre e regner per sempre sulla casa diGiacobbe5.

    Nel medio evo il sang raal avrebbe rappresentato lambizione al riscatto dalla terribile sconfitta chei romani avevano inflitto al regno di Israele distruggendolo due volte. Una prima volta nel 70 d.C.,quando limperatore Tito, dopo un lungo assedio alla citt di Gerusalemme, laveva messa a ferro efuoco, prelevando il tesoro del tempio e facendone sfoggio per le vie di Roma al suo ritorno, cometrofeo di guerra. Una seconda volta nel 135 d.C., quando un certo Simone figlio della stella avevatentato di risollevare le sorti di Israele, ma fu completamente sopraffatto. In quelloccasione iromani rasero al suolo Gerusalemme, per poi ricostruirla come centro degiudaizzato, affibbiandoleun nome latino: Aelia Capitolina.Il destino bimillenario degli ebrei fu quello della diaspora. Sparsi ovunque nel mondo. In difficoltper mantenere la loro identit etnica e religiosa, ma anche semplicemente per sopravvivere.Frequentemente fatti oggetto di unautentica persecuzione antisemita, che nella chiesa di Romatrovava il rappresentante per eccellenza.

    Il potere della chiesa cristiana, dopo Costantino, e soprattutto dopo la caduta dellimpero romano,era cresciuto a dismisura, trasformandosi in unegemonia assoluta che riguardava, oltre agli aspettireligiosi, quelli politici, economici, giudiziari, etici e culturali.Agli occhi degli ebrei Roma continuava, in un modo o nellaltro, a rappresentare il fulcrodellantisemitismo. Prima lo era stata con gli imperatori pagani. Allinizio del medio evo lo era coipapi e il clero cristiano. Una brama segreta di vendetta aveva trovato forma nellidea che la dinastiadavidica, anticamente umiliata da Roma, avrebbe rovesciato il destino della citt eterna, facendolapropria e dominando, non solo sui territori che furono dellimpero, ma sul mondo intero.La convinzione (giusta o sbagliata che fosse) che il sedicente messia giustiziato da Pilato intornoallanno 30 d.C. avesse lasciato una discendenza era ben viva e presente in ambienti esterni allachiesa romana. Fu soprattutto in Francia, ma anche in Inghilterra, che questidea venne conservata.A noi non interessa quanto autentica e credibile fosse lidentificazione della presunta lineadinastica. Siamo perfettamente consapevoli del fatto che a fianco della leggenda di Ges figlio didio, costruita dai teologi cristiani, pu essersi sviluppata una leggenda parallela, con altrettantiintrecci di storia e invenzione, costruita da coloro che erano interessati a contrastare il potere

    5 Lc I, 32-33.

  • dellistituzione ecclesiastica e a sostituirlo col loro. Anzi, pensiamo che luna e laltrarappresentazione siano distorsioni ad hoc della verit storica, secondo prospettive e interessi diversi.Lideale messianico si era evoluto come ricerca ossessiva delle persone appartenenti alla lineadinastica di sangue reale davidico e gesuitico, o pi verosimilmente presunte tali, nonch cometentativo di promuovere il loro ingresso nelle famiglie reali europee.Sia chiaro che non intendo difendere in modo partigiano questo ipotetico complotto contro la chiesaromana, ma che sono interessato ad esso nella misura in cui pu contribuire ad offrire elementi dichiarificazione sulla personalit storica di Cristo. Nientaltro. E neppure intendo aderire allidea cheesista tuttora, o sia mai esistito, un ipotetico Priorato di Sion, di cui sarebbero stati gran maestripersonaggi come Leonardo da Vinci, Isaac Newton

  • Gerusalemme

    Circa tremila anni fa, sopra un colle verdeggiante che svettava coi suoi ottocento metri daltezza inmezzo a paesaggi desertici, sorgeva un villaggio cananeo. Era fortificato, terrazzato, circondato daantiche mura, e aveva il raro pregio di possedere una sorgente dacqua: Ghicon. Un posizione felice,perch le piogge non mancavano e il clima era mite in tutte le stagioni. Fu qui che Davide, unto redal profeta Samuele, individu il luogo giusto per la capitale del suo regno. Il paese fu sottratto allapopolazione originaria e ribattezzato con un nome che sarebbe stato famoso per le epoche a venire:Gerusalemme, citt della pace. Il paradosso fin troppo stridente, da allora quel luogo semprestato un inferno di sanguinosi conflitti.Davide, della trib di Giuda, nato a Betlemme, era riuscito a prendere il posto del suocero Shaul,primo re di Israele, il quale aveva potere sulla trib di Beniamino a cui apparteneva, su quella diGalaad e su quella di Efraim. In un primo tempo Davide era stato eletto re solo della trib di Giudama, dopo la morte di Shaul, era riuscito ad unificare Giuda e Israele, creando cos un regno checomprendeva dodici trib. Si trattava di genti diverse per lingue, abitudini e tradizioni religiose.Raccoglierle sotto un unico nome, ebrei, e credere che fossero un popolo compatto con originicomuni, unoperazione forzata che non rispecchia la realt. Le vicende storiche ci mostrano unregno che, in due millenni, ha saputo restare unito per meno di un secolo, continuamente turbato daconflitti interni e dominazioni straniere.Al tempo di Davide, per favorire lunione delle trib e la stabilit del regno, erano necessarielementi di coesione che il sovrano cerc di creare: una capitale gloriosa, una religione comune e,soprattutto, un tempio che fosse il luogo daggregazione per tutti i sudditi. Gerusalemme fu scelta inbuona posizione strategica e politica. Quindi furono composte leggende a sfondo epico e religioso,attraverso le quali il popolo potesse superare le divergenze tribali, acquisire lidentit collettiva,maturare lorgoglio del proprio essere. Davide costru il palazzo reale ma il tempio, per lui, rimaseun sogno che si sarebbe avverato solo grazie al figlio Salomone.Lo sforzo di tenere unito il regno fu il punto di partenza delle tradizioni, prima orali e poi scritte,che oggi possiamo trovare nella bibbia: la discendenza dal padre comune Abramo, la schiavit interra dEgitto, la liberazione da parte di Mos, la conquista della terra promessa dopo un lungoperegrinare nel deserto. In esse realt e leggenda si mescolano misteriosamente e noi non dobbiamosempre tenere presente la motivazione che sottintese la composizione e la trasmissione di questetradizioni.Il valore storico di questa presentazione dellorigine comune delle dodici trib e della loroappartenenza ad unetnia coerente molto debole. Diciamo piuttosto che essa testimonia, non la

  • realt, ma le difficolt incontrate da chi aveva raccolto sotto un unico regno stirpi e progeniediverse.Lelemento pi forte che contribu a determinare laggregazione del popolo fu la conversioneallidea monoteista che Mos, un personaggio autorevole di origini egiziane, aveva mutuato a suotempo dalla religione solare del faraone Akhenaton (Amenofi IV). Questo modello teologico erastato quindi applicato al popolo dei sudditi di Davide, convincendoli che dio stesso li avesse scelticome figli prediletti, destinatari di una missione spirituale nei confronti del genere umano. In talmodo le loro vicissitudini, guerre, sconfitte, vittorie e conquiste apparivano come momenti delgrande melodramma religioso di un popolo dai destini guidati dal cielo.Gerusalemme, nei suoi tre millenni di storia, si sviluppata portandosi dietro una grande ereditculturale, ed aggiungendone progressivamente, sino a diventare quella che oggi: il punto diincontro e di scontro fra popoli e religioni, dove la minaccia delle armi costituisce un aspettoquotidiano della vita sociale. Oggi, visitandola con lo sguardo attento e con la mente libera, questacitt unesperienza sconvolgente, per la molteplicit delle tradizioni che coesistono in essa. Innessun altro luogo del pianeta possibile, nellarco di pochi passi, trasferirsi da un universo allaltroe valicare confini che separano civilt antiche e abissalmente lontane.Molti stranieri raggiungono Gerusalemme dopo un viaggio in autobus da Tel Aviv, che dovrebbedurare meno di unora. In realt, seguendo le buone abitudini di tutte le metropoli moderne, lestrade di accesso, sin dalla pi lontana periferia, sono intasate dal traffico e lingresso in cittrichiede lunghe attese in coda. Tutto questo, nonch ledilizia moderna, i negozi, i turisti, fanno diGerusalemme, nei pressi della stazione dei bus, una normale citt occidentale, il cui aspetto resosingolare solo dalla presenza di alcuni ebrei ortodossi, nel loro caratteristico costume hassidico, colcappotto e il cappello neri, con la folta barba scura o rossiccia e, talvolta, coi riccioli lunghi chescendono dalle tempie fin sulle spalle.Sin qui limpatto quasi normale. Se non che, avvicinandosi alla Porta di Damasco unastraordinaria esperienza attende il turista.La Porta di Damasco il varco settentrionale che consente di attraversare le mura antiche e dipenetrare nella citt vecchia dalla parte del quartiere arabo. Vi si accede da un grande piazzale, unalarga scalinata scende verso il ponte che attraversa un fossato, quindi si infila direttamente nellaPorta. In alto, seduto su un davanzale di pietra, un militare israeliano, col mitra in mano, controllapazientemente la confusione sottostante. Il nome da mille e una notte non poteva essere piappropriato per questo passaggio6.

    6 La descrizione riguarda unesperienza di viaggio effettuata nel 1997. Da allora le drammatiche vicende politiche

    possono avere cambiato molto gli scenari della citt.

  • Gi sul pontile di accesso unindescrivibile, brulicante folla, praticamente di soli arabi, maschi efemmine, nei loro costumi orientali, si agita, si accalca ed urla da tutte le parti. Ovunque bancarelleimprovvisate, sacchi di melanzane, zucchine, peperoni, scatole piene di pulcini pigolanti. Alcunedonne riescono a destreggiarsi tenendo in bilico sulla testa grandi cesti, in mezzo a questo caossenza ritegno. Le voci si mescolano alle musiche: suoni che sembrano provenire dal passato remoto,fatti di arabeschi melodici e di ritmi che invitano alla danza del ventre. Armonie che nessunoccidentale potrebbe imitare.Al di l della porta, sui lati della strada, si affacciano botteghe piene delle merci pi varie, mentrenel mezzo alcuni trafficanti stendono a terra i loro cenci e mostrano le mercanzie. Da una partegiunge lodore, forte come una droga, di spezie profumate, che dalle narici raggiunge direttamenteil cervello. Gli occhi sono abbagliati dai mille colori delle merci e degli abiti: fucsia, rosso, verde,giallo. Le orecchie sono saturate dai rumori che si diffondono intorno.Dunque la porta di Damasco uno dei punti di contatto fra i mondi paralleli che coesistono aGerusalemme, forse il pi spettacolare, ma non n lunico n il pi significativo. In realt,

    visitando la citt nei particolari, ci si accorge che composta non solo da mondi paralleli, ma dauniversi negli universi, come una sorta di bambola russa, complicata quanto basta per non esserecomprensibile da alcuno.Allinterno della citt vecchia, per esempio, si possono distinguere tre realt principali: il settoreislamico, quello ebraico e quello cristiano. Ma ben presto il settore cristiano rivela le sue divisioni:si distinguono un settore cristiano nel quadrante nord-ovest della cittadella e un settore armeno inquello sud-ovest. I seguaci del rito armeno, a loro volta, si dividono in due categorie: quellicattolici, uniti alla chiesa di Roma, e quelli non cattolici, indipendenti. Nel quadrante nord-occidentale, riconosciamo presenze cattoliche ed ortodosse, le quali convivono e si spartisconoprecise aree di competenza; come nella chiesa del Santo Sepolcro, dove la tradizione vuole che sisiano svolti gli eventi conclusivi della passione di Cristo: la crocifissione, la sepoltura, laresurrezione. Naturalmente anche nellarea ebraica e in quella musulmana esistono le suddivisioni,che non sempre il turista in grado di cogliere. incredibile come a Gerusalemme si possano vederpassare, sullo stesso marciapiede e nellarco di pochi minuti, un rabbino col turbante hassidico, unfrate con la toga di tela bruna, un pastore evangelista con labito grigio, un pope col cilindro nero,un religioso musulmano, un sacerdote armeno, un cristiano copto con la barbetta riccioluta chebiancheggia sulla carnagione scura Ognuno con la sua fiera sicurezza stampata sul viso.

