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giornalino marzo 2016

Date post: 09-Apr-2017
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1 mail: [email protected] www.facebook.com/unitre.alpica XX 81 marzo 2016 Carissimi associati ci siamo, è ora di rinnovare il Consiglio Direttivo! I compiti del C.D. sono molteplici, dal defi- nire le quote annuali di associazione, deliberare le spese, gestire l’ordinaria e straordinaria am- ministrazione nel rispetto delle normative vigen- ti, formulare il programma dei corsi e dei labo- ratori compatibilmente con la gratuita disponibi- lità dei docenti, adottare in caso di assoluta ur- genza delibere di competenza dell’assemblea degli associati, insomma fare tutto quello che serve per far funzionare una associazione di volontariato con un numero sempre crescente di associati, docenti, e gestire le sedi dove svol- gere i numerosi corsi e iniziative culturali. Spesso è un impegno gravoso, ma tutto quello che si dà per il buon funzionamento dell’associazione si riceve in ringraziamenti, sorri- si, complimenti da parte degli associati e tanto buonumore. Il C.D. viene eletto dall’Assemblea dei Soci fondatori onorari ed ordinari, i compo- nenti vengono convocati a mezzo lettera; l’assemblea è regolarmente costituita con la metà più uno dei suoi componenti in prima convocazio- ne e con la presenza di almeno un terzo dei com- ponenti in seconda, si provvederà quindi ad eleg- gere un presidente, un segretario e due scrutato- ri. La Presidente TUTTI GLI ASSOCIATI IN REGOLA CON IL PAGAMENTO DELLA QUOTA ASSOCIATIVA RELATIVA ALL’ANNO ACCADEMICO IN CORSO, POSSONO ESSERE CANDIDATI. Le candidature devono pervenire per iscritto almeno 5 giorni prima della regolare costituzione dell’Assemblea (*) onde poter predisporre l’elenco dei candidati che verranno presentati prima della votazione. Per i membri del C.D le preferenze dovranno essere al massimo 13. Per i Revisori dei conti le preferenze sono cinque, questi verranno nominati con una votazione separata e le candidature potranno essere espresse la mattina stessa durante l’assemblea. Tutto questo per perseguire le finalità della associazione e più precisamente: educare, forma- re, informare, fare educazione permanente, aprirsi al sociale, operare confronto e sintesi fra culture e generazioni, contribuire alla promozione culturale e sociale mediante l’attivazione di incontri, conferenze, corsi e laboratori per un aggiornamento e un confronto permanente atto a promuovere un invecchiamento attivo. Per la trasparenza e la democrazia (*) L’Assemblea dei Soci fondatori, onorari e ordinari, è convocata per il giorno 29 aprile 2016: le candidature devono pertanto perveni- re entro e non oltre il giorno 24 aprile 2016.
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mail: [email protected]

www.facebook.com/unitre.alpica

XX 81 marzo 2016

Carissimi associati ci siamo, è ora di rinnovare il Consiglio Direttivo!

I compiti del C.D. sono molteplici, dal defi-

nire le quote annuali di associazione, deliberare le spese, gestire l’ordinaria e straordinaria am-ministrazione nel rispetto delle normative vigen-ti, formulare il programma dei corsi e dei labo-ratori compatibilmente con la gratuita disponibi-lità dei docenti, adottare in caso di assoluta ur-genza delibere di competenza dell’assemblea degli associati, insomma fare tutto quello che serve per far funzionare una associazione di volontariato con un numero sempre crescente di associati, docenti, e gestire le sedi dove svol-gere i numerosi corsi e iniziative culturali.

Spesso è un impegno gravoso, ma tutto

quello che si dà per il buon funzionamento dell’associazione si riceve in ringraziamenti, sorri-si, complimenti da parte degli associati e tanto buonumore. Il C.D. viene eletto dall’Assemblea dei Soci fondatori onorari ed ordinari, i compo-nenti vengono convocati a mezzo lettera; l’assemblea è regolarmente costituita con la metà più uno dei suoi componenti in prima convocazio-ne e con la presenza di almeno un terzo dei com-ponenti in seconda, si provvederà quindi ad eleg-gere un presidente, un segretario e due scrutato-ri.

La Presidente

TUTTI GLI ASSOCIATI IN REGOLA CON IL PAGAMENTO DELLA QUOTA ASSOCIATIVA RELATIVA ALL’ANNO ACCADEMICO IN CORSO, POSSONO ESSERE CANDIDATI. Le candidature devono pervenire per iscritto almeno 5 giorni prima della regolare costituzione dell’Assemblea (*) onde poter predisporre l’elenco dei candidati che verranno presentati prima della votazione. Per i membri del C.D le preferenze dovranno essere al massimo 13. Per i Revisori dei conti le preferenze sono cinque, questi verranno nominati con una votazione separata e le candidature potranno essere espresse la mattina stessa durante l’assemblea. Tutto questo per perseguire le finalità della associazione e più precisamente: educare, forma-re, informare, fare educazione permanente, aprirsi al sociale, operare confronto e sintesi fra culture e generazioni, contribuire alla promozione culturale e sociale mediante l’attivazione di incontri, conferenze, corsi e laboratori per un aggiornamento e un confronto permanente atto a promuovere un invecchiamento attivo.

