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Giornalino AIL Marzo 2010

Date post: 28-Mar-2016
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Giornalino AIL Marzo 2010
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Periodico dell’Associazione Italiana contro le Leucemie - Linfomi e Mieloma Palermo PAG. 1 ANNO XII - NUMERO 2 - MARZO 2010 Le uova della ricerca L ematologia è la branca della medicina dove si applica di più il conceo di “ricerca tra- slazionale”, ossia la possibilità di far ricadere i risultati della ricerca stes- sa sull’assistenza. In altre parole, i grandi risultati oenuti negli ultimi decenni nella terapia delle leucemie e degli altri tumori del sangue sono dovuti al fao che molte nuove sco- perte nel campo della biologia dei tumori e dei farmaci sono state ve- locemente applicate nella cura dei pazienti. Grazie ai risultati degli studi biologici, possiamo aual- mente subclassificare oltre il 75% delle leucemie mieloidi acute sulla base delle alterazioni molecolari e possiamo anche seguire la risposta alla terapia e la qualità dei risultati oenuti. Questo ci consente di uti- lizzare approcci terapeutici diversi. Nel campo dei linfomi la conoscen- za delle caraeristiche immunolo- giche delle cellule tumorali ha per- messo all’industria, già diversi anni fa, di proporre una nuova categoria di farmaci, gli anticorpi monoclona- li, che hanno migliorato la prognosi di queste malaie. Rivoluzionaria possiamo definire l’entrata nell’uso clinico degli inibitori delle tirosin ki- nasi, utilizzati ormai da anni nella terapia della leucemia mieloide cro- nica e che hanno permesso di modi- ficare la prognosi di questa malat- tia, passando da un prospeiva di vita di 36 mesi dalla diagnosi alla possibilità di una sopravvivenza in- definita. Ho citato questi esempi di ricaduta della ricerca sulla terapia dei malati per mostrare come vi sia in ematologia questo streo legame tra investimento nella ricerca e mi- glioramento dei risultati. La nostra Ematologia ha sempre partecipato ad aività di ricerca, grazie anche alla collaborazione con Ail Palermo, che ci è vicina sia nell’assistenza ai pazienti, sia nella raccolta di fondi, soprauo a Na- tale e a Pasqua con la vendita delle stelle e delle uova. E grazie a questi fondi ha avuto un ruolo importante nel finanziare qui a Palermo la no- stra aività, supplendo a volte ai problemi della sanità pubblica. Francesco Fabbiano responsabile dell’U.O. Ematologia e Unità trapianti degli Ospedali riuniti Villa Sofia-Cervello Dal 19 al 21 marzo le “Uova di Pa- squa” per sostenere la ricerca saran- no in vendita nelle piazze di tua la Sicilia. A Palermo stand nelle piazze Castelnuovo, Croci e Unità d’Italia, e nelle vie Magliocco, Notarbarto- lo, Strasburgo e Leonardo da Vinci. Uno stand dell’Ail allestito in via Generale Magliocco a Palermo per la vendita delle uova di Pasqua AIL NEWS PALERMO | Marzo 2010 Vi raccontiamo. Come comunicare la diagnosi? Le esperienze di medici e pazienti. pag. 2-3 Passi avanti. Trapianto di midollo osseo, un centro d’eccellenza al Cervello. pag. 4-5 Facciamo i conti. Casa Ail, un teo per malati e famiglie L’impegno dei volontari a Partinico e nella zona di Termini Imerese pag. 6-7 L’obieivo. Donare il 5 per mille non costa nulla pag. 8 SOMMARIO
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Periodico dell’Associazione Italiana contro le Leucemie - Linfomi e Mieloma Palermo