  • Una delle prime visite che il turista straniero compie in questa citt senzaltro larea del cosiddettomuro del pianto. Per raggiungerlo bisogna entrare nella citt vecchia, sul lato sud, attraverso laPorta dei Magrebini o Dung Gate, oppure, da nord, percorrendo un labirinto di stradine nel quartierearabo. In entrambi i casi si arriva ad un check point israeliano, simile a quello degli aeroporti. Sipassa attraverso un detector magnetico, i militari israeliani invitano i turisti ad aprire le borse e amostrarne il contenuto, verificando che nessuno introduca ordigni esplosivi o armi.Al tempo dei romani, in modo del tutto analogo, i soldati imperiali controllavano la folla per evitaregli attentati dei sicari, i quali colpivano improvvisamente coi loro pugnali nascosti sotto le tuniche,uccidendo i romani o gli ebrei considerati collaborazionisti e, spesso, riuscendo a dileguarsi senzalasciare traccia.

    Allinterno del grande piazzale antistante il muro c sempre molta gente, in parte turisti maprincipalmente ebrei. Alcuni di questi indossano semplicemente il kippa, il tipico copricapo, altriindossano cappello, giacca e pantaloni neri, camicia bianca e tzitzit, le frange rituali che scendonolungo i fianchi. In questa zona ci sono anche molti ebrei ortodossi che indossano il costumehassidico: un cappotto nero lungo e stretto, pantaloni neri che arrivano a met polpaccio, calzettonie scarpe nere, una camicia bianca, un cappello particolare che sta ritto sulla sommit del capo,perch di misura stretta, i riccioli intonsi scendono dalle tempie fino alle spalle. Durante loShabbat il cappello sostituito da uno speciale turbante di pelliccia nera. Qualche volta i fedeliindossano scialli di tela bianca con righe scure e frange.Naturalmente mi riferisco agli uomini, perch il ruolo delle donne meno importante, esse devonosemplicemente indossare abiti modesti, che coprano i gomiti e le ginocchia, le donne sposatedevono coprirsi la testa col velo. Al centro del muro c una transenna che separa il lato degliuomini, a sinistra, dal lato delle donne, a destra.Dinanzi al muro i fedeli recitano i versetti delle scritture, compiendo rapide oscillazioni in avanti eindietro col busto, come per inchinarsi devotamente alle vecchie pietre; alcuni inserisconobigliettini di carta arrotolata nelle fessure della roccia, contenenti preghiere. Qualche volta siformano gruppi di persone che si abbracciano o si tengono per mano e cantano, quasi ballando alritmo delle loro cantilene. Alcuni vecchi, con le lunghe barbe bianche, siedono concentrati nellalettura dei testi sacri. Anche i turisti non ebrei possono avvicinarsi al muro, ciascuno nellarea delproprio sesso, purch i maschi indossino un kippa che viene fornito allingresso dellareatransennata e le donne si coprano bene le spalle, anche questa volta con uno scialle nero che fornito allingresso.

    Il muro guarda verso ovest-sud-ovest, per cui totalmente in ombra nelle ore del mattino, mentrenel pomeriggio prende il sole e, specialmente in estate, accumula grande calore. Subito oltre il muro

  • si trova larea sacra ai musulmani e i due mondi, lontani e conflittuali, convivono a soli pochicentimetri di distanza. A separarli ci pensano quelle vecchie pietre, delle quali le pi basse,facilmente riconoscibili perch pi grandi e consunte, sono esattamente quelle che Erode il Grande,nel 20 a.C., fece mettere nel corso dei lavori di ricostruzione del tempio.Si tratta del secondo tempio, perch il primo era stato edificato dal re Salomone, che era riuscito arealizzare il grande sogno del padre Davide. Salomone aveva utilizzato tutte le risorse del paese,forza lavoro e ricchezza, al punto che la sua intollerabile pressione fiscale aveva prodotto lascissione del paese in due regni, quello di Israele a nord, con capitale Samaria, e quello di Giuda asud, con capitale Gerusalemme. La separazione avvenne allincirca nel 933 a.C., meno di un secolodopo che Davide aveva unificato il paese. I samaritani crearono un tempio alternativo sul monteGarizim, anche se li attendeva, dopo poco pi di cento anni, il triste destino della sanguinariadominazione assira.Il tempio di Salomone dur circa 350 anni, perch nel 587 a. C. il re babilonese Nabucodonosorespugn Gerusalemme, mise a ferro e fuoco la citt, distrusse il tempio e trasse in esilio buona partedella popolazione. una realt storica che molti conoscono attraverso la rappresentazionemelodrammatica del Nabucco, la famosa opera di Verdi.Dopo la dominazione babilonese fu la volta di quella persiana, a partire dal 539. Fu Ciro asconfiggere i babilonesi, a permettere il rientro degli ebrei in Palestina e a inglobare la loro terranellimpero persiano.

    Quando Alessandro il macedone sconfisse i persiani nel 333 a.C. la dominazione divent ellenistica,con alterne vicende sotto la dinastia dei Tolomei e poi dei Seleucidi.I romani, infine, subentrarono nel dominio della Palestina quando, nel 63 a.C., Pompeo entr inGerusalemme. Allo scopo di governare meglio il paese i romani scelsero inizialmente un reintermediario nella persona di Erode, detto il Grande. In realt non si trattava di un ebreo, ma di unidumeo, il quale fece il possibile, anche se inutilmente, per legittimare la sua posizione di fronte agliebrei ed accattivarsene la simpatia. Spos Mariamme per questo motivo, poich era asmonea,ovverosia di nobile sangue ebreo, e, sempre per la stessa ragione, decise di costruire un tempio inGerusalemme, a replica di quello che Salomone aveva fatto erigere nove secoli prima. Gli ebreichiamano il tempio di Erode secondo tempio. I lavori cominciarono nel 20 a.C. e terminarono nel64 d.C., solo sei anni prima che Tito, allora figlio dellimperatore Vespasiano, lo distruggessecompletamente!

    Di quella costruzione rimangono in piedi alcune grosse pietre del muro occidentale, ed proprio difronte a quelle che oggi gli ebrei vengono a rendere omaggio alla memoria del loro antico luogo

  • santo. quello il tempio in cui Ges avrebbe rovesciato i tavoli dei cambiavalute e avrebbearringato i sacerdoti coi suoi fatidici Guai a voi!7.Perch i romani, i quali avevano lasciato che Erode desse inizio ai lavori e che ne consentirono ilproseguimento anche dopo la morte di Erode, fino al completamento del tempio stesso, lodistrussero del tutto nel 70 d.C.? Per rispondere a questa domanda bisogna parlare delle numeroseribellioni susseguitesi durante tutto il periodo della dominazione imperiale, sfociando in unasanguinosa guerra che segn la disfatta completa di Israele.Fin dai lontani tempi della dominazione assira, profeti come Isaia avevano annunciato la venuta diun nuovo messia, lUnto del Signore, che avrebbe liberato il paese dai suoi dominatori pagani e cheavrebbe ricostruito il regno di YHWH. I cristiani usano lespressione regno di dio, o regno deicieli, ma la intendono con un significato diverso da quello che ha nella mentalit e nella spiritualitdegli ebrei. Se il regno di dio non una cosa di questo mondo per i cristiani, ma una condizionespirituale, per gli ebrei si tratta di uno stato da realizzare contemporaneamente nello spirito e nellasociet, lebraismo, diversamente dal cristianesimo un rigido pragmatismo teocratico; in questaconcezione la liberazione spirituale non pu essere intesa distintamente dalla liberazione politica. Ilmessia deve giungere per punire gli empi, cacciare i nemici, ricostruire lunit del paese, ristabilireil culto. Questa una precisa volont del Signore, chiaramente espressa nelle scritture einequivocabile nel suo significato.Al tempo della dominazione romana esistevano componenti della popolazione ebraica, potremmochiamarle partiti, che non riconoscevano lautorit regale della famiglia erodiana, n quella religiosadei sacerdoti del tempio, i sadducei, accusando gli uni e gli altri di connubio opportunistico edempio con linvasore pagano, e che attendevano con ansia lavvento del messia o, piuttosto, che sisentivano coinvolti nel realizzare materialmente lavvento del messia. Questo fatto importantissimo, anzi essenziale, per capire le dinamiche storiche legate alle origini delcristianesimo.

    Alcune delle parti dissidenti di cui stiamo parlando erano organizzate in sette, fra cui dobbiamonominare gli esseni, gli zeloti, i sicari, i nazorei o nazareni, gli stessi giudeo-cristiani...Quante e quali fossero queste sette non sar mai ben chiaro, n riusciremo a capire se ledenominazioni che abbiamo appena citato si riferiscano a movimenti distinti, a movimenti collegati,allo stesso movimento, o che altro. Immaginiamo per esempio la grande difficolt a cui andrebbeincontro colui che volesse redigere una storia dei movimenti marxisti dalla met del diciannovesimosecolo fino al duemila. Anche soltanto quelli italiani hanno costituito una selva inestricabile econtinuano a farlo.

    7 Mt XXIII, 13-segg.

  • Il fatto che i movimenti messianici dellepoca del secondo tempio hanno dato tanto di quel filo datorcere ai romani che, nella seconda met del primo secolo, la situazione degenerata in guerraaperta fra gli ebrei e i romani; conclusasi con lassedio di Gerusalemme, la sua espugnazione, ladistruzione della citt e del tempio da parte di Tito (70 d.C.), il massacro di migliaia di ebrei, lariduzione in schiavit di altrettanti, lesilio e la diaspora per altri ancora.Ecco perch gli ebrei, oggi, piangono dinanzi al muro.Se allepoca del secondo tempio esisteva una parte della societ giudaica che contestava il governodel paese e la classe sacerdotale, al punto da creare una comunit nella comunit, non dobbiamocredere che qualcosa del genere non accada anche oggi. Possiamo rendercene conto facilmentevisitando il quartiere Meah Shearim, dove un grande cartello cos si rivolge al turista in procinto dientrare:

    Gentile visitatore, sei decisamente il benvenuto a Meah Shearim ma, per favore, nonscandalizzare i nostri abitanti passeggiando per le nostre strade con un abbigliamentoindecoroso. La nostra Torah richiede che la donna ebrea sia vestita con abiti decenti. Lemaniche che coprono i gomiti (gonne-pantaloni vietate), i calzini, le donne sposate cheportano i capelli coperti, ecc., sono sempre state le virt delle donne ebree attraverso leepoche. Per gentilezza, non offendere i nostri abitanti e evita un disagio non indispensabileper te stesso. Noi ti preghiamo di non infrangere il nostro sistema di vita e il santo codicedella legge. Ti invitiamo a usare la discrezione non passando dalle nostre strade vestitosecondo una moda indesiderata, agli uomini richiesto di non entrare senza un copricapo -La commissione per il controllo della decenza. Meah Shearim e vicinato. Gerusalemme, lacitt santa (affisso allingresso di Meah Shearim).

    Il cartello non si riferisce ad una zona consacrata, ma ad un normale quartiere abitativo, fra strade dipubblico accesso, in cui risiedono i componenti di una comunit di stretta osservanza ebraica chedefiniscono se stessi hassidim.Lebreo hassidico indossa vestiti neri, un cappotto stretto e lungo, un cappello di foggiacaratteristica, si lascia la barba incolta e ha lunghi riccioli che scendono dalle tempie. Camminavelocemente, con gli occhi fissi in avanti o rivolti in basso; evita di incontrare lo sguardo altrui enon risponde al saluto dello straniero, anche se si tratta di un sorridente shalom.La comunit si formata nel 1875, quando un gruppo di ebrei ortodossi usc dalla citt vecchiasotto la guida del rabbino Auerbach. I hassidici abitano a Gerusalemme da pi di un secolo econtinuano ad indossare gli stessi abiti che gli ebrei ortodossi usavano nellEuropa centro-orientale

  • del 700. Molte donne portano non solo un copricapo, ma indossano una parrucca, che non ha altroscopo se non quello di nascondere i veri capelli!Allingresso nel quartiere la prima superficiale impressione del turista che, per buona educazione,ha fatto tutti i suoi sforzi per rispettare le richieste di decenza cos chiaramente espresse, quella diessere circondati da un ambiente paradossalmente indecente: le strade sono sporche, con rifiuti erottami sparsi ovunque, gli edifici hanno un aspetto fatiscente, gli infissi sono arrugginiti. Le casesono tutte uguali, e tutte ugualmente squallide. Il clima di grave austerity.I hassidici del quartiere Meah Shearim, come duemila anni fa gli esseni di Khirbet Qumran,associano il proprio isolamento alla dissidenza politica e religiosa nei confronti del paese, dei suoicomuni abitanti e delle sue autorit. Non riconoscono lattuale stato di Israele, obiettano al serviziomilitare e, addirittura, rifiutano luso della lingua ebraica perch, dicono, una lingua sacra nonadatta alle cose profane, e parlano Yiddish, lidioma misto delle antiche comunit ebraiche europee.Anche a Khirbet Qumran erano utilizzati elementi culturali diversificanti: il calendario solare inalternativa a quello ufficiale lunare, pratiche cultuali come il saluto mattutino al sole, il rito

    battesimale, nonch il rito eucaristico prima del pasto comunitario, etc...Persino la moderna xenofobia hassidica un tratto comune con gli antichi esseni, i quali, negliscritti che hanno affidato alle giare nelle grotte di Qumran, hanno dichiarato esplicitamente chelumanit composta dai figli della luce, che hanno accettato la giusta interpretazione della torahcercando di metterla in atto, e dai figli delle tenebre, cio tutti gli altri, pagani ed ebrei nonrigorosamente osservanti, tutti in attesa del loro inevitabile destino. Anche i hassidici sono in attesadel messia che dovr venire, proprio come gli esseni che, allepoca del secondo tempio, eranoconvinti che la venuta del messia fosse imminente, che la gente dovesse prepararsi, partecipandoattivamente alle operazioni politiche e militari necessarie per il rovesciamento dei poteri corrotti e laricostruzione del regno di Israele.La dissidenza ebraica, allepoca del secondo tempio, era espressa oltre che dagli esseni anche daglizeloti, ovverosia da coloro che erano caratterizzati da un particolare zelo per il loro dio e checombattevano in suo nome per la liberazione e la purificazione di Israele. Per la verit non affattochiaro in quale misura i due movimenti fossero distinti e, personalmente, sono convinto che, almenoa partire da un certo punto, lo siano stati molto meno di quanto non si creda di solito. Il terminezelota era espresso con le parole qannai, o barjona, in aramaico, zelotes o lestes in greco, latro,sicarius e persino galilaeus in latino. Un personaggio famoso, di cui parla spesso Giuseppe Flavio,che stato il fondatore di una particolare ala del movimento zelota, un certo Yehuda, molto notocome Giuda il Galileo, veniva da Gamala, una cittadina fortificata che sorgeva su un collestrapiombante, a breve distanza (8 km) da Beth Zayda sulla costa nord orientale del lago di

  • Tiberiade. Suo padre si chiamava Ezechia, non era solo un sostenitore della lotta antiromana ma unrabbino che sosteneva uninterpretazione molto rigorosa delle profezie messianiche, che sicomportava come se fossero giunti i tempi imminenti della loro realizzazione. Egli vantava per sun diritto particolare di leadership della lotta Yahwista, un autentico diritto dinastico: forse eraconvinto che il sangue regale di Davide scorresse nelle vene della sua famiglia.Ezechia, che Giuseppe Flavio sempre molto severo nei confronti dellestremismo Yahwista,definisce sprezzantemente archilestes (capo brigante), aveva guidato numerose scorribande nelterritorio della Galilea, dove si trovavano alcuni dei pi importanti insediamenti delle forze romane.Nel frattempo lErode in carriera, non ancora re della Palestina, per farsi notare dai romani compivale imprese opposte: combatteva duramente i patrioti religiosi e, nel 44 a.C., durante uno dei solitidisordini, ebbe occasione di uccidere lo stesso Ezechia.Da allora, nel cuore della discendenza di Ezechia, un odio profondo e irriducibile per i regnantiErodiani and a sommarsi agli ideali della lotta Yahwista, trasformando la causa in una questionefamiliare, unautentica rivalit dinastica. E leredit di questi sentimenti fu raccolta da Giuda, figliodi Ezechia, che si fece rappresentante di una concezione esasperata della lotta antiromana edellosservanza rigorosa della torah. Egli, oltre a fondare un movimento organizzato di lotta armata(certamente il pi acceso), invitava gli ebrei alla disobbedienza religiosa nei confronti deidominatori. La sua attenzione, in particolare, era rivolta alla questione del tributo: sosteneva chepagare la tassa ai romani fosse non solo ingiusto, ma che costituisse un atto sacrilego contro

    YHWH, poich implicava il riconoscimento di una autorit, quella imperiale, che spettava solo adio; tanto pi che, a partire da Augusto (27 a.C.), limperatore romano aveva espresso la tendenza adivinizzare la propria figura. Secondo Giuda erano empi gli ebrei che consentivano al pagamentodelle tasse; figuriamoci i cosiddetti pubblicani, funzionari ebrei incaricati della riscossione deitributi.Al tempo della morte di Erode il grande, nel 4 a.C., Giuda guid una grande sommossa, i suoi zelotipartirono da Gamla e raggiunsero la regione della Galilea, dove assalirono gli arsenali regi aSepphoris (a poca distanza dallattuale Nazareth); per i rivoltosi era importantissimo impadronirsidelle armi e rifornire gli arsenali zeloti. Alcuni anni pi tardi, nel 6 d.C., i romani deponevano iltetrarca della Giudea, Erode Archelao (figlio di Erode il grande) e decidevano di ridurre quellaregione a provincia imperiale, sotto la diretta supervisione di un praefectus; il primo della lungaserie, a cui sarebbe appartenuto anche Ponzio Pilato, fu Coponio. In questo periodo i romanidecisero di effettuare un censimento della regione, a scopi fiscali, il loro fine era quello di obbligaretutti i giudei a versare la tassa dovuta. Il censimento fu supervisionato dal governatore della Siria,Publio Sulpicio Quirinio. Siamo nel 7 d.C. A questo punto la pazienza di Giuda e dei suoi seguaci

  • fu portata oltre i limiti: non solo la Giudea era diventata una provincia imperiale di Roma, ma idominatori si apprestavano a esercitare una stretta politica fiscale. Ne scatur una violentaribellione, nota come la rivolta del censimento, nella quale migliaia di zeloti persero la vita efurono crocifissi. Lo stesso Giuda il galileo perse la vita. Ma la storia della esaltata famiglia diGamla, ardente di ideali rivoluzionari e di ambizioni messianiche non era che al suo inizio.Allincirca l dove, in epoca erodiana, sorgeva il tempio ebraico, oggi sorge unarea circondata damura, detta spianata del tempio o Haram esh-Sheriff. langolo pi musulmano di Gerusalemme,dal momento che accoglie il terzo luogo santo dellIslam. Si tratta di una vasta area nella qualesorgono due importanti moschee, la pi appariscente, Qubbet es-Sakhra o Cupola della Roccia,interamente ricoperta doro, e la pi importante, El-Aqsa. Difficilmente gli ebrei entrano in questazona, trattandosi dellarea che, in passato, apparteneva al secondo tempio e che oggi occupata daimusulmani, perch considerata una zona profanata e altamente impura. Nellimmaginario degliebrei pi ortodossi celata la convinzione che qui, un giorno, sorger il terzo tempio. Non credoche una cosa simile sarebbe possibile senza che lintero mondo islamico si ribelli con violenza.Appena varcata la soglia della spianata ci che colpisce il visitatore, che ha dovuto attraversare ilsolito labirinto angusto della vecchia citt, la solarit dellambiente. Sotto un cielo abitualmentelimpido e luminoso si apre un grande spazio aperto, con aree verdi qua e l, al centro del qualedomina la Cupola della Roccia, un edificio ottagonale dalle mura ricoperte di mosaici azzurri esovrastato da una imponente cupola doro. C poi laltra moschea, che a suo tempo fu dimora deire crociati e dei cavalieri templari, nonch una serie di altre costruzioni minori: la Cupola dellaCatena, la Cupola dellAscensione, la fontana di Qait Bey. C anche un museo dellarte islamica.Allangolo nord-ovest della spianata corrisponde una chiesa francescana detta convento dellaflagellazione; il luogo dove si trovava la Torre Antonia, fatta costruire da Erode nel 35 a.C. edistrutta da Tito un secolo dopo. Nellepoca erodiana la Torre Antonia serviva per tenere sottocontrollo la gente che affollava il tempio ebraico e si suppone che fosse la sede del presidio romano,anche se una minoranza di studiosi sostiene, invece, che questo fosse localizzato nei pressi dellaPorta di Giaffa, ottocento metri pi a occidente. Dovunque si trovasse il presidio romano, certamente il luogo a cui si riferisce la narrazione evangelica, parlando del processo che Ges subdi fronte a Ponzio Pilato. anche il luogo che, per comprensibili ragioni, durante i tentativi dirivolta messianica stato considerato il primo obiettivo da colpire.Lo storico Giuseppe Flavio, nella sua Guerra Giudaica, ci racconta pesanti episodi nel rapporto fragiudei e romani:

  • ...Pilato provoc un altro tumulto impiegando il tesoro sacro, che si chiamava korbons,per un acquedotto che faceva arrivare lacqua da una distanza di cento stadi. La follaribolliva di sdegno, e una volta che Pilato si trovava a Gerusalemme ne circond iltribunale con grandi schiamazzi. Quello, che gi sapeva della loro intenzione di tumultuare,aveva sparpagliato tra la folla i soldati, armati e vestiti in abiti civili, con lordine di nonusare le spade, ma di picchiare con bastoni i dimostranti, e ad un certo punto diede ilsegnale. I giudei furono percossi, e molti morirono per i colpi ricevuti, molti calpestati daloro stessi nel fuggi fuggi...8.