Per la trasparenza e la democrazia

(*) L’Assemblea dei Soci fondatori, onorari e ordinari, è convocata per il giorno 29 aprile 2016: le candidature devono pertanto perveni-re entro e non oltre il giorno 24 aprile 2016.

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Anno XX Nr. 81 marzo 2016 UNITRE Università delle Tre Età - Alpignano, Pianezza e Sezione di Caselette - Pubblicazione gratuita riservata agli Associati

CORSO PIGOTTE

Il 23 gennaio 2016, alle ore 16:00, presso il Sa-lone Museale Cruto, il Comune di Alpignano ha cele-brato il "Giorno della Memoria".

Alla presenza di un folto pubblico ha preso la parola Guglielmo Meltzeid che ha descritto la vicenda di suo padre Gustavo, internato nel campo di Mau-thausen, che scrisse un diario dopo essere uscito vivo da tale inferno. Il figlio Guglielmo ne ha curato la pub-blicazione, molto apprezzata dall'allora Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano. L’opera "Siamo liberi" fu poi distribuita a tutte le scuole del Comune.

Il dott. Campione, ex dirigente scolastico di Al-pignano, ha tratteggiato sinteticamente la situazione storico-politica dell'epoca e la dott.ssa Dottorini, so-ciologa, ha argomentato sul disagio fisico e morale causato dalle leggi razziali e dalle persecuzioni.

Il Sindaco Gianni Da Ronco ha invece illustrato le motivazioni del Comune per la scelta del titolo da dare al concorso indetto per l'occasione: "La memoria di ieri e di oggi".

In seguito sia ragazzi delle scuole, sia rappresentanti di varie Associazioni, tra cui i nostri associati Bartolo-meo Decelie e Mary Bussetti, hanno letto brani del libro e testi delle menzioni di riconoscimento di "Giusti fra le Nazioni", conferite a varie personalità italiane dall’Associazione Israeliana per la Memoria della Shoa Yad Va-shem.

In chiusura sono stati consegnati i premi ai partecipanti. L'UNITRE di Alpignano, Pianezza e Caselette ha presentato al concorso un'opera scultorea dell'associato

Pierluigi Cerri che ha ricevuto una menzione di partecipazione e di ringraziamento.

La redazione

Non è passato, è MEMORIA

Come tutti sapete abbiamo un corso di Pigotte

coordinato da Daniela che con la sue ragazze ha confe-zionato ben 81 bambole e diligentemente consegnato il ricavato della vendita all’Unicef. Considerate che ogni Pigotta vale almeno 20 €, l’ UNITRE ha in questa manie-ra contribuito a garantire i primi anni di vita a bambini di sei paesi africani, Benin, Congo, Ghana, Guinea Bis-sau, Senegal e Togo con l’acquisto di vaccini, Kit salva vita e garantire farmaci per evitare la trasmissione dell’HIV tra madre e figlio!

Brave ragazze! Grazie del vostro splendido lavoro e del vostro

grande cuore a nome di tutti noi ma soprattutto a nome dei più indifesi e sfortunati, i bambini.

La Presidente

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Concerto per Pianoforte a QUATTRO MANI - 22 Dicembre 2015

L’occasione per lo scambio degli AUGURI di NATALE è stata allietata quest’anno da un evento musicale di notevole pregio.

Le professoresse Maria Pilone e Aurelia Manzetti, ex insegnanti di musica al Liceo Musicale di Novara, han-no generosamente offerto ai nostri associati, presso il centro d’incontro dell’AUSER, un pomeriggio festoso ed ori-ginale.

Con il piano-forte a coda, suonato a quattro mani, hanno dato libero corso ad un flusso di emozione poe-tica attraverso brani eseguiti con maestria e perfezione sti-listica.

La danza il tema del repertorio scelto, da Libertango di Astor Piazzolla, alle danze spagnole di Moszkowski, un valzer di Rachmaninoff, quattro danze ungheresi di Brahms, una danza norvegese di Grieg, il “Valzer dei fiori” di Ciaikovski. In perfetto clima natalizio, il concerto si è chiuso con la “Ninna nanna del Bambin Gesù” di Brahms.

Entusiasta la risposta del pubblico al termine dell’esecuzione. Le atmosfere create dalle sonorità e dalla ma-

gia della musica hanno reso particolarmente intenso questo momento di scambio degli auguri.

Serata divenuta tradizione per i nostri Soci appassionati di musica classica: il Concerto di Natale proposto dall’orchestra della RAI di Torino è ormai un appuntamento irrinunciabile. La varietà e l’originalità del repertorio proposto sorprendono ed affascinano sempre.

Tema di quest’anno “Fiaba e Musica”, articolato attraverso la scelta di brani interpretati magistralmente dal giovane e brioso direttore Juraj Valčuha che ha guidato l’orchestra in un crescendo coinvolgente.

Vale la pena ricordare i brani per rivivere le suggestioni della serata:

Pëtr Il’ič Čajkovskij Andante cantabile per violoncello e orchestra d’archi (dal Quartetto n.1 op. 11) Sergej Prokofiev Cenerentola. Suite n. 1 op. 107 dal balletto ispirato alla fiaba di Charles Perrault Anatolij Ljadov Baba Jaga, quadro musicale op. 56, da una leggenda popolare russa Paul Dukas L’apprendista stregone, scherzo sinfonico, da una ballata di Goethe Edvard Grieg Marcia dei troll, n. 3 dalla Suite lirica per orchestra op. 54/1, dall’originale per pianoforte Nikolaj Rimskij-Korsakov Volo del calabrone, episodio dall’opera La fiaba dello zar Saltan Igor Stravinskij Petruška. Quarto quadro dal balletto Festa popolare e Morte di Pe-truška

Unico rimpianto, l’addio al pubblico torinese del direttore d’orchestra Juraj Valčuha. Ci aveva abituati ad una conduzione moderna e vivace che ha costituito un valore aggiunto alla già alta qualità dell’esecuzione. Il pub-blico lo ha salutato con un fragoroso ed affettuoso applauso, dimostrando apprezzamento e riconoscenza per le emozioni che ha saputo trasmettere in questi anni.

AUGURI MAESTRO per la sua meritata carriera. All’orchestra della RAI invece, un arrivederci all’anno prossimo, non mancheremo, sempre guidati dalla

consueta e perfetta organizzazione dello staff della nostra UNITRE.

Auditorium RAI - Concerto di Natale - 23 Dicembre 2015

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Il gruppone ritratto in questa pagina lo dimostra: il corso delle “Escursioni nella Natura” continua

a raccogliere grandi consensi fra gli iscritti della nostra Unitre. I motivi sono la passione per la monta-gna, così radicata nella cultura piemontese, la voglia di trascorrere una giornata all’aria aperta che da soli sarebbe più complicato organizzare, ma anche – e forse soprattutto - il desiderio di ritrovarsi con amici e conoscenti con i quali si ha voglia di chiacchierare. I rapporti sociali sono il condimento princi-pale delle nostre camminate del mercoledì, e chi si lamenta delle pendenze eccessive se lo ricordi: il fia-to sembra non mancare, visto che nemmeno le salite più ardue ci lasciano senza parole.

Per chi non avesse partecipato al corso, la foto di gruppo è stata scattata all’ultima uscita d’autunno, che tradizionalmente si conclude con una mangiata in compagnia. Alla Cascina La Valeta, dalle parti di Orbassano eravamo in centosedici alle prese con una grigliata mista che per la prima vol-ta, e in via sperimentale, ha sostituito la tradizionale polentata.

Un altro appuntamento imperdibile è la chiusura della sessione primaverile delle passeggiate, la

gita al mare. Anche qui i partecipanti sono su-

periori al centinaio, quanti ne possono contenere due pullman (e c’è sempre qualcuno che rimane a casa per man-canza di posti). La meta del 2015 è stata Cervo, il pittoresco borgo affacciato sul mare in provincia d’Imperia, raggiunto dopo una camminata panoramica attra-verso uliveti e boschi di lecci e pini ma-rittimi.

Le altre passeggiate hanno come meta le montagne torinesi, più vicine a casa ma altrettanto belle e panorami-che.

“Escursioni nella Natura” - Tutti insieme… appassionatamente

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Negli anni abbiamo scorrazzato su e giù per le nostre valli in itinerari quasi mai ripetitivi, e questo grazie al lavoro di ricerca dei nostri accompagnatori.

Eccoli immortalati nella foto, da sinistra: Franco, Tommaso, Marco, Michele e Ignazio. I nostri angeli custodi dedicano

buona parte dell’anno a questa missio-ne. Il lavoro consiste nello studio delle carte escursionistiche per individuare sempre nuovi sentieri che abbiano una serie di caratteristiche indispensabili: non troppo lontani, né troppo difficili e faticosi, e con un punto di partenza che offra un grande parcheggio, visto il co-spicuo numero dei partecipanti. Dopo averli individuati sulla carta, gli itinera-ri devono essere provati – e quasi sem-pre riprovati – per trovare le varianti più adatte a un folto gruppo di escursio-nisti molto giovani nello spirito.

A loro va un grande e sentito grazie. La foto qui sotto ci ritrae durante la gita dello scorso fine ottobre, che aveva come meta collau-

data il Rifugio della Portia, dove grazie alla presenza di una stufa è stato possibile preparare il Vin Bru-lé che ha contribuito con i suoi aromi e la sua leggera nota alcolica all’allegria generale.

Come si può evincere dalle bel-le immagini che illustrano que-sto articolo, nel nostro gruppo non manca il fotografo ufficia-le, Leo. Un vero paparazzo che si diver-te spesso a sorprenderci in mo-menti di grande spontaneità: mentre addentiamo un panino con la voracità di una belva af-famata, quando ci sfugge uno sbadiglio a bocca aperta, sinto-mo di grande relax, o quando ci lasciamo andare a un sonnelli-no sull’erba dopo aver gustato il genepì casalingo offerto da qualche partecipante.

Ogni anno la lezione di presentazione della sessione primaverile delle Camminate si conclude con un suo applauditissimo filmato che riassume in immagini un anno di gite.

Un sincero grazie anche a te, Leo. Testo: Liliana Bazza Foto: Leo Bini

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Dopo i tanti viaggi effettuati dai Mozart in Eu-ropa per far esibire i due bambini prodigio Wolfang Amadeus e la sorella Nannerl presso le maggiori cor-ti europee (sempre accolti con grande ammirazione), Leopold Mozart prese in considerazione l’Italia. La nostra penisola nel Settecento era il centro europeo della musica e Leopold pensò che un viaggio in Italia sarebbe stato utile al promettente Wolfang per con-seguire una sicura consacrazione e fama internazio-nale.

I Mozart, padre e figlio, fecero tre viaggi in Italia. Il primo, il più lungo, iniziò lasciando Sali-sburgo nel dicembre 1769 e si concluse a fine marzo 1771, con numerose tappe in molte città italiane. In questo lungo viaggio, costellato da plausi e riconosci-menti, si inserisce la permanenza a Torino del gio-vane Wolfang.

Leopold Mozart e il figlio arrivarono in città lunedì 14 gennaio 1771, provenienti da Milano sull’eco del trionfo ottenuto al Teatro Ducale con la sua opera “Mitridate re di Ponto”, su libretto del to-rinese Vittorio Amedeo Cigna-Santi. Presero alloggio alla Dogana Nuova, antica locanda di inizio Sette-cento (ora è l’Hotel Dogana Vecchia, via Corte D’Appello 4) nella “Contrada dell’Albero Fiorito”. Era situata in posizione assai comoda per i forestieri provenienti in carrozza da Milano: da Porta Palazzo (ora piazza della Repubblica) si percorreva la “Contrada d’Italia” (ora via Milano) per raggiungere la locanda, previo pagamento del pedaggio doganale.

Il 16 gennaio il 14enne Wolfgang ebbe l’opportunità di assistere col padre alla prima dell’opera “Annibale in Torino” di Giovanni Paisiel-lo, conosciuto a Napoli.

I Mozart, grazie a Paisiello, incontrarono nei salotti e a teatro molti esponenti della nobiltà e della cultura torinese, tra i quali i conti Lascaris di Castel-lar, il famoso violinista Gaetano Pugnani, primo vio-lino del Teatro Regio, e il suo allievo-prodigio 15enne Giovanni Battista Viotti.

Domenica 27 gennaio Wolfgang festeggiò a Torino il suo 15esimo compleanno: probabilmente nella locanda dove alloggiava o, forse, presso la Fab-brica degli Esercizi Spirituali dell’Ordine dei Gesuiti, invitato ad un breve incontro con i padri. Questo grande edificio, luogo di preghiera molto noto a quei tempi, si trovava fuori le mura della città in una zona di campagna dove poi sorgerà il Borgo San Paolo.

Una curiosità poco nota: durante il breve sog-giorno a Torino Leopold cercò di far “raccomandare” il figlio al re Carlo Emanuele III per ottenere per lui un incarico nel Teatro Regio, tra i più importanti d’Europa.

La scoperta è stata fatta qualche anno fa dal musicologo e scrittore americano Wignall-Slater, studioso di Mozart, che ha ritrovato nell’Archivio di Stato di Torino una lettera scritta dal conte Carlo Firmian, potente ministro degli Asburgo in Milano e mecenate dei Mozart. In essa Firmian chiedeva al conte Lascaris di intercedere presso il re di Sardegna affinché il giovane Mozart potesse comporre un'ope-ra per il Teatro Regio. Ma… la “raccomandazione” non ebbe seguito: il 31 gennaio i Mozart lasciarono infatti la Capitale sabauda per far ritorno prima a Milano e poi, due mesi dopo, a Salisburgo.

Una lapide ricorda il soggiorno in città del grande compositore salisburghese: è stata posta nel 2006 dal Comune di Torino in via Corte d’Appello per celebrare i 250 anni dalla nascita.

Beppe Galliano

Pillole di Storia - 1771 Wolfang Amadeus Mozart a Torino

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a lampada LED. Il LED (sigla inglese di Light Emitting Diode)

è un diodo che emette luce. Un diodo è un dispositi-vo elettronico a due terminali: in una direzione si ha il passaggio della corrente elettrica, in quella oppo-sta no. Per dirla semplicemente è come una porta: con una corrente d’aria in una direzione la porta si apre e l’aria passa, nell’altra si chiude e l’aria non passa. Inserendo nel materiale semiconduttore, co-stituente il diodo, piccole quantità di materiali “droganti”, si rende il dispositivo capace di emettere luce. Questo, in estrema sintesi, è un LED.

Il primo LED fu sviluppato nel 1962. Nel 2014 è stato assegnato il premio Nobel per la fisica a 3 studiosi giapponesi per le ricerche sul LED a luce blu. Queste ricerche hanno aperto la strada alla rea-lizzazione di dispositivi (High Power LED) ad emis-sione di luce così alta da poter superare le comuni lampadine ad incandescenza e a fluorescenza, quelle che normalmente illuminano le nostre abitazioni e i luoghi pubblici.

Si è così aperta la via ad un nuovo tipo di lam-pade “allo stato solido” che rappresenta il futuro dei sistemi di illuminazione. Con opportune soluzioni tecnologiche è stato possibile realizzare LED che producono luce bianca, come le lampadine. Inizial-mente i LED richiedevano un alimentatore esterno ma, dal 2008, è iniziata anche la produzione di lam-pade LED inserite nei bulbi delle lampade normali (con alimentazione a 220 volt).

Quando si acquista una lampada LED occorre

fare attenzione alla scatola esterna, su di essa sono riportati i “lumen”: per una cucina vanno bene tra i 1000 ed i 1500 (almeno così ho fatto io). Spesso è anche riportata una striscia colorata dall’arancione all’azzurro; su di essa è posizionato un triangolino che consente di scegliere il tipo di luce emessa: calda a sinistra (come quella di una candela), bianca (naturale) al centro e azzurrognola (o fredda) a de-stra.

Il LED, dunque, sta sostituendo le comuni lampadine con una efficienza decisamente superio-re: a parità di luce emessa consuma dieci volte meno delle lampade ad incandescenza e la metà di quelle a fluorescenza e rispetto a queste ultime si accende subito. La durata è poi nettamente superiore, mentre per le lampadine ad incandescenza era di circa 1000 ore, ora si parla di 20-30 e fino a 50 mila ore!

Tutto bene dunque? Un ultimo suggerimento: fatevi dire dal vendi-

tore se i tipici 5 anni di garanzia, a volte stampigliati sulla scatola, implicano che se la lampada LED si brucia prima verrà sostituita... dalla risposta capirete che è opportuno cambiare le lampade di casa con quelle a LED, ma ... con calma, la tecnologia è solo all’inizio e molti progressi devono ancora essere fat-ti.

Adler Tofanelli

Notizie dal Mondo delle Scienze

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Riflessione

Il ritmo delle nostre giornate ci allontana dall’essere pienamente partecipi del nostro presente e ci spinge a trascurare le persone e le cose veramen-te importanti.

L’arte nobile del coltivare i Bonsai, dal canto suo, ci offre un grande dono: la pace interiore.

Il Bonsai rallenta il ritmo incalzante della vita odierna e ci porta a focalizzare l’attenzione sul mon-do che ci circonda per ricordare che siamo parte dell’ambiente in cui viviamo.

Uno dei valori di questi piccoli grandi alberi è il riprodurre in scala i cicli naturali, avvicinando così il nostro corpo e il nostro animo ai ritmi e all’armonia delle stagioni. Spendere qualche minuto con un Bonsai non significa solo adempiere alle quo-tidiane abitudini di annaffiamento e cura, rappre-senta bensì un momento da donare a se stessi osser-vando cosa la Natura possa creare, per vivere in ar-monia con essa.

È in questa visione che il Bonsai diventa fusio-ne tra Arte, Natura e Uomo.

Origini, Filosofia ed Estetica del bonsai

Prima di parlare delle origini del Bonsai è do-

veroso introdurci al significato letterale della parola giapponese BONSAI, composta da due ideogrammi: BON “vaso” e SAI “coltivare”. Insieme i due ideo-grammi hanno un significato più ampio e cioè: ”Un albero coltivato in un vaso con arte”.

Le origini del Bonsai si perdono nella notte dei tempi, le prime testimonianze risalgono a circa 3500 anni fa in Cina nel periodo neolitico. La prima testi-monianza storica risale alla tomba di un cinese di alto rango della dinastia reale Shang (1766-1122 a.C): lì è stato ritrovato un PENJING (che equivale al Bonsai cinese), in un vaso destinato al corredo funerario.

Il Bonsai quindi nasce in Cina e poi diventa una vera e propria arte anche in Giappone. I Cinesi avevano da sempre que-sto desiderio di rappre-sentare l’universo in miniatura per cercare di catturare la bellezza su-blime della natura. Ini-ziarono infatti con la miniaturizzazione dei paesaggi per giungere poi all’arte di miniatu-rizzare gli alberi.

Oltre che per fini estetici questa pratica si svi-

luppa in Cina e presso i popoli nomadi, come i Mon-goli, per necessità di trasportare piante officinali in piccoli vasi o durante la costruzione della Muraglia cinese. Il Bonsai arriva in Giappone dalla Cina tra il 794 e il 1185 d.C. quando i due Paesi entrano in con-tatto attraverso lo scambio di manoscritti e soprat-tutto grazie ai monaci giapponesi che vanno in Cina per apprendere la filosofia e la cultura di quel popo-lo. In Giappone il Bonsai viene trasformato in una vera arte attraverso la fusione delle filosofie e reli-gioni dei due Paesi.

L’unione delle due religioni politeiste, in Giap-pone lo “shintoismo” e in Cina il “taoismo”, porta alla nascita della FILOSOFIA ZEN, che abbraccia il Bonsai e soprattutto la sua estetica. Entrambe le religioni politeiste vedono all’origine di tutto le ener-gie dell’universo positive e negative “Ying” e “Yang”. L’uomo è considerato il continuum tra cielo e terra, si trova quindi in mezzo tra le energie positive e ne-gative. Gli elementi sacri, chiamati “Cami”, in queste religioni sono naturali e infatti ritroviamo di fre-quente la figura degli alberi sacri, appunto i Bonsai.

Per quanto riguarda in particolare il Bonsai abbiamo delle differenze tra Cina e Giappone dovute proprio all’origine delle due religioni: per quanto riguarda la Cina, nel Bonsai abbiamo un minore in-tervento dell’uomo, mentre in Giappone il Bonsai diventa arte e quindi prevede un maggiore interven-to dell’uomo.

Il Bonsai classico nasce in Giappone nel perio-do Edo (dal 1615 al 1868 d.C.) quando vengono in-trodotte tutte le principali tecniche bonsaistiche e nascono i “sette principi Zen dell’estetica orientale” che abbracciano non solo il Bonsai ma anche altre forme di arte orientale.

L’arte Bonsai

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Dai primi del 1900 verrà introdotto prima in

Giappone e poi si svilupperà in tutto il mondo il Bonsai moderno chiamato “Avanguardia Bonsai” grazie a tre grandi maestri: Kobayashi, Murata e Ki-mura. La differenza sostanziale tra Bonsai classico e Bonsai moderno è che nel Bonsai classico si punta alla cosiddetta “albericità” seguendo i principi Zen, quindi rimanere il più fedeli possibili alle forme na-turali degli alberi; nel Bonsai moderno si cerca di fare un passo in più e quindi elevarsi a vera e propria arte cioè, pur mantenendo la naturalità dell’albero e seguendo sempre i principi Zen, si cerca di riprodur-re forme non esclusivamente botaniche ma artisti-che, per esempio con la lavorazione della legna sec-ca.

Prima di parlare dei principi Zen, dob-biamo capire cosa si intende quando parliamo di estetica orientale e qual è la strada da intra-prendere per rag-giungere IL BEL-LO nel Bonsai.

L’estetica è considerata “la me-ditazione dell’arte”, si fa Bonsai per ren-dere fruibile l’arte e la bellezza agli altri e suscitare in loro e-mozioni. “La dottri-na del bello” è l’esperienza del bello attraverso la proce-dura dei prodotti dell’arte. Non si fa arte per se stessi ma per gli altri, infatti alla fine del percorso il bonsaista deve lasciare libera la sua opera allontanandosi da essa.

In Oriente quindi il Bonsai e l’estetica orienta-le vengono visti come un percorso di vita che si divi-de in tre passaggi: SHU dove si apprendono le rego-le osservando il maestro, HA dove si mette in prati-ca la tecnica appresa ed infine RI dove l’allievo di-venta maestro e va oltre la regola.

Questo percorso in Oriente è visto non solo come percorso relativo al Bonsai ma in generale in tutte le cose che si fanno come percorso vero di vita che porta a capire, appren-dere per poi andare oltre.

Fare Bonsai è una forma d’arte che unisce di-

rettamente l’uomo alla natura attraverso la coltiva-zione e la lavorazione di un piccolo-grande albero. Questa forma d’arte è quindi per coloro che sanno osservare la natura e che amano starci dentro. La natura nel Bonsai è considerata una grande maestra, fonte d’ispirazione, ci permette di elevare la tecnica ad espressione artistica che rappresenta nel Bonsai il fattore di diversificazione rispetto a ogni altra forma di coltivazione delle piante e ad altre forme artisti-che.

Il Bonsai può essere considerato un’opera mai finita e sempre fonte di nuova ispirazione e comuni-cazione. Essendo un essere vivente e in continua e-voluzione ci permette di intraprendere un viaggio affascinante fatto di esperienze, messaggi, lavorazio-ni.

Questi concetti riprendono in pieno le filosofie orientali Zen descritte precedentemente, taoista e shintoista di Cina e Giappone. Possiamo quindi dire che con il Bonsai si cerca di ricreare la maestosità e la bellezza di un grande albero secolare in un piccolo alberello coltivato in un vaso: “La maestosità della natura ridotta in piccola scala nei confini di un va-so, la concentrazione dell’universo nel piccolo, come atto di per sé magico”.

Rosario Catanzaro

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A terra, le figlie di Aracne hanno tessuto minu-scole tele collegando fra loro i fili d’erba quasi radenti il suolo, come reti da pesca lillipuziane poste ad asciu-gare, che l’umidità ha rivestito formando un bianco velluto.

E’ un incanto della natura osservare questo ca-polavoro, e penso che anche un insetto che vi riman-ga intrappolato possa dire: “Il naufragar m’è dolce in questo mare”. Nello stesso tempo però questa trappo-la viene palesata dalla nebbia che si posa su di essa, e forse gli insetti possono sottrarvisi.

Gli steli d’erba più robusti piegano la testa obe-rati da una collana di minuscole perle d’acqua.

Osservo sempre con stupore queste meraviglie, che mi fanno sentire parte di un dono perfetto ed e-quilibrato, che ogni giorno purtroppo mettiamo a re-pentaglio col nostro comportamento irresponsabile.

Ma anche in un luogo di pace e di bellezza come questa passeggiata c’è una nota stonata.

Tutto il percorso è punteggiato da residui di “civiltà”, in primis fazzoletti di carta usati, che paiono le briciole di Pollicino per ritrovare la strada di casa. Queste azioni sono segno di maleducazione, poco rispetto per l’ambiente e anche di chi le compie.

A frequentare questi ambiti siamo quasi tutti persone over 60 e dintorni, e non possiamo perciò neanche accusare i giovani di esserne gli autori. Sia-mo proprio noi, che talvolta guardiamo i giovani con supponenza e critichiamo i loro atteggiamenti, a di-mostrare che la vecchiaia non ci ha portato saggezza, se continuiamo a comportarci così.

Ogni anno si celebra la giornata “Puliamo il mondo”, penso invece che sarebbe molto meglio im-parare a “non sporcarlo”. Sarebbe molto bello infatti poter vivere nella natura, rispettandola per quel gran-de dono che è senza deturparla con il nostro poco ri-spetto.

Teresa Bonaudo

Spuntando sul pianoro, la mia vista, non trop-po potente, scorse nella nebbia un capriolo ai bordi del pendio. Non mi fermai, pensando che essa mi nascondesse e potessi avvicinarmi, ma evidentemen-te la vista dell’animale era migliore della mia. Dopo avermi osservata per qualche istante, giudicò più opportuno togliersi di mezzo e con eleganti balzi guadagnò il crinale opposto.

Amo molto passeggiare nella nebbia. A piedi, s’intende; in auto ne sono terrorizzata e la ritengo una delle peggiori insidie. Nei boschi invece mi sem-bra di vivere in un mondo diverso, i contorni si sfu-mano e anche i rumori si attutiscono.

In Pian Domìni l’atmosfera è particolare, l’aria è ferma, si sente il profumo dell’umidità, i colori si attenuano, agli uccellini sembra mancare la voce, anziché cantare si odono solo brevi cinguettii ovatta-ti. La cima e gli stessi contorni del Musiné sono scomparsi, lo sguardo non riesce a superare le cime degli alberi vicini e sembra di entrare in un mondo fantastico.

Procedo tranquilla verso un muro bianco che scompare al mio passaggio come fosse una magia. Prima c’era e quando mi avvicino non esiste più; ma, se mi volto, si è ricreato alle mie spalle.

Osservo gli alberi nell’aria impalpabile e al tempo stesso densa. Ci sono quelli già spogli che ten-dono al cielo i rami come dita rinsecchite. Spicca il giallo delle foglie delle betulle, che ancora indugiano e armonizzano col tronco argenteo. Il verde cupo del pino è rischiarato solo in qualche punto dalle grigie “lanterne” di processionarie che lo affliggono.

Tutto è silenzio, anche le foglie secche cadono senza rumore, posandosi su un tappeto morbido che non scricchiola.

AMARCORD ...

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Anno XX Nr. 81 marzo 2016 UNITRE Università delle Tre Età - Alpignano, Pianezza e Sezione di Caselette - Pubblicazione gratuita riservata agli Associati

L’angolo dei Poeti

AFORISMI La speransa a l’é ‘n seugn fàit da dësvijà.

Da un grand òm a-i é quaicòs da ‘mparé dcò quand a parla nen.

Chi a fa n’ingiustissia a l’è sempe pì sagrinà ëd col ch’a la su-biss.

La decision pì coragiosa ch’it pije minca di a l’é d’esse ‘d bon umor.

Ij badòla a susto ‘l di fortunà, ma minca di a l’é fortunà per chi a sa desse da fé.

L’argioissansa a l’é quand lòn ch’it pense, lòn ch’it dise e lòn ch’it fas a son an armonìa.

L’esperiensa a l’é ‘l tipo ‘d magister pì dificil: prima at fà l’esame, peui a të spiega la lession.

J’é ancor quaicòs për noi?

Se ‘l mond a scapa ‘d man, se ‘l temp ha j’ale ai peé, j’è ancor quaicçs për noi che gnun peussa rubene?

A son restane ij seugn a fene companìa ad antersé ij so fij Ccm’a san fé le faje.

Ma ij seugn a son mascheugn … lassomie nen scapé; montoma sle soe ale e fomse ‘n po’ rablé.

Scotoma, an cel, le stèile a sangiuté so sfiam; anciocomse con l’amel dij bòsso tra le ronze.

Guardoma ‘l mond dantorn con j’euj ëd na masnà cheuvroma soe bruture co’ij liri dl’innossensa.

E se quai vòlta, spali, ala tèila ‘d nòstra vita as poserà ‘l grisor, l’è l’ora ‘d desse ‘n gir.

Sercoma ant le sacocie Un grum ëd poesìa Për penelela, pian, Co’l voli dl’airon reusa.

Marilena Bojetto

2008—3° premio Pianezza, 2^ segnalata a Racconigi

Ogni còsa a soa stagion

Là, sël mantil sarsì, posava, mare granda, (costuma ‘d tuti ij di) ‘l disné co’l pan a randa:

‘m piasia pà col pan da compagné al “cicin”: i lo campava al can coacià a mi davzin:

Criava, alora cé, co’l dil puntà vers mi: “Son-sì, ‘t deve ‘mparé … adess e për l’avni:”

Ansema a la pitansa as mangia ‘dco ‘l pan: se na briòta ‘s vansa, ch’as cheuja con le man!

Nosgnor vnand da lontan a l’ha posà ‘l fagòt, për cheuje ‘n tòch ëd pan e dèilo ai passaròt.

Ël pan l’è biava ‘d vita, richëssa ‘d nostra ca … as vagna con fatiga, për lòn va pà sgairà.” Adess, col pan, vodrìa ma, dur, l’è për ij dent! fa aussé la glicemia, a venta sté stent:

‘m contento ‘d soe briòte, i nufio ‘l parfumin: le miche e le pagnòte i-j lasso ai novodin!

Marilena Bojetto

Il 25 gennaio Marina Conrotto ci ha lasciato. Indimenticabili saranno per tutti noi la sua spontaneità, le fragorose risate e l’attitudine innata alla so-cialità. A Lei va un sentito ringraziamento anche per l’attività di docente che con passione ha dedicato alla nostra Associazione. Ciao Marina.

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Anno XX Nr. 81 marzo 2016 UNITRE Università delle Tre Età - Alpignano, Pianezza e Sezione di Caselette - Pubblicazione gratuita riservata agli Associati

Hanno contribuito a questo numero:

Nicla Alessandrini, Laura Gaudenzi, Beppe Galliano, Maria Teresa Gambino, Adler Tofanelli, Teresa Bonaudo, Marilena Bojetto, Rosario Catanzaro, Liliana Bazza, Leo Bini, Silvano Modena, Mauro Vernero

Le Ditte sotto indicate praticano condizioni di favore ai nostri associati su presentazione della tessera regolarizzata all’anno accademico in corso:

ATELIER DELL’OCCHIALE ”IL PRISMA” Via Mazzini 68 - Alpignano - 011 9678660 BRICOMANIA Via Cavour 37/bis - Alpignano - 011 9785739 CENTRO DEL COLORE di Bruno Antonella Via Don Bosco 19 - Pianezza - 011 9678013 CENTROTTICO FOTO LIVIO Via Rossini 20/22 - Alpignano - 011 9671082 OTTICA IRIDEA Via Mazzini 49 - Alpignano - 011 9664631 Libreria MONDADORI Via Fratelli Piol 37/d - Rivoli - 011 9532152 Merceria - Intimo CAPRA P.zza Leumann 2 - Pianezza - 011 9676738 CTD - Centro Terapie Dentali Via Alessandria,5 - Pianezza - 011 9664631 Prima visita, stesura piano di lavoro, preventi-vo e radiografie di accertamento gratis presen-tando la tessera aggiornata a questo anno ac-cademico. STUDIO DENTISTICO Dr. Fabrizio Secondo Via Leopardi 35 - Collegno - 011. 4110419 Telefonare allo studio per fissare la prima visita onde stabilire piano di lavoro e preven-tivo.

NEGOZI AMICI

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26 Aprile – Balzi Rossi – Proposta dalla Sig.a Colom-bi, docente del corso “L’Universo intorno a noi”

11 Maggio – Pranzo sociale a Castello di Piea (AT) - Visita del castello, delle mostre di porcellane e dei costumi settecentesci - Passeggiata nel parco tra narci-si, tulipani e giacinti

16-21 Maggio – VIAGGIO: “La Loira racconta” – Visite guidate ai castelli di Amboise, Blois, Chenonce-au, Chambord ed ai giardini di Villandry - Passeggiate con guida ad Orleans, Tours e Chinon - Visita alla cattedrale di Chartres ed alla sua splendida cripta.

11-25 Giugno – SOGGIORNO AL MARE: Torre Canne, Puglia - Escursioni incluse: Matera - Lecce/Otranto - Alberobello - Ostuni/Cisternino - Grotte di Castellana

16 Aprile – Località del Canavese da definire – Pro-posta dalla Sig.a Nardini, docente di “Piemonte Tesori da scoprire”

2 Aprile – “SUSA e Sacra di S. Michele – Visita guidata, proposta dai docenti di “Storia del Piemon-te” (Pianezza) Sigg. Carle e Ricossa

Qualcuno scrisse: “la virgola è la parte girevole della vita” “Se l’uomo sapesse realmente il valore che ha la

donna andrebbe a quattro zampe alla sua ricerca.”

Se sei donna, certamente metteresti la virgola dopo la parola “donna”.

Se sei uomo, certamente la metteresti dopo la

parola “ha”.

21 Marzo – “Saluzzo e Castello di Castellar” – Visi-ta guidata, proposta dai docenti di “Torino e Piemon-te” (Caselette) Sigg. Galliano, Caviglia e Tofanelli

16-17-18 Settembre – VIAGGIO: Urbino - S. Leo - Saccocorvaro - Gradara - Proposta dalla Sig.a To-sco, docente di “Storia dell’Arte”

IMPORTANTE: per motivi organizzativi il viaggio ad Urbino con la Sig.a Tosco, già previsto per Aprile, è stato spostato al mese di Settembre


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