PAG. 1

ANNO XII - NUMERO 2 - MARZO 2010

Le uova della ricerca L’ematologia è la branca della

medicina dove si applica di più il concetto di “ricerca tra-

slazionale”, ossia la possibilità di far ricadere i risultati della ricerca stes-sa sull’assistenza. In altre parole, i grandi risultati ottenuti negli ultimi decenni nella terapia delle leucemie e degli altri tumori del sangue sono dovuti al fatto che molte nuove sco-perte nel campo della biologia dei tumori e dei farmaci sono state ve-locemente applicate nella cura dei pazienti. Grazie ai risultati degli studi biologici, possiamo attual-mente subclassificare oltre il 75% delle leucemie mieloidi acute sulla base delle alterazioni molecolari e possiamo anche seguire la risposta alla terapia e la qualità dei risultati ottenuti. Questo ci consente di uti-lizzare approcci terapeutici diversi. Nel campo dei linfomi la conoscen-

za delle caratteristiche immunolo-giche delle cellule tumorali ha per-messo all’industria, già diversi anni fa, di proporre una nuova categoria di farmaci, gli anticorpi monoclona-li, che hanno migliorato la prognosi di queste malattie. Rivoluzionaria possiamo definire l’entrata nell’uso clinico degli inibitori delle tirosin ki-nasi, utilizzati ormai da anni nella terapia della leucemia mieloide cro-nica e che hanno permesso di modi-ficare la prognosi di questa malat-tia, passando da un prospettiva di vita di 36 mesi dalla diagnosi alla possibilità di una sopravvivenza in-definita. Ho citato questi esempi di ricaduta della ricerca sulla terapia dei malati per mostrare come vi sia in ematologia questo stretto legame tra investimento nella ricerca e mi-glioramento dei risultati.La nostra Ematologia ha sempre

partecipato ad attività di ricerca, grazie anche alla collaborazione con Ail Palermo, che ci è vicina sia nell’assistenza ai pazienti, sia nella raccolta di fondi, soprattutto a Na-tale e a Pasqua con la vendita delle stelle e delle uova. E grazie a questi fondi ha avuto un ruolo importante nel finanziare qui a Palermo la no-stra attività, supplendo a volte ai problemi della sanità pubblica.

Francesco Fabbianoresponsabile dell’U.O. Ematologia

e Unità trapiantidegli Ospedali riuniti Villa Sofia-Cervello

Dal 19 al 21 marzo le “Uova di Pa-squa” per sostenere la ricerca saran-no in vendita nelle piazze di tutta la Sicilia. A Palermo stand nelle piazze Castelnuovo, Croci e Unità d’Italia, e nelle vie Magliocco, Notarbarto-lo, Strasburgo e Leonardo da Vinci.

Uno stand dell’Ail allestito in via Generale Magliocco a Palermoper la vendita delle uova di Pasqua

AIL NEWS PALERMO | Marzo 2010

Vi raccontiamo.• Come comunicare la diagnosi? Le esperienze di medici e pazienti. pag. 2-3

Passi avanti.• Trapianto di midollo osseo, un centro d’eccellenza al Cervello. pag. 4-5

Facciamo i conti.• Casa Ail, un tetto per malati e famiglie• L’impegno dei volontari a Partinico e nella zona di Termini Imerese pag. 6-7

L’obiettivo.• Donare il 5 per mille non costa nulla pag. 8

SOMMARIO

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Vi raccontiamo

Tumori, come comunicare la diagnosi?Medici, psichiatri e pazienti raccontano...

Uno psicologo in ogni équi-pe ospedaliera, perché combattere il cancro e altre

gravi patologie diventa più faci-le se non si è soli al momento del-la diagnosi. È la provocazione che l’Ail di Palermo e Stupenda-Mente, due associazioni impegnate da anni nell’umanizzazione della medicina e nell’assistenza a chi soffre, hanno lanciato ai vertici della sanità paler-mitana, nel corso del convegno su “La comunicazione della diagnosi. La gestione degli aspetti psicolo-gici”, organizzato nell’aula magna dell’Ospedale Cervello di Palermo.Tantissimi gli interventi, fra cui quelli del presidente dell’Ordine dei medici di Palermo, Salvatore Amato, del preside di Medicina dell’Università di Palermo, Adelfio Elio Cardinale, del direttore sanita-rio di Villa Sofia-Cervello, Salvatore Mannino, degli psichiatri Marcello Alessandra, Francesco La Rosa, del-le psicologhe Sonia Tinti Barraja, Maria Stella Epifanio e Ilenia Trifi-rò, dell’ematologo Francesco Fab-biano e dell’oncologo Biagio Ago-stara, del presidente dell’Ail Pino Toro e del presidente di Stupenda-Mente Vincenzo Cavaliere.Un dibattito serrato in cui medici, psicologi, volontari e pazienti han-

no messo a nudo le difficoltà di en-trare in relazione con l’altro quando di mezzo c’è la malattia. Lo testimo-nia la psicologa dell’Ail, Ilenia Tri-firò, coordinatrice della formazione

dei volontari, “che per il loro ruolo si trovano a seguire i momenti che precedono e seguono la comunica-zione della diagnosi. Il dopo visita - racconta - è costellato da una serie di emozioni:incredulità, sconforto, disorientamento”.“Eppure, utilizzare un tono,

un’espressione, una parola piutto-sto che un’altra, per comunicare la diagnosi, senza mentire, può fare la differenza” sottolinea Marcello Alessandra, psichiatra e autore dei libri “La vita sempre” e “Lasciami andare”, in cui racconta anche la sua esperienza di medico-malato. “Il paziente non può essere con-siderato un numero, un posto let-to, un drg - rincara Alessandra -. Bisogna sempre ricordarsi che il malato cerca un uomo prima e un uomo con un camice poi”. Cerca di tenere sempre ben presente questo imperativo l’ematologo Fabbiano, per il quale “la comunicazione del-la diagnosi è il momento iniziale di un rapporto col paziente che con-tinuerà a lungo, per tutta la vita”. Non c’è un modello standard per comunicare, secono l’oncologo Biagio Agostara: “Ognuno merita un approccio personalizzato. La comunicazione è parte integrante della professione del medico ed è un mezzo terapeutico. Dobbiamo abbracciare tutti gli aspetti psico-logici ed emozionali”. E tutti sono concordi con lo psichiatra La Rosa: “Ci sono un tempo, un luogo e dei modi per dire, per garantire al pa-ziente la sua dignità”.

Alessandra Turrisi

Lo psichiatra Marcello Alessa ndra,vice presidente di Stupenda-Mente

Da Stupenda-Mente e Ail la proposta: “Servonopsicologi in ogni reparto”

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Quadrimestrale d’informazionedell’AIL PalermoAnno XII - n° 2 - Marzo 2010Autorizzazione del Tribunale di Palermo n. 14 del 18/19 maggio 1999

Direttore: Giuseppe ToroDirettore responsabile: Alessandra Turrisi

Progetto grafico: Excalibur s.r.l.Fotografie: Gigi PetyxStampa: Tipografia Italia s.n.c. Palermo

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“In quei momenti non vogliamo essere soli”

Paura, angoscia, smarrimen-to. E’ infinito l’elenco delle sfumature di emozioni che il

paziente si trova a vivere nel mo-mento in cui riceve la notizia di essere affetto da una grave patolo-gia. “Perché proprio a me?”, “potrò guarire?”, “cosa mi aspetta?”. Le domande si accavallano, mentre il cuore sembra imbizzarrito e le mani diventano geli-de. “Quel giorno io e mia moglie non vedevamo più la strada per uscire dall’ospe-dale” confessa dieci anni dopo Santo Mazzola, di San Cipirello, un malato di leu-cemia linfatica cronica, trapian-tato. “Quando ti vengono tolti il lavoro, i tuoi hob-by, non ti resta niente, sembra di impazzire – rac-conta -. Se avessi avuto vicino uno psicologo in que-sto percorso, forse avrei fatto soffri-re meno la mia famiglia».Un tema molto attuale, che punta il dito sull’importanza di curare il momento della comunicazione di una grave patologia, quella onco-ematologica per esempio, perché

da questo drammatico momento dipende l’adattamento del pazien-te alla malattia e la capacità di af-frontare il percorso terapeutico. La testimonianza più attendibile arriva dai pazienti, quelli che hanno attra-versato il calvario della leucemia e della chemioterapia, del trapianto e dell’isolamento. E spesso non solo non hanno avuto il supporto psico-

logico, ma hanno anche incontrato medici incapaci di comprendere il loro stato d’animo. Gisella Olibrio, presidente dell’Associazione ma-lati reumatici, dopo aver sconfitto un carcinoma mammario, accusa-va nuovi dolori. Si è recata da “un

professore che, guardando la cartel-la clinica, con la mano in tasca, mi disse: ‘E’ evidente, avrà una meta-stasi ossea’”. In realtà, si trattava di malattia reumatica, ma è il modo di comunicare che conta.Maria Stella Epifanio, psicologa e ricercatrice universitaria, racconta la sua esperinza all’interno di un ospedale in un reparto di oncologia

e riporta casi cli-nici. “Un pazien-te operato nel-la zona pelvica spiegò al medico che aveva pro-blemi di erezione - dice -. L’onco-logo lo liquidò b r u s c a m e n t e : ‘Per queste cose c’è la psicologa, parli con lei’. Ov-viamente il pa-ziente se ne andò via imbarazzato, non si è sentito accolto. Così ri-schiamo di scin-dere il paziente in varie parti: curiamo la zona

malata, dimenticandoci della qua-lità della vita. Lo scopo dello psi-cologo in ospedale non è quello di insegnare ai medici come si co-munica, ma di vivere assieme ai medici quei momenti, prendendo in carico il paziente”. Al. Tu.

Flash dal convegno: da sinistra, l’ematologo Francesco Fabbiano,l’oncologo Biagio Agostara e lo psichiatra Francesco La Rosa

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Passi avanti

Al Cervello un centroche, da vent’anni, dàsperanza di guarigione

Trapianto di midollo osseo,eseguiti oltre mille interventi

Il trapianto di midollo osseo o di cellule staminali emopoieti-che (cellule da cui si sviluppano

tutti gli elementi corpuscolati del sangue), come più precisamente si definisce, è una tecnica terapeutica che consiste nella sostituzione di midollo osseo malato o non funzio-nante con cellule staminali sane in grado di ripristinare l’attività ema-tologica ed immunologica. Rappre-senta, ancora oggi, la cura di molte malattie del sangue come le leuce-mie, i linfomi e i mielomi, ma anche di malattie non neoplastiche come l’aplasia . E’ una tecnica complessa che ha raggiunto negli ultimi anni risultati clinici consolidati . Distin-guiamo il trapianto autologo, in cui vengono utilizzate cellule staminali dello stesso paziente prelevate in una fase di remissione della ma-lattia ematologica, e un trapianto allogenico in cui il donatore è un fa-miliare compatibile o un volontario HLA identico.La strada fattaIl Centro trapianti di midollo osseo dell’ospedale Cervello ha iniziato la sua attività clinica alla fine degli anni 80. Oggi, dopo più vent’anni di attività, ha raggiunto il ragguar-devole traguardo di oltre 1000 tra-pianti, dato che lo colloca tra i primi centri in Italia e certamente il primo in Sicilia (vedi grafico).La nuova struttura inaugurata nel 2000 è dotata di 9 degenze singole e corredata di tutte le più avanzate attrezzature medico sanitarie in li-nea con gli standard internazionali. In questi anni, grazie all’impegno

dei propri collaboratori e al soste-gno ricevuto dalle associazioni, il Centro trapianti ha percorso nuove strade nel campo della trapianto-logia, sviluppando programmi di ricerca clinica e biologica che han-no permesso di identificare e trat-

tare le complicanze più frequenti del trapianto di midollo osseo, di ridurre drasticamente il rischio comportato da questo intervento e di aumentare la possibilità di guari-re. Negli anni sono state impiegate e perfezionate tutte le tecniche di trapianto: dall’impiego delle cellule staminali del sangue periferico sino alle tecniche di trapianto da dona-tore parzialmente compatibile e da cordone ombelicale.

I numeri del Centro trapiantiEcco in sintesi tutti i dati relativi al reparto e alla sua attività (aggiorna-ti al 2009).Capienza e personale: 9 posti letto, 3 in day hospital, 4 medici, 14 infer-mieri, un medico in formazione.Trapianti effettuati: 360 trapianti allogenici totali; 104 trapianti allo-genici da donatore volontario non consanguineo; 816 trapianti auto-loghi.Programmi di ricerca clinica in atto: trapianto da donatore non consan-guineo, da familiare non compati-bile aploidentico, da familiare HLA compatibile, trapianto allogenico nei pazienti fino a 65 anni; autotra-pianto nei linfomi di Hodgkin, nei linfomi non Hodgkin, nel mieloma, nelle malattie autoimmuni.

Rosanna Scimé

Rosanna Scimè, responsabile del Centro trapiantidi midollo osseodegli Ospedali riuniti Villa Sofia-Cervello

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E’ la fine del 2002 quando, all’età di 44 anni, sposato con tre figlie studentesse, dopo

un esame ematologico effettuato occasionalmente dopo le feste na-talizie, per controllare i valori di gli-cemia, colesterolo, trigliceridi, pur non avendo mai avuto disturbi alla salute, scopro che i valori dell’emo-globina e dei globuli rossi sono fuo-ri dalla norma. Ripeto le analisi del sangue, ma l’anomalia viene confer-mata. Allora effettuo una visita spe-cialistica alla divisione di Ematolo-gia dell’Ospedale Cervello e viene subito disposto il mio ricovero per ulteriori accertamenti. Resto lì dal 18 marzo al 3 aprile del 2003, quan-do la diagnosi è chiara: “Linfoma mantellare non Hodgkin IV Sta-dio”. Comincia la trafila di indagini e cure, vengo sottoposto a doppio trapianto autologo il 6 ottobre 2003 e il 7 gennaio 2004. E’ stato un percorso lungo, doloroso e insidioso, nel corso del quale però ho ricevuto grande sostegno e con-forto dai miei familiari (in partico-lare mia moglie, le mie figlie, i miei genitori, mia sorella e mio cognato Angelo,) e dai medici di Emato-logia, che con alta professionalità, spirito di sacrificio e abnegazione, si prendono cura dei pazienti e li aiutano ad affrontare i momenti più dolorosi e drammatici. A comincia-re dalla diagnosi, che è un momen-to molto difficile sia per i medici stessi che devono comunicarla, sia

Appello ai donatori

Storia di un trapiantato: “Così sono rinato”

Ogni anno in Italia migliaia persone, e tra queste mol-

ti bambini e giovani adulti, si ammalano di una malattia del sangue. Per molti di loro, anco-ra oggi, il trapianto costituisce l’unica possibilità di guarigione, ma soltanto il 25% dei pazien-ti possiede un fratello compa-tibile. Per questo motivo sono nati in tutto il mondo i registri di donatori volontari di midollo osseo, che raccolgono oggi oltre 10 milioni di potenziali donato-ri. Anche nel nostro centro, in circa la metà dei trapianti esegui-ti negli ultimi anni è stato uti-lizzato un donatore da registro. Diventare donatori di midollo osseo è facile: è sufficiente un prelievo di sangue necessario per

la tipizzaione HLA e acconsenti-re che i propri dati genetici ven-gano inseriti nel registro italiano IBMDR. La possibilità che si ar-rivi alla donazione è abbastanza rara: infatti solo 1/1.000.000 pos-sibili donatori viene poi effettiva-mente chiamato a donare. L’Ad-mo (Associazione donatori di midollo osseo), le cui sedi sono distribuite su tutto il territorio na-zionale, potrà suggerire il labora-torio HLA accreditato più vicino .L’invito è rivolto particolar-mente ai giovani, perché l’età del donatore influisce positi-vamente sull’esito finale del trapianto e perchè è tra i gio-vani che la cultura della dona-zione e della solidarietà deve trovare maggiore accoglienza.

per il paziente e i familiari che de-vonoriceverla .L’esperienza di-retta vissuta mi spinge a dire che i medici e i loro collaborato-ri umanamente e professional-mente sono molto bravi e prepa-rati e assolvono alla loro missione con scrupolo e delicatezza, dando

conforto, coraggio e speranza ai pazienti. I medici non si arrendono mai. Sento con tutto il cuore il do-vere di porgere un grande grazie a tutto il personale medico, che mi ha salvato la vita e mi ha sostenuto nei momenti più difficili. Importantissi-ma anche l’attività che svolge l’Ail con i suoi volontari, che sono vi-cini ai malati in questi difficili mo-menti in cui anche una parola, un gesto, aiutano molto ad affrontare la malattia. Giuseppe Sansone

GiuseppeSansone

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Facciamo i conti

Un tetto per malati e familiariLa solidarietà si fa “casa”

E’ il luogo in cui si piange e si ascolta, si trepida e si spera. E’ il luogo della solidarietà

e dell’accoglienza. E’ tutto questo Casa Ail “La Coccinella”, un servi-zio residenziale per i moltissimi pa-zienti fuori sede e per i loro familia-ri, che da otto anni costituisce una risposta insostituibile al bisogno di assistenza dei malati ematologici. “Noi volontari eravamo stanchi di vedere le persone dormire in auto perché non potevano permettersi di pagare un albergo” racconta Maria De Simone, 61 anni, responsabile e anima di Casa Ail.Nel 2002 viene comprato e ristrut-turato, con un mutuo, un comodo appartamento nella zona di via Brunelleschi, non molto distante dall’Ospedale Cervello. Dieci po-

sti letto più due aggiunti, quattro bagni, un soggiorno, una grande cucina abitabile e una bella terraz-za. Tutto viene arredato con gusto e sobrietà dai volontari. Arrivano la cucina, i copriletti, le tende, i ta-voli e le sedie, tantissima bianche-ria. Ogni stanza da letto prende il nome di un fiore. “I primi ospiti furono Regis, il piccolo congolese malato di leucemia giunto qui in inverno con canottiera, cappellino e pantaloncini, e la sua mamma, e da allora il flusso di persone non si è mai interrotto” spiega la De Si-mone. Regis è guarito, ha vent’an-ni, studia e vive a Trapani. Dopo di lui sono arrivati altri congolesi, albanesi, argentini, venez uelani e tanti, tanti siciliani. I pazienti non pagano, i parenti, quelli che posso-

no permetterselo, versano 10 euro al giorno per le spese di gestione. Tante guarigioni, ma anche tante sconfitte. Tutte vissute in un clima di condivisione. Vilma Mazzola, 55 anni, custode della casa e addetta al servizio navetta di collegamento con l’ospedale, non fa mai mancare nulla agli ospiti. E’ la “signora del-la granita” in estate, della carezza sulla spalla, del biscottino. “Per noi questo posto è stato fondamentale - confidano Dina Alduino e Igna-zia e Alessandro Urso, familiari di due pazienti -. Tra di noi si è creata una grande solidarietà. Facciamo la spesa insieme, cuciniamo insieme. Ci facciamo coraggio”.

Partinico, la poesia sostiene la speranza Quando la poesia canta la spe-

ranza. Lo scorso anno, avendo avuto la possibilità di vedere pub-blicate la mia raccolta di poesie, “l’Alba”, pensai da subito di far coincidere la presentazione del li-bro con un’iniziativa benefica. Men-tre pensavo a qualche associazione cui devolvere i proventi, casual-mente parlai dell’iniziativa con l’in-segnante di scuola materna di mia figlia, un’attiva volontaria dell’Ail, e insieme decidemmo di sostenere l’associazione. Ci mettemmo subito all’opera per organizzare la manife-

stazione per il mese di maggio 2009, nell’aula magna del liceo Savarino di Partinico, dove io insegno. Non sapevo che, nel frattempo, proprio una delle malattie di cui si occupa l’Ail stava per colpire una persona a me vicina, anzi era già presente. Chi ha esperienza di queste dolo-rose vicende può comprendere lo sconvolgimento emotivo che si pro-va. Era un disegno che voleva signi-ficare qualcosa? Intanto arrivava il mese di maggio, dovevo mantenere il mio impegno. Quel pomeriggio di sabato 16 maggio si respirava

un’atmosfera rarefatta, quasi magi-ca, i violini accarezzavano l’anima, i versi delle poesie erano canti di speranza. Accanto a me, il dirigen-te scolastico, le volontarie dell’Ail Giusi Marabeti e Francesca Impe-riale e poi il dottore Toro. Avevo di fronte alunni, colleghi, perfino alcuni miei insegnanti. La mia po-esia ha incontrato la sofferenza e il dolore, ma anche la speranza di un giorno migliore per tutti, il giorno in cui anche le malattie più terribi-li possano essere sconfitte. Grazie Ail. Tiziana Campisi

Maria De Simone, responsabile di Casa Ail “La Coccinella”.Nella pagina accantoVilma Mazzol a

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Lions in mascherae cena a Corleone

Tutti in maschera sul tema dei “Pirati dei Caraibi” lo scorso

16 febbraio alla festa organizzata dai Lions club Palermo Norman-na, Dei Vespri, New Century Pa-normus, New Century Palermo, Montepellegrino e gli altri club di zona 1 e 2 del distretto 108YB. Il ricavato sarà destinato all’acquisto di un mezzo di trasporto da dona-re ad Ail Palermo.Gioia e commozione alla cena di beneficenza a Corleone in memo-ria di Carmelo Catanzaro. Raccol-ti 1.750 euro.

Il 10 e 11 aprile 2010, nella sede di Ail Palermo, si terrà il corso

di formazione psicologica di base per i nuovi volontari. Le attività formative, a carattere volutamente intensivo (9.30/18.30), preparano il futuro volontario ad affrontare in modo competente e consapevo-le tutte le attività di volontariato (ospedaliere e non) e lo introduco-no nella struttura dell’associazio-ne, permettendogli di inserirsi in piena armonia. La partecipazione è gratuita, previa iscrizione telefo-nica al 091-6883145.

Diventa volontario:parte la formazione

Termini Imerese, l’entusiasmo del territorio

Cercare il senso della vita, rispondere a questa ricerca con la concretezza dell’ im-

pegno. Sull’onda di questo impul-so, nel 1998 inizia, spontaneamen-te e per un incrocio di significative coincidenze di vita, la mia collabo-razione con l’Ail. Si è trattato di un impegno che è cresciuto in relazio-ne alla gioia di costruire e diffonde-re una sensibilità che restituisse ai valori fondanti dell’esistenza una giusta graduazione. Il primo valore: la vita, da proteg-gere, conservare, rispettare, riem-piendola di tutti i significati di cui è metaforicamente espressione, nello sforzo di mantenere sempre viva la

fiamma dell’ amore per essa.Con questo intento e in questa direzione, nel tempo, è cresciuto il sostegno con il coinvolgimento di moltissi-mi alle attività che l’Ail promuove all’interno dell’Ospedale Cervello. Dai 5 comuni impegnati nel 1998

nelle campagne di raccolta ai 26 del 2010, a poco a poco i territori del comprensorio di Termini Imerese, attraverso il disinteressato impegno dei volontari, hanno dato, sem-

pre più numerosi, la loro adesione agli obiettivi dell’Ail, consentendo il raggiungimento di significati-vi risultati economici e umanitari. Anche le scuole (è questo uno de-gli ultimi obiettivi raggiunti) han-no aderito con grande sensibilità. E’ un impegno che lascia sperare nella diffusione a livello educativo delle nobili finalità delle iniziative di solidarietà promosse. Con questi confortanti segnali è ancora possi-bile pensare ad un futuro in cui per i nostri giovani e per la società futu-ra la ricerca del senso della vita sia parte integrante della crescita civile di tutti. Rosario Quattrocchi

Burraco di solidarietà per soste-nere le attività di Ail Palermo

e contribuire all’acquisto di un un ecografo di ultima generazione, utilissimo alla cura dei pazienti affetti da malattie oncoematologi-che. Il primo torneo di burraco in favore di Ail si è svolto all’Avant Garden di via Ventura, lo scorso 5 febbraio. L’incasso, che sarà in-teramente devoluto all’associazio-ne, è stato di 1.040 euro. Il prossi-mo appuntamento con il tonreo di carte è per il 12 marzo prossimo al Circolo Nautico Telimar.

Burraco solidaleper un ecografo

In dodici anni le attivitàestese in 26 comuniCoinvolte anche le scuole

AIL NEWS PALERMO | Dicembre 2009 |AIL NEWS PALERMO | Marzo 2010

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Donazioni I Nostri Servizi

L’obiettivo

Dona il tuo cinque per mille

Devolvi il 5 per mille dell’Ir-pef all’Ail! E’ una buona azione che non ti costa

nulla e che puoi fare con la tua di-chiarazione dei redditi.Aiutare l’Ail significa sostenere un’attività che da quarant’anni persegue obiettivi ambiziosi, che richiedono grande impegno e fon-di sempre maggiori: rendere sem-pre più curabili leucemie, linfomi e mieloma; migliorare la qualità della vita dei malati; sostenere la ricerca scientifica e, quindi, il pro-gresso delle terapie.Per destinare il 5 per mille all’Ail bastano due semplici operazioni:-Porre la firma nel riquadro “So-stegno del volontario e delle altre organizzazioni non lucrative di utilità sociale, delle associazioni di promozione sociale...”;-Riportare nell’apposito spazio il codice fiscale Ail: 80102390582.

La sede di Ail Palermo è all’interno dell’ospedale Vincenzo Cervello, in via Trabucco 180. Informazioni e prenotazioni telefonando al numero 091.6883145 o inviando un messaggio mail ad [email protected]. La segreteria è aperta dal lunedì al venerdì, dalle 8,30 alle 13 e dalle 15,30 alle 17,30.I servizi resi dai volontari all’interno dell’ospedale Cervello• Centro d’accoglienza (da lunedì a venerdì, orario 8,30-12,30)• Ambulatorio di Ematologia (da lunedì a venerdì, orario 8,30-12,30)• Day-hospital di Ematologia (da lunedì a venerdì, orario 10,30-12,30)• Medicina trasfusionale (da lunedì a venerdì, orario 8,30-12,30)• Reparto di Ematologia I con trapianto di midollo osseo

(da lunedì a venerdì, orario 10,30-12,30)• Reclutamento e formazione dei volontari (per info telefonare in segreteria)Altri servizi• Casa Ail “La Coccinella”, via Parrini 14, per pazienti ematologici e fami-

liari fuorisede (prenotazioni telefonando in segreteria)• Assistenza domiciliare gestita dal reparto di Ematologia e finanziata da Ail.

Tantissimi i sostenitori che da ogni parte della Sicilia non hanno fatto mancare

donazioni e offerte all’associazio-ne. Negli ultimi tre mesi sono stati raccolti 9.260 euro. Un grazie spe-ciale alle famiglie Stillone, Car-raffa, Zangara, Aronica, D’Urso, Gattuso, Melazzo, Pelos, Nastasi, Pellerito, Murgano, Piazza, Igha-ni, Consiglio, Mazzara, alla Tele-com e alla ditta Co.sy.be.I fondi raccolti serviranno per mi-gliorare la qualità delle cure dei pazienti e supportare l’assistenza domiciliare. È questo l’obiettivo speciale che si prefigge l’Ail di Palermo, che aspira a estende-re questa opportunità a tutta la provincia. Un aiuto prezioso per i malati e i loro familiari, che con-sente di alleviare la sofferenza e aumentare le possibilità di guari-gione.

Grazie per le offerte9.260 euro in tre mesi

La locandina della campagnaper il cinque per mille

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