    ...essendosi la folla raccolta a Gerusalemme per la festa degli Azzimi, ed essendosischierata la coorte romana sopra al portico del tempio - giacch usavano vigilare in armi inoccasione delle feste, per evitare che la folla, raccolta insieme, desse inizio a qualchesommossa - uno dei soldati, sollevatatsi la veste ed inchinatosi con mossa indecente, mostrai giudei il suo deretano accompagando il gesto con acconcio rumore. La cosa feceimbestialire la folla che con grandi schiamazzi esigeva da Cumano la punizione del soldato,mentre i giovani con la testa pi calda e gli elementi per loro natura pi ribelli del popolo sigettarono allo sbaraglio e, afferrate delle pietre, le scagliavano contro i soldati. Cumano,temendo di essere assalito dal popolo intero, fece affluire dei rinforzi. Quando questiarrivarono sotto i portici, i giudei furono presi da un panico irresistibile e, volte le spalle,cercavano di fuggire dal tempio verso la citt. Ma la stretta della folla che si accalcava neipresi delle uscite fu tale, che pi di trentamila persone morirono calpestandosi eschiacciandosi fra loro...9.

    Mentre si cammina nel quartiere arabo, in direzione ovest, magari accompagnati dal canto delmuezzin che invita alla preghiera, quasi improvvisamente ci si trova davanti al luogo pi sacro pertutto il mondo cristiano: la chiesa del santo sepolcro. Gi in zona musulmana si pu avvertire lapresenza cristiana, infatti fra quelle caratteristiche vie si snoda il percorso della via crucis, cheparte dalla zona della torre antonia e arriva al santo sepolcro. Qui i residenti sono abituati a vederpassare le comitive dei pellegrini, che percorrono la via dolorosa, spesso recando una croce sullaspalla. I pellegrini, guidati dal sacerdote, camminano cantando e si fermano ad ogni stazione, overecitano una preghiera. Quindi giungono al luogo in cui si sarebbero svolti i fatti fondamentali chesono alla base della fede cristiana: la crocifissione, la morte, la deposizione e, pochi metri pi in l,la sepoltura e la resurrezione di Ges Cristo. Chi pensa di trovare un monte scoperto, come doveva

    8 Giuseppe Flavio, La guerra Giudaica, II, 9.

  • essere lambiente reale della crocifissione, o una cripta in un orto, come doveva essere quello dellasepoltura, non pu che restare deluso: in mezzo alla fittissima citt vecchia sorge una chiesaaltrettanto fitta e labirintica. Tutto il culto cristiano della passione si svolge al chiuso, fra edifici ecostruzioni posteriori, talvolta anche relativamente recenti, che nessuno spazio hanno lasciato

    allimmaginazione del luogo descritto dal vangelo; tutto allinterno di una sola chiesa.La molteplicit delle confessioni cristiane si palesa in tutta la sua variet soltanto qui dovegiungono, esclusi i protestanti e oltre ai cattolici romani, gli ortodossi della chiesa greca, di quellarussa, e delle numerose altre di rito bizantino, i seguaci del rito antiocheno, di quello caldeo, diquello armeno, di quello copto... (per citare solo una parte delle tante suddivisioni della fedecristiana).Per giungere al luogo presunto della crocifissione necessario salire una breve ma ripida rampa discale; qui, in una ambientazione di esemplare gusto ortodosso, un crocifisso mostra il Gessofferente, sulla croce su cui appesa la ben nota iscrizione: Rex Iudaeorum, O Basileus tonIoudaion, W-Melek ha-Yehudm che, nelle tre lingue latina, greca ed ebraica, significa Il Redei Giudei.La scritta e la stessa crocifissione fanno riflettere, perch se dobbiamo dedurre chi fosse colui chefaceva chiamare se stesso Cristo, dalle evidenze della crocifissione romana e dellinsegna che erastata posta come motivo della medesima, possiamo trarre una sola conclusione. Si sarebbe trattatodi uno dei numerosi interpreti delle profezie messianiche sulla ricostruzione del Regno di Israele. Ilquale vantava una dignit regale. Aveva invitato il popolo a seguirlo in questo progetto dirinnovamento politico e religioso. Metteva seriamente in pericolo la sicurezza del paese col suomovimento. Aveva sollevato discussioni sulla questione del tributo, esattamente come Giuda ilgalileo10. Che era stato arrestato, processato, condannato e giustiziato dai romani con una tipicaesecuzione riservata ai ribelli. Esattamente come tutti gli altri che avevano fatto la stessa cosa: daglizeloti di Giuda il Galileo, al profeta egiziano, di cui parla Giuseppe Flavio, a Giacomo e Simonefigli di Giuda, a Teuda, a Menahem, a Eleazar ben Jair, a Simon bar Kokhba.Nella parte ovest della citt, negli ultimi 60 anni, sono cresciuti i quartieri israeliani, che fanno diGerusalemme una citt perfettamente moderna, con grattacieli, lussuosi hotel, centri commerciali. Ameno che non sia iniziato lo Shabbat, Gerusalemme molto viva e presenta il disturbo tipico ditutte le grandi citt: gli ingorghi del traffico. Tanto pi che molti automobilisti non sono moltopratici di guida, sono arrivati di recente dallex Unione Sovietica, e non hanno mai tenuto unvolante fra le mani prima di trovarsi in Israele.

    9 Giuseppe Flavio, La Guerra Giudaica, II, 12.

    10 Abbiamo trovato costui che sobillava il nostro popolo, impediva di dare tributi a Cesare e affermava di essere il

    Cristo re (Lc XXIII, 2)

  • Nella centrale Ben Yehuda street, che per un tratto interdetta alla circolazione automobilistica,sono presenti i fast food delle catene americane, ma anche caratteristici negozi di cibo ebraico, dovesi possono prendere panini ripieni di verdure piccanti e carne dagnello arrostita. Tranne il venerd,la via, nelle ore della sera e fino a tarda notte, affollata di gente e specialmente di giovent. Ilsabato sera possibile assistere al prodigio della fine dello Shabbat quando, ad unora precisa che possibile conoscere attraverso i giornali, la radio e la TV, nelle strade spopolate comincia a spuntarela gente, si aprono le botteghe e riprende la vita di sempre, con entusiasmo accentuato dal terminedel clima di austerity.Ovunque ci sono fucili mitragliatori a tracolla di giovani, maschi e femmine, in divisa e inborghese. I militari in licenza sono obbligati a portare il mitra con s, anche quando vestono inborghese, inoltre molti giovani appartengono ad una milizia che pattuglia continuamente le vie.Israele un paese che vive cos, sapendo che in ogni istante pu essere colpito, e sempre pronto adintervenire. In mezzo a questi gendarmi tutto si svolge nella maniera pi normale. Ci sono turisti eisraeliani, alcuni cantano accompagnandosi con la chitarra, qualcuno batte ritmi africani suitamburelli, una coppia di distinte signore esegue al violino duetti di Mozart, un mendicante chiedelelemosina attirando lattenzione con un malinconico mandolino russo amplificato da un piccolocongegno elettrico. Ai tavolini che occupano i lati della strada siedono persone che consumano inallegria la loro cena.

    Spesso si notano bacheche dove gli israeliani affiggono bigliettini di annunci, in ebraico, in ingleseo, in una buona percentuale, in russo: kvartira v arendu (appartamento in affitto). Molti russi sonoarrivati negli ultimi anni, e continuano ad arrivare, dopo lo smantellamento dellUnione Sovietica.Ci sono quartieri di Gerusalemme quasi completamente russi, e cittadine, come la meridionale BeerSheva, dove la lingua principale parlata per le strade il russo e dove i negozianti espongono le loroinsegne in due lingue: ebraico e russo. my govorim po-russki (parliamo in russo) sta scritto sullaporta di molti barbieri, bar, negozi di generi alimentari. Molti di questi immigrati arrivano senza unsoldo e senza avere la pi pallida idea di dove andranno a vivere e che lavoro faranno. Ma ilgoverno offre loro di andare negli insediamenti ed essi sono costretti ad accettare, perch non hannoalternative. Per alcuni aspetti sono fortunati, perch il villaggio moderno e le case sono graziose,con tutti i comforts; ma la loro condizione assomiglia a quella degli internati, perch gliinsediamenti sono rigorosamente circondati da torrette di avvistamento e da un doppio filo spinato,oltre il quale lislam preme tuttintorno, con la carica silenziosa, ma esplicita, del suo odio.In vicinanza di Ben Yehuda street sorge il vecchio mercato centrale, Mahaneh Yehuda, che iniziad essere creato fin dal lontano 1887. un mercato di strada, ma stato coperto e pavimentato, i latidelle vie sono occupati da chioschi e barrocci. In questo luogo c unatmosfera estremamente

  • vivace: anche qui, come nel mercatino arabo, odori, suoni e colori coinvolgono tutti i sensi. Spezie,frutti esotici e non, pesci, fra cui quello di San Pietro, dal lago di Tiberiade, polli, bigiotteria,giocattoli; ci sono anche le botteghe degli arrotini e dei ciabattini; molti si sbracciano urlando perrichiamare lattenzione della folla, mentre i barbuti ed austeri hassidim sbirciano e frugano nellamercanzia. Solo linizio dello Shabbat, verso il tramonto del venerd, interrompe improvvisamenteil brulichio e lascia che il silenzio cada fra quelle vie strette.In questo luogo, pochi minuti dopo le 13.00 di mercoled 30 luglio 1997, mentre mi trovavo aGerusalemme, si avvicinata una macchina lussuosa da cui sono scesi due uomini ben vestiti, ingiacca e cravatta nera, ognuno dei quali portava unelegante borsa scura in mano. I due hannocamminato con calma mescolandosi nella folla e andando a piazzarsi ai due estremi di una delle vieaffollate. Un ultimo sguardo reciproco, poi uno dei due esploso con indescrivibile fragore facendosaltare in aria la gente tuttintorno. Mentre brandelli umani volavano dappertutto e fiumi di sanguesi mescolavano col tritume degli ortaggi, le persone ancora in grado di reggersi in piedi venivanocolte da un panico incontrollabile, le urla perforavano laria come spade, un fumo acre eirrespirabile li respingeva. Qualcuno, sgomento, cercava i suoi amici o parenti in quella confusione.I componenti della security, colti di sorpresa non hanno avuto il tempo di reagire, avrebbero volutosparpagliare la gente, per evitare ulteriori concentrazioni di folla, ma il caos li aveva completamentetravolti e tutti quelli che potevano correvano allimpazzata verso laltra uscita. Qualcuno cadeva edera calpestato dal fuggi fuggi generale.Laltro uomo in nero attendeva, con la sua borsa in mano e coi nervi irrigiditi da unassurda volontdi morte. Quando la ressa impazzita gli era intorno anchegli saltato in aria. Venti secondi dopo laprima esplosione, una seconda ha risuonato nel cuore del mercato, altri corpi sono statiimprovvisamente lacerati, unaltra nube di fumo ha trasformato la via in un autentico inferno.Pianto, grida, lamenti, terrore, dolore. Quindici cadaveri giacevano fra le macerie insieme a pi dicento feriti.

    Purtroppo i palestinesi che ricorrono alle azioni disperate del terrorismo sono uomini di passione,non uomini di ragione. Non conoscono a fondo la storia, e se la conoscessero saprebbero che ognieccesso produce leffetto contrario. In conseguenza di quel gesto i territori occupati sono statichiusi, la politica interna si irrigidita, i pendolari sono rimasti a casa senza lavoro, i risarcimentifiscali ai palestinesi sono stati sospesi, i loro conti nelle banche congelati, i soldati israeliani hannointensificato gli arresti e le repressioni, spesso si lasciano andare allinsofferenza e maltrattano,tirano calci, torturano, uccidono indiscriminatamenteI protagonisti dellintifada dovrebbero imparare dal destino antico dei loro stessi nemici, gli ebrei,le cui sette zelotiche, accecate dal fanatismo, hanno causato la disfatta completa della nazione, la

  • distruzione di Gerusalemme e del tempio, la diaspora, lostilit diffusa nei confronti dei giudei e lanascita di una religione che avrebbe favorito lunghi secoli di penoso antisemitismo.Come ci testimonia ancora Giuseppe Flavio, gli zeloti erano soliti compiere imprese terroristiche adanno dei romani e degli ebrei collaborazionisti:

    ...in Gerusalemme nacque una nuova forma di banditismo, quella dei cosiddetti sicari, checommettevano assassinii in pieno giorno e nel bel mezzo della citt. Era specialmente inoccasione delle feste che essi si mescolavano alla folla, nascondendo nella veste piccolipugnali, e con questi colpivano i loro avversari; poi, quando questi cadevano, gli assassinisi univano a quelli che esprimevano il loro orrore e lo facevano cos bene da esserecreduti... si studiavano da lontano le mosse degli avversari e non ci si fidava nemmeno degliamici che si avvicinavano, ma pur fra tanti sospetti e cautele la gente continuava a morire,tanto era la sveltezza degli assassini e la loro abilit nel non farsi scoprire...11

    ...minacciando di morte chi si sottometteva al dominio dei romani e promettevano cheavrebbero fatto fuori con la violenza chi volontariamente si piegava alla schiavit.Distribuitisi in squadre per il paese, saccheggiavano le case dei signori, che poiuccidevano, e davano alle fiamme i villaggi, si che tutta la Giudea fu piena delle loro gestaefferate...12.

    Il mar morto e il deserto di Giuda

    Oltre ad offrire una grande variet di etnie e di culture, Israele possiede un autentico catalogo dipaesaggi e di climi. Lasciando Gerusalemme in direzione est e procedendo sulla strada per Gerico,si passa il posto di blocco di Al-Ayzaryiah e, dopo essersi lasciati alle spalle il villaggio palestinese,si scende ininterrottamente per una trentina di chilometri fino ai dintorni di Gerico e alle sponde delmar morto. In meno di mezzora si copre un dislivello di milleduecento metri, passando dagliottocento sul livello del mare, responsabili del clima mite e gradevole della capitale, ai quattrocentosotto, responsabili di un clima sahariano.Per il turista lesperienza sorprendente. Le carte geografiche sono piatte e, per quanto si sforzinodi essere realistiche, non possono aiutare pi di tanto a comprendere la violenza di certi impatti.Infatti, durante il tragitto, il paesaggio alberato e dolce dei dintorni della citt si trasforma

    11 Giuseppe Flavio, La Guerra Giudaica, II, 13, 254-260.

  • rapidamente. In un primo momento si incontrano villaggi palestinesi e insediamenti ebraici. Inquesti ultimi le casette moderne e ben curate sembrano indicare un benessere che pesantementesmentito dalla protezione militare: una realt bunker fatta di fili spinati, torrette e sentinelle armate.Dopo alcuni minuti tutto questo scompare e ci si trova circondati da colline giallastre, levigate,brulle, che fanno venire in mente i passi incerti dei primi astronauti sulla luna. A colmare lasorpresa per la rapidit del cambiamento contribuiscono i numerosi accampamenti beduini.Si stenta a credere che qualcuno abbia potuto scegliere di vivere in questo ambiente, dove non visibile un corso dacqua, n un po di verde, n, tanto meno, un albero a cui chiedere riparo dalsole. I beduini hanno costruito villaggi di baracche, con pali di legno, teloni, lamiere, cartonipressati. Alcune donne siedono in terra, allombra di misere tettoie. Viene in mente che questipopoli hanno qualcosa in comune con gli esquimesi perch, con loro, condividono condizioniestreme con le quali hanno familiarizzato. 50 gradi sopra zero per gli uni, 50 sotto per gli altri. Iprimi hanno bisogno di prendere in un solo giorno tutto il sole che prende un europeo in un anno; isecondi hanno bisogno di bruciare in pochi minuti le calorie che in Europa si bruciano in unasettimana.

    Si possono osservare animali che circolano nellaccampamento o nei dintorni, in quei pascoliimpossibili. Capre innanzitutto, ma anche asini, cavalli, dromedari. Dopo una prima impressioneche il campo sia sudicio, ci si accorge che la sporcizia non esiste in quellambiente. Ce n molta dipi a Gerusalemme o nei villaggi palestinesi. La polvere asciutta del terreno che stata arrostita dalsole e trasportata dal vento non sporcizia. Anzi, la stessa Bibbia la riconosce come il materiale pinobile, al punto da essere stata scelta per creare lumanit.Non ho avuto il coraggio di fotografare i beduini. Avrei dovuto accostare lauto al bordo dellastrada, scendere, inquadrare, trattarli come attrazioni del circo. Ho preferito rispettarli e fotografarlisemplicemente con la memoria. La loro dignit, per la frugalit con cui vivono dove noiriusciremmo a cavarcela solo con un fuoristrada e un buon rifornimento dacqua e di viveri, taleche essi mi sono apparsi come padroni naturali di quella terra, molto pi degli stessi palestinesi edegli israeliani.Continuando a scendere il paesaggio diventa ancora pi desertico. I pochi fili derba gialla sidiradano fino a scomparire. Giunge un momento in cui si apre una vista emozionante: la piana diGerico e del Giordano distesa in tutta la sua meraviglia con laspetto di un paesaggioextraterrestre. Una luce abbagliante irradia nellatmosfera che vibra di calore. In lontananza, nelleopacit del deserto, si distingue il profilo dei monti della Giordania. Mentre il mar morto, col suocolore azzurro, se ne sta maestosamente tranquillo, come un re nella sala del trono.

    12 Idem, 264-265.

  • Siamo arrivati nel deserto di Giuda, quello in cui la narrazione dei vangeli sinottici ambienta iquaranta giorni di digiuno del Cristo. Qui Giovanni Battista, la cui immagine si avvicina a quella diun asceta esseno, era solito predicare alla gente, sulle rive del fiume Giordano, invitando allaconversione perch, secondo lui, era imminente la venuta del regno. Coerentemente con la visionemessianica degli ebrei, Giovanni si riferiva alla tanto attesa ristrutturazione del regno di YHWH,come risultato di una violenta ribellione messianica. Il profeta reclutava nuovi adepti alla causa coltipico rito qumraniano di iniziazione: il battesimo,

    Vedendo per molti farisei e sadducei venire al suo battesimo, disse loro: Razza di vipere!Chi vi ha suggerito di sottrarvi all'ira imminente? Fate dunque frutti degni di conversione, enon crediate di poter dire fra voi: Abbiamo Abramo per padre. Vi dico che Dio pu farsorgere figli di Abramo da queste pietre. Gi la scure posta alla radice degli alberi: ognialbero che non produce frutti buoni viene tagliato e gettato nel fuoco...13.

    Ben sappiamo che la setta essena era nemica dei sadducei e dei farisei, in quanto contestava ai primiuna grave corruzione, dovuta al connubio opportunistico con linvasore romano, e ai secondi il fattodi avere assunto una posizione di comodo nei confronti della causa messianica. Giovanni, fedelealle concezioni espresse dal rotolo della guerra, pronunciava minacce apocalittiche, parlava diunira imminente e di alberi non buoni che sarebbero stati tagliati e gettati nel fuoco. Egli, inoltre,annunciava la venuta di qualcuno che

    ha in mano il ventilabro, pulir la sua aia e raccoglier il suo grano nel granaio, mabrucer la pula con un fuoco inestinguibile14;

    anche questa volta i toni sono decisamente sinistri, non possiamo riconoscere il clima dimisericordia che la tradizione attribuisce al messaggio cristiano, al contrario, si prevede una spietatapulizia da effettuare nel nuovo regno (il granaio), che eliminer chi non sar degno di entrarvi (lapula). Questo personaggio annunciato, che in base a quanto detto sopra ha tutte le caratteristiche diun messia, viene battezzato da Giovanni stesso, ovverosia si sottopone al rito ufficiale diammissione nella setta.

    Subito dopo lo Spirito lo sospinse nel deserto e vi rimase quaranta giorni15.

    13 Mt III, 7-10

    14 Mt III, 12.

    15 Mc I, 12-13.

  • Dobbiamo immaginare unascesi solitaria? O il fatto di fermarsi nel deserto appena dopo esserestato ammesso nella confraternita e di rimanervi a lungo implica la permanenza di Ges nel ritiroqumraniano, che sorgeva proprio in quei paraggi?

    Un tardo pomeriggio, nella regione del deserto di Giuda, ho provato a deviare dalla strada cheunisce Gerusalemme col mar morto e ho preso una via che si insinua in piena wilderness (zonaselvaggia), lontano da qualsiasi centro abitato. La carreggiata non era neanche segnata sulla mappa.Il paesaggio era di una bellezza indescrivibile, anche se il suo aspetto incuteva un certo timore; chesarebbe successo se la macchina avesse deciso di guastarsi? Non credo che sia piacevole, enemmeno molto sano, per un cittadino poco avvezzo a questi climi, fare alcuni chilometri a piedisotto lincudine del sole, dove non esiste alcuna traccia di riparo ombroso. Intorno era tutto unsusseguirsi di dossi rotondegianti, lavorati dal vento e dalle scarse piogge, i colori principali erano ilgrigio e il giallo sotto il blu del cielo, i fili derba rarissimi, e irrimediabilmente secchi.Camminando su quel suolo si capisce che non si tratta di terra, e nemmeno di roccia. fango secco,molto duro ma facilmente riducibile in polvere. Trattandosi di unora non lontana dal tramonto, laluce radente esaltava le forme del paesaggio e lo rendeva ancor pi affascinante. Ho cercato diproseguire ma, ad un certo punto, ho incontrato un cartello che intimava lalt. Subito dopo la curvaun doppio recinto di filo spinato delimitava una postazione militare israeliana, con tanto di mezzicorazzati. Ho immediatamente fatto dietro front e sono tornato sui miei passi. Lincontro costituivaquanto di meno rassicurante si potesse immaginare in quel momento.Una deliziosa perla nel quadro desertico il piccolo centro di Nabi Musa. Molti turisti se la lascianosfuggire per la posizione seminascosta nel panorama visibile da chi percorre la strada daGerusalemme a Gerico. Infatti c un solo punto in cui, rintanata fra i colli spogli, appare una

    visione fantastica che sembra un fondale da presepe, di quelli che si comprano in cartoleria e siattaccano al muro, nel quale sono illustrate alcune palme, edifici in stile arabo con le cupolebianche, e tante stelle che brillano nel cielo blu. Si tratta di una moschea in cui la tradizioneislamica individua la tomba di Mos, il profeta che i musulmani amano non meno degli ebrei.La ragione della mia discesa allarea del mar morto non aveva carattere semplicemente turistico, loscopo principale era quello di visitare Khirbet Qumran, Ain Feksha, En Gedi e Masada. Sono tuttiluoghi che, in un modo o nellaltro, hanno qualcosa a che fare con la vita di Ges. Il primo divenneimprovvisamente famoso negli anni 40 del secolo scorso, quando casualmente vi furono trovatedelle grotte contenenti importanti reperti archeologici. Si trattava di giare di terracotta in cui eranochiusi antichi rotoli di carta pecora, pieni di iscrizioni in ebraico antico. Lavventura dei documenticostitu un autentico giallo internazionale16, nel quale il vaticano ebbe un ruolo fondamentale, se

    16 Vedi Baigent-Leigh, Il Mistero del Mar Morto, Marco Tropea Editore.

  • non altro per aver tenuto sotto sequestro i manoscritti per un periodo interminabile, fra le protestedella comunit accademica internazionale. Il timore era probabilmente quello che potesserocontenere elementi critici nei confronti della dottrina storica del cristianesimo.Gli autori dei documenti sembrano essere quegli esseni di cui, fino a quel momento, si conoscevalesistenza attraverso gli scritti di Giuseppe Flavio e Filone Alessandrino. In base alle lorotestimonianze si pensava che si trattasse di una setta religiosa ebraica, una comunit ascetica deditaquasi esclusivamente alla preghiera e alla vita monastica. In realt i manoscritti di Qumranrappresentano una produzione durata un paio di secoli, dal 168 a.C, quando nacque la comunitessena, al 68 d.C., quando fu distrutta dai romani. Pu esserci stata unultima eventualit dopounaltra settantina danni, nel 135, durante la rivolta di Simon bar Kokhba.Le opinioni degli studiosi riguardo alla comunit che occupava il sito di Khirbet Qumran sonomolto varie e persino discordanti. Lindirizzo cristiano cattolico esclude ogni importante relazionecon la chiesa primitiva, forte di evidenti divergenze fra le concezioni espresse nei documenti delmar morto e il messaggio dei vangeli canonici. Ma molto curioso che, accanto a queste distanze,ci siano anche straordinari collegamenti occasionali (linguaggi, terminologie, pratiche einsegnamenti) che non si potrebbero spiegare senza ammettere una connessione e che generanocontraddizioni alquanto enigmatiche. In ogni caso, losservanza rigorosa delle regole di puritebraiche mal si concilia con lelasticit dottrinale del Ges evangelico, che infrange i divieti delsabato e siede a tavola con gli impuri e coi gentili. Per non parlare poi del fatto che il cristianesimo,ad un certo punto, si configurato come religione extragiudaica. Mai gli esseni avrebbero potutopensare una scissione dalla loro religione madre o allidea che Ges fosse unincarnazione divina.Dallaltro lato esistono molti studiosi, di cui uno dei pi decisi sembra essere il professor RobertEisenman della University of California, che vedono un legame fortissimo, praticamenteunidentit, fra il movimento giudeo cristiano immediatamente successivo alla crocifissione di Gese la comunit qumraniana (si parla quindi del periodo centrale del I secolo d.C.). Il capo della settasarebbe stato Giacomo, fratello di Cristo, e la sua causa avrebbe avuto un carattere decisamentemessianico.

    Personalmente credo che, nei due secoli di occupazione dellinsediamento di Khirbet Qumran, lecaratteristiche della setta siano andate evolvendo e non possiamo immaginare che il termineesseni indichi una realt immobile e sempre uguale a se stessa. Tanto pi che un tremendoterremoto, che ha colpito la zona nel 31 a.C. distruggendo buona parte degli edifici e causando untemporaneo spopolamento, costituisce un fattore oggettivo di discontinuit. Nel periodo in cui lagiudea fu governata da procuratori romani (dal 7 al 70 d.C.), la comunit assunse un caratterespiccatamente zelotico e, dopo lesecuzione di Cristo, gli esseni potrebbero essere stati proprio quei

  • nazareni (nozrim in ebraico), o ebioniti (ebionim = poveri), che rappresentavano la setta ebraicaautrice dei perduti vangeli giudeo cristiani (vangelo degli ebrei, dei nazareni, degli ebioniti), ingrave disaccordo col fariseo Shaul di Tarso (San Paolo)17. certo che il rotolo della guerra, tra i documenti qumraniani, ha un carattere non soloinequivocabilmente messianico, ma costituisce un manifesto della lotta zelotica che talvoltaecheggia le note minacciose della cosiddetta apocalisse di Giovanni. In esso si auspica che i Kittim(i romani) siano sconfitti da un esercito benedetto da YHWH, e con essi siano distrutti tutti i giudeiindegni che si sono compromessi con gli invasori.Come si concilierebbe la letteratura cristiana col pensiero esseno? Come possono essere superati gliinequivocabili contrasti di principio che, se non spiegati, rendono insufficienti i punti di contatto eseparano irrimediabilmente il Ges evangelico dalla comunit qumraniana?La risposta non cos difficile come sembra, anche se richiede una comprensione approfonditadella dinamica che ha portato alla nascita della fede cristiana come spiritualit extragiudaica e,soprattutto, necessita di una condizione culturale scevra da pregiudizi di qualunque natura.Lelemento decisivo consiste nel dare la giusta importanza al conflitto originario che ha visto igiudeo cristiani da una parte e San Paolo coi suoi discepoli dallaltra. Questo il nodo della matassada sciogliere, perch il punto di partenza dellimmagine di Ges discordante con la figuramessianica che, con tutta probabilit, ha rappresentato nella realt storica.San Paolo, viaggiando attraverso il mediterraneo, principalmente per motivi professionali esecondariamente per motivi di proselitismo, ha interloquito con un mondo lontano dalla realtpalestinese e dai settarismi che fiorivano intorno a Gerusalemme. Qui egli ha potuto ridipingere lafigura del salvatore usando immagini e idee che avrebbe potuto essere accolte, per il semplice fattoche appartenevano gi alla cultura religiosa dei popoli mediterranei. Sappiamo bene quanto si sianoopposti alla predicazione di San Paolo personaggi come Pietro e Giacomo.La comprensione di questo conflitto, che vede da una parte il fondamentalismo esseno zelota, edallaltra il libero sincretismo paolino, fortemente ostacolata da opere come gli atti degliapostoli, che furono composte col preciso scopo di ricucire artificiosamente uno strappo che non si mai saldato, facendo credere che Paolo rappresentasse il vero Ges e che gli apostoli ebrei fosseroculturalmente limitati nel non comprendere il respiro universalistico del messaggio del loromaestro.

    Ammettendo che questa sia la dinamica storica del cristianesimo primitivo, allora non solo sigiustifica la divergenza fra il messia qumraniano e il Ges evangelico, ma si chiariscono tanti altri

    17 Di questi vangeli perduti abbiamo solo alcune citazioni denigratorie effettuate dai padri della chiesa (Ireneo, Eusebio,

    Epifanio, Gerolamo, Origene, Teodoreto), i quali ci forniscono, loro malgrado, preziose informazioni.

  • aspetti del mistero evangelico. E le sabbie assolate della sponda nord occidentale del mar mortotornano ad essere la culla primitiva del cristianesimo.

  • Betlemme

    A breve distanza da Gerusalemme, non pi di dieci chilometri in direzione sud, si trova una dellemete pi care ai pellegrini cristiani: Betlemme. Si tratta di una citt di dimensioni tuttaltro chemodeste, sede di ununiversit, in pieno territorio palestinese occupato. Del resto il suo caratteremusulmano inconfondibile. Per raggiungerla bisogna attraversare un posto di blocco a sud diGerusalemme, uno dei pi rigorosi, dove i militari israeliani eseguono accurati controlli. Da qui,procedendo ancora pi a sud, si va verso Hebron, una delle zone politicamente pi calde. AncheBetlemme considerata dagli israeliani come un luogo sospetto, probabile nascondiglio di attivistipalestinesi.

    La citt molto vecchia, il suo nome, Beth Lehem, significa casa del pane, generalmenteassociato col termine Efrata, ma potrebbe trattarsi delladattamento di un nome pi antico, BethLahamu, che si riferisce ad una divinit babilonese adorata dai cananei. Di Betlemme si parla ginel libro della Genesi a proposito della sepoltura di Rachele, ed anche nei libri di Rut e di Samuele.La sua principale caratteristica storica, oltre al fatto di essere la sede presunta della nascita di Ges, quella di avere dato i natali, circa tremila anni fa, al famoso Davide, figlio di Isai (Jesse), che fuunto re da Samuele e cre un regno comprendente tutte e dodici le trib, con capitale Gerusalemme.Questo fatto ha lasciato sulla citt unimportante eredit perch, da quando hanno cominciato asvilupparsi le prime profezie messianiche sul ritorno di un re liberatore, Betlemme sempre stataconsiderata la citt in cui avrebbe dovuto nascere il messia atteso.

    E tu, Betlemme di Efrata cos piccola per essere fra i capoluoghi di Giuda, da te mi uscircolui che deve essere il dominatore in Israele; le sue origini sono dall'antichit, dai giornipi remoti18,

    cos recita un passo di Michea. Questa profezia stata ripresa anche dal redattore della nativit cheapre il Vangelo di Matteo con queste parole:

    Ges nacque a Betlemme di Giudea, al tempo del re Erode. Alcuni Magi giunsero daoriente a Gerusalemme e domandavano: Dov' il re dei Giudei che nato? Abbiamo vistosorgere la sua stella, e siamo venuti per adorarlo. All'udire queste parole, il re Erode restturbato e con lui tutta Gerusalemme. Riuniti tutti i sommi sacerdoti e gli scribi del popolo,s'informava da loro sul luogo in cui doveva nascere il Messia. Gli risposero: A Betlemme

    18 Mi V, 1.

  • di Giudea, perch cos scritto per mezzo del profeta: E tu, Betlemme, terra di Giuda, nonsei davvero il pi piccolo capoluogo di Giuda: da te uscir infatti un capo che pascer ilmio popolo, Israele.19

    I pellegrini si recano dunque alla basilica della nativit, allinterno della quale si aprono due portebronzee, risalenti al tempo dei crociati, che consentono di scendere nella grotta della Nnativit,attualmente gestita dai cristiani ortodossi di rito greco. Qui possibile ammirare una lastra dimarmo nella quale una stella dargento a quattordici punte indica il luogo esatto in cui sarebbe natoGes.Consultando vecchie redazioni dei testi evangelici, si comprende che il testo moderno stato spessocensurato, specialmente nelle parti da cui si potrebbe dedurre che Giuseppe e Maria hanno avuto pidi un figlio. Infatti, se nel testo lucano moderno stata lasciata lespressione

    diede alla luce il suo figlio primogenito20,

    in quello di Matteo compare la frase

    ...la quale, senza che egli la conoscesse, partor un figlio, che egli chiam Ges...21

    che la riduzione di quanto appariva invece nei testi antichi:

    ...et non cognoscebat eam donec peperit filium suum primogenitum: et vocavit eiusIesum...,

    che si traduce:

    ...e non la conobbe (ovverosia: non ebbe con lei rapporto carnale) finch ella non ebbepartorito il suo figlio primogenito: e lo chiam Ges....

    Innanzitutto noteremo la scomparsa della parola primogenito, molto fastidiosa perch turba lideache Ges sia lunico figlio. Inoltre dobbiamo convenire che dallespressione senza che egli la

    19 Mt II, 1-6.

    20 Lc II, 7.

    21 Mt I, 25.

  • conoscesse a non la conobbe finch... c un totale ribaltamento del concetto. Il fatto sicommenta da solo.Che Ges sia nato a Betlemme solo una simpatica leggenda, riconosciuta come tale anche dagliesegeti cristiani, introdotta dai redattori dei vangeli i quali erano legati alla necessit di accreditareuna dignit messianica alla persona Ges.Del resto, la lettura delle uniche due nativit presenti nel nuovo testamento, cio nei vangelisecondo Matteo e Luca, rivela una tale serie di incongruenze e di contraddizioni da rendere paleselintento apologetico degli autori, ai quali non interessava raccontare fatti storici bens, attraversorequisiti di nascita e adempimenti di profezie, attribuire a Ges determinate qualit teologiche.Matteo, per esempio, ha insistito molto sulla personalit regale del personaggio, labbiamo visto conla citazione di cui sopra, in cui si dice chiaramente che Ges avrebbe dovuto essere il re dei giudei.Proprio per questo motivo Erode si sarebbe preoccupato che qualcuno potesse spodestare lui e lasua famiglia dal trono di Israele a avrebbe cercato di far eliminare il bambino. La presuntapersecuzione del re bambino a cui compete una missione di salvezza, che riprende un clich moltoin voga nelle religioni pi vecchie del cristianesimo, e il massacro dei bambini di Betlemme nonhanno alcun riscontro storico, tuttal pi possono essere considerati come riflessi della crudelt concui era solito regnare Erode il Grande. Anche la presunta fuga in Egitto della famiglia perseguitataha un carattere leggendario che, ancora una volta, corrisponde a vecchie mitologie. Del resto lanativit di Luca, sorprendentemente, non fa cenno ad alcuna persecuzione n fuga in Egitto.Secondo il racconto lucano tutto si svolge nella pi perfetta tranquillit e il bimbo non solo nonviene nascosto, ma viene portato al tempio per la circoncisione pubblica, dove qualcuno lo avrebbericonosciuto subito come latteso messia, senza che questo comportasse lesposizione al pericolo diessere trovato da Erode.Questo fatto non costituisce lunica differenza fra le due nativit: unaltra riguarda il luogo diresidenza della famiglia. Infatti, secondo Matteo, Giuseppe e Maria abitavano a Betlemme primadella fuga in Egitto. Pertanto la famiglia si sarebbe trasferita a Nazareth, per la prima volta nellavita, solo al ritorno dallesilio egiziano. Ges, sempre secondo Matteo, fu visitato dai magi nella suacasa di Betlemme, non in una stalla.Luca invece ha dichiarato che i due genitori abitavano a Nazareth fin da prima che il bambino fosseconcepito nel ventre della madre e, per farlo nascere a Betlemme, ha escogitato un espediente chenon pu reggere il confronto critico con lanalisi storica. Egli ha scritto che i genitori, essendooriginari di Betlemme, dovettero col recarsi per essere registrati in occasione del censimento dellaPalestina che fu effettuato dai romani sotto la supervisione di Publio Sulpicio Quirinio. unacircostanza tristemente famosa. Le cronache storiche ne parlano dettagliatamente informandoci che

  • essa fu la causa di una sanguinosa rivolta antiromana, nel corso della quale fu ucciso anche il capozelota Giuda il galileo. Con questa affermazione del vangelo lucano un colossale abisso diinconciliabilit si apre nei confronti della nativit di Matteo che, evidentemente, Luca nonconosceva. Innanzitutto il censimento suddetto si svolto nel 7 d.C., undici anni dopo la morte diErode il Grande, sotto il cui regno, se dobbiamo credere a Matteo, avrebbe dovuto nascere Ges edessere perseguitato. Ecco perch Luca non fa cenno alla persecuzione da parte di Erode il grande.Come avrebbe potuto, avendo ambientato la nascita di Ges in un periodo in cui non solo non cerapi il sovrano, ma addirittura era gi stato deposto anche suo figlio Archelao e sostituito con unpraefectus romano? inaccettabile lidea che i romani si aspettassero dagli ebrei che questi si presentasserospontaneamente per la registrazione. Addirittura, come nel caso di Giuseppe e Maria, facendo unviaggio di 150 chilometri per raggiungere i villaggi di origine della famiglia. Infatti i vangeli ciparlano dei pubblicani, tanto disprezzati da Ges, ovverosia degli ebrei buoni conoscitori della loroterra e dei loro simili, a cui i romani si affidavano per trovare i capifamiglia l dove abitavano, percensirli e far loro pagare le tasse. E, a rendere ancor pi inverosimile il racconto lucano, c lacircostanza descritta per la nascita del bambino: se i genitori avessero dovuto recarsi a Betlemme inquanto citt di origine, per quale motivo non avrebbero trovato fratelli, n parenti, n amici di alcungenere, che potessero evitare alla giovane donna di partorire fra le bestie di un serraglio? Il raccontolucano non solo non dimostra che Betlemme fosse la citt di Maria e Giuseppe, al contrario, facapire che quel luogo era loro totalmente estraneo.

    Lultima differenza fra i due racconti, di cui vogliamo parlare adesso, quella che riguarda legenealogie. I due autori, infatti, pressati dalla necessit di attribuire a Ges ben autorevoli requisiti,si sono sentiti in dovere, ciascuno per conto proprio, di redigere gli alberi genealogici del bambino.Matteo si concentrato su una personalit regale e ha creato una lista in cui, fra Abramo e Ges,sono contenuti tre volte quattordici nomi, per un totale di quarantadue, fra i quali compaiono tutti ire dei giudei. Luca, invece, concentratosi su una personalit sacerdotale, ha creato una lista in cui,fra Abramo e Ges, sono contenuti quattro volte quattordici nomi, per un totale di cinquantasei, fra iquali compaiono importanti sacerdoti. In particolare, nel tratto che va da Davide a Ges, i nomisono completamente diversi rispetto a quelli elencati da Matteo. Lunica conclusione che possiamotrarre che la redazione delle nativit stata caratterizzata dalla necessit apologetica dirappresentare una figura dotata di caratteristiche messianiche, che riprende modelli leggendariappartenenti ad altri popoli e molto pi vecchi della letteratura cristiana.

  • Un gesto devozionale

    Accadde una sera che Ges fu invitato nella casa di un fariseo di nome Simone, in occasione di unbanchetto al quale erano presenti numerose persone. Lepisodio riportato nel Vangelo secondoLuca, alla fine del settimo capitolo22. Non sappiamo n dove, n quando si sarebbe svolto il fatto.Sappiamo solo che Ges accett e si sedette a tavola, fra gli altri commensali. Improvvisamente, nelcorso del convivio, irruppe sulla scena una donna definita semplicemente

    una peccatrice di quella citt23.

    Era intervenuta di proposito perch aveva saputo che il maestro si trovava in quella casa, ed eraaccorsa portando con s

    un vasetto di olio profumato24.

    A voler essere precisi le versioni greche e latine del testo lucano non riportano lespressione unvasetto di olio profumato, che lascia immaginare un oggetto di modesto valore, ma specificano:

    " pi", "attulit alabastrum unguenti"25.

    Lignota signora aveva con s un prezioso vaso dalabastro pieno di unguento. Sembra che itraduttori abbiano preferito svilire limmagine di quelloggetto.

    22 [Lc VII, 36] Uno dei farisei lo invit a mangiare da lui. Egli entr nella casa del fariseo e si mise a tavola. [37]Ed

    ecco una donna, una peccatrice di quella citt, saputo che si trovava nella casa del fariseo, venne con un vasetto diolio profumato; [38]e fermatasi dietro si rannicchi piangendo ai piedi di lui e cominci a bagnarli di lacrime, poi liasciugava con i suoi capelli, li baciava e li cospargeva di olio profumato. [39]A quella vista il fariseo che l'avevainvitato pens tra s. Se costui fosse un profeta, saprebbe chi e che specie di donna colei che lo tocca: unapeccatrice. [40]Ges allora gli disse: Simone, ho una cosa da dirti. Ed egli: Maestro, d pure. [41]Un creditoreaveva due debitori: l'uno gli doveva cinquecento denari, l'altro cinquanta. [42]Non avendo essi da restituire, condonil debito a tutti e due. Chi dunque di loro lo amer di pi?. [43]Simone rispose: Suppongo quello a cui hacondonato di pi. Gli disse Ges: Hai giudicato bene. [44]E volgendosi verso la donna, disse a Simone: Vediquesta donna? Sono entrato nella tua casa e tu non m'hai dato l'acqua per i piedi; lei invece mi ha bagnato i piedi conle lacrime e li ha asciugati con i suoi capelli. [45]Tu non mi hai dato un bacio, lei invece da quando sono entrato nonha cessato di baciarmi i piedi. [46]Tu non mi hai cosparso il capo di olio profumato, ma lei mi ha cosparso di profumoi piedi. [47]Per questo ti dico: le sono perdonati i suoi molti peccati, poich ha molto amato. Invece quello a cui siperdona poco, ama poco. [48]Poi disse a lei: Ti sono perdonati i tuoi peccati. [49]Allora i commensalicominciarono a dire tra s: Chi quest'uomo che perdona anche i peccati?. [50]Ma egli disse alla donna: La tuafede ti ha salvata; v in pace!.23

    Lc VII, 37.24

    idem25

    Novum Testamentum Graece et Latine, a cura di E. Nestle, Stuttgart, 1957.

  • singolare che costei sia entrata nella casa del fariseo durante un banchetto cui partecipavano moltiinvitati, pur essendo nota come una peccatrice di quel villaggio. Dobbiamo forse intenderla comeuna prostituta? Tanto pi che il padrone di casa domand se Ges fosse al corrente di

    chi e che specie di donna colei che lo tocca26.

    Una frase decisamente severa. Ma ella, del tutto incontrastata, si era chinata ai piedi del maestro, liaveva unti con lolio profumato e poi, piangendo, si era messa ad asciugarli coi suoi stessi capelli.Un gesto di semplice devozione? Ambientato in una situazione che, comunque, ci lascia abbastanzaperplessi. Non fossaltro perch la donna poco stimata era stata accolta nella casa del fariseoSimone e si era presa grandi libert nei confronti di un onorevole convitato. Inoltre, era possibileche una vile popolana possedesse un oggetto cos prezioso?Ma ecco che i presenti, dopo averla lasciata fare sino a quel momento, espressero alcuneosservazioni. A cominciare dal fariseo Simone, il quale mise in dubbio lautorit dello stesso Ges,deplorando che si lasciasse toccare da una femmina comunemente disprezzata. Ges non manc dirispondere prontamente assumendo le difese della donna.Questa, secondo linterpretazione cattolica, deve essere identificata come Maria Maddalena. Ancheperch un attimo dopo lo stesso evangelista Luca cita

    Maria Maddalena, dalla quale erano usciti sette demoni27.

    Stando ai vangeli secondo Marco e Matteo, Ges, pochi giorni prima della fatidica psach, sarebbestato invitato ad un banchetto nella casa di un certo Simone, questa volta definito lebbroso e nonfariseo. I due racconti sono praticamente identici28, utilizzano quasi le stesse parole29. Anche qui,nel corso del convito, apparve improvvisamente una donna che recava un

    26 Lc VII, 39.

    27 Lc VIII, 2.

    28 [Mc XIV, 3] Ges si trovava a Betnia nella casa di Simone il lebbroso. Mentre stava a mensa, giunse una donna

    con un vasetto di alabastro, pieno di olio profumato di nardo genuino di gran valore; ruppe il vasetto di alabastro evers l'unguento sul suo capo. [4]Ci furono alcuni che si sdegnarono fra di loro: Perch tutto questo spreco di olioprofumato? [5]Si poteva benissimo vendere quest'olio a pi di trecento denari e darli ai poveri!. Ed erano infuriaticontro di lei. [6]Allora Ges disse: Lasciatela stare; perch le date fastidio? Ella ha compiuto verso di me un'operabuona; [7]i poveri infatti li avete sempre con voi e potete beneficarli quando volete, me invece non mi avete sempre.[8]Essa ha fatto ci ch'era in suo potere, ungendo in anticipo il mio corpo per la sepoltura. [9]In verit vi dico chedovunque, in tutto il mondo, sar annunziato il vangelo, si racconter pure in suo ricordo ci che ella ha fatto.[10]Allora Giuda Iscariota, uno dei Dodici, si rec dai sommi sacerdoti, per consegnare loro Ges. [11]Quelliall'udirlo si rallegrarono e promisero di dargli denaro. Ed egli cercava l'occasione opportuna per consegnarlo.29

    [Mt XXVI, 6] Mentre Ges si trovava a Betnia, in casa di Simone il lebbroso, [7]gli si avvicin una donna con unvaso di alabastro di olio profumato molto prezioso, e glielo vers sul capo mentre stava a mensa. [8]I discepolivedendo ci si sdegnarono e dissero: Perch questo spreco? [9]Lo si poteva vendere a caro prezzo per darlo ai

  • vasetto di alabastro di olio profumato di nardo genuino di gran valore30.

    Sembra che le donne ebree possedessero comunemente oggetti pregiati di questo genere. Ella

    glielo vers sul capo mentre stava a mensa31 (con riferimento a Ges).

    Il gesto assomiglia molto a quello che abbiamo visto nel racconto lucano, anche se in quel casosembra essersi svolto molto prima della psach in cui Ges fu condannato. Inoltre dal raccontolucano la donna pu essere identificata nella persona di Maria Maddalena, mentre Marco e Matteola lasciano del tutto anonima. La conclusione, in ogni caso, sempre la stessa: i presenti sisdegnarono per il gesto della donna e Ges ne prese incondizionatamente le difese. credibile che lepisodio sia doppio, praticamente con lo stesso sviluppo dei fatti, sempre nellacasa di un certo Simone? Perch i traduttori del vangelo di Luca hanno censurato lalabastro, quasia voler differenziare questo brano da quello dei vangeli di Marco e di Matteo?Un contributo essenziale al chiarimento della questione ci offerto dal vangelo secondo Giovanni32.Anche qui infatti si parla di un banchetto cui era stato invitato Ges, nel corso del qualesopraggiunse una donna che

    presa una libbra di olio profumato di vero nardo, assai prezioso, cosparse i piedi di Ges eli asciug coi suoi capelli33.

    poveri!. [10]Ma Ges, accortosene, disse loro: Perch infastidite questa donna? Essa ha compiuto un'azione buonaverso di me. [11]I poveri infatti li avete sempre con voi, me, invece, non sempre mi avete. [12]Versando questo olio sulmio corpo, lo ha fatto in vista della mia sepoltura. [13]In verit vi dico: dovunque sar predicato questo vangelo, nelmondo intero, sar detto anche ci che essa ha fatto, in ricordo di lei. [14]Allora uno dei Dodici, chiamato GiudaIscariota, and dai sommi sacerdoti [15]e disse: Quanto mi volete dare perch io ve lo consegni?. E quelli glifissarono trenta monete d'argento. [16]Da quel momento cercava l'occasione propizia per consegnarlo.30

    Mc XIV, 3.31

    Mt XXVI, 7.32

    [Gv XII ,1] Sei giorni prima della Pasqua, Ges and a Betnia, dove si trovava Lazzaro, che egli aveva risuscitatodai morti. [2]E qui gli fecero una cena: Marta serviva e Lazzaro era uno dei commensali. [3]Maria allora, presa unalibbra di olio profumato di vero nardo, assai prezioso, cosparse i piedi di Ges e li asciug con i suoi capelli, e tutta lacasa si riemp del profumo dell'unguento. [4]Allora Giuda Iscariota, uno dei suoi discepoli, che doveva poi tradirlo,disse: [5]Perch quest'olio profumato non si venduto per trecento denari per poi darli ai poveri?. [6]Questo eglidisse non perch gl'importasse dei poveri, ma perch era ladro e, siccome teneva la cassa, prendeva quello che vimettevano dentro. [7]Ges allora disse: Lasciala fare, perch lo conservi per il giorno della mia sepoltura. [8]Ipoveri infatti li avete sempre con voi, ma non sempre avete me. [9]Intanto la gran folla di Giudei venne a sapere cheGes si trovava l, e accorse non solo per Ges, ma anche per vedere Lazzaro che egli aveva risuscitato dai morti.[10]I sommi sacerdoti allora deliberarono di uccidere anche Lazzaro, [11]perch molti Giudei se ne andavano acausa di lui e credevano in Ges.33

    Gv XII, 3.

  • La scena contiene caratteri che collegano il racconto lucano a quello degli altri due evangelistisinottici. Come nella versione di Marco e Matteo, si tratta di olio di nardo, molto prezioso. Comenella versione di Luca, il profumo sarebbe stato versato sui piedi e asciugato coi capelli della donna.La convinzione che, in tutti i casi, si stia parlando dello stesso episodio, si fa piuttosto plausibile.Anche perch la conclusione non cambia nemmeno nella versione giovannea: i presenti siindignarono, criticarono Ges e la donna, il maestro ne prese energicamente le difese.Che difficolt ci pu essere ad ammettere che Luca ha semplicemente anticipato il fatto nellanarrazione evangelica? La risposta a questa domanda ci giunge nel momento in cui, leggendoattentamente la versione giovannea, notiamo che essa contiene unidentificazione precisa del tempo,del luogo e dei personaggi.Il tempo sei giorni prima della psach alla cui vigilia Ges fu condannato. In particolare ilbanchetto si sarebbe svolto nel giorno precedente il suo ingresso messianico in Gerusalemme,quando la gente lo accolse come il liberatore messianico figlio di Davide. Mancava pochissimoalla sua crocifissione. Il luogo il villaggio di Betania, a poco pi di mezzora di cammino dallacitt santa. I personaggi del convivio sono Lazzaro che egli aveva risuscitato dai morti34, nonchle sorelle di lui, Marta e Maria. Proprio questultima sarebbe stata la protagonista del gesto.Normalmente la tradizione cristiana solita chiamarla Maria di Betania.La difficolt consiste nel fatto che le donne col vasetto dalabastro sarebbero state, secondo latradizione cristiana, Maria Maddalena nel racconto lucano e Maria di Betania nel racconto deglialtri tre evangelisti. Ammettere lidentit degli episodi significherebbe ammettere lidentit delledue Marie. Significherebbe scoprire che Maria Maddalena, o Maria di Magdala come a volte definita, la donna che era accorsa al sepolcro ed aveva visto per prima il maestro risorto, altri nonera che la sorella di Lazzaro e di Marta, abitante nel villaggio di Betania35.Dopo questi confronti e queste considerazioni ci rendiamo conto che troppo sbrigativo ammettereche per due volte si sia compiuto lepisodio dellunzione, con modalit identiche ma conprotagoniste diverse, e che in entrambe le circostanze (se di due circostanze si tratta) il significatosia stato semplicemente quello di un gesto devozionale. Comprendiamo quanto sia necessarioapprofondire limportanza del villaggio di Betania nella vita di Cristo, e della famiglia che loaccoglieva nella sua casa come fosse stato un parente.

    34 Gv XII, 1.

    35 La liturgia latina (diversamente da quella greca) identifica questa Maria Maddalena con Maria di Betania, sorella

    di Marta e Lazzaro, e con la peccatric


Recommended