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Giornalino scolastico ICGoito

Date post: 09-Mar-2016
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Giornalino scolastico dell'Istituto Comprensivo di Goito
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La scuola, come ogni anno, ha organizzato anche quest’anno il torneo di calcio a 11 che riguardava i ragazzi nati tra il ‘97 e il ‘98. La prima partita, giocatasi a Ceresara, ha visto la squadra di Goito imporsi sul campo dei padroni di casa per 3-0 passando di diritto alla fase successiva, dato che una dei due team avversari non si è presentato. La seconda parte del torneo si è svolta a Levata di Curtatone, dove la nostra squadra ha affrontato in un triangolare le compagini di Asola e Bertazzolo. Nella prima partita si sono affrontate Asola e Bertazzolo e il campo ha visto prevalere la seconda per 2-1 proiettandosi in finale. Il secondo match ha visto dominare il Goito fino agli ultimi minuti del secondo tempo, quando l’Asola è riuscita a pareggiare con un tiro dal dischetto, che ha obbligato i nostri a trovarsi nella condizione di dover vincere per forza contro la Bertazzolo. Nella seconda e ultima gara, pur mettendoci anima e cuore, il Goito ha ricavato un punto che di fatto non è bastato alla qualificazione, ma gli ha comunque garantito un meritato posto. Defranceschi e Di Lorenzo Gioranalino scolastico realizzato dagli alunni dell'Istituto Comprensivo di Goito. Dirigente scolastico Professor Cesarino Marchioro; responsabile del progetto Professoressa Carmela Saitta; coordinatore tecnico Professor Simone Lucchi. Hanno contribuito alla stesura dei contenuti gli alunni della classe III C della scuola Secondaria di I Grado e gli alunni della scuola primaria di Goito. Istituto Comprensivo di Goito, Via D. Alighieri, 49 , Tel. 0376 60151, Fax. 0376 60079, e-mail: [email protected] Sito Internet www.icgoito.it Gaffe o premeditazione al Consiglio comunale aperto alla cittadinanza? Consiglio comunale aperto Incontro con le autorità goitesi in occasione dei 150 anni dell'unità d'Italia 1,2,3...150 passi per l'Italia! Su e giù per la...Mole Antonelliana Un'occasione per scoprire le bellezze del nostro Paese Quest’ anno le classi 3C e 3B si sono recate a Torino per un viaggio di istruzione. Siamo partiti alle sei del mattino dal piazzale davanti alla scuola media con un pullman dell’APAM, guidato da un simpatico autista di nome Stefano. Ad accompagnarci, i professori Saitta, Piociri, Voltolini e Gardoni.Verso le undici siamo arrivati alla Basilica di Superga, che si trova sul punto più alto della città ed è stata costruita in seguito ad un voto che Vittorio Amedeo II aveva fatto alla Madonna, nel caso in cui i Savoia avessero sconfitto i francesi. Così avvenne nel 1706 e undici anni dopo ebbero inizio i lavori per la realizzazione dell’imponente edificio.Siamo stati accompagnati nel percorso da una guida; la prima parte della visita ha riguardato gli ambienti della vita quotidiana dei Savoia: salotti e sala da pranzo. Dopo di che siamo scesi nella cripta, un vero e proprio cimitero in stile barocco all’interno della basilica: faceva molto freddo C onsiglio comunale tutt’altro che noioso quello che si è tenuto sabato 19 marzo nella Sala Verde, per discutere dei festeggiamenti goitesi in occasione della giornata commemorativa per i 150 anni dell’Unità d’Italia. Dopo un inizio in sordina, infatti, a movimentare la seduta ci hanno pensato i politici intervenuti che hanno “litigato” tra loro e hanno riscaldato l’atmosfera. All’ inizio ci siamo trovati davanti alla sala verde ad aspettare il sindaco e gli altri assessori comunali per iniziare l’assemblea; una volta dentro, la banda del paese ha suonato l’ Inno d’Italia e altre canzoni sulla bandiera tricolore, poi si sono succedute le voci dei partecipanti all’incontro.: prima il sindaco, poi gli altri assessori e, principalmente, Pietro Marcazzan. Inizialmente hanno parlato di come fosse l’Italia prima dell’unificazione e perciò anche del corpo dei bersaglieri, che ci hanno difeso nel momento del bisogno, e anche degli alpini che, nel momento stesso in cui sono stati nominati, hanno fatto il loro ingresso in scena, tutti orgogliosi e fieri, accompagnati da fragorosi applausi da parte del pubblico. Anche loro ci hanno raccontato avvenimenti precedenti l’unità del paese o di come venivano trattate le persone che si opponevano alle ideologie politiche dominanti del tempo, anche in epoche successive, come quella fascista. Tra i bersaglieri con la caratteristica cresta di capelli lunghi sul cappello ce n’era uno che mi ha molto impressionato e sapeva tutto di tutto e praticamente ci ha fatto una lezione di storia approfondita che avrebbe continuato all’infinito se non fosse che il tempo era contro di lui. Per concludere ad effetto l’incontro c’è stato un vero colpo di scena. Ci voleva un po’ d’azione e, così, un assessore ha pensato bene di leggere una lettera d’impronta leghista che, riassumendo brevemente, sottolineava il proprio punto di vista sull’inutilità della festa per l’Unità d’Italia, perché nel nostro Paese ci sono realtà che si approfittano della generosità di alcune regioni, con chiaro riferimento alle amministrazioni del meridione. A tali parole c’è stato chi, sdegnato, ha preferito andar via, mentre noi dopo avendo ben compreso il discorso non solo non abbiamo applaudito, ma bensì abbiamo disapprovato quanto detto. Anche Pietro Marcazzan, da quanto ho capito, era contro la lettera del leghista e, forse per salvare il salvabile, ha concluso il discorso con un: “Viva l’Unità d’Italia”, ovviamente accompagnato da applausi a non finire . Si è conclusa così questa giornata e, quanto a noi, posso dire che ne siamo usciti con delle nuove informazioni e, soprattutto, con un legame tra noi ancora più forte!! ANDREA GIARETTA G G i i o o r r n n a a l l i i n n o o s s c c o o l l a a s s t t i i c c o o d d e e l l l l ' ' I I s s t t i i t t u u t t o o C C o o m m p p r r e e n n s s i i v v o o d d i i G G o o i i t t o o 2011 ANNO I NUMERO II Responsabile del progetto Prof.ssa Carmela Saitta Qualificazione sfiorata Calcio a 11 Anima e cuore non sempre bastano Continua pag.3
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Page 1: Giornalino scolastico ICGoito

La scuola, come ogni anno, ha organizzato anche quest’anno il torneo di calcio a 11 che riguardava i ragazzi nati tra il ‘97 e il ‘98. La prima partita, giocatasi a Ceresara, ha visto la squadra di Goito imporsi sul campo dei padroni di casa per 3-0 passando di diritto alla fase successiva, dato che una dei due team avversari non si è presentato. La seconda parte del torneo si è svolta a Levata di Curtatone, dove la nostra squadra ha affrontato in un triangolare le compagini di Asola e Bertazzolo. Nella prima partita si sono affrontate Asola e Bertazzolo e il campo ha visto prevalere la seconda per 2-1 proiettandosi in finale. Il secondo match ha visto dominare il Goito fino agli ultimi minuti del secondo tempo, quando l’Asola è riuscita a pareggiare con un tiro dal dischetto, che ha obbligato i nostri a trovarsi nella condizione di dover vincere per forza contro la Bertazzolo. Nella seconda e ultima gara, pur mettendoci anima e cuore, il Goito ha ricavato un punto che di fatto non è bastato alla qualificazione, ma gli ha comunque garantito un meritato posto. Defranceschi e Di Lorenzo

Gioranalino scolastico realizzato dagli alunni dell'Istituto Comprensivo di Goito. Dirigente scolastico Professor Cesarino Marchioro; responsabile del progetto Professoressa Carmela Saitta; coordinatore tecnico Professor Simone Lucchi. Hanno contribuito alla stesura dei contenuti gli alunni della classe III C della scuola Secondaria di I Grado e gli alunni della scuola primaria di Goito. Istituto Comprensivo di Goito, Via D. Alighieri, 49 , Tel. 0376 60151, Fax. 0376 60079, e-mail: [email protected]

Sito Internet www.icgoito.it

Gaffe o premeditazione al Consiglio comunale aperto alla cittadinanza?Consiglio comunale aperto

Incontro con le autorità goitesi in occasione dei 150 anni dell'unità d'Italia

1 , 2 , 3 . . . 1 5 0 p a s s i p e r l ' I t a l i a !S u e g i ù p e r l a . . . M o l e A n t o n e l l i a n a U n ' o c c a s i o n e p e r s c o p r i r e l e b e l l e z z e d e l n o s t r o P a e s e

Quest’ anno le classi 3C e 3B si sono recate a Torino per un viaggio di istruzione. Siamo partiti alle sei del mattino dal piazzale davanti alla scuola media con un pullman dell’APAM, guidato da un simpatico autista di nome Stefano. Ad accompagnarci, i professori Saitta, Piociri, Voltolini e Gardoni.Verso le undici siamo arrivati alla Basilica di Superga, che si trova sul punto più alto della città ed è stata costruita in seguito ad un voto che Vittorio Amedeo II aveva fatto alla Madonna, nel caso in cui i

Savoia avessero sconfitto i francesi. Così avvenne nel 1706 e undici anni dopo ebbero inizio i lavori per la realizzazione dell’imponente edificio.Siamo stati accompagnati nel percorso da una guida; la prima parte della visita ha riguardato gli ambienti della vita quotidiana dei Savoia: salotti e sala da pranzo. Dopo di che siamo scesi nella cripta, un vero e proprio cimitero in stile barocco all’interno della basilica: faceva molto freddo

Consiglio comunale tutt’altro che noioso quello che si è tenuto sabato 19 marzo nella

Sala Verde, per discutere dei festeggiamenti goitesi in occasione della giornata commemorativa per i 150 anni dell’Unità d’Italia. Dopo un inizio in sordina, infatti, a movimentare la seduta ci hanno pensato i politici intervenuti che hanno “litigato” tra loro e hanno riscaldato l’atmosfera. All’ inizio ci siamo trovati davanti alla sala verde ad aspettare il sindaco e gli altri assessori comunali per iniziare l’assemblea; una volta dentro, la banda del paese ha suonato l’ Inno d’Italia e altre canzoni sulla bandiera tricolore, poi si sono succedute le voci dei partecipanti all’incontro.: prima il sindaco, poi gli altri assessori e, principalmente, Pietro Marcazzan. Inizialmente hanno parlato di come fosse l’Italia prima dell’unificazione e perciò anche del corpo dei bersaglieri, che ci hanno difeso nel momento del bisogno, e anche degli alpini che, nel momento stesso in cui sono stati nominati, hanno fatto il loro ingresso in scena, tutti orgogliosi e fieri, accompagnati da fragorosi applausi da parte del pubblico. Anche loro ci hanno raccontato avvenimenti precedenti l’unità del paese o di come venivano trattate le persone che si opponevano alle ideologie politiche dominanti del tempo, anche in epoche successive, come quella fascista. Tra i bersaglieri con la caratteristica

cresta di capelli lunghi sul cappello ce n’era uno che mi ha molto impressionato e sapeva tutto di tutto e praticamente ci ha fatto una lezione di storia approfondita che avrebbe continuato all’infinito se non fosse che il tempo era contro di lui. Per concludere ad effetto l’incontro c’è stato un vero colpo di scena. Ci voleva un po’ d’azione e, così, un assessore ha pensato bene di leggere una lettera d’impronta leghista che, riassumendo brevemente, sottolineava il proprio punto di vista sull’inutilità della festa per l’Unità d’Italia, perché nel nostro Paese ci sono realtà che si approfittano della generosità di alcune regioni, con chiaro riferimento alle amministrazioni del meridione. A tali parole c’è stato chi, sdegnato, ha preferito andar via, mentre noi dopo avendo ben compreso il discorso non solo non abbiamo applaudito, ma bensì abbiamo disapprovato quanto detto. Anche Pietro Marcazzan, da quanto ho capito, era contro la lettera del leghista e, forse per salvare il salvabile, ha concluso il discorso con un: “Viva l’Unità d’Italia”, ovviamente accompagnato da applausi a non finire . Si è conclusa così questa giornata e, quanto a noi, posso dire che ne siamo usciti con delle nuove informazioni e, soprattutto, con un legame tra noi ancora più forte!!

ANDREA GIARETTA

GGiioorrnnaalliinnoo ssccoollaassttiiccoo ddeellll''IIssttiittuuttoo CCoommpprreennssiivvoo ddii GGooiittoo

2011 ANNO I NUMERO II Responsabile del progetto Prof.ssa Carmela Saitta

Qualificazione sfiorataCalcio a 11

Anima e cuore non sempre bastano

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Page 2: Giornalino scolastico ICGoito

AvvenimentiPag. 2

La festa dell'acqua: diamo valore a ciò che ha valore!Performance canore, musicali e coreografiche nella suggestiva cornice del lungolago Mincio

I l giorno 23 marzo 2011 le classi 1^A e 1^D della scuola media di Goito hanno

partecipato alla festa dell’acqua organizzata sul lungolago Mincio.

S iamo partiti alle ore 8.10 della mattina, dal parcheggio della scuola

media. Arrivati a Mantova, abbiamo scelto le nostre postazioni nell’enorme prato, dove avremmo fatto le prove dello

spettacolo e dove ci saremmo esibiti con le nostre maschere da topi e da rane. Con la professoressa Mafessanti abbiamo fatto le prove e subito dopo, con molto successo, abbiamo ballato, cantato e suonato con il flauto. A ogni esibizione, arrivavano una o due classi per guardarci e, alla fine di ogni performance, ci applaudivano battendo le mani molto forte.

G li spettacoli li abbiamo ripetuti più volte perché il pubblico apprezzava

molto, ma quando doveva esibirsi una delle due classi, di certo non poteva esibirsi l’altra perché non c’era un’altra insegnante di musica che ci guidasse. Quindi la classe, che non dovevafare lo spettacolo, andava a fare una passeggiata sulla riva del lago per vedere

altre performance. C’erano, infatti, esibizioni di canto e di ballo, giochi, indovinelli e postazioni di Face Painting, dove era possibile farsi dipingere il viso.

A l termine della mattinata, terminate le esibizioni, tutti noi siamo andati

sul traghetto per vedere più da vicino il Lago Inferiore e la “gita” in barca è stata una bella esperienza, perché abbiamo potuto vedere la città da nuove prospettive. Dopo quaranta minuti circa la motonave è attraccata al molo, siamo scesi e abbiamo atteso il pullman che ci avrebbe riportati al punto di partenza.

E ’ stata una giornata stupenda per

tutti noi, perché ci

siamo divertiti molto e perché abbiamosaltato qualche ora di

lezione, ma la

soddisfazione maggiore è stata

la dimostrazione di quanto il duro lavoro

produca successo.

Fiumi di PrimaveraI ricordi della "Giornata dell'Acqua"dei ragazzi di Cerlongo

I l 23 marzo, com’è ormai consuetudine, ci siamo recati a Mantova alla

manifestazione “FIUMI di PRIMAVERA” in occasione della giornata mondiale dell’ACQUA.

Appena arrivati lungo le rive dei laghi che circondano la città abbiamo

visto dei ragazzi che scrivevano, a lettere cubitali con delle bombolette la scritta” WATER” in maniera originalissima ,che significa ACQUA. In uno stand abbiamo assistito ad un esperimento dove si stava costruendo la fontana di ERONE. Si utilizza una bottiglia di plastica con il tappo forato in cui inserire due cannucce avendo cura di sigillarle con la plastilina in modo che non possa uscire né aria né acqua dai fori. Le cannucce sono disposte in modo che quella in posizione centrale sia metà dentro e metà fuori dalla bottiglia, mentre la cannuccia più vicina al bordo del tappo emerga quasi completamente dalla bottiglia: in questo modo quando riempiamo la bottiglia fino a poco più della metà solo la cannuccia

centrale "pesca". (Con questo strumento possiamo verificare anche che soffiando nella cannuccia che non è immersa nell'acqua, uno zampillo esce dall'altra cannuccia. Si inizia a capire che "mettendo più aria" nella bottiglia si aumenta la pressione sulla superficie del liquido e ciò provoca lo zampillo da una cannuccia) Questo esperimento con l’acqua ci è piaciuto moltissimo perché era molto di effetto.

N el pomeriggio siamo saliti sulla motonave ANDES per

fare una navigazione sui laghi. Il comandante ci ha spiegato le origini della città e l’importanza dell’acqua per la sua difesa e per la sua economia, perché da sempre l’ACQUA è stata importantissima per Mantova. La giornata era bellissima e il panorama con gli alberi che si riflettevano nell’acqua era veramente suggestivo . Mentre navigavo mi è venuta alla mente

la bellissime citazione di Primo Levi che dice“ l’acqua è legata all’uomo, anzi alla vita da un rapporto di necessità , siamo talmente abituati ad essa che non ci rendiamo conto di quanto sia importante, anch’io sono convinta di quanto dice nonostante ciò spesso la sprechiamo senza rendercene conto.

Chiara Cauzzi cl 4^ CERLONGO

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Pag. 3ANNO I NUMERO II2011

ed era a dir poco lugubre. In esso vi erano custodite le tombe dei Savoia e tra queste ci ha

molto colpiti quella di Carlo Alberto perché è stato sepolto seduto, tanto era alto!L’ ultima parte è consistita nel salire sulla cupola della basilica affrontando i 131 scalini a chiocciola. La vista era meravigliosa tranne per i vertiginosi!Quando finalmente è arrivata l’ ora di pranzo, abbiamo consumato il tanto atteso e rilassante pranza al sacco e poi siamo scesi in città con la funicolare, un semplice trenino che si incuneava tra gli alberi lungo il dorso della collina.Nel pomeriggio ci siamo recati al Museo del Cinema, che è allestito all’interno di quello che è il simbolo della città: la Mole Antonelliana, a proposito della quale ci sono state date informazioni sull’originario progetto. Insieme alla guida, abbiamo approfondito un percorso ben preciso: “La macchina del cinema”, ripercorrendo le tappe della produzione cinematografica dalle origini con l’invenzione del cinematografo ad opera dei fratelli Lumière, ai nostri

giorni.Interessante è stata la carrellata di volti, più o meno noti a noi ragazzi, che hanno fatto la storia del cinema, da Charlie Chaplin a Marylin Monroe, a Rita Haywort a Marcello Mastroianni e Sofia Loren ecc.Dopo aver terminato il percorso, la guida ci ha lasciati “ liberi”; così abbiamo fatto un tour per il museo. Ci hanno molto colpiti la stanza in cui si illuminava tutto e il frigorifero gigante, dove abbiamo fatto la foto di classe.Infine, siamo saliti in cima alla Mole Antonelliana: ci siamo divertiti un sacco lassù!!! Si vedeva tutto quanto! L’unica cosa negativa per noi è stato l’ascensore di vetro perché molti avevamo paura: si vedeva tutto il museo del cinema dall’alto, affascinante ma inquietante allo stesso tempo.Alle otto di sera siamo arrivati finalmente in albergo, l’ Hotel Atlantic, dove ci hanno assegnato le stanze nelle quali alloggiare: piccole, troppo riscaldate ma anche molto carine. Dopo cena, gli insegnanti ci hanno quasi messo a letto loro, nel senso che sono passati a dare la buona notte a tutti e ci hanno “scocciati”dentro le stanze. Voi direte: “Vi hanno tormentati?” No, ci hanno letteralmente chiusi in camera con lo scotch, al fine di evitare “pericolose evasioni”, ma noi eravamo così stanchi che non saremmo andati molto

l

ontano dal nostro lettuccio…Il giorno seguente è stato molto faticoso! Come prima tappa abbiamo visitato la Reggia di Venaria: grande, maestosa e con stanze enormi, illuminate dal sole, dove vi erano molti quadri che ritraevano i Savoia. Abbiamo avuto come guida un’insegnante in pensione, appassionata di architettura, che era talmente entusiasta di quello che ci mostrava che sembrava andasse in estasi davanti ad ogni dipinto o scultura.Dopo la pausa pranzo ci siamo recati al Museo Egizio e lì, tra le tante cose, ci ha particolarmente colpito la mummia portata alla luce insieme ai suoi oggetti personali.La sera, poi, abbiamo fatto un tour by night: meraviglioso vedere tutta la città illuminata, incorniciata tra i suoi monumenti, tra cui spiccava la Mole Antonelliana addobbata a festa in occasione del 150° dell’Unità dell’Italia. E’ stato tutto molto divertente, anche perché piuttosto informale. Al rientro in albergo, solita “scocciatura” e…via!!! L’ultimo giorno, dopo aver lasciato le nostre stanze, ci siamo recati prima all’Armeria Reale, in cui si custodiscono armi e armature di ogni sorta, utilizzate nel passato; poi, alcuni di noi hanno accolto l’invito degli insegnanti a visitare il Museo del Risorgimento e si sono avventurati tra le sale del palazzo che lo ospita, rimanendo stupiti dinanzi alle più disparate testimonianze del faticoso percorso che ha portato all’unificazione del nostro Paese. Dopo aver pranzato, finalmente siamo andati alla mitica fiera del cioccolato: Cioccolatò. Tutto era incredibile: cioccolato di tutti i tipi e di tutte le forme; pensate un po’, abbiamo visto anche una riproduzione gigantesca dell’Italia con i monumenti più importanti delle varie città, tutta di cioccolato. Meraviglioso!!!Infine siamo partiti per tornare a Goito, tutti un po’ stanchi ma anche felici per la bella avventura e al contempo un po’ tristi perché è stata l’ultima gita fatta dalle nostre classi, visto che a giugno finirà la nostra esperienza scolastica goitese.

Ilenia Bellato e Lucrezia Andreoli

Ha 150 anni...ma non li dimostra!L'esperienza di Torino nei ricordi dei ragazzi di terza B

A fine marzo noi, alunni della classe 3°B insieme ai nostri compagni di 3°C, ci siamo recati per tre giorni a Torino, per visitare la città piemontese in occasione del 150° dell’Unità d’Italia.Partiti la mattina di buon ora siamo arrivati a destinazione in più o meno quattro ore; la città ci è apparsa da

subito incredibile, tappezzata di manifesti e bandiere tricolore: un colpo d’occhio veramente unico!!! Il primo giorno non abbiamo potuto riposarci neanche un minuto: messaci l’anima in pace, abbiamo fatto faticare le nostre gambe osservando le bellezze torinesi, partendo dalla collina che ospitava la maestosa Cattedrale di

Superga fino ad arrivare alla stupenda Mole Antonelliana che racchiudeva al suo interno un insuperabile Museo del Cinema. Arrivati finalmente al tanto sospirato hotel ci siamo lavati in un misero quarto d’ora, costretti dai professori a correre come dei pazzi per

da pag.1

Continua pag.4

Sapori e Cultura: l'Italia in miniatura...e cioccolato!

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AttivitàPag. 4

assaporare la “gustosa” (per dire) cena.

La sera, ormai stanchi morti, non abbiamo insistito più di tanto per rimanere svegli .. anche perché gli insegnanti ci avrebbero fucilato se avessimo fatto un passo fuori dalle nostre stanze, minacciandoci con lo scotch. La mattina seguente sveglia “ all’alba”: un’altra giornata da assaporare nella ormai nostra Torino. Ci aspettava la Reggia di Venaria Reale, dove un’altra guida ci ha mostrato questo bellissimo palazzo, occupato un tempo dai Savoia. Per il pranzo abbiamo avuto l’esperienza di usufruire di una mensa self-service: molti di noi hanno rimpianto i succulenti pranzetti della mamma ma , a onor del vero, forse siamo noi un po’ troppo viziati e “schizzinosi”. Nel pomeriggio visita al super Museo Egizio dove un egittologo ci ha affascinato con le sue storie e i suoi racconti di un Egitto ormai passato ma sempre vivo!!! La sera, dopo interminabili e asfissianti giri in pullman in mezzo al traffico caotico, siamo tornati in albergo dove, dopo una (ancora) più veloce doccia, abbiamo cenato. La sera il programma prevedeva un

favoloso “tour by night”: abbiamo passeggiato per Torino fino a mezzanotte!!!Siamo tornati in hotel ancora una volta esausti: per i professori non è stato difficile mandarci senza storie nei nostri dolci letti.Il terzo è stato uno dei giorni più leggeri, perché (finalmente) eravamo liberi e senza guide. Abbiamo visto l’Armeria Reale e il Museo del Risorgimento Italiano che ci ha permesso di rivisitare tutte le tappe dell’Unità d’Italia.Il pomeriggio ci siamo immersi nelle spese più pazze, per poi finire in bellezza con la fantastica Fiera del Cioccolato. Erano arrivate ormai le diciassette e il pullman era già pronto per caricarci e tornare alla nostra solita noiosa vita quotidiana. Torino sentirà di sicuro la nostra mancanza, come noi la sua. Un’esperienza sicuramente da ripetere, perché, diciamo la verità, chi di noi non vorrebbe tornarci?? Ringraziamo tutti per questa bellissima gita, partendo dai mitici professori e il grande autista.

Andrea Azzoni, Irene Bergnucchini e Leonardo Pedercini

Viaggio di istruzione all'isola del Giglio e GiannutriI ragazzi di terza A e terza D condividono con noi l'entusiasmante esperienza vissuta a fine marzo

Lunedì 28 marzo noi 12 alunni di 3 A insieme ai 21 di 3 D siamo partiti con

il pullman alle 6,30, diretti verso l’isola del Giglio e di Giannutri. Il nostro obiettivo era di visitare l’ambiente naturale di queste 2 isole dell’arcipelago toscano e fare un’esperienza di laboratorio di biologia marina.

Durante il viaggio di andata c’erano i prof depressi ed infreddoliti: a tratti

pioveva a dirotto o addirittura grandinava. Cosa fare con questo tempo inclemente? Noi non ci preoccupavamo più di tanto: la gita ci avrebbe permesso ugualmente di realizzare alcuni dei nostri obiettivi più importanti, come stare insieme, ridere, fare scherzi, giocare alla play station . . e poi c’era la sera!

A ll’arrivo il tempo è migliorato, beh, tanto meglio! A Porto Santo Stefano

eravamo tutti pronti per salire in traghetto. Qual è il nostro? Ah eccolo! Un’ora di

viaggio! Fa un po’ freddo, il cielo è nuvoloso ma all’orizzonte c’è chiaro. Meno male! I gabbiani ci fanno compagnia, qualcuno si posa sul traghetto, qualcun altro si mette in scia, ci guarda incuriosito . . quante foto gli vengono scattate?

Ecco Giglio Porto, si vede il nostro albergo, è vicinissimo alla spiaggia,

speriamo di avere la stanza vista mare. Qualcuno è fortunato, qualcun altro ha la vista . . orti terrazzati. Quanta cura per questi “fazzoletti di terra”!

L ’albergo è un 3 stelle e l’hanno aperto proprio per noi, posiamo i bagagli e

andiamo in perlustrazione: con i prof ci arrampichiamo per viuzze minuscole, lungo il pendio scosceso, praticamente una nuvola gialla di euforbie e di ginestre spinose. Eccoci a Cala delle Cannelle: mare limpido e qualche casa signorile. Il sentiero si fa più impervio e i più

spericolati si inerpicano per Cala delle Caldane con le tre prof Scapinelli, Puricella e Martelli, i pigri ritornano all’albergo con il prof. Scardeoni. All’ora di cena siamo affamati, del resto a mezzogiorno abbiamo mangiato solo il panino portato da casa, per fortuna ci sono spaghetti abbondanti e arrosto, anche la panna cotta al cioccolato è buona. I camerieri sono giovani e pazienti, uno è cubano e si chiama Joel, come il nostro compagno di 3D, così si salutano in spagnolo. I prof fanno la ronda fino all’una di notte, qualcuno di noi che si avventura nelle stanze vicine è costretto ad appiattirsi contro i muri per non essere scoperto, comunque riusciamo anche a fare qualche scherzo. Il giorno dopo al porto ci aspetta la guida ed inizia il nostro percorso: ci spiega che il Giglio è un’isola vulcanica, formata prevalentemente da granito, lava che si è raffreddata lentamente e cristallizzata in minuscoli

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frammenti. Al Porto ci sono i resti di una villa romana del I°-II° secolo d.C., della quale resta un murenarium, una piccola vasca in cui si allevava il pesce: si intravede la forma regolare sotto il pelo dell’acqua.

I l resto della

villa è stato inglobatonella Torre del Saraceno, una struttura fortificata costruita per difendere gli isolani dagli attacchi dei pirati saraceni. A causa delle continue incursioni la prima economia che si è sviluppata sull’isola non è la stata la pesca ma l’agricoltura, con la coltivazione del grano e di una varietà di uva molto particolare, resistente al clima salmastro, detta l’ansonica, da cui si ricava un vino bianco ad alta gradazione. Certo che la terra da coltivare è veramente esigua e per creare campi sono stati terrazzati i pendii con muri a secco. Qua e là ci sono piccole costruzioni in pietra con il tetto a cupola: sono i palmenti, strutture con due vasche per spremere l’uva e raccoglierne il succo direttamente sul posto, visto che sarebbe stato difficoltoso portare l’uva con le ingombranti ceste sulle mulattiere. Il terrore del mare ha portato i Gigliesi ad edificare un nucleo abitato fortificato in uno dei punti più alti dell’isola, a 350 metri s.l.m., dove sorge il paese chiamato Giglio Castello, protetto da una cinta muraria con ben 3 ingressi, uno interno all’altro. Qui c’è una chiesa del 15° secolo, dedicata a San Mamiliano, santo protettore dell’arcipelago, dentro la quale c’è una reliquia del santo: un suo braccio; ci sono anche un capitello della villa romana e alcune sciabole e pistole lasciate dai pirati durante l’ultima incursione del 1799, quando sono stati respinti definitivamente. La reliquia ci incuriosisce alquanto, così entriamo in chiesa ma si vede ben poco perché la teca non è illuminata, comunque con 50 centesimi provvediamo ad accendere ben 7 candele! Il mattino seguente partiamo per Giannutri, che è una frazione del Giglio, di origine calcarea, alta solo 88 metri s.l.m.: ha solo 7 residenti, 3 effettivi, tra cui una signora con la tuta rossa, presente quando attracchiamo a Cala Spalmatoio. Subito pensiamo di trasferirci, l’isola è molto bella e selvaggia, inoltre non c’è la scuola. Anche qui ci sono i resti di una villa romana:

precisamente alcuni muretti di mattoni che costituivano cisterne di raccolta dell’acqua piovana, unica disponibilità di acqua dolce al tempo dei romani.

Raggiungiamo Punta Capel Rosso (nome che ricorda le incursioni del

pirata Barbarossa) in mezzo alla macchia mediterranea: cespugli

gialli di euforbie, di rosmarino estremamente aromatico, di ginepro, di mirto, di corbezzolo, una pianta curiosa che presenta contemporaneamente sia fiori bianchi sia frutti

rossi, che altro non sono

che i fiori fecondati dell’anno precedente. Attraversiamo un boschetto di Pini d’Aleppo, piuttosto bassi, come del resto tutta la vegetazione, l’unico pino che si è azzardato a svettare verso l’alto è stato bruciato dai venti marini salati. Il nostro vociare spaventa un coniglio selvatico, che attraversa il sentiero correndo, non spaventa i numerosi gabbiani che stanno esplorando il terreno per trovare il punto più idoneo in cui fare il nido, qualche esemplare piuttosto precoce ha già nidificato vicino al faro; rischiamo di pestare le uova, che si trovano vicino al sentiero e si mimetizzano.

Da metà aprile in poi non sarà possibile arrivare in questa zona

perché si potrebbero calpestare uova e pulcini, inoltre i gabbiani sono molto

gelosi e potrebbero attaccare gli umani disturbatori. L’approdo di Cala Spalmatoio è lo stesso che usavano i romani e presenta ancora i piloni del I° secolo d.C., recentemente rimessi in bella vista, uno però è ancora in mare ed è completamente colonizzato dalle alghe. Il terzo giorno, a Campese, ci aspetta il laboratorio di biologia marina: ci accoglie il prof. Klaus, tedesco, che ci fa fare alcune “immersioni immaginarie” nei vari fondali marini: sabbioso, fangoso e roccioso, per spiegarci questi spazi vitali. Possiamo così vedere ambienti come la prateria marina di posidonia, dove si accumula plancton e dove quindi la fauna è molto ricca.

Lungo il fondale roccioso vediamo animali coloratissimi come le

spugne, le margherite di mare, le gorgonie, appartenenti alla cosiddetta fauna sessile, che non esiste a terra perché vive attaccata agli scogli sommersi per

tutta la vita.

Come primo esperimento analizziamo il plancton che

l’assistente inglese Nico ha appena pescato con l’apposita rete da plancton e che presenta ancora molti piccolissimi organismi vivi. Dopo una corsa sulla spiaggia di Campese affrontiamo il secondo esperimento: l’analisi delle alghe appena raccolte da Nico sottacqua, con l’obiettivo di cercare la microfauna presente tra queste alghe. Prendiamo gli animaletti con le pinzette, li mettiamo sul vetrino con l’acqua marina

e con il sistema “tel

ematico” il professore ce li fa vedere ingranditi e ce li spiega.

Lungo il viaggio di ritorno facciamo sosta a Menteriggioni, vicino a

Siena, uno dei borghi più belli d’Italia, circondato da mura, dove acquistiamo prodotti tipici.

Un consiglio: è meglio prolungare la gita di altri 2 o 3 giorni!

ANNO I NUMERO II2011

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AttivitàPag. 6

Un'escursione delle classi prime della Scuola Secondaria di primo grado Le cascate del Varone...attenzione a non cascare!

Gita bagnata gita fortunata!

Con la nostra classe 1 B l’undici marzo abbiamo partecipato ad una gita scientifica, alle cascate del Varone. Ci siamo alzati

molto presto perché la partenza era alle sette e quindici. Le cascate del Varone si trovano a nord del lago di Garda, precisamente a Riva di Trento. Il viaggio è durato circa due ore, però è stato piacevole. Una volta arrivati, per accedere alle grotte abbiamo percorso una lunga scalinata. Al ritorno abbiamo costeggiato il lago di Garda e abbiamo avuto modo di vedere il fiume Ar il più corto del mondo (175 m).

I l grande ghiacciaio quaternario del Garda sta scomparendo. Il suo lento passaggio ha appiattito e corroso il solco, cioè la

valle, del basso Sarca – lago di Garda. Il movimento ha piallato, ma in misura minore, anche le secondarie valli laterali (come quello di Ballino – Tenno). Una volta scomparso il ghiacciaio, le acque torrentizie hanno avuto la strada sgombra per defluire e operare un’erosione più energica. Queste acque dunque precipitavano dalla valle di Ballino–Tenno e sfociavano nella sottostante conca di Riva e la parete della valle di Ballino–Tenno era spostata molto più avanti; diciamo che l’acqua precipitava allora dove oggi c’è l’ingresso della grotta. Nel corso dei secoli, circa venti mila anni, l’acqua ricca di sabbie, ciottoli e ghiaie venne erodendo la roccia della “ soglia “. L’erosione naturalmente aveva effetti diversi a seconda della durezza della roccia. L’erosione seguiva anche le pieghe originarie della pietra, insistendo maggiormente dove incontrava qualche cavità. Inoltre, se all’inizio l’erosione era lenta, una volta formatosi un solco, si faceva più rapida perché si concentrava maggiormente su questa linea.

I l Sarca presenta un modulo medio annuo in corrispondenza di Nago-Torbole (da precisare che gli altri affluenti che

s'immettono direttamente nel lago forniscono il contributo differenziale, ma con regimi torrentizi misti, di tipo alpino/subalpino dell'immissione nel Lago di Garda ?). Il Sarca nasce in Trentino a Pinzolo dalla confluenza, quasi a squadra, del Sarca di Campiglio, del Sarca di Nambrone e del Sarca di Genova . Percorre la val Rendena fino a Tione di Trento con andamento circa N-S, poi con andamento E-O, attraversa le giudicarie esteriori, entrando dopo un corso assai tortuoso ed incassato, nel lago di Garda presso Torbole. Il suo percorso di più bassa quota

definisce la cosiddetta valle del basso Sarca.

Uscito dal Lago di Garda, presso Peschiera, il Sarca muta nome in ''Mincio'' prendendo a scorrere prima tra le colline

moreniche del Garda fino a Valeggio sul Mincio, poi nella Pianura Padana con un certo dislivello, bagnando lungo il suo corso inferiore la città di Mantova, dove forma tre piccoli Laghi (Superiore, di Mezzo e Inferiore).

A sud della città entra nel Po come affluente di sinistra presso Roncoferraro Governolo, dove è regolato da alcune dighe

per consentirne la navigazione.Matilde Grassi ed Alessandro Tabarelli

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Pag. 7ANNO I NUMERO II2011

Vita e vite nel bosco tra storia e naturaNoi abbiamo visto solo il BOSCO...e la FONTANA donde stà?!?!

Il pollice verde della 1^B

I l 31 marzo la nostra classe, la 1ª B della scuola secondaria, si è recata al Bosco Fontana che si trova in provincia di

Mantova, nel comune di Marmirolo e più precisamente a nord-ovest del capoluogo oltre il lago superiore; a sud – ovest quasi lambisce l’abitato di Soave. Siamo partiti alle 8:30 e appena arrivati siamo entrati nel bosco con una guida, che in passato era una guardia naturalistica e che durante il tragitto ci ha spiegato i nomi e le origini delle varie piante e animali che abbiamo incontrato.

I l bosco vegeta sui depositi alluvionali, abbandonati dal Mincio durante il periodo interglaciale Riss – wurm, che si

spingono verso sud. La superficie è di circa 230 ettari, la forma è grosso modo quella di un quadrilatero con i lati di circa un chilometro e mezzo. L’area non è completamente boschiva in quanto comprende anche prati, piazze erbose, strade, incolti, fosse e canali. Il bosco tuttavia ne comprende la parte più estesa: 13 ettari. Durante la dominazione austriaca, furono tracciati numerosi viali rettilinei che, incrociandosi più volte, dividono il bosco in quaranta “pezze”. I viali principali convergono verso il centro del bosco dove sorge la palazzina. Altre zone erbose si formano dove si intersecano tre o quattro viali. Ve ne sono in tutto sette: piazza Carbone, piazza Cà vecchia, piazza Colonna, piazza Fondale, piazza Reale, piazza Del morto e piazza Duello. Molte specie arboree tuttavia si sono unite a loro contribuendo a quella mescolanza che fa del querceto misto planiziale una delle fitocenosi più complesse.

I l bosco è formato da tre strati: sottobosco, cespugli, arbusti e alberi ad alto fusto

I sottoboschi sono formati dagli anemoni ranuncoloidi (fiori gialli), anemoni nemorosi (fiori bianchi) che troviamo a 400-

500 metri d’altezza, pervinche (fiori viola che vivono bene all’ombra e detti “exiofila””, aglio orsino che produce fiori bianchi, ortica morta dal latino lamium orvalla (non urticante), chiamata succhiotto perché la sua linfa è molto dolce; infine, i bucaneve, i cui fiori sono bianchi. Alla famiglia dei cespugli appartengono il pungitopo, in latino cuscus aculeato, che produce bacche rosse e velenose; il pisello selvatico, cespuglio dai fiori rossi, il corilus avellana, cespuglio che vive nel sottobosco, e il vischio.

Agli arbusti ed agli alberi ad alto fusto appartengono il corniolo, in latino cornus mas; ci sono molti tipi di querce,

tra cui la quercus robus, il frassino maggiore che può avere da undici a tredici foglie, il frassino minore detto anche orniello che può avere da cinque a nove foglie, il carpino che è la specie più presente nel bosco Fontana. Durante il tragitto abbiamo trovato anche molti alberi caduti.

Abbiamo potuto osservare la presenza di muschi e licheni sui tronchi degli alberi, i primi soprattutto sul lato nord.

L’edera è molto presente su molti alberi, dove si comporta da parassita succhiandone la linfa. Abbiamo osservato su vari tronchi la presenza di funghi chiamati orecchioni.

Arte contemporanea VS arte rinascimentaleLa classe 3°C della scuola secondaria di I grado si reca a Mantova per un percorso rinascimentale e di arte contemporanea

Sabato 2 Aprile 2011 noi ragazzi della 3°C ci siamo recati a Mantova per vedere i vari tipi di architettura e dipinti

rinascimentali e una mostra di arte moderna. La nostra prima meta è stata la Chiesa di San Lorenzo, una piccola chiesetta dedicata al santo che fu uno dei sette diaconi di Roma dove venne martirizzato nel 258 durante la persecuzione voluta dall'imperatore Valeriano nel 257. Siamo poi andati a Palazzo Ducale, la residenza principale dei Gonzaga, signori, marchesi ed infine duchi della città di Mantova. Inizialmente erano ambienti distinti e separati tra loro costruiti in epoche diverse; fu il duca Guglielmo ad incaricare il prefetto delle fabbriche Giovan Battista Bertani perchè collegasse i vari edifici, così da creare un unico grandioso complesso monumentale e architettonico. In epoca asburgica il Refettorio fu oggetto di una ristrutturazione che portò alla creazione della Sala dei Fiumi dove, dipinti sulle pareti con sembianze di giganti, sono rappresentati i fiumi del territorio mantovano. Contemporaneamente fu realizzato l' Appartamento degli Arazzi composto da quattro sale. Sulle pareti di tre di queste sono stesi nove arazzi tessuti a mano nelle Fiandre su caroni con disegno preparatorio di Raffaello, gli stessi utilizzati per i noti arazzi raffaelleschi conservati in Vaticano. Nelle varie sale di questo palazzo e nella Casa del Mantegna è stata allestita una mostra di arte contemporanea. La parola Arte, infatti, comprende ogni attività che porta a forme creative di espressione estetica ed è estremamente connessa alla capacità di trasmettere emozioni; in tal senso, l'arte contemporanea è molto soggettiva. Per esempio,

una bambola sostenuta ad un filo di ferro con lo scotch può essere interpretata in modo diverso perché ogni persona è molto differente nel modo di essere e di pensare, così come ogni “artista” si distingue dagli altri per il proprio sentire... Artisti possono essere (a dire il vero lo sono) anche i maestri vetrai di murano, i calzolai, i falegnami, i cuochi perché ognuno ci mette del suo e ci vuole un pizzico di fantasia e di originalità per esserlo...Inizio a capire solamente ora il valore di un oggetto fatto a mano con dei buoni materiali, prodotto dopo ore e ore manualmente, ma sfortunatamente queste tecniche di artigianato stanno scomparendo perché sempre più sostituite da fabbriche...Ma ritornando alla mostra, penso che tutti siano capaci di prendere un pennello e fare degli “scarabocchi” su una tela e per questo io non ne sono stata molto entusiasta: mi aspettavo dei quadri, magari anche un po' stravaganti, colorati, astratti, anche perché quando penso alla parola Arte a me vengono in mente quasi sempre dei dipinti raffiguranti un paesaggio, un volto o una scena curati nei minimi dettagli.Non per questo, però, bisogna pensare all'arte contemporanea come ad un “arte brutta”: può piacere a qualcuno e a qualcun altro no perché, grazie al cielo, siamo tutti diversi, non siamo stati fatti con lo “stampino”: neppure due gemelli, seppure identici come fisionomia, la pensano allo stesso modo.

Valentina Fabris - 3ª C

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AttivitàPag. 8

Un esperimento tira l'altro...e siamo diventati scienziati pazzi!!!Gli alunni di terza B raccontano la propria esperineza all'ITIS

I l 15 febbraio noi alunni di 3B e 3D ci siamo recati alla scuola superiore ITIS accompagnati dalle prof. Agnese Bertezzolo e

Rita Scapinelli.

C i hanno diviso in 5 gruppi, ognuno dei quali aveva una postazione di analisi. In ogni postazione c’erano dei ragazzi

di Quinta che spiegavano “l’esperimento”,e finita la postazione si girava nelle altre. All’inizio la chimica sembra noiosa e difficile e a dir la verità non è facilissima:bisogna essere molto precisi e attenti perché anche un minimo errore può rovinare tutto,ma quando sei tu a fare questi esperimenti è stradivertente!!!

Subito pensavamo che ci saremmo sentiti a disagio con dei ragazzi molto più grandi di noi,ma poi si sono rivelati molto

simpatici. Ci spiegavano, ma nello stesso tempo ci facevano ridere,e sono riusciti a farsi capire anche da quelli un po’ più “duri”! Ci è sembrato strano come aggiungere una semplice polverina in un bicchiere d’acqua basti per colorarla tutta. Alle 10.00 è suonata la ricreazione e, muniti di merenda, siamo andati nella sala mensa. Eravamo un po’imbarazzati: ci sembrava strano trovarci in mezzo a tutti quei ragazzi che,come se non bastasse, erano quasi tutti maschi!!!

La scuola era bellissima ed enorme, quasi ci perdevamo con tutte quelle scale e quelle aule! La cosa più bella però era il

bar: era grandissimo e c’erano cibi e leccornie di ogni tipo:

caramelle,pizze,torte, insomma tutto quello che un ragazzo della nostra età potrebbe desiderare. La ricreazione non è durata molto e una volta finita siamo ritornati nel laboratorio, dove abbiamo portato a termine tutti gli esperimenti. Poi, abbiamo salutato i ragazzi e siamo saliti sul pullman per tornare a Goito. Incredibile ma vero: quattro ore sono volate!

C i siamo trovati molto bene, e ci piacerebbe tanto tornare per provare nuovi esperimenti e anche per ridere un altro po’con

i ragazzi che ci hanno ospitato. BENEDETTA E GIULIA 3B

La lettura è un’attività che coinvolge molto gli alunni della classe 3^A, che amano leggere a voce alta, personalmente, ma anche ascoltare la maestra o l’adulto che legge.Nel primo quadrimestre ci siamo dedicati alla lettura del libro “Il vento nei salici”, ambientato lungo un fiume e in un bosco, che narra le avventure di animali. Il lavoro è stato completato da : schede di comprensione, analisi del testo, ricerca di vocaboli e di significati e disegni.Il tutto raccolto in un libricino realizzato dai bambini.Da questo tipo di lettura che abbraccia il mondo dell’immaginario, siamo passati ad un genere completamente diverso: la lettura di un diario dal titolo “Dal diario di una bambina troppo impegnata”.Questa volta abbiamo scelto la biblioteca come luogo e la compagnia degli amici di Sacca per svolgere l’attività. La lettura viene offerta come un insieme ricco di esperienze positive e significative, di possibilità creative ed espressive in cui il risultato finale sarà un vissuto attivo e coinvolgente. È bello vedere insieme bambini e adulti, che si scambiano le proprie esperienze e si ascoltano.Questo laboratorio, iniziato nel mese di marzo, terminerà a maggio con la realizzazione di un libro “costruito insieme”.

Lettura....che passione!Attività di lettura alla scuola primaria di Goito

Un bambino che leggesi dimentica dei piedi,ha schegge di lucenegli occhi intenti.Un bambino che leggeva lontano,senza che nessunolo tenga per mano.

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Lunedì 21 marzo abbiamo incontrato due signore che operano nel settore del commercio equo e solidale, per spiegarci di cosa si tratta e di come funzioni. È stato un incontro davvero interessante perché abbiamo appreso un nuovo modo di fare economia rispettando gli altri e l’ambiente. Ci hanno spiegato, infatti, che questa forma di commercio si propone di distribuire più equamente i propri profitti, riservando una parte maggiore del ricavato ai lavoratori e, nel contempo, salvaguardando l’ambiente che non è una risorsa infinita.

La differenza tra un Paese e l’altro è quasi sempre determinata dall’economia, si ha pertanto una distinzione tra Paesi ricchi e Paesi poveri. I primi rappresentano il 20% degli Stati totali e possiedono l’80% delle risorse del pianeta, mentre i Paesi poveri sono l’80%, ma hanno a disposizione solamente il 20% delle risorse totali.Siamo stati inviatati a riflettere sulla necessità di riciclare, perché le risorse non sono tutte infinite, e di abbassare i consumi, consumando meglio e stando attenti al consumo. In Italia, ad esempio, si usano 2700 l al giorno di acqua per le persone, le industrie e l’agricoltura, mentre in Niger appena 112.Anche la questione “cibo” è importantissima. La Foresta Amazzonica viene abbattuta per allevare e la terra, che viene usata, diventa desertica per moltissimo tempo; in questo modo “il polmone” della Terra si consuma sempre di più.La parte di terra che viene deforestata, dicevamo, viene usata per l’allevamento che, ai nostri giorni è intensivo: si produce e si consuma tantissima carne, cosa che non è indispensabile, anzi tutt’altro, se pensiamo ai grandi problemi che questa pessima abitudine comporta anche a livello di salute.Ci è stato ribadito che bisogna riciclare, portando come esempio ciò che avviene con la carta: per ogni chilo di carta si usano 350l di acqua, mentre per ogni chilo di carta riciclata soltanto 70 litri. Se pensassimo al fatto che un miliardo e mezzo di persone non ha acqua potabile e che, per permettersi cibo e acqua, deve affrontare lunghe ed estenuanti giornate di lavoro, con paghe misere e quasi inesistenti, forse modificheremmo il nostro stile di vita.L’esperta che abbiamo incontrato ha concluso l’incontro sottolineando il fatto che il Commercio Equo e Solidale coinvolge in modo positivo i Paesi poveri, riconoscendo un guadagno adeguato e in proporzione al lavoro svolto da ciascuna persona interessata; per questo si devono seguire le “quattro R” cioè Risparmiare, Riciclare, Recuperare e Ridurre (i consumi).

Elena Falchi - 3ª C

r r r r = risparmiare, riciclare, recuperare e ridurreA lezione di... rispetto

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AttivitàPag. 10

Gli "Art Attak" siamo noi !!!La classe II C illustra il laboratorio che l'ha condotta a conoscere più da vicino

l'importanza dell'acqua nella storia di MantovaLe classi II B e II C nei mesi di gennaio e febbraio si sono recate a Mantova, presso Museo della Città, il Palazzo S. Sebastiano, per portare avanti un progetto organizzato con la collaborazione della redazione di “Art Attack”. Questo progetto si è articolato in quattro uscite: nella prima abbiamo approfondito le nostre conoscenze in merito all’UNESCO, analizzando tale sigla (united educational scientific and cultural organization) e abbiamo guardato delle vecchie cartine di Mantova per vedere i ponti e le porte che un tempo la caratterizzavano e siamo stati invitati a riflettere sull’importanza dell’acqua nella storia e nella struttura della città virgiliana;la stessa mattina, le due classi si sono separate e ognuna si è divisa in gruppi che avrebbero realizzato gli elementi architettonici presi in esame. Ci è stato richiesto, inoltre, di portare del materiale riciclabile, come scatole di cartone, bottiglie, confezioni d’uova, tappi ecc., che avremmo dovuto combinare per cercare di ricostruire porte e ponti storici. Nella seconda uscita, dando sfogo alla fantasia, abbiamo incollato tutti gli oggetti assieme e abbiamo iniziato a colorare un enorme cartina di Mantova. Durante il terzo incontro, abbiamo prima creato l’impasto della colla, utilizzando acqua e farina, in seguito, abbiamo ricoperto le nostre “creazioni” con carta assorbente e abbiamo aspettato che si asciugassero per poi, la volta dopo, dipingerli con le tempere colorate. I risultati sono stati davvero eccellenti e l a classe sta aspettando con ansia il “verdetto finale”, in

base al quale i lavori migliori saranno premiati con una visita alla sede Disney di Milano. In ogni caso tutte le realizzazioni verranno esposti in una mostra e i nostri genitori potranno ammirarle dal vivo. Noi speriamo che le nostre fotografie e le nostre “sculture” colpiscano i giudici, come è successo l’anno scorso. Infatti, nel 2010 la classe vincitrice è stata la nostra (II C), che aveva presentato al concorso degli scacchi prodotti con bottiglie di plastica piene di sabbia e poi opportunamente colorate. Entrambi gli anni ci siamo divertiti molto e siamo rimasti affascinati dalle storie che si nascondono dietro ad ogni stanza, a ogni stemma e a ogni immagine di Mantova. Speriamo di ripetere questa esperienza ancora il prossimo anno! Stoppa Alice

Se dovessi mandare una lettera ad un compagno di quinta elementare gli direi…

di Alessandra Cappa

Cari ragazzi,tra qualche mese inizierete le scuole medie. Sicuramente avete paura di incontrare professori molto severi, che vi sgridano, che vi danno note, che…Secondo me non è così! I primi giorni anche noi avevamo paura ma poi, superato il primo scoglio, le scuole secondarie non sono male. I professori fanno il loro dovere e qualche volta, tra una spiegazione e l’altra scherzano con noi. Le scuole medie sono forse un po’ più difficili delle elementari perché i compiti a casa ci impegnano per più tempo e spesso dobbiamo dedicare qualche ora allo studio.L’importante per voi ora è finire bene la scuola primaria e poi, a settembre, iniziare la scuola media senza timori, perché sicuramente vi affezionerete agli insegnanti vecchi e nuovi, divertendovi come ci divertiamo noi.

di Cecilia Frignani

Sono ormai trascorsi 6 mesi da quando ho iniziato la scuola media. Qui, da subito, ho trovato nuovi amici con i quali ho

instaurato un buon rapporto . Anche con i professori non mi sono sentita particolarmente a disagio perché già alle elementari ero abituata ad avere più insegnanti. Il clima è un po’ più severo, anche se non ho mai provato ansia e agitazione.Questa è una grande scuola con tante persone, mentre alle elementari l’ambiente era più familiare, ci si conosceva tutti, sia insegnanti che bambini. Quindi, almeno all’inizio, conoscerai bene solo i tuoi compagni e i tuoi insegnanti.Per quanto riguarda la vita di classe tieni presente che anche qui è importante comportarsi in maniera corretta e rispettosa. I professori non sono severi ma esigenti. Questo non è un problema! Basta essere educati, mettere impegno e buona volontà in tutto quello che si fa. Ricorda inoltre che in questa scuola devi imparare ad organizzarti perché le materie sono tante e tutte richiedono studio. Devi abituarti ad usare bene il tuo tempo per lo studio e per lo svolgimento dei compiti. Se sarai in grado di fare ciò avrai il tempo libero per fare ciò che ti interessa e potrai essere sempre preparato.Non essere preoccupato di cambiare scuola, qui farai nuove esperienze e così diventerai più grande.

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Pagine di... diarioUn giro insolito: a spasso per la scuola

di Linda Bertagna

Caro diario,ieri mattina sono andata con la mia classe a visitare le scuole medie di Goito.Il giorno prima la maestra ci aveva detto di preparare delle domande da fare agli alunni, e io, come al solito le ho preparate molto tardi. All’ idea di dover andare alle scuole medie non ero spaventata, ma l’ agitazione si è fatta sentire quando ho cominciato a salire le scale d’ entrata, il mattino seguente.Come prima cosa, siamo entrati in segreteria per consegnare le cedole di iscrizione e poi siamo andati a vedere la presidenza. Appena sono uscita ho cominciato a tremare un po’.

La mia maestra ci ha fatto prima visitare i tre piani della scuola, che a me cominciavano a piacere. La scuola era enorme, piena di classi, aule e stanze collegate da lunghi corridoi, anche se troppo silenziosa per i miei gusti. Poi, però, è arrivato il momento di entrare in una delle classi ceh ci attendeva: la 3C. Quando siamo entrati ho visto tantissimi ragazzi, tutti seduti su delle sedie disposte a cerchio; dopo esserci accomodati abbiamo cominciato a fare delle domande e, tra una risata e l’altra, mi sono rilassata perché ho capito che non c’ era niente di cui aver paura.Io non ho fatto domande perché ero timida, però mi è piaciuto ascoltare quelle dei miei compagni.Quando siamo usciti ci siamo

precipitati nella 1c dove è stato tutto più noioso: i ragazzi erano tutti addormentati, e mi mettevano tanta ansia e agitazione. Per fortuna siamo stati in quella classe pochissimo in confronto all’ altra perché avevo tanta voglia di fare merenda. Il mio mandarino e la mia merendina ricoperta di cioccolato mi hanno tirato su di morale.Per concludere la mattinata la maestra ci ha fatto andare in biblioteca, dove abbiamo scelto un libro da leggere.Spero di andare presto in quella scuola da grandi perché ho tanta voglia di crescere. Tanti saluti dalla tua linda!

di Diego Bardelli

Caro diario,ti devo proprio raccontare un episodio molto curioso. Sei pronto?Questa mattina abbiamo fatto un giro turistico alle medie! Ho scoperto che sono grandissime: due piani più un seminterrato con luci spente e nessuno dentro, che però non era completamente buio: un posto perfetto per stare tranquilli a fare i compiti.Tanti dei miei compagni continuavano a predicare a vanvera del tipo: “È Alkatraz! E’ un campo di concentramento! No, é una prigione!”... Insomma siamo stati veramente pessimi, chissà che idea si sono fatti i professori!Ma ora passiamo al piano “terra”: tutte classi silenziose, esattamente il contrario di noi. Lì abbiamo trovato il prof. di Educazione fisica, il signor Bassani, un tipo veramente simpatico, con delle mani enormi e “ben messo”; da quello che dicono, lavora proprio bene e fa amare ciò che insegna.Che sensazione strana vedere una scuola completamente diversa dalla nostra! Finalmente ero lì, a qualche passo

dalla terza C, e ovviamente ero emozionato e allo stesso tempo molto contento.All’inizio, vedendo tutti quei ragazzi alti che ridevano, mi è venuta una vergogna terribile: pensavo che ridessero di me. Poi le cose sono cambiate: abbiamo fatto qualche domanda a ciascun ragazzo dei ventuno presenti e ci siamo divertiti da matti perché grazie a questa bella accoglienza, abbiamo scoperto che le medie non sono così terribili, anzi, per il modo in cui ce le hanno presentate, sembrano addirittura fantastiche. Purtroppo tutto, prima o poi, finisce e così anche il tempo che avevamo a disposizione per stare con gli alunni di terza C; siamo entrati poi ospiti della prima C, tutti carichi di una curiosità che “uccide”. Eccoci dentro; la nostra curiosità all’improvviso svanisce: tutti gli alunni, pieni di ansia, lì a fissarci; pensa che non sembrava neanche respirassero.Anche a loro abbiamo fatto qualche domanda e, ovviamente, tutti ci hanno risposto gentilmente e seriamente. Ci siamo fatti un’ idea di come saranno le medie.Un saluto dal tuo Diego, a domani.

Pag. 11ANNO I NUMERO II2011

di Melissa Bombana

Caro diario,ti devo raccontare una cosa da URLO: oggi siamo andati alle scuole medie! Quando siamo saliti sulla scalinata ho provato paura, agitazione e insieme tanto entusiasmo. Quando siamo entrati nella scuola, la maestra ci ha fatto vedere la presidenza e la segreteria; nella prima c’era il preside, negli uffici di segreteria, invece, erano al lavoro le “applicate”. La nostra maestra ha parlato con il professore Luca Bassani e poi siamo entrati in terza C: le sedie erano disposte a cerchio, ci siamo seduti e abbiamo iniziato a “interrogare” i ragazzi e loro rispondevano a ogni domanda. In terza mi hanno fatto sentire a mio agio e più sicura del salto che mi aspetta. Poi siamo andati in prima C, dove faceva lezione una professoressa di nome Antonella Rovatti, una bella signora, vestita molto bene. Ci siamo spostati dietro la cattedra e ho visto che la classe era completamente

diversa: più piccola e senza nessun cartellone. Non so se è perché i ragazzi erano lì da poco tempo oppure perché avevano un po’ di timidezza, ma ci rispondevano come degli ZOMBI. In questo “viaggio” ho capito che la paura di diventare GRANDE non è poi cosi tanto grande, basta non fermarsi mai e continuare la propria VITA con impegno.UN BACIONE MELISSA!!

Page 12: Giornalino scolastico ICGoito

di Virginia

Cara Choppy,oggi ti devo proprio raccontare un FATTO da bomba!I miei compagni ed io, questa mattina, siamo andati alla scuola secondaria di primo grado e abbiamo “ interrogato” dei “bambini”, per avere notizie sull’istituto. Appena siamo arrivati a scuola, siamo andati in presidenza per riferire alle bidelle e al preside che eravamo in “visita” e dopo averglielo detto, la maestra ci ha fatto fare un “giro turistico”. Il posto che mi ha COLPITO di più sono stati i sotterranei , dove si trovano i laboratori di scienze, di informatica, di tecnica e di musica. Le mie emozioni erano molto forti e intense: la paura, la vergogna e la molta agitazione mi bloccavano il respiro e, come sempre, non riuscivo a parlare. Quando è arrivato il momento di incontrare alcuni alunni, è stato un dramma. Infatti, in terza C ero molto agitata, anche se dopo un po’ mi sono lasciata andare e, calmandomi, ho chiesto anch’io qualcosa. In prima C i ragazzi erano più vicini alla mia età ed ero più sicura, sono riuscita a parlare, concentrandomi sulle risposte; la mia classe preferita è stata la prima C, anche se mi trasmetteva un po’ di ansia, perché mi hanno lasciato parlare ed ero sicura di non subire giudizi. Questo viaggio mi ha insegnato molte cose sul futuro e mi sono divertita anche molto. Il professore che ci ha accolto è stato Luca Bassani,una persona molto gentile e divertente che ha forse

50 anni e un fisico di 40; porta una tuta ROSSA di rugby e i capelli corti marroni. Lui aveva quasi sempre delle battute pronte e ci ha fatto ridere a crepapelle: MI SONO PROPRIO DIVERTITA TANTO!!!Adesso però ti devo lasciare!

Virginia

Giovani scrittoriPag. 12

Giovani poeti...sull'acquaAlcune produzioni degli alunni della scuola primaria di Cerlongo ispirate dalla

giornata dell'acqua

Se Dio fosse acqua ...Se Dio fosse acquaproteggerebbele acque di tutto il mondo.Se Dio fosse acquanon farebbe morire di setei bambini che non hanno niente.Se Dio fosse acquaimpedirebbeall'inquinamento di rovinare le acque,Se Dio fosse acquanon ci sarebbeil fiume che straripa sulla terrae l'onda che arriva fino al cielo.

Letizia

L'acqua

L'acqua:risorsa di vita per l'ambiente.L'acqua: specchio limpido e cristallino della montagna.L'acqua: creatrice di freschi ruscelli , limpide cascate,vasti laghi , immensi mari, infiniti oceani.L'acqua: sudore sulla fronte quando giochiamo o lavoriamo.L'acqua: goccine di lacrime dei nostri occhi quando siamo tristi.L'acqua: sete, voglia di bere, necessità della vita.

Gaia

Il Mincio, mio fiume preferito

Carissimo Minciovicino a te c'è un cignoti fa compagnia,galleggia, vola e scivolasulle tue acque chiare.E' come un tuo buon amicoche ti sta sempre accanto,come un caro compagno di viaggioche ti protegge, ti fa la guardia.Il sole limpido si rispecchianelle tue acque riposantie l'erba delle tue riveprofuma di fresco.Le cascatelle scendonoe ti spruzzano d'allegria;il dolce pigoliodegli anatroccoliti fa un sorrisodi tenerezzacullandosi nelle tue dolciacque.

Noemi ( cl 4^ Cerlongo)

Page 13: Giornalino scolastico ICGoito

Diario di...bordoLa parola agli esploratori

Dal diario di viaggio di Hernan Cortes: come scomparirà la

civiltà degli Aztechi 19 marzo 1519Io e miei seicento soldati dopo molti giorni di viaggio siamo sbarcati su coste messicane. In questi territori abita un popolo chiamato Aztechi.Abbiamo perlustrato la capitale Tenochtitlàn e ne è emerso che quello che la abita è un popolo molto ricco ed evoluto.E’ guidato da un imperatore chiamato Montezuma II.

20 marzo 1519Siamo stati condotti dall’imperatore che ci ha accolti offrendoci cibo e bevande a sazietà.Solo dopo abbiamo capito perché l’imperatore fosse stato così gentile con noi.Secondo Montezuma, io sono la reincarnazione di Quètzalcoàtl, il loro dio e i miei soldati degli inviati degli dei.

21 marzo 1519Fra pochi giorni su questo terreno sorgerà Veracruz, una nuova e bellissima città spagnola.Sfrutteremo l’ospitalità di questi popoli per impossessarci delle loro ricchezze e per conquistare i loro territori.

22 marzo 1520La guerra è ormai iniziata!Abbiamo rinchiuso Montezuma II nel suo palazzo e ho posto il mio soldato più fidato a controllare che non fugga. Intanto io e gli altri abbiamo saccheggiato la capitale e abbiamo cercato di placare la rivolta del popolo arrabbiato che insorgeva contro di noi.

23 marzo 1520Questa mattina è successa una cosa sorprendente. Il popolo ha accusato il loro sovrano di essere stato troppo generoso con noi e dopo essere entrati nel palazzo, alcuni indigeni lo hanno ucciso.Sono partiti con una nave quaranta dei nostri uomini che sono ritornati in Spagna.Rimarranno lì per pochi giorni;poi, come prestabilito,torneranno con oltre quaranta navi per trasportare tutto l’oro saccheggiato in patria.

di Laura Pachera

Pag. 13Giovani scrittori

Diario di bordo di Colombo

È già passato più di un mese dalla partenza da Palos con le mie tre caravelle:la Nina, la Pinta e la Santa Maria. I miei centoventi uomini sono molto stanchi e qui il vento è forte e il freddo si fa sentire. Questa mattina siamo finalmente partiti dalle Isole Canarie, dove c'eravamo fermati per rifornirci e sistemare le vele.

16 Settembre 1492I miei uomini hanno iniziato a preoccuparsi per il soffiare incessante dei venti verso ovest che per loro renderà impossibile il ritorno in Europa. Oggi abbiamo visto delle alghe affiorare sul pelo dell’ acqua e io ho detto al mio equipaggio che questo fenomeno è dovuto alla presenza di terraferma nelle vicinanze . in realtà non è vero , l’ ho detto solo per rassicurarli. Infatti, codesto evento è caratteristico di questo mare , ma questo a è stata una bugia a fin di bene.

10 Ottobre 1492 Col passare dei giorni la tensione a bordo delle mie caravelle aumenta. Tre giorni fa ho deciso di virare a sud-est, avendo visto alcuni uccelli dirigersi in quella direzione. Oggi il mio equipaggio mi ha consigliato di cambiare rotta, andando verso est, perciò tornando indietro. ma io non ho voluto e abbiamo fatto un accordo: se fra tre giorni non avremo avvistato nessuna terra, torneremo indietro. Per conto mio sono sicuro che tra pochi giorni sbarcheremo nelle Indie.

11 Ottobre 1492 Un marinaio ha “pescato” dal mare un fiore fresco; ormai si vedono frequentemente ramoscelli e vegetali. Finalmente la terra è vicina! A pranzo, per festeggiare, abbiamo bevuto vino rosso e mangiato pollo. Questa sera è avvenuto un miracolo! Ho intravisto nel buio, in lontananza, una luce. Quando l’ ho detto al mio equipaggio nessuno ci ha creduto all’ inizio, ma poi un

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marinaio con un binocolo, ha avvistato la terra ferma e allora tutti sono rimasti stupiti. Aspetteremo però domani per sbarcarci, perché nel buio attraccare è molto pericoloso.

12 Ottobre 1492Finalmente siamo sbarcati sull’isola delle Indie.Essa è abitata da una tribù di indigeni che si chiama, se non ho capito male,dei Taino .Sono persone pacifiche,che non usano armi, socievoli,amichevoli e ospitali. Chiamano quest’isola in un modo strano, che non ho ben capito, ma io l’ho ribattezzata San Salvador. Comunichiamo con gesti,perché abbiamo lingue diverse. Ci stanno ospitando in alcune capanne molto grandi. Oggi abbiamo visitato gran parte dell’isola,ma delle ricchezze di cui parla Marco Polo nel Milione non vi è alcuna traccia .

27 Ottobre 1492Abbiamo lasciato quella strana isola e dopo alcune ore ho avvistato un'altra terra e ho mandato un mio uomo ad esplorarla. Quando è ritornato, ha detto che era meravigliosa ed allora ho voluto vederla con i miei occhi. Appena sceso sulla costa,non mi sembrava vero: era il posto più bello che avessi mai visto, ma siamo tornati subito sulle caravelle per paura di essere attaccati dagli

indigeni che ci vivono.

5 Dicembre 1492Abbiamo avvistato un’ altra terra. oggi l’ abbiamo esplorata e l’ho chiamata Hispaniola. Purtroppo, nello sbarcare, la Santa Maria si è scontrata con uno scoglio e perciò l’equipaggio di quella caravella è rimasto sull’isola. Abbiamo costruito per loro un rifugio dove potranno dormire.

2 Gennaio 1493Abbiamo ripreso da un mese circa la rotta verso l’Europa. A causa di una tempesta, siamo dovuti attraccare su una delle isole Azzorre. E’ da un po’ di giorni che stiamo cercando di “scappare” da quest’ isola, ma i governatori locali ce lo impediscono. Finalmente oggi ci hanno lasciati andare! Siamo molto contenti.

4 Marzo 1943Siamo arrivati a Lisbona, stanchi ma felici di questa lunga e avventurosa esplorazione. Sono fiero del mio viaggio, anche se non ho trovato le ricchezze delle Indie citate nel Milione. Abbiamo visitato posti meravigliosi e spettacolari. E’ stata senz’altro un’ esperienza che rimarrà impressa nella storia!

di Martina Saracino

Leggendo il libro " Abdul vuole rivedere il mare", abbiamo scoperto le tradizioni del Marocco, terra d'origine di due nostri compagni Ayman e Naji... Abbiamo letto, tra tante curiosità, notizie sui tappeti e ognuno di noi ha "creato" il proprio tappeto; poi ne abbiamo realizzati alcuni di cartone con striscioline di carta, bottoni, stoffe...Nella cultura islamica il tappeto, con i suoi motivi stilizzati, si offre come rappresentazione astratta dell'universo: illustra la vita su questa terra. Quei quattro punti bianchi sono la Croce del Sud, quella linea a zig-zag è il vagare dei beduini, i ricami indicano il trascorrere delle nascite e dei matrimoni, l'alleanza tra due famiglie, il sole, i dromedari, la preghiera...insomma gli eventi della vita dell'uomo e della natura: il tappeto è miniatura dell'universo, piccola mappa del mondo. Cosa abbiamo messo nei nostri tappeti? Abbiamo sistemato momenti della nostra vita con forme e ricami; le scelte e le interpretazioni date spesso si equivalgono, anche la scelta dei colori non è stata casuale: sono prevalsi i colori caldi e le tonalità forti. Il triangolo è per lo più la rappresentazione della famiglia; il quadrato e il rettangolo sono la casa, con i suoi affetti, con le sue sicurezze: è il rifugio dove vivere sereni; il cerchio spesso rappresenta la nascita, il grembo materno o quando si "era belli" nella culla; la spirale è la crescita, è il cammino della vita con i suoi eventi particolari; il rombo è il sapere, l'imparare, la

scuola; le nuvolette sono i sogni e i desideri; i fiori stilizzati sono i sentimenti positivi; le righe rappresentano la campagna, i prati, la vita tranquilla...ma anche il "chiacchierare" di qualche bimba; le onde sono segno di vitalità e di amicizia, sono il carattere vivace, testardo, piacevole, simpatico, allegro di ogni bambino!

Il nostro tappeto "cosmico"La quarta E della Scuola primaria Arcobaleno presenta il suo laboratorio sul tappeto, uno dei manufatti

tra i più caratteristici del Marocco

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All’inizio di novembre, è cominciato il corso di latino organizzato dall’insegnante di italiano professoressa Carmela Saitta.

I l corso, aperto a tutti gli alunni delle classi terze, era rivolto in particolare a coloro che si sarebbero iscritti ad una scuola

superiore che prevede l’insegnamento del latino.

La docente ha cercato di fornirci le basi grammaticali della lingua latina. Come in tutte le materie scolastiche, anche in

questo caso avevamo da svolgere dei compiti a casa e da studiare per affrontare le due verifiche, il cui risultato sarebbe stato preso in considerazione nella valutazione di italiano alla fine del secondo quadrimestre.

G li argomenti trattati hanno riguardato gli elementi di storia della lingua, le parti del discorso, l’alfabeto e la pronuncia,

le prime declinazioni e le quattro coniugazioni verbali, nonché

alcuni tra i complementi più importanti.

Durante le ultime due lezioni gli alunni hanno inventato una poesia o redatto una descrizione, che sono state trascritte al

computer e poi stampate affinché ciascuno di noi potesse avere il “frutto” dell’attività svolta e i lavori realizzati testimoniassero l’attualità della lingua latina anche nella quotidianità.

A lla fine dell’ultimo incontro, ci è stato consegnato un attestato di partecipazione e di merito: un gradito

riconoscimento dell’impegno e dell’interesse mostrati.

A detta dei ragazzi, il corso è stato un successone, perché abbiamo potuto imparare una lingua non più parlata ma

importante per noi, perché costituisce le basi linguistiche dell’Italiano, e le cui tracce sono ancor oggi visibili in tanti luoghi toccati della civiltà romana.

Luca Defranceschi

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Pedibus calcantibus...hic venimusPoetae latini in herba